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Habemus Papam [Nanni Moretti, 2011]


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76 replies to this topic

#1 paloz

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Inviato 16 aprile 2011 - 09:57

Immagine inserita

Un film che annienta ogni mia obiettività.

[strangelove ci pensi tu a spostare i post di prima?]
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#2 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 16 aprile 2011 - 11:33

Posso raggruppare i precedenti messaggi in questo post:

Dai allora come è?

Paloz m'ha detto bellissimo.


Ora non ho tempo di mettermi a scrivere il fiume di cose che mi passavano in testa durante la visione e che puntualmente ho già dimenticato.  asd
Fantastico dai, la nuova deriva di Moretti è pienamente confermata.


Ecco in che senso deriva?


è un capolavoro della maturità e della semplicità; Moretti meno verboso del solito, cioè parla molto ma lo ascoltano poco, è messo quasi in disparte, il papa, grandissimo Piccoli, che invece dovrebbe parlare non riesce nemmeno a balbettare, c'è giusto equilibrio tra grottesco e poesia; c'è una scena che in se non mi piace, la partita di pallavolo, ma è propedeutica ad una delle più belle, i porporati la interrompono per salutare la finestra dietro la quale pensano sia il loro padre spirituale.
Si ride e si piange, ma con compostezza e col senso delle proporzioni e delle cose, un film tenero e delicato, molto rispettoso dei sentimenti di tutti;


Da come lo anticipavano sembrava una trama dopotutto scontata, con questa crisi del neo-papa e bona lì. E' il DOPO che spesso non è stato anticipato, la discesa dal Vaticano alla gente comune: Piccoli è un'anima perduta in mezzo alla gente, che non sa di averlo a fianco ma lo attende; simbolicamente una visione apocalittica, dove le pecorelle aspettano il pastore che invece si sente inadeguato, che sente il bisogno "non di condurre, ma di essere condotto". Una parabola straordinaria che, invece di mettere scioccamente in discussione l'istituzione ecclesiastica, ne stravolge gli schemi, la pone in una situazione improbabile (soltanto perché sarebbe ritenuta inaccettabile) ma che chiunque, una volta investito di una tale responsabilità, potrebbe trovare scomoda.
Grande poesia, lo si è detto, Piccoli è davvero perfetto, e fa un po' strano, data la regia molto moderna, rivedere il vecchio Nanni - che invece di rubare la scena si riduce in uno spazietto congeniale alla sua inimitabile ironia.


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#3 Guest_ale_*

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Inviato 16 aprile 2011 - 13:00

dopo i mezzi passi falsi di Aprile e Il Caimano, Moretti deve essersi finalmente accorto che raccontare la realtà civile e sociale contemporanea non è una dote che gli appartiene.
dai commenti mi sembra di capire che con questo nuovo film sia tornato al rigore di film come La stanza del figlio e La messa è finita. l'idea del film è di per sè geniale, ma sono sicuro che sia riuscito a svilupparla anche meglio.
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#4 astrodomini

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Inviato 16 aprile 2011 - 14:50

Con Il Caimano, pellicola che lì per lì non mi colpì, la realtà l'ha predetta.
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the music that forced the world into future


#5 aldous

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Inviato 16 aprile 2011 - 14:54

non l'ho visto, ma da quello che ho letto, mi ha ricordato uno splendido libro letto più di 20 anni fa di Ignazio Silone-L'avventura di un povero cristiano.
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#6 123

    mainstream Star

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Inviato 16 aprile 2011 - 18:30

non l'ho visto, ma da quello che ho letto, mi ha ricordato uno splendido libro letto più di 20 anni fa di Ignazio Silone-L'avventura di un povero cristiano.


Ci ho pensato subito pure io.
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#7 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 16 aprile 2011 - 18:35

http://www.ondacinem...emus_papam.html
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#8 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 16 aprile 2011 - 19:34

Una buona recensione, asciutta e (mi pare) imparziale. Ma io avrei detto mille altre cose.  :)
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#9 Tom

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Inviato 17 aprile 2011 - 00:11

Una notizia buona e una cattiva.

Quella buona è che "Habemus Papam" è un bel film. Divertente, originale, spiazzante, profondo e commovente. Numerosi, ipotizzo, i richiami visivi all'opera di Nino Caffé il "pittore dei pretini", piuttosto celebre negli anni '60 e '70 con i suoi quadri di ecclesiasti intenti a giocare. Dietro lo sguardo umano, partecipe e tratti bonario di Moretti c'è sempre però la sua lucidità spietata, la sua scostante moralità, qui particolarmente implacabile con il parallelo tra religione organizzata e teatro, con SPOILERun papa che in un finale vigoroso e inaspettato - almeno da me - sostanzialmente rinuncia a recitare una parte./SPOILER. Michel Piccoli semplicemente unico e grandioso. Si porta dietro l'odore dei maestri mangiapreti Ferreri e Buñuel e risulta perfettamente credibile sia come papa in incognito che come povero vecchio solo e frastornato. Il film vive e respira della sua presenza (e assenza). Moretti riesce ad introdurre se stesso, il suo personaggio, senza minare l'equilibrio di una storia storia che si muove tra irriducibile malinconia cecoviana, pessimismo pirandelliano e forse un pizzico di Shakespeare o forse di Mark Twain ("Il principe e il Povero", no?).   

Quella cattiva è che Moretti regista a livello stilistico sembra essere diventato un anonimo mestierante italiano. Sono scomparsi la ricercata e personalissima trasandatezza autarchica, lo spoglio rigore che ancora si intravedeva nel comunque già mainstream "La stanza del figlio", sacrificati ad una confezione anonima fatta di inquadrature "medie", movimenti di macchina banali, montaggio didascalico. Significativo la mancanza di freni dell'invadente, onnipresente e fastidiosa colonna sonora, sia dei melensi originali di Franco Piersanti o dei fin troppo ovvi pezzi di classica (davvero pessima la trombonata nel finale... quanto sarebbe stato più efficace e significativo un bel silenzio rotto solo dai rumori ambientali?). Questo da parte di un regista che un tempo sapeva centellinare e rendere memorabili gli interventi musicali nei suoi film.

