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La crisi in Europa


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367 replies to this topic

#101 mingus

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Inviato 13 luglio 2011 - 15:22

Fare politiche di spesa alla Craxi ha portato al ragguardevole risultato di avere un debito al 120%. E' questo, e non l'euro, ad imporre i tagli. Posso spendere quando ho i soldi, non quando non ce li ho. I tagli di spesa poi dipende come li fai, se io taglio le pensioni minime è un conto, se taglio le baby pensioni è un altro. Dipende da come li usi i soldi, un tipo di ragionamento che ovviamente chi ragiona in modo ideologico non concepisce. All'europa non frega niente se tagli le pensioni o le auto blu, l'importante è che hai i conti in ordine. Non capisco, proprio mi sfugge, perchè dovrebbe essere giusto continuare a fare debiti su debiti.


Concordo sull'opinione sul disastro delle "politiche à la Craxi". Non condivido quando dici che per l'EU tagliare auto blu o pensioni sia la stessa cosa.
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#102 ucca

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Inviato 13 luglio 2011 - 15:27


Fare politiche di spesa alla Craxi ha portato al ragguardevole risultato di avere un debito al 120%. E' questo, e non l'euro, ad imporre i tagli. Posso spendere quando ho i soldi, non quando non ce li ho. I tagli di spesa poi dipende come li fai, se io taglio le pensioni minime è un conto, se taglio le baby pensioni è un altro. Dipende da come li usi i soldi, un tipo di ragionamento che ovviamente chi ragiona in modo ideologico non concepisce. All'europa non frega niente se tagli le pensioni o le auto blu, l'importante è che hai i conti in ordine. Non capisco, proprio mi sfugge, perchè dovrebbe essere giusto continuare a fare debiti su debiti.


Concordo sull'opinione sul disastro delle "politiche à la Craxi". Non condivido quando dici che per l'EU tagliare auto blu o pensioni sia la stessa cosa.


se hai i conti in ordine non possono dirti niente. Che poi quando si parla di riformare le pensioni sono contenti è vero, ma sta ai singoli governi scegliere. Certo che l'Italia ha poco da scegliare, è in una situazione ridicola: guardate solo qua:

http://www.repubblic...953/?ref=HREA-1
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#103 gulliver

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Inviato 13 luglio 2011 - 16:22

Certo che l'Italia ha poco da scegliare, è in una situazione ridicola: guardate solo qua:

http://www.repubblic...953/?ref=HREA-1



sarebbe stata la prima liberalizzazione seria di B in 9 anni a palazzo chigi, sono riusciti a scongiurarla in extremis
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#104 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 13 luglio 2011 - 17:21

Boh, sull'abolizione dell'ordine, parlo del mio ovviamente, posso anche essere d'accordo. In ogni caso fa poco. Certo il mio mi da un'offerta completa gatis per la formazione professionale permanente obbligatoria per legge, che altrimenti dovrei pagarmi, però al di fuori di quello fa poco.
Risucote la quota annualmente e poi se ho bisogno di qualcosa... provvedimenti disciplinari verso chi se lo meriterebbe neanche a parlarne.

però l'esame di Stato no, sono totalmente contrario all'abolizione.
1 - E' previsto dalla Costituzione, per abolirlo ci vuole una legge di riforma costituzionale (leggi, tempi biblici);
2 - Non è neanche giusto in generale. Un minimo di "filtro" ci vuole, sennò chi garantisce il cliente? E poi che discorsi sono: esco dall'università, faccio tre anni di tirocinio (o vogliono abolire anche quello? Non so) e inizio a esercitare di sboccio. Mah... Permettetemi di dubitare di un meccanismo del genere possa porrtare dei vantaggi a noi, che siamo già troppi o alla platea dei cienti.

Poi appunto, parlo sempre per me e per la mia professione, dove conosco la situazione, ovvio, la concorrenza già c'è, è anche troppa. Siamo tantissimi. Di sicuro più di quello che ci vorrebbe in questa situaizone di crisi e molti sono dei manfani. Oltre a un numero esorbitante di truffatori e incompetenti (tipo consulenti de lavoro che si improvvisano commercialisti o avvocati che pensano di saper fare tutto anche in campi che non gli competono). Boh, non so a chi porterebbe vantaggi un "liberi tutti".
Questo è un mestiere maledettamente difficile e impegnativo. Un ragazzino alle prime armi se non è un fenomeno rischia, anzi, di essere travolto.
Comunque basta che poi al solito non ci ritroviamo con l'attrezzo in quel posto solo noi, che a quanto pare siamo "il male". Se tutte le categorie professionali danno un contributo alle liberalizzazioni se ne può discutere.
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#105 loki

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Inviato 14 luglio 2011 - 05:30

http://www.youtube.c...h?v=Y-lqyoseETg
Qui Barnard parla dell'ideologia mercatista e dice esattamente le stesse cose che Tremonti dice qui: http://www.youtube.c...h?v=40wx_tXNtG4

Ah dimenticavo, anche Tremonti è un complottista.

http://www.pinobruno...o-i-mass-media/
E anche Chomsky parla di elites e di GomBlotti. Ah, questi GomBlottisti
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#106 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 14 luglio 2011 - 09:51

Tremonti ha detto e dice miliardi di cose. La maggior parte delle quali puttanate propagandistiche. Piuttosto che citare Tremonti, che in tre anni è stato a ripeterci costantemente che "tutto va bene Madama la Marchesa" e "l'Italia sta messa molto meglio di altri paesi", tanto per far contento il padrone per il quale la crisi non esiste, io ci farei non uno ma dieci pensieri sopra.
Francamente quello che dice Tremonti ormai da un'orecchio deve entrare e dall'altro uscire. E' il primo che dovrebbe dimettersi subito dopo aver apprrovato questa manovra, per come ha affrontato con leggerezza la legislatura per poi svegliarsi tutto di un botto con le corse per andare ad approvare la finanziaria o, peggio ancora, frasi ridicole tipo: "Negli ultimi tre anni non è stato fatto nulla". Ma no? Non mi dire! Chissà chi c'era al governo e a governare l'Economia, forse la marmotta che incarta la cioccolata? Purtroppo non lo farà mai.
Ora scopre l'acqua calda che le agenzie di rating americane e i grandi investitori/speuclatori contano troppo e infuenzano da soli l'andamento dei mercati di borsa, potendo gettare in crisi senza uscita interi paesi. Bungiorno margheritina, ben svegliata.
Tremonti... bah.

Chomski dice quallo che ha sempre detto ed esattamente quello che si va ripetendo da diciassette anni, da quando Berlusconi si è presentato agli italiani come il Messia. Cose ormai di dominio pubblico e di cui si parla ovunque, salvo ovviamente dalle parti della destra. E quindi? Perché ora si sveglia (per finta) Tremonti a suon di banalità dobbiamo prostrarci?
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#107 ucca

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Inviato 14 luglio 2011 - 09:56

Tremonti ha detto e dice miliardi di cose. La maggior parte delle quali puttanate propagandistiche. Piuttosto che citare Tremonti, che in tre anni è stato a ripeterci che "tutto va bene Madama la Marchesa" e "l'Italia sta messa motlo meglio di altri paesi" tanto per far contento il padrone per il quale la crisi non esiste, io ci farei non uno ma dieci pensieri sopra.
Francamente quelo che dice Tremonti ormai da un'orecchio mi entra e dall'altro mi esce. E' il prio che dovrebbe dimettersi subito dopo aver apprrovato questa manovra, per come ha affrontato con leggerezza questa legislatura per poi svegliarsi tutto di un botto con corse per andare ad approvare la finanziaria o, peggio ancora, frasi ridicole tipo: "Negli ultimi tre anni non è stato fatto nulla". Ma no? davvero? Chissà chi c'era al governo e a governare l'Economia, forse la marmotta che incarta la cioccolata? Purtroppo non lo farà mai.
Tremonti...



