Vai al contenuto


Foto
* * * * * 1 Voti

Cinema LGBT


  • Please log in to reply
124 replies to this topic

#101 GrantHart

    tender is the night

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2552 Messaggi:

Inviato 01 agosto 2012 - 15:59

C.R.A.Z.Y (Jean-Marc Vallée 2005)
Che bello! Seriamente, quant'è bello questo film? Il conflitto fra un adolescente gay e la propria famiglia, composta da quattro fratelli (tre marginali, uno - tossicodipendente e omofobo - molto importante), un padre pieno di sentimento ma estremamente conservatore, una madre persa nel suo mondo di convinzioni magiche, tanto religiosa quanto tollerante. Tutti gli attori sono bravissimi, e il protagonista, Marc-André Grondin, è anche un bel vedere. asd Una marea di musica: da quella del padre (Aznavour e Patsy Cline) a quella del figlio (Bowie, Pink Floyd). Si trova per intero su Youtube, come tanti altri film in tema.


ahahahah giuro che solo adesso ho visto il topic

l'hanno passato un paio di mesi fa su rai 2 ( a mezzanotte, no comment), l'ho immediatamente messo in avatar

la scena in cui canta space oddity con le finestre aperte e irrompe il fratello per me e' autobiografica asd



"beautiful thing" lo hai mai visto?
  • 0

#102 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 29 agosto 2012 - 21:24

Ho visto Mine Vaganti.
Non ho capito perché Ozpetek deve piazzare delle storie strappalacrime quando le sceneggiature funzionerebbero benissimo lo stesso, vedi il passato della nonna e il personaggio di Alba. Che ci stanno lì a fare?
  • 0

#103 Rayuela

    utente per finta

  • Members
  • StellettaStellettaStelletta
  • 104 Messaggi:
  • LocationRoma

Inviato 30 agosto 2012 - 13:10

Mine Vaganti l'ho trovato estremamente brutto.
Qualche tempo fa ho visto un film, credo argentino, che mi è piaciuto molto: Plata Quemada. Proprio bello.
  • 0
the time rolls away to the sea
for words of love so seldom seen
it's like the sun has gone

frustration in these calm streams
'cause life scares me to death

#104 kingsleadhat

    कगलु विपश्यना बाद वैश्व

  • Redattore OndaRock
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2688 Messaggi:
  • LocationBangkok, TH

Inviato 30 agosto 2012 - 13:52

Mine Vaganti si salva solo perché si intravede casa mia asd
  • 1

#105 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4571 Messaggi:

Inviato 24 aprile 2013 - 07:41

Torino festival glbt 2013
Il festival non è finito e io ne ho visto poco, non ho mai scelto, preciso, ma ho un’amica che fa parte dell’organizzazione e quindi faccio proprio presenza amicale obbligata dove mi chiede di andare…peccato che glieli stronchi tutti. Intendiamoci, io ho nel cuore la selezionatrice, perché se ha scelto questi doveva essere proprio alla canna del gas.
Divido ciò che ho visto in lungometraggi, Lengua Madre, Paolinelli e A perfect Ending, Com e corti mischiati fra documentari e fiction
I film…. Lengua Madre, Paolinelli non si capisce proprio perché doveva essere un lungo, vive d tutto dell’idea di una figlia matura che dice alla madre del suo lesbismo in costanza di convivenza ultradecennale con la sua compagna. La madre decide di esplorare il mondo della figlia, punto. A parte la simpatia della protagonista, che è appunto la genitrice, il film risulta esilissimo, senza una trama precisa in cui accada veramente qualcosa, con nessuna precisa idea stilistica. Siamo in Argentina, c’è quasi una idea di confronto generazionale, non si vede un cellulare, sembra una scheggia fluttuante nel tempo.
A perfect Ending, Com si inserisce nelle produzioni Usa mainstream, laccatissimo, patinatissimo e una emerita sciocchezza che chissà perché si dà un’aria da intellettuale. Noioso a dir poco è ipertrofico nell’insistenza dei primissimi piani di oggetti, parti di mobili, dettagli quasi come se la metafora fosse il centro del discorso di un film in cui una matura signora insoddisfatta e molto ricca, con un matrimonio finito e un ambiente in cui anche i ricchi sono infelici (!), decide di dare sfogo alla propria insoddisfazione sessuale e si compra un amante, o meglio, sotto consiglio di una coppia di amiche, una amante (le donne lo fanno meglio), segue amore etc…
Insopportabile, ma non la trama, la messa in scena, la prostituta ha sofferto ed è talentuosa (e ti pareva, addirittura un’artista) e qui un insieme di scene barocchissime immerse in un lucore lattiginoso, simboli, simboli, simboli. La retorica trabocca da ogni scena che è volutamente costruita in quella maniera e da tutto il commento musicale, terribile.