Quindi bel film... nonostante il regista Moretti non sia più all'altezza del Moretti pensatore e sceneggiatore.


  • 1

#10 marz

    in un romanticismo hegeliano

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Inviato 17 aprile 2011 - 12:41

Visto ieri, che dire... sostanzialmente mi trovo d'accordo con il commento sopra. Michel Piccoli, in una prova divinamente e profondamente umana, è riuscito a farmi annegare negli abissi della debolezza, dell'uomo. Belli gli spunti morettiani, equilibrati, meravigliosamente bella la scena dell'entrata dei cardinali in teatro e poi l'applauso al redivivo pontefice con in sottofondo i dialoghi cechoviani. E proprio sulla commistione tra religione e teatro cechoviano (non semplicemente religione e teatro quasi in chiave simil-bunueliana...) secondo me sta tutta la genialità e suggestione del film. Cechov-Papa... solo un genio poteva pensare ad un tale parallelo. Detto questo, anch'io ho notato una scialba cura registica, fotografica ecc... Ma sostanzialmente non gliene faccio tanto una colpa, anche perchè ho come l'impressione che da caro diario in poi non gliene importi più di tanto in modo voluto e consapevole, quasi ad evitare come la lebbra possibili esercizi di stile fine a se stessi. Quasi a voler lasciare il film schietto, facendo parlare solo i suoi geniali dialoghi e soggetti.
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Everybody needs a bosom for a pillow

#11 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

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Inviato 17 aprile 2011 - 22:32

Copio un mio brevissimo intervento da it.arti.cinema in risposta ad un post molto negativo. poi se qualcuno vuole si approfondisce, visto che sono l'unica voce fuori dal coro:

> In fondo Moretti ha fatto un grande regalo al clero con questa sua
> ultima prova: la Chiesa è troppo solida e radicata e antica per essere
> governata da una sfilza di babbioni farmacodipendenti come quelli
> proposti, spero che qualcuno lo capisca, a Cannes: brutta storia, attori
> sottotono e pessima tecnica cinematografica.


Mia risposta:
Il problema è un altro, Moretti non ha fatto un film sul clero o sul papa, è la storia di un attore fallito e di un uomo incapace di gestire la responsabilità. Il Vaticano è solo il teatrino dove stavolta Moretti ha scelto di gigioneggiare. Un po' come fece con la piscina di Palombella Rossa, ma in maniera che più fiacca e politically correct non si poteva proprio...
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#12 Tom

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Inviato 17 aprile 2011 - 22:45

E' più perfido descrivere i vescovi come principi machiavellici o come dei poveri vecchi un po' rincoglioniti che non sanno che pesci pigliare?
Per me compatendo un potere lo si smonta molto più che accusandolo. Oltretutto la trovo una scelta narrativa più interessante.

Ma poi davvero da un moderato come Moretti qualcuno si aspettava le bordate del Ferreri de "L'udienza" o il bisturi del Bunuel de "La via lattea"? Ma quando mai...

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#13 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 18 aprile 2011 - 07:32

Buon film, forte nella sua disarmante e leggera mancanza di conclusione.

Sin da subito si capisce che la scelta del vaticano, della gerarchia ecclesiastica, è una scelta stilistica (lo diceva anche Wilde, la chiesa cattolica è insuperabile nei suoi riti), ma anche contenutistica, perché il potere del papa è potere assoluto (uno dei pochi sovrani ancora con potere assoluto, ribadito e rivendicato da quel Woitila venduto bene in altre maniere dal sistema ecclesiastico) e, in quanto portatore di certezze religiose, granitico scrigno di verità. Ma Moretti in poche scene spariglia tutto, il conclave ha scene bellissime perché la cinepresa mai si solleva oltre il livello dell??inferno e del purgatorio di Michelangelo, mai si alza verso il gesù giudicante: questa è una storia di uomini, non una storia di verità ultraterrene, di discussione su posizioni ideologiche su fede e ragione, qui si parla dell??uomo.
Quindi ecco il dubbio, ma non sulla fede (lo dice Melville che la sua non è una crisi religiosa), ma sul ruolo, sulla posizione nel mondo, sul fare ed essere qui, tutti i giorni. Ed è una crisi che riguarda un uomo anziano che rivede se stesso non come uomo di chiesa, ma come fratello, figlio, giovane che voleva fare altro, insomma come persona laica comune, Melville cerca quel se stesso.
E?? una commedia e si ride, Moretti non ci fa perdere il suo morettismo che è gustoso, per alcuni irritante. Molto ha fatto parlare il torneo di pallavolo che io ho trovato in sintonia con il morettismo di cui prima e che contiene una scena estremamente bella sia dal punto di vista religioso che dal punto di vista laico: la gioia di tutti al primo punto segnato dai perdenti, ossia da quell??oceania schiacciata dall??incompetenza sportiva e che dice molto sugli ultimi, religiosamente, e sullo spirito dello sport, metafora forte in Moretti.
Che dire della rinuncia? Nei suoi film si tende a cercare il segno dei tempi, e Moretti, piaccia o meno, è riuscito spesso a coglierlo lo spirito dei tempi: qui si narra dello smarrimento e dell??umiltà, del vuoto di potere che non sa dare risposte (il balcone vuoto è davvero bello), della mancanza di risposte e del bisogno di esse, ma soprattutto della volontà di non assumersi l??onere, il rifiuto del potere, l??inadeguatezza a gestirlo proprio perché dubbiosi, fragili, dolci, pieni di ottimi sentimenti, lì dove il potere non può prevedere queste qualità.

