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Habemus Papam [Nanni Moretti, 2011]


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76 replies to this topic

#51 vegeta851

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Inviato 22 aprile 2011 - 19:36

Un film davvero ambizioso e dal tema di fondo attuale e importantissimo: l'impossibilità di farsi carico del Potere. Un uomo chiamato a rappresentanza di un miliardo di persone che non sa come fare da guida, perduto anch'egli come i suoi credenti. Non è del tutto riuscito però. Troppo insistite certe simbologie e metafore (il Papa appassionato di teatro e aspirante attore, Cechov...), e, per quanto divertenti, un po' insensate le parti in vaticano con Moretti-psicanalista e i cardinali. Bella la sequenza della danza su "Todo Cambia", troppo calcolata per diventare "cult" quella del torneo di pallavolo in vaticano. L'impressione è questi inserti spezzino la tensione e distraggano dal resto...

L'unico personaggio a tutto tondo poi è quello di Michel Piccoli. Il resto sono macchiette simpatiche, ma senza spessore o interesse(a partire appunto da Moretti, anche se il tormentone del "deficit d'accudimento" è favoloso).

Concordo con chi ha scritto che i problemi maggiori sono di regia.

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#52 astrodomini

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Inviato 24 aprile 2011 - 22:42

La realtà si può affrontare anche tramite immagini e situazioni irreali


Il problema è che quando vuoi ricreare un evento storico, a mio parere, devi mantenerti attenente a situazioni possibili o quantomeno plausibili. Già la crisi è ai miei occhi piuttosto improbabile, la fuga e tutto il resto sono davvero irreali. Un tema interessante ne esce sottotono, quasi banalizzato. Poi sì, ci sono delle scene davvero belle e divertenti e Moretti è ai miei occhi spesso irresistibile ma più ci penso più questo film mi sembra una grossa delusione. "Il Caimano" era una miscela meglio assortita.
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#53 marz

    in un romanticismo hegeliano

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Inviato 24 aprile 2011 - 23:28

La realtà si può affrontare anche tramite immagini e situazioni irreali


Il problema è che quando vuoi ricreare un evento storico, a mio parere, devi mantenerti attenente a situazioni possibili o quantomeno plausibili. Già la crisi è ai miei occhi piuttosto improbabile, la fuga e tutto il resto sono davvero irreali. Un tema interessante ne esce sottotono, quasi banalizzato. Poi sì, ci sono delle scene davvero belle e divertenti e Moretti è ai miei occhi spesso irresistibile ma più ci penso più questo film mi sembra una grossa delusione. "Il Caimano" era una miscela meglio assortita.


ma perchè, te pensi che Moretti volesse attenersi alla verosimiglianza storica? Io, come già detto, ci vedo un semplice pretesto per scavare nei limiti dell'uomo. D'altronde non è che Moretti abbia mai brillato per realismo (e per fortuna aggiungerei)


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#54 satyajit

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Inviato 25 aprile 2011 - 10:09

Ahahaha!
http://soundcloud.co...abemus-papam-di
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#55 astrodomini

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Inviato 25 aprile 2011 - 21:19

ma perchè, te pensi che Moretti volesse attenersi alla verosimiglianza storica?


La pellicola è ambientata in un contesto storico, questo a mio parere richiede una certa plausibilità. Cosa che non ho riscontrato nel film e che secondo me è un punto piuttosto dolente, rende la pellicola irreale e slegata dalla realtà; alla fine anche le tematiche, secondo me, ne sono uscite banalizzate.
"Il Caimano", pur con diverse scene morettiane, era decisamente più vicino a una realtà possibile, difatti è stato quasi preveggente di una situazione che potrebbe realizzarsi a breve.
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#56 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 26 aprile 2011 - 00:28

ma perchè, te pensi che Moretti volesse attenersi alla verosimiglianza storica?


