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Wu Ming (anche Luther Blissett)


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37 replies to this topic

#1 soul crew

    stocazzo

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Inviato 03 settembre 2011 - 19:14

volevo aprire un topic dedicato a questo collettivo di scrittori, che ritengo una delle poche cose interessanti del panorama letterario odierno italiano. I 5 si sono cimentati in vari generi di scrittura, dal romanzo storico alle parodie dei fumetti, dal racconto di denuncia sociale al noir. lo fanno usando spesso uno stile crudo e tagliente, quasi da "racconto di strada". Già all'epoca dell'esordio, firmandosi come Luther Blissett, misero a segno un bel colpo con quel Q che narrava una parte di storia oscurata dai libri di scuola e molto interessante da recuperare. Ecco questo è un altro tema caro al collettivo, il recupero della memoria, la narrazione di storie passate in secondo piano nella Storia...
insomma, parliamone, io intanto parto postando la mia recensione del loro ultimo lavoro, "Anatra all'arancia meccanica"


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In questa raccolta di racconti, alcuni già editi, altri inediti, i Wu Ming ci raccontano il decennio appena finito, quello delle torri gemelle, del G8 di Genova, del pensiero unico, della criminalizzazione del diverso.
Attraverso allegorie, racconti grotteschi, altri più crudi e diretti, altri ancora che disegnano scenari apocalittici postcrisi, questo collettivo di autori racconta le proprie esperienze di vita vissuta e propone una denuncia sociale e politica forte ed incisiva su temi come immigrazione, "fuga dei cervelli", nuove povertà, mondo dell'editoria e del cinema.
Il picco narrativo, a mio avviso, si raggiunge con "American Parmigiano" dove il racconto di una leggenda/storia diventa l'ottimo pretesto per denunciare le condizioni di incertezza in cui sono costretti a vivere alcuni dei migliori cervelli nel nostro paese.
Meno riuscite le parodie disneyane, intento lodevole e idea interssante, ma la realizzazione dei personaggi appare in alcuni momenti troppo forzata.
Con racconti come "Momodou" riceverete un pugno diretto allo stomaco, in pochissime pagine quello che sembra una banale racconto di cronaca ci illustra la difficile condizione psicologica di chi vede frustrati i propri sogni, le distorsioni mediatiche che ruotano attorno all'immigrazione vista solo come un fenomeno di ordine pubblico e la violenza gratuita delle forze dell'ordine, purtropo al centro di troppi casi negli ultimi anni.
Interessante e divertente anche "Bologna social enclave", la parodia di una riunione del social forum ai tempi del G8 di Genova, capace di mettere in luce le storiche difficoltà della sinistra e del movimentismo, il quale prima ancora che discutere di contenuti è capace di litigare furiosamente sulle formalità In quel racconto ci leggo anche la presa di coscienza del fallimento dell'esperienza "dal basso" e non poco disillusione, nonostante il tono sia quasi da racconto comico.
Il finale è dedicato a racconti che tentano di delinaere scenari futuri partendo ancora una volta dalla denuncia politica sul presente, racconti che sfociano quasi nel fanta-politico e in alcuni casi c'è da augurarselo veramente.
In definitiva, "Anatra all'arancia meccanica" è un libro da leggere per avere una chiave di lettura che tenta di diversificarsi dal pensiero massificato, sugli anni dal 2000 al 2010 e si tratta dell'ennesima opera ben riuscita dei Wu Ming.
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#2 Çorkan

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Inviato 03 settembre 2011 - 21:59

Bel topic!
Per quanto mi riguarda Q. è uno dei libri che più mi hanno segnato. Oltre a una conoscenza attenta del periodo testimonia secondo me anche una grossa padronanza della tecnica narrativa. Nonostante i cambi di narratore e il continuo spostarsi sulla linea del tempo, riescono sia a mantenere chiaro lo svolgersi degli eventi sia a tenere sempre viva l'attenzione.
54 mi piacque meno ma l'ho comunque apprezzato (bellissima la frase finale, roba da scriverla sulla smemoranda asd ).
Una mezza delusione invece Manituana. Vero che non si trattava di un romanzo vero e proprio, ma di un progetto che in teoria gli "utenti" stessi avrebbero potuto portare avanti, ma se questo può giustificare il finale/non finale, non giustifica la scarso approfondimento dei personaggi. Il non riuscire ad affezionarmi veramente a nessuno di loro è la mancanza che ho sofferto di più. Il libro mi è parso mancare di una meta finale e quindi di un'idea che potesse ricondurre le molte trame e sottotrame in un unico alve.
Dispersivo, insomma
Altra cosa che ho apprezzato molto è stata Stella del Mattino, e a questo proposito Boleyn volevo chiederti se l'hai letto e cosa ne pensi, visto che fra i protagonisti c'è anche un giovane Tolkien.
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#3 corrigan

