Vai al contenuto


* * * * * 1 Voti

[Usa] Primarie Repubblicane ed Elezioni Presidenziali 2012


  • Please log in to reply
406 replies to this topic

#1 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 01 gennaio 2012 - 18:02

Come tutti sapranno, quest'anno negli USA partirà la nuova corsa alla Casa Bianca. L'uomo da battere è ovviamente l'attuale Presidente degli Stati Uniti, il democratico Barack Obama. I repubblicani iniziano le loro primarie all'interno del partito ora in gennaio. Il candidato favorito è Mitt Romney. In questo articolo de Il Foglio viene spiegato a grandi linee chi è.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/11751

L'uomo di latta
E’ preparato, impeccabile e pieno di soldi. Però gli manca il cuore. Mitt Romney, il candidato da battere alle primarie repubblicane che iniziano a gennaio


Immagine inserita




A chiamarlo fiabescamente “l’uomo di latta” è stato il terragno magnate Jack Connors, noto anche come “l’ultimo re di Boston”. “Non c’è dubbio che abbia creatività imprenditoriale, bell’aspetto e notevoli doti di leadership”, ha esordito una volta con l’intento di addolcire una pessima conclusione: “Ma non ha cuore, come l’uomo di latta”. Come il personaggio di Frank Baum, anche Mitt Romney è alla disperata ricerca di un cuore di carne che riscatti le sembianze troppo meccaniche, l’umorismo incomprensibile, la cravatta preannodata, il ciuffo impossibile da spettinare. Romney non uscirebbe da un’analisi fisiognomica con un surplus di autostima. L’insieme dei caratteri che esibisce pubblicamente, dai lineamenti al portamento fino a quel sorrisetto che indossa quando altri argomentano contro di lui, restituisce sensazioni identiche a quelle che Connors ha elaborato dopo decenni di frequentazione dell’ex governatore del Massachusetts, uomo volitivo, ordinato, ordinario, scaltro, pragmatico, operoso, flemmatico, ambizioso, frugale, calcolatore e leader per via di abilità organizzative affinate nel tempo e disciplina famigliare, non per dono carismatico. Soprattutto, Romney ha una forma mentis analitica, intesa anche nel senso kantiano di impossibilità di uscire dai confini della tautologia nel descrivere il mondo, caratteristica che lo contrappone a quei presidenti americani che prima ancora di mettere in fila un paio di concetti sensati di politica economica o estera sono riusciti ad aggiungere, grazie alla loro stessa presenza, elementi inediti nella narrazione di sé e del mondo.

Per Reagan una delle chiavi sintetiche era la geniale ironia, per Kennedy l’allure di Camelot e i capelli al vento, per Obama è il sincretismo culturale che la sua stessa pelle racconta a piena voce. Loro leader sintetici, Romney operaio analitico.
Il giornalista e scrittore Ronald Scott, un lontano cugino di Romney, nel suo libro “Mitt Romney: An inside look at the man and his politics” ha fissato le sei caratteristiche fondamentali del candidato alla Casa Bianca: “1) E’ un problem solver che di rado accetta il “no” come risposta. 2) Agisce pragmaticamente e preventivamente. 3) Ama avere tutto sotto controllo e può essere un rigidissimo controllore. 4) Non è capace di interpretare le persone, si aspetta che tutti intendano le cose in modo letterale e crede che tutti le recepiscano in quel modo. 5) Non è in grado di prevedere attacchi alle spalle, quindi si fa cogliere impreparato. 6) Se mai gli capita di fare un errore lo tiene per sé, nonostante rimanga certo che sia l’esito di un fraintendimento”.

C’è un aneddoto famigliare che spiega la psicologia di Romney meglio di centinaia di discorsi politici. In un pomeriggio straordinariamente caldo del maggio di molti anni fa, Mitt ha portato moglie e figli al lago per una gita ristoratrice in barca. Dal bosco è apparso un ranger che ha notato che la licenza della barca di Romney non era stata rinnovata. La discussione si è trasformata in un alterco e il poliziotto, inflessibile, ha concluso con una battuta: “Mettere la barca in acqua oggi le costerà almeno cinquanta dollari”. Il ranger si riferiva alla multa che avrebbe dovuto comminare, ma Mitt l’ha preso alla lettera: ha messo mano al portafoglio e ha estratto i biglietti verdi necessari. Naturalmente s’è beccato una denuncia per tentata corruzione. Nemmeno la sua lunga esperienza politica gli ha tolto il tic dell’interpretazione strettamente letterale delle parole. Quando qualcuno gli chiede conto del suo cambio di posizione sull’aborto (nel 2002 era un convinto pro choice) oppure sulla riforma sanitaria (quella da lui promossa in Massachusetts assieme all’acerrimo nemico Ted Kennedy è il prototipo dell’Obamacare) lui spiega che “ha cambiato idea”, ma fatica a cogliere il sottotesto. Che abbia cambiato idea è un fatto autoevidente, la ratio delle domande sulle sue resipiscenze è se queste non avvengano a comando. Allora aveva bisogno di accarezzare l’elettorato liberal del Massachusetts, ora deve piuttosto conquistarsi una base elettorale che sull’aborto non è disposta a negoziare. E forse nemmeno sulla riforma sanitaria che passerà al vaglio della Corte suprema a marzo.

Romney sa di essere l’uomo di latta. Come il personaggio del mago di Oz, anche il candidato “inevitabile” del Gop se ne va in giro risolvendo i problemi che si presentano nel corso dell’intreccio, ma il problema fondamentale, quello di un cuore caldo e pulsante dentro alla gabbia toracica di metallo, riaffiora nelle parole e nell’iconografia. Se Karl Rove, il grande architetto di Bush, dice che gli americani votano soltanto una persona con cui berrebbero volentieri un paio di birre, un consigliere di Romney ha spiegato che “se anche Romney bevesse, non sarebbe il tipo con cui vorresti bere una birra”. Una volta Romney si è quasi scusato per la sua freddezza: “Sono una persona normale, ho delle emozioni”, e recentemente ha iniziato a fare le interviste in maniche di camicia e senza cravatta, mise inconcepibile per un banchiere mormone cresciuto all’ombra di ideali perfettamente pettinati, quello che durante la campagna elettorale per il governo del Massachusetts andava in giro per lo stato a fare comizi con Powerpoint. Aveva scambiato la promozione politica con un meeting di lavoro a Bain Capital, la banca che ha co-fondato nel 1984 e della quale è stato amministratore delegato per ampi tratti della carriera, ma tanto bastava per aggiudicarsi l’elezione locale in uno stato in cui la forma mentis finanziaria è ampiamente diffusa.

Per convincere gli elettori repubblicani – e poi semmai tutti gli altri – a livello nazionale, la forza narrativa, il senso del romanzo, l’accesso a una visione ideale e persino onirica della cosa pubblica sono fattori non secondari del successo e Romney, al quale il senso tattico non manca, sa che nemmeno un cuore di seta come quello che si aggiudica l’uomo di latta dopo tante peripezie può bastare. Ed ecco che allora spunta la camicia sbottonata, la giacca sportiva, entra in scena Ann, la moglie di una vita, per fare da cassa di risonanza alle parti più soffici del Bildungsroman romneyano. Il racconto della sclerosi che ha assalito la moglie in quei drammatici anni in cui lei, ha confidato, ha persino pregato che Dio le concedesse la morte, la fedeltà incondizionata del marito, disposto a lasciare tutto pur di starle accanto – quando la salute di Ann è radicalmente migliorata, Mitt ha ribadito che se dovesse ricomparire anche solo una traccia del morbo lascerebbe ogni ruolo pubblico – sono i passaggi di un necessario percorso di umanizzazione. Per Mitt la campagna elettorale non è altro che questo.

