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consiglio ad un novello (non mi mangiate)


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80 replies to this topic

#1 Fittyshow

    pivello

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Inviato 29 aprile 2011 - 17:18

Salve a tutti, frequento spesso il forum ma non scrivo quasi mai se non ho dei dubbi che possono essere risolti solo sentendo diverse fonti.
Mi sto affacciando al Jazz, ma non ho NESSUNA esperienza, perlomeno non di Jazz puro, ma solo di Fusion o Progressive che gli si avvicina (Soft Machine, ad esempio).
Mi pare un genere interessante, ma parto da zero, e orientarsi è molto difficile. Qualcuno mi saprebbe consigliare dei bei CD che magari mi facciano capire cosa è il Jazz?
Vi ringrazio anticipatamente.

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#2 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 29 aprile 2011 - 18:48

Domanda più che legittima, ma una breve ricerca rivela che la stessa domanda è stata fatta in altri 8 topic circa.

http://www.ondarock....p?topic=13174.0
http://www.ondarock....hp?topic=1631.0
http://www.ondarock....hp?topic=5095.0
http://www.ondarock....php?topic=334.0
http://www.ondarock....hp?topic=4756.0
http://www.ondarock....hp?topic=3112.0
http://www.ondarock....p?topic=11886.0
http://www.ondarock....hp?topic=2596.0

Evidentemente è un dilemma che assilla buona parte dei neofiti, quando la cosa più semplice (e vale in tutti i casi) sarebbe spizzicare qua e là, magari fra i classici più acclamati, per poi orientarsi verso una particolare deriva/formazione/stile. Non fatevi prendere dal panico e COMINCIATE:)
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#3 123

    mainstream Star

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Inviato 29 aprile 2011 - 19:08

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#4 norb

    mainstream Star

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Inviato 29 aprile 2011 - 19:18

se le tue orecchie sono già allenate ai suoni del progressive allora vai pure con il jazz rock post-In A Silent Way/Bitches Brew: Weather Report, Mahavishnu Orchestra, Lifetime, Return To Forever; e anche qualche nome ECM come Terje Rypdal.

Poi magari ascolti A KIND OF BLUE e ti innamori subito. Vallo a sapere.

buon ascolto
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#5 slothrop

    Enciclopedista

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Inviato 30 aprile 2011 - 09:50


Credo che, al di là dei consigli sui dischi, sia necessario anzitutto fare una considerazione preliminare che sento fare veramente poco spesso, forse perchè è troppo ovvia e banale, ma credo sia importantissima per chi si avvicina al jazz. La considerazione è la seguente (tagliando con il machete): il jazz dagli anni '10 agli anni '50 è essenzialmente un "idioma musicale", ossia la musica che suonavano gli afroamericani di New Orleans (e dei pianisti stride di New York) negli anni '10 e '20. Una musica nata da radici nere precise e usata per intrattenere il pubblico in una città licenziosa. Per tante spiegabilissime ragioni questa musica è risultata particolarmente intrigante per pubblici lontanissimi dai neri di New Orleans, a cominciare dai bianchi borghesi americani e poi a quelli di tutto il mondo (la Francia visse un'autentica "età del jazz" negli anni '20 che influenzò anche i compositori classico-contemporanei, in Giappone e a Shangai negli anni '30 scoppiò un'autentica "jazz craze"). Nel corso degli anni questa musica si è subito molto evoluta perchè l'hanno suonata i bianchi (in particolare lo swing e lo stile cool), perchè il mercato ci si è intromesso in varie forme (vedi ancora e soprattutto lo swing e la sua ballabilità) e sono nate al suo interno correnti autenticamente polemiche (il bebop e la primo rivoluzione "nera" del jazz, poi l'hard-bop degli anni '50) e linee di sviluppo nuove (una certa parte del cool, il jazz californiano, il jazz modale di Miles Davis, la third stream) fino alla nascita e all'esplosione del free nei '60.
Questa fase di profonda ridiscussione mette in estremo risalto la componente dell'improvvisazione (inizialmente su schemi, via via sempre meno rigidi) che fin dall'inizio era stata una delle caratteristiche fondanti e intriganti del jazz. Tanto che dai '70 in avanti il jazz diventa essenzialmente "contaminazione e improvvisazione". In pratica si slega molto dall'originale idioma afroamericano, basta pensare al successo dell'etichetta Ecm ma anche al consolidamento delle contaminazioni con la musica brasiliana (a partire dalla bossa nova già a fine '50), con quella argentina (Piazzolla & co., e oggi quella musica la chiamano "jazz" senza girarci tanto intorno) e poi ancora le tentazioni della musica messicana e cubana (certi di dischi di Gillespie e Mingus e altri nei primi '60) e l'intrusione del lessico delle avanguardie europee (la vicenda dell'improvvisata radicale europea dei '70).