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Inviato 04 settembre 2011 - 01:19

Io ho letto qualche mese fa New Thing di Wu Ming 1. Davvero un bell'esperimento letterario. C'è rabbia, passione, competenza, una voglia di sfidaare il ridicolo e l'improbabile (i "monologhi" di Coltrane morente) e riuscirci. Peccato per il finale raccogliticcio...

parlando di Wu Ming (e Saviano...che non c'entra molto ma in realtà sembra entrarci per davvero), avete mai sentito parlare di:
http://it.wikipedia....ew_Italian_Epic

?
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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#4 grivs

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Inviato 04 settembre 2011 - 11:48

Io ho letto qualche mese fa New Thing di Wu Ming 1. Davvero un bell'esperimento letterario. C'è rabbia, passione, competenza, una voglia di sfidaare il ridicolo e l'improbabile (i "monologhi" di Coltrane morente) e riuscirci. Peccato per il finale raccogliticcio...

parlando di Wu Ming (e Saviano...che non c'entra molto ma in realtà sembra entrarci per davvero), avete mai sentito parlare di:
http://it.wikipedia....ew_Italian_Epic

?


io ne avevo sentito parlare qualche anno fa, ma non mai avuto il tempo e (soprattutto) la voglia di approfondire, poiché gli autori che vi includono mi ispirano poco a pelle

la principale perplessità riguarda la scelta della parola "epica" che trovo totalmente sganciata dal genere romanzo

leggendo la pagina di wikipedia, credo che i miei dubbi siano più o meno rimasti gli stessi di allora: capisco si possa parlare di una particolare corrente di noir o poliziesco italiano, ma qui si spingono un tantino in là e la mia sensazione è che sia una forzatura a fini pubblicitari

preciso che il mio non è un giudizio, ma giusto un'impressione ispirata dalla lettura dei canoni che adottano
alcuni dei criteri che propongo, come la "transmedialità" (ovvero, "se dopo ci fanno un telefilm") e "oggetti narrativi non identificati", mi paiono che di letterario abbiano ben poco
  • 0
[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così

oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale

webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite

gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna


#5 placebo_effect

    Roadie

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Inviato 04 settembre 2011 - 21:58

Il romanzo Q è tra le cose più incredibili che io abbia mai letto. Grande abilità narrativa, affascinante lezione di storia, sviluppo delle vicende che ti tengono incollato al libro per pagine e pagine.
Mi chiedo come sia stato possibile raggiungere questa bellezza attraverso la penna di 4 persone diverse. Stima per i Wu Ming.
Detto questo, non ho letto nient'altro dei Wu Ming forse per una stupida paura di scendere di livello rispetto a Q.
La domanda quindi sorge spontanea: dopo Q cosa vale la pena leggere?
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#6 music won't save you

    reprobo

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Inviato 05 settembre 2011 - 13:14

Sono stato profondamente affascinato da tutto il progetto Luther Blissett/Wu Ming ormai un po' di anni fa.
"Q" fu una folgorazione vera e propria, grazie al suo taglio a metà tra storia e romanzo e grazie a una scrittura che riusciva a far appassionare a vicende non proprio note né agevoli da ricostruire lungo le pagine del libro. Concordo con la sostanziale omogeneità stilistica, un esperimento che dà valore aggiunto alle opere, anche se sono abbastanza convinto sia stata raggiunta attraverso un buon lavoro di editing, affidato a una sola delle loro penne.
All'epoca mi iscrissi a Giap! e cominciai a scoprire le varie ramificazioni del progetto, dal precedente "54" a "Manituana" alle varie ramificazioni "soliste". Devo però dire che non solo nessuno degli altri romanzi è minimamente paragonabile a "Q" (e in subordine a "54"), ma che a lungo andare ho trovato assai ripetitive le tematiche, lo stile e la finalità della loro scrittura; in fondo tutti o quasi i loro scritti seguono uno stesso schema di recupero delle storie di moltitudini sconfitte o trascurate dalla storia con la s maiuscola, narrate con un tono che alla lunga mi è risultato persino pedante e comunque assai prevedibile.

La valenza dei libri e del loro contributo extra-letterario resta tutta, ma ho l'impressione che l'entusiasmo della scoperta iniziale possa svanire man mano che ci si addentra nella conoscenza del loro mondo; almeno, per me è stato così. Comunque ce ne fossero di menti altrettanto brillanti nella letteratura italiana di questi anni!
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in eremitaggio su http://musicwontsaveyou.com

#7 sud afternoon

    Si legge sud afternùn.

