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The Tree of Life (Terrence Malick, 2011)


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186 replies to this topic

#151 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 10 giugno 2011 - 13:55


Ma che significa? Il film dura 140 minuti e non si focalizza sul dettaglio della "vita che nasce dall'acqua".
L'innovazione secondo me sta nel come Malick combina gli elementi del cinema più classico con gli effetti speciali, per la potenza che imprime alle immagini e per l'uso del montaggio, ad esempio.


ma innovativo rispetto a che? prima di questo film c'è stato odissea nello spazio e a voler dare a Malick ciò che è di Malick la sottile linea rossa; la natura che tutto avvolge non si era già vista nei giorni del cielo? gli alberi ripresi dal basso verso il cielo non si erano già visti? e la stessa musica acquatica, dall'acquario di Sain Saens (copiato da Morricone) alla Moldava di di Smetana, mi sembra che siamo sempre li;
innovativo il montaggio, perchè salta un po' qua e un po' là e fa qualche ellissi, ci vuol altro per essere innovativi;

non ho molta stima di Malick intellettuale e questo può essere un pregiudizio, mi sembra appunto un ciellino nel metodo prima ancora che che nei contenuti;


Ah, quindi perché prima c'è stato "2001" i film successivi sono convenzionali? Non colgo il collegamento tra le due cose.

Continui ad estrapolare delle singole sequenze e a muovere su queste le critiche, invece che guardare l'insieme. Che poi, prendere come esempio rappresentativo "gli alberi ripresi dal basso verso il cielo" significa essere in malafede oppure non riuscire a comprendere il punto di vista degli ammiratori della pellicola.

Detto questo, le opinioni sono tutte buone e se per te Malick è un ciellino ripetitivo e ordinario, no problem. Io mi tengo The Tree of Life e ti lascio tutta la sublime Arte del tuo amico Cristi Puiu. ;D
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#152 William Blake

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Inviato 10 giugno 2011 - 14:02

Detto questo, le opinioni sono tutte buone e se per te Malick è un ciellino ripetitivo e ordinario, no problem. Io mi tengo The Tree of Life e ti lascio tutta la sublime Arte del tuo amico Cristi Puiu. ;D


ma poi ciellino, mon Dieu, potrei capirlo se gli avesse pisciato sulla cena: è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra. comunque è un po' la questione della reductio ad unum che a me ha stufato da un po', anche perchè se è per questo prima di Kubrick c'era Eisenstein, ma cosa ha reso "2001: Odissea nello spazio" l'opera che è? anche l'applicazione di un certo tipo di montaggio a un genere popolare (addirittura di serie B ) come la fantascienza. insomma bisogna essere capaci di entrare nel merito, se no si fa prima a dire che dopo i Veda, l'epopea di Gilgamesh o la Bibbia non c'è granchè da inventare e si chiude il discorso senza girarci troppo intorno asd
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#153 verdoux

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Inviato 10 giugno 2011 - 14:22

Detto questo, le opinioni sono tutte buone e se per te Malick è un ciellino ripetitivo e ordinario, no problem. Io mi tengo The Tree of Life e ti lascio tutta la sublime Arte del tuo amico Cristi Puiu. ;D



e anche dei miei amici Dardenne, cui qualche redattore incompetente ha dato voto 6,5 al loro ultimo film ;D ;

scherzo naturalmente;


parlando seriante non ho stroncato the tree of life, gli ho dato 7,5 e lo critico dove Malick si fa di maniera, si autocita dalla sottile linea rossa; film che ho molto apprezzato, sono uno dei pochi del foro ad averlo anteposto a pulp fiction al tempo delle classifiche; quindi a sostegno delle mie osservazioni, non risalgo ai veda ed ai poemi omerici, ma ad un film di 10 anni fa dello stesso autore;

Certo che un film va guardato nel suo insieme, questo non toglie che nel suo percorso può avere parti più o meno riuscite e o efficaci;
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#154 Guest_ale_*

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Inviato 10 giugno 2011 - 21:27

euripisello è tornato :popcorn:
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#155 popten