Quello che mi fa ridere, è che quasi quasi l'intellighenzia di sinistra (repubblica, dalemiani e qualche altro furbone) siccome si è creato un conflitto
fra berlusconi e tremonti, cominciano a rivalutare il nostro che è il re dei mediocri. In tre anni che sta là non è riuscito nemmeno a far partire una spending
review per capire dove cazzo allocare i soldi (cosa che aveva provato a fare Padoa Schioppa) senza affidarsi a tagli lineari e evoluzione dello storico (magari io ho speso anno per anno 80, 90, 100 per fare una cosa che richiedeva 50, e mi sento uno in gamba ad aver ridotto a 90).
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#108 Dylan

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Inviato 14 luglio 2011 - 09:57

The Guardian - Silvio Berlusconi may have screwed Europe – not just Italy

"The sooner Berlusconi goes, the better"
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Per sogni, per chimere
e per castelli in aria
l’anima ho milionaria.

#109 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 14 luglio 2011 - 10:09

Si, però intanto Berlusconi continua a tacere. Un cominicatino martedì e attorno il silenzio.
Lui che ci ha ammorbato per anni, decenni, tutti i giorni con i suoi interventi, la sua propaganda, le sue barzellette, le sue lamentazioni da vittima, i suoi attacchi, i suoi pareri anche non richiesti dal calcio ai grandi problemi internazionali, ora che serve non spiccica una parola da una settimana. Parla la figlia, invece, guarda caso. Per me si prepara la seocnda "discesa in campo". La razza furiosa è la stessa di sicuro.

Quello che mi fa ridere, è che quasi quasi l'intellighenzia di sinistra (repubblica, dalemiani e qualche altro furbone) siccome si è creato un conflitto fra berlusconi e tremonti, cominciano a rivalutare il nostro che è il re dei mediocri.


Davvero. Si può solo sorridere.
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#110 loki

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Inviato 14 luglio 2011 - 10:11


Tremonti ha detto e dice miliardi di cose. La maggior parte delle quali puttanate propagandistiche. Piuttosto che citare Tremonti, che in tre anni è stato a ripeterci che "tutto va bene Madama la Marchesa" e "l'Italia sta messa motlo meglio di altri paesi" tanto per far contento il padrone per il quale la crisi non esiste, io ci farei non uno ma dieci pensieri sopra.
Francamente quelo che dice Tremonti ormai da un'orecchio mi entra e dall'altro mi esce. E' il prio che dovrebbe dimettersi subito dopo aver apprrovato questa manovra, per come ha affrontato con leggerezza questa legislatura per poi svegliarsi tutto di un botto con corse per andare ad approvare la finanziaria o, peggio ancora, frasi ridicole tipo: "Negli ultimi tre anni non è stato fatto nulla". Ma no? davvero? Chissà chi c'era al governo e a governare l'Economia, forse la marmotta che incarta la cioccolata? Purtroppo non lo farà mai.
Tremonti...



Quello che mi fa ridere, è che quasi quasi l'intellighenzia di sinistra (repubblica, dalemiani e qualche altro furbone) siccome si è creato un conflitto
fra berlusconi e tremonti, cominciano a rivalutare il nostro che è il re dei mediocri. In tre anni che sta là non è riuscito nemmeno a far partire una spending
review per capire dove cazzo allocare i soldi (cosa che aveva provato a fare Padoa Schioppa) senza affidarsi a tagli lineari e evoluzione dello storico (magari io ho speso anno per anno 80, 90, 100 per fare una cosa che richiedeva 50, e mi sento uno in gamba ad aver ridotto a 90).


Re dei mediocri? Sei su marte. Se non fosse stato per Tremonti saremmo in default da un pezzo. Poi qualche sapientone deficiente dirà che era facile fare tagli lineari piuttosto che fare scelte politiche. Allora dico a questi sapientoni deficienti che diranno cose del genere che dal dopoguerrra in poi mai nessuno è riuscito a tagliare caste e privilegi, non poteva riuscirci lui, vista la precaria situazione di governo. Ha fatto il massimo che si poteva fare in questa situazione.
Aggiungo che il video postato sopra poco centra con la sua politica economica, essendo un discorso di economia politica. A voi la differenza.
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#111 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 14 luglio 2011 - 10:15

Aahahahahah! Tremonti leader della sinistra! Lo sapevo! B)

Via, abbiamo perso anche a questa tornata. Non c'è niente da fare. E anche se si vincerà avremo perso lo stesso.
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#112 ArchieFisher

    pacato come il vecchio che ho in avatar da 50 anni

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Inviato 14 luglio 2011 - 10:30

Ma via dai. Basta per favore.


Appunto, basta tutti e due.

N.B. vari messaggi sono stati "moderati"
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Life was never better than
in nineteen sixty-three

Ogni vita ha peso e dimenticanza calcolabili

"What kind of music do you usually have here?"
"Oh, we got both kinds. We got Country, and Western."

#113 Ukrainian Roulette

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Inviato 14 luglio 2011 - 11:15

Il punto è che Tremonti sembra più un complottista nel senso che VI partecipa.

Un serio antagonista del minstro dovrebbe chiedergli che cazzo va a fare alle riunioni dei Bilderbergers... Ce ne sono ? Draghi ? no,vi partecipa anche lui,una bella intervista di mezz'ora della Annunziata ? No, vi partecipa anche lei. Prodi ? No,c'è stato anche lui....
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#114 gulliver

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Inviato 14 luglio 2011 - 13:50

Quello che mi fa ridere, è che quasi quasi l'intellighenzia di sinistra (repubblica, dalemiani e qualche altro furbone) siccome si è creato un conflitto
fra berlusconi e tremonti, cominciano a rivalutare il nostro che è il re dei mediocri..


esilarante domenica su repubblica scalfari che sparava a zero su tremonti e giannini che ne tesseva le lodi :facepalm:
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#115 Marguati

    opinion maker

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Inviato 14 luglio 2011 - 14:14

Immagine inserita

USA, DEFAULT SOVRANO PER IL MINNESOTA
Cade una"stella" dell'american dream
Oltre 24mila dipendenti pubblici a casa, parchi pubblici chiusi e stop alla realizzazione di infrastrutture

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#116 Kaleir

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Inviato 16 luglio 2011 - 12:33





ma lui dà lezioni di economia, il problema è proprio che son distorte per avvalorare la sua "denuncia".


Ehm.. io non vedo nessuna lezione di economia(se mai ce ne fosse una sarebbe di storia, ma nemmeno), anche perché non sarebbe possibile coprire 90 anni in un ora, al massimo cerca di far capire di cosa sta parlando.


ma non è che questo barnard sta diventanto l'ultimo dei vati intoccabili sfornati da internet? perchè tutti gli elementi che ho elencato prima sono economici, e se parla per un'ora di come questo sia inutile, questo sia un fantoccio, quest'altro non venga considerato, di quest'altro ancora si fa finta di nulla, allora sì, fa una lezione (molto pseudo)economica.
non è che sostenere come inflazione e debito siano due problemi inventati sia proprio da trattato storico o denuncia sociale.

se poi abbiam bisogno di barnard per scoprire (o dargli la paternità/preveggenza) privatizzazioni e liberalizzazioni siam messi proprio male.