La pellicola è ambientata in un contesto storico, questo a mio parere richiede una certa plausibilità. Cosa che non ho riscontrato nel film e che secondo me è un punto piuttosto dolente, rende la pellicola irreale e slegata dalla realtà;


Leggevo una recensione di Morandini mi pare,che rifletteva sul fatto che dal dopo incontro Papa-Psicologo il tutto sia un sogno di Melville. La spiegazione che dà dei vari passaggi più surreali devo dire che è pure convincente.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#57 arancino

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Inviato 26 aprile 2011 - 13:45

Non capisco perchè bisogna etichettarlo come film storico. Non parla di un fatto avvenuto realmente, è solamente ambientato in vaticano, nient'altro. A questo punto anche johnny stecchino diventerebbe film storico perchè parla di mafia. Qui è solamente un regista che ha voluto raccontare la fragilità e soprattutto l'umiltà di una persona. Non fa riferimenti a fatti storici avvenuti, non fa riferimenti alla fede, a precedenti pontefici, alla politica italiana ecc.. E' solamente ambientato lì, per il semplice fatto che chi meglio della figura del papa poteva ricoprire questo ruolo? E' l'assurdo, il papa che per ragioni di fede è costretto ad annuire sempre, ad accettare qualsiasi ruolo per il nome di dio. E invece questa volta no, declina "l'invito" per umiltà, perchè capice che non potrà ricoprire bene quel ruolo di responsabilità. Poteva anche essere ambientato dentro un ospedale, il medico che rifiuta di diventare primario. Ma non avrebbe avuto lo stesso impatto, da un uomo di dio non ci si aspetterebbe mai un rifiuto del genere. Per questo è ambientato lì, non certo per richiamare fatti storici.

Visto e approvato. Ma vi prego, per Natale regalate a Moretti un aiuto regista che abbia una qualche idea di cosa sia una scema di massa, perché con più di dieci persone inquadrate Moretti non si può vedere!

Mi riferisco alle scene di piazza San Pietro, con i porporati se l'è cavata per ovvi motivi cromatici...


Stiamo parlado di un regista che lavora da 30 anni, non penso che non ne sappia girare. Evidentemente la voleva così.
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#58 Mr telefax

    dendrite

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Inviato 26 aprile 2011 - 15:00

La mia impressione è che Moretti stia cambiando, cerchi di aggiungere modi diversi di fare cinema rispetto al suo, quello che l'ha fatto così amare, un misto di allenismo, satira sociale, spietata autoindagine che finisce per abbracciare molto di più, per farsi noi. Al tempo del Caimano il film mi era un po' scivolato addosso, poi il finale terrificante aveva sciolto i dubbi risolvendo il tutto con un coùp de teathre, e mi aveva lasciato in testa l'idea di aver visto un capolavoro.
Qui ci trovo un metodo simile, ma con in più spezzoni di altro cinema, quello autoriale straniero (francese? americano?), senza quel provincialismo italiano che Moretti trasformava in cifra stilistica sua e di nessun altro, lo stesso che invece affiora in altre parti (esempio, le scene con la Buy, poverina). In questo molto l'ha aiutato Michel Piccoli talmente in parte da lasciare a bocca aperta, poche volte ho visto uno recitare con tutto sé stesso, ogni sfumatura d'espressione, ogni piega del corpo così naturale, così calibrata da far gridare al miracolo (...ehm).
Detto ciò, Habemus Papam non mi ha coinvolto, l'ho trovato sfilacciato, troppo disgiunto in alcune sequenze, alternando momenti di cinema un po' troppo tirati con altri silenzi, in cui Piccoli può esprimere sé stesso al meglio. Di cuore sono rimasto freddo, ma di testa non posso fare a meno di pensare a certi semini lasciati da Moretti che crescono, crescono, e ti fanno pensare che questo è dopotutto un grande film. Per esempio, la visita medica al pontefice, grandissima rappresentazione dell'uomo che si nasconde dietro al simulacro (perché Moretti gira attorno a questa idea costantemente nel corso del film), oppure lo sguardo del pontefice nel teatro, un superbo atto di recitazione. Il finale, che ha un tono magniloquente che non ricordavo in Moretti, è straziante, apocalittico, un vero e proprio colpo basso alla fede delle persone. Ecco, questo e altro che ora non ho in mente sono le cose che mi fanno credere ancora in un regista che si erge davanti a tutti in Italia.
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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#59 astrodomini

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Inviato 26 aprile 2011 - 16:30

Leggevo una recensione di Morandini mi pare,che rifletteva sul fatto che dal dopo incontro Papa-Psicologo il tutto sia un sogno di Melville. La spiegazione che dà dei vari passaggi più surreali devo dire che è pure convincente.


Se così fosse ritirerei quasi totalmente le mie critiche.

Non capisco perchè bisogna etichettarlo come film storico.


Io non ho parlato di un film storico ma di una pellicola ambientata in un contesto storico*. Ho capito le tematiche, non ho capito perché renderle all'interno di un contesto storico reso irreale e poco plausibile. A me i film piace giudicarli nel loro complesso, temi uniti alla loro realizzazione.

