Comunque stasera ho ascoltato per la prima volta per intero il Cinghiale in alta risoluzione 24 bit...vorrei strozzare qualcuno che aveva detto/scritto (non qui dentro) che fosse un disco prevalentemente strumentale e me lo ha fatto evitare
E ho riascoltato per bene anche L'Arca di Noè (che ho scoperto sei mesi fa e già conoscevo): mi sono chiesto durante l'ascolto, davvero cosa avesse in meno rispetto al disco precedente.
La Torre, New Frontiers, L'Esodo, Vorrei vederti danzare, Scalo a Grado sono tutti pezzoni orecchiabilissimi. Giusto Clamori può sembrare un po' noiosetta (non a me).
Secondo me è stata proprio la sovraesposizione mediatica a rendere più "bomba" La Voce del Padrone, ovvero a forza di sentire tantissimo i pezzi (per vie extra-personali, ma nel mio caso ci cresci assieme) li senti più "familiari".
Un'altra chiave del successo maggiore del disco precedente può essere stata nell'immediatezza di alcune frasi a effetto presenti ne La Voce, che ha reso più memorizzabili i brani ("sul ponte sventola bandiera bianca", "il mondo è grigio il mondo è blu", "mare mare mare voglio annegare" etc.), frasi così non se ne trovano ne L'Arca, tranne appunto "vorrei vederti danzare" (i refrain degli altri brani sono più cervellotici, l'italiano medio che canticchia di Grado, Varsavia o dell'esodo era un obiettivo difficile da raggiungere).
In generale i testi de "L'Arca di Noè" mi sembrano decisamente più colti (molti riferimenti storici e geografici esotici, la rivoluzione industriale, neutroni e quasari....non c'è l'empatia generalista dell'estate in spiaggia o della barba col rasoio elettrico o la stoccata ad Alan Sorrenti ecco).
"La voce del padrone" era un disco con dei testi più "dentro" il 1981 (e oggi suona anche più nostalgico), "L'Arca" no.