A me sembra invece che la tendenza sia quella di assumere l'atteggiamento degli illuminati che troppo superficialmente accusano gli altri di incompetenza; Io questo topic lo leggo perché non so e non sapendo cerco di capire, di difendere persone a cui non ho mai neanche rivolto la parola frega niente, semmai mi interessa sapere perché, nel concreto(e non con i secchi "questo e quello sono cazzate." che non portano da nessuna parte), le opinioni di Wray(dalle quali Barnard si limita ad accingere), che poi sono comuni o comunque molto vicine a quelle di altri(tipo Chomsky) e che a me sembrano verosimili, sarebbero puttanate(non è dicendo "la terra non è piatta" che dimostri che in effetti è tonda).
Quello che vedo da parte tua(e da parte di qualcun altro), invece, è tacciare rimanendo sul vago e spiegando zero di ciò che invece potrebbe essere un valido contributo alla discussione, che fino a questo punto hai solo minato con un'attitudine tacitatoria, etichettando senza mai entrare nel merito.


ma vuoi che mi metta a spiegare alcuni dei concetti base dell'economia o che tenga una lezione d'economia (che, ricordiamo, per te non dà nemmeno barnard in quell'intervento di oltre un'ora)?
ho detto in cosa non mi ritrovo nell'analisi di bernard, se uno è veramente interessato alla materia si procura qualche manuale e vede come questi elementi siano stati considerati nel corso delle varie evoluzioni del pensiero economico. questo sia perchè non voglio nè mi sento in grado di fare il professore, sia perchè ritengo che ci si debba informare attraverso i giusti canali e nel giusto ordine.

in ogni caso accusarmi di "attitudine tacitatoria" visto il livello di certe risposte (vedi loki il maturo) scusa ma mi fa almeno sorridere.


Tremonti ha detto e dice miliardi di cose. La maggior parte delle quali puttanate propagandistiche. Piuttosto che citare Tremonti, che in tre anni è stato a ripeterci che "tutto va bene Madama la Marchesa" e "l'Italia sta messa motlo meglio di altri paesi" tanto per far contento il padrone per il quale la crisi non esiste, io ci farei non uno ma dieci pensieri sopra.
Francamente quelo che dice Tremonti ormai da un'orecchio mi entra e dall'altro mi esce. E' il prio che dovrebbe dimettersi subito dopo aver apprrovato questa manovra, per come ha affrontato con leggerezza questa legislatura per poi svegliarsi tutto di un botto con corse per andare ad approvare la finanziaria o, peggio ancora, frasi ridicole tipo: "Negli ultimi tre anni non è stato fatto nulla". Ma no? davvero? Chissà chi c'era al governo e a governare l'Economia, forse la marmotta che incarta la cioccolata? Purtroppo non lo farà mai.
Tremonti...



Quello che mi fa ridere, è che quasi quasi l'intellighenzia di sinistra (repubblica, dalemiani e qualche altro furbone) siccome si è creato un conflitto
fra berlusconi e tremonti, cominciano a rivalutare il nostro che è il re dei mediocri. In tre anni che sta là non è riuscito nemmeno a far partire una spending
review per capire dove cazzo allocare i soldi (cosa che aveva provato a fare Padoa Schioppa) senza affidarsi a tagli lineari e evoluzione dello storico (magari io ho speso anno per anno 80, 90, 100 per fare una cosa che richiedeva 50, e mi sento uno in gamba ad aver ridotto a 90).


davvero, pessimi proprio.


le opinioni di due keynesiani:
http://www.ilfattoqu...age-1/#comments
http://www.economiae...smo-keynesismo/
interessanti alcuni commenti.

sui debiti sovrani e le agenzie di rating:
http://www.nelmerito...d=1445&Itemid=1
http://www.nelmerito...=1394&Itemid=69
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Ciao, io sono una firma.


#117 Notker

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Inviato 18 luglio 2011 - 17:56

anche oggi le borse sono andate di merda... Milano sotto il 3%

il miracolo (come auspicava Napolitano) della manovra tremontiana s'è rivelato un boomerang pazzesco e imprevedibile (o no?)
  • 0
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#118 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 18 luglio 2011 - 18:50

ps napolitano detto il merda :P



eh beh... stavolta sono costretto a lasciartela passare... ma ci rincontreremo, gringo :P
  • 0
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#119 ucca

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Inviato 18 luglio 2011 - 19:50






ma lui dà lezioni di economia, il problema è proprio che son distorte per avvalorare la sua "denuncia".


Ehm.. io non vedo nessuna lezione di economia(se mai ce ne fosse una sarebbe di storia, ma nemmeno), anche perché non sarebbe possibile coprire 90 anni in un ora, al massimo cerca di far capire di cosa sta parlando.


ma non è che questo barnard sta diventanto l'ultimo dei vati intoccabili sfornati da internet? perchè tutti gli elementi che ho elencato prima sono economici, e se parla per un'ora di come questo sia inutile, questo sia un fantoccio, quest'altro non venga considerato, di quest'altro ancora si fa finta di nulla, allora sì, fa una lezione (molto pseudo)economica.
non è che sostenere come inflazione e debito siano due problemi inventati sia proprio da trattato storico o denuncia sociale.

se poi abbiam bisogno di barnard per scoprire (o dargli la paternità/preveggenza) privatizzazioni e liberalizzazioni siam messi proprio male.


A me sembra invece che la tendenza sia quella di assumere l'atteggiamento degli illuminati che troppo superficialmente accusano gli altri di incompetenza; Io questo topic lo leggo perché non so e non sapendo cerco di capire, di difendere persone a cui non ho mai neanche rivolto la parola frega niente, semmai mi interessa sapere perché, nel concreto(e non con i secchi "questo e quello sono cazzate." che non portano da nessuna parte), le opinioni di Wray(dalle quali Barnard si limita ad accingere), che poi sono comuni o comunque molto vicine a quelle di altri(tipo Chomsky) e che a me sembrano verosimili, sarebbero puttanate(non è dicendo "la terra non è piatta" che dimostri che in effetti è tonda).
Quello che vedo da parte tua(e da parte di qualcun altro), invece, è tacciare rimanendo sul vago e spiegando zero di ciò che invece potrebbe essere un valido contributo alla discussione, che fino a questo punto hai solo minato con un'attitudine tacitatoria, etichettando senza mai entrare nel merito.


ma vuoi che mi metta a spiegare alcuni dei concetti base dell'economia o che tenga una lezione d'economia (che, ricordiamo, per te non dà nemmeno barnard in quell'intervento di oltre un'ora)?
ho detto in cosa non mi ritrovo nell'analisi di bernard, se uno è veramente interessato alla materia si procura qualche manuale e vede come questi elementi siano stati considerati nel corso delle varie evoluzioni del pensiero economico. questo sia perchè non voglio nè mi sento in grado di fare il professore, sia perchè ritengo che ci si debba informare attraverso i giusti canali e nel giusto ordine.

in ogni caso accusarmi di "attitudine tacitatoria" visto il livello di certe risposte (vedi loki il maturo) scusa ma mi fa almeno sorridere.


Tremonti ha detto e dice miliardi di cose. La maggior parte delle quali puttanate propagandistiche. Piuttosto che citare Tremonti, che in tre anni è stato a ripeterci che "tutto va bene Madama la Marchesa" e "l'Italia sta messa motlo meglio di altri paesi" tanto per far contento il padrone per il quale la crisi non esiste, io ci farei non uno ma dieci pensieri sopra.
Francamente quelo che dice Tremonti ormai da un'orecchio mi entra e dall'altro mi esce. E' il prio che dovrebbe dimettersi subito dopo aver apprrovato questa manovra, per come ha affrontato con leggerezza questa legislatura per poi svegliarsi tutto di un botto con corse per andare ad approvare la finanziaria o, peggio ancora, frasi ridicole tipo: "Negli ultimi tre anni non è stato fatto nulla". Ma no? davvero? Chissà chi c'era al governo e a governare l'Economia, forse la marmotta che incarta la cioccolata? Purtroppo non lo farà mai.
Tremonti...



