Inviato 19 maggio 2010 - 15:22
Riesumo dalle catacombe questo thread perchè ieri sera ho finalmente visto il controverso (ma in effetti quasi subito dimenticato) The Brown Bunny, il film famoso per il pompino della divina Chloe Sevigny.
La cosa più plausibilmente "oggettiva" che mi sento dire, è che si tratta di un film la cui visione viene fortemente influenza dallo stato di predisposizione e dall'umore del momento. E' davvero il minimo che si possa dire di un film così particolare e così strapieno di difetti, se analizzato con strumenti classici. Resta da capire quanto valga la pena arrovellarsi in masturbazioni (o magari fellatio) critiche oppure no.
Diciamo che chi trova insopportabilmente narcisista Gallo (difetto riscontrabile già in Buffalo 66 e persino in certi film in cui è solo attore, vedi il bellissimo Fratelli/The Funeral di Ferrara) deve assolutamente astenersi dalla visione, perchè il minimo che gli potrà causare saranno orticarie e bestemmie.
Agli altri, e in particolare agli amanti di Monte Hellman e del Gus Van Sant primi anno 00, si può consigliare l'approccio al film. Che è di un intimismo che può sfociare nel fastidioso, un'assenza di parole, dette peraltro sempre sottovoce, addirittura eccessiva (per caratterizzare le tre donne che Gallo incontra lungo la strada sarebbe servita qualche battuta in più), per circa un'ora non succede praticamente nulla. Eppure a me la sofferenza del personaggio è parsa reale, il guaio è che questo continuo piagnucolare e autocomiserarsi senza spiegazioni (si capisce però che alla fine la spiegazione arriverà) è testo davvero all'eccesso.
Lo stile registico è volutamente "sbagliato" e povero. E' chiaramente una scelta, che ha anche i suoi risultati ma che pure probabilmente alla lunga non paga del tutto (resta comunque una peculiarità del film). Poi c'è il finale, una ventina di minuti secondo me ottimi, tanto per sviluppo/rivelazione della trama quanto per recitazione, soprattutto della Sevigny. E sì, è qui che c'è la famigerata pompa, sulla quale posso convenire che si potesse fare a meno di mostrare l'attrezzo di Gallo, ma una certa insistenza sulla scena mi pare funzionale al significato della sequenza, che è poi tutto uno squarcio sulla psicologia del protagonista, ribaltata dalle rivelazioni finali.
In definitiva, è facile comprendere le ragioni di chi critica questo film aspramente, e soprattutto è difficile controbatterle, però l'affossamento quasi unanime della pellicola (pare che a parte qualche critico francese sia stato un coro di fischi) lo trovo eccessivo. Ed è comunque un film che qualcosa mi ha lasciato.
non volendo mi hai ispirato 8) e se hai visto il film forse capirai anche perchè).
, come fai a definirlo ombelicale senza ragione ? 
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