Corti: Time bomb Julien, il separatismo e l’idea della rivoluzionarietà del femminile, in toto….fatto malissimo, bruttino bruttino con un montaggio davvero approssimativo e delle scelte anche qui simboliche a dir poco pacchiane.

Dhè lel world, Capone, chi non è toscano e segnatamente Livornese non capirà, pochi mezzi, tanta simpatia Labronica, commediola che fa il verso ad un immaginario, cortissimo e quindi facilmente digeribile, è la prima parte di un progetto, potrebbe migliorare

Le lesbiche non esistono, Landi Selis, documentario prodotto dal basso che parte da un’idea davvero interessante: la mancanza di parole per “offendere” le lesbiche. Il problema della nostra società è sempre una questione di parole, se non verbalizzi non reifichi, non oggettivizzi, le lesbiche non esistono perché non esiste un vocabolario per parlare di loro, se non esistono le parole non esistono le cose. La parte iniziale animata è molto ben fatta. Documentario puro non mantiene però il centro del discorso, tutto poi si svolge su interviste a donne che sì si definiscono, quindi parlano, ma che quasi sempre convergono sul problema del coming out famigliare, non che ciò non comporti proprio il dire, il parlare, lo scambio, l’uscire fuori dalla propria riflessione interiore per incontrare l’altro (la famiglia più spesso) parlando, ma mia spettavo un discorso più ampio, magari indirizzato a tutto l’insieme della vita di relazione delle persone. Comunque valido perché l’idea è forte, io sono perché io dico.

Re(l)azioni a catena, Novelli 4 episodi di una sorta di piccolo serial su una donna che si trova due adolescenti in casa causa sparizione della loro madre, ne conseguono incontri, scontri, confronti tutti virati in commedia. Divertente, con qualche scivolone sull’audio in presa diretta, gioca con gli stereotipi, spinge il pedale sul lato umoristico, tematizza il confronto fra ricco/apparenza, libero modo di vivere/rigidità della vita sociale e lavorativa, troppo ingessato nelle riprese con interni che sono ripresi in maniera asettica e in fondo poco naturale.

Ad occhi chiusi, Riccardi, se avrà fortuna si farà, la regista ha mestiere, metodo e occhio. E’ fiction ma ripreso da un fatto di cronaca, due adolescenti si amano, il padre di una di loro lo scopre, ne consegue separazione. Le ragazzine sono brave, anche qui in presa diretta c’è qualche sbavatura nell’audio, ma è montato bene e soprattutto la regista cura la messa in scena, si concede anche pulitissimi controluce, sceglie le inquadrature che parlano allo spettatore, ha gusto per colori e squarci di Roma, insomma ha stoffa davvero.
  • 0

#106 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 24 aprile 2013 - 08:05

Posso dire che si capiva dai titoli che non valeva la pena? asd
Detto questo, per un festival organizzato praticamente in due mesi, è pure troppo.
  • 1

#107 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4571 Messaggi:

Inviato 24 aprile 2013 - 08:11

Sì, sembrava neppure si dovesse fare, soldi pochissimi, ristretto a un solo cinema diviso in 3 sole sale, insomma...ma il problema è ampio: scarsa qualità dell'offerta (non nascondiamoci, il livello è quello), problemi distributivi e di contrattualistica (vuoi il film su James Dean? Tiè due ciofecate a tematica lesbica...), tempo...la selezionatrice lo ammette serenamente, quest'anno ciccia!
  • 0

#108 Araki

    Utente Tracotante

  • Validating
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8100 Messaggi:

Inviato 01 dicembre 2013 - 23:52

Scorrendo rapidamente mi sa che avete dimenticato due filmoni:

:wub:
Immagine inserita

e

Immagine inserita
  • 0
Just when they think they've got the answers, I change the questions.