Esistono diverse versioni di Mitt Romney: c’è il businessman di successo, l’internazionalista mormone, il politico trasformista, il conservatore intransigente, c’è il Romney del Michigan, quello di Boston e quello in missione francese per conto di Mormon; ma sotto la patina sfaccettata delle apparenze c’è quello che Isaiah Berlin chiamerebbe un “riccio”, un tipo intellettuale che fa discendere tutta la complessità del suo operato da una singola idea o convinzione. E questa convinzione è impastata nella tradizione del mormonismo. Mitt è nato e cresciuto a Bloomfield Hills, nel Michigan. Chi, per esigenza di semplificazione, dice che la sua città è Detroit tradisce il fatto che dopo le sommosse razziali del 1943 i bianchi hanno iniziato a spostarsi nella periferia nord della città delle automobili. Oggi una famiglia di Bloomfield Hills guadagna in media 200 mila dollari l’anno e metà delle case hanno un valore che supera il milione. Nella vicina Birmingham, Sergio Marchionne ha la villetta in cui alloggia quando lavora al quartier generale della Chrysler, ad Auburn Hills.

Anche il padre di Mitt, George Romney, è stato un uomo d’affari prestato alla politica. Nel Michigan è arrivato come portavoce dell’associazione dei costruttori di automobili, e quando il settore ha avuto una strepitosa impennata in corrispondenza dell’inizio della Seconda guerra mondiale, George ha scalato in fretta i gradini del settore automobilistico. Così aveva riscattato i decenni di quel mormonissimo peregrinare per l’America e quella scelta dei genitori, strana soltanto in apparenza, di stabilirsi in Messico. Soltanto lì, nella comunità mormona dello stato di Chihuahua, i nonni poligami di Mitt Romney erano al riparo dalle accuse mosse dal governo federale alla più famosa fra le tradizioni dei mormoni. George Romney è stato un tradizionalista riformatore. Pur essendo un fervente ministro del culto totalmente devoto alla diffusione del libro trascritto dall’autoproclamato profeta Joseph Smith, George ha introdotto elementi spuri nell’ortodossia mormona. Quando è stato eletto governatore del Michigan, nel 1963, si è schierato a favore del movimento dei diritti civili di Martin Luther King e ha promosso le grandi marce per l’uguaglianza razziale. Per quanto Mitt lo ripeta in ogni contesto, suo padre non ha marciato a fianco del pastore afroamericano nell’epocale manifestazione del 1963: George si era espresso a favore dell’iniziativa, ma all’atto pratico la marcia si era svolta di domenica, durante lo shabbat dei mormoni. Un membro del gran consiglio dei dodici apostoli – una delle massime assemblee della gerarchia mormona – gli aveva intimato di rigettare la “legge viziosa” sui diritti civili: se il Signore aveva mandato la sua “maledizione sul Negro” evidentemente non era compito dell’uomo rimuoverla.

Il rifiuto di Romney di fare un passo indietro sulla questione dei diritti civili ha determinato contemporaneamente l’allontanamento dalla rigidità sociale dei mormoni e dai diktat del Partito repubblicano. Sul terreno dei diritti civili si è aperta la battaglia con il governatore dell’Arizona, Barry Goldwater, che risulterà nell’estromissione di fatto del moderato Romney dal cuore del Gop. La pietra tombale sulle possibilità di ottenere la nomination del partito per la corsa alla Casa Bianca nel 1968 l’ha messa un’uscita infelice nella quale, strana nemesi, sono stati gli altri ad avere preso troppo alla lettera le parole di un Romney. In un’intervista aveva detto che dopo il suo viaggio in Vietnam di un paio di anni prima gli uomini del segretario della Difesa, Robert McNamara, gli avevano fatto il “lavaggio del cervello”. Il commento, unito alle critiche alla guerra, aveva chiuso le sue possibilità di rappresentare in modo credibile anche soltanto la parte più moderata del partito, quella guidata moralmente da Nelson Rockefeller.

Lo strappo di George è stato un fatto epocale per un’antica famiglia la cui storia è intimamente connessa con le travagliate vicende dei mormoni. Fra gli antenati di Romney c’è il profeta Smith, ci sono i fratelli Pratt – gli “apostoli” che hanno portato i mormoni nello Utah – e c’è anche la “strega” Anne Hutchinson, la donna processata per stregoneria nella prima colonia puritana e poi bruciata viva dagli indiani a New York assieme ai figli. Soltanto una delle figlie, Susanne, è stata risparmiata, per via dei capelli rossi, connotato mistico che la tribù non poteva violare. Dalla stirpe di Susanne discenderanno i Roosevelt, i Bush, i DuPont e anche i Romney.

George il riformatore era l’idolo del suo figlio più piccolo, Willard Mitt, così chiamato in onore del migliore amico di famiglia, Willard Marriott, quello degli alberghi, e per un cugino che giocava come quarterback nei Chicago Bears. Da bambino Mitt aveva in testa soltanto le automobili. Voleva non solo guidarle ma costruirle, proprio come il padre, che ogni mattina se lo teneva sulle ginocchia mentre sfogliava i giornali. La fregola dell’automobile è svanita quando Mitt è uscito dalla borghesia del Michigan per andare a studiare a Stanford, dove organizzava contromanifestazioni in favore della leva obbligatoria per il Vietnam – in quel momento il padre non era ancora un critico esplicito della guerra – istituzione alla quale ha aderito con bruciante trasporto ideale ma che nei fatti è riuscito a disertare partendo per la Francia come missionario. Nella formazione dei mormoni la missione è fondamentale: ogni buon mormone deve passare almeno due anni in un paese straniero per fare proseliti; il padre era stato in Inghilterra e in Scozia, a lui toccava il sud della Francia, ambiente duro per la missione ma dove l’urbano Mitt se l’è cavata meglio dei colleghi missionari tirati su nella monoculturale Salt Lake City. Il terribile incidente stradale che lo coinvolge senza colpa e in cui muore la moglie del presidente della missione mormona in Francia lo scuote profondamente, ma allo stesso tempo esalta le sue doti di leader analitico, un sistematizzatore che dà il meglio nel momento in cui la confusione è massima.

La dottrina di Romney è intrisa del materialismo latente dei mormoni. “Tutto lo spirito è materia, ma è più pura e fine, e può essere riconosciuta soltanto da occhi più puri”, si legge in “Doctrines and Covenants”, summa etico-teologica dei seguaci della chiesa dei santi degli ultimi giorni. Non è un caso se qualche mese dopo la morte di Smith il New York Herald lo aveva chiamato “il nuovo Maometto”. Il profeta era dedito al culto ascetico del corpo già prima di tradurre profeticamente da tavole d’oro il libro che racconta l’emigrazione del popolo di Israele in una terra ancora più promessa di quella promessa, l’America della libertà e delle denominazioni cristiane. Niente fumo, niente alcol, niente caffeina e teina, niente che possa nuocere a quel corpo che è una specificazione dello spirito. Nessun problema, invece, con la sbrigliatezza sessuale, tanto che formalmente Smith è stato ucciso al termine di una disputa politico-teologica, ma più realisticamente i suoi seguaci più stretti non avevano preso benissimo le sue proposte di matrimonio alle loro mogli.