Tutto questo per dire che il mondo avant-contaminato post-'60 e il mondo black-idiomatico pre-'60 sono due mondi molto diversi in realtà, nei quali vigono anche categorie estetiche e forme di apprezzamento diverso.
Ovviamente chi predilige le forme più improvvisate presterà grande attenzione alla capacità dialogica dei musicisti, alla loro capacità di ricreare suggestioni magari grazie all'uso insolito di strumenti timbricamente connotati (vedi il bandoneon, o le percussioni caraibiche slegati dal loro contesto tradizionale).
Diversamente chi ama l'idioma jazz originario presterà una certa attenzione, oltre che alle qualità dei musicisti (comunque fondamentali), anche al tipico aspetto ritmico del jazz o alle canzoni e alle melodie.

Io ad esempio anni fa amavo il free, anche in forme contemporanee estremamente radicali e prossime più alla musica concreta che al jazz, e mi piaceva molto il dixieland e il jazz degli anni '20, mentre dagli anni '30 alla fine dei '50 non mi piaceva nulla (probabilmente solo Mingus, che poi è verso i '60, perchè nella sua musica c'era molto blues e cominciava già a vedersi l'improvvisazione collettiva che sarebbe sfociata nel free).

Oggi apprezzo invece moltissime cose anni '40 e '50 (anche se in linea di massima non amo l'hard-bop), ma il punto è che se voglio orientarmi nel mare magnum jazzistico, devo capire quali elementi della musica vado cercando (nel mio caso iniziale era l'improvvisazione e quindi la personalità delle "voci" de musicisti, e il blues che mi è sempre piaciuto e che sta nella radice del dixieland, molto meno nel modale, invece).

Ho scritto un po' in fretta, ma mi auguro che si capisca cosa intendo e cosa chiedo a chi volesse avventurarsi nel jazz alla ricerca di "cose che gli piacciano". Se invece ti interessa la storia è pieno di libri in giro.
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#6 dick laurent

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Inviato 30 aprile 2011 - 11:06

ottimo post, anche se a fare il pignoletto l'idea della contaminazione come linea di demarcazione tra il jazz moderno e quello vecchio mi sembra un po' troppo schematica (magari era solo per non dilungarti oltre), dopotutto il jazz nasce già come musica contaminata (e il suo primo profeta probabilmente è stato Gottschalk che non era manco nero) e le contaminazioni sono sempre esistite, da Jelly Roll Morton e Beiderbecke in poi. La differenza sostanziale a cui hai anche accennato è probabilmente lo swing (e in seconda battuta il blues), che per definizione più di qualsiasi altra caratteristica (improvvisazione a parte) definisce il jazz e lo differenzia da certe correnti europee di musica improvvisata
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#7 slothrop

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Inviato 30 aprile 2011 - 11:11

sì sì, ho tagliato col machete sennò si faceva davvero troppo lunga la questione, comunque fai bene a precisare.
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#8 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 01 maggio 2011 - 23:40


In pratica si slega molto dall'originale idioma afroamericano, basta pensare al successo dell'etichetta Ecm ma anche al consolidamento delle contaminazioni con la musica brasiliana (a partire dalla bossa nova già a fine '50), con quella argentina (Piazzolla & co., e oggi quella musica la chiamano "jazz" senza girarci tanto intorno) e poi ancora le tentazioni della musica messicana e cubana (certi di dischi di Gillespie e Mingus e altri nei primi '60) e l'intrusione del lessico delle avanguardie europee (la vicenda dell'improvvisata radicale europea dei '70).


qualcuno ha voglia di consigliarmi qualche disco in questa direzione?
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#9 dick laurent

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Inviato 02 maggio 2011 - 10:40



In pratica si slega molto dall'originale idioma afroamericano, basta pensare al successo dell'etichetta Ecm ma anche al consolidamento delle contaminazioni con la musica brasiliana (a partire dalla bossa nova già a fine '50), con quella argentina (Piazzolla & co., e oggi quella musica la chiamano "jazz" senza girarci tanto intorno) e poi ancora le tentazioni della musica messicana e cubana (certi di dischi di Gillespie e Mingus e altri nei primi '60) e l'intrusione del lessico delle avanguardie europee (la vicenda dell'improvvisata radicale europea dei '70).


qualcuno ha voglia di consigliarmi qualche disco in questa direzione?


ehm, è ben più di una direzione, sono cinquant'anni di musiche diversissime in ogni dove
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#10 slothrop

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Inviato 02 maggio 2011 - 11:44

Beh, è già meno generica della domanda iniziale anche se, certo, son cose molto diverse tra loro, ma tutte vie effettivamente esplorate e con un certo successo.

Sul fronte della bossanova, il superclassico è la prima collaborazione fra Stan Getz e Joao Gilberto, da sentire in ogni caso.
Su Cuba e affinim, mi risulta che Gillespie sia stato il primo a sperimentare, ma non ti so consigliare con precisione.
Sul Messico ti lancio due palle un po' borderline (non ti aspettare esattamente musica messicana suonata in ciave jazz) con "Tijuana Moods" di Charlie Mingus e il disco della "Liberation Music Orchestra" di Charlie Haden di fine '60. Quest'ultimo è un peculiare esempio, abbastanza unico, di free-jazz politicizzato e contaminato con certa musica sudamericana (c'è anche "Song For Che", per dire).
Per quanto riguarda la radicale europea è un bel mare magnum. Credo che come primo approccio possa aver senso confrontare "Topography of the Lungs" di Bailey-Parker-Bennink con "AMMmusic 1966" dell'AMM. Il secondo è un disco che io non definirei jazz, perchè per quanto il background di quasi tutti i musicisti sia nel jazz qui l'influenza della musica contemporanea (e in particolare la totale assenza di brio e gusto per l'"intervento personale" dei musicisti) è predominante. Il leader all'inizio era infatti il compositore Cornelius Cardew.