E?? un film astratto, assolutamente irrealistico, totalmente romanzato, perché pieno di invenzioni, di costruzioni forzate, di eventi improbabili, con una rappresentazione molto tenera della vecchiaia con tutti quei cardinali ridotti a bambini gaudenti, buoni e fragilissimi come il loro papa, spaventati e gioiosi, un inno alla vita in fondo, dal punto di vista della terza età. Perché le gerarchie ecclesiastiche si arrabbiano? Mah! Fa più paura uno sguardo dolce su di loro, e palesemente inventato, che la rappresentazione sanguinolenta e crudele di certo altro cinema. Ma ovviamente Moretti fa pensare, gli altri no.
Per il resto mi è sembrato un pochino inconcludente, con molti spunti abbozzati, tipo il senso della rappresentazione, il senso della teatralità del potere e della vita: già il funerale (per non parlare dell??imminente beatificazione) è puro teatro, rappresentazione funzionale alla gestione del potere, così la guardia che finge con tutte le sue mosse la presenza del papa, per non dire dell??evidente citazione di Cechov e dei ricordi di Melville: lui che non ha potuto farlo professionalmente, l??attore, ha recitato in tutta la sua vita?

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#14 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 18 aprile 2011 - 22:43

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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#15 satyajit

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Inviato 18 aprile 2011 - 22:57

Premessa: di solito mi lamento della poca pubblicità per certi film; con Moretti avviene l'esatto contrario: ho cercato di non sapere nulla del film (né la trama, né i primi giudizi... né niente) prima di andare a vederlo, ma è stato impossibile. Per cui l'ho visto sapendo già qualcosa, per fortuna poco.

Brevi impressioni a caldo. Guardandolo ne ero deluso, dopo il finale l'ho alquanto rivalutato. Mi ha spiazzato questa narrazione ormai priva di spigoli, ma le idee sotto sotto ci sono. E fanno riflettere. Soggetto geniale (sia la crisi, sia il parallelismo con l'attore), ma molte parti deboli (troppo insistite la pallavolo e la guardia svizzera dietro la tenda, appiccicata la parte sulla famiglia, ormai leimotiv morettiano/buyano) anche se considerate come tasselli di un mosaico. Ma sempre magici i momenti stranianti e dopo Il caimano altro finale potentissimo. C'è da ragionare sul Moretti attore, che come nel film precedente ha un ruolo chiave (a maggior ragione perché non protagonista). Nel complesso non tra i migliori del regista, mi pare.
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#16 BillyBudapest

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Inviato 19 aprile 2011 - 00:03

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"su 10?".
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#17 simon

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Inviato 19 aprile 2011 - 00:27

è il miglior film di Nanni Moretti.
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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#18 cool as kim deal

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Inviato 19 aprile 2011 - 07:35

Prima o poi riuscirò a mettere ordine nel caos che la visione mi ha trasmesso,il che non fa che confermare che i suoi film hanno l'arte di lasciarmi a bocca aperta (ricordo ancora la nottata post Sogni d'oro)...
Curiosità:zappando in radio cado su Radio Maria e sul commento,molto positivo,sul film(unic neo secondo lo speaker;la scena di pallavolo),al che penso:Moretti ha fatto un grande film "tradizionale",nel senso di grande narrazione,grandi scene,grande colonna sonora,lieto fine...Mi sono trovato di fronte tutto il contrario...

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Adescatore equino dal 2005

#19 bowman

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Inviato 19 aprile 2011 - 07:42

meglio leggere se si è già visto il film

Ho dovuto vedere due volte Habemus Papam per farmi un??idea più consistente. La prima visione mi ha spiazzato. Il film non mi sembrava equilibrato, trovavo ad esempio Moretti debordante (come nei suoi vecchi film che però erano costruiti su di lui). Esteticamente si presentava sciatto, ai limiti del televisivo. Inoltre non ne coglievo il senso generale, il che mi dava l??idea di una pellicola frammentata e poco compatta. Mi rimaneva il dubbio però che queste mie sensazioni derivassero più da un mio difetto di visione che dal film.

Quindi ho sentito l??esigenza di rivederlo.

Dopo la seconda visione ho trovato il film compiuto e, soprattutto, grande.
Ho realizzato che durante la prima visione, la pellicola mi era apparsa frammentaria perché cercavo una tensione esistenziale che soggiacesse alla crisi interiore e d??identità del protagonista, del neo-eletto Papa. Inoltre il mio sguardo vagava nel film alla ricerca di un registro stilistico ben definito, non capivo cioè se mi trovassi di fronte ad un film drammatico o ad una commedia, non capivo se i toni fossero surreali, grotteschi o esistenziali. Non capivo quale fosse il dramma interiore del protagonista. Non capivo se fossero necessarie per l??economia del film le scene marcatamente morettiane (quella dei farmaci, della partita a scopa, del torneo di pallavolo).

La seconda visione invece mi ha permesso di uscire dai parametri prestabiliti con cui il mio sguardo cercava di orientarsi, per cogliere gli elementi essenziali che il film voleva comunicarmi. Tutto mi è risultato semplice. Habemus Papam non è un film drammatico, non è una commedia, non è un film psicologico o esistenziale, né grottesco o surreale. Habemus Papam è un film profondamente filosofico. Il Papa rappresenta il senso consolatorio che ognuno di noi cerca fuori di sé. Il compito più importante di ogni persona è quello di dare un senso alla propria vita ma questo senso lo cerchiamo sempre all??esterno, appunto, in modo consolatorio. Il nuovo Papa si sente inadeguato a ricoprire un ruolo così importante perché non ha certezze per sé e non se la sente di rappresentare un punto di riferimento, di dare certezze, di porsi come portatore di un senso consolatorio per gli altri. In quest??ottica le scene del vagare del Papa per la città sono bellissime. Il Papa, in quanto portatore di senso, si cala nella realtà perché il senso, se c??è, è lì, perché il senso le persone devono ricercarlo nelle loro vite e non fuori di esse. L??applauso rivolto al Papa spettatore in teatro non è l??applauso consolatorio verso il ritrovato senso ma è un applauso verso il senso che si è calato nella realtà.

