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Faust di Aleksandr Sokurov


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65 replies to this topic

#51 Guest_ale_*

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Inviato 22 novembre 2011 - 22:10

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#52 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 22 novembre 2011 - 22:14



Vabbè, tutto questo pippone per dire che S. è bravo a girare, alcuni (due, per me) suoi film sono capolavori ma per il resto va a emulare uno spirito che non gli appartiene.


nel caso del "Faust", per il confronto con l'opera di Goethe, o in generale? perché questo Faust trasla in maniera decisiva Goethe, mi sembra tanto astratto e aulico l'opera letteraria, quando meditabondo lo sguardo di Sokurov, puntato verso il basso (lo specchio che cade dai cieli), ma con un'attenzione al fattore carne come corpus storico in disfacimento che è tipica della tetralogia e che è quanto di più distante ci sia dalla scrittura Goethiana che è sublime ma di una bellezza marmorea e classicista che sussume (perchè Goethe era GRANDE) quasi inconsapevolmente quelle che sono e saranno le perturbazioni romantiche.


Lo specchio non cade, si cala dal cielo ma non è Dio che lo fa scendere ma una corda (azzurra? Mi pare), iniziamo già con una hybris, a volte S. comincia a girare su se stesso e cerca risposte su cause partendo da effetti (l'arte, che viene dopo). Non so, il Faust di Murnau aveva intenti più modesti (infatti è fedele a Goethe) e si dispiegava meglio. Comunque faccio presente che fatti salvi tutti questi elucubrazioni, ho anche visto (e recensito) Scialla. Leggetelo, cani! (non tu, William, che lo hai anche postato :cool: )
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#53 William Blake

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Inviato 22 novembre 2011 - 22:20




Vabbè, tutto questo pippone per dire che S. è bravo a girare, alcuni (due, per me) suoi film sono capolavori ma per il resto va a emulare uno spirito che non gli appartiene.


nel caso del "Faust", per il confronto con l'opera di Goethe, o in generale? perché questo Faust trasla in maniera decisiva Goethe, mi sembra tanto astratto e aulico l'opera letteraria, quando meditabondo lo sguardo di Sokurov, puntato verso il basso (lo specchio che cade dai cieli), ma con un'attenzione al fattore carne come corpus storico in disfacimento che è tipica della tetralogia e che è quanto di più distante ci sia dalla scrittura Goethiana che è sublime ma di una bellezza marmorea e classicista che sussume (perchè Goethe era GRANDE) quasi inconsapevolmente quelle che sono e saranno le perturbazioni romantiche.


Lo specchio non cade, si cala dal cielo ma non è Dio che lo fa scendere ma una corda (azzurra? Mi pare), iniziamo già con una hybris, a volte S. comincia a girare su se stesso e cerca risposte su cause partendo da effetti (l'arte, che viene dopo). Non so, il Faust di Murnau aveva intenti più modesti (infatti è fedele a Goethe) e si dispiegava meglio.


sì, appunto non è Dio, che invece compare nell'incipit dell'opera goethiana, è più una dichiarazione di intenti, quella della speculazione carne->anima e viceversa
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#54 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 22 novembre 2011 - 22:25

E quindi ti rinvio al mio intervento precedente riguardo i russi che sviluppano l'equazione da te formalizzata
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#55 Fitzcarraldo

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Inviato 23 novembre 2011 - 16:23

@Fitz: Si però Sokurov non te la da
(tanto per fare i fini).

Ma il godimento c'è comunque stato :)

Beh prima visione il lingua italiana, bel doppiaggio attento ad una traduzione calzante e alle sfumature delle voci. Perde solo nei momenti in cui si accavallano più dialoghi.

Il film dilaga di visione in visione. Sokurov concilia aspirazioni altissime con quell'essenzialità che è qualità dei grandi. Trarre le fila della trilogia del potere non era facile, ma con semplicità lui cambia semplicemente il tiro delle domande che pone, la camera le segue di conseguenza rimbalzando in alto e in basso, tra viscere e gallerie, scrutando un tuffo di due corpi in acqua od un geyser. E poi i corpi! I corpi che si muovono continuamente l'uno attorno all'altro e attorno alla cinepresa in un groviglio inestricabile attraverso cui la cinepresa si muove con una disinvoltura disarmante. In questo con una tale semplicità che non palesa il virtuosismo che sta compiendo (il bellissimo "Arca russa" invece forse pecca nel palesare troppo questo paganinismo della cinepresa), ma sempre mantenendo l'occhio fisso sull'azione che non si ferma mai.
Un film che non è altro che una passeggiata su di un sentiero cittadino o boschivo, ma dove il paesaggio è sempre un paesaggio interiore e dove ogni stramaledetta inquadratura è un'opera d'arte a se stante in cui trova sempre il più bel modo possibile di rappresentare il brutto.

