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La Storia


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433 replies to this topic

#351 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 07 novembre 2018 - 09:40

Corry, non so se può tornarti utile, ma un sacco di anni fa vidi questo qui:

 

51SWKMZ0Z5L.jpg

 

Raccolta di fotografie ritoccate dai regimi. La falsificazione della realtà.


  • 1

#352 corrigan

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Inviato 07 novembre 2018 - 10:04

Grazie!
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#353 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 07 novembre 2018 - 10:11

Tra l'altro c'è in Francesce, Inglese e Italiano... visto che mi mancava me lo son comprato su ebay, quando m'arriva posso darti info più approfondite.


  • 0

#354 corrigan

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Inviato 20 gennaio 2019 - 10:38

LFT:

Non fare il buffone ferito, piuttosto, stai lanciando un'approssimazione storica paurosa per far passare una cosa che sembra logica e automatica a te, anche ad altri, ma a me no. E non è reiterandola e semplificandola che mi convinci.
Credo che la Cina sia stata l'avanguardia tecnologica per 2 millenni circa, spalmati su 5 di storia mondiale, a spanne. È stato un sistema più o meno simile al capitalismo a farle dettare l'agenda quando la dettava e farla decadere quando decadeva? Il sistema suo attuale come lo inquadriamo? L'Unione Sovietica con l'antidarwinismo anticapitalista che favoleggiava di creare sementi straordinarie contemporaneamente ingegneri e matematici di tutto rispetto che è?
Mi stai portando uno studio socioeconomico con tutti i modi di fare ricerca nelle versioni avanzate?




 

sposto qui perché al netto degli insulti e della pessima sintassi c'erano alcuni spunti interessanti e sui quali mi sono arrovellato spesso in questi ultimi mesi poiché questo semestre insegno storia di Taiwan. a causa della mia pigrizia sono più che altro note e riflessioni sparse.

 

1) solita correzione sulla Cina ©. ci può stare che da qualche parte (anche abbastanza autorevole) abbia letto dei duemila anni di supremazia tecnologica, ma non è affatto così. direi che quel discorso vale per due fasi: l'apogeo Tang (VII-VIII secolo fino alla Rivolta di An Lushan) e soprattutto il periodo che va dalla Dinastia Song meridionale (XII secolo) al XVII secolo - con la causa di questo declino che va retrodatata all'inizio dell'isolazionismo Ming che cominciò tra il XV ed il XVI secolo. mantengo i miei dubbi su un paragone tra l'Impero Romano e la Dinastia Han. 

in particolare tra il XII ed il XIII secolo la Cina si trovò incredibilmente vicina alla soglia di una vera e propria rivoluzione industriale, senza mai oltrepassarla (e su questo problema sono state scritte intere biblioteche, al riguardo ho sempre trovato convincente, ma forse ad esser più precisi elegante ed economica la high-level equilibrium trap di Elvin). il problema di fondo, che si connette al  precedente intervento di Life e che credo renda inefficace il paragone di LFT è che questa supremazia tecnologica fu confinata ad un ambito che io definirei prettamente pre-scientifico. chi è interessato può affrontare la letteratura che è emersa a commento del lavoro di Joseph Needham, così come quella sulla cosiddetta Great Divergence iniziata da Pomeranz (e in particolare le critiche alla cosiddetta California School).

ripartendo da questi ultimi lavori, provo a riprendere uno degli spunti di LFT: c'era una qualche forma di proto-capitalismo dietro questo sviluppo? direi prima no e poi sì. la prima lunga fase di sviluppo tecnologico avvenne in un contesto certamente non capitalista (e qualcuno parlava, in un'altra epoca, di Asiatische Produktionsweise). La seconda quella Song, si accompagna ad un sistema che da molti viene definito proto-capitalista, ma la scholarship degli ultimi venticinque anni ha comunque ridimensionato la sofisticatezza dei mercati cinesi vis-à-vis quelli europei contemporanei, in particolare a partire dal XV secolo.   

2) il secondo punto dell'intervento credo verta sulla possibilità di sviluppo al di fuori di un sistema capitalista. qui dividerei il discorso in due. prima parte: USSR - davvero difficile. a naso mi verrebbe da dire che la supremazia sovietica nel campo della matematica pura, non sia necessariamente indicativa di una qualche supremazia tecnologica.*

Ora, l'esperienza sovietica nei primi anni della space race, così come i recenti sviluppi cinesi nel campo della AI, potrebbero far pensare ad un progresso senza capitalismo, ma la mia impressione è che la causa di fondo di questi successi non sia di natura ideologica, ma di natura strettamente politica. in altre parole, è l'assetto autoritario di certe polities (l'USSR stalinista/kruscioviana, la PRC di Xi, la Germania nazista) che ha permesso/permette loro di concentrare in maniera più rapida efficiente le necessarie risorse materiali e umane, almeno nel breve periodo e in una prospettiva crudamente goal-oriented.   

3) si può complicare ulteriormente la questione. all'interno della falsa dicotomia stato/mercato con la quale si affronta spesso il discorso sul neoliberalismo e più ampiamente il dibattito socialismo/capitalismo, bisognerebbe sottolineare l'enorme importanza dello "stato", nella sua eccezione più ampia, nella storia del progresso tecnologico americano tra gli anni '40 e gli anni '60 (e quasi parallelamente, allo sviluppo di capitalismi di stato e developmental states in Giappone, a Taiwan [che poi è il motivo di tutto questo pippone] e poi in Corea del Sud, esperienze senza le quali non esisterebbe la Cina superpotenza mondiale di oggi). e forse si potrebbe spingere la data anche più in là: non a caso, da quel che annuso a lavoro, alcuni storici che si stanno occupando adesso della globalizzazione negli anni '70-'80 con nuove fonti primarie sembrano puntare se non a demolire, quantomeno a complicare la semplicistica narrazione "neoliberista" (fatta dai non liberisti) stato vs. libero mercato, ma questa è una storia ancora in fieri

 

comunque, come dicevo all'inizio, sono riflessioni sparse, non sono sicuro che tutto torni.

 

*un mio amico tedesco, un fisico che si occupa di quantum computing in una nuova università a Shenzhen (quella del tizio che ha editato il genoma umano), mi ha detto che negli ultimi anni vi sono stati numerosi casi in cui si è scoperto che sconosciuti matematici sovietici degli anni '50 e '60 erano arrivati a conclusioni uguali a quelle di molti studiosi contemporanei (pare che la letteratura non sia mai stata tradotta e non abbia avuto molta circolazione fuori dal Patto di Varsavia). immagino che sia vero, magari Marguati ne sa di più.  


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#355 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 20 gennaio 2019 - 11:48

Life ridendo ha scritto delle convinzioni forti e delle allusioni chiare, eh:

"trovo molto ironico come una delle battaglie attuali della sinistra estrema sia la completa automazione che permetta di pagare l'UBI, quando poi contemporaneamente si professano contro il capitalismo, che è l'unico sistema che può permettere lo sviluppo della tecnologia necessaria per arrivare a quel punto. Sono proprio curioso di vedere i progressi dell'AI in un sistema non capitalista."