Lo dice lo psicanalista Moretti ad un cardinale mentre arbitrano una partita: ??nessun senso consolatorio?. Quel senso consolatorio che cercano i fedeli che aspettano in Piazza San Pietro (stupenda la scena in cui il Papa è lì con loro, ovviamente loro non lo sanno perché non conoscono ancora il volto del nuovo Papa), che cercano i cardinali che guardano sereni verso le finestre degli appartamenti del Papa (la metafora è spietata, noi spettatori sappiamo che il Papa non c??è ma per i fedeli, per i cardinali non è importante che ci sia veramente, è consolatorio per loro sapere che c??è). Ma non solo il Papa non può, non deve rappresentare un senso consolatorio, fuori dalle nostre vite, anche la psicanalisi non può diventare la portatrice laica di questo senso. Lo psicanalista Moretti è uomo che vive di umane soddisfazioni proprio come i cardinali. I cardinali hanno le loro paure, come quella di essere eletti Papa, prendono medicine per dormire e per stare bene in salute, si divertono a giocare a carte come tante persone anziane che sono in pensione. Lo psicanalista Moretti è umanamente eccitato per il fatto che ha per le mani un caso davvero interessante: il Papa. La psicanalista Buy è invece fissata con il ??deficit di accudimento?. Insomma, anche la psicanalisi non può darci certezze, non può essere portatrice di quel senso di cui abbiamo bisogno. Ma si pensi anche alla scena in cui in televisione c??è un esperto vaticanista che spiega cosa sta succedendo al nuovo Papa, perché ancora non si presenta ai fedeli. Ecco, anche la televisione è consolatrice, ci rimettiamo alla televisione perché lì ci sono gli esperti che sanno come funzionano le cose. Ad un certo punto, però, l??esperto vaticanista dice che sta improvvisando, che anche lui non sa. E?? una scena bellissima, in pochi secondi viene smascherato quello che la televisione rappresenta: l??assenza di qualunque vera possibilità critica e la presenza di un senso consolatorio dell??esistente.

Ma allora se il Papa ci volta le spalle, se il Papa abbandona il mondo, e se nessuno può darci il senso dall??esterno, non la psicanalisi, non la televisione, nemmeno un??estetica solenne (esteticamente il film non può che essere semplice), a chi possiamo fare domande? Chi può darci risposte? Nel suo piccolo il film abbozza delle ipotesi. Gli uomini amano l??arte (il teatro ad esempio), amano la musica, amano giocare, divertirsi, e, ecco il messaggio più bello e commovente del film, pensate alla scena bellissima in cui tutti esultano per il punto conseguito dalla più scarsa Oceania, amano stare con i più deboli: bisogna riscoprire questo amore.

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#20 cool as kim deal

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Inviato 19 aprile 2011 - 08:02

Ottimo bowman.

Scena stupenda, colpo di reni della colonna sonora,quando la guardia svizzera mette su la canzone in spagnolo (scusate,ma non ricordo il titolo),peraltro stupenda,i cardinali diventano felici come bambini all'asilo,battono le mani, il Papa la ascolta dai musicisti di strada...Commovente
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#21 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 19 aprile 2011 - 08:17


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"su 10?".


Billy, non frequenti RYM?

non vi siete sentiti a disagio ma anche arrabbiati di fronte a questo Papa che abdica al suo ruolo?


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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#22 Tom

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Inviato 19 aprile 2011 - 08:22

Bella analisi Bowman.

A distanza di qualche giorno dalla visione il fastidio per le pecche stilistiche che lamentavo si affievolisce sempre di più.
L'impressione che cresce è quella di aver visto un grande film.

non vi siete sentiti a disagio ma anche arrabbiati di fronte a questo Papa che abdica al suo ruolo?


Identificandomi perfettamente (e mio malgrado) in quel disagio non direi.

Da un'altra parte ho letto un parallelo molto interessante: "Habemus Papam" come versione italiana e cattolica di "Truman Show", con molte analogie visive e narrative, soprattutto nel finale.
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#23 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 19 aprile 2011 - 09:02

Tom, se ti sei identificato completamente con il Papa devi essere davvero immenso  ;D

a me invece ha sollecitato sentimenti contrastanti che ho trovato interessanti. film davvero spiazzante
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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#24 Tom

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Inviato 19 aprile 2011 - 09:06

Tom, se ti sei identificato completamente con il Papa devi essere davvero immenso  ;D


Più che altro mi rendo conto di essermi totalmente identificato in un vecchio depresso. ?_?
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#25 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 19 aprile 2011 - 09:59


Tom, se ti sei identificato completamente con il Papa devi essere davvero immenso  ;D


Più che altro mi rendo conto di essermi totalmente identificato in un vecchio depresso. ?_?


cambiare avatar non ti ha giovato  asd

ci sono un sacco di spunti interessanti in questo topic. credo che il commento che più mi si confà sia quello di tiresia
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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#26 cool as kim deal

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Inviato 19 aprile 2011 - 10:42

Per curiosità, in sala da voi si è riso?