Quello che mi fa ridere, è che quasi quasi l'intellighenzia di sinistra (repubblica, dalemiani e qualche altro furbone) siccome si è creato un conflitto
fra berlusconi e tremonti, cominciano a rivalutare il nostro che è il re dei mediocri. In tre anni che sta là non è riuscito nemmeno a far partire una spending
review per capire dove cazzo allocare i soldi (cosa che aveva provato a fare Padoa Schioppa) senza affidarsi a tagli lineari e evoluzione dello storico (magari io ho speso anno per anno 80, 90, 100 per fare una cosa che richiedeva 50, e mi sento uno in gamba ad aver ridotto a 90).


davvero, pessimi proprio.


le opinioni di due keynesiani:
http://www.ilfattoqu...age-1/#comments
http://www.economiae...smo-keynesismo/
interessanti alcuni commenti.

sui debiti sovrani e le agenzie di rating:
http://www.nelmerito...d=1445&Itemid=1
http://www.nelmerito...=1394&Itemid=69


Sono articoli interessanti, ma non c'entrano niente con quello che ho scritto.
Tra l'altro personalmente questa diatriba fra neo-liberismo e neo-keynesianismo
da ex studente di economia politica mi interessa meno di zero. Qualsiasi politica
è uno strumento, non un fine. Sennò non si economia, ma ideologia che è una roba
vecchia, del secolo scorso. Se io come Italia ho un debito del 120%
mi preoccupo di come spendere in modo sensato quei pochi soldi che ho. Non serve
Keynes, forse basta una casalinga. Ha avuto senso bruciare 8 miliardi di euro per mantenere
l'italinità di CAI? Per me meno di zero. Forse potevamo spenderli meglio? E forse si.
Strumento-risultato. Costo dello strumento, analisi del beneficio. Tutto qua.
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#120 Kaleir

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Inviato 18 luglio 2011 - 22:47

infatti non erano riferiti a te, forse dovevo mettere qualche altro spazio asd

gli strumenti necessari ad uscire dalla crisi comunque non mi sembrano riducibili a semplice ideologia spicciola (poi sì quell'articolo sul fatto dice poco, per questo indicavo anche i commenti).
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#121 Giovanni Drogo

    Non lo so

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Inviato 25 ottobre 2011 - 15:19

http://www.corriere....2e85c9dff.shtml

Ennesima delocalizzazione produttiva, stavolta la Norvartis taglierà circa 2000 posti di lavoro in Europa e negli USA, creandone nel frattempo di nuovi in Asia (Cina e Korea probabilmente), vediamo come verrà gestito il cambio con i sindacati, ma quello che vorrei chiedere è, quanto giuste e legittime sono queste delocalizzazioni? Non parlo in tal caso nello specifico della Novartis, ma mi pare che questo sia un problema di interessi, quando un'azienda così grande perseguendo il proprio interesse eccede in ottimizzazione dei costi e finisce a danneggiare la collettività?
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Statisticamente parlando, non lo so.


#122 satyajit

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Inviato 25 ottobre 2011 - 15:33

Sono giuste, o meglio normali, dal punto di vista degli imprenditori. Il problema è che i governi pesso si dimenticano di fare gli interessi del paese - e una delocalizzazione va contro questi interessi - e non della sola classe imprenditoriale.
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#123 HardNheavy

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Inviato 01 novembre 2011 - 11:30

Come evitare il suicidio dell'Europa

Fonte: il manifesto | Autore: Riccardo Bellofiore, Jan Toporowski

Siamo a metà del decorso «naturale» della crisi (svalorizzazione e centralizzazione del capitale, nuove recinzioni dei beni comuni). Serve un «programma minimo» con al centro la socializzazione degli investimenti, le banche come public utilities, lo Stato garante di buona e piena occupazione, il controllo dei capitali La Grecia non è responsabile della crisi europea. Se l'euro fosse ristretto alla Germania e i suoi satelliti la crisi sarebbe potuta scoppiare in Belgio, il cui rapporto debito pubblico/Pil è al 100%. La variabile chiave non è il debito in rapporto al Pil, o in assoluto, ma quanto la banca centrale si rifiuta di rifinanziare. L'ideologia secondo cui le banche centrali dell'Unione Europea dovrebbero acquistare titoli privati, persino tossici, ma non titoli di stato, è stata incrinata, ma troppo timidamente.

La Bce ha aderito a fondi di stabilizzazione, ha ampliato la durata delle concessioni di liquidità, ha esteso la gamma dei titoli che accetta, rifinanzia i titoli di stato sui mercati secondari. Si dovrebbe però garantire stabilmente la liquidità del mercato dei titoli pubblici: anche solo sui mercati secondari, ma con un intervento annunciato, credibile e continuo.

Il default non dovrebbe essere un problema. Parte della sinistra ne pare convinta e propugna, a partire dalla Grecia, il diritto al default. Qualcuno, anzi, suggerisce di uscire dall'euro per guadagnare competitività. Bisognerebbe chiedersi cosa succederebbe al sistema bancario se ciò che si desidera si verificasse. Un default dichiarato lo farebbe crollare. In Grecia, le banche hanno sostenuto il debito pubblico, rifinanziandosi con la Bce: meccanismo indiretto ma efficace, disegnato perversamente. Con il default il governo si rifiuterebbe di pagare le proprie banche, dovendo tornare a chiedergli prestiti. Per le banche svanirebbe il valore dei titoli di stato che detengono, rendendole insolventi. L'uscita dall'euro aggraverebbe le cose, attivando una fuga dei depositi in euro, mentre il valore delle passività nella nuova valuta schizzerebbe verso l'alto. Dietro la parola d'ordine del diritto all'insolvenza stanno ragioni forti: resistere alle politiche di austerità; contestare l'illegittimità di parte della spesa pubblica, e le condizioni imposte dalla finanza per finanziarla. La campagna per un audit sul debito europeo è giusta. Ma l'idea che l'insolvenza sia la bacchetta magica è fallace.
Vladimiro Giacché sul Fatto quotidiano ha ricordato due cose. Al debito pubblico corrisponde ricchezza privata, detenuta da investitori, banche, compagnie assicurative, fondi italiani, per circa il 56%: lavoratori e ceto medio verrebbero colpiti duramente. Inoltre, praticare un default selettivo è di difficile praticabilità, potendosi selezionare le passività di cui negare il pagamento, non i creditori.
L'attesa di un default dei paesi più in difficoltà e di una implosione dell'intera area rendono operante una tenaglia ben descritta da Pitagora (sul manifesto del 13 ottobre). Sul piano globale: i fondi fuggono dall'euro verso il dollaro, con gli Stati Uniti che evitano per adesso la discesa nel baratro. Dentro l'area dell'euro: si fugge dai titoli di stato della periferia verso quelli degli stati forti. Il depauperamento di famiglie e imprese aggraverebbe la deflazione da debiti nelle aree in difficoltà, portando a una contrazione della domanda (interna) e lasciando l'onere del traino sulle spalle di una (ipotetica) domanda estera.

A seguito della paralisi del sistema bancario, dell'esplosione del debito verso l'estero, dell'esclusione dal credito internazionale e del razionamento di quello interno, default più svalutazione aumenterebbe il peso del riaggiustamento sul potere d'acquisto dei lavoratori. È vero che nel caso italiano (secondo esportatore di manufatti in Europa) un balzo verso l'alto della competitività non è una chimera. Il recupero dei profitti non sarebbe però necessariamente legato a un miglioramento tecnico-organizzativo, e seguirebbe (in un paese dipendente dall'estero per materie prime e alta tecnologia) un forte aumento dei prezzi delle importazioni.