Ti consiglio inoltre un disco genericamente "contaminato", originalissimo, piacevole e ancora poco conosciuto, come la "Western Suite" di Jimmy Giuffre a fine anni '50.
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#11 dick laurent

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Inviato 02 maggio 2011 - 11:59

Su Cuba e affinim, mi risulta che Gillespie sia stato il primo a sperimentare, ma non ti so consigliare con precisione.


uno dei primi probabilmente è stato Tizol con Ellington, Caravan la conosce chiunque ma ci sono vari pezzi suoi che sono davvero belli (conga brava, moon over cuba, bakiff, sono classiconi)

di sicuro consiglierei anche la roba di Chico O'Farrill, le sue suite sono notevolissime, tipo questa (che è del '51 e per il periodo era di sicuro avanzatissima), ma anche la prima e la aztec suite meritano eccome
http://www.divshare....ad/14237364-221

Sul Messico ti lancio due palle un po' borderline (non ti aspettare esattamente musica messicana suonata in ciave jazz) con "Tijuana Moods" di Charlie Mingus e il disco della "Liberation Music Orchestra" di Charlie Haden di fine '60. Quest'ultimo è un peculiare esempio, abbastanza unico, di free-jazz politicizzato e contaminato con certa musica sudamericana (c'è anche "Song For Che", per dire).


anche la spanish suite da poco ristampata di Philip Cohran merita assai, oddio spagna non è messico ma il risultato non è affatto distante. E anche se è un pezzo e non un disco, secondo me vale la pena di sentire anche la coloratissima Tijuana Traffic di Carla Bley

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#12 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 02 maggio 2011 - 12:29

grazie! :)
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#13 beignet

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Inviato 02 maggio 2011 - 19:34

Oltre all'ascolto consiglio anche la lettura. Le pietre miliari sono gli scritti di Arrigo Polillo e il classico Il jazz e il suo mondo (Einaudi) di Gian Carlo Roncaglia, prima edizione negli anni 70, ripubblicato in edizione riveduta e corretta nel 2005 o giù di lì.
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Questo cerca protezione, quello ha torto e vuol ragione, chi vorrebbe un impieguccio, chi una cattedra ed è un ciuccio...
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#14 sheikyerbouti

    anti-intellettuale, coerente, obiettivo, ironico, arguto, spacca

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Inviato 03 maggio 2011 - 06:42

"parlare di musica è come ballare di architettura." (frank zappa)

quindi bando alle ciance ed eccoti la prima parte di un bel listone (in ordine alfabetico):

- chet baker - live at capolinea
- bix beiderbecke - great original performances 1924-1930
- dave brubeck - the dave brubeck quartet at carnagie hall
- john coltrane - oltre ai già citati ti suggerisco questi: blue train e giant steps, ballads
- miles davis - oltre ai già citati ti suggerisco questi: 'round midnight, a tribute to jack johnson, agharta. ma sono belli anche tutti gli altri.
- eric dolphy - out there
- bill evans - the complete village vanguard recordings (3cd set), waltz for debby
- stan getz & charlie byrd - jazz samba
- dexter gordon - go!
- chico hamilton - the dealer
- herbie hancock - empyrean isles, maiden voyage
- coleman hawkyns - desafinado
- billie holiday - lady's decca days vol. 1 & 2
- hypnotic brass ensemble - s/t
- keith jarrett - the koln concert
- quincy jones - big band bossa nova
- volker kriegel - spectrum

per il momento mi fermo qui.

buon ascolto.
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#15 beignet

    Been there, done that

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Inviato 04 maggio 2011 - 08:26

"parlare di musica è come ballare di architettura." (frank zappa)

quindi bando alle ciance ed eccoti la prima parte di un bel listone (in ordine alfabetico):

- chet baker - live at capolinea
- bix beiderbecke - great original performances 1924-1930
- dave brubeck - the dave brubeck quartet at carnagie hall
- john coltrane - oltre ai già citati ti suggerisco questi: blue train e giant steps, ballads
- miles davis - oltre ai già citati ti suggerisco questi: 'round midnight, a tribute to jack johnson, agharta. ma sono belli anche tutti gli altri.
- eric dolphy - out there
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- stan getz & charlie byrd - jazz samba
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- billie holiday - lady's decca days vol. 1 & 2
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- keith jarrett - the koln concert
- quincy jones - big band bossa nova
- volker kriegel - spectrum

per il momento mi fermo qui.

buon ascolto.