È così strano essere perplessi? Mica negazionisti tout-court. Forse sì e da perplesso non lo vedo. 

 

 

Al netto del bel post tuo, corrigan mi sembrava abbastanza chiaro che i tipi di critica che intendevo fossero:

1. la semplificazione della storia e degli effettivi processi avvenuti mi sembrava esagerata per pretendere da chiunque altro un convinto entusiasmo per come il capitalismo sia necessario per il progresso scientifico e tecnologico.

 

1.1. la generalizzazione del termine capitalismo e la stranezza (?) dei possibili contro-esempi non-capitalisti, di nuovo, non mi convincono che se (/e solo se) A allora B, con A=capitalismo e B=progresso sci-tec, o viceversa.

 

1.1.1. non so fino a che punto si faccia storia, o di più, a suon di esempi e contro-esempi.

 

2. non capisco perché di per sé dovrebbe essere comico o ironico che per Marx il proletariato debba diventare proprietario dei mezzi di produzione e dei prodotti [ipersemplifico anche io, chiaro] siccome quei mezzi di produzione sono resi a loro volta possibili dal capitalismo, vuoi in maniera esclusiva o vuoi per ragioni profonde ma "accidentali" [1]. Qua credo non cambi nulla parlare in marx o in "left accelerationists".
Non capisco perché debba essere comico o perché sia forse così evidentemente il punto debole che fa cadere tutti gli argomenti. Poi magari lo è, oh.

 

2.1 tra l'altro il siccome là sopra introduce la causa della comicità percepita da Life, ma a costo di dire una cazzatona mi sembra che in parte del pensiero marxista quel siccome introduca proprio una sorta di "causalità storica" o addiritttura "finalità", sulla quale ovviamente non ho nulla da dire, in nessun senso.

 

 

 

E ci tengo pure a dire che non penso che Life sia un buffone, condivido con ondarock la stima; proprio perché spesso scrive 2 righe ma con grafici e tabelle sensate, e a volte va pure di wall of text, ho onestamente pensato non avesse tempo o voglia per andare oltre. Non ho la pretesa che mi si risponda o che si prenda spunto da errori e pensierini miei, ma la discesa fino a negazionista della realtà mi è piaciuta poco, poi sticazzi

 

 

Tornando al post tuo, trovo stimolati tutti e tre i punti; in particolare il 2) e 3) mi sembrano notevoli estensioni su concetti che citavo già fra le righe, mentre l'1) è più simile ad una benvenuta correzione


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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#356 corrigan

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Inviato 20 gennaio 2019 - 13:26

secondo me l'intervento di Life ti sembra miope perché parti da un'impostazione marxista, o meglio ancora precisamente accelerazionista. dove lui vede un corto circuito perché rifiuta quell'intero habitus mentis (e l'analizza con 100 anni di fallimento di socialismo reale alle spalle), tu non vedi alcuna contraddizione. 

detto ciò a me l'accelerazionismo garba per i memes e la vaporwave, ma a prenderlo sul serio mi è sempre parso una lettura del possibile intellettualmente grezza e soprattutto meccanicistica (ammetto però di non non aver direttamente letto Fisher e compagnia, ma solo loro divulgatori, quindi correggimi se sbaglio).

a latere, allo stesso modo in cui legittimamente si possono fare discussioni del tipo di cosa parliamo quando parliamo di capitalismo, forse se ne potrebbero fare di speculari dall'altro lato della barricata: esiste una soglia oltre la quale non ha effettivamente senso "reintrodurre"  la possibilità di una lettura marxista? (domanda non retorica - non riesco ad esporla meglio al momento).*

 

ho l'impressione/paura, vivendo in Cina, che piuttosto che risolvere quei problemi di allocazione che hanno portato il socialismo reale al fallimento e aprire le porte di una nuova utopia, il risultato sarà ben più cupo: digital authoritarianism. 

 

*pour parler: chissà quale sarà l'impatto sulla composizione delle classi sociali non solo dell'automazione e di un mondo post-lavoro, ma anche della bioingegneria e della cibernetica (ed in particolare dell'accesso a esse)? a naso me le immagino molto poco egalitarie.


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#357 bELLE ELLEish

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Inviato 20 gennaio 2019 - 13:44

Non penso di sentirmi a mio agio come accelerazionista, appena di più come marxista (capirai, con Fusaro in giro....). Anche se tu stai dicendo solo che parto da quell'impostazione, quindi posso abbozzare.

Fisher in RC comunque non mi pare accelerare e di tutto il resto e i circoletti ho letto 0, se parliamo di mischioni punk, rave, tecnologie...

Non ho capito davvero la domanda ma non mi sembra retorica, mi sembra però che la risposta sia "sì, e l'abbiamo passata" per i "capitalisti" e "no, questa stessa domanda è eticamente sbagliata" per i marxisti.

Nell'asterisco e nel digital authoritarianism sfondi una porta aperta dietro alla quale sto io coi giocattoli che ti invito a sederti per terra con me, ma certo non qui e ora
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#358 corrigan

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Inviato 20 gennaio 2019 - 14:00


Non ho capito davvero la domanda ma non mi sembra retorica, mi sembra però che la risposta sia "sì, e l'abbiamo passata" per i "capitalisti" e "no, questa stessa domanda è eticamente sbagliata" per i marxisti.

 

mi hai capito, il "perimetro" della mia domanda era questo.


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#359 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 20 gennaio 2019 - 15:45


 

1) solita correzione sulla Cina ©. ci può stare che da qualche parte (anche abbastanza autorevole) abbia letto dei duemila anni di supremazia tecnologica, ma non è affatto così. direi che quel discorso vale per due fasi: l'apogeo Tang (VII-VIII secolo fino alla Rivolta di An Lushan) e soprattutto il periodo che va dalla Dinastia Song meridionale (XII secolo) al XVII secolo - con la causa di questo declino che va retrodatata all'inizio dell'isolazionismo Ming che cominciò tra il XV ed il XVI secolo. mantengo i miei dubbi su un paragone tra l'Impero Romano e la Dinastia Han. 

in particolare tra il XII ed il XIII secolo la Cina si trovò incredibilmente vicina alla soglia di una vera e propria rivoluzione industriale, senza mai oltrepassarla (e su questo problema sono state scritte intere biblioteche, al riguardo ho sempre trovato convincente, ma forse ad esser più precisi elegante ed economica la high-level equilibrium trap di Elvin).

 

Cosa pensi del famoso "ritornello" di Max Weber "nur der Okzident"?

 

P. es.: "I problemi della storia universale si presenteranno, inevitabilmente, al figlio della moderna civiltà europea sotto il seguente punto di vista, del resto giustificabile: «Per quale concatenamento di circostanze è avvenuto che proprio sul suolo occidentale, e qui soltanto, la civiltà si è espressa con manifestazioni, le quali - almeno secondo quanto noi amiamo immaginarci - si sono inserite in uno svolgimento, che ha valore e significato universale?». Solo in Occidente vi è una «scienza» con quello sviluppo che noi oggi riconosciamo «valido»" ecc.