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Inviato 05 settembre 2011 - 13:58

Q. eccezionale davvero, 54 passabile.
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#8 Man-Erg

    Quando sulla riva verrai

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Inviato 05 settembre 2011 - 15:22

io ho letto New Thing, che m'è piaciucchiato, e c'ho visto dentro alcune trovate davvero geniali, e Guerra agli umani, che non mi ha detto molto, ad essere sincero.
da quel poco che ho letto, secondo me, un loro difetto è quello di voler fare troppo gli americani.
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Though we've been denied
Too much hope in our lives
Let tonight be the night
Let tonight be the night when it ends

#9 placebo_effect

    Roadie

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Inviato 08 settembre 2011 - 16:11

mi domandavo: ma i libri scritti dai singoli Wu Ming(1,2,3..) hanno tutti lo stesso stile dei libri di Wu Ming collettivo?
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#10 Çorkan

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Inviato 19 settembre 2011 - 22:50

Iniziato oggi Altai, e ci sono subito cascato dentro, senza quasi accorgermene sono arrivato oltre pagina cento. Manca ancora l'atmosfera greve e brumosa di Q., e forse da quel punto di vista difetta ancora un po', ma il ritmo è incalzante. Nelle prime 100 pagine ci sono almeno 3 svolte di trama importanti.
Comunque mi sento già di abbozzare un riflessione: è vero che lo sguardo dei Wu Ming è sempre "dal basso" della società, ma questo non esclude la creazione di grandissimi personaggi che stanno in realtà dalla parte del potere, della legge. Si pensi, in fondo, al solo Q. , o al protagonista di Altai, che nasce come spia dell'inquisizione. A volte la condizione di umiltà, di sottomissione appare più umana che sociale.
Dove i Wu Ming sono però bravissimi è però soprattutto nella costruzione del mare in cui questi pesci piccoli si trovano a nuotare. Se infatti la loro condizione di bassezza li spinge spesso a vite da fuggiaschi e miserandi, li dota però anche di una certa libertà, poichè hanno il "vantaggio" di muoversi per strade, ambienti, parlare linguaggi che il potere, quello vero, che sta in alto, non conosce ed è impossibilitato a comprendere. L''idea dei meandri, dei bassifondi, di una rete di conoscenze e relazioni tortuose informali che divengono poi quasi fisiche (i calli di Venezia, il delta del Po) mi pare infatti centrale .
Per esplorare queste vie, reprimere i moti libertari che in esse fervono il potere è dunque costretto ad affidarsi spesso a persone (ma sarebbe più giustoo dire strumenti) che da lì provengono e che possono fargli da guida. Col rischio però che alla fine i la guardia si scopra più simile al ladro che ai suoi superiori.
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Inviato 20 settembre 2011 - 08:06

Comunque mi sento già di abbozzare un riflessione: è vero che lo sguardo dei Wu Ming è sempre "dal basso" della società, ma questo non esclude la creazione di grandissimi personaggi che stanno in realtà dalla parte del potere, della legge. Si pensi, in fondo, al solo Q. , o al protagonista di Altai, che nasce come spia dell'inquisizione. A volte la condizione di umiltà, di sottomissione appare più umana che sociale.
Dove i Wu Ming sono però bravissimi è però soprattutto nella costruzione del mare in cui questi pesci piccoli si trovano a nuotare. Se infatti la loro condizione di bassezza li spinge spesso a vite da fuggiaschi e miserandi, li dota però anche di una certa libertà, poichè hanno il "vantaggio" di muoversi per strade, ambienti, parlare linguaggi che il potere, quello vero, che sta in alto, non conosce ed è impossibilitato a comprendere. L''idea dei meandri, dei bassifondi, di una rete di conoscenze e relazioni tortuose informali che divengono poi quasi fisiche (i calli di Venezia, il delta del Po) mi pare infatti centrale .
Per esplorare queste vie, reprimere i moti libertari che in esse fervono il potere è dunque costretto ad affidarsi spesso a persone (ma sarebbe più giustoo dire strumenti) che da lì provengono e che possono fargli da guida. Col rischio però che alla fine i la guardia si scopra più simile al ladro che ai suoi superiori.