Bless thee. Amen. ;D
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#16 sheikyerbouti

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Inviato 04 maggio 2011 - 09:11

seconda parte:

- les mac cann - more les
- charlie mingus - the black saint and the sinner lady
- blue mitchell - graffiti blues
- thelonious monk - monk's dream
- idris muhammad - house of the rising sun
- jerry mulligan & chet baker - carnagie hall concert
- fats navarro - the fabulous fats navarro vol.1 & 2
- oliver nelson - blues and the abstract truth
- jim pepper - comin' and goin'
- jean-luc ponty - king kong
- baden powell - canto on guitar
- dom um romao - hotmosphere
- pharoah sanders - karma, thembi
- archie shepp - attica blues
- jimmy smith - the sermon
- jimmy smith & wes montgomery - further adventures of jimmy and wes
- sun ra - space is the place, nuits de la fondation maeght - vol.1 & 2
- gabor szabo - jazz raga, the sorcerer
- cal tjader - talkin' verve: roots of acid jazz
- mc coy tyner - sahara
- bugge wesseltorff - new conception of jazz

buon ascolto!
  • 1

#17 Sonic M

    pivello

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Inviato 30 giugno 2011 - 21:18

Oltre all'ascolto consiglio anche la lettura. Le pietre miliari sono gli scritti di Arrigo Polillo e il classico Il jazz e il suo mondo (Einaudi) di Gian Carlo Roncaglia, prima edizione negli anni 70, ripubblicato in edizione riveduta e corretta nel 2005 o giù di lì.


di polillo c'è anche un audiolibro molto bello ed interessante, "storia del jazz", non credo esista piu`in commercio, ma online lo si trova abbastanza facilmente...
  • 0

#18 Damy

    pophead

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Inviato 01 luglio 2011 - 13:25

se le tue orecchie sono già allenate ai suoni del progressive allora vai pure con il jazz rock post-In A Silent Way/Bitches Brew: Weather Report, Mahavishnu Orchestra, Lifetime, Return To Forever; e anche qualche nome ECM come Terje Rypdal.

Poi magari ascolti A KIND OF BLUE e ti innamori subito. Vallo a sapere.

buon ascolto


Io infatti da altro pivello del jazz ho fatto proprio la cosa piu' cliche' di tutti che e' appunto comprarsi Kind Of Blue....e mi sono innamorato! e' un po' come andare dai Velvet Underground quando si vuole capire il rock, e ti avverto che funziona!
  • 0
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#19 Moontesquieu

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Inviato 10 luglio 2011 - 07:41

Tra i non citati io amo particolarmente e dunque consiglio vivamente:


Charles Mingus - Oh Yeah

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Art Ensemble of Chicago - Les Stances a Sophie


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#20 mingus

    how about no

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Inviato 02 agosto 2011 - 11:58

- oliver nelson - blues and the abstract truth


Magnifico. Consiglio vivamente anche io.
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#21 robystereo

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Inviato 02 agosto 2011 - 20:17

se ti piace un sax che si strugge di dolore prova con Bolivia di Gato Barbieri
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#22 ArabaFenice

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Inviato 04 agosto 2011 - 07:41


Ti consiglio inoltre un disco genericamente "contaminato", originalissimo, piacevole e ancora poco conosciuto, come la "Western Suite" di Jimmy Giuffre a fine anni '50.


Non conoscevo il tipo,recuperato album ed ascoltato:bello,a tal punto che ne ho recuperati altri due:Conversations with a Goose e 3.
Il jazz che ascolto più volentieri è quello del periodo anni '50 '60.Grazie a tutti per le segnalazioni
  • 0

#23 ArabaFenice

    Groupie

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Inviato 04 agosto 2011 - 11:48


- oliver nelson - blues and the abstract truth


Magnifico. Consiglio vivamente anche io.

Finito d'ascoltare ora:concordo
  • 0

#24 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 08 agosto 2011 - 19:52

ciao a tutti! mi sapreste consigliare uno o due album per cominciare di aretha franklin e billy holiday? volevo evitare le raccolte perché di solito mettono i brani piú commercialotti e semplici, ma se ne consocete di fatte bene vada anche per quelle! :)
  • 0

#25 norb

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Inviato 09 agosto 2011 - 00:34

ciao a tutti! mi sapreste consigliare uno o due album per cominciare di aretha franklin e billy holiday? volevo evitare le raccolte perché di solito mettono i brani piú commercialotti e semplici, ma se ne consocete di fatte bene vada anche per quelle! :)


tutti quelli tra il 67 e il 72
http://allmusic.com/...305/discography
  • 0

#26 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 09 agosto 2011 - 12:01

graze!
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#27 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 09 agosto 2011 - 18:51

a parte che ho scoperto che si scrive billie e non billy ( :firuli: ) , volevo chiedervi lo stesso consiglio anche per ella fitzgerald
  • 0

#28 Damy

    pophead

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Inviato 01 settembre 2011 - 09:46

Per Ella Fitgerald prova questo, io mi sono innamorato al primo ascolto. . .

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#29 tonysuper

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Inviato 13 novembre 2011 - 20:12

Ciao io ti consiglio di partire in ordine cronologico, i dischi che ti hanno suggerito sono ottimi e sono gli stessi che avrei suggerito anche io diversi anni fa.
La mia prospettiva ora è cambiata.