 

Con la conseguente conclusione che soltanto in Occidente si può parlare di scienza (nel senso delle naturwissenschaften del dibattito epistemologico del tempo, in cui Weber si inseriva) e di capitalismo?


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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#360 Trickster017

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Inviato 20 gennaio 2019 - 15:46

ho l'impressione/paura, vivendo in Cina, che piuttosto che risolvere quei problemi di allocazione che hanno portato il socialismo reale al fallimento e aprire le porte di una nuova utopia, il risultato sarà ben più cupo: digital authoritarianism. 

 

E' da qualche anno che ho la stessa paura, estesa però a tutte le società avanzate e non solo alla Cina. Quello che mi sto ripromettendo, analizzando tutto quello che mi capita per le mani, è di rintracciare elementi in tal senso, nella speranza di trovarne di più in senso contrario.


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#361 Garga Charrua

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Inviato 16 settembre 2019 - 12:28

*
POPOLARE

altro che Tarantino, altro che Scorsese, è finalmente uscito il video più atteso dell'anno:

 

 

parte 2: https://www.youtube....h?v=YzeiGYAay_I

 

parte 3: https://www.youtube....h?v=jjJtrdoSMwk

 

 

 

69367047_105233710859396_858206556337366

 

 

:wub:  :wub:  :wub:  :wub:

 

 


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"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#362 guast

    Classic Rocker

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Inviato 16 settembre 2019 - 14:20

Top, lo adoro e tra l'altro ho appena studiato il suo libro su Carlo Magno


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#363 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 22 settembre 2019 - 10:11

ha su i suoi vestiti preferiti asd


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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#364 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 08 gennaio 2020 - 08:18

ragazzi ho trovato l'incredibile

:fear: 


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#365 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 08 gennaio 2020 - 11:11

Codio che entusiasmo.
Ma la fossa ve la siete già scavata?
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#366 Trickster017

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Inviato 28 febbraio 2020 - 16:54

Ieri il padre di una mia amica mi ha raccontato di quando da giovane rimase involontariamente coinvolto nel (tentativo di) golpe Borghese. Devo dire che mi ha fatto impressione sentire una porticina di quegli eventi oscuri raccontati in prima persona.
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#367 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 29 febbraio 2020 - 11:51

Ieri il padre di una mia amica mi ha raccontato di quando da giovane rimase involontariamente coinvolto nel (tentativo di) golpe Borghese. Devo dire che mi ha fatto impressione sentire una porticina di quegli eventi oscuri raccontati in prima persona.


Interessante, è quasi come mettere le mani su materiale classificato.
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#368 Trickster017

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Inviato 29 febbraio 2020 - 12:14

Ieri il padre di una mia amica mi ha raccontato di quando da giovane rimase involontariamente coinvolto nel (tentativo di) golpe Borghese. Devo dire che mi ha fatto impressione sentire una porticina di quegli eventi oscuri raccontati in prima persona.

Interessante, è quasi come mettere le mani su materiale classificato.

Molto meglio.
Ti assicuro che molto materiale classificato non è niente di che. Qualche volta addirittura si classificano dei documenti per impedire alla stampa di venire a conoscenza dell'incompetenza/negligenza/inadeguatezza di alcune persone/reparti/strutture. Sembra strano e troppo comico, ma è così.
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#369 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 01 marzo 2020 - 18:39

Lo sapevo, don't worry ;) .
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#370 corrigan

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Inviato 05 giugno 2020 - 09:28

*
POPOLARE

Sto creando un syllabus per un corso sulla propaganda in Asia Orientale nel ventesimo secolo, il focus e' sul Giappone imperiale ed i regimi comunisti. 

dopo soltanto un anno e mezzo mi hanno approvato il corso, si parte a settembre!


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#371 Kaleir

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Inviato 05 giugno 2020 - 10:20

Grande!
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Ciao, io sono una firma.


#372 Ukrainian Roulette

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Inviato 01 luglio 2020 - 10:38

Riassuntino di quella politica italiana. Recente...

Lo guardino solo quelli dai 19 ai 28 anni ( e lo facciano vedere ai loro genitori e zii ). Per tutti gli altri non c'è speranza.

 


  • -14
<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#373 corrigan

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Inviato 01 luglio 2020 - 12:56

spegni youtube, e apri un libro.


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#374 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 01 luglio 2020 - 17:57

Sapevo che rientravi nella fascia senza speranza....


  • -3
<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#375 bosforo

    ¬`¬`

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Inviato 01 luglio 2020 - 18:17

Quelli dai 19 ai 28 si addormentano entro 0:59, uccisi dalla parlata di quel goblin. Sempre se non siano già stati respinti a fionda dalla musica trance introduttiva da scoppiato stempiato e dai grafici che scorrono (estetica riassumibile con 'papà ha cominciato a farsi di meth' )
  • 1

#376 ArchieFisher

    pacato come il vecchio che ho in avatar da 50 anni

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Inviato 01 luglio 2020 - 19:02

Hai dimenticato la libreria finta fatta (malissimo) con il green screen.


  • 1
Life was never better than
in nineteen sixty-three

Ogni vita ha peso e dimenticanza calcolabili

"What kind of music do you usually have here?"
"Oh, we got both kinds. We got Country, and Western."

#377 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 01 luglio 2020 - 20:19

Quelli dai 19 ai 28 si addormentano entro 0:59, uccisi dalla parlata di quel goblin. Sempre se non siano già stati respinti a fionda dalla musica trance introduttiva da scoppiato stempiato e dai grafici che scorrono (estetica riassumibile con 'papà ha cominciato a farsi di meth' )

 

Avevo già compreso anche te tra quelli che hanno creduto per almeno 5/10 anni al PD.


  • -2
<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#378 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 10 novembre 2020 - 23:37

Vari quesiti mi affliggono:
una volta che l'imperatore Costantino fece del cristianesimo religione dell'impero e successivamente una volta che cadde l'impero romano d'Occidente in che modo il vescovo di Roma divenne poi Papa e quindi punto di riferimento di tutta la cristianità? Non poteva essere Papa il vescovo di Costantinopoli visto che era la nuova Roma? Il Papa già prima dello Stato Pontificio in pratica regnava sulla città di Roma? Come mai Roma pur rientrando nei regni romano barbarici in fin dei conti risultò quasi città intoccabile e non fu capitale del regno longobardo o dell'impero carolingio?
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Caro sig. Bernardus...