Romney è parte di una versione del mormonismo socialmente più edulcorata – decisamente monogama, qualitativamente distinta dal secolo ma mondana nella forma – ma non meno rigorosa nel suo materialismo, una dottrina che ha originato per naturale mitosi una lobby che soltanto in America muove trenta miliardi di dollari l’anno. I 7 milioni di mormoni americani sono in politica, nel mondo dello spettacolo, nei media, nelle banche, nella società civile; sono trasversali e interclassisti, non fanno del mormonismo una bandiera da esibire pubblicamente ma sono intimamente convinti di vivere una relazione più diretta con il divino rispetto a qualunque altro monoteista. La rigida organizzazione sociale che unisce Romney, il leader democratico del Senato, Harry Reid, l’imbonitore mediatico Glenn Beck, il candidato minore Jon Huntsman è la diretta conseguenza di un immanentismo di fatto: tutto è Dio, innanzitutto l’uomo, che si agisca dunque di conseguenza. Come ministro del culto a Boston, dove si è stabilito dopo aver studiato ad Harvard, Romney era un’intransigente figura di riferimento. I convertiti, specialmente le donne, avevano relazioni complicate con questo erede di una lunga tradizione, il quale pretendeva dagli altri almeno ciò che chiedeva a se stesso: una dedizione totale. La politica ha smussato gli angoli più acuti dell’uomo di latta, ma non ha azzerato la sua propensione alla monodimensionalità.

Clint Eastwood ha detto che se dovesse trovare un attore per fare il presidente degli Stati Uniti chiederebbe a Romney, perché “sembra un presidente”, dove l’enfasi viene posta sulla voce verbale “sembra”. Che si parli di sicurezza nazionale, di crisi economica, di guerra o carestia, Romney lascia sempre l’impressione di poter cadere da un momento all’altro in avanti come la facciata di un palazzo in un set di un film western. Per questo Romney è e rimarrà in eterno il candidato repubblicano “inevitabile”, quello che raccoglie consensi nelle lacune altrui, che con il suo piglio analitico racimola e capitalizza le briciole che cadono dai tavoli a lui più vicini. Nel 2008 è bastato un maverick con qualche tenue tratto di originalità per spingerlo fuori dalla corsa. Nel 2012, il massimo dell’originalità sulla piazza è Newt Gingrich. Ma rimane sempre il problema del cuore. E’ per la surreale rigidità e il culto dell’efficienza dell’uomo di latta che l’editorialista del New York Times Gail Collins ha citato in circa trentacinque articoli quella volta in cui la famiglia Romney è andata in vacanza in Canada e per ottimizzare gli spazi Mitt ha legato il cane sul tettuccio dell’auto. Collins è ossessionata dalla vicenda come soltanto un editorialista del New York Times potrebbe esserlo, ma la sua ossessione coglie quel punto in cui la perfetta razionalità dell’uomo di latta sconfina nell’assurdo. Per questo non smetterà molto presto di rivangare il compianto cane Seamus.


  • 2

#2 TheWalrus

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1563 Messaggi:
  • LocationRoma

Inviato 01 gennaio 2012 - 18:10

lo leggero' tutto. Nel frattempo ho notato che tra i candidati repubblicani c'e' anche un aspirante iron lady che vuole far curare gli omosessuali dal marito psichiatra e un texano che da governatore ha il record di esecuzioni capitali...che bella gente

Messaggio modificato da Numb il 01 gennaio 2012 - 18:11

  • 0
"MA DOVE SIETE FINITI ROCKETTARI? tutti coi capelli tagliati corti, tutti con le giacche e la cravatta! Un giorno uno mi disse che la CRAVATTA è il passaporto degli STRONZI."

RICHARD BENSON

#3 ArchieFisher

    pacato come il vecchio che ho in avatar da 50 anni

  • Moderators
  • 7620 Messaggi:

Inviato 01 gennaio 2012 - 18:57

Un mio amico che vive a Boston mi diceva che tanto le primarie le vince Romney perché è l'unico moderato - gli altri sono tutti ultraestremisti e non hanno alcuna possibilità di diventare presidente (per fare un'analogia con l'Italia, il centrodestra non potrebbe mai vincere se il candidato premier fosse Calderoli o la Santanché).

Detto questo, mi diceva che anche Obama non se la passa benissimo. I suoi elettori sono tutti molto delusi perché doveva fare grandi cose (riforma sanitaria, ritiro dall'Iraq, etc...) e poi le ha fatte con pochissima convinzione.

Dunque non è escluso che alla fine Romney (che sembra non piacere realmente a nessuno) non diventi il nuovo presidente.
  • 0
Life was never better than
in nineteen sixty-three

Ogni vita ha peso e dimenticanza calcolabili

"What kind of music do you usually have here?"
"Oh, we got both kinds. We got Country, and Western."

#4 gulliver

    Classic Rocker

  • Banned
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5070 Messaggi:

Inviato 01 gennaio 2012 - 20:21


Dunque non è escluso che alla fine Romney (che sembra non piacere realmente a nessuno) non diventi il nuovo presidente.


ci mancherebbe altro che si possa escludere, visto che il vantaggio strategico dei repubblicani ( la crisi economica che favorisce fisiologicamente chi sta all'opposione, le figure di merda in serie del "premio nobel per la pace" etc)è tale da poter riportare l'elefantino alla casa bianca nonostante l'assenza di un candidato forte ( dovrebbero chiedere a gozer di procurare qualche buon ronzino) . obama ha comunque ancora diverse carte giocare, si spera che tra queste non ci sia una guerra.

quanto al ritiro dall'iraq è forse uno degli unici risultati raggiunti da barack ( tanto che i candidati repubblicani lo criticano per non averlo posticipato), chi si lamenta su quello è semplicemente un rompiballe incontentabile.
  • 0

#5 Max Stirner

    Scaruffiano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 14107 Messaggi:
  • LocationAci Trezza(CT)

Inviato 01 gennaio 2012 - 20:28

ora non ho tempo di leggere quella roba ma mi vien da pensare che il candidato verrà scelto alla convention dato che probabilmente nessuno riuscirà ad arrivare alla quota di delegati sufficienti
  • 0
"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#6 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 37479 Messaggi:
  • LocationTiny little green

Inviato 02 gennaio 2012 - 03:33

Un mio amico che vive a Boston mi diceva che tanto le primarie le vince Romney perché è l'unico moderato - gli altri sono tutti ultraestremisti e non hanno alcuna possibilità di diventare presidente


Rick perry,ci piace ricordarlo così.

Immagine inserita
  • 0

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#7 Ortodosso

    baby even the losers

  • Administrators
  • 9960 Messaggi:
  • LocationPortola Valley, CA

Inviato 02 gennaio 2012 - 04:48

le primarie le vince Romney perché è l'unico moderato - gli altri sono tutti ultraestremisti e non hanno alcuna possibilità di diventare presidente (per fare un'analogia con l'Italia, il centrodestra non potrebbe mai vincere se il candidato premier fosse Calderoli o la Santanché).


È vero che dovrebbe vincere Romney (sta a 78% su intrade), è falsissimo che sia l'unico moderato in corsa: l'altro mormone Huntsman, ex ambasciatore USA in Cina, è più moderato di lui. Sfortunatamente è anche molto meno conosciuto e ha pochissime speranze.

Perry*, che in Texas ha governato bene, si è rovinato con l'infamous oops (al momento del dibattito era in testa):

[m]http://www.youtube.com/watch?v=0uvmKnFY4uk[/m]

Notare il sempre geniale Ron Paul nel filmato sopra, Paul che tra l'altro potrebbe anche vincere l'Iowa.

* bonus Perry, lo spot messo a punto dai suoi abili scienziati della comunicazione per rimettersi in sesto dopo la figuraccia: [m]http://www.youtube.com/watch?v=0PAJNntoRgA[/m]

(battuto il record assoluto di dislikes su youtube in 18 ore dalla pubblicazione)
  • 3

voter negativity
Gozer il Gozeriano 119
reallytongues 112


#8 corrigan

    気持ち悪い

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 12407 Messaggi:
  • LocationFirenze

Inviato 02 gennaio 2012 - 05:01


le primarie le vince Romney perché è l'unico moderato - gli altri sono tutti ultraestremisti e non hanno alcuna possibilità di diventare presidente (per fare un'analogia con l'Italia, il centrodestra non potrebbe mai vincere se il candidato premier fosse Calderoli o la Santanché).