Vedi, la caratteristica di un ascoltatore che si avvicina ad un nuovo genere è quella di apprezzare i linguaggi che già conosce e capisce, in particolare quello degli artisti a lui noti. Quando mi avvicinai al jazz venivo da progressive e psichedelia, diciamo che i floyd di pompei erano il mio archetipo estetico.
Ovviamente i dischi modali di coltrane e il jazz rock di miles furono subito i miei preferiti, anzi mi sembravano gli unici interessanti.

Questo perchè non avevo fatto lo sforzo di capire un nuovo linguaggio.
La musica jazz (ma il discorso vale anche per la musica classica) ha un'estetica diversa, in cui contano anche o soprattutto l'armonia e la dinamica e un po' meno la ricerca timbrica. Per questo le urla di trane furono le prime a comunicarmi qualcosa, il jazzista "medio" invece mi sembrava decisamente più freddo. Il mio orecchio captava note, scale senza apparentemente alcuna logica.

Quindi saltando alla tua domanda, ti suggerisco un approccio cronologico.
Inizia fai lo sforzo di ascoltare tutto quello che trovi di Louis Armstrong, proprio in ordine di pubblicazione, dalle prime esibizioni per poi passare alle orchestre e all'esperienze degli Hot Five e Seven. Ne avrai per un mesetto :) E con lo stesso approccio continua con gli altri musicisti suoi contemporanei che hanno fatto la storia del jazz, senza avere fretta di arrivare agli anni 50 e 60.
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#30 PrebenElkjaer

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Inviato 15 novembre 2011 - 07:56

a parte che ho scoperto che si scrive billie e non billy ( :firuli: ) , volevo chiedervi lo stesso consiglio anche per ella fitzgerald


ti metto 4 tripli che costano sui 10 euro e mi piacciono un sacco

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Songbooks: Ella Fitzgerald Sings the George & Ira Gershwin Songbook
Sings the Irving Berlin and Duke Ellington Songbooks
Songbooks: The Original Cole Porter and Rodgers & Hart Songbooks
Ella & Louis - Classic Album Collection
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Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
Noodles: Sono andato a letto presto.

Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...

Fiero membro

Ci sono più dischi di merda che vita!

#31 Damy

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Inviato 15 novembre 2011 - 11:21

Concordo in parte con quanto detto sopra da tonysuper, ovvero che andare in ordine cronologico e' un'ottimo metodo introduttivo, specialmente per un genere complesso ed esteso come il jazz (che io stesso ho iniziato ad ascoltare nemmeno un anno fa e presumo ci mettero' volentieri tutta la vita per farmene una panoramica piu' completa, vuoi per la quantita' di materiale inciso vuoi per la reperibilita' spesso difficile dei dischi e i prezzi non sempre indifferenti).

Tuttavia ci sono qua' e la' dei dischi come questo:

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Billie Holiday - Lady In Satin (1958)

che secondo me escono fuori dal concetto di "tempo", e si possono ascoltare sempre e da subito. Lady In Satin e' stato praticamente il suo ultimo lavoro inciso, ma il livello di dolente emozione espressa dalla sua voce e' piuttosto universale e trascende qualunque definizione di genere, nel senso che a distanza di 60 anni questo disco e' ancora moderno perche' parla di stati d'animo umani che non tramonteranno mai, e non di una lontata era passata. Te lo consiglio vivamente, secondo me e' una vera pietra miliare del secolo scorso.
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#32 PrebenElkjaer

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Inviato 15 novembre 2011 - 12:55

penso di averlo scritto da qualche parte, ma andare in ordine cronologico lo vedo pesante. Pare di studiare perché uno si trova tutti i classiconi in ordine e li passa in ordine cronologico. Mi piace un approccio più libero del tipo ascolto Kind of Blue e adoro un modo di suonare e vado alla ricerca del musicista che sta lì dentro per vedere che fa. Mi piace trovare un ordine dopo se mi piace il disco. Certi dischi anni '40 di jazz li capisco meglio adesso dopo averne ascoltati molti dei '60 perché all'inizio il free era più vicino ai miei ascolti e la roba più vecchia senbrava solo musica "fighetta per fighetti". Io non ce lo vedo il metodo giusto per affrontare qualcosa. A volte decido di prendere un disco per la copertina, o per il titolo o perché vedo in mezzo un musicista che mi piace e rifanno qualche classico che son curioso di sentire come lo propongono. Sono mille gli input che possono farmi scegliere un disco e non è nemmeno detto che quello sia il momento giusto per ascoltarlo: oggi non mi dice nulla e magari tra un mese è fantastico o viceversa. Poi c'è youtube, dato il disco se si è curiosi il pezzetto lo si ascolta al volo e si decide se è il caso oppure no.

Lady in Satin wub
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Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
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Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...