La crisi va battuta fermando l'effetto domino e aprendo una speranza per il futuro: vale a dire affrontando contemporaneamente crisi finanziaria e crisi reale. Dal lato finanziario occorre riscadenzare i pagamenti e abbattere i costi del debito. I governi colpiti da tassi d'interesse usurari sui titoli a lunga possono abbassarli con quella che è nota come operation twist. Emettono un largo ammontare di propri effetti a breve scadenza, acquistati dalle banche attratte da un interesse maggiore di quello sui loro depositi presso la banca centrale. Il governo impiega la moneta raccolta per acquistare le proprie obbligazioni a lunga nel mercato secondario. Il loro prezzo di mercato crescerebbe, abbattendo il tasso effettivo d'interesse. Le banche potrebbero così non vendere i propri titoli di stato in perdita, al vecchio prezzo di mercato. La manovra consente al governo di vendere titoli a lunga a rendimenti effettivi più bassi di quelli attuali, finanziando in questo modo le proprie operazioni correnti e restituendo l'indebitamento a breve.

Solo il rilancio dell'economia reale può portare a un pareggio del bilancio pubblico, come pretende la Bce. Quest'ultimo è un obiettivo sensato esclusivamente per la spesa corrente e in riferimento al reddito di pieno impiego. Oggi ci vogliono investimenti pubblici per combattere disoccupazione e precariato. Tutto ciò richiede disavanzi primari dello stato: un accrescimento del rapporto debito pubblico/Pil, riassorbito tramite un aumento del denominatore. Disavanzi "buoni" (A. Parguez sul manifesto de 2 ottobre), produttivi non solo di un più elevato livello di domanda, reddito e occupazione, ma anche di una migliore composizione della produzione. Il vero problema è la deflazione da debiti, lo sgonfiamento maligno (perché ricade sull'economia reale) dei bilanci. Il governo deve fornire asset solidi alle banche: prendere a prestito di più, ma per coprire spese che contribuiscono allo sviluppo reale dell'economia, a valori d'uso per la società.

Dal lato delle entrate, l'equilibrio di bilancio va perseguito aumentando l'imposizione fiscale sui ceti più abbienti e sulla loro ricchezza: una maggiore progressività del prelievo e forme di patrimoniale, così come più efficaci lotte all'evasione, sono ineludibili.
Dal lato delle spese, il settore privato non è trainante nella reflazione delle economie. La spesa dei governi che si rivolge all'economia reale, al netto degli interessi, sul debito, deve essere aumentata (altrimenti la base imponibile verrebbe falcidiata, e il rapporto debito/Pil crescerebbe).

Gli stati possono aumentare i salari nel pubblico impiego, accrescere il salario minimo e introdurre misure di sostegno al reddito. Con la ripresa bisognerebbe favorire un aumento più generalizzato dei salari. Le politiche di austerità vanificano il prodotto interno lordo prima ancora che si generino i desiderati avanzi di bilanci per pagare il debito: per questo va posto esplicitamente come obiettivo che i disavanzi fiscali primari siano mantenuti sino a che la crescita del Pil nominale non riduca la quota del debito.

Le misure sul salario/reddito e sui disavanzi primari hanno lo scopo di far emergere, in condizioni socialmente accettabili, quel processo inflazionistico esteso a tutta l'Europa che potrebbe rendere l'uscita dal debito un processo relativamente veloce e indolore.
Non sarebbe così se i disavanzi primari fossero concentrati soltanto su quei paesi che stanno sperimentando una sostanziale deflazione dei prezzi (al netto dell'eventuale spinta inflazionistica proveniente da materie prime, tariffe, trasporti, etc.), mantenendo per il resto l'obiettivo di soppressione dell'aumento dei prezzi. La Bce deve mutare esplicitamente indirizzo, assumendo l'obiettivo di mantenere liquido il mercato dei titoli di stato per accompagnare i necessari disavanzi pubblici primari.

Qui si apre il tema più complesso. La stabilizzazione finanziaria deve andare insieme alla reflazione della domanda, ma quest'ultima deve tradursi in una riqualificazione della spesa pubblica, che muti i caratteri dell'offerta e ridefinisca, rinforzandolo, il welfare. Non ci si può limitare a incrementi nominali o ad una crescita quantitativa. La crisi è capitalistica, ed è appena a metà del suo decorso naturale: fatto di svalorizzazione e centralizzazione del capitale, come dell'apertura di nuovi orizzonti alla valorizzazione grazie a nuove recinzioni dei beni comuni. Porta con sé un violento attacco contro il lavoro, pubblico e privato, domestico e migrante, nella produzione e nella riproduzione. La disoccupazione di massa del lavoro, ormai tutto precario, è la nuova normalità.

È urgente definire un programma minimo, che risponda all'esigenza di una diversa prosperità e di una difesa dall'insicurezza pervasiva (la capital asset inflation ha maturato consenso nel ceto medio e nel mondo del lavoro perché forniva una illusoria difesa). Un programma minimo il cui centro siano la socializzazione degli investimenti, le banche come public utilities, lo Stato garante diretto di buona e piena occupazione, il controllo dei capitali.

* Jan Toporowski è direttore dell'Economics department at the school of oriental and african studies, University of London

http://www.controlac...dio-delleuropa/
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#124 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

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Inviato 03 novembre 2011 - 20:40

http://fanuessays.bl...accentrare.html

Di chi è la colpa? Ci viene detto che la colpa è dei PIGS, che hanno speso più di quello che si potevano permettere e questo è certamente in parte vero. Ma la colossale omissione è che le banche anglo-franco-tedesche (ed extra-europee) sapevano che quei debiti non potevano essere ripagati – sono stati usati tutti i trucchi contabili possibili per nascondere la reale entità dell’indebitamento dei PIGS, fino a che non è emersa la verità in tutta la sua evidenza –, ma hanno comunque deciso di concedere i prestiti, alimentando un circolo vizioso, come uno spacciatore con i suoi clienti, presumibilmente nella certezza che, essendo “troppo grandi per fallire”, i governi sarebbero intervenuti per salvarle, a spese dei contribuenti, a beneficio dei consigli di amministrazione. Così i Tedeschi hanno pagato molto di più per salvare le proprie banche di quanto abbiano pagato per salvare la Grecia (senza averla salvata, peraltro) e, in ogni caso, quel che daranno alla Grecia finirà nelle tasche dei loro banchieri.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#125 Giovanni Drogo

    Non lo so

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Inviato 09 novembre 2011 - 21:11

http://phastidio.net...e-neoclassiche/

Articolo che commenta un altro articolo del Financial Times (forse per poterlo leggere bisogna essere iscritti), riguardante gli avvoltoi costituiti dalle oligarchie greche, che si stanno fregando le mani in attesa del default greco e degli asset pubblici che saranno dismessi.
Tutto ciò fa davvero schifo.
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Statisticamente parlando, non lo so.


#126 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 10 novembre 2011 - 22:55

L'accorato e commovente appello di Sara Tommasi mi ha convinto.

STOP AL SIGNORAGGIO PRIMARIO E SECONDARIO
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#127 TheWalrus

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Inviato 14 novembre 2011 - 17:08

http://www.europeancommongoods.org/

che ne pensate di questa cosa? si propone di avviare una sottoscrizione pubblica per acquistare i beni pubblici greci, evitandone cosi' la svendita a privati e potendo cosi' effettuare una gestione attenta all'utilita' pubblica. Non mi convince troppo, non so se e' praticabile la cosa....
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"MA DOVE SIETE FINITI ROCKETTARI? tutti coi capelli tagliati corti, tutti con le giacche e la cravatta! Un giorno uno mi disse che la CRAVATTA è il passaporto degli STRONZI."