Premettendo che ho letto solo Q (affascinante), penso che tu abbia riassunto bene in questo post gran parte della riflessione politica degli autori, i quali mi pare non nascondano affatto l'intento di ri-narrare la Storia di modo che rappresenti un "exemplum" per il lettore degli anni 2000, soprattutto per quanto riguarda le "reti di cononoscenze e relazioni tortuose", la vera libertà dei personaggi, che diventa la libertà dei cittadini di oggi (è facile pensare ai mezzi di comunicazione odierni). Mi sembra evidente l'intento "didascalico" di Q, che uno può interpretare come vuole ma io ci ho visto qualcosa di diverso dal panorama della narrativa italiana di questi anni (ovviamente io sono terribilmente ignorante, probabilmente esistono esempi per smentirmi).
È vero che i Wu Ming hanno anche saputo creare grandi antagonisti, antagonisti che come Q sono pure umani e quindi soggetti ad assomigliare, come dici tu, ai ladri più che alle guardie.

PS: la fascetta con cui viene venduto uno degli ultimi loro romanzi mi fa ridere tutte le volte che la vedo: invece di riportare la solita recensione entusiasta riporta l'opinione di Libero: "Una boiata, proprio come Q" asd
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#12 Çorkan

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Inviato 20 settembre 2011 - 08:44


Comunque mi sento già di abbozzare un riflessione: è vero che lo sguardo dei Wu Ming è sempre "dal basso" della società, ma questo non esclude la creazione di grandissimi personaggi che stanno in realtà dalla parte del potere, della legge. Si pensi, in fondo, al solo Q. , o al protagonista di Altai, che nasce come spia dell'inquisizione. A volte la condizione di umiltà, di sottomissione appare più umana che sociale.
Dove i Wu Ming sono però bravissimi è però soprattutto nella costruzione del mare in cui questi pesci piccoli si trovano a nuotare. Se infatti la loro condizione di bassezza li spinge spesso a vite da fuggiaschi e miserandi, li dota però anche di una certa libertà, poichè hanno il "vantaggio" di muoversi per strade, ambienti, parlare linguaggi che il potere, quello vero, che sta in alto, non conosce ed è impossibilitato a comprendere. L''idea dei meandri, dei bassifondi, di una rete di conoscenze e relazioni tortuose informali che divengono poi quasi fisiche (i calli di Venezia, il delta del Po) mi pare infatti centrale .
Per esplorare queste vie, reprimere i moti libertari che in esse fervono il potere è dunque costretto ad affidarsi spesso a persone (ma sarebbe più giustoo dire strumenti) che da lì provengono e che possono fargli da guida. Col rischio però che alla fine i la guardia si scopra più simile al ladro che ai suoi superiori.

Premettendo che ho letto solo Q (affascinante), penso che tu abbia riassunto bene in questo post gran parte della riflessione politica degli autori, i quali mi pare non nascondano affatto l'intento di ri-narrare la Storia di modo che rappresenti un "exemplum" per il lettore degli anni 2000, soprattutto per quanto riguarda le "reti di cononoscenze e relazioni tortuose", la vera libertà dei personaggi, che diventa la libertà dei cittadini di oggi (è facile pensare ai mezzi di comunicazione odierni). Mi sembra evidente l'intento "didascalico" di Q, che uno può interpretare come vuole ma io ci ho visto qualcosa di diverso dal panorama della narrativa italiana di questi anni (ovviamente io sono terribilmente ignorante, probabilmente esistono esempi per smentirmi).
È vero che i Wu Ming hanno anche saputo creare grandi antagonisti, antagonisti che come Q sono pure umani e quindi soggetti ad assomigliare, come dici tu, ai ladri più che alle guardie.

PS: la fascetta con cui viene venduto uno degli ultimi loro romanzi mi fa ridere tutte le volte che la vedo: invece di riportare la solita recensione entusiasta riporta l'opinione di Libero: "Una boiata, proprio come Q" asd


Ahahaha non lo sapevo. Geniali!
Comunque si, che narrino il passato per parlare al presente mi pare chiaro. Però non ho capito l'accenno che fai ai mezzi di comunicazione odierni: ritieni che (secondo i wu ming) siano questi il corrispettivo di quella rete relazionale che garantisce una qualche libertà, o qualcosa che invece le erode e le mette in pericolo? Perchè io dietro la narrazione della lotta sociale, percepisco sempre anche un certo grado di nostalgia. Anzi mi sembra che la tensione fra la nostalgia per i tempi andati (in Q. è tutto un narrare la passato, un ricordare i compagni perduti ) e la tensione verso il futuro siano un altro dei motori dell'azione nei loro libri.
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Inviato 20 settembre 2011 - 12:52

Però non ho capito l'accenno che fai ai mezzi di comunicazione odierni: ritieni che (secondo i wu ming) siano questi il corrispettivo di quella rete relazionale che garantisce una qualche libertà, o qualcosa che invece le erode e le mette in pericolo? Perchè io dietro la narrazione della lotta sociale, percepisco sempre anche un certo grado di nostalgia. Anzi mi sembra che la tensione fra la nostalgia per i tempi andati (in Q. è tutto un narrare la passato, un ricordare i compagni perduti ) e la tensione verso il futuro siano un altro dei motori dell'azione nei loro libri.