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#33 tonysuper

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Inviato 15 novembre 2011 - 13:10

E' pesante, pero' è più efficace. Rompersi la testa fino a quando Parker non lo capisci è una maniera "solida" per approcciare la musica jazz.
E' un po' come andare in palestra, si sa che all'inizio "fa male". Sicuramente c'è il rischio dell'abbandono in questa maniera, se non si è motivati!
Di certo far ascoltare Kind of blue o peggio ancora In a silent way o Koln Concert (che in pratica sono dischi minimal/ambient più che jazz) ad un principiante è garanzia di sicuro "accalappiamento" perchè sono accattivanti e di notevole successo di vendite negli anni, però può essere fuorviante.
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#34 PrebenElkjaer

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Inviato 15 novembre 2011 - 13:41

Che siano dischi che escono dal jazz puro è indubbio, è anche il motivo del loro successo.
Sul più solida concordo; il mio approccio mi porta a rivalutare un sacco perché col tempo cambio prospettive e punti di vista. Mi ritrovo a vedere tutto con ottica sempre diversa senza avere ben chiaro il susseguirsi di stili e musicisti. Tipo Shorter l'ho ascoltato qualche annetto fa e non mi ha preso per nulla, adesso vorrei riprovare per vedere se mi prende o no. Ho troppo l'approccio che se mi piace ok altrimenti magari riascolto più avanti. C'è così tanta roba a disposizione che posso anche passare oltre. Stringi stringi, il mio è un approccio pigro :)

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#35 tonysuper

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Inviato 15 novembre 2011 - 13:45

E' lo stesso che ho avuto anche io all'inizio perchè ero disordinatissimo, considera che sono arrivato al jazz per sbaglio tramite i king crimson di lizard e i soft machine... e poi passai al davis minimale/elettrico e al coltrane modale.
Cosi' armato di tanto entusiasmo mi procurai dei biglietti per un concerto di shorter in una formazione meravigliosa... spesi anche dei bei soldi. Suono' un dialetto be-bop molto duro. Non ci capii niente ...
E' il rischio di molti fan del Koln concert, rischiano di spendere 100 euro per sentirsi lo standard trio ed addormentarsi, quando si divertirebbero di piu' a sentire Nyman o Einaudi o addirittura Allevi.
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#36 PrebenElkjaer

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Inviato 15 novembre 2011 - 14:36

a prescindere dai metodi, bisogna comuqnue ascoltare più roba possibile per capire meglio cosa ascoltiamo.
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#37 tonysuper

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Inviato 15 novembre 2011 - 14:45

a prescindere dai metodi, bisogna comuqnue ascoltare più roba possibile per capire meglio cosa ascoltiamo.


Ni, è una mentalità alla scaruffi. Se sei obbligato perchè non hai "mappe per orientarti" si, ti conviene ascoltare di tutto. Altrimenti è più gratificante approfondire in maniera verticale tutti i capolavori di un genio, e ascoltarli più volte fino a coglierne ogni dettaglio, che navigare nei dischi di decine di Carneadi. Però questo è semplicemente il mio punto di vista. Alla fine siamo qui per divertirci :)

PS per quanto riguarda il jazz un'utile mappa è sicuramente il mattone di Arrigo Polillo
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#38 Damy

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Inviato 15 novembre 2011 - 14:47

a prescindere dai metodi, bisogna comuqnue ascoltare più roba possibile per capire meglio cosa ascoltiamo.


si, ma non dimentichiamoci il lato del puro piacere del voler ascoltare qualcosa asd io odio ascoltare qualcosa perche' e' "essenziale"...ci provo sempre e comunque con tutto (metal escluso, quello proprio no), poi se non mi prende lascio da parte e magari ci ritorno. Forzarsi ad ascoltare qualcosa che non convince e' un po' masochista, e a lungo andare anche deleterio nei confronti del disco stesso...
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#39 PrebenElkjaer

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Inviato 15 novembre 2011 - 15:02

il piacere per me è fondamentale. È il motivo base per cui il metodo storico non mi garba. Ovvio che andando a sensazioni come faccio io becco un sacco di roba che a saperlo prima avrei evitato, però se non l'ascoltavo avrei avuto il dubbio che magari potesse piacermi. Resta il fatto che ogni ascolto lascia qualcosa ed era questo il senso di ascoltare tanti dischi: con gli ascolti migliora sempre di più la capacità personale di capire se mi piace, mi può piacere, non c'è verso. Che poi per me, che non devo fare il critico, è tutto quello che conta davvero.
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#40 Damy

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Inviato 17 novembre 2011 - 12:35

Visto che siamo (quasi) tutti un po' novelli posto qui' un paio di dischi che ho comprato giusto l'altro giorno prima di entrare a lavoro. Andavano via a sconto per 4£ l'uno a HMV. Chi ne sa di piu' e' pregato di dare la propria opinione!!

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Gene Ammons - Bad! Bossa Nova (1962)
Piacevolissimo e suggestivo ascolto, molto facile tra l'altro anche per chi come me proviene dal pop (ma e' pure appassionato di bossa nova). Influenze caraibiche e braziliane, strumentazione completa di bonghi e chitarre acustiche. Bellissimi gli episodi piu' fusion di "Pagan Love Song" e "Moito Mato Grosso". Piu' un paio di vere "canzoni": "Anna" (famosissimo motivetto, tratto dall'omonimo film italiano del 1959) e "Cae' Cae'".