#109 Thælly

    mascellona da bukkake

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 7104 Messaggi:

Inviato 16 dicembre 2013 - 23:00

Appena finita di vedere.

Torka aldrig tårar utan hanskar (2013, svedese: "Non asciugare mai le lacrime senza i guanti")
Una miniserie di 3 episodi da un'ora ciascuno, tratta da tre romanzi di Jonas Gardell. L'hanno passata sulla TV nazionale norvegese in prima serata queste tre settimane, ma credo sia vecchia di qualche mese.
La serie parla dello scoppio dell'AIDS negli anni 80, quando nessuno sapeva bene cosa fosse, ed era considerata il cancro gay, la peste dei gay. L'ambientazione è Stoccolma: Rasmus, 19 anni, appena finita la scuola in un paesino di poche anime nella sperduta campagna, si trasferisce nella capitale per vivere finalmente libero. Lì incontra Paul, uomo navigato, che lo prende sotto la sua ala protettiva e lo introduce nel suo circolo di amici gay (Paul è il personaggio più flamboyant, più kitsch e più divertente che io abbia mai visto asd è comunque l'unico lato "comico" della vicenda, pure il suo funerale - che non vi dico com'è - riesce a strappare una risata in mezzo ai pianti). Benjamin, stoccolmese e coetaneo di Rasmus, è testimone di Geova. Si rende pian piano conto della sua omosessualità, e rompe con la famiglia (questa parte è purtroppo raccontata molto velocemente nel primo episodio, ma si vede che non era il punto principale della vicenda). Anche lui finisce nello stesso circolo attraverso Paul, si fidanza con Rasmus e si innamora.
Purtroppo tutto ciò accade quando l'AIDS arriva in Europa. La serie è forte, toccante, tristissima, a parte il primo episodio ho pianto tutto il tempo. Fatta molto bene, attori ottimi (ma io non ne capisco niente quindi boh). Non so quanto sia/diventerà famosa fuori dalla Scandinavia, ma se la trovate con sottotitoli in inglese guardatela assolutamente.

Edit - ho scoperto che è trasmessa dalla BBC, quindi non avete scuse :P
  • 2

Una tua action figure che quando la schiacci ti parla degli accordi.


#110 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4571 Messaggi:

Inviato 01 maggio 2014 - 09:53

Iniziato il 29vesimo festival, inaugurazione molto divertente, Paola Pitagora presidente di giuria, Ambra madrina, poi Orietta Berti molto buffa, ma il migliore Carlo Gabardini, istrionico, dirompente, genuino. Ha quell'entusiasmo tipico dei sedicenni, senza filtri, spiazzante.
Azul y no tan rosa, film venezuelano d'apertura. Ottima l'intenzione, ma il prodotto è quello che è, ed ha anche vinto un Goya. Ma se il centro del film é il superamento della diversità con cui è difficile convivere, in ogni senso, sessuale, di genere, di accettazione sociale, degli adolescenti, dei rapporti fra individui in senso ampio, lodevole intento, la messa in scena benché pulita é lenta, farraginosa, senza un buon ritmo; i dialoghi sono piani, la regia composta ma senza altro; il risvolto drammaturgico forzato. Ed é forzato tutto il buonismo dilagante( eppure ci sono pestaggi, non accettazioni) perché comunque il nucleo dei protagonisti è irrealisticamente equilibrato e perfetto. In più la retorica trabocca
  • 0

#111 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4571 Messaggi:

