L’esordio di questa 5^ s. si distacca completamente dal clima delle precedenti, potrebbe essere una nuova serie, se non fosse per i soliti volti noti (Carrie, Quinn, Saul, Dar Adal) che forse -ma dico forse- avranno un ruolo anche dopo, visto che dopo lo start in quel di Berlino, la protagonista e le sue vicende si sposteranno in Siria.
Sono passati un paio d’anni, nella sua vita privata qualcosa è cambiato: sembra equilibrata, si è trasferita, ha cambiato lavoro, ha con se la figlia (finalmente cresciuta, la piccola Brody era davvero brutta). Ha anche una relazione stabile (però ha anche lui i capelli rossi!).
Il ritmo più lento penso non sia casuale, piuttosto indicativo (o fuorviante), nel momento in cui dà lì’impressione di un’inversione di tendenza (della serie in generale), di “tutta un’altra storia”.
Per ciò che è la puntata in se’, ho trovato improbabile la facilità di hackeraggio dei file della Cia (ma forse è un limite imposto dalla mia ignoranza). Mi ha disorientato il rapporto tra Carrie e Saul, pensavo di essermi persa qualcosa o di avere una pessima memoria, invece no, ci raccontano loro qual è stato il momento di rottura. Ma non credo che durerà: Carrie e Saul sono legati a doppia mandata, il loro è un rapporto emotivo, affettivo, molto importante e profondo, resiste alle prove più dure, quindi non è escluso che torneranno a lavorare insieme.
Però mi aspettavo di capire di più degli accordi tra Haqqani e Dar Adal e, soprattutto, di capire la posizione di Saul. Che, peraltro, non è riuscito nell’intento di avere il comando (ma è ancora pappa e ciccia con D.A.). Cosa mi sfugge?