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#379 Reynard

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Inviato 11 novembre 2020 - 08:37

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Vari quesiti mi affliggono:
una volta che l'imperatore Costantino fece del cristianesimo religione dell'impero e successivamente una volta che cadde l'impero romano d'Occidente in che modo il vescovo di Roma divenne poi Papa e quindi punto di riferimento di tutta la cristianità? Non poteva essere Papa il vescovo di Costantinopoli visto che era la nuova Roma? Il Papa già prima dello Stato Pontificio in pratica regnava sulla città di Roma? Come mai Roma pur rientrando nei regni romano barbarici in fin dei conti risultò quasi città intoccabile e non fu capitale del regno longobardo o dell'impero carolingio?

E' una storia parecchio lunga e complessa, ti do prima i punti principali e poi espando:

- Il primato papale si è formato nel corso di parecchi secoli, e si può dire sia diventato stabilito e irreversibile solo dopo l'anno Mille.

- Il patriarcato di Costantinopoli ha sì contestato il primato papale, e nei fatti ha acquisito il primato in tutta l'Europa orientale. Il distacco della chiesa d'oriente da quella d'occidente (1054) è uno dei fattori per cui il papa ha raggiunto il primato in occidente.

 

 

E ora la versione lunga:

All'epoca di Costantino, le autorità più prestigiose della chiesa erano i cinque patriarcati apostolici: Roma, Gerusalemme, Antiochia, Alessandria, a cui poi si è aggiunta appunto Costantinopoli. Già da questo elenco si nota che Roma era l'unico patriarcato in Occidente: quindi quando c'è stata la separazione tra impero occidentale e impero orientale, Roma non ha avuto rivali nel suo ambito, mentre Costantinopoli ne aveva tre.

I patriarchi, in ogni caso, avevano una preminenza di prestigio e importanza ma non un vero e proprio controllo gerarchico sulla Chiesa. Nonostante che quello di Roma e quello di Costantinopoli rivendicassero a sé il primo posto, in realtà l'autorità di ognuno di quei patriarchi dipendeva dal prestigio e dalle capacità di chi occupava la carica in quel momento. Ad esempio un papa come Leone I (440-461) era ascoltato da tutta la Chiesa perché personaggio di notevole caratura, non perché ci fosse un obbligo legale. La coordinazione della Chiesa all'epoca la fornivano soprattutto i concili.

La caduta dell'impero d'occidente non ha cambiato granché le cose, da questo punto di vista, perché i re germanici hanno interferito assai poco con la struttura della Chiesa. L'Italia, come ricorderai, dopo esser stata dominata dagli Ostrogoti è stata riconquistata dall'imperatore d'oriente Giustiniano (535-553); dopo pochi anni è stata invasa dai Longobardi, ma i bizantini hanno mantenuto il controllo di alcune zone tra cui Roma (ecco perché non è mai stata capitale del regno longobardo: non l'hanno mai conquistata).

A quell'epoca il papa ha cominciato ad assumere il potere politico a Roma, più che altro per necessità: col crollo completo del sistema burocratico romano, un po' in tutta Europa occidentale l'amministrazione di quel che rimaneva delle città è finita nelle mani dei vescovi, e in Italia la cosa è stata anche formalizzata da Giustiniano (Prammatica sanzione del 554). In teoria Roma era  un territorio dell'impero d'oriente governato dal governatore bizantino di Ravenna (l'esarca), in pratica era abbastanza abbandonata a se stesa perché l'impero bizantino aveva altri problemi.

Il principale tra questi (VII secolo) era l'invasione araba. Dal punto di vista religioso, questo evento ha avuto la conseguenza di mettere fuori gioco i patriarchi di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme: esistevano ancora (esistono tuttora), ma si trovavano ormai in territorio musulmano e dipendevano quindi dall'autorità del califfo. Roma e Costantinopoli rimangono le uniche autorità a cui i cristiani d'Europa possono far riferimento.

La storia del periodo tra VI e VIII secolo è segnata quindi dal fatto che i due patriarcati sono sottoposti entrambi all'imperatore bizantino: quello di Costantinopoli sotto stretto controllo, quello di Roma in una periferia lontana che l'imperatore controlla a fatica. Questo a lungo termine è stato un fattore di vantaggio per il papa, l'avere uno spazio di manovra un po' più libero per la lontananza del potere. A Costantinopoli il controllo statale sulla chiesa è stata molto più stretto. In ogni caso, all'epoca stava crescendo una rivalità tra Chiesa orientale e Chiesa occidentale, dovuta a motivi organizzativi (appunto a chi spettasse il primato) ma anche teologici. In generale all'epoca c'era ben poca centralizzazione nella Chiesa e ogni le differenze regionali erano marcate, ma in particolare tra Europa occidentale e impero bizantino le differenze religiose si stavano facendo sempre più marcate, sfociando in una vera e propria crisi con l'eresia iconoclasta (726). In pratica, l'imperatore bizantino ha imposto una certa scelta religiosa e buona parte della Chiesa, compresa l'intera Chiesa occidentale, non l'ha accettata. Dopo un secolo la crisi è rientrata ma è ormai diventato chiaro che Chiesa occidentale e Chiesa orientale erano due corpi estranei.

Che ruolo aveva il papa in occidente, nel frattempo? In generale molto scarso: la disunione dell'Europa, le difficoltà di comunicazione, la mancanza di organizzazione facevano sì che ogni chiesa locale si gestisse alla bene e meglio da sola (e di solito più male che bene). I papi stessi avevano fin troppi grattacapi con i Longobardi (che tentavano di continuo di prendere Roma) e con l'imperatore bizantino, che cercava sempre di esercitare il suo potere e a volte ci riusciva (un papa è stato arrestato, deportato a Costantinopoli e processato). La possibilità di esercitare una certa autorità dipendeva più che altro dal prestigio e dall'attivismo dei singoli papi; tra questi il più notevole è stato Gregorio I Magno (590-604), che ha ad esempio favorito la conversione degli Anglosassoni. Non esisteva però nessun quadro legale né una burocrazia che controllasse la Chiesa per suo conto.

Nell'VIII secolo, mentre tra Roma e Costantinopoli si era ormai ai ferrii corti per la questione iconoclasta, Carlomagno conquistava gran parte dell'Europa tra cui il regno longobardo; e ha donato al papa il nucleo di quello che poi è diventato lo Stato della Chiesa. L'elezione a imperatore è tutt'oggi discussa se sia una iniziativa partita dalla corte imperiale, dal papa o da entrambi. Di certo ha avuto la conseguenza di peggiorare ulteriormente le relazioni tra Roma e Costantinopoli. Non solo perché l'imperatore bizantino non riconosceva la legittimità del titolo di Carlomagno, ma anche perché ora il papa aveva un'altra autorità politica suprema che lo proteggesse e che lo aiutasse a dare forma alla Chiesa. E difatti si ha all'epoca una intensa attività per uniformare la Chiesa, attività in gran parte promossa dall'imperatore e realizzata dai monaci e studiosi della sua corte, ma a cui il papa ha dato il suo avallo. E così facendo ha ristabilito un po' il suo ruolo.