Certo, c'è anche la componente nostalgica che secondo me è proprio dove si rivela la valenza "educativa": il contrasto delle vie tortuose attraverso le quali si creava una rete (di solidarietà) contrastano con i mezzi diretti di oggi, in cui la comunicazione è velocissima ma quasi vuota di contenuto. Wu Ming cercano di portare l'attenzione sulla forza dell'aggregazione tra gli individui, nelle più difficili situazioni, e tra le righe si legge la domanda: perché tutto questo non c'è più? Gli agenti dell'ordine sono diventati infallibili?

(In effetti non era chiarissimo da ciò che avevo scritto prima, scusa.)
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#14 Çorkan

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Inviato 20 settembre 2011 - 13:40


Però non ho capito l'accenno che fai ai mezzi di comunicazione odierni: ritieni che (secondo i wu ming) siano questi il corrispettivo di quella rete relazionale che garantisce una qualche libertà, o qualcosa che invece le erode e le mette in pericolo? Perchè io dietro la narrazione della lotta sociale, percepisco sempre anche un certo grado di nostalgia. Anzi mi sembra che la tensione fra la nostalgia per i tempi andati (in Q. è tutto un narrare la passato, un ricordare i compagni perduti ) e la tensione verso il futuro siano un altro dei motori dell'azione nei loro libri.

Certo, c'è anche la componente nostalgica che secondo me è proprio dove si rivela la valenza &quot;educativa&quot;: il contrasto delle vie tortuose attraverso le quali si creava una rete (di solidarietà) contrastano con i mezzi diretti di oggi, in cui la comunicazione è velocissima ma quasi vuota di contenuto. Wu Ming cercano di portare l'attenzione sulla forza dell'aggregazione tra gli individui, nelle più difficili situazioni, e tra le righe si legge la domanda: perché tutto questo non c'è più? Gli agenti dell'ordine sono diventati infallibili?

(In effetti non era chiarissimo da ciò che avevo scritto prima, scusa.)


No in realtà era quello che avevo capito, solo che non ero sicuro. E' vero che dalle rivolte contadine della Germania cinquecentesca, alla guerra di inglesi e indiani contro le colonie insorte, si tratta sempre di questioni di "popolo" ed è giusto il discorso sulla coralità (infatti i loro romanzi sono zeppi di comprimari bellissimi). Questo, d'altro canto, serve anche a immergere i protagonisti nelle vicende del loro tempo, sempre ricostruite benissimo.
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Inviato 24 settembre 2011 - 13:04

Allora ieri verso le 4:00 ho finito Altai.
Dirò innanzi tutto che è un libro di circa 600 pagine e l'ho finito in una settimana. Quindi il mio giudizio è senz'altro positivo. Le prime 100 pagine lasciano addirittura sperare possa ripetersi il miracolo di Q.
Poi però il libro smette di correre. Letteralmente. Quando dentro la trama finiscono le lotte, le fughe precipitose e rocambolesche,e il personaggio principale rifiata, si trova una nuova casa, il ritmo rallenta ed ecco: i nostri dimostrano di non essere proprio Faulkner o Tolkien.
In questo stava la grande forza di Q., credo. C'erano certo rallentamenti, ma erano solo brevi periodi per riprendere lo slancio e ripartire, in un ritmo perfettamente cadenzato (idea che s'intona peraltro perfettamente con l'ossessione dei nostri di accomunare guerra e danza. In Manituana la danza delle spade scozzese, qui il ballo della giovane indiana)
Poi per fortuna torna l'azione, e al di là di un finale "cerchio che si chiude" forse un po' forzato, ci sono delle ottime pagine (l'assedio di Famagosta su tutte).
Un altro difetto è secondo me un trama, stranamente, tropo lineare (certo sempre relativamente ai canoni wuminghiani). Si resta troppo concentrati su Manuel, i comprimari, pur belli, non emergono abbastanza (oh, certo, ad eccezione di Ismael e Yossef). Altai sembra quasi aver paura della falla che fece affondare Manituana. Là troppi personaggi, un fiume che disperdeva in mille rivoli senza trovare il mare. Qua uno solo, ben sviluppato certo, ma forse non bastante fino in fondo (perchè non approfondire ancora il rapporto col Tuota? Perchè non dirci di più di Ralph Fitch, o della cerchia delle donne? O dei seguaci di Ismail? ).
Di nuovo, da questo punto di vista Q. trovava una misura perfetta. Dalla bruma e dai vapori della Germania in rivolta si alzava sopra il clangore di spade contro forconi un coralità di voci perfettamente intonata. E soprattuto a far da contraltare a colui che divverà Ismail, c'era lui Q., uno degli antagonisti più belli che abbia mai trovato in letteratura. Ecco, a Manuel Cardoso per essere veramente grande manca questo. un grande nemico. E' perennemente inseguito dai suoi fantasmi, ma i Wu Ming non riescono a materializzarli a incarnali in qualcuno di cui anche noi possiamo aver paura. Non il consigliere Nordio, non il Gran Visir Sokollu assolvono alla funzione.
E' ci viene da pensare che la persona che il vecchio Ismail rimpiange di più del suo lungo passato sia proprio il suo nemico, colui che come Penelepe la notte distruggeva le trame, i sogni da lui intessuti durante il giorno: Q.

