Ma questo è ovvio, parlavo dell'impostazione di una trasmissione dove si è legittimato come "conforme all'azione del movimento operaio italiano" quello che non è altro che sopruso e violenza. Mistificando una situazione dell'oggi con una storica, dove tra l'altro capitava che la forza pubblica sparava con la bombarda in piazza mica usava l'idrante, dove tra l'altro si lavorava con una tutela del lavoro pari a quella di uno schiavo, non certo con l'articolo 18 e lo statuto dei lavoratori.
Detto in altre parole: non è stata spesa una parola su quanto timidamente Bersani faceva notare (anzi l'hanno trattato come un pistola) e cioè che in questa manifestazioni si deraglia sistematicamente e pericolosamente verso qualcosa di ben diverso che protestare e cercare pacificamente di mettersi contro l'opera. Le troupe malmenate, gli atti contro Caselli, i roghi nelle gallerie delle autostrade, i treni bloccati a Napoli e Genova e via dicendo... E non si tratta solo di Tav: ieri era Equitalia, l'altro ieri era la manifestazione contro Berlusconi, tre giorni prima è un forum economico. Ci sono parti di paese che usano la forma di contrapposizione violenta in modo "sistematico". E mi pare difficile negarlo. Anzi è peggio mistificarlo, trattandolo come "la normalità dell'azione del movimento operaio italiano", come ieri Santoro ha ridicolmente fatto.
Joseph, su questo sono assolutamente d'accordo, diciamo che mi pare che, dopo i fatti di quest'estate, gravissimi sotto il profilo dell'ordine pubblico, si stia completamente perdendo il senso del confronto, che non è un dialogo (che in grossa parte c'è già stato, come anche bersani, mi pare, ha ricordato) ma una contrapposizione fisica ad un evento che si avverte, a torto o a ragione, imposto. Lo spazio per ricomporre non c'è e, a scanso di equivoci, non si sta trattando per un avanzamento sociale generale, come accadeva durante le lotte operaie, ma per mantenere uno status quo particolare che tange pochissimi. Infine: se quei pochissimi fanno i blocchi sull'autostrada e non si spostano con il dialogo, con gli idranti e con i lacrimogeni, allora arrivano le manganellate, e ci mancherebbe. E in questo senso che sono d'accordo con bersani: quando si oltrepassa il dialogo e si cerca solo la riduzione fisica, con la rabbia che cresce perchè lo Stato è, per fortuna direi, più forte dei sassi e dei caschi e anche della protesta non-violenta (alla quale per quanto possibile si dovrebbe rispondere con la minore violenza possibile) allora l'humus di cultura non è confortante ed è difficile che esca qualcosa di positivo, che si apra una stagione dialettica o che.
Se la richiesta del movimento fosse quello di formare una più rigida sorveglianza al sistema degli appalti, a valutare ancora meglio i costi (ad ora il costo totale italiano dovrebbe essere intorno ai 3 mld, se l'europa paga un 30%), ci sarebbe spazio per modificare l'opera, ma così com'è, fosse anche l'infrastruttura più inutile del mondo, non si può pensare che l'autorità pubblica receda solo perchè si usa la violenza. Quello sarebbe il fallimento della democrazia, e non il contrario (e santoro che neanche commenta il lancio di pietre al 50 e 50 fa capire il livello del soggetto).