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Inviato 10 giugno 2011 - 21:45

un film di cui raccomando la visione specialmente per il lungo e bellissimo blocco centrale. che mi sarebbe piaciuto durasse ancor piu'. nelle fasi iniziali e finali del film sono racchiuse alcune sequenze di grande bellezza. specie nelle fasi iniziali però non ho gradito particolarmente alcune scelte sia come immagini(dinosauri?) che forse come tempi. un po' 'eccessive' sebbene questo termine non pare adeguato neppure a me. non posso dire quindi di essere completamente soddisfatto da questo film ma allo stesso modo come detto ne consiglio la visione
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#156 Diamond_Sea

    Glooming in the wind

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Inviato 11 giugno 2011 - 09:12

La parte visivamente migliore è quello dello spazio. La resa visiva di pianeti, stelle, galassie ecc è una delle più toccanti che abbia mai visto su schermo. Danno davvero l'idea di quanto lo spazio sia tanto meraviglioso e infinito quanto ostile e spaventoso.
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#157 Moontesquieu

    webmaster

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Inviato 17 giugno 2011 - 06:38

Visto ieri sera, per me è un capolavoro. Immagine inserita

E' vero che Malick insiste non poco sull' acqua, a costo di essere ripetitivo ma anche se è un film non proprio "intuitivo" il messaggio dell' acqua rimane. Da incorniciare la lunga scena che conclude il primo tempo in cui passa dall' infinitamente grande all' infinitamente piccolo, facendo vedere come a livello visivo cambi poco (e paradossalmente anche a livello fisico i due mondi si assomigliano molto) per poi passare alla scena che tratta dell' origine della vita. Personalmente ho adorato la scena dei dinosauri. Piccoli paleontologi crescono.

Il secondo tempo dà più spazio alle interazioni dei personaggi, ma con la premessa del primo il messaggio mi sembra chiaro: in fondo siamo delle pedine che prendono le loro scelte in gran parte in relazione a quello che succede intorno a noi e in minima parte per quello che decidiamo nel nostro intimo. Bellissima anche la riflessione sulla religione ed un finale visionario e tutto da interpretare.

Parafrasando Nanni Moretti del film Quiz, se Dio avesse girato un film sarebbe stato più sobrio.


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#158 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 17 giugno 2011 - 13:53

Terrence Malick prepara una versione di 6 ore per The Tree of Life?

Finiremo coll'impiccarci a questo "Tree of life"...


ghezzi l'aveva annunciato su filmtv (diceva che glielo aveva detto terry in persona :shifty: )
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#159 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 17 giugno 2011 - 14:32

Terrence Malick prepara una versione di 6 ore per The Tree of Life?

Finiremo coll'impiccarci a questo "Tree of life"...


Immagine inserita
  • 1

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#160 piersa

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Inviato 17 giugno 2011 - 21:36

Hai ragione, esageruma nen che due ore bastano e avanzano... [img]http://forum.ondarock.it/public/style_emoticons/default/asd.gif[/img]
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#161 Mia

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Inviato 17 giugno 2011 - 22:23

Terrence Malick prepara una versione di 6 ore per The Tree of Life?

Finiremo coll'impiccarci a questo "Tree of life"...


No grazie. Mi è bastata quella di 138'.


Terrence Malick prepara una versione di 6 ore per The Tree of Life?

Finiremo coll'impiccarci a questo "Tree of life"...


ghezzi l'aveva annunciato su filmtv (diceva che glielo aveva detto terry in persona :shifty: )


tu leggi la rubrica di ghezzi su film tv?
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#162 nicholas_angel

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Inviato 18 giugno 2011 - 11:16

Magari uno se la vede in 6 puntate e sta tranquillo
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#163 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 18 giugno 2011 - 13:13

http://www.wired.com...uglas-trumbull/

cioè, davvero ha fatto tutta quella roba senza CGI? incredibile

"We did things like pour milk through a funnel into a narrow trough and shoot it with a high-speed camera and folded lens, lighting it carefully and using a frame rate that would give the right kind of flow characteristics to look cosmic, galactic, huge and epic"
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
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#164 William Blake

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Inviato 18 giugno 2011 - 17:52

tu leggi la rubrica di ghezzi su film tv?


già, ti pare strano? :P
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#165 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 25 giugno 2011 - 14:56

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asd :facepalm:
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#166 nicholas_angel

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Inviato 25 giugno 2011 - 20:47