In quest'epoca (siamo nel IX secolo) alcuni papi cominciarono seriamente ad avanzare pretese di superiorità sulla Chiesa, non solo come vaga superiorità di prestigio ma come vero e proprio potere di comando. Fra le altre cose, vennero prodotti dei falsi documenti che sostenevano la supremazia papale e gli attribuivano prerogative che non aveva mai esercitato: sono la Donazione di Costantino, un falso attribuito al suddetto imperatore che avrebbe donato al Papa la città di Roma e la parte occidentale dell'Impero, e le Decretali pseudo-isidoriane, una raccolta di false decretali attribuite ai papi del IV-V secolo che rivendicavano una serie di poteri papali come quello di giudicare in ultima istanza i vescovi. Per il momento queste rivendicazioni non hanno avuto conseguenze, perché i papi mancavano dei mezzi per poterle mettere in pratica, ed inoltre una nuova serie di invasioni (saraceni, ungari, normanni) verranno a disgregare di nuovo il tessuto politico d'Europa.

Nel frattempo non era cessata la competizione con Costantinopoli; questa volta la posta in gioco era la conversione dei popoli slavi nell'Europa orientale. Ognuno dei due patriarchi mandava proprie missioni che cercavano di introdurre in un certo paese il proprio rito (rito greco e rito latino erano alquanto diversi) e soprattutto l'obbedienza alla rispettiva sede. Alla fine dei conti, polacchi e cechi si sono convertiti al cristianesimo romano, mentre russi, bulgari e serbi a quello greco. Ciò vuol dire che questi ultimi tre popoli guardavano al patriarca di Costantinopoli, e non a quello di Roma, come loro punto di riferimento. Il patriarca di Costantinopoli non era mai stato tanto considerato dai popoli occidentali, ora c'era una grossa fetta di Europa orientale che non teneva in considerazione il papa. Anche se in teoria la Chiesa rimaneva unita, nei fatti si erano formati due mondi cristiani separati.

Il X secolo è stato il secolo peggiore per i papi. Crollato l'impero carolingio, in piena anarchia la gran parte dei regni d'Europa, il papato cadde sotto il controllo delle famiglie nobili romane che se lo contendevano all'interno di lotte di potere strettamente locali. Troviamo in questo periodo alcuni dei papi più indegni della storia, e ovviamente il loro ruolo religioso era quasi annullato. Nel frattempo dal basso era iniziato un movimento di riforma della vita religiosa, che presto ha trovato i suoi sostenitori negli imperatori (tedeschi) del rinato Sacro Romano Impero. Sono stati loro a intervenire in una Roma ormai fuori controllo e a imporre come papi delle figure di vescovi prestigiosi e religiosamente impeccabili (siamo attorno al 1050). Ben presto però il movimento di riforma si è insediato ai vertici stessi della Chiesa: venne riformato innanzitutto il meccanismo di elezione papale, delegato al collegio dei cardinali. Il che vuol dire anche che si è formata (finalmente) una struttura organizzativa di vertice in grado di guidare la Chiesa senza dipendere necessariamente dal prestigio personale del singolo papa. E i cardinali cominciarono a eleggere papi di notevoli capacità e nettamente riformatori, come Gregorio VII (1073-1085) che non solo volevano riformare la Chiesa in spirito più cristiano, non solo cercavano di rendere il clero indipendente dal controllo del potere politico, ma avevano anche tutta l'intenzione di applicare fino in fondo quelle pretese di supremazia e controllo da parte di Roma che prima erano rimaste solo rivendicazioni velleitarie.

Ne è sorta una lotta con gli imperatori, la famosa lotta per le investiture, che si trascinò a lungo ma vide alla fine il papa come sostanziale vincitore. Alla fine del XII secolo il papa aveva un'incontrastata superiorità morale su tutte le altre autorità d'Occidente, una organizzazione burocratica centrale che permettesse di mettere in pratica le dichiarazioni di principio, aveva messo sotto controllo i vescovi (e non era stato facile, perché molti resistettero a un controllo centralizzato) e quindi poteva trasmettere comandi a livello locale, aveva una sua giurisprudenza e suoi tribunali. Nel frattempo si era consumato definitivamente il distacco dalla Chiesa d'Oriente (1054), quindi non aveva più neanche un'autorità di pari prestigio che la sfidasse. E' a quel punto che si può dire che il vescovo di Roma è ormai diventato, a tutti gli effetti, il papa.


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#380 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 11 novembre 2020 - 11:42

Wow, grazie Rey
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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#381 ucca

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Inviato 17 novembre 2020 - 09:43

https://www.repubbli...ende-274186894/

 

sorprendente. Chissà cosa si scriveva 50 anni fa al riguardo. 

 

Adesso è chiaro il ruolo degli Stati Uniti nel golpe di Pinochet in Cile. Non si tratta più di ipotesi, di tesi probabili sorrette da una convinzione dominante durante e dopo i 17 anni della più feroce dittatura militare del secolo scorso. È scritto nero su bianco. Lo confermano migliaia di documenti, trascrizioni, appunti, brogliacci, indicazioni, suggerimenti che fanno parte del file "Politica sul Cile".

Cinquant'anni dopo l'elezione a presidente di Salvador Allende (5 novembre 1970) la Nsa, la madre di tutte le agenzie di intelligence statunitensi, li ha desecretati e messi a disposizione del pubblico. Raccontano come, chi e in quali tempi attivò una fine strategia che non esponesse gli Usa a una condanna internazionale per un'interferenza considerata grave, visto che Allende era stato eletto in una libera e democratica elezione, ma agisse assediando in tanti modi il primo governo marxista in America Latina. Golpe in testa. Quegli scritti sono anche la testimonianza diretta di un intervento, una scelta politica e strategica decisiva per il successo di Augusto Pinochet.

 


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#382 Wattimo Fuggente

    chi semina vento raccoglie scureggia

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Inviato 17 novembre 2020 - 12:27

 

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sorprendente. Chissà cosa si scriveva 50 anni fa al riguardo. 

non ho idea di cosa si scrivesse, ma a Kissinger si dava il nobel per la pace


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#383 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 17 novembre 2020 - 12:45

 

https://www.repubbli...ende-274186894/
 
sorprendente. Chissà cosa si scriveva 50 anni fa al riguardo.

non ho idea di cosa si scrivesse, ma a Kissinger si dava il nobel per la pace

 

 
Credo fosse ironico ucca, la storia che in qualche misura ci fosse la CIA (e quindi, de relato, fossero invischiti anche Tricky Dick & Kissy) dietro il colpo di stato di Pinochet è sempre andata per la maggiore in certi ambienti, solo che ora ci sono le prove e la si può declamare senza essere bollati come complottisti, ma insomma era il segreto di Pulcinella.
Colgo l'occasione per dire che comunque: complottisti di una volta > complottisti di oggi.


