È per questo, allora, che "You're Living All Over Me" - per tutto l'inquadramento concettuale che richiede e per il suo non dar nulla, in termini d'emozione o appagamento, senza di questo - va considerato uno dei lavori più avanguardistici del rock. Rock che coglie in pieno coi tre strumenti tre - e avanguardia che esprime in un noise fiaccato ed esacerbato da una voce e da una sezione ritmica mai catartiche, mai squadrate, mai in pausa e che perciò non danno il benché minimo respiro e affaticano e impediscono anch'esse la ripartizione del magma. Magma che poi ha una scaturigine tutta intima; strabocchevolmente intima. È proprio un petto sventrato d'adolescente che vomita lave di trasognamento, incomprensione e stordimento.
Dovevo farla io questa pietra, poi ho tirato i remi in barca, come da tutto lo scrivere per la home, per mancanza di tempo (ma prometto che prima o poi riparto). Sono contentissimo che l'abbia fatta Franci, che ha fatto un ottimo lavoro.
Dico solo: come si fa a non amare quest'album?
Tre-strumenti-tre ed il rock è tutto qui. Un magma di emozioni, esatto. Un muro sonoro che toglie il respiro. Questi sono i tre punti fondamentali colti con chiarezza.
Una di quelle "pietre miliari tra le pietre miliari" che cambiano veramenbte i parametri di riferiemento e senza il quale tanto rock successivo non sarebbe stato lo stesso.
Questa poietra proprio mancava, meno male che adesso c'è.