Della serie "Attenti, c'è Brad Pitt senza barba, ma non è Vento di Passioni".
Certo sti americani...
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#167 Guest_ale_*

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Inviato 28 giugno 2011 - 08:25

Ciò che porterò con me di questo Tree of Life, sarà soprattutto la prima mezz'ora, quando ancora tutto è possibile, quando il cinema si fa preghiera e la visione si muove per ellissi, il montaggio è un flusso continuamente spezzato e la cinecamera è lo sguardo dell'anima che freme e palpita. Quando la narrazione è una progressione illogica di attimi fugaci, ma eterni, quando la religiosità del cinema di Malick raggiunge un acme naturale senza bisogno di troppe parole sussurrate. Istantanee di cinema puro assimilabili ai primi 15 minuti sulle note de L'oro del Reno di The New World e ai primi 40' de La Sottile Linea Rossa, in cui non si ode uno sparo e non esistono protagonisti. Il film poi progredisce prediligendo “la scappatoia nell'ovvio” di un romanzo di formazione profondamente americano. Cinematograficamente parlando il film non raggiunge più la perfezione iniziale, ma regala ancora piccole gemme nate in seno ad una riflessione complessa e a tutto tondo su scampoli di esistenza.
In fondo è una storia di rapporti: con il Padre, la Madre e il Fratello. Il Padre severo come il Dio dell'Antico Testamento, la Madre caritatevole come il Cristo dei Vangeli. Ma è una storia anche di scoperte e di iniziazioni: malattia, dolore, spietatezza della società e della natura, morte. C'è la figura di Giobbe, il giusto che soffre, evocata per tutto il film che suona anche come una tragica domanda su Dio e sul Male: perché esiste la sofferenza, perché un bambino può morire, e perché Dio tollera tutto questo, permette tutto ciò? Perché devo essere buono?
Da parte mia rimane un poco di dispiacere per il non aver visto adeguatamente sviluppato il segmento moderno con Sean Penn. È come se Malick fosse profondamente spaventato dalla contemporaneità e cercasse sempre di eluderla. Eppure nella mezz'ora iniziale, il salto nel presente apre squarci di riflessioni inaudite (per il cinema): nel mondo moderno dominato dalla tecnica scientifica, nel mondo da cui gli dei sono fuggiti, l'anelito mistico del cinema di Malick risuona con ancor più potenza quando fa i conti con l'esperienza del nichilismo contemporaneo, con lo sgomento e l'angoscia che l'assenza della figura di Dio genera nell'uomo.
La critica cinematografica (tutta, a dimostrazione della propria originalità) si è soffermata, dandovi un'esagerata importanza, sul breve intermezzo che illustra, avvalendosi delle moderne tecnologie, la cosmogonia (inciso tra l'altro contenuto sempre nella prima mezz'ora), e non è riuscita ad andare più in là del pavloviano riflesso “sole che sorge/2001: Odissea nello spazio”, quando difficilmente si è trovato un brano della storia recente del cinema tanto simile e allo stesso tempo tanto distante dal capolavoro di Kubrick. Di questa citazione/negazione ha parlato perfettamente Andrea Fornasiero su FilmTv, e vale la pena citarlo: “(...) Ne viene una palingenesi tanto dello Spirito quanto della Settima Arte, capace persino di citare Kubrick e di negarlo: se gli uomini scimmia apprendevano la violenza dal monolito, i dinosauri di Malick compiono un inedito atto di pietas ancestrale”. “L'interminato spazio” e i “sovrumani silenzi” più che intimarci la meditazione razionale sul destino dell'uomo, ci aprono lo Spazio della Trascendenza, lo Spazio di Dio, nel mistero della Creazione. Chiamatela preghiera, chiamatela poesia, chiamatela filosofia: comunque sia, in essa soffia lo Spirito della Trascendenza.
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#168 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 03 luglio 2011 - 19:58

volevo dare un 10 sulla fiducia ancor prima di vederlo
alfine la mia disonestà intellettuale è stata ricompensata

il film è un disastro, magniloquenza visiva che sfocia in pura arroganza, un montaggio ai miei occhi fastidioso e perlopiù indecifrabile, la ricerca spasmodica di misticismo in ogni inquadratura; pitt fa rimpiangere farrell (ma non ha importanza)
malick mi ha tradito profondamente, mi sembra che il suo cinema abbia perso l'equilibrio

proverò a rivederlo in futuro ma per ora

voto: 3
  • 3

#169 Mia

    Classic Rocker

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Inviato 03 luglio 2011 - 20:18



tu leggi la rubrica di ghezzi su film tv?