È vero che dovrebbe vincere Romney (sta a 78% su intrade), è falsissimo che sia l'unico moderato in corsa: l'altro mormone Huntsman, ex ambasciatore USA in Cina, è più moderato di lui. Sfortunatamente è anche molto meno conosciuto e ha pochissime speranze.



lui parla davvero un buon cinese e sembra che questa carta se la voglia giocare a fondo:
http://shanghaiist.c...china_exper.php

Messaggio modificato da corrigan il 02 gennaio 2012 - 11:21

  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#9 gulliver

    Classic Rocker

  • Banned
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5070 Messaggi:

Inviato 02 gennaio 2012 - 11:26

Immagine inserita
  • 1

#10 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 37479 Messaggi:
  • LocationTiny little green

Inviato 02 gennaio 2012 - 17:04

* bonus Perry, lo spot messo a punto dai suoi abili scienziati della comunicazione per rimettersi in sesto dopo la figuraccia: http://www.youtube.com/watch?v=0PAJNntoRgA

(battuto il record assoluto di dislikes su youtube in 18 ore dalla pubblicazione)


Immagine inserita
  • 0

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#11 Ortodosso

    baby even the losers

  • Administrators
  • 9960 Messaggi:
  • LocationPortola Valley, CA

Inviato 02 gennaio 2012 - 17:16

Vabbè su questo filmato ce n'è a sfinire, una delle più belle:

[m]http://www.youtube.com/watch?v=yr39lef0M-Q[/m]

ma anche

[m]http://www.youtube.com/watch?v=yxyEkrxsWP8[/m]
  • 1

voter negativity
Gozer il Gozeriano 119
reallytongues 112


#12 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 02 gennaio 2012 - 17:45

http://www.ilfoglio.it/soloqui/11768

La prova dell'Iowa
I repubblicani alla ricerca di un anti Obama credibile

Con il caucus repubblicano dell'Iowa di domani, si apre la lunga maratona elettorale che porterà il 30 agosto, a Tampa, all'incoronazione dell'uomo (o della donna) che sfiderà Barack Obama alle presidenziali del 6 novembre. Favorito d'obbligo è l'ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, mormone ricchissimo che già tentò quattro anni fa la scalata alla Casa Bianca. Romney è il più presentabile tra i contendenti di un Grand Old Party stretto tra Michelle Bachmann che si crede la Thatcher, il pizzaiolo Herman Cain, il redivivo Newt Gingrich, l'illuminato Rick Santorum e il sempiterno Ron Paul. Non a caso, Romney è ormai considerato "l'uomo inevitabile", anche se, come scriveva il Foglio qui, lui sa benissimo di essere "l'uomo di latta" al quale manca un cuore caldo e pulsante. Vincere in Iowa, benché non decisivo per la nomination finale (nel 2008 tra i repubblicani Huckabee diede nove punti di distacco proprio a Romney), riporta all’inizio del “yes, we can” obamiano che proprio sotto la neve di Des Moines nel 2008 sorprese tutti piazzandosi davanti sia a Edwards che alla favoritissima Hillary Clinton.

La gente si entusiasmava, guardava a quel giovane senatore dell’Illinois come a una speranza per il cambiamento. Oggi, alla vigilia del caucus conservatore, dopo aver dato un’occhiata ai contendenti in campo, prevale la disperazione. Ci si chiede se non possa saltar fuori dal cilindro (magari all’ultimo) il coniglio giusto: c’è chi spera ancora in Christie (che però ha più volte detto di appoggiare Romney), chi in Jeb Bush e chi già vede in Marco Rubio il perfetto candidato da contrapporre a Obama considerata la sua giovane età, l’invidiabile capacità oratoria e una storia personale che sembra fatta apposta per far breccia nel sempre più decisivo elettorato ispanico. Oggi, però, partecipano alla corsa cavalli azzoppati, noiosi e deboli: non a caso, dal giugno scorso i sondaggi hanno premiato un po’ tutti a fasi alterne, dalla Bachmann a Rick Perry prima che si autoaffondasse a suon di gaffe, da Cain a Gingrich fino a Paul. E’ la dimostrazione lampante della debolezza di una compagine smarrita, che non sa trovare l’uomo giusto. Probabilmente, come scrive l’Economist, il candidato perfetto non esiste: servirebbe l’ottimistmo di Reagan, l’oratoria di Lincoln, la durezza paliniana e perfino il cervello di Nixon.


Gallery: http://www.ilfoglio.it/gallerie/755

Immagine inserita

Newt Gingrich

Immagine inserita

Michele Bachmann

Immagine inserita

Jon Huntsman

Immagine inserita

Ron Paul

Immagine inserita

Rick Perry

Immagine inserita

Buddy Roemer

Immagine inserita

Rick Santorum

Immagine inserita

Mitt Romney


  • 0

#13 TheWalrus

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1563 Messaggi:
  • LocationRoma

Inviato 02 gennaio 2012 - 18:37

che bella gente
  • 0
"MA DOVE SIETE FINITI ROCKETTARI? tutti coi capelli tagliati corti, tutti con le giacche e la cravatta! Un giorno uno mi disse che la CRAVATTA è il passaporto degli STRONZI."

RICHARD BENSON

#14 Ortodosso

    baby even the losers

  • Administrators
  • 9960 Messaggi:
  • LocationPortola Valley, CA

Inviato 02 gennaio 2012 - 18:48

Commento illuminante, grazie di averlo condiviso.
  • 1

voter negativity
Gozer il Gozeriano 119
reallytongues 112


#15 TheWalrus

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1563 Messaggi:
  • LocationRoma

Inviato 02 gennaio 2012 - 20:32

lo ripeterei un altra volta, viste le biografie e le opinioni di questi individui
  • 0
"MA DOVE SIETE FINITI ROCKETTARI? tutti coi capelli tagliati corti, tutti con le giacche e la cravatta! Un giorno uno mi disse che la CRAVATTA è il passaporto degli STRONZI."

RICHARD BENSON

#16 Max Stirner

    Scaruffiano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 14107 Messaggi:
  • LocationAci Trezza(CT)

Inviato 03 gennaio 2012 - 00:07

strano che nessuno parli di ron paul, il candidato "diverso" rispetto tutti gli altri

Messaggio modificato da Max Stirner il 03 gennaio 2012 - 00:07

  • 0
"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#17 Giovanni Drogo

    Non lo so

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 7663 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 01:48

strano che nessuno parli di ron paul, il candidato "diverso" rispetto tutti gli altri


Parlane te no? Sarà mica un problema se per una volta superi la mezza riga di post... : )

In effetti è un candidato che propone misure drastiche ma interessanti, tra le quali ritirare tutte le truppe americane in missione in paesi esteri, rivedendo totalmente il ruolo degli USA nelle politiche internazionali (tipo quello ridicolo di guardiano della democrazia).
Ah, e poi vuole abolire la riserva federale, ideuzze semplici insomma, ma dalle poche info che ho la vedo comunque dura che vada avanti, proprio per colpa delle sue idee troppo scomode (magari qualcuno mi smentisce).



Obama cos'ha fatto di importante in questi anni a parte ritirare le truppe dall'Iraq?

Messaggio modificato da Giovanni Drogo il 03 gennaio 2012 - 01:49

  • 1

Statisticamente parlando, non lo so.