Inviato 02 maggio 2014 - 07:14

Addio mia regina: con la Kruger, la Ledoyan e la Seydoux
Mainstream sì e certamente non perfetto, ma interessante: punto di vista stretto sulla lettrice di Maria Antonietta, completamente avulsa dal mondo reale, rende bene l’idea della siderale distanza di ciò che fu l’aventino versailliese rispetto alla vita vera della Francia dell’epoca, l’insieme di riti, di incredibili (per oggi) routine da privilegiati intoccabili stride con lo scandirsi dei giorni, dal 14 luglio del 1789, che,con la sola leva dell’allusione, ricorda il precipitare della Storia; il rapporto con la monarchia, il suo corpo e il suo volere, la dedizione assoluta all’autorità carismatica per diritto dinastico. Semmai troppo indulgente lo sguardo sul re, decisamente potevano sorvolare su tutta la parte vagamente politica e anche la pressione sessuale, che ad un certo punto soffoca la lettrice, sbava nel personaggio del gondoliere (e i francesi, anche loro, cadono nell’idea che il massimo della virilità sia tutta italiana) in maniera esasperata e fuori contesto. Bella invece la ricostruzione dell’insieme di servi, in gradazione, che si srotolano lungo i corridoi della Reggia, perché più di tutti lo sguardo della servitù riflette e denuncia la cecità dei padroni (alla Gosford Park di Altman). Il nucleo drammaturgico è quindi solo la triangolazione del desiderio, per interposta persona, fra la lettrice, la regina e la Polignac: è la lettrice che colma l’assenza del corpo di cui soffre Maria Antonietta guardando la Polignac nuda, è la lettrice che riceverà l’unico bacio rivolta all’oggetto del desiderio e sarà la sua nudità l’unica che Maria Antonietta vedrà: è il popolo, la serva, il corpo, lo strumento, l’oggetto da utilizzare, reificazione delle classi, delle relazioni, della gerarchia. Come non vedervi una citazione di Messaggero d’amore di Losey, inoltre?
Bello il lungo piano sequenza fra Maria Antonietta e la Polignac sul divano; altra citazione, abortita purtroppo, da le Relazioni Pericolose con la Regina che si strucca, disperata, allo specchio. La Seydoux molto brava, un tripudio di costumi che non fa mai male.
  • 1

#112 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 03 maggio 2014 - 18:12

Azul y no tan rosa, film venezuelano d'apertura. Ottima l'intenzione, ma il prodotto è quello che è, ed ha anche vinto un Goya. Ma se il centro del film é il superamento della diversità con cui è difficile convivere, in ogni senso, sessuale, di genere, di accettazione sociale, degli adolescenti, dei rapporti fra individui in senso ampio, lodevole intento, la messa in scena benché pulita é lenta, farraginosa, senza un buon ritmo; i dialoghi sono piani, la regia composta ma senza altro; il risvolto drammaturgico forzato. Ed é forzato tutto il buonismo dilagante( eppure ci sono pestaggi, non accettazioni) perché comunque il nucleo dei protagonisti è irrealisticamente equilibrato e perfetto. In più la retorica trabocca

Il trailer non faceva presagire niente di buono in effetti ashd
  • 0

#113 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4571 Messaggi:

Inviato 05 maggio 2014 - 07:50

Documentari Kumba Queer: una band tutta al femminile di Kumba, musica molto trascinante, le musiciste sono Argentine e Messicane., sono in tour in germania. E’ un film sulla musica, la parola queer del nome della band indica la contaminazione musicale (c’è un innesto rock e anche punk), sono tutte donne, in qualche testo parlano della tolleranza anche sessuale, ma il loro punto focale è condizione femminile. Tutto il girato riguarda la musica, la costruzione della band, le esperienze sul palco. Cosa ci faccia in un festival Glbt è un mistero.
Violette Leduc: documentario con inserti d’epoca, interviste a lei e agli amici, il rapporto con Sartre e la de Bouvier, gli amori impossibili e le difficoltà di far pubblicare i suoi testi per l’audacia dei temi, la natura ossessiva e vagamente nichilista di una donna complessa che ha fatto dell’autobiografia il tessuto della sua letteratura. Bello vedere Jaques Guerin il collezionista, uno dei suoi amori impossibili, che condivideva con Violette l’esperienza dell’essere figlio bastardo, ma con un vissuto famigliare molto più sereno, ottimo fu il suo rapporto con la madre, grande uomo di cultura che ha salvato tutto ciò che noi oggi abbiamo di Proust (ben raccontato ne Il cappotto di Proust della Foschini).

