Ghostpoet è un antieroe metropolitano, piccolo poeta dei sobborghi, graphic novelistdel flow che compendia intimismo e ironia in un idioma onirico e crepuscolare allo stesso tempo, come si evince già dall'adorabile titolo di questo disco d'esordio: "Peanut Butter Blues & Melancholy Jam".
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Le immagini evocate da Ghostpoet ricordano quelle, immobili e spiazzanti, di un film di Jim Jarmusch girato in esterni/interni british e uggiosi. E se manterrà queste premesse (e promesse) avremo molto di che deliziarci anche in futuro.
Disco passato un po' sotterraneo e infatti io non ne sapevo nulla ma poi un utente autorevole l'ha messo n.1 in classifica e un'altro lo ha linkato sul suo fcbk e siccome sono tizi di quelli lì me lo sono procurato subitissimerrimissimo.
Sostanzialmente d'accordo con la rece, testo e voto. È un disco molto ben fatto, lo ascolto con molto piacere anche perché è il mio genere e ci sguazzo. Di fatto è The Streets negro, parte un po' più elettro ma poi si aggiusta su territori grume canonici e molto pettinati. Alcuni pezzi sono ottimi (Survie It, Finished I Ain't, Liiines in ques'ordine) e nel complesso il suono è curatissimo e molto cinematografico, non so se mi sono spiegato. Difetti? Sì: morde poco, è tutto vogliamoci bene e poco dramma di periferia, almeno a livello atmosfere.
Cmq un disco da ascoltare e riascoltare per scoprirne ogni anfratto.
http://www.youtube.com/watch?v=usksH8B07do