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#384 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 17 novembre 2020 - 13:02

Eh sì, non ci sono più i complosinistrelli di una volta, quelli che vedevano la CIA responsabile anche per il furto nel minimarket sotto casa
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#385 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 17 novembre 2020 - 13:05

Non credo proprio che sostenere che dietro il golpe ci fosse la CIA avrebbe implicato l'essere messi a dito come complottisti. È stato anzi un credo talmente diffuso, già all'indomani della presa di potere da parte di Pinochet, con mezze conferme e mezze prove, che probabilmente i contrari son sempre stati una minoranza.

Non è perché ci sono i complottisti che i complotti non esistano.
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L'amour physique
Est sans issue

#386 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 17 novembre 2020 - 13:27

Eh sì, non ci sono più i complosinistrelli di una volta, quelli che vedevano la CIA responsabile anche per il furto nel minimarket sotto casa

 

Sì, hai in parte ragione, ma almeno - oltre al fatto che a sparare a zero sulla CIA negli anni della guerra fredda si correva il rischio di azzeccarci ogni tanto, a differenza di quanto avviene con le scie chimiche et similia odierne - una volta non c'erano i social media, mettiamola così.


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#387 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 17 novembre 2020 - 13:45

l'ossessione per la CIA almeno portava a fare bei pezzi:

 

 

Non sta accadendo la stessa cosa con vaccini e scie chimiche.


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"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#388 ucca

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Inviato 17 novembre 2020 - 14:09

 

 

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sorprendente. Chissà cosa si scriveva 50 anni fa al riguardo.

non ho idea di cosa si scrivesse, ma a Kissinger si dava il nobel per la pace

 

 
Credo fosse ironico ucca, la storia che in qualche misura ci fosse la CIA (e quindi, de relato, fossero invischiti anche Tricky Dick & Kissy) dietro il colpo di stato di Pinochet è sempre andata per la maggiore in certi ambienti, solo che ora ci sono le prove e la si può declamare senza essere bollati come complottisti, ma insomma era il segreto di Pulcinella.
Colgo l'occasione per dire che comunque: complottisti di una volta > complottisti di oggi.

 

 

Quello che distingue i complotti di allora da quelli di oggi è la mancanza o comunque la fumosità del movente*. Per esempio, il Covid è finalizzato a controllarci tutti**. Bene, e sticazzi? Cioè il modello attuale non è in discussione. Non si capisce a che pro controllarci ulteriormente quando già c'è una profilazione della madonna per cui ogni volta che apri google ti suggerisce cosa comprare, apri amazon i consiglia cosa vedere, e cosi youtube etc. Ma no, serve il 5G, che permette di sapere se vai a far pisciare il cane vicino casa o al parco (o magari per controllare i tuoi parametri vitali, cosi arriva l'ambulanza senza nemmeno chiamarla). Se penso ai "complotti" di una volta, dal 11 settembre fino ai programmi di controllo mentale (mk ultra) oltre ad essere davvero sconvolgenti, erano fottutamente concreti. Tecniche di guerra, invasione di altri paesi, non oso immaginare cosa si diceva negli anni 60 a chi accusava la CIA di prendere prostitute e senza tetto per somministrargli l'LSD e vedere che succedeva. 

 

 

 

*EDIT: **non solo!

L'obiettivo di queste classi politiche è enfatizzare a dismisura il virus per distruggere quel che resta della piccola e media impresa, del terziario autonomo, degli spazi di formazione, socialità e cultura "fisici", e sostituirli con consumi, intrattenimento, didattica, socialità integralmente digitalizzati, completamente inglobati dalle grandi corporations hi tech globali.
La narrazione terroristica del Covid e i lockdown sono lo strumento per rimpiazzare del tutto la socializzazione con i social, le comunità di scuola e università con la didattica su piattaforma, l'amore e il sesso con il dating virtuale, i ristoranti e i bar con il food delivery, i cinema e i teatri con Netflix, lo shopping con Amazon, i concerti con le dirette a distanza, lo sport con il "workout" casalingo gestito da app, il lavoro con sussidi statali di semi-indigenza, il culto religioso comunitario con una spiritualità solitaria senza nessun rilievo sociale. E, soprattutto, per eliminare ogni forma di associazione culturale, circolo, movimento civico e politico libero, non controllabile, trasformando la società civile in una pluralità di individui isolati che si limitano ad essere followers dei leader politici, in un quotidiano reality show, "profilati" e sottoposti al continuo martellamento delle news unanimi di regime selezionate per loro dai social media depurandole di quelle che loro chiamano fake news, cioè di ogni fonte che non sia approvata dal complesso politico-mediatico mainstream.
L'accelerazione di questa trasformazione permetterebbe, per le élites europee, la saldatura tra il mega-tecno-capitalismo d'oltreoceano, lo statalismo burocratico Ue a economia sussidiata e il modello di mercato autoritario cinese.
Eugenio Capozzi.

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#389 Filippo

    Classic Rocker

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Inviato 17 novembre 2020 - 17:22

 

 

 

Cinquant'anni dopo l'elezione a presidente di Salvador Allende (5 novembre 1970) la Nsa, la madre di tutte le agenzie di intelligence statunitensi, li ha desecretati e messi a disposizione del pubblico. Raccontano come, chi e in quali tempi attivò una fine strategia che non esponesse gli Usa a una condanna internazionale per un'interferenza considerata grave, visto che Allende era stato eletto in una libera e democratica elezione, ma agisse assediando in tanti modi il primo governo marxista in America Latina. Golpe in testa. Quegli scritti sono anche la testimonianza diretta di un intervento, una scelta politica e strategica decisiva per il successo di Augusto Pinochet.

 

 

La cosa che mi ha sempre perplesso del golpe in Cile è il fatto che, a ben vedere, il governo di Allende non era assolutamente comunista/marxista, tutt'al più socialista, non faceva scappare gli investitori; il paese stesso per dimensione e posizione geografica non rappresentava certo una minaccia per la politica estera americana. Inoltre, la congiuntura economica sfavorevole non era più grave di centinaia di altre che sono avvenute nella storia non solo dei paesi latino-americani ma anche di quelli occidentali.

Le motivazioni alla base di quello che si permise che avvenisse non stanno granché in piedi, al di là di un livello di paranoia politico-strategica da parte di Nixon e Kissinger da insani di mente.


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#390 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 17 novembre 2020 - 17:24

 

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sorprendente. Chissà cosa si scriveva 50 anni fa al riguardo. 

 

Adesso è chiaro il ruolo degli Stati Uniti nel golpe di Pinochet in Venezuela

 

 


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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#391 ucca

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Inviato 17 novembre 2020 - 20:00

Cinquant'anni dopo l'elezione a presidente di Salvador Allende (5 novembre 1970) la Nsa, la madre di tutte le agenzie di intelligence statunitensi, li ha desecretati e messi a disposizione del pubblico. Raccontano come, chi e in quali tempi attivò una fine strategia che non esponesse gli Usa a una condanna internazionale per un'interferenza considerata grave, visto che Allende era stato eletto in una libera e democratica elezione, ma agisse assediando in tanti modi il primo governo marxista in America Latina. Golpe in testa. Quegli scritti sono anche la testimonianza diretta di un intervento, una scelta politica e strategica decisiva per il successo di Augusto Pinochet.