#18 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:16

Obama cos'ha fatto di importante in questi anni a parte ritirare le truppe dall'Iraq?


l'uccisione di Bin Laden è stato un grande successo (ma è stato un grande successo per tutto l'Occidente), e scommetto che peserà ancora (non a caso nel suo recente discorso Obama ha elencato i suoi successi nella guerra al terrorismo). poi a marzo c'è la prova del 9 della riforma sanitaria. che cosa altro ha fatto francamente non lo so, bisognerebbe essere sul posto per verificarlo. in ogni caso gli europei che lo criticano perché si aspettavano che fosse una specie di socialista all'europea, mi sembra che abbiano proprio sbagliato approccio interpretativo. comunque l'uomo da battere è ovviamente Obama, è pur sempre il favorito, non solo perché è il Presidente uscente.
  • 0

#19 gulliver

    Classic Rocker

  • Banned
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5070 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:20

Parlane te no? Sarà mica un problema se per una volta superi la mezza riga di post... : )


asd
  • 0

#20 corrigan

    気持ち悪い

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 12407 Messaggi:
  • LocationFirenze

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:23


Obama cos'ha fatto di importante in questi anni a parte ritirare le truppe dall'Iraq?


l'uccisione di Bin Laden è stato un grande successo (ma è stato un grande successo per tutto l'Occidente), e scommetto che peserà ancora (non a caso nel suo recente discorso Obama ha elencato i suoi successi nella guerra al terrorismo). poi a marzo c'è la prova del 9 della riforma sanitaria. che cosa altro ha fatto francamente non lo so, bisognerebbe essere sul posto per verificarlo. in ogni caso gli europei che lo criticano perché si aspettavano che fosse una specie di socialista all'europea, mi sembra che abbiano proprio sbagliato approccio interpretativo. comunque l'uomo da battere è ovviamente Obama, è pur sempre il favorito, non solo perché è il Presidente uscente.

del tutto d'accordo con te. qua in Italia certa gente si aspettava che Obama chiudesse Wall Street, lasciasse l'Iraq il giorno dopo le elezioni, chiudesse tutte le basi militari all'estero e andasse a chiedere scusa ad Ahmadinejad in ginocchio in quanto Presidente del Grande Satana...

Messaggio modificato da corrigan il 03 gennaio 2012 - 11:23

  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#21 Duck

    Professionista della malafede

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 21761 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:27


Obama cos'ha fatto di importante in questi anni a parte ritirare le truppe dall'Iraq?


l'uccisione di Bin Laden è stato un grande successo (ma è stato un grande successo per tutto l'Occidente), e scommetto che peserà ancora (non a caso nel suo recente discorso Obama ha elencato i suoi successi nella guerra al terrorismo). poi a marzo c'è la prova del 9 della riforma sanitaria. che cosa altro ha fatto francamente non lo so, bisognerebbe essere sul posto per verificarlo. in ogni caso gli europei che lo criticano perché si aspettavano che fosse una specie di socialista all'europea, mi sembra che abbiano proprio sbagliato approccio interpretativo. comunque l'uomo da battere è ovviamente Obama, è pur sempre il favorito, non solo perché è il Presidente uscente.


Ma siamo sicuri che conti? Perchè va bene l'euforia per la fine di Bin Laden, ma mi ricordo che la guerra al terrorismo è stato uno dei punti meno battuti dell'ultima campagna elettorale, tanto che Giuliani (che su questo spingeva parecchio) ci lasciò le penne quasi subito.
D'accordo comunque con le considerazioni finali.
  • 0

«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico. 

consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto

Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.


#22 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:29

http://www.francesco...-vince-in-iowa/
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#23 Giovanni Drogo

    Non lo so

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 7663 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:34

in ogni caso gli europei che lo criticano perché si aspettavano che fosse una specie di socialista all'europea


Mi sembra però che si sia mosso almeno in parte in questa direzione (nei limiti di uno che è pur sempre presidente degli USA), magari non è riuscito a cavarne fuori granché, però varie sue proposte andavano nella direzione di un maggior assistenzialismo e minor peso del libero mercato a livello economico, o mi sbaglio?
  • 0

Statisticamente parlando, non lo so.


#24 gulliver

    Classic Rocker

  • Banned
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5070 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:37

o mi sbaglio?


non ti sbagli.
  • 0

#25 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:40

http://www.francesco...-vince-in-iowa/


molti dicono però che l'Iowa non sia granché come banco di prova. troppo ricca (la disoccupazione è la metà della media nazionale) e troppo bianca.

Mi sembra però che si sia mosso almeno in parte in questa direzione (nei limiti di uno che è pur sempre presidente degli USA), magari non è riuscito a cavarne fuori granché, però varie sue proposte andavano nella direzione di un maggior assistenzialismo e minor peso del libero mercato a livello economico, o mi sbaglio?


si però un sistema di welfare state all'europea per ora, negli USA, non lo sogna nessuno. penso non sia neanche possibile farlo (per via di tutte le lobby, corporazioni).
  • 0

#26 corrigan

    気持ち悪い

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 12407 Messaggi:
  • LocationFirenze

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:44

sì ma da qua a dare del "socialista" a Obama ne passa eh. il problema è che si è dovuto confrontare con un Partito Repubblicano che si è sempre più spostato a destra. poi magari è meglio parlarne in un latro topic ma ho l'impressione che l'esacerbarsi delle posizioni conservatrici negli USA abbiano un qualche riflesso "razziale".
mi spiego, ormai non si può più parlare di razza come discriminante (non che lo si sia fatto apertamente negli ultimi decenni), ma mi sembra che il Partito Repubblicano, che se non sbaglio ha conquistato la sua maggioranza tra i bianchi sudisti (prima tradizionalmente democratici) con Nixon, cavalchi e sia cavalcato da queste posizioni assurde su liberismo assoluto, aborto, matrimonio gay per parlare direttamente a quella maggioranza bianca e conservatrice che sente demograficamente il fiato sul collo...qualcosa della serie "non possiamo più parlare di neri e ispanici quindi parliamo di aborti e gay".
naturalmente la mia può essere una visione soltanto parziale, mai stato negli USA e non sono uno specialista nell'argomento, oltretutto creo che parte dell'elettorato ispanico (cubano?) sia tradizionalmente repubblicano.

Messaggio modificato da corrigan il 03 gennaio 2012 - 11:47

  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#27 gulliver

    Classic Rocker

  • Banned
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5070 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:47



si però un sistema di welfare state all'europea per ora, negli USA, non lo sogna nessuno. penso non sia neanche possibile farlo (per via di tutte le lobby, corporazioni).


infatti già cercare di mitigare un sistema così è "di sinistra" ( ci aveva provato invano pure clinton)

poi ovviamente ci sarà sempre chi non si accontenta. ricordo da noi nel 2000 tanti intelligentoni che tifavano per l'astensione o per nader perchè gore era un servo delle multinazionali etc ( citando i rage against the machine asd :facepalm: ), poi si sono ritrovati con bush jr
  • 1

#28 Notker

    Scaruffiano

  • Redattore OndaRock
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 18302 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:51

che bella gente


[m]http://www.youtube.com/watch?v=3DVuwL7GNWA[/m]

dal min 0:36:10 al 0:36:14 ;)
  • 0
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#29 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 03 gennaio 2012 - 11:59

naturalmente la mia può essere una visione soltanto parziale, mai stato negli USA e non sono uno specialista nell'argomento,


neanche io sono mai stato negli USA, nè sono uno specialista, parlo anch'io per "impressioni" personali. e personalmente tendo ad eliminare concetti come "destra" e "sinistra" all'europea quando mi riferisco agli USA, perché in fondo là c'è un'unica ideologia di fondo che condividono tutti, poi si dividono sull'interpretazione di quella ideologia (progressisti e conservatori). secondo me molto spesso (come nella tua lettura) noi europei (italiani, in questo caso) sovrapponiamo le letture della nostra politica a quella altrui, senza rispettare l'alterità americana. insomma, sembra quasi un discorso sul PDL o sulla Lega quello che hai fatto sul Partito Repubblicano.
detto questo, magari la tua lettura è pure corretta. comunque è vero, torniamo a parlare delle primarie repubblicane:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/11781


Primarie lunghe
In Iowa si vede chi parte bene, ma c’è chi aspetta la sorpresa a metà corsa
Romney è davanti, ma nel dramma di destra s’affaccia l’epilogo raro di una convention a Tampa senza candidato

Con il caucus dell’Iowa di oggi inizia formalmente il processo di selezione del candidato repubblicano che a novembre sfiderà Barack Obama. Dalle tempeste sondaggistiche che negli ultimi mesi si sono abbattute sul mondo repubblicano esce intatto soltanto Mitt Romney, il candidato più ricco e solido, l’unico che ha un grafico di gradimento che disegna una linea quasi retta. Quelli altrui sono una specie di elettrocardiogramma nel quale però le repentine salite e discese non corrispondono necessariamente a un’effettiva vitalità politica. Anzi, i dati delle consultazioni dicono che ad avere il raccolto più ricco sarà probabilmente il mietitore paziente, non quello che vive di fugaci fiammate.