No perchè quando l'ho visto io,eravamo una trantina/quarantina al massimo,e si è riso davvero tanto!
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#27 verdoux

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Inviato 19 aprile 2011 - 10:46

Per curiosità, in sala da voi si è riso?

No perchè quando l'ho visto io,eravamo una trantina/quarantina al massimo,e si è riso davvero tanto!


si, risate a crepapelle all'inzio, più contenute dopo;
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#28 signora di una certa età

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Inviato 19 aprile 2011 - 12:08

sì sì, grandi risate  ;)
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#29 joseph K.

    Tout est pardonné

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Inviato 19 aprile 2011 - 12:48

Un attore mancato che non riesce a ricoprire la parte più difficile, quella di successore di Pietro, portavoce di Dio in terra. Molto umano.
Uno psicanalista, il migliore, che perde la moglie, si ritrova imprigionato e che non cura nessuno perché il paziente scappa e finisce quasi per curare se stesso con una regressione all'infanzia, a quella "mancanza di affetto e attenzione" che lui ripudia come chiave interpretativa che la moglie dà ad ogni patologia ma che in realtà gli appartiene. Molto umano.
Dei capi, dei cardini della chiesa, in prede a ansie, malattie, desideri di dolci, paure, frenesie. Molto umano.

Il pregio maggiore di questo film è che parla di umanità con semplicità e correttezza. Parla di paure, fragilità in modo sobrio e onesto. Per me è un gran film.
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Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.


#30 satyajit

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Inviato 19 aprile 2011 - 17:08


Tom, se ti sei identificato completamente con il Papa devi essere davvero immenso  ;D


Più che altro mi rendo conto di essermi totalmente identificato in un vecchio depresso. ?_?


Ma il vero papa è Moretti! E' lui che rimane dentro le mura, è lui che guida i cardinali.

Il film di quest'anno a cui lo paragonerei è Il discorso del re, per quel omune parlare di potenti in difficoltà. L'altro era un film convenzionale con un finale consolatorio (non che fosse privo di meriti; però...) questo è un autentico UFO che alla fine destabilizza.

Nanni è un patrimonio della nostra cultura; teniamocelo stretto.
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#31 satyajit

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Inviato 19 aprile 2011 - 17:10

Ottimo bowman.

Scena stupenda, colpo di reni della colonna sonora,quando la guardia svizzera mette su la canzone in spagnolo (scusate,ma non ricordo il titolo),peraltro stupenda,


Todo cambia di Mercedes Sosa. Bellissima.
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#32 Twin アメ

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Inviato 19 aprile 2011 - 20:23

Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

E' lampante che l'aspetto del film che ha fatto più presa è la poeticità, determinata soprattutto dal contrasto fra il ruolo dei prelati e la loro rappresentazione fanciullesca. Mi sembra debole come pregio, ma tant'è.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#33 marz

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Inviato 19 aprile 2011 - 20:33

Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

E' lampante che l'aspetto del film che ha fatto più presa è la poeticità, determinata soprattutto dal contrasto fra il ruolo dei prelati e la loro rappresentazione fanciullesca. Mi sembra debole come pregio, ma tant'è.


c'è chi vi ha costruito su tutta un'intera carriera cinematografica sulla poeticità (che brutto termine poi...). Un "forte" pregio per un film quale potrebbe essere allora se non soprattutto la grazia e la poesia?
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#34 Twin アメ

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Inviato 19 aprile 2011 - 21:22


Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

E' lampante che l'aspetto del film che ha fatto più presa è la poeticità, determinata soprattutto dal contrasto fra il ruolo dei prelati e la loro rappresentazione fanciullesca. Mi sembra debole come pregio, ma tant'è.


c'è chi vi ha costruito su tutta un'intera carriera cinematografica sulla poeticità (che brutto termine poi...). Un "forte" pregio per un film quale potrebbe essere allora se non soprattutto la grazia e la poesia?


E' debole come pregio se il film ha difetti in altri comparti o se la poeticità è forzata e retorica.
Il difetto principale del film è che non dice niente, è scialbo, tiene il piede in due scarpe, carezza e non morde. E' il Moretti "democristiano" che un po' vorrebbe dire la sua, e si sceglie soggetti forti, ma poi nasconde la mano.

Questa è solo una parte della faccenda, perché il film è diviso in due, la parte poetica è infatti quella che funziona meglio. I cardinali sciocchi sono un po' tirati per i capelli, mentre il Papa sconsolato fra la gente comune è la cosa migliore del film, ma sfruttata poco e con un finale discutibile.

Secondo me avrebbe dovuto fare una scelta più drastica e tirarsi fuori del tutto, avremmo dovuto rinunciare a qualche risata, ma forse sarebbe stato un film più compiuto.

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#35 satyajit

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Inviato 19 aprile 2011 - 22:16



Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

E' lampante che l'aspetto del film che ha fatto più presa è la poeticità, determinata soprattutto dal contrasto fra il ruolo dei prelati e la loro rappresentazione fanciullesca. Mi sembra debole come pregio, ma tant'è.


c'è chi vi ha costruito su tutta un'intera carriera cinematografica sulla poeticità (che brutto termine poi...). Un "forte" pregio per un film quale potrebbe essere allora se non soprattutto la grazia e la poesia?


E' debole come pregio se il film ha difetti in altri comparti o se la poeticità è forzata e retorica.
Il difetto principale del film è che non dice niente, è scialbo, tiene il piede in due scarpe, carezza e non morde. E' il Moretti "democristiano" che un po' vorrebbe dire la sua, e si sceglie soggetti forti, ma poi nasconde la mano.