Ma, nonostante tutto, ciò. Altai mi ha commosso. E quando a Cipro la coppia di pistole di Gert dal Pozzo, Ludovico, Eloi, o Ismail che dir si voglia son tornate a tuonare un'ulteriore, ultima volta, stavo per farci la lacrimuccia, ripensando a quel giorno nel Fondaco dei Tedeschi.


P.S : Mi verrebbe in mente anche una riflessione sull'identitaà nei romanzi dei Wu Ming, visto che ad esempio, il protagonista di Q. non ha un nome, non ha genitori nè famiglia. Egli diviene solo le lotte, i sogni di cui si facondottiero. Altrettanto il suo nemico Q. non ha un nome, solo una sigla, e non vive per se, ma solo per Carafa. E così, anche se in modo diverso, accade anche a Manuel in Altai. Però ora mi sono un po' stancato di scrivere.
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Inviato 26 settembre 2011 - 16:00

parlando di Wu Ming (e Saviano...che non c'entra molto ma in realtà sembra entrarci per davvero), avete mai sentito parlare di:
http://it.wikipedia....ew_Italian_Epic

?

Ho pescato cose interessanti sul New Italian Epic: c'entra molto coi Wu Ming, dato che è stato uno di loro a scrivere il memorandum che ha coniato il termine, che consiglio di leggere: pdf

Devo dire che bene o male mi ci ritrovo: era da tempo che sospettavo connessioni (che a quanto pare non erano "volute" ma una specie di reazione ai tempi) tra alcuni scrittori italiani come i Wu Ming, Biondillo o De Cataldo.

EDIT: e giustificano le considerazioni di cui sopra sul valore profondamente allegorico dei romanzi dei Wu Ming.
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#17 Çorkan

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Inviato 28 settembre 2011 - 12:57

Ieri notte ho avuto un'idea malsana. Provare a scrivere un adattamento televisivo di Q. e mandarglielo, ai Wu Ming.
Ovviamente, se mai mi deciderò a cominciare, non lo finirò.
E se lo finirò e glielo manderò, ci si puliranno l'ano.
Più che altro dovrei rileggerlo per la quarta volta.....
Non so perchè ma secondo me si adatta particolarmente bene.
In realtà ancora più figo sarebbe trarne una graphic novel , ma c'è il piccolo ostacolo che non so disegnare e poi sarebbe un' opera un po' titanica.
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#18 alexandre

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Inviato 28 settembre 2011 - 13:01

quando l'ho letto ho pensato subito che sarebbe stato perfetto per una trasposizione, ma vedrei meglio una serie tv che un film
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#19 Çorkan

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Inviato 28 settembre 2011 - 13:13

quando l'ho letto ho pensato subito che sarebbe stato perfetto per una trasposizione, ma vedrei meglio una serie tv che un film


Si c'è decisamente troppa ciccia per un film. E poi la scansione temporale incalzante dei capitoli favorisce una suddivisione più marcata degli eventi.
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#20 ---

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Inviato 28 settembre 2011 - 15:54

Potresti farlo, non sono contrari a priori alla fan fiction e dintorni.
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#21 Çorkan

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Inviato 28 settembre 2011 - 16:02

Potresti farlo, non sono contrari a priori alla fan fiction e dintorni.


mmm, visto il progetto Manituana mi pare anzi che la incentivino. Anche se vista la scarsezza del romanzo smisi di seguirlo piuttosoto presto e quindi potrei sbagliarmi
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#22 ---

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Inviato 28 settembre 2011 - 16:17

Potresti farlo, non sono contrari a priori alla fan fiction e dintorni.


mmm, visto il progetto Manituana mi pare anzi che la incentivino. Anche se vista la scarsezza del romanzo smisi di seguirlo piuttosoto presto e quindi potrei sbagliarmi