Pursuit, corto comico, divertente e fulminante, a mio parere doveva soffermarsi sull’ultima inquadratura un qualche secondo in più e indulgere sul viso della vigilessa: cosa non si fa per avere un appuntamento? Si collezionano infrazioni stradali con leggerezza

Tru Love: in un mondo parallelo ogni persona che Tru incontra è o lesbica, o confusa o curiosa. Non solo, ma tutte le donne che le girano intorno, dalla più acerba alla più matura, sono bellissime o almeno fascinose o almeno particolari. Tru cucina molto bene (il cibo veicolo dell’amore, ok), è equilibrata e affronta la vita in piena integrazione con la natura e il mondo gioendo di tutte le piccolezze incantevoli che le si presentano. Mica è stressata dal lavoro (domanda n. 1, ma gli ingredienti per cucinare glieli regalano?), infatti non lavora; mica è stritolata dalle responsabilità, infatti non ne ha alcuna, anzi le fugge alla grandissima (domanda n. 2, ma l’iphone in Canada lo danno in omaggio per solo diritto di cittadinanza?) e così ha un sacco di tempo da dedicare alle nuove conoscenze, alle vecchie, alle amicizie, semplice no?. Certo anche lei ha sofferto, ma a differenza dell’amica Suzanne che si è votata al lavoro e guarda caso se devi seguire una causa importante in tribunale ecco, come dire, la devi seguire fino in fondo, mica puoi dire “Vabbè è meglio passeggiare sotto la neve” che è poi la differenza fra chi lavora e chi non lavora, così ad occhio, Tru ha un invidiabile equilibrio, ma avendo sofferto è persona di spessore ed estremamente empatica. Nell’arco dell’intero film fa sesso con ben quattro donne (è impossibile resisterle evidentemente), ma si innamora eh, perdinci, solo che è chiaro che l’unica che l’ha veramente capita è quella mollata (il giochino delle chiavi di casa che le due si restituiscono, la diagnosi dell’incapacità di impegnarsi di Tru, perché appena le cose si fanno serie scappa) che, avendola veramente capita in tutto il suo infantilismo, se la riprende. In un mondo parallelo e ideale, per l’appunto.

Dual: posto che in Slovenia la vita è una tristezza, i giovani hanno contratti a termine, fa paura diventare come i propri padri, le mogli sono disperate, le famiglie incasinate, gli amori finiscono tutti (solo in Slovenia?), mi domando perché questo film bislacco debba copiare da Prima dell’alba, Autumn in New York (la malattia tira), Casalinghe disperate, per l’appunto, tutti i film in cui ad un tavolo genitori e figli litigano (un centinaio dunque), Il Laureato (c’è una inquadratura che è uguale uguale) ed essere così noioso. Autoreferenziale, con duemila temi e problemi e…vabbè, in fondo non ci frega assolutamente nulla di Iben e Tina, ma proprio nulla

Considerando che non mai comprato un biglietto è andata così....mi dicono che alcuni film ,che ovviamente io non ho visto, meritassero...
  • 0

#114 bosforo

    ¬`¬`

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 19668 Messaggi:

Inviato 07 luglio 2014 - 19:09

Ma Boys Don't Cry sul versante trans? L'ho visto questo weekend e mi ha ucciso. Ispirato a fatti veri peraltro.

Immagine inserita

Immagine inserita

La più grande storia d'amor; Chloe Sevigny mi ha incantato senza se e senza ma.
  • 0

#115 ---

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4815 Messaggi:

Inviato 07 luglio 2014 - 20:45

Un film che non riguardo da tanto tempo, solo perché sono sicura mi farebbe piangere tantissimo di nuovo :'(
  • 0

#116 John Trent

    Genio incomprensibile

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2516 Messaggi:
  • LocationBassa Depressa Bergamasca

Inviato 08 luglio 2014 - 10:52

Mi sembra che abbiate dimenticato questo:

My Summer Of Love (2004) di Pawel Pawlikowski

Immagine inserita

Nonostante la patina indie da Sundance festival il film funziona. Tra l'altro mi fece innamorare perdutamente di Emily Blunt, cosicché cominciai a seguire la sua carriera che si arenò immediatamente in troiate hollywoodiane della peggior specie. Peccato, per me è potenzialmente una grande attrice.
  • 0

#117 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4571 Messaggi:

Inviato 08 luglio 2014 - 12:08

non ne ho un gran ricordo io, devo ammettere. Lo trovai anche confuso
  • 0

#118 bosforo

    ¬`¬`

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 19668 Messaggi:

Inviato 08 luglio 2014 - 21:09

Sì lo guardi e dici "embè?", non si capisce dove voglia andare a parare.