Che Romney sia un passo avanti anche in Iowa, lo stato dei pastori evangelici, dei maiali e degli Slipknot – non proprio un ambiente prono a un banchiere mormone di cultura new englander – lo dice anche il più territoriale e affidabile dei sondaggi, quello del Des Moines Register, lo stesso che nel 2008 dava vincitore il religioso e minoritario Mike Huckabee nel caucus che apre la danza delle primarie. A seguire ci sono il libertario pazzotico Ron Paul e il redivivo Rick Santorum, l’ennesimo candidato a godere di un’inaspettata fortuna dopo le impennate repentine di Rick Perry prima e Newt Gingrich poi.

Benché il caucus dell’Iowa contenga un plusvalore simbolico, il problema dei conservatori va oltre l’appuntamento di Des Moines. Per questo diversi analisti, dai repubblicani classici della National Review ai neocon del Weekly Standard, hanno riesumato l’eventualità non comune della “brokered convention”, la convention negoziata dove il candidato del partito viene scelto non dopo aver ottenuto sul campo la maggioranza dei delegati – quelli chiamati a votare il 30 agosto a Tampa, in Florida – ma grazie a una trattativa che avviene proprio nei giorni estivi della convention. “E’ improbabile, ma non assurdo” dice al Foglio il direttore del Center for Politics alla University of Virginia, Larry Sabato, con una sintesi che la dice lunga sullo stato di confusione del Gop.

Che la corsa che si apre oggi assomigli più a una maratona che a uno sprint è scritto nel sistema proporzionale che i repubblicani adottano per la prima volta in diversi stati. Specialmente nella prima fase delle primarie, il candidato che si aggiudica la maggioranza dei voti di uno stato non riceverà automaticamente l’intero numero dei delegati in palio, ma una quota proporzionale alle preferenze, cosa che contribuirà ad allungare la sfida. L’eventualità è che tale assetto favorisca una divisione dei delegati fra più di due candidati, cosa che potrebbe impedire a un singolo (in questo caso Romney) di arrivare a Tampa con almeno i 1.144 delegati regolari che servono per vincere. In questo conto ci sono anche i 132 superdelegati, figure nominate per merito e il cui voto non è legato agli esiti delle primarie. Nella storia americana la brokered convention non è una novità nemmeno dopo il 1912, l’anno in cui il sistema delle primarie ha ricevuto la più consistente benedizione nazionale. Franklin Delano Roosevelt è stato nominato candidato al termine di una brokered convention, così come lo sono stati Thomas Dewey e Adlai Stevenson.

Alla convention del 1976 il Partito repubblicano si è presentato senza un candidato nominato per via elettorale e soltanto un errore strategico di Reagan nella scelta del vicepresidente ha salvato Gerald Ford dall’apertura del mercato per ottenere i delegati mancanti. La corsa lunga e lo spettro di una convention che si apre senza un candidato è lo scenario che tiene viva l’attenzione di una cerchia di potenziali candidati che stanno alla finestra. Nonostante le smentite ufficiali, i nomi di Chris Christie, Mitch Daniels, Jeb Bush e altri continuano a essere invocati da molti per salvare in un colpo solo elezioni e partito.


  • 0

#30 corrigan

    気持ち悪い

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 12407 Messaggi:
  • LocationFirenze

Inviato 03 gennaio 2012 - 12:08


naturalmente la mia può essere una visione soltanto parziale, mai stato negli USA e non sono uno specialista nell'argomento,


neanche io sono mai stato negli USA, nè sono uno specialista, parlo anch'io per "impressioni" personali. e personalmente tendo ad eliminare concetti come "destra" e "sinistra" all'europea quando mi riferisco agli USA, perché in fondo là c'è un'unica ideologia di fondo che condividono tutti, poi si dividono sull'interpretazione di quella ideologia (progressisti e conservatori). secondo me molto spesso (come nella tua lettura) noi europei (italiani, in questo caso) sovrapponiamo le letture della nostra politica a quella altrui, senza rispettare l'alterità americana. insomma, sembra quasi un discorso sul PDL o sulla Lega quello che hai fatto sul Partito Repubblicano.
detto questo, magari la tua lettura è pure corretta. comunque è vero, torniamo a parlare delle primarie repubblicane:


no dai, non mi sembra affatto, anzi spiegami perché. proprio parlando di American exceptionalism m sembra qualcosa di profondamente americano il fatto che argomenti quali aborto o matrimoni gay abbiano un tale peso su elezioni nazionali, cosa non riscontrabile in Europa, ed è su questo punto che il discorso che ho fatto avrebbe un perché in un topic sulle primarie americane.

Messaggio modificato da corrigan il 03 gennaio 2012 - 12:10

  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#31 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 03 gennaio 2012 - 12:14

no dai, non mi sembra affatto, anzi spiegami perché. proprio parlando di American exceptionalism m sembra qualcosa di profondamente americano il fatto che argomenti quali aborto o matrimoni gay abbiano un tale peso su elezioni nazionali, cosa non riscontrabile in Europa, ed è su questo punto che il discorso che ho fatto avrebbe un perché in un topic sulle primarie americane.


no, intendevo sulla razza e il razzismo. l'aborto è una questione nazionale negli USA. nell'Europa secolare e laicissima (in particolar modo l'Italia) è normale che non esista un dibattito di eguale portata (in Italia ci ha provato e ci continua a provare Ferrrara ad intavolare un dibattito culturale sull'argomento sulla scia di quello americano).
  • 0

#32 corrigan

    気持ち悪い

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 12407 Messaggi:
  • LocationFirenze

Inviato 03 gennaio 2012 - 12:18

ma parlare di "questione razziale" mica vuol dire riferirsi per forza alla Lega o al PdL e a quelle dinamiche italiane. neanche io voglio parlare di politica italiana qui, però non puoi non ammettere che rimane un tema "strisciante" e silenzioso nel quadro politico americano, in particolare in quello di un partito come il GOP che si sta spostando, anche perché in parte costretto dal suo stesso elettorato, su pozioni sempre più conservatrici (con tutto ciò che questo comporta, anche sulla "questione" razziale). ciò ha a che fare direttamente con la scelta dei candidati per le primarie.