Questa è solo una parte della faccenda, perché il film è diviso in due, la parte poetica è infatti quella che funziona meglio. I cardinali sciocchi sono un po' tirati per i capelli, mentre il Papa sconsolato fra la gente comune è la cosa migliore del film


Fin qui è più o meno quello che ho detto io. Quanto scrivi dopo è però irricevibile, perché non sarebbero variazioni a uno stesso film, ma lo trasformerebbero in tutt'altra cosa. Il personaggio di Moretti è la chiave di volta. Fin lì è tutta una questione interna al conclave, l'intervento dello psicanalista porta il lato laico e concreto, la scienza e la società reale. In sintesi, il mondo esterno. Il suo intervento divide il papa dalla Chiesa - anche fisicamente - toglie la maschera all'attore, proietta i porporati nel quotidiano della gente comune. Un quotidiano fatto di divertimento, movimento, benevola competizione, debolezze varie. Una certa frivolezza in alcuni (molti?) passaggi l'ho notata anch'io, eh. Però lo stile del regista è consapevole, passa dalla formale solennità dell'incipit all'anarchica levità del proseguo. L'analista è una sorta di Groucho Marx che mette a soqquadro un ambiente rigidamente organizzato. Certo, il papa è già gravido del cambiamento; ma la psicanalisi fa da levatrice. Sul finale concordo: è controverso. A me però è piaciuto molto. Mi aspettavo un epilogo con un nuovo papa che grida allo stesso modo e così chiude il film (un finale alla Lubitch), ma la scelta del regista è decisamente più originale e disturbante.
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#36 marz

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Inviato 20 aprile 2011 - 12:12



Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

E' lampante che l'aspetto del film che ha fatto più presa è la poeticità, determinata soprattutto dal contrasto fra il ruolo dei prelati e la loro rappresentazione fanciullesca. Mi sembra debole come pregio, ma tant'è.


c'è chi vi ha costruito su tutta un'intera carriera cinematografica sulla poeticità (che brutto termine poi...). Un "forte" pregio per un film quale potrebbe essere allora se non soprattutto la grazia e la poesia?


E' debole come pregio se il film ha difetti in altri comparti o se la poeticità è forzata e retorica.
Il difetto principale del film è che non dice niente, è scialbo, tiene il piede in due scarpe, carezza e non morde. E' il Moretti "democristiano" che un po' vorrebbe dire la sua, e si sceglie soggetti forti, ma poi nasconde la mano.

Questa è solo una parte della faccenda, perché il film è diviso in due, la parte poetica è infatti quella che funziona meglio. I cardinali sciocchi sono un po' tirati per i capelli, mentre il Papa sconsolato fra la gente comune è la cosa migliore del film, ma sfruttata poco e con un finale discutibile.

Secondo me avrebbe dovuto fare una scelta più drastica e tirarsi fuori del tutto, avremmo dovuto rinunciare a qualche risata, ma forse sarebbe stato un film più compiuto.


Ma perchè hai l'impressione che nelle intenzioni di Moretti vi fosse come la volontà (incompiuta) di prendere soggetti "forti" e poi magari fare cosa? Metterli in ridicolo? Secondo me sei anni luce lontano dallo spirito del film. Moretti ovviamente non è un Bunuel. Nel film secondo me è andato ben oltre la possibile e pericolosa (per il film) deriva critica. Il film respira un'aria essenzialmente umana. Nessuno si preoccupa di aver ragione a tutti i costi (lo psicoanalista Moretti si lamenta di essere il più bravo...). Secondo me è proprio Cechov il fulcro di tutto il film. Il limite, la debolezza umana, sta tutto lì.     


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Inviato 20 aprile 2011 - 12:59

Senza scomodare esempi massimi del cinema,anche perchè non ne sarei capace,ma dico solo che un film che si presta a così tante letture,che semina così tanti dubbi e fa riflettere,beh,ad avercene...Non credo che si debba giudicare un film solo in base agli aspetti formali.


SPOILER
Altra cosa che mi fa pensare tanto è il finale.Un pò come nel Caimano,immagina una ipotetica fine della Chiesa come isituzione.
Praticamente, per chi è praticante, la scelta del Papa è una scelta dello Spirito Santo,che intercede attraverso i cardinali del Conclave (tant'è che non è mai successo nella storia che un Papa si rifiutasse di essere Papa):lo Spirito Santo è indubitabile,tanto che per la Chiesa non è perdonabile la bestemmia contro lo Spirito Santo.
Succedesse nella realtà il finale del film,beh,le conseguenze sarebbero devastanti. Perchè è vero che si potrebbe eleggere un nuovo pontefice,ma è altrettanto vero che per i credenti un rifiuto avrebbe conseguenze ben peggiori di scandali vari...
FINE SPOILER
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#38 nicholas_angel

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Inviato 20 aprile 2011 - 13:17

E'un film garbato e a tratti esilarante, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Moretti che come nel "Caimano" si concede poco spazio (ma buono). Mi aspettavo vari siparietti tra lui e Piccoli, ma il film vuole concentrarsi sull'interiorità di quest'ultimo personaggio, raggiungendo vette inaspettate. Vette di poesia che però non vengono supportate da una regia all'altezza: ad esempio il ralenti nella scena al pallavolo, come gli applausi alla fine di quella sequenza li ho trovati abbastanza ridicoli. Per fortuna che c'è un finale da brividi, quasi commuovente. Ma è esclusivamente merito di Piccoli.
Moretti come regista lo trovo, almeno in questa fase, abbastanza anonimo.

Sono contento che la Buy non abbia fatto scene isteriche in questo film: sembra quasi brava :firuli: 


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#39 Seattle Sound

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Inviato 20 aprile 2011 - 15:44





Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

E' lampante che l'aspetto del film che ha fatto più presa è la poeticità, determinata soprattutto dal contrasto fra il ruolo dei prelati e la loro rappresentazione fanciullesca. Mi sembra debole come pregio, ma tant'è.


c'è chi vi ha costruito su tutta un'intera carriera cinematografica sulla poeticità (che brutto termine poi...). Un "forte" pregio per un film quale potrebbe essere allora se non soprattutto la grazia e la poesia?