Conflitto tra spirito russo e tedesco? (Bulgakov in tutto ciò dove sta?) Io guarderei la questione da una prospettiva differente: cosa c'è in questo "Faust" del Faust goethiano? Cosa ne rimane dopo esser passato per le mani di Sokurov? Io risponderei un sentimento, un sentimento di insaziabile inappagamento che guida un'aspirazione umana alle sue estreme conseguenze. Se deve essere posto un confronto tra due culture credo che questo sia l'elemento attorno al quale debba essere impostato, su come il sentimento è trattato. Tutto il resto è teoresi.

Mi piace sognare una versione parallela di questo film incentrata però su Ulisse.
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#56 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 23 novembre 2011 - 17:14

Fitz, sei molto affezionato al para: prima la parallasse con cui giudicare l'opera di S, poi la versione parallela di Ulisse... insomma sei alla ricerca di strade nuove ed è giusto così, ognuno cerca in qualche modo. Ribadisco che lo spirito umano troppo umano di S mi stona in S (e anche in Bulgakov, ottimamente citato come oggetto misterioso).
Comunque Scialla non se lo fila nessuno :'(
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#57 Fitzcarraldo

    Conquistatore delle cose inutili

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Inviato 29 novembre 2011 - 19:31

questa mi era sfuggita, CANI!
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#58 William Blake

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Inviato 29 novembre 2011 - 19:55

questa mi era sfuggita, CANI!


be' era scontato, Mikhalkov è tutto una pasta con Putin
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#59 piersa

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Inviato 29 novembre 2011 - 19:57


questa mi era sfuggita, CANI!


be' era scontato, Mikhalkov è tutto una pasta con Putin


Mikhalkov è un mafioso, Putin i mafiosi li ha arrestati o costretti all'esilio: non mi pare la stessa pasta.
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#60 marz

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Inviato 01 dicembre 2011 - 15:12



questa mi era sfuggita, CANI!


be' era scontato, Mikhalkov è tutto una pasta con Putin


Mikhalkov è un mafioso, Putin i mafiosi li ha arrestati o costretti all'esilio: non mi pare la stessa pasta.


No dai Oblomov di Mikhalkov è un bel film alla fine.

Faust l'ho visto ieri. Come al solito grandissimo lavoro nel dipingere le scene, usare una certa tavola di colori ed atmosfere. Un uso della luce quasi parossistico. Lì è un maestro e forse può anche peccare un po' d'inevitabile manierismo ma glielo perdoniamo. Il film è poi percorso da un senso filosofico invadente. Il già citato filone russo-tedesco la fa da padrone. La materia e lo spirito. E' tutto lì. Faust disconosce la commistione tra i due. Vuole uno e si domanda se ci sia l'altro. Un'insofferenza umana che poi si eleva a disumano. La blasfemia, la defecazione in luoghi sacri, la conoscenza. Sono atti della materia o dello spirito? Chi si vende a chi? Invadente anche la volontà del regista nel soffermarsi sugli aspetti più macabri e mortificanti della materia e della carne (come la scena iniziale dell'autopsia).
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#61 Ɲ●†

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Inviato 05 dicembre 2011 - 14:29

Film super-estetizzante nella forma (è Sokurov, quindi me lo aspettavo) quanto sporco e latrinoso nel contenuto, vale a dire in ciò che mostra e su cui riflette. E qui per me Sokurov vince. Avevo paura che l'elemento formale si mangiasse il resto e invece il regista russo (che continua a starmi tendenzialmente antipatico) resta in un equilibrio difficile tra eleganza stilistica, barocco purulento e riflessione filosofica. I dialoghi, con quelle voci che arrivano da ogni parte, si rincorrono e sovrappongono, il set quasi sempre pieno di corpi, i movimenti di macchina e la colonna sonora (la musica tenuta ad un volume basso ma quasi sempre presente lungo tutto il corso del film) contribusicono all'idea di "flusso".
Non ho letto il Faust di Goethe ma ho come l'impressione che Sokurov ci abbia dato dentro per bene al fine di rendere tutto più sontuosamente malato.
Mi è venuto da ricollegarlo al Nosferatu di Herzog, ma potrebbe essere solo una reminescenza (fin troppo) alla lontana, un inganno della memoria...

Ah, stavolta la visione in lingua originale non ha pagato. Troppo veloci i sottotitoli italiani, alcuni erano veri e propri messaggi subliminali. Una gran fatica, mettendoci che ero anche reduce da un sabato sera tirato fino all'alba.
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#62 - laura palmer -

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Inviato 09 dicembre 2011 - 16:41

Due cose voglio aggiungere alle considerazioni già fatte:

1)Mefistofele declassato a usuraio di basso rango. E' ignorante, ha un corpo deforme e un rapporto di blasfemia e carnalità col religioso. Non fa paura, ma repelle.

