Ma quelli del PD che dal primo minuto di questa legislatura ci hanno asfissiato con il racconto (anche realistico in parte) del M5s succube e soggiogato dai diktat della Lega cosa hanno da dire sul fatto che per il TAV (ma non solo) spalleggiano le posizioni di Salvini? La teoria del bondage vale solo per i grillini?
I cinque stelle purtroppo sulla TAV si sono infognati peggio che sul caso Diciotti, e il pd sta solo approfittando dell'occasione (neanche tanto bene, a mio parere) per mazzolare i cinque stelle più che può, insieme alla stampa, che vede un'occasione ghiotta per dare rilievo a un argomento di cui altrimenti non fregherebbe molto a nessuno.
Perché i cinque stelle si sono infognati da soli? Perché se sul contratto avessero scritto "no alla TAV a qualunque costo", a quest'ora starebbero sicuri. Invece i fessacchioni, pur di permettere a Luigi di intraprendere il suo viaggio nel fantastico mondo del governo, hanno firmato per una ridiscussione del tema. E ora non sanno come ridiscutere, perché a loro non gliene frega niente di costi e benefici: sanno solo che, avendo rappresentanti 5S che ci hanno messo la faccia in passato, ora non possono dire di sì, ma nemmeno se venisse fuori che ci sono solo benefici e nessun costo (economico), perché il costo politico e di immagine rimarrebbe comunque elevatissimo.
La vera analisi è: costi politici-benefici politici. Del trenino, la rotaia, il camioncino a idrogeno, la galleria e tutto il resto non gliene frega nulla. O ci perdono la faccia o la salvano. Questo il PD e i giornali l'hanno capito benissimo e quindi giù a dare mazzate.
Cosa dimostra questa questione? Che, ancora una volta, per chi non l'avesse ancora capito, certi soggetti non dovevano andare al governo facendo il passo più lungo della gamba, ma lasciare il posto a persone più preparate.