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Yusef Lateef - Cry! Tender (1959)
Dice sulle note di copertina che Yusef, nativo di Detroit, era un vero appassionato di musica orientale, e pur non avendo mai viaggiato in tale continente ha saputo contaminare il jazz con simili influenze come pochi altri. Oltre al sax suona pure il flauto traverso e l'oboe, che contribuiscono tantissimo a creare atmosfere piuttosto uniche. "Sea Breeze" e "Dopolous" mi sembrano due ottimi esempi, in bilico tra il concerto di Aranjuez e Lawrence d'Arabia ma sempre e comunque filtrate attraverso una visione piu' "americana". Da quel che ho capito questo e' il suo terzo disco di studio, ed intraprende una direzione piu' standard jazz rispetto ai precedenti. Pare infatti che i primi due fossero ancora piu' "contaminati" e ricercati nell'uso di strumenti etnici.

completamente diverso invece questo qua':

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Ron Carter - New York Slick (1979)
sul quale non mi sento davvero in grado di dare un'opinione, se non per dire che mi piace tantissimo e l'ho comprato perche' volevo ascoltare qualcosa di piu' recente rispetto al jazz anni '50 e '60.

A voi...
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#41 Guybrush Threepwood

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Inviato 27 novembre 2011 - 12:14

volevo approfondire un po´ il jazz suonato con strumenti non convenzionali, perlomeno nell ottica degli outsider come me che associano automaticamente al genere gli ottoni... avevo sentito di questi due violinisti jazz (joe venuti; stepane grappelli) e dei seguenti clarinettisti (Sidney Bechet, Johnny Dodds, Jimmy Dorsey, Benny Goodman, Woody Herman, Oliver Nelson, Tony Scott, Artie Shaw). qualcuno mi sa consigliare tra questi i migliori per cominciare e le opere più rappresentative?
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#42 Dull Boy

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Inviato 28 novembre 2011 - 10:01

Visto che siamo (quasi) tutti un po' novelli posto qui' un paio di dischi che ho comprato giusto l'altro giorno prima di entrare a lavoro. Andavano via a sconto per 4£ l'uno a HMV. Chi ne sa di piu' e' pregato di dare la propria opinione!!

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Gene Ammons - Bad! Bossa Nova (1962)
Piacevolissimo e suggestivo ascolto, molto facile tra l'altro anche per chi come me proviene dal pop (ma e' pure appassionato di bossa nova). Influenze caraibiche e braziliane, strumentazione completa di bonghi e chitarre acustiche. Bellissimi gli episodi piu' fusion di "Pagan Love Song" e "Moito Mato Grosso". Piu' un paio di vere "canzoni": "Anna" (famosissimo motivetto, tratto dall'omonimo film italiano del 1959) e "Cae' Cae'".


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Yusef Lateef - Cry! Tender (1959)
Dice sulle note di copertina che Yusef, nativo di Detroit, era un vero appassionato di musica orientale, e pur non avendo mai viaggiato in tale continente ha saputo contaminare il jazz con simili influenze come pochi altri. Oltre al sax suona pure il flauto traverso e l'oboe, che contribuiscono tantissimo a creare atmosfere piuttosto uniche. "Sea Breeze" e "Dopolous" mi sembrano due ottimi esempi, in bilico tra il concerto di Aranjuez e Lawrence d'Arabia ma sempre e comunque filtrate attraverso una visione piu' "americana". Da quel che ho capito questo e' il suo terzo disco di studio, ed intraprende una direzione piu' standard jazz rispetto ai precedenti. Pare infatti che i primi due fossero ancora piu' "contaminati" e ricercati nell'uso di strumenti etnici.

completamente diverso invece questo qua':

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Ron Carter - New York Slick (1979)
sul quale non mi sento davvero in grado di dare un'opinione, se non per dire che mi piace tantissimo e l'ho comprato perche' volevo ascoltare qualcosa di piu' recente rispetto al jazz anni '50 e '60.

A voi...



COnosco solo quello di Gene Ammons ed è proprio come l'hai descritto...molto godibile, molto verace come il suo modo di suonare e con influenze sudamericane.
Penso sia abbastanza sottovalutato come sassofonista, magari perchè non è "intellettualmente" evoluto come altri di quell'epoca, però propone bella musica in quel disco.
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#43 maicon

    pivello

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Inviato 08 dicembre 2011 - 11:52

ehi gente riprendo questa discussione perche' mi serve un consiglio e non voglio aprire un nuovo topic per una cosa del genere..in pratica ho trovato questo cofanetto di 100 cd di jazz classico a 80 euro su ebay:
http://www.ebay.it/i...553190162326180
questo invece e' il piano dell'opera(con una risoluzione del 60/70% dovrebbe riuscire a leggersi bene:
http://www.massmarke...ssicoindice.pdf

dato che volevo farmi una bella cultura sul jazz vorrei chiedervi se secondo voi vale la pena di acqustare una cosa del genere,cioe' se ci sono dei titoli e artisti validi(io ho per ora solo una paio di cd di charlie parker,miles,coltrane e wes montgomery)o se e' meglio che mi compri dei cd una alla volta(vedo che in questa lista manca gente come sun ra o ornette coleman che non ho mai sentito ma che sarei interessato a conoscere)...so che potrei scaricarmi tutto senza spendere soldi ma sono un collezionista(un po malato di mente)e mi piace avere il cd in mano(e' un po come un libro per me),grazie
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#44 dick laurent