Messaggio modificato da corrigan il 03 gennaio 2012 - 12:19

  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#33 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 03 gennaio 2012 - 12:21

"questione razziale"


sul fatto che la razza pesi ancora e molto, sono d'accordo. però più in là non mi spingerei. comunque è un dibattito aperto.
  • 0

#34 Max Stirner

    Scaruffiano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 14107 Messaggi:
  • LocationAci Trezza(CT)

Inviato 03 gennaio 2012 - 12:25

allora, obama al massimo può perdere voti "centristi" in alcuni stati molto importanti al fine dell'elezione, come la carolina del nord, l'indiana e qualche altro stato del midwest a causa più dell'economia che non va che per altro(e proprio su questo si basa la sua rielezione), a sinistra voti non ne perde perchè non ci son altri candidati e i vari manifestanti degli "occupy" dovran votare per forza per lui, qualcuno si asterrà ma data com'è fatta la legge elettorale non cambierà nulla.
per quanto riguarda ron paul, è sicuramente il candidato più atipico dei repubblicani, atipico perchè in europa ci siam abituati ad un partito repubblicano che dai tempi di eisenhower in poi è andato in giro per il mondo a proteggere i propri interessi invece il vecchio dottore(è contrario all'aborto) è un isolazionista puro, scuola old right che si opponeva a roosevelt per intenderci, non gli interessa minimamente di israele e della nato dalla quale vorrebbe uscire, negli usa vien chiamato dr no perchè si oppone a qualsiasi aumento della spesa pubblica e quando dico qualsiasi intendo qualsiasi. cmq non vincerà mai le primarie, molti lo ritengono un mezzo matto che è in combutta con settori pseudo razzisti della società(states' right non per niente) e ovviamente non ha il benchè minimo appoggio dal partito.
  • 2
"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#35 corrigan

    気持ち悪い

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 12407 Messaggi:
  • LocationFirenze

Inviato 03 gennaio 2012 - 12:38

e infatti non perché sono ossessionato con la questione razziale ma Paul era uno che negli anni '90 se ne usciva con cose del tipo:
la tesi per cui il 95 per cento degli uomini neri di Washington sono criminali, la definizione del Martin Luther King Day come “il giorno dell’odio per i bianchi”, gli strali contro “la scomparsa della maggioranza bianca”, le teorie complottiste su presunti coinvolgimenti del Mossad nell’attentato del 1993 al World Trade Center e le accuse alla comunità gay di diffondere volutamente il virus dell’AIDS.

fonte: Il Post
via: http://www.nytimes.c...gn.html?_r=1
  • 0

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#36 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 03 gennaio 2012 - 22:46

Una giornata in Iowa

di ANDREA MARINELLI

Stasera si vota, ieri e oggi gli ultimi comizi, in pizzeria, nei magazzini e nei negozi: il racconto dell'inviato del Post

In Iowa, negli Stati Uniti, è arrivato il giorno dei caucus. Nelle ultime quarantotto ore i candidati repubblicani hanno esplorato ogni angolo dello Stato pur di guadagnarsi una manciata di voti in più che stasera potrebbe essere determinante.
Parlando con le persone per le strade di Des Moines si capisce infatti l’incertezza con cui gli elettori si presenteranno al voto. Molti spiegano che prenderanno la decisione finale solo durante i caucus, altri invece fanno il nome di Ron Paul, che raccoglie un grande consenso popolare. Nelle ultime due settimane il settantaseienne deputato texano ha fatto registrare una notevole crescita di consensi che lo ha portato in testa ai sondaggi, dove invece continua a stentare Mitt Romney. Secondo gli ultimi rilevamenti di Public Policy Polling, l’ex governatore del Massachusetts sarebbe ora in seconda posizione con il 19 per cento dei consensi. Vicino a lui ci sarebbe l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum, ultima sorpresa di questa campagna elettorale, salito al 18 per cento. Paul è al comando con il 20 per cento.
Se per i sondaggi è una corsa a tre, ascoltando gli elettori le cose cambiano. Quasi nessuno parla di Mitt Romney, il cui nome è spesso accompagnato da smorfie di disappunto, alcuni cominciano a credere in Santorum, ma solo Paul accende l’entusiasmo dei suoi sostenitori. L’altalena vista durante la campagna elettorale è però sintomo del malcontento dell’elettorato repubblicano, che finora ha faticato a identificarsi nei candidati. L’improvvisa ascesa di Santorum è solo l’ultima di una lunga serie cominciata in agosto conPerry e proseguita con Herman Cain e Newt Gingrich. Il risultato è reso ancora più incerto dalla formula stessa dei caucus, che basano il loro risultato sostanzialmente su chi stasera avrà voglia di affrontare il freddo e sarà disposto ad ascoltare ore di dibattiti prima di esprimere il proprio voto. Il clima sembra comunque essere clemente e le temperature non dovrebbero scendere sotto lo zero.

http://www.ilpost.it...ornata-in-iowa/
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#37 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 03 gennaio 2012 - 22:51

un mormone, un libertario 76enne e un cattolico di origini italiane. sembra l'inizio di una barzelletta italiota!
  • 4

#38 Max Stirner

    Scaruffiano

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 14107 Messaggi:
  • LocationAci Trezza(CT)

Inviato 04 gennaio 2012 - 10:16

in iowa vince romney per 8 voti(!) su santorum(vera rivelazione del caucus) e ron paul, gli altri molto più indietro
perry praticamente si ritira, gingrich lo farà se perderà qualche altra primaria, la bachman ancora peggio, huntsman neanche ha fatto campagna elettorale in iowa...

appuntamento fra una settimana in new hampshire, terra in cui in teoria romney dovrebbe dominare
  • 0
"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#39 Thælly

    mascellona da bukkake

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 7104 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 10:52

ma sto caucus, che cazzo è? asd
  • -1

Una tua action figure che quando la schiacci ti parla degli accordi.


#40 Jeffrey Lee

    Non parlate mai agli sconosciuti

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4132 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 11:00

http://it.wikipedia.org/wiki/Caucus

google è tuo amico
  • 0

You’ll be there. You’re the type. Who else would defend my right to be lonely?


#41 gulliver

    Classic Rocker

  • Banned
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5070 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 11:03

ma sto caucus, che cazzo è? asd



speravi fosse qualcosa di sconcio eh ;)
  • 0

#42 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 04 gennaio 2012 - 12:04

http://www.ilfoglio.it/soloqui/11796

In Iowa Romney vince per 8 voti. La sorpresa è Santorum
A Des Moines il redivivo ex senatore della Pennsylvania insidia l'inevitabile Romney. Terzo Ron Paul

Immagine inserita


Un surreale conteggio delle schede in Iowa ha lasciato aperta l'assegnazione formale della vittoria del caucus che apre la corsa delle primarie repubblicane fino all'ultimo minuto. Rick Santorum, protagonista di una rimonta fulminante negli ultimi giorni, e Mitt Romney [leggi L'uomo di latta e Romney in veste neocon affonda Obama e lancia il "secolo americano"] se la sono giocata fino alla vittoria di quest'ultimo per soli otto voti. Ma per l'ex governatore del Massachusetts la risicata vittoria è un formale pareggio che sa di sostanziale sconfitta: in Iowa ha raggranellato una decina di voti in più di quelli che aveva preso nel 2008, quando era più povero e sfidava un avversario imbattibile con l'elettorato wasp, Mike Huckabee.
Con il 21 per cento dei voti, l'ultralibertario Ron Paul capitalizza una macchina organizzativa ben oliata, mentre Newt Gingrich, al quarto posto con il 13 per cento, annuncia una guerra di trince contro Romney. Durante lo spoglio Rick Perry [leggi The right candidate] ha detto che tornerà in Texas a meditare sul da farsi. Il che equivale a un mezzo ritiro.