 
La cosa che mi ha sempre perplesso del golpe in Cile è il fatto che, a ben vedere, il governo di Allende non era assolutamente comunista/marxista, tutt'al più socialista, non faceva scappare gli investitori; il paese stesso per dimensione e posizione geografica non rappresentava certo una minaccia per la politica estera americana. Inoltre, la congiuntura economica sfavorevole non era più grave di centinaia di altre che sono avvenute nella storia non solo dei paesi latino-americani ma anche di quelli occidentali.
Le motivazioni alla base di quello che si permise che avvenisse non stanno granché in piedi, al di là di un livello di paranoia politico-strategica da parte di Nixon e Kissinger da insani di mente.

C'è scritto, il rischio era un effetto domino.
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#392 Wattimo Fuggente

    chi semina vento raccoglie scureggia

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Inviato 18 novembre 2020 - 06:27

 

 

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sorprendente. Chissà cosa si scriveva 50 anni fa al riguardo.

non ho idea di cosa si scrivesse, ma a Kissinger si dava il nobel per la pace

 

 
Credo fosse ironico ucca

ed anche il comitato, evidentemente


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#393 bosforo

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Inviato 05 dicembre 2020 - 11:03

C'entra una sega ma che libro di relazioni internazionali consigliereste per un neofita? Niente di accademico o con gergo, parlo proprio di roba terra terra comprensibile anche a chi di Storia sa una sega.

Qualcosa di simile a Prisoners of Geography di Tim Marshall ma più per le relazioni internazionali che sulla geografia politoco-militare
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#394 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 05 dicembre 2020 - 12:54

Quando ero all'università all'esame di relaz internaz prima di passare alle domande vere e proprie il prof chiedeva qualcosa da questo manualone: peter calvocoressi - world politics since 1945 che però se non sbaglio si ferma al 2000
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#395 bosforo

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Inviato 05 dicembre 2020 - 13:36

asd ecco, cerco l'opposto.

In pratica è per un giovane che vuole iscriversi all'uni e perseguire una carriera diplomatica
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#396 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 05 dicembre 2020 - 13:41

Mah, è un mattone ma la ricordo come una delle letture più divertenti di quegli anni persi.
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#397 corrigan

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Inviato 28 dicembre 2020 - 17:45

scusate il ritardo ho avuto da fare. da un mio status:

 

io: medievalisti del forum, dove vi posizionate nel dibattito sulla etnogenesi in Europa?

 

Reynard: Visto che parla di medievalisti, si riferisce al dibattito sulle origini delle popolazioni 'barbariche' che hanno fondato i regni postromani. E' un dibattito molto interessante, che non andrebbe fatto morire sugli status: Corrigan, please, sposta la domanda nel topic acconcio.

 

Captain: Posso giusto dire che io sono "pro" etnogenesi e che per esempio parlando del VIII secolo in Italia parlerei agilmente di longobardi e riterrei pressoché inutile stare a distinguere tra romani longobardizzati e longobardi tout court, anche perché nella coscienza stessa dei longobardi questa distinzione era con tutta probabilità scomparsa. Però lo spazio di questa sezione commenti è davvero troppo angusto per parlare di storia.

 

Magali Coumert in "Transformation and Identity: Barbarians and Romans in the Merovingian Realm" dall'Oxford Handbook of the Merovingian World:

...a new way of thinking about the formation of barbarian groups and identities has developed on the basis of “ethnogenesis” theory. Such reflections on ethnicity derive from the groundwork laid by Reinhard Wenskus (1961). This approach moves away from the projection of ethnic identities and anachronisms onto a period that has been actively exploited since the Renaissance as the origin of, and justification for, the construction of various European states (Wood 2013). It accepts that, although objective factors such as genetic ancestry, matrimonial alliances, languages, and religion need to be considered, the determining factor of ethnic belonging is ultimately subjective, that is, its members’ sense of belonging. So, how and why did someone come to feel like a Frank or a Goth in the fifth century? Wenskus first tries to construct an alternative to the racial understanding developed over centuries and particularly exalted by the Nazis.

In opposition to the representation of Romans and Germans as closed genetic groups with specific traditions, which developed separately from their environment over centuries, he instead proposes a new interpretation of the sources and archaeological findings based on the perpetual remaking of an ethnic group as the product of circumstance. A small group of leaders, upholding core ethnic traditions, the “Traditionskern,” were surrounded by individuals who identified as members of the ethnic group and accepted its traditions. The number of these individuals rose and fell over time, for example, depending on cumulative victories or defeats. This major shift in research orientation met with some reluctance (Heather 2008).

Was this image of flexible and open barbarian identities, subsidized by European funds, simply intended as an effort to support the contemporary politics of the European Union by camouflaging the reality of the fall of the Roman Empire and the catastrophic consequences for its inhabitants (Ward-Perkins 2006)? Moreover, even when referring to ethnogenesis theory, revised accounts of the period have maintained many facets of the older interpretations, which some researchers have critiqued.
Ethnogenesis theory, for instance, did not challenge concepts of migration and orally transmitted ancient ethnic traditions. Instead, these core ethnic traditions were limited to a small, decisive group that upheld and maintained them and tended not to leave any archaeological traces (Gillett 2002a; Goffart 2006). Moreover, ethnogenesis theories still gave a determining role to the barbarians and contributing factors outside of the empire, without taking into account the internal transformation of the Roman world during Late Antiquity (Halsall 2007a). Ethnogenesis theory also attributed a determining role to ethnic identities within the political maneuvering of the fifth and sixth centuries.

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#398 Reynard

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Inviato 28 dicembre 2020 - 19:33

Grazie Corrigan, sia per aver trasferito qui la discussione, sia per la citazione che riassume molto bene e contiene riferimenti che non conoscevo.

 

La concezione di etnogenesi di Wenskus e della Scuola di Vienna ormai credo che abbiano penetrato anche la cultura comune, quanto meno il settore della divulgazione. I popoli belli netti che si muovevano in massa e che ricordo ancora dai libri di scuola delle medie sono spariti persino dalla manualistica scolastica. E non per niente quella concezione adesso viene sottoposta a discussione. asd

Purtroppo sull'argomento non ne so molto di più di quello che ha riportato Corrigan; ci sono critiche che mettono in dubbio per così dire l'ideologia implicita nei lavori di Wenskus, come quella di Ward-Perkins citato qua sopra (che a me francamente sembra un po' tirata per i capelli, ma tant'è...), ma anche quelle per cui l'idea di una "Traditionskern" trasmessa da piccoli gruppi tradisca una ideologia elitaria (critica ad esempio di Goffart). C'è da dire però che anche molti seguaci di Wenskus hanno abbandonato questa idea e ritengono che la trasmissione delle tradizioni sia faccenda più aperta, veicolata da gruppi diversi.