già, ti pare strano? :P


beh, complimenti per la capacità di comprensione!
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#170 reese

    moriremo

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Inviato 03 luglio 2011 - 22:34

volevo dare un 10 sulla fiducia ancor prima di vederlo
alfine la mia disonestà intellettuale è stata ricompensata

il film è un disastro, magniloquenza visiva che sfocia in pura arroganza, un montaggio ai miei occhi fastidioso e perlopiù indecifrabile, la ricerca spasmodica di misticismo in ogni inquadratura; pitt fa rimpiangere farrell (ma non ha importanza)
malick mi ha tradito profondamente, mi sembra che il suo cinema abbia perso l'equilibrio

proverò a rivederlo in futuro ma per ora

voto: 3

Sostanzialmente direi che hai ragione. Però, essendo io un amante e creatore di fallimenti partiti con intenzioni potenti ma confuse, in questo film mi ci sono immedesimato non in qualche personaggio ma nel regista. Malick non è l'ultimo degli sfigati, quindi di più poteva fare, ma me lo immagino nel suo studio a montare digitalmente al lume di una candela e a guardare le stelle fuori dalla finestra per ispirarsi tra una metafora e un'iperbole stilistica.

L'aspetto più interessante per me è che Malick si è approcciato all'Universo e temi correlati e ne è uscito completamente sminuito, quindi è indirettamente (e paradossalmente rispetto alle sue intenzioni) la trasfigurazione più riuscita, nel senso di inevitabilmente fallita, e ridicola in senso infantile. La poesia sua più equilibrata e spirituale l'aveva sfornata nel '98, così ha detto fanculo alla freddezza kubrickiana e si è ridimensionato - probabilmente involontariamente, e quindi quasi teneramente.

Certo, poi è esistito anche Tarkovsky che queste cose non le ha affrontate "di petto" ma trasfigurandole e trasmettendole per davvero, ma lì siamo su un altro pianeta.

edit: dai meno deduco o che avete trovato il film completamente riuscito (comunque io me lo sono goduto, se non si fosse capito, proprio perché coraggioso/inconsciente e quindi vicino al mio modo di "creare") o che non vi piace Tarkovsky. Spero entrambe asd
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#171 Tom

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Inviato 04 luglio 2011 - 06:56

Certo, poi è esistito anche Tarkovsky che queste cose non le ha affrontate "di petto" ma trasfigurandole e trasmettendole per davvero, ma lì siamo su un altro pianeta.


Mah, per me se c'è un regista "ingenuo", incapace di dar forma alle sue smisurate ambizioni, quello era proprio Tarkovsky (diciamo da "Lo specchio" in poi, ma già in "Solaris" c'erano dialoghi didascalici, sequenze goffe, simbolismi poetizzanti). Che poi in quel suo "fallimento" riuscisse comunque a fare dei film affascinati e magnetici è un altro conto, ma mi pare paradossale prenderlo ad esempio da contrapporre all'ultimo Malick. Piuttosto direi Herzog, o il solito Kubrick, loro sì sempre lucidi e controllati.
  • -3

#172 marz

    in un romanticismo hegeliano

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Inviato 04 luglio 2011 - 08:53


Certo, poi è esistito anche Tarkovsky che queste cose non le ha affrontate "di petto" ma trasfigurandole e trasmettendole per davvero, ma lì siamo su un altro pianeta.


Mah, per me se c'è un regista "ingenuo", incapace di dar forma alle sue smisurate ambizioni, quello era proprio Tarkovsky (diciamo da "Lo specchio" in poi, ma già in "Solaris" c'erano dialoghi didascalici, sequenze goffe, simbolismi poetizzanti). Che poi in quel suo "fallimento" riuscisse comunque a fare dei film affascinati e magnetici è un altro conto, ma mi pare paradossale prenderlo ad esempio da contrapporre all'ultimo Malick. Piuttosto direi Herzog, o il solito Kubrick, loro sì sempre lucidi e controllati.


Ma no dai. Lo Specchio è un film sublime. I "simbolismi poetizzanti" sono la sua cifra stilistica e la sua impronta. Tolti quelli togli tarkovsky. Io il punto di non ritorno l'ho rivelato soltanto negli ultimi due film, quelli sì manieristici e poco riusciti. Anche Solaris ho apprezzato, sebbene sia un'opera riuscita un po' a metà e considerata dallo stesso tarkovsky "non riuscita". Ma anche soltanto l'atmosfera mirabilmente spettrale e gli altissimi momenti lirici che riesce a toccare me lo fanno considerare un mezzo capolavoro. Il problema dei dialoghi è comune anche ad un suo grande amico, Antonioni, e non penso sia un caso. Gli artisti come tarkovsky ed antonioni inevitabilmente saranno tacciati di questo difetto proprio per l'impronta poetica e l'ambizione che mettono nei loro film, è una sorta di dazio che devono pagare per trattare concretamente la poesia nel cinema (Tarkovsky) o per veicolare tematiche profonde ed inaccessibili (Antonioni).
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#173 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 04 luglio 2011 - 08:54

proprio Herzog mi è venuto in mente
molte scene "documentaristiche" dal film mi hanno trasmesso la sensazione di un herzog ostinatamente teleologico, se mi passate l'abominio

ma soprattutto c'è una tale assenza di cinismo da lasciare esterrefatti. quanti registi, dopo decenni di cinema, sarebbero ancora in grado di raffigurare uomini, cose e situazioni con tale disarmante candore?


come sempre perfettamente a fuoco corey
credo proprio sia questa la chiave di lettura: quel disarmante candore (combinato al continuo afflato di trascendenza) come risultato mi ha restituito il sermone di un pazzo geniale
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#174 thom

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Inviato 04 luglio 2011 - 16:16

Due aggettivi per definire l'ultimo di Malick sono proprio "lucido" e "controllato" e proprio per questo il film mi risulta limitato.


la poetica è divenuta maieutica
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#175 paloz

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Inviato 22 settembre 2011 - 09:17

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Per la cronaca, io non vedo l'ora che salti fuori questa famosa versione Director's cut, anche se probabilmente gli prenderà qualche altro lustro. asd Nonostante la durata abbondante, ero certo che Malick avesse privilegiato alcune parti rispetto ad altre. Mancano EVIDENTEMENTE dei pezzi, e sono certo che il loro recupero farà di ToL un capolavoro completo (quale ancora non è, secondo me).
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esoteros

 

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#176 aries

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Inviato 22 settembre 2011 - 09:43

Ma levati di culo asd
BR mio subito, pure se non posso vederlo in accaddì per ora. Ma ha le 6 ore aggiuntive come dicevano quindi? A me garba anche la versione guardabile.
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Electro alt-kraut ambient dreamy wave post worldgazer.
Immagine inserita

Questo sopra è un fumetto che ho appena pubblicato. Più info qui.
Qui c'è il mio Rym. Il sito coi miei lavori è invece qui.

#177 paloz

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Inviato 22 settembre 2011 - 10:03

Ieri ho provveduto a tradurre i sottotitoli della prima versione 720p che finalmente si trova in giro (li trovate su opensubtitles).
Stasera conto di vederlo con mio padre sul lettore br in sala. :wub:
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#178 paloz

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Inviato 23 settembre 2011 - 21:21

Terza visione. Comincio ad avere le idee chiare sull'importanza di questo film, sul suo valore e su quanto mi piaccia. Rispettivamente: molta, moltissimo, sempre di più.

Credevo che col tempo avrei ridimensionato lo stupore iniziale - che invece è andato crescendo, contro ogni mia aspettativa -, che non avrei più amato quella fotografia così cristallina, forse anche troppo. Mi ritrovo a concentrarmi sui dettagli (apparentemente) più insignificanti, colgo sfumature inestimabili (più che altro semantiche). Mi emoziono ripensando al risultato finale, convincendomi però che la Somma delle Parti possa addirittura superare il Tutto.
Cresce anche la voglia di scriverci qualcosa di analitico, a costo di dedicarci un mucchio di tempo. Con grande disinvoltura, rischiando di conformarmi alla massa critica - e di contrastare chi pensa che sia solo un "delirio new age": il film più importante del secolo in corso.
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#179 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 28 dicembre 2011 - 11:08

Da quando mi sono avvicinato al mondo del cinema (1998-1999: ma solo dal 2001 ho cominciato a frequentare la sala con regolarità) non mi era mai capitato di attendere un film con tale trasporto come accaduto qualche mese fa con “The tree of life” di Terrence Malick. Ricerche frequentissime in rete per scovare materiale appetibile che potesse tappare l’ansia dell’attesa, ipotesi su ciò che il film avrebbe potuto essere, significare per il cinema contemporaneo e per me stesso. Non solo considero “La sottile linea rossa” il miglior film degli anni Novanta (o meglio: degli ultimi venti anni), ma la poetica del cineasta texano si avvicina indissolubilmente alla mia persona. I gesti e le parole che scorrono nei suoi quattro precedenti film mi appartengono, sono bagaglio del mio essere.
Ho visto “The tree of life” in maggio, primo giorno di proiezione, primo spettacolo. L’ipotesi di scriverne subito una recensione cessò immediatamente. Se mi si chiedeva un’opinione sul film facevo fatica a mettere due parole assieme e tra un mugugno e l’altro mi riproposi di vederlo “entro la fine dell’anno”, con calma. Non era uno dei film della mia vita, come speravo, ma nemmeno una semplice opera insoddisfacente. Una rilettura era d’obbligo.
L’ho ripreso ieri e seppur ancora incapace di scriverne una recensione (ma alla fin fine cosa importa?), nonché un confronto successivo, proverò almeno a commentarlo, a ordinare le idee.
La citazione biblica iniziale esplica in maniera inoppugnabile le intenzioni di Malick. Fare un film su Dio, che può d’altra parte intravedersi nella fiammella che apre il film e che ritorna in più di una occasione. Scelta, quella di sottolineare ciò che in precedenti occasioni Malick aveva suggerito, che appesantisce il film. Malick non si limita a porre domande, ma fornisce anche delle risposte o, quantomeno, dice chiaramente che ad alcune di quelle domande risposte concrete (da trovare nel nostro spazio, nel nostro mondo) non ce ne sono. La grazia non soltanto sfiora la pellicola, la accarezza, tocca lo spettatore, ma la schiaccia: Mrs. O’Brien non solo accoglie sulla propria mano una farfalla, ma fluttua nell’aria e, cosi’ facendo, schiaccia quella delicatezza propria delle immagini malickiane.
Il primo minuto del film è meraviglioso: le immagini della futura Mrs. O’Brien bambina, tra campi, bestiame e con magica musica di accompagnamento, si ricollegano al ricordo del soldato Witt de “La sottile linea rossa”, della morte della madre nella casa della giovinezza. Il successivo blocco, con la notizia della morte del figlio è molto bello e non interrompe la rischiosa linea narrativa della sublime attesa.
La sequenza del cosmo e della nascita della Terra è stata forse la più discussa, probabilmente non è la più importante, ma certamente si presta a svariati dibattiti. Trovo suggestivo e vagamente inquietante il blocco cosmologico con la Lacrimosa di Zbigniew Preisner in sottofondo, buono ma non eccezionale quello della creazione della terra e delle forme viventi, passabile la sequenza dei dinosauri (pur realizzati in maniera non soddisfacente), che però si presta alla precedente critica: ribadire e sottolineare cose che sarebbe stato meglio sussurrare.
Seguono poi quelli che considero senza dubbio alcuno i dieci minuti più belli del film, tra i frammenti più alti filmati da Terrence Malick. L’amore tra due adulti, il pancione della futura mamma, il parto, i primi passi, la crescita, l’interazione tra i due bambini. Tutto bellissimo. E’ ingenuo voler rappresentare la madre che dice al figlioletto “li’ è dove vive Dio”, con il dito puntato verso il cielo, ma bisogna tener conto che una madre di una cittadina americana negli anni ’50 se cattolica è assolutamente verosimile che lo faccia.
Qui comincia la fase più lunga del film, quella che vede Jack protagonista, i suoi primi turbamenti (religiosi, affettivi, anche sessuali), la divisione tra una madre tanto amorevole e un padre duro, la scoperta del dolore, il mistero della vita. E’ il blocco narrativo che ha messo d’accordo più spettatori, quello salvato anche dai critici scettici. E’ il più lungo, il più autobiografico, il più consapevole, il più sicuro. Di una sincerità inequivocabile. Poteva durare 30 minuti in meno ma anche 3 ore in più (e difatti prima o poi vedremo la director’s cut). Il piccolo problema è che molte sono le ripetizioni, le domande che rimbombano a volte senza significative variazioni, i giochi fanciulleschi, i confronti con i due genitori, l’insistenza sull’elemento acqua. Non in tutto c’è freschezza. Con piglio documentaristico ma senza essere un documentario, racconto di formazione senza una vera trama. La grandezza di Malick sta nel rendere grandiosa ogni singola scena, rendere bella una corsa, una marachella di un ragazzino, un dettaglio di una pianta o un animale. Di una bellezza molto lontana da quella di spot e videoclip, dall’estetica della “bella immagine”. La bellezza malickiana rende bella la banalità, o meglio, abolisce il concetto di banalità. Ogni dettaglio ha un proprio valore, una propria importanza. Ogni foglia o capello è parte integrante della complessità (e della bellezza) del mondo. Attimi cinematografici che valgono intere carriere ma che, in questo caso, legate l’una all’altra soffocano un po’ il film, la scelta di mostrare una perpetua bellezza che attraversa il film ma non una trama appesantisce il tessuto.
Quando la storia dell’infanzia di Jack giunge al termine la domanda che ci si pone è: dunque, funziona il collegamento tra la nascita del mondo e l’infanzia della famiglia a Waco? Tra macro e micro? Tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo? Solo in parte: il messaggio è ben chiaro, ma l’amalgama è soltanto parziale. La sequenza del cosmo risulta alla fin fine sommaria, nel senso che poteva essere applicata (pur con qualche variazione) a “La sottile linea rossa” (li’ un collettivo, qui essenzialmente un singolo) e, facendo uno sforzo, addirittura a “The new world”. Malick non riesce a rendere indissolubile il legame tra i “due film”. C’è un concetto, ma l’urgenza espressiva resta sconnessa.
Il finale non aiuta. Non è nemmeno brutto, ma bello non è. Lo si può prendere come un Paradiso e l’immaginario è tutt’altro che inedito, lo si può prendere come limbo, come stato mentale, come danza tra vivi e morti, ma anche questa l’abbiamo già vista altrove. Purtroppo il finale, punto cruciale, d’approdo, non ha quasi nessuna forza visionaria né poetica e, cosa forse più grave, emoziona poco. E’ incerto, fragile, crolla come un castello si sabbia.
Con “The tree of life” Terrence Malick si è voluto spingere in territori rischiosi, esplorati da pochi prima di lui, almeno in campo cinematografico. Forse è voluto andare oltre colonne portanti della cinematografia che hanno saputo abbracciare una concezione ampia sull’uomo e la sua natura, l’esistenza umana, la vita (da “2001: Odissea nello spazio” a “8½”, da “I racconti della luna pallida d’agosto” a… “La sottile linea rossa” dello stesso Malick!), ma è stato respinto molti passi indietro forse, semplicemente, perché oltre una certa soglia non è possibile andare.
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#180 sokurov