RICHARD BENSON

#128 HardNheavy

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Inviato 15 novembre 2011 - 16:49

In Grecia, secondo i sondaggi, i Partito Comunista (10%) e La Coalizione della Sinistra Radicale (9%) sono attorno al 20%. A questi va aggiunto il 7,5% della Sinistra Democratica, che ha votato contro al governo "tecnico" greco. Pasok al 18% e Nuova Democrazia (cdx) al 28,5%. Il LAOS, partito di destra, all'8%.

http://www.globalpos...it-won’t-matter
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#129 HardNheavy

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Inviato 15 novembre 2011 - 17:59

In Spagna si vota domenica, ma la Bce detta il nome del “superministro”

Domenica 20 novembre si vota in Spagna, dopo la fine anticipata della legislatura in seguito alle dimissioni di Zapatero. E però, proprio oggi che i titoli di stato spagnoli hanno mostrato evidenti segni di sofferenza, circola non smentito il nome di un superministro che potrebbe addirittura raccogliere in sé le competenze di Economia ed Esteri. Si chiama José Manuel Gonzalez-Paramo, è un importante economista spagnolo e, soprattutto, membro del board della Bce di Mario Draghi. Se la notizia sarà confermata, dimostrerà il desiderio della Bce di controllare da molto vicino i conti dei paesi europei a maggior rischio.

Leggi il resto: http://www.linkiesta...o#ixzz1dnecxkDi
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#130 HardNheavy

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Inviato 04 gennaio 2012 - 18:01

Eccoci, sarebbe il naturale epilogo per com'è stato impostato il "salvataggio" della Grecia.

(AGI) GRECIA: GOVERNO, SENZA INTESA SU NUOVI AIUTI LASCEREMO EURO

Economia Estera

martedì 3 gennaio 2012 15.12

(AGI) Atene - Il portavoce del governo greco, Pantelis Kapsis lancia l'allarme a fa sapere che senza un'intesa sul nuovo programma di aiuti da 130 miliardi di euro, Atene sara' costretta a lasciare l'euro. "L'accordo sugli aiuti - dice in tv - va raggiunto, altrimenti saremmo fuori dal mercato e fuori dall'euro". La Grecia sta negoziando il nuovo piano di aiuti con Ue, Fmi e con i creditori privati. La scadenza e' marzo, quando scatteranno una serie di rimborsi sul debito, che se dovessero saltare porterebbero il paese in default. Finora sia Atene sia Bruxelles hanno sempre escluso una fuoriuscita dall'euro

http://www.agienergi...77&id=67&ante=0
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#131 Kaleir

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Inviato 14 gennaio 2012 - 12:09

http://www.lavoce.in...ina1002792.html

PRESTITI DELLA BCE E DEPOSIT FACILITY

di Angelo Baglioni 13.01.2012

.

Immagine inserita

Il grafico mostra lo stock di depositi detenuti dalle banche della zona euro sulla deposit facility (deposito marginale) presso la Bce. In pratica, si tratta di depositi (con scadenza overnight, cioè da un giorno a quello successivo) che le banche fanno presso la banca centrale. Sono remunerati ad un tasso d’interesse inferiore a quello di mercato e al tasso sulle operazioni di politica monetaria, cioè quello al quale le banche prendono soldi a prestito dalla banca centrale. Attualmente la deposit facility è remunerata allo 0,25 per cento, contro un tasso di policy dell’1 per cento. Per questa ragione, normalmente le banche utilizzano assai poco questa forma di deposito. Come si vede dal grafico, questo è ciò che è successo fino al settembre del 2008. Da allora, cioè dal fallimento di Lehman Brothers, le cose sono cambiate: seppure con alti e bassi, le banche utilizzano in modo consistente la deposit facility, nonostante la penalizzazione in termini di tasso d’interesse. La ragione di questa anomalia è che, in una situazione di forte tensione sui mercati finanziari, le banche vogliono avere una riserva di liquidità (soldi prontamente utilizzabili) per fare fronte a necessità improvvise, dovute ad esempio alla difficoltà di accedere al mercato monetario o ad un massiccio ritiro di depositi (da parte della clientela o di altre banche).
In questo contesto si è inserita l’operazione straordinaria di finanziamento a tre anni per 489 miliardi, effettuata dalla Bce il 22 dicembre scorso. Forse qualcuno sperava che questa operazione avrebbe contribuito a stabilizzare il mercato dei titoli di stato dei paesi ad alto debito, tra cui il nostro: in linea di principio, le banche possono comprare titoli di stato ben remunerati e presentarli come garanzia alla Bce per ottenere un prestito all’1%, con il quale finanziare lo stesso acquisto di titoli. Di fronte alle resistenze della Bce a rafforzare il suo programma di acquisto di titoli di stato dei paesi “periferici”, questa sorta di “monetizzazione indiretta” potrebbe sembrare una soluzione: la Bce presta i soldi alle banche perché queste comprino il debito pubblico dei paesi penalizzati da alti tassi di interesse. Del resto, non sarebbe la prima volta che la Bce ricorre a questo escamotage: era già successo nel 2009 (come abbiamo documentato a suo tempo). Qualcun altro potrebbe nutrire la speranza che l’eccezionale finanziamento concesso dalla banca centrale si traduca in una maggiore disponibilità di prestiti bancari alle imprese, più che mai necessari in una fase di crisi.
Per ora, sembra che quelle speranze siano destinate ad essere, almeno in parte, deluse. Come si vede dal grafico, l’operazione straordinaria del dicembre scorso ha determinato il raddoppio delle consistenze detenute sulla deposit facility: da 250 a quasi 500 miliardi. Una analisi dettagliata di come sono stati utilizzati i fondi prestati dalla Bce è prematura. Per ora, possiamo solo dire che il balzo della deposit facility ha portato lo stock depositato ad una cifra (490 miliardi) equivalente a quella prestata dalla Bce al sistema bancario nella operazione di finanziamento pre-natalizia. Insomma, l’arma della “monetizzazione indiretta” del debito pubblico sembra essere un po’ spuntata. Si osservi che anche nel luglio del 2009 quasi la metà dei fondi prestati (440 miliardi) con il finanziamento straordinario a un anno della Bce furono depositati presso la Bce stessa, per essere poi (parzialmente) “smaltiti” nei sei mesi successivi.
Del resto, il comportamento delle banche è facilmente spiegabile. Utilizzare i soldi ricevuti dalla Bce per comprare titoli di stato di paesi ad alto debito può essere redditizio, ma espone le banche ad un rischio elevato. Molte banche (non solo italiane) hanno un portafoglio titoli già molto concentrato sul debito pubblico nazionale. Questo genera difficoltà nell’accedere ai mercati finanziari internazionali. Una ulteriore concentrazione del rischio finirebbe per rendere le banche ancora più fragili, rendendo ancora più difficile l’accesso al mercato e rendendole ancora più dipendenti dal finanziamento della Bce, in un circolo vizioso. Alcune grandi banche potrebbero essere costrette a mettere a bilancio le perdite potenziali sul portafoglio titoli, in seguito all’accordo di fine ottobre raggiunto dai governi europei (e propiziato dalla Eba), che costringe quelle banche e valutare i titoli di stato ai prezzi di mercato e, sulla base di queste valutazioni, impone aumenti dei requisiti patrimoniali (si veda l’articolo di Umberto Cherubini).
In conclusione, la Bce risponde alle pressioni per un maggiore attivismo sul mercato dei titoli di stato finanziando le banche, nella speranza che queste “facciano il lavoro per lei”. Si tratta di una strategia discutibile. Delle due l’una: se le banche si limitano a depositare i soldi ricevuti presso la Bce stessa, quella strategia non funziona; se invece funziona, finisce per scaricare il rischio del debito sovrano sul sistema bancario, con potenziali ripercussioni negative su tutta l’economia.
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Ciao, io sono una firma.


#132 oblomov

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Inviato 06 febbraio 2012 - 10:36

http://www.ilpost.it...-una-settimana/

grecia ormai vicinissima al baratro ultimo, con retroscena assurdi tipo commissariamento del governo da parte dell'UE, una roba completamente folle.
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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#133 atlas

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Inviato 12 febbraio 2012 - 20:09

http://www.repubblic..._voto-29755309/

È guerriglia. Edifici in fiamme e blackblock ma mi sono "sintonizzato" solo ora e non ho capito una mazza.
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il faut se radicaliser. 