*

riferimenti alla fede, a precedenti pontefici


In realtà cita entrambe le cose: la fede è citata marginalmente durante il primo incontro tra Papa e psicologo, durante il film sono citati Luciani e il predecessore (da come se ne parla sembra chiaramente Woytila).
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#60 satyajit

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Inviato 26 aprile 2011 - 16:56

Leggevo una recensione di Morandini mi pare,che rifletteva sul fatto che dal dopo incontro Papa-Psicologo il tutto sia un sogno di Melville. La spiegazione che dà dei vari passaggi più surreali devo dire che è pure convincente.


Se così fosse ritirerei quasi totalmente le mie critiche.

Non capisco perchè bisogna etichettarlo come film storico.


Io non ho parlato di un film storico ma di una pellicola ambientata in un contesto storico*. Ho capito le tematiche, non ho capito perché renderle all'interno di un contesto storico reso irreale e poco plausibile. A me i film piace giudicarli nel loro complesso, temi uniti alla loro realizzazione.

*

riferimenti alla fede, a precedenti pontefici


In realtà cita entrambe le cose: la fede è citata marginalmente durante il primo incontro tra Papa e psicologo, durante il film sono citati Luciani e il predecessore (da come se ne parla sembra chiaramente Woytila).


Sulla scelta del contesto, Moretti ne parla nella lunga intervista a Radio Popolare; purtroppo non ricordo a che punto.

La tesi del sogno io l'ho letta su Film Tv, a firma Mauro Gervasini. Secondo lui Melville si trova due volte nella stessa identica posizione: seduto in attesa di affacciarsi al balcone. In mezzo, è tutto sogno. Aspetto di rivedere il film per valutare se è una tesi accettabile o meno.
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#61 satyajit

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Inviato 26 aprile 2011 - 17:10

Una prima obiezione alla tesi del sogno: il film ben presto si sdoppia. Melville sogna anche le scene in cui non è presente? Sarebbe azzardato, e poco corretto verso lo spettatore, a meno di complicare ulteriormente l'interpretazione (e non chiedetemi come).
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#62 marz

    in un romanticismo hegeliano

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Inviato 26 aprile 2011 - 18:32

Ma quale sogno... possibile che un pò di sano irrealismo e fantasia artistica debba scadere in qualche obbrobrio simil-razionale. :-[
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#63 ucca

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Inviato 27 aprile 2011 - 08:43

La mia impressione è che Moretti stia cambiando, cerchi di aggiungere modi diversi di fare cinema rispetto al suo, quello che l'ha fatto così amare, un misto di allenismo, satira sociale, spietata autoindagine che finisce per abbracciare molto di più, per farsi noi. Al tempo del Caimano il film mi era un po' scivolato addosso, poi il finale terrificante aveva sciolto i dubbi risolvendo il tutto con un coùp de teathre, e mi aveva lasciato in testa l'idea di aver visto un capolavoro.
Qui ci trovo un metodo simile, ma con in più spezzoni di altro cinema, quello autoriale straniero (francese? americano?), senza quel provincialismo italiano che Moretti trasformava in cifra stilistica sua e di nessun altro, lo stesso che invece affiora in altre parti (esempio, le scene con la Buy, poverina). In questo molto l'ha aiutato Michel Piccoli talmente in parte da lasciare a bocca aperta, poche volte ho visto uno recitare con tutto sé stesso, ogni sfumatura d'espressione, ogni piega del corpo così naturale, così calibrata da far gridare al miracolo (...ehm).
Detto ciò, Habemus Papam non mi ha coinvolto, l'ho trovato sfilacciato, troppo disgiunto in alcune sequenze, alternando momenti di cinema un po' troppo tirati con altri silenzi, in cui Piccoli può esprimere sé stesso al meglio. Di cuore sono rimasto freddo, ma di testa non posso fare a meno di pensare a certi semini lasciati da Moretti che crescono, crescono, e ti fanno pensare che questo è dopotutto un grande film. Per esempio, la visita medica al pontefice, grandissima rappresentazione dell'uomo che si nasconde dietro al simulacro (perché Moretti gira attorno a questa idea costantemente nel corso del film), oppure lo sguardo del pontefice nel teatro, un superbo atto di recitazione. Il finale, che ha un tono magniloquente che non ricordavo in Moretti, è straziante, apocalittico, un vero e proprio colpo basso alla fede delle persone. Ecco, questo e altro che ora non ho in mente sono le cose che mi fanno credere ancora in un regista che si erge davanti a tutti in Italia.