E' debole come pregio se il film ha difetti in altri comparti o se la poeticità è forzata e retorica.
Il difetto principale del film è che non dice niente, è scialbo, tiene il piede in due scarpe, carezza e non morde. E' il Moretti "democristiano" che un po' vorrebbe dire la sua, e si sceglie soggetti forti, ma poi nasconde la mano.

Questa è solo una parte della faccenda, perché il film è diviso in due, la parte poetica è infatti quella che funziona meglio. I cardinali sciocchi sono un po' tirati per i capelli, mentre il Papa sconsolato fra la gente comune è la cosa migliore del film, ma sfruttata poco e con un finale discutibile.

Secondo me avrebbe dovuto fare una scelta più drastica e tirarsi fuori del tutto, avremmo dovuto rinunciare a qualche risata, ma forse sarebbe stato un film più compiuto.


Ma perchè hai l'impressione che nelle intenzioni di Moretti vi fosse come la volontà (incompiuta) di prendere soggetti "forti" e poi magari fare cosa? Metterli in ridicolo? Secondo me sei anni luce lontano dallo spirito del film. Moretti ovviamente non è un Bunuel. Nel film secondo me è andato ben oltre la possibile e pericolosa (per il film) deriva critica. Il film respira un'aria essenzialmente umana. Nessuno si preoccupa di aver ragione a tutti i costi (lo psicoanalista Moretti si lamenta di essere il più bravo...). Secondo me è proprio Cechov il fulcro di tutto il film. Il limite, la debolezza umana, sta tutto lì.     



Concordo. Il film è soprattutto una riflessione sulla fragilità umana e sul peso delle responsabilità,il fatto che il protagonista sia il papa (e il vaticano)l'ho visto solo come un mezzo per parlare di quelle cose(cmq idea di partenza geniale). Poi la polemica sul fatto che il film non descrive bene e in modo realistico le cose riguardanti il vaticano l'ho trovata ridicola,è evidente la voglia di una rappresentanza non-realistica anzi a tratti surreale.

Le due anime del film non sempre si uniscono alla perfezione ma prese singolarmente funzionano. Il percorso interiore del neo papa è sofferto e intenso e Piccoli è immenso nel suo girovagare desolato e curvo su se stesso. La parte in vaticano è molto divertente (alcune trovate come il toto-papa sono geniali  asd) pur parlando sempre di personaggi fragili e pieni di paure(il personaggio di Moretti schiacciato dalla sua condizione di migliore o i cardinalifuori dalla realtà che credono ancora che esista palla prigioniera).

Il finale intensissimo e potente dove coerentemente con lo spirito della pellicola l'aspetto umano(e le scelte fatte dall'uomo)prende il sopravvento.

Tecnicamente è lineare e corretto ma senza slanci particolari o memorabili,è sicuramente l'aspetto meno riuscito nel complesso.

Ps: Il conduttore scemo del tg2 idolo  asd e le scene di folla ricostruite sono bruttissime.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

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Inviato 20 aprile 2011 - 15:55

non so se qualcuno l'ha notato ma in che tempo che fa fazio ha spoilerato praticamente tutto il film asd
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#41 nicholas_angel

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Inviato 20 aprile 2011 - 18:24

Pure Badtaste l'ha fatto notare però non riguardo Fazio, ma riguardo la maggior parte delle testate italiane di giornalismo 'serio' da Repubblica a Messaggero, passando per il solito Libero (che spoilera di regola)
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#42 Twin アメ

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Inviato 20 aprile 2011 - 22:50




Ma è Ondacinema o l'ufficio stampa di Moretti?  asd

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E' debole come pregio se il film ha difetti in altri comparti o se la poeticità è forzata e retorica.
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Questa è solo una parte della faccenda, perché il film è diviso in due, la parte poetica è infatti quella che funziona meglio. I cardinali sciocchi sono un po' tirati per i capelli, mentre il Papa sconsolato fra la gente comune è la cosa migliore del film, ma sfruttata poco e con un finale discutibile.

Secondo me avrebbe dovuto fare una scelta più drastica e tirarsi fuori del tutto, avremmo dovuto rinunciare a qualche risata, ma forse sarebbe stato un film più compiuto.


Ma perchè hai l'impressione che nelle intenzioni di Moretti vi fosse come la volontà (incompiuta) di prendere soggetti "forti" e poi magari fare cosa? Metterli in ridicolo? Secondo me sei anni luce lontano dallo spirito del film. Moretti ovviamente non è un Bunuel. Nel film secondo me è andato ben oltre la possibile e pericolosa (per il film) deriva critica. Il film respira un'aria essenzialmente umana. Nessuno si preoccupa di aver ragione a tutti i costi (lo psicoanalista Moretti si lamenta di essere il più bravo...). Secondo me è proprio Cechov il fulcro di tutto il film. Il limite, la debolezza umana, sta tutto lì.     



Ma è vero che è un film sulle debolezze umane e su tutto quello che si è detto intorno all'argomento. Però un film, o meglio un autore, si giudica anche da quello che NON dice e da come si pone il suo dire (o non dire) nel flusso della sua carriera. In questo senso ci vedo un Moretti mosciamente equidistante da tutto. Usa la Chiesa ma non è Bunuel, sfrutta la poeticità e la tenerezza ma non è De Sica né Bergman. Insomma, per me sfiora vari aspetti senza eccellere in nessuno.

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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#43 sud afternoon

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Inviato 20 aprile 2011 - 23:31

Visto e approvato. Ma vi prego, per Natale regalate a Moretti un aiuto regista che abbia una qualche idea di cosa sia una scema di massa, perché con più di dieci persone inquadrate Moretti non si può vedere!