#134 ucca

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Inviato 12 febbraio 2012 - 20:19

Due cose mi lasciano perplesso, che il partito che ha portato al baratro la Grecia sia primo nei sondaggi.
La seconda è il senso di tagliare il salario minimo (mi pare si aggiri intorno ai 600 euro) del 20% ed altre
tagli similari in un contesto di recessione profonda. Mi sembra una politica economica cosi assurda che
non riesco ad immaginare proprio un risultato diverso dal fallimento della Grecia. A questo punto giusti i roghi,
giusto il caos, giusto insomma spaccare tutto.
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#135 HardNheavy

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Inviato 12 febbraio 2012 - 20:31

Tra due mesi andranno alle elezioni, la situazione è questa: GRECIA: SONDAGGIO SHOCK, SOCIALISTI 8% SINISTRA RADICALE AL 40% http://www.controlac...radicale-al-40/

Ho sentito alcuni interventi a RaiNews, quelli dei parlamentari del KKE e Syriza hanno detto chiaramente che questo pacchetto non va votato, in quanto la società civile greca è già fallita. Questo pacchetto di austerità non darà per nulla la certezza di evitare il default, anzi già si dice che tra 4 mesi dovrà esserci un'altra manovra di circa 20-30 miliardi per poter sostenere questo pacchetto.

In piazza ci sono circa 60.000 persone, non militanti politici, ma gente normale stremata. I cosidetti "black bloc" ci saranno anche, ma ormai non sono più distinguibili dagli altri manifestanti.
  • 0

#136 ucca

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Inviato 12 febbraio 2012 - 21:24

Il problema è cosa avverrà dopo ormai, in effetti si tratta solo di scegliere fra una lenta agonia e l'azzeramento.
L'unica cosa sicura è che queste ricette della troika non servono a niente.
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#137 Moreno Saporito

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:16

ragazzi quante possibilità ci sono che l'Italia finisca così?
se dovessi dare delle quote cosa dovrei mettere?
grazie per il favore
  • 1

 


#138 oblomov

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:30

1 a 100, ad ora

io metterei soldini bellini nei bot decennali alla prossima asta
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#139 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:33

1 a 100, ad ora



quindi succede sicuro?
  • 0

 


#140 oblomov

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:36

ancora non ho capito come si danno le quote

100 a 1? è ok

no, non succede
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#141 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:37

ancora non ho capito come si danno le quote

100 a 1? è ok

no, non succede


oblomov ragiona, se giochi 100 e ti danno 1 più le tue 100, è un evento probabile o improbabile?
sì 100 a 1 spero vada bene asd altrimenti siamo messi male
  • 0

 


#142 oblomov

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:39

giochi 1 e ti danno 100 come cazzo si dice?
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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#143 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 13 febbraio 2012 - 10:40

giochi 1 e ti danno 100 come cazzo si dice?


l'evento X è a 100
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#144 virginia wolf

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Inviato 13 febbraio 2012 - 13:06

CORRIERE DELLA SERA - 13/02/2012 - p.5.


Fregate, sottomarini e caccia. Quelle pressioni di Merkel e Sarkò per ottenere commesse militari

I greci sono alla fame, ma hanno gli arsenali bellici pieni. E continuano a comprare armi. Quest'anno bruceranno il tre per cento del Pil (prodotto interno lordo) in spese militari. Solo gli Stati Uniti, in proporzione, si possono permettere tanto. Ma cosa spinge Atene a sperperare montagne di soldi? La paura dei turchi? No, è l'ingordigia della Merkel e di Sarkozy. I due leader europei mettono da mesi il governo greco con le spalle al muro: se volete gli aiuti, se volete rimanere nell'euro, dovete comprare i nostri carri armati e le nostre belle navi da guerra.

Le pressioni di Berlino sul governo di Atene per vendere armi sono state denunciate nei giorni scorsi da una stampa tedesca allibita per il cinismo della Merkel, che impone tagli e sacrifici ai cittadini ellenici e poi pretende di favorire l'industria bellica della Germania.
Fino al 2009 i rapporti fra Atene e Berlino andavano a gonfie vele, il governo greco era presieduto da Kostas Karamanlis (centrodestra), grande amico della Merkel. Gli anni di Karamanlis sono stati una vera manna per la Germania. «In quel periodo - ha calcolato una rivista specializzata - i produttori di armi tedeschi hanno guadagnato una fortuna». Una delle commesse di Atene riguardò 170 panzer Leopard, costati 1,7 miliardi di euro, e 223 cannoni dismessi dalla Bundeswehr, la Difesa tedesca.

Nel 2008 i capi della Nato osservavano meravigliati le pazze spese in armamenti che facevano balzare la Grecia al quinto posto nel mondo come nazione importatrice di strumenti bellici. Prima di concludere il suo mandato di premier, Karamanlis fece un ultimo regalo ai tedeschi, ordinò 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp. Il successore, George Papandreou, socialista, si è sempre rifiutato di farseli consegnare. Voleva risparmiare una spesa mostruosa. Ma Berlino insisteva. Allora il leader greco ha trovato una scusa per dire no. Ha fatto svolgere una perizia tecnica dai suoi ufficiali della Marina, i quali hanno sentenziato che quei sottomarini non reggono il mare. Ma la verità, ha tuonato il vice di Papandreou, Teodor Pangalos, è che «ci vogliono imporre altre armi, ma noi non ne abbiamo bisogno». Gli ha dato ragione il ministro turco Egemen Bagis che, in un'intervista allo Herald Tribune, ha detto chiaro e tondo: «I sottomarini della Germania e della Francia non servono né ad Atene né ad Ankara».

Tuttavia, Papandreou, alla disperata ricerca di fondi internazionali, non ha potuto dire di no a tutto. L'estate scorsa il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi avevano preteso l'acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano di salvataggio della Grecia. E così il leader di Atene si è dovuto piegare. A marzo scorso dalla Germania ha ottenuto uno sconto, invece dei 4 sottomarini ne ha acquistati 2 al prezzo di 1,3 miliardi di euro. Ha dovuto prendere anche 223 carri armati Leopard II per 403 milioni di euro, arricchendo l'industria tedesca a spese dei poveri greci. Un guadagno immorale, secondo il leader dei Verdi tedeschi Daniel Cohn-Bendit. Papandreou ha dovuto pagare pegno anche a Sarkozy. Durante una visita a Parigi nel maggio scorso ha firmato un accordo per la fornitura di 6 fregate e 15 elicotteri. Costo: 4 miliardi di euro. Più motovedette per 400 milioni di euro.

Alla fine la Merkel è riuscita a liberarsi di Papandreou, sostituito dal più docile Papademos. E i programmi militari ripartono: si progetta di acquisire 60 caccia intercettori. I budget sono subito lievitati. Per il 2012 la Grecia prevede una spesa militare superiore ai 7 miliardi di euro, il 18,2 per cento in più rispetto al 2011, il tre per cento del Pil. L'Italia è ferma a meno dello 0,9 per cento del Pil.

Siccome i pagamenti sono diluiti negli anni, se la Grecia fallisce, addio soldi. Ma un portavoce della Merkel è sicuro che «il governo Papademos rispetterà gli impegni». Chissà se li rispetterà anche il Portogallo, altro Paese con l'acqua alla gola e al quale Germania e Francia stanno imponendo la stessa ricetta: acquisto di armi in cambio di aiuti.

I produttori di armamenti hanno bisogno del forte sostegno dei governi dei propri Paesi per vendere la loro merce. E i governi fanno pressione sui possibili acquirenti. Così nel mondo le spese militari crescono paurosamente: nel 2011 hanno raggiunto i 1800 miliardi di dollari, il 50 per cento in più rispetto al 2001.