2)La banalità del male
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#63 Twin アメ

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Inviato 09 dicembre 2011 - 22:22

Sto riflettendo da ieri sul film e ho letto più o meno tutti i commenti che si trovano in rete.
La prima cosa che salta all'occhio è che i commenti sono tutti uguali, sì perché in definitiva è un film difficile ma non complesso, si dispiega tutto sommato linearmente davanti allo spettatore.
I due aspetti più citati sono senz'altro la fotografia marcescente e l'incedere teatrale e confusionario dei personaggi che si aggrovigliano fra loro sia nei pertugi più asfissianti che in campo aperto.
Quest'ultimo è senz'altro l'aspetto che colpisce di più per originalità ed efficacia della messa in scena, come tutto ciò che attiene strettamente alla regia che non si può definire meno che straordinario.
Ci sono però un paio di aspetti che mi hanno indispettito, uno è quello dei dialoghi senza soluzione di continuità e quasi sempre sconnessi, interrotti, abbandonati e ripresi senza un filo logico.
L'altro aspetto, sempre di scrittura, è che la dissoluzione morale del Faust non sembra avere nessuna reale motivazione, sembra un essere puramente apatico non in grado di interpretare la sua stessa volontà, sballottato a destra e a manca dal demonietto. Quando questi beve la cicuta e fa sgorgare il vino dal muro Faust resta lievemente sbigottito, dice toh, guarda un po' e basta, dov'è l'uomo di scienza? E poi il leggero dubbio che lo pervade dopo aver inflizato Valentin, non dovremmo aiutarlo? Eh direi di sì... certo, sono interpretazioni razionali, ma il film non giustifica a pieno l'irrazionalità e l'apatia di queste scelte.
Come letto altrove, film a tratti di una bellezza abbacinante ma anche molto faticoso.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#64 - laura palmer -

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Inviato 10 dicembre 2011 - 09:25

L'altro aspetto, sempre di scrittura, è che la dissoluzione morale del Faust non sembra avere nessuna reale motivazione, sembra un essere puramente apatico non in grado di interpretare la sua stessa volontà, sballottato a destra e a manca dal demonietto.


E' verissimo. Quello di Sokurov è un Faust abbrutito dagli istinti più bassi, mendica soldi e firma col sangue la sua notte d'amore (si preoccupa degli errori grammaticali, ma non del contenuto). E' probabilmente più lontano dall'uomo di scienza (la cui tensione all'infinito si abbassa di traiettoria) ma più vicino all'uomo del nostro tempo. Risponde alla sua ferinità e all'ansia di superare la finitudine umana e per essa è pronto al male. L'ambizione lo conduce ad un delirio di onnipotenza, crede di avere il potere, ma quello che ha non è che solitudine eterna senza speranza di salvezza. Banalità del male e solitudine, è questa la parabola del potere.
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#65 paloz

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Inviato 22 settembre 2012 - 21:53

Mi son sorpreso a rivalutare del tutto questo film, che però effettivamente sospettavo di aver sottovalutato alla prima visione, un anno fa. Ho atteso il momento giusto e gli ho dedicato tutta l'attenzione possibile, scoprendo un'opera davvero profonda e dallo stile impeccabile - sembra che l'unico piano-sequenza di "Arca Russa" venga qui spezzettato in tante inquadrature ma mantenga sostanzialmente lo scorrere "fluviale".
Ancora non riesco a parlarne come si deve, e forse in realtà c'è ben poco da aggiungere a un film che si spiega così tanto e così bene. Per il momento sono piuttosto orgoglioso di me stesso. :lol:
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esoteros

 

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(Samuel Beckett, Malone Dies)


#66 Reynard

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Inviato 11 marzo 2013 - 20:58

Visto ieri sera. Devo ammettere che l'ho trovato un po' difficile da seguire, non (come temevo) per la lentezza, ma al contrario per la persino eccessiva ricchezza (di immagini, di parole, di azioni...). Una ricchezza barocca. Una "camera delle meraviglie" tutta virata sul grottesco e sul basso, l'incubo di un curatore di museo delle cere in decadenza.
Avvolgente quanto repellente, in ogni caso un ottima visione sul mito di Faust. Ottima e personale. Qui sopra c'era chi si lamentava che Faust paresse un personaggio apatico, ed è così; è apatico, abbandonato alla disgregazione ed è questa (e non l'ansia di azione) la sua caduta. (Perché lo sapete che Faust è dannato prima ancora di incontrare Mefistofele, vero?).

Sokurov ha uno stile visivo unico, immaginifico e innovativo, eppure mentre vedevo questo suo "Faust" mi si presentava insistentemente alla mente l'immagine di un suo predecessore. Un unicum nella storia del cinema, un altro film che trasforma la fotografia in pittura (o meglio, in incisione) ricreando sulla pellicola la qualità materica del colore sulla carta.
Parlo di questo:
http://www.youtube.c...h?v=9-V-wijUVmE
La resa visiva è ovviamente molto diversa, ma in spirito questi film hanno una forte affinità elettiva.
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.




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