No, è vero :) Anzi nell'articolo di cui sopra (spam occulto! :lol:) dicono che una delle caratteristiche del genere è proprio l'interazione dei fan tramite internet, hanno usato un termine preciso ma adesso non mi viene in mente...
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#23 Çorkan

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Inviato 29 settembre 2011 - 14:43

Boh, intanto ho iniziato a rileggerlo prendendomi qualche appunto, poi vedremo.
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#24 Çorkan

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Inviato 04 ottobre 2011 - 01:07

Ho trovato questa intervista rilasciata ai tempi dell'uscita di Altai e che secondo me chiarisce bene la loro "filosofia", i metodi di lavoro e la loro evoluzione. Non sono d'accordo sul parziale "rinnegamento" (ma questa è certo una parola troppo forte, ma ora non me ne viene in mente nessun altra, scusate) di Q., anche se certo nasce da un ragionamento comprensibile.

http://www.wumingfou...=4288#more-4288
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#25 Guy Montag

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Inviato 07 ottobre 2011 - 13:23

Avrei un dubbio, leggendo questa sezione ho pensato al gruppo Luther Blisset che criticavano Guy Debord salvo dire in fondo le stesse cose anche se in maniera diversa e dopo un bel numero di anni.

Sono io che mi sono perso qualche passaggio, oppure sono loro che hanno aperto gli occhi?
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#26 Çorkan

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Inviato 13 ottobre 2011 - 23:05

Sabato 29 ottobre, Lucca Comics, Sala Ingellis h. 11: Wu Ming 4 e Roberto Arduini parleranno di “Percorsi narrativi e itinerari tematici nel Fandom e nella fanfiction tolkieniana”.
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#27 JackNapier

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Inviato 02 novembre 2011 - 16:05

e qui gli appunti di wu ming 4 per la conferenza. Come sempre ricchi di spunti interessanti e curiosità da appuntarsi (il progetto di film coi Beatles e Kubrick regista :cool2: ).
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#28 satyajit

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Inviato 05 novembre 2011 - 07:56

Sto leggendo Q, sono a un terzo e devo dire che al momento proprio non mi acchiappa, anzi un po' mi disturba. Innanzi tutto perché è pedante, e la pedanteria ultimamente non la sopporto proprio, anche con Le particelle elementari ho avuto la stessa reazione. Poi perché sul piano stilistico mi dà una vaga idea di dilettantismo spinto, con quelle frasi a effetto e la struttura temporale scopertamente post-moderna. Farò lo sforzo di finirlo, sperando che migliori. Prevedo agnizioni fulminanti, talmente fulminanti che le prevedo. Ora che mi sono sbilanciato vediamo se il romanzo mi smentisce.
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#29 Mcguffin

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Inviato 05 novembre 2011 - 09:26

Calma, luther blissett non è un collettivo di scrittori.
E soprattutto, LB >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Wu ming
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#30 Çorkan

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Inviato 05 novembre 2011 - 09:36

la struttura temporale scopertamente post-moderna. Farò lo sforzo di finirlo, sperando che migliori. Prevedo agnizioni fulminanti, talmente fulminanti che le prevedo. Ora che mi sono sbilanciato vediamo se il romanzo mi smentisce.


Ma la struttura temporale è direi la cosa più magnificente del romanzo! Io l'ho capita appieno solo alla terza lettura....
Agnizoni poi non ne ricordo di particolari (vabeh, a parte una...)
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#31 satyajit

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Inviato 20 novembre 2011 - 14:18

Finito 'sta mattina. Valeva la pena arrivare in fondo, almeno per restare ammirati dall'ambiaziine del mattonazzo: davvero riesce a toccare e racchiudere innumerevoli aspetti fondamentali della cultura contemporanea, non solo Europea. Chapeau. Sulla scrittura mantengo tutte le riserve; non mi è parso uno stile particolarmente efficace o raffinato.

Calma, luther blissett non è un collettivo di scrittori.


No? E' uno solo dietro pseudonimo? :mellow:
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#32 ---

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Inviato 20 novembre 2011 - 15:29


Calma, luther blissett non è un collettivo di scrittori.


No? E' uno solo dietro pseudonimo? :mellow:

Non so se wikipedia dica boiate ma dovrebbe essere (stato) un collettivo.
  • 0

#33 satyajit

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Inviato 20 novembre 2011 - 15:35

Ora che ci penso, forse Mcguffin intende dire che erano un collettivo. Punto.
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#34 corrigan

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Inviato 20 novembre 2011 - 15:35

vai tranquilla, sono i Wu Ming prima di aver cambiato nome.
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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#35 Mcguffin

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Inviato 21 novembre 2011 - 13:34

Ora che ci penso, forse Mcguffin intende dire che erano un collettivo. Punto.

Esatto.
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#36 neuro

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Inviato 21 novembre 2011 - 17:25

luther blisset era un NOME che gli hacker (in senso ampio) usavano negli anni 90 ogni qual volta non volevano usare la propria identità

http://www.lutherblissett.net/

in questo contesto lo usarono anche i wu ming

quandi esplose il fenomeno Q pur di non vampirizzare il movimento luther blisset cambiarono nome, scelta anche coraggiosa dal punto di vista commerciale

a me piacciono molto. Una volta un amico mi disse:" sto leggendo Q,il protagonista ti somiglia" e lo considero tra i più grandi complimenti ricevuti in vita mia.
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apri apri, apri tutto!

#37 murphy

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Inviato 29 ottobre 2018 - 11:00

segnalo l'uscita del nuovo romanzo del gruppo, "Proletkult".

 

Proletkult_cover_def.png

 

ambientato nell'URSS del 1927, ha per protagonista lo scrittore, medico e filosofo Aleksandr Bogdanov, un cane sciolto rivale di Lenin realmente esistito. Bogdanov ha scritto uno dei primi romanzi di fantascienza russi, "Stella Rossa", e anche questo di Wu Ming è stato promosso come un'apertura del collettivo al genere.

per ora ne ho letto un terzo e mi sembra stia ingranando, di sicuro i tre sanno come tirare i fili di una storia. vediamo come va a finire, poi se qualcun altro lo sta leggendo se ne può parlare.

 

inoltre, c'è una bella inchiesta di Wu Ming 1 su complottismi e debunking, sto leggendo proprio ora la seconda parte. c'è anche una specie di flashback sull'attività del Luther Blissett Project di cui sapevo poco, direi che vale una lettura nonostante la mia generale idiosincrasia per i Wu Ming attivisti/saggisti (li preferisco decisamente come romanzieri).

 

qui la prima parte: https://www.internaz...complotto-qanon

e qui la seconda: https://www.internaz...eoria-complotto


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#38 River Potomac

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Inviato 02 novembre 2018 - 13:39



segnalo l'uscita del nuovo romanzo del gruppo, "Proletkult".

 

Proletkult_cover_def.png

 

ambientato nell'URSS del 1927, ha per protagonista lo scrittore, medico e filosofo Aleksandr Bogdanov, un cane sciolto rivale di Lenin realmente esistito. Bogdanov ha scritto uno dei primi romanzi di fantascienza russi, "Stella Rossa", e anche questo di Wu Ming è stato promosso come un'apertura del collettivo al genere.

per ora ne ho letto un terzo e mi sembra stia ingranando, di sicuro i tre sanno come tirare i fili di una storia. vediamo come va a finire, poi se qualcun altro lo sta leggendo se ne può parlare.

 

inoltre, c'è una bella inchiesta di Wu Ming 1 su complottismi e debunking, sto leggendo proprio ora la seconda parte. c'è anche una specie di flashback sull'attività del Luther Blissett Project di cui sapevo poco, direi che vale una lettura nonostante la mia generale idiosincrasia per i Wu Ming attivisti/saggisti (li preferisco decisamente come romanzieri).

 

qui la prima parte: https://www.internaz...complotto-qanon

e qui la seconda: https://www.internaz...eoria-complotto

Romanzo molto bello, scrittura godibilissima come loro sanno sempre avere, ma mi è parso un po' un episodio minore. Dopo le sperimentazioni di commistione fra saggio, romanzo e inchiesta dei loro lavori solisti e dell'ultimo magnifico L'invisibile Ovunque ritornano al romanzo classico (anche se avevano annunciato che la svolta del precedente romanzo sarebbe continuata qua). Resta comunque molto bello e come tutti i loro romanzi fa venire voglia di approfondire tutto sui temi trattati, voglio leggermi assolutamente Stella Rossa e sapere di più sui pionieri sovietici dei viaggi spaziali sempre se siano esistiti, dato che nei loro ultimi romanzi hanno preso a muoversi sul confine fra realtà e finzione in un modo molto originale. Difetti maggiori: l'alieno catapultato sulla terra, ingenuo e bisognoso di cure è un po' un chliché, inoltre non ho capito bene l'ultima riga, che vuol dire che ora Bogdanov è pronto a tornare su Nakum?

 

Pessima la copertina definitiva in stile Zerocalcare, che da un messaggio abbastanza infantile e slegato dal contenuto del libro. Molto più bella e indicata quella provvisoria.

 

Proletkult_cover.jpg


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