Mi sembri un pò troppo ottimista, io l'ho trovato effettivamente un film sfilacciato e abbastanza noioso. Alcune scene le salvo, ma nessuna mi ha esaltato. La parte piu' debole è sicuramente quella di Moretti con i preti, che non viene sviluppata in modo adeguato. Rimane come a metà, parte con buoni spunti ma si spegne tutto quando lui si mette a fare l'arbitro, momento in cui questo fantomatico torneo perde ogni senso. Non è comico, non è satirico, non è niente. La parte di Piccoli è piu' lineare, c'è la cena che mi ha ricordato quella di Sogni D'oro con Remotti e la moglie e la famosa pasta di fagioli..però anche qui, non mi ha coinvolto. E' un film molto attento a non pestare i piedi di nessuno. Alla fine innocuo. Sicuramente meglio di tutto ciò che ha seguito Caro Diario (ci voleva poco) però restano alcuni problemi di fondo: Moretti non è un attore, non è un regista,  piuttosto un grande narciso ormai normalizzato.
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Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#64 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 29 aprile 2011 - 23:51

Come al solito, intervengo a notte fonda.

Innanzi tutto una cosa: il Moretti magniloquente dell'ultimo decennio, quello de "La stanza del figlio", "Il Caimano" e "Habemus Papam", ha un respiro internazionale, cosmopolita quasi, affascinato dai diversi modi di fare cinema che Nanni ha scoperto maturando e confrontandosi con il mondo. E lo stile del regista è più estroso, più abile nella messa in scena, più affascinante insomma.

Il morettismo incontra il cinema puro. Prima con una storia di rottura familiare, poi con una commedia surreale che riflette sull'Italia e il suo leader carismatico poi questo ultimo film. Io, sinceramente, non riesco ancora bene a capire quale sia l'essenza di "Habemus Papam". So per certo una cosa: che volerci vedere molto altro rispetto a una commedia, forse, è un torto verso il film.

Ci si può vedere tutto: l'insopprimibile peso della responsabilità, il Potere che ormai viene eroso dall'inettitudine degli uomini, la Chiesa in mano a personalità che la portano verso lo smarrimento, il fallimento della psicanalisi, prigioniera in Vaticano, l'irrefrenabile solitudine della vecchiaia che si può battere solo fuggendo.

Però, secondo me che sono un sempliciotto, quando una pellicola ti suggerisce alla mente troppi temi, tutti importanti, tutti opprimenti, c'è qualcosa che non ha funzionato. Forse troppe idee geniali insieme alla fine lasciano un po' poco. E riflettendo sul film nella sua totalità mi viene di dire che finché resta un'unica scena, la commedia è bellissima (la sequenza dell'elezione in apertura di film mi pare la più suggestiva). Poi, seguire i due piani, diventa difficile. E non perché il film sia noioso, ma perché la domanda è inevitabile: "Perché tutto ciò?". Perché i siparietti dei cardinali? Oppure, rovesciando il tutto, perché le riprese di questo Papa solo che gira per Roma sono così evanescenti?

Per me, quando il film si divide su due fronti, molto meglio con Piccoli in scena piuttosto con Nanni che fa giocare i nonnetti a pallavolo. Il finale si riallaccia al tono tonitruante dell'apertura. E ancora una volta, Moretti mette a segno un punto importante nel chiudere al momento giusto.

Però complessivamente registro una regressione rispetto al Caimano.
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#65 nicholas_angel

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Inviato 30 aprile 2011 - 11:11

Da rumour familiari :firuli: ho sentito che lo psicanalista che ha avuto in terapia Moretti è uno dei peggiori della piazza. Da qui si spiega il suo odio per gli psicanalisti.

Comunque quoto Jules, meglio le scene con Piccoli che quelle in cui Moretti s'improvvisa allenatore:ah Nanni, hai rotto con la pallavolo!
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#66 marz

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Inviato 30 aprile 2011 - 12:06

ma se giocava a pallanuoto... :-X
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#67 nicholas_angel

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Inviato 30 aprile 2011 - 15:40

In generale si lanciano le palle... rompendole agli altri :-X
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#68 marz

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Inviato 30 aprile 2011 - 17:41

:P

va che la pallanuoto è uno sport bello tosto eh... (fine OT