Marco Nese


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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#145 Ukrainian Roulette

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Inviato 13 febbraio 2012 - 15:17

Sinceramente trovo strano che in qualche trattato sottoscritto dai vari membri dell'UE ci sia scritto nero su bianco
che queste cose si possono tranquillamente fare.....

asd
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#146 HardNheavy

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Inviato 13 febbraio 2012 - 17:07

Dal punto di vista della crisi del debito, ora l'Italia non è paragonabile alla Grecia. Dal punto di vista dell'austerity, dell'aggravamento della recessione e conseguente conflitto sociale staremo a vedere. Sicuramente il 2012 per l'Italia sarà un anno peggiore del 2011.
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Inviato 13 febbraio 2012 - 18:35

CORRIERE DELLA SERA - 13/02/2012 - p.5.


Fregate, sottomarini e caccia. Quelle pressioni di Merkel e Sarkò per ottenere commesse militari

I greci sono alla fame, ma hanno gli arsenali bellici pieni. E continuano a comprare armi. Quest'anno bruceranno il tre per cento del Pil (prodotto interno lordo) in spese militari. Solo gli Stati Uniti, in proporzione, si possono permettere tanto. Ma cosa spinge Atene a sperperare montagne di soldi? La paura dei turchi? No, è l'ingordigia della Merkel e di Sarkozy. I due leader europei mettono da mesi il governo greco con le spalle al muro: se volete gli aiuti, se volete rimanere nell'euro, dovete comprare i nostri carri armati e le nostre belle navi da guerra.


Le pressioni di Berlino sul governo di Atene per vendere armi sono state denunciate nei giorni scorsi da una stampa tedesca allibita per il cinismo della Merkel, che impone tagli e sacrifici ai cittadini ellenici e poi pretende di favorire l'industria bellica della Germania.
Fino al 2009 i rapporti fra Atene e Berlino andavano a gonfie vele, il governo greco era presieduto da Kostas Karamanlis (centrodestra), grande amico della Merkel. Gli anni di Karamanlis sono stati una vera manna per la Germania. «In quel periodo - ha calcolato una rivista specializzata - i produttori di armi tedeschi hanno guadagnato una fortuna». Una delle commesse di Atene riguardò 170 panzer Leopard, costati 1,7 miliardi di euro, e 223 cannoni dismessi dalla Bundeswehr, la Difesa tedesca.

Nel 2008 i capi della Nato osservavano meravigliati le pazze spese in armamenti che facevano balzare la Grecia al quinto posto nel mondo come nazione importatrice di strumenti bellici. Prima di concludere il suo mandato di premier, Karamanlis fece un ultimo regalo ai tedeschi, ordinò 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp. Il successore, George Papandreou, socialista, si è sempre rifiutato di farseli consegnare. Voleva risparmiare una spesa mostruosa. Ma Berlino insisteva. Allora il leader greco ha trovato una scusa per dire no. Ha fatto svolgere una perizia tecnica dai suoi ufficiali della Marina, i quali hanno sentenziato che quei sottomarini non reggono il mare. Ma la verità, ha tuonato il vice di Papandreou, Teodor Pangalos, è che «ci vogliono imporre altre armi, ma noi non ne abbiamo bisogno». Gli ha dato ragione il ministro turco Egemen Bagis che, in un'intervista allo Herald Tribune, ha detto chiaro e tondo: «I sottomarini della Germania e della Francia non servono né ad Atene né ad Ankara».

Tuttavia, Papandreou, alla disperata ricerca di fondi internazionali, non ha potuto dire di no a tutto. L'estate scorsa il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi avevano preteso l'acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano di salvataggio della Grecia. E così il leader di Atene si è dovuto piegare. A marzo scorso dalla Germania ha ottenuto uno sconto, invece dei 4 sottomarini ne ha acquistati 2 al prezzo di 1,3 miliardi di euro. Ha dovuto prendere anche 223 carri armati Leopard II per 403 milioni di euro, arricchendo l'industria tedesca a spese dei poveri greci. Un guadagno immorale, secondo il leader dei Verdi tedeschi Daniel Cohn-Bendit. Papandreou ha dovuto pagare pegno anche a Sarkozy. Durante una visita a Parigi nel maggio scorso ha firmato un accordo per la fornitura di 6 fregate e 15 elicotteri. Costo: 4 miliardi di euro. Più motovedette per 400 milioni di euro.

Alla fine la Merkel è riuscita a liberarsi di Papandreou, sostituito dal più docile Papademos. E i programmi militari ripartono: si progetta di acquisire 60 caccia intercettori. I budget sono subito lievitati. Per il 2012 la Grecia prevede una spesa militare superiore ai 7 miliardi di euro, il 18,2 per cento in più rispetto al 2011, il tre per cento del Pil. L'Italia è ferma a meno dello 0,9 per cento del Pil.

Siccome i pagamenti sono diluiti negli anni, se la Grecia fallisce, addio soldi. Ma un portavoce della Merkel è sicuro che «il governo Papademos rispetterà gli impegni». Chissà se li rispetterà anche il Portogallo, altro Paese con l'acqua alla gola e al quale Germania e Francia stanno imponendo la stessa ricetta: acquisto di armi in cambio di aiuti.

I produttori di armamenti hanno bisogno del forte sostegno dei governi dei propri Paesi per vendere la loro merce. E i governi fanno pressione sui possibili acquirenti. Così nel mondo le spese militari crescono paurosamente: nel 2011 hanno raggiunto i 1800 miliardi di dollari, il 50 per cento in più rispetto al 2001.

Marco Nese



Vergognoso. Fanno bene a spaccare tutto ripeto.
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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#148 Ukrainian Roulette

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Inviato 13 febbraio 2012 - 18:51

eh, anche queste sono cose da "premier presentabili".....

Ne è pieno il mondo !
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#149 stalker

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Inviato 14 febbraio 2012 - 08:44

c'è sicuramente un fondo di verità ma andando a vedere le spese militari della grecia degli ultimi 15 anni si crede un po' meno alla favola del "ci vogliono imporre le armi ma non ne abbiamo bisogno" e della grecia come vittima degli avvoltoi esteri. storicamente hanno sempre speso tantissimo per la difesa, le cui spese oltre alle armi acquistate sono anche (e penso soprattutto) dovute al fatto che probabilmente devono mantenere un apparato sovradimensionato e obsoleto in termini di uomini, pensionati di lusso etc (ho provato a cercare il numero di militari dell'esercito greco per compararlo agli altri paesi ma non l'ho trovato).

http://www.google.it...it&q=pil grecia

se le spese militari nel 2012 saranno il 3% del pil con questo in grande contrazione a partire dal 2008/2009 vuol dire che comunque le stanno tagliando


*non so come si fa a embeddare il grafico come immagine...
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#150 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

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Inviato 14 febbraio 2012 - 09:44

Sembra anche a me una lettura abbastanza strana. Se fossero reali i termini posti nell'articolo si sarebbe evidentemente giunti al capolinea della UE ma che le spese militari greche siano molto alte, per ragioni storiche (militarismo, tradizionale isolamento rispetto ai paesi limitrofi, paura del turco), è un fatto.
Certo è che ora dovrebbero rinegoziare tutti gli accordi in essere, il che ovviamente non è semplice, ma gli altri paesi membri dovrebbero capire che la situazione è oltre il limite.

Qua c'è una lunga e documentata analisi del percorso greco verso questa letterale catastrofe http://www.ilpost.it...i-della-grecia/
In sintesi, conti truccati, evasione ai massimi, parassitismo con 700000 dipendenti statali su meno di 5 milioni di occupati
  • 2
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.




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