Poi la rossa dovevano darle una caratterizzazione più white trash.
  • 0

#119 RogerCrimson

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1348 Messaggi:
  • LocationToscana

Inviato 08 luglio 2014 - 23:17

"La legge del desiderio" di Almodovar dell'80 è probabilmente il film a tasso gay/trans più alto di una filmografia interamente multisex.
Banderas giovanissimo in scene superesplicite e una Carmen Maura titanica.

Ancora anni '80. "Prick up your ears" di Stephen Frears, 1987. Cast stellare (Gary Oldman, Alfred Molina, Vanessa Redgrave) per un film biografico sulla vita di Joe Orton. Di recente a Londra ne ho visto anche una versione teatrale nel West End, che ha chiuso miseramente i battenti per l'abbandono della produzione da parte di Matt Lucas (quello di "Little Britain" in Tv).


Su SKy ho visto di recente "Come non detto" di Ivan Silvestrini. Mi aspettavo la solita commediola italiana caruccia e scontata e invece è un film godibile, dalla sceneggiatura solidissima, molto ben confezionato e recitato.
  • 0

#120 John Trent

    Genio incomprensibile

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2516 Messaggi:
  • LocationBassa Depressa Bergamasca

Inviato 09 luglio 2014 - 09:37

non ne ho un gran ricordo io, devo ammettere. Lo trovai anche confuso


Beh a dir la verità l'ho visto almeno 7 o 8 anni fa, forse rimasi semplicemente ammaliato dalla Blunt e dal suo personaggio e non valutai "oggettivamente" il film, mi ricordo che in effetti c'erano alcune soluzioni molto simboliche (il fratello ex testa calda diventato prete) un po' forzate che però poi mi sembravano trovare sbocchi abbastanza buoni.
  • 0

#121 Araki

    Utente Tracotante

  • Validating
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8100 Messaggi:

Inviato 04 agosto 2015 - 18:34


  • 1
Just when they think they've got the answers, I change the questions.

#122 neuro

    king (beyond the wall)

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3958 Messaggi:
  • Locationqua

Inviato 04 agosto 2015 - 22:34

Direi che l'opera LGBT della stagione e' sensa dubbio veruno SENSE8
  • 0
apri apri, apri tutto!

#123 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5507 Messaggi:
  • LocationSassari, 08/09/1980

Inviato 13 maggio 2018 - 00:03

NODO ALLA GOLA di Hitchcock. Dal dialogo iniziale (che spiega il perché del delitto) al rapporto tra i due studenti omicidi, tutto lo fa rientrare nel genere.
  • 0
L'amour physique
Est sans issue

#124 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5507 Messaggi:
  • LocationSassari, 08/09/1980

Inviato 14 giugno 2018 - 21:27

La biografia di J. Edgar Hoover diretta da Eastwood rientra nel genere?
  • 0
L'amour physique
Est sans issue

#125 nicholas_angel

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1648 Messaggi:

Inviato 18 aprile 2020 - 11:06

Riprendo questa pagina dal dimenticatoio per invitarvi a riscoprire il cinema di Todd Haynes.

Con un amico ho fatto un video (link in basso) in cui discutiamo il suo cinema dove le tematiche

omosessuali e ‘queer’ non vengono sempre espresse in maniera dirette, ma espresse tramite

allegorie e simboli.

Rivedendo il suo secondo film (ma primo ‘mainstream’) “Safe” e leggendo online alcune critiche

mi sono sorpreso di come la reazione allergica della protagonista ai prodotti

chimici della nostra quotidianità sia un rimando all’Aids 

che raggiungeva il picco proprio negli anni ’80: difatti il film interpretato da una splendida

Julianne Moore è ambientato nell’87. Personalmente ho fatto una mini maratona dei suoi film

in questo periodo ed è interessante come pur nel suo eclettismo Haynes mostri un filo conduttore evidente

nella sua opera - perfino in “Dark Waters”, diversissimo e il meno ‘queer’ della sua filmografia

che comunque si lega a “Safe” per il discorso della pericolosità dei prodotti chimici che ci circondano.

 

Intanto buona (o buone?) visione

 

[media]https://www.youtube....h?v=SwpIeL5CMg0[/media]


  • 0
Immagine inserita




0 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi