sono modi di essere.
sì, se ogni tanto ci fosse un minimo di rispetto (da parte della critica ufficiale) anche nei confronti di chi fa musica sarebbe bello; anche perché non so tu ma io, personalmente, se dovessi buttare dalla torre i critici o gli artisti butterei volentieri i primi visto che la musica la fanno i secondi, o sbaglio? io ascolto la musica, le pagine di carta o l'HTML ancora non emettono suoni
e già molti li butterei ora, senza scelta obbligata ecco; il rapporto critici-artisti si è alzato troppo, qua per ogni minchiata di un microcosmo grazie alla web-immondizia si hanno 20000000 recensioni, ma basta!
questo della torre somiglia al discorso che facevo io da bambino a mio padre, che di mestiere faceva il commerciale. gli dicevo, pà, tu non servi a un cazzo, perché
quelli che fanno le cose non vi mandano affanculo a voi commerciali e se le vendono da soli senza il vostro aiuto? cosa vi pagano a fare? ma è un discorso che sta in piedi? nel mondo parallelo di un bambino ovviamente sì, ma i conti poi li fai col mondo degli adulti. e nel mondo degli adulti un fisico nucleare può essere un genio ma avere il terrore di parlare in pubblico, oppure dire stronzate davanti ai potenziali acquirenti, rivelare particolari scomodi, non essere in grado di parlare in un linguaggio chiaro e comprensibile da non specialisti e quindi in sostanza non farebbe venire voglia a nessuno di comprare milioni di esemplari della sua grande invenzione rivoluzionaria. e allora ecco il commerciale, che parla con il responsabile acquisti e alla fine guadagna più di quelli che fanno le cose. eppure chiunque butterebbe i commerciali.
ovviamente nel mondo della musica, specie di questa qua da quattro sfigati come noi, e per di più nell'epoca di internette, questo esempio del commerciale non è più pienamente calzante. la critica ufficiale oggi, e questo già da svariati anni, la si potrebbe buttare davvero tutta nel cesso senza patemi. i dischi ce li scarichiamo noi, gli update ci arrivano nella casella e-mail dalle etichette e morta lì. resta il privilegio delle esclusive, che nasconde un ricatto velato e produce giudizi (spesso superflui) gonfiati.
una volta la critica ti diceva hey, esiste questo gruppo, esiste quest'altro gruppo. senza di me non ne verresti mai a conoscenza. occhio. ma oggi anche questa funzione, insieme all'autorevolezza dei giudizi sulle singole opere, è pressoché svanita.
e allora, alla fine, che cazzo voglio dire? questo: sarà mica che abbia ancora senso
esclusivamente una critica d'opinione, sociologica, di costume, che sappia dipingere qualche affresco grazie alle famose pippe mentali di cui sopra? perchè le altre funzioni, se vogliamo, sostituiscono ormai solo la nostra pigrizia.