Mi riferisco alle scene di piazza San Pietro, con i porporati se l'è cavata per ovvi motivi cromatici...
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#44 bowman

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Inviato 21 aprile 2011 - 05:36

Riprendo in estrema sintesi una riflessione che ho riportato sopra. Io penso che Habemus Papam sia anche un film sulle fragilità umane ma è soprattutto un film "filosofico" sulla perdita del senso, di quel senso consolatorio (ne parla lo psicanalista Moretti ad un cardinale mentre arbitrano la partita di pallavolo) che cerchiamo fuori di noi. Né il Papa (cioè la Chiesa) né la psicanalisi possono farsi portatori di senso, l'uomo contemporaneo deve prendere coscienza di poter contare solo su di sé e sul rapporto "orizzontale" con gli altri uomini. E' abbandonato a se stesso.
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#45 joseph K.

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Inviato 21 aprile 2011 - 08:02



Ps: Il conduttore scemo del tg2 idolo  asd e le scene di folla ricostruite sono bruttissime.


In effetti l'inizio con il conduttore del Tg2 mi aveva fatto moooolto temere sul film, che poi c'è anche la scena carina della fumata ma boh sembra recitata e ripresa volutamente male...
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#46 astrodomini

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Inviato 21 aprile 2011 - 23:21

Una mezza delusione. Un film troppo irreale, slegato dalla (possibile) realtà storica. Il tema poteva essere fruttuoso, la realizzazione ne depenna di molto le possibilità. Persino Michel Piccoli non mi ha convinto più di tanto, troppo abbacchiato e perso per essere un Papa reale.
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Inviato 22 aprile 2011 - 10:02

Una mezza delusione. Un film troppo irreale, slegato dalla (possibile) realtà storica. Il tema poteva essere fruttuoso, la realizzazione ne depenna di molto le possibilità. Persino Michel Piccoli non mi ha convinto più di tanto, troppo abbacchiato e perso per essere un Papa reale.


Parzialmente quello che dico io.
La realtà si può affrontare anche tramite immagini e situazioni irreali, il problema è che Moretti non lo fa e si butta sulla tenerezza.

Si potrebbe ribattergli citandolo: "Moretti, dì qualcosa di sinistra", oppure dirgli che, eccebombianamente, ha scelto di venire alla festa e stare in disparte, ma forse si notava di più se non veniva proprio.

Avessi coraggio da vendere, ieri era qua, al cinema dove vado io, a parlare col pubblico dopo la proiezione... asd
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Inviato 22 aprile 2011 - 12:29

Sì ma basta pretendere che MOretti sia sempre e solo il girotondino o quello di Ecce Bombo e Bianca...

D'accordo sull'irrealismo della storia,la figura del Papa è uno strumento,alla fine si parla solo di irrealizzazione,confusione,depressione
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#49 William Blake

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Inviato 22 aprile 2011 - 12:34

ho letto distrattamente il thread (poi recupererò con più attenzione) quindi sono sicuro ripeterò cose già dette da altri. sono d'accordo con chi ha parlato di film dall'anima sdoppiata, che vive proprio nella sua contraddizione e che trova in Michel Piccoli un perfetto e umanissimo interprete. 
è l'ennesimo film di Moretti sullo stato di "crisi", attraverso quello che dovrebbe essere un personaggio fuori dall'ordinario, cioè il Papa. Melville è infatti stato prescelto da Dio (o da un caso fortuito) tra tanti cardinali che temevano di diventare pontefici: il deficit di accudimento, come lo chiama la Buy, o tanta insoddisfazione repressa, emerge all'improvviso mettendolo in uno stato di depressione. all'arrivo dello psicanalista il film si spezza in due: da una parte il laico Moretti che conduce i cardinali come bambini; i momenti migliori sono quelli stranianti tipici dell'autore romano, che sfodera alcune battute stupende tra cui quella in cui dice "eh me lo dicono tutti! anche mia moglie me lo diceva: tu sei il più bravo di tutti! infatti non reggeva il confronto e mi ha lasciato", che sembra davvero un auto-riferimento :P ma anche la partita a scopone, quando ubriaca di discussioni i cardinali, oppure la divisione in continenti per il torneo di pallavolo, e ancora l'entrata a mo' di commando dei cardinali a teatro, possiedono tutti i tic del Moretti che conta; dall'altra lato troviamo Melville alla scoperta del mondo e soprattutto a confronto, grazie al teatro di Cechov, di se stesso e dei limiti umani. "Habemus Papam" è un film profondamente amaro, proprio perchè alla fine un Papa non c'è: Melville anima gentile e sincera preferisce lasciare tanto potere a chi è capace non di sopportarlo ma di gestirlo.

un'opera davvero buona che però mostra anche un Moretti meno attento alla regia e che forse avrebbe potuto insistere di più sul dialogo a distanza tra il suo personaggio (che, come ha fatto notare sat, è quello che rimane in Vaticano) e quello di Melville: mi sarebbe piaciuto dopo la sequenza finale vedere proprio lo psicanalista che osserva da lontano il Papa.
in soldoni, Nanni mostra però di avere molto da dire e che quando decide a parlare non lo fa in maniera banale.
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#50 marz

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Inviato 22 aprile 2011 - 14:54

Sì ma basta pretendere che MOretti sia sempre e solo il girotondino o quello di Ecce Bombo e Bianca...

D'accordo sull'irrealismo della storia,la figura del Papa è uno strumento,alla fine si parla solo di irrealizzazione,confusione,depressione


mi hai tolto le parole di bocca  :D (attenzione però che Bianca non è per niente assimilabile al Moretti politico... ma proprio niente ;))
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