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Inviato 08 dicembre 2011 - 12:29

mi pare di capire che non sia una collezione di album ma che sia in pratica una gigantesca raccolta di brani. Due cose: se sei un collezionista magari mi sbaglio ma non dà l'idea di essere curatissimo come oggetto, nè di essere oggetto da collezionisti.
Secondo, sembra una gigantesca raccolta di jazz esclusivamente classico (il jazz dopo gli anni 50 lì mi pare che non esista o quasi, e anche quello dei 50 non mi pare presentissimo), che peraltro mi pare segua gusti molto personali e quindi non lo vedo bene come introduzione. Nel senso che per esempio è pieno di roba dell'orchestra casa Loma e mi pare non ci sia nulla di Monk. C'è ovviamente molta bella roba, ma per iniziare mi sembra pesante davvero.
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#45 Damy

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Inviato 08 dicembre 2011 - 13:01

Concordo con laurent, secondo me ti ritrovi tra le mani un mattone di dimensioni stratosferiche che per digerirlo ci metterai degli anni. Non sono davvero un esperto di jazz, ma mi pare di capire anche a me che la lista sia un po' aleatoria e dettata dai gusti molto personali del compilatore.

Io poi, da collezionista "malato" come te, preferisco scoprire le cose pian piano ed avere il disco originale tutto intero, con tanto di libretto (che, quando c'e', spesso svela qualche particolare o racconta aneddoti/dati interessanti) e copertina originale (spesso le copertine jazz sono le piu' belle).
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#46 maicon

    pivello

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Inviato 08 dicembre 2011 - 14:10

grazie avete evidenziato gli stessi dubbi che avevo io nel senso che forse e' un po eccessivo avere dieci cd delle orchstre di glenn miller e neanche uno con qualche artista free jazz ad esempio..mi sa che mi costruiro' spendendo qualche cosa in piu' la mia collezione come ho fatto con i cd di musica rock...tra l'altro due giorni fa girando per la feltrinelli vedevo che i cd jazz costavano veramente poco e come ha detto damypando le copertine e i libretti dei cd jazz sono tra i piu' fighi in assoluto
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#47 Guybrush Threepwood

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Inviato 08 dicembre 2011 - 20:45

comunque se ti prendi per esempio i dischi della top ten della classifica jazz del forum di ondarock spendi più o meno ugale e hai già una discreta panoramica; io ho cominciato prendendo spunto da quella :) in particolare consiglio la triade coltrane, davis, mingus
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#48 maicon

    pivello

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Inviato 08 dicembre 2011 - 21:56

grazie del consiglio,ora vado sicuramente a darci un'occhiata..io essendo molto appassionato di kerouac ho inziato ad ascoltare jazz con charlie parker che per jack era una dio..devo dire che dopo averlo ascoltato ho capito il perche'..di coltrane ho ascoltato a love supreme,di davis kind of blue e round about midnight..ovviamente ne sono rimasto estasiato...poi thelonoius monk con it's monk time,montgomery con the incredible jazz guitar of wes montgomery(veramente un capolavoro),una raccolta di django e un'altra di sonny rollins..questo e' il jazz che ho ascoltato fino ad ora,molto bello conoscere l'inconfondibile stile che ognuno di questi maestri aveva...mi piacerebbe molto sentire qualcosa di mingus e di ornette coleman,poi charlie christian che ho letto in giro essere addirittura superiore a wes montgomery per alcuni...poi volevo chiedere:ho letto che parker con monk e gillespie formano la sacra triade che ha inventato il be bop..so dal film bird che gillespie e parker suonarono spesso insieme,ma con thelonious monk invece?voi sapreste indicarmi qualche registrazione o qualche pezzo dove questi tre mostri si sono incontrati per suonare insieme e piu' in generale che contatti artistici hanno avuto durante la loro carriera?
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#49 Guybrush Threepwood

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Inviato 08 dicembre 2011 - 22:46

mingus: black saint and the sinner lady; coleman: free jazz o the shape of a jazz to come. in piú, mi sembra di dolphy e ellington ti consiglio money jungle e out for lunch
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#50 dick laurent

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Inviato 09 dicembre 2011 - 09:25

money jungle per ellington ormai è roba da tragedia dell'ascolto, di uno che è noto per la scrittura orchestrale (e per avere un'orchestra rodata nei decenni) si consiglia un disco di un supertrio improvvisato lì per lì con tre persone che non avevano mai suonato assieme o quasi e che nell'occasione non si trovano nemmeno granchè assieme. Comunque al di là di quello che ne penso io: secondo me più che dalla classifica di ondarock dove ci sono begli album ma appunto è molto ondarock, ti conviene provare a sentire qualcosina dei vari generi (dixieland/new orleans, swing, bebop, cool, third stream, soul jazz & hard bop, modale, free, jazz elettrico ecc) e vedere cosa ti piace, e poi ascolta con calma
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