  • 0

#43 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 13:59

Sei cose sul voto in Iowa

di FRANCESCO COSTA

Chi ha vinto, chi ha perso, chi ha ancora carte da giocare, chi no



Mitt Romney ha vinto i caucus repubblicani dell’Iowa, staccando Rick Santorum di appena 8 voti. Al terzo posto è arrivato Ron Paul, al quarto Newt Gingrich, e praticamente rimangono questi i candidati ancora in grado di dire la loro nella corsa alla nomination. Gli altri si ritireranno, presto o tardi, ma a meno di enormi sorprese non riusciranno a rientrare in partita. Sul fronte dei delegati, l’Iowa non ha deciso molto: si assegnavano con metodo proporzionale, quindi in questo momento Romney, Santorum e Paul ne hanno 7 a testa. Politicamente, però, l’Iowa conta molto: in passato una vittoria in Iowa ha affossato o rilanciato campagne elettorali, ha resettato sondaggi in giro per gli Stati Uniti, ha rimescolato le carte in modo determinante. La prossima tappa delle primarie americane si terrà in New Hampshire il 10 gennaio. Moltissime cose sono ancora in discussione, dopo l’Iowa. Altre no.
Gli sfidanti di Romney
Che il favorito per la vittoria finale fosse Mitt Romney era noto, per profilo politico, consenso popolare, forza economica e organizzativa. E sappiamo anche che Romney non era obbligato a vincere in Iowa, per la strategia che si è dato, quanto in New Hampshire. Oggi abbiamo anche la conferma di un’altra cosa nota, riguardo Romney, cioè della sua difficoltà a sfondare nell’elettorato più conservatore. Non è detto che sia una cosa negativa, vista la necessità per Romney di attrarre anche indipendenti e democratici delusi, se vorrà battere Obama, ma potrebbe rendere difficoltosa la conquista della nomination. Oggi sappiamo con chi Romney dovrà vedersela: con Rick Santorum, con Ron Paul e – un po’ meno – con Newt Gingrich.
Le speranze di Santorum
Chiunque abbia seguito un minimo Rick Santorum negli ultimi anni probabilmente non si sarebbe mai aspettato di vederlo seriamente in corsa per la nomination. Santorum è un estremista religioso, noto più per le sue sparate contro gli omosessuali che per le sue proposte politiche. A un certo punto i sondaggi lo davano all’ultimo posto, in Iowa. In attesa di capire meglio come si sia distribuito demograficamente il voto, di certo sappiamo che l’elettorato locale gli era favorevole (nel 2008 premiò Huckabee, altro candidato molto religioso e molto conservatore) e che aver battuto nell’ultimo mese tutte le 99 contee dello Stato di certo gli ha dato una mano. Santorum ha intercettato il consenso che nei mesi avevano conquistato e perso Bachmann, Perry, Cain e Gingrich, trovandosi nel posto giusto al momento giusto. Il problema di Santorum è che essendosi concentrato sull’Iowa oggi si trova privo o quasi di strutture e risorse organizzative negli altri Stati, a cominciare dal New Hampshire. Per competere con Romney ha bisogno di trarre il massimo dal buon risultato di stanotte, soprattutto dal punto di vista economico, e cominciare a spendere.
Ron Paul ha già finito?
Viceversa, nel caso di Ron Paul il risultato dell’Iowa potrebbe decretare l’inizio della fine. Già da qualche giorno i sondaggi avevano visto la progressiva erosione dei suoi consensi. In fin dei conti, se Paul si è fatto battere sia da Romney che da Santorum in Iowa, dove il suo messaggio radicale e populista poteva avere una particolare presa, perché dovrebbe riuscire a vincere altrove, nel New Hampshire o nei grandi Stati? Le prossime settimane daranno la risposta a questa domanda, in ogni caso sappiamo già che se la traiettoria di Santorum è ascendente, in questo momento quella di Paul è discendente.
(La guida del Post alle primarie repubblicane)
L’ultima possibilità di Gingrich
La stessa cosa vale per Newt Gingrich, che sapeva della sua imminente sconfitta e infatti nei giorni scorsi aveva messo le mani avanti. Quello che cambia rispetto a Paul è l’ottima posizione ricoperta negli ultimi tempi da Gingrich nei sondaggi in South Carolina, dove si vota il 21 gennaio. Dovrà tenere duro, ma dovesse vincere da quelle parti si garantirà la sopravvivenza almeno fino al supertuesday.
Chi è già fuori
Rick Perry e Michele Bachmann escono dall’Iowa con le ossa a pezzi e senza speranze. Perry è già tornato in Texas, ufficialmente per “prendere decisioni” riguardo la candidatura: il ritiro è praticamente certo. Bachmann dovrebbe fare lo stesso presto. Si apre la partita per ereditare i loro voti, quindi, anche se non sono moltissimi: i consensi di Perry sembrano più adatti a spostarsi verso Santorum o Gingrich, quelli di Bachmann potrebbero essere preda di Ron Paul. Huntsman ha deciso di saltare l’Iowa, puntando tutto sul New Hampshire, dove comunque lo aspetta un compito proibitivo.
Un altro candidato?
In Iowa nessun candidato è arrivato oltre il 24 per cento. Nessuno, insomma, si è dimostrato in grado di convincere nemmeno un quarto dell’elettorato repubblicano. È il segnale della nota debolezza della squadra di candidati, nonché dell’insoddisfazione generale dell’elettorato repubblicano. Teoricamente questo, unito alla dimostrata volatilità del consenso, potrebbe aprire la strada a un’altra candidatura. Non si vedono però in giro né candidati conservatori che siano solidi ed esperti al punto da non fare la stessa fine di Perry o Bachmann, né candidati moderati in grado di convincere i tea party e far fuori Mitt Romney. Lo spazio politico ci sarebbe, comunque. Manca la persona in grado di occuparlo.
http://www.ilpost.it...l-voto-in-iowa/

  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#44 Ortodosso

    baby even the losers

  • Administrators
  • 9960 Messaggi:
  • LocationPortola Valley, CA

Inviato 04 gennaio 2012 - 15:16

http://www.ilfoglio.it/soloqui/11796

un avversario imbattibile con l'elettorato wasp, Mike Huckabee.


Mamma mia che cazzata.
  • 0

voter negativity
Gozer il Gozeriano 119
reallytongues 112


#45 joseph K.

    Tout est pardonné

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 7508 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 16:37

Cioè ha praticamente vinto Santorum? E' una barzelletta? Dai è la versione in giacca e cravatta di Erminio Boso...
  • 0

Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.


#46 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 16:55

L'iowa stando ai commentatori non contava granchè, era giusto il giro di riscaldamento. Secondo il bravo, e giovane, Costa del Post.it, Santorum non ha possibilità in New Hampshire e dovrebbe salutare la contesa abbastanza presto. La sensazione è che Romney ad ora sia il candidato ineludibile e che Obama possa vincere per mancanza di contesa, ma mancano 6 mesi e passa alla convention di Tampa, può capitare molto. Soprattutto qualcuno potrebbe candidarsi prima del tornatone di inizio marzo, se vedesse lo spazio e l'incertezza degli elettori.

il grafico di gradimento è illuminante in tal senso
Immagine inserita
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#47 debaser

    utente stocazzo

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23163 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 17:05

Ahhh ma Santorum era quello del neologismo. Mi sembrava di averlo già sentito. Grandissimo.
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#48 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 04 gennaio 2012 - 17:19

ma sto caucus, che cazzo è? asd


qua c'è una cronaca divertente

http://www.ilpost.it...i-fa-un-caucus/
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#49 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 37479 Messaggi:
  • LocationTiny little green

Inviato 04 gennaio 2012 - 18:38

La Bachmann si ritira dalle primarie invece perry per adesso pare continuii.

http://www.corriere....e59d99677.shtml

Ahhh ma Santorum era quello del neologismo. Mi sembrava di averlo già sentito. Grandissimo.


Tralatro è una via di mezzo tra N.Cage e Biascica. asd
  • 0

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#50 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 04 gennaio 2012 - 18:45

lo speciale del Corriere on-line: http://www.corriere....e59d99677.shtml
  • 0




0 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi