Settimana dedicata al Brasile e ai gamelan indonesiani, con ovviamente anche qualche ascolto "esterno".
Tropicália: A Brazilian Revolution in Sound (2006, compilation)
7,5/10
Non so quanto questa compilation sia completa o indicativa della scena tropicália, ma senza dubbio è davvero accattivante. Probabilmente e' focalizzata essenzialmente sull'aspetto "pop" del fenomeno, perché delle influenze avanguardistiche non ne ho vista manco l'ombra, eppure avevo letto che erano una delle caratteristiche del movimento. Qual che e' certo e' che non mi aspettavo moltissimo (ho sempre avuto pregiudizi verso la cultura "carioca", specie verso quella musicale) e invece ho finito per apprezzare anche le cose che avrei giurato di detestare, in particolare l'impianto bossa nova, gli arrangiamenti orchestrali e i "colori" di molte canoni. Alcune mi han stregato di piu', altre di meno: ancora qualche riascolto e vedro' che artisti approfondire.
Tom Zé: omonimo (1968)
7/10
Os Mutantes: omonimo (1968)
8/10 ®
Casa das Máquinas: Lar de Maravilhas (1975)
6,5/10 (1)
Van Morrison: Astral Weeks (1968)
9/10 ®
Bubu: Anabelas (1978)
7/10
The Work: Live in Japan (1982)
7,5/10 ®
CCCP Fedeli alla Linea: Affinità-Divergenze fra il Compagno Togliatti e Noi (Del conseguimento della maggiore età) (1985)
7,5/10 ® (*)
Radiohead: Kid A (2000)
8,5/10 ®
Ulan Bator: Ego:Echo (2000)
8/10 ®
Ulan Bator: Rodeo Massacre (2005)
7,5/10 (*)
Dei franco-italiani Ulan Bator ho solo questi due dischi. Il primo e' un capolavoro, e c'e' poco da dire. Il secondo e' parecchio diverso: sono chiaramente ancora loro, ma il sound si e' parecchio ampliato, incorporando schemi e sonorita' provenienti dritte dritte dal mio post-rock preferito (Mogwai, GYBE!, Explosions in the Sky). Ne esce un album emotivamente travolgente, fatto di un distacco estremo che evolve in tensione, sempre crescente fino all'esplosione e alla catarsi totale. Probabilmente il miglior gruppo progressive (se vogliamo chiamarlo cosi', ma l'impianto e' sostanzialmente indie) d'Europa.
Hans Reichel: Stop Complaining / Sundown, Duets with Fred Frith and Kazuhisa Uchihashi (1991)
6,5/10
Steve Reich: Music For 18 Musicians (performed by Ensemble Moderne) (1999)
Steve Reich: Different Trains [Kronos Quartet] / Electric Counterpoint [Pat Metheny] (1989) (1)
Primo contatto con la musica di Steve Reich. "Music for 18 Musicians" mi ha lasciato esterrefatto. Meraviglioso. Mi aspettavo non-musica, con una nota ogni venti minuti e possibilmente indistinguibile dalla precedente, invece ho trovato un lavoro ricchissimo, multisfaccettato e soprattutto molto melodico, orecchiabile. Lo stile compositivo casca a fagiolo, data la mia attuale infatuazione per i gamelan: ogni strumento ha un loop, magari di diversa lunghezza, e il discorso musicale nasce dai giochi di incastro che si creano nelle intersezioni. Le variazioni sono costanti, ma riguardano pochi strumenti alla volta: il risultato e' un flusso costantemente in evoluzione, fortemente dinamico ma senza stacchi o bruschi cambiamenti. Reich gioca su temi estremamente ariosi, suoni puliti e cristallini, creando un'atmosfera celestiale, estatica. Credo finalmente di aver trovato la fonte di alcuni schemi e atmosfere dei Godspeed You Black Emperor! e altri gruppi che adoro.
Bali: A Suite of Tropical Music and Sounds (World Network, 1995)
Java - Pays Sunda: Musique Savantes, Vol. 2 - The Art of Gamelan Degung (Ocora, 1996)
Anthologie des Musiques de Bali, Vol. 2: Gamelan Virtuoses (Buda Musique, 2000)
Indonesia: Music from the Nonesuch Explorer Series (Nonesuch, 2000)
(
vedi thread)
® indica i riascolti, (1) le prime impressioni, (*) le opinioni molto provvisorie