Trovo interessante, ma purtroppo non l'ho approfondita, la proposta di Walter Pohl secondo cui il crogiolo in cui si sono formate le identità etniche è stato proprio l'esercito romano, dove i germani combattevano come federati (ma ancora non ho letto il suo libro, quindi non so dare una valutazione). Naturalmente immagino che una simile ipotesi si sposi più con l'idea di una fine dell'impero romano come trasformazione dovuta a fattori soprattutto endogeni, più che a una fine violenta dovuta principalmente a cause esogene.

 

Nel dibattito non mi situo perché ne dovrei sapere di più. Però ci sono un paio di domande che mi sembrano cruciali. Una l'ho trovata in un libro letto di recente: e cioè come spiegare la differente sorte di raggruppamenti di soldati 'barbarici' che si sono dissolti alla morte dei loro capi (come Odoacre) ed altri che hanno continuato a mostrare una loro coesione, anche di fronte alle difficoltà (come gli Ostrogoti: un raggruppamento di soldati ex-federati tenuti insieme dalle tradizioni di una ristretta elite avrebbe affrontato una prova così dura come le guerre greco-gotiche?).

La seconda domanda è mia, ma è talmente di buon senso che sicuramente qualche storico avrà già risposto: non è che questo sottolineare il senso di appartenenza, soggettivo, tende a dimenticare che nella società dell'epoca l'individuo raramente si presentava fuori da certi raggruppamenti, famiglia, clan o altre forme di relazione? Insomma, chi erano i soggetti di questa identificazione etnica, gli individui o gruppi più ampi di cui facevano parte?


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

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Inviato 29 dicembre 2020 - 03:55

Grazie Reynard. Dico la mia, non in quanto "esperto" o perfino "lettore informato" del periodo poiché purtroppo sono abbastanza ignorante sulla storia classica e medievale europea, ma come persona che ha ricevuto un'educazione professionale da storico (anche se non mi considero tale - per quello che può valere, mi reputo uno specialista d'area, in termini non-pc un orientalista che si occupa di relazioni internazionali) e che, insegnando storia del mondo moderno, comincia ad avere una certa dimestichezza con il modo in cui questo tipo di macro-quesiti viene studiato dagli storici professionisti.

In sostanza, l'etnogenesi mi appare come la tipica teoria sofisticata e against the grain che prende progressivamente piede, si afferma e poi arriva alla divulgazione e nel campo della educazione pubblica soprattutto perché coerente con sviluppi più ampi all'interno della disciplina e perché più in linea con il "sentire" politico-culturale delle elites che si occupano della costruzione di questi progetti.

Da questo punto di vista mi viene spontaneo fare un parallelo con la "grande divergenza" di Pomeranz/Scuola Californiana che, come l'etnogenesi, è finita per affermarsi anche nei manuali. Un'altra teoria sofisticata e revisionista, che ha il vantaggio di dare una spiegazione globale e non-eurocentrica di uno dei due-tre processi più importanti della storia dell'umanità, e che ha avuto anche il merito di reindirizzare l'attenzione sul ruolo della schiavitù atlantica nella genesi del capitalismo industriale. Peccato poi che le premesse e molti dei dati statistici sulla quale si basa l'intera teoria siano errate asd.

Ora, nel caso della grande divergenza e più in generale nella questione dell'origine della rivoluzione industriale, uno dei problemi principali è quali fonti selezionare e da quale prospettiva analizzarle. Nel caso dell'etnogenesi dei popoli europei, il problema di fondo mi sembra chiaramente quello dell'assenza di / preponderanza di un certo tipo di fonti (paradossalmente questo rende il settore più "avvincente" per lo specialista, chiedere a chiunque studi la Corea del Nord ad esempio).

E direi che qui possiamo tornare al punto (in realtà abbastanza sottinteso) del mio status iniziale: data la complessità della questione e l'impossibilità/incapacità di analizzare non solo le fonti ma perfino la scholarship più in dettaglio, tali teorie diventano soprattutto test di Rorschach per istruttori e/o lettori informati. Provo a spiegarmi meglio: il mio "sentire politico" che, almeno su certe questioni è abbastanza "conservatore", mi fa drizzare le antenne. Per altri, questa teoria invece è immediatamente accettabile e coerente con la propria visione del mondo. Sia chiaro che non condanno ciò, poiché mi sembra uno sviluppo ovvio e naturale, ma da istruttore è una questione sulla quale mi capita spesso di riflettere. Mi piace pensare di avere l'elasticità mentale necessaria per accettare questa teoria anche se contraria al mio "sentire" - a fronte di studi convincenti - ma sono consapevole che non è affatto facile. Paradossalmente quando si studia e si conosce bene un argomento, quando si "maneggia" la disciplina, diventa anche piu facile crearsi gli smokescreens adatti per continuare a pensarla in maniera coerente con la propria visione del mondo.

Nei miei corsi solitamente dico una cosa del tipo: guardate ragazzi questa è la posizione mainstream sull'argomento x, ci sono tuttavia studiosi che non la pensano così per questi motivi, personalmente mi sento più vicino ad essi, ma cercate di non farvi influenzare troppo da come la penso quando scrivete i vostri saggi. La questione è diversa quando ho la percezione che ci sia qualcosa di vicino ad un consenso accademico su un argomento, in quel caso, almeno a livello undergraduate/triennale, reputo che sia meglio attenersi ad esso. Non saprei come orientarmi tuttavia se dovessi insegnare alle superiori. 


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Inviato 29 dicembre 2020 - 08:48

Penso la cosa più importante sia non essere mai intransigenti, ammettere l'esistenza di eccezioni e possibili obiezioni alla teoria che si preferisce, anche dovesse essere l'unica considerata ormai ammissibile, e trasmettere questa apertura anche agli studenti a cui si fa lezione. 

 

Per esempio, se ho abbastanza prove (sto inventando eh, per farmi capire) che:

 

a) non c'è ragione di credere che alle soglie dell'ottavo secoli visigoti e romani fossero due popoli distinti socialmente, culturalmente, giuridicamente nei territori del regno visigoto

b) la historia visigothorum di turno scritta da tizio caio denota una concezione unitaria del popolo visigoto 

c) la cultura materiale, per quello che ne sanno gli archeologi, non mostra sensibili oscillazioni tra "reperti di una romanità sospettosa" e "reperti più visigoti degli altri"

 

Posso abbastanza facilmente stare dalla parte dell'etnogenesi, ma questo non vuol dire rimanere insensibili a qualsiasi obiezione o insabbiare qualsiasi nuova fonte problematica. Vero è, che se l'unica obiezione disponibile è quella genetica, allora lì c'è proprio poco su cui lavorare.

 

Capisco la preoccupazione di corrigan sui risvolti ideologici, ma spero sempre che gli studiosi che hanno a cuore la loro specialità si fermino prima del punto di non ritorno, ovviamente se sono di (certa) cultura angloamericana questa speranza potrebbe rivelarsi vana, ma questo è tutto un altro problema.


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