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Inviato 28 dicembre 2011 - 13:01

Grande Diego. Al di là di ogni legittima interpretazione personale (il finale l'ho vissuto in maniera differente da te e mi ha emozionato parecchio, quello che per te è pazialmente riuscito - la disamina micro/macro - per me ha avuto risultati semplicemente sublimi) sia "La sottile linea rossa" che "The Tree of Life" sono film di una potenza visiva/emozionale spiazzante, opere d'arte nel senso più stretto del termine. Checchè se ne dica Malick ha un grandissimo dono, come non ne ha nessuno oggi in campo cinematografico: pur intaccando domande impossibili, esistenziali o profondamente umane (addirittura su Dio e l'Universo nel suo ultimo lavoro), pur utilizzando uno stile fortemente solenne e aulico riesce sempre a trasmettere emozioni fortissime, autentiche, senza mai risultare banale, megalomane o peggio ancora falso.
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#181 Twin アメ

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Inviato 28 dicembre 2011 - 13:11

pur utilizzando uno stile fortemente solenne e aulico riesce sempre a trasmettere emozioni fortissime, autentiche, senza mai risultare banale, megalomane o peggio ancora falso.


un filino-ino-ino megalomane forse anche sì, dai asd (condivido praticamente tutto quello che ha scritto strangelove)
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#182 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 28 dicembre 2011 - 13:23

Grazie, però stavolta queste emozioni fortissime non le è riuscite a trasmettere (a me, ovviamente). Nei precedenti quattro casi l'aveva fatto eccome (ci sono cose de "La sottile linea rossa" che mi fanno piangere). Sulla sua onestà non ho nessun dubbio nemmeno io.
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#183 sokurov

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Inviato 28 dicembre 2011 - 13:27


pur utilizzando uno stile fortemente solenne e aulico riesce sempre a trasmettere emozioni fortissime, autentiche, senza mai risultare banale, megalomane o peggio ancora falso.


un filino-ino-ino megalomane forse anche sì, dai asd (condivido praticamente tutto quello che ha scritto strangelove)


io non ho mai provato questa sensazione in nessuno dei suoi film, neppure in questo... col tema che tratta.
Però non posso che rispettare il pensiero degli altri se ritengono che sia stato eccessivamente pomposo in "The Tree of Life". D'altra parte pur essendo per me una poesia da vivere come esperienza audiovisiva sono d'accordo con alcune pecche che ha descritto strangelove come la ridondanza di alcuni concetti o la sequenza darwiniana sui dinosauri che mi ha lasciato un po' perplesso... Però è nulla di fronte alla magniloquenza del film.
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#184 vegeta851

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Inviato 28 dicembre 2011 - 13:31

secondo me "l'assenza di trama" non è un difetto di per sè. E' il Malick degli anni 2000, che prosegue un discorso iniziato nell'altrettanto rarefatto (e per me meno emozionante) "The New World", che imbastisce un immenso e visivamente potentissimo poema visivo. Cinema che vive di sole emozioni, sconnesso da qualsiasi linearità narrativa...negli ultimi anni credo che nessuno si sia avvicinato a tali risultati espressivi
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#185 Fitzcarraldo

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Inviato 28 dicembre 2011 - 13:40

secondo me "l'assenza di trama" non è un difetto di per sè.

sono d'accordo, sopratutto quando il "tema" dominante è la vita stessa, che trama non ha se non letta a posteriori con un certo piglio storicista. Se ciò che domina la scena è la vita stessa (nella sua forza, nelle sue contraddizioni, nel bene e nel male) allora ciò che resta è solo una serie di frammenti vissuti, qualcosa che non è scindibile dall'essere umano che li vive e in questa connessione ciò che emerge con maggior forza sono le connessioni emotive. Malick rende questa idea con una potenza visiva inaudita.

La discussione è bella e non vorrei rovinarla in direzione dell'accademia, ma mi limito ad una notazione. Parlando di Malick si tira spesso in ballo il filosofo Heidegger, una posizione fondamentale della prima fase del pensiero del filosofo è che <tutto accade in uno stato emotivo fondamentale> della persona che si rapporta a questo qualcosa perché i fatti di per sé non esistono esistono solo fatti per un qualcuno che li sente. (Chiudo la parentesi spocchiosa)
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#186 sokurov

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Inviato 28 dicembre 2011 - 16:00

La discussione è bella e non vorrei rovinarla in direzione dell'accademia, ma mi limito ad una notazione. Parlando di Malick si tira spesso in ballo il filosofo Heidegger, una posizione fondamentale della prima fase del pensiero del filosofo è che <tutto accade in uno stato emotivo fondamentale> della persona che si rapporta a questo qualcosa perché i fatti di per sé non esistono esistono solo fatti per un qualcuno che li sente. (Chiudo la parentesi spocchiosa)


Quanto è vero ciò che dice Heidegger... :)
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#187 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 15 maggio 2012 - 22:51

Suggestivo, emozionante, stilisticamente e tecnicamente ben diretto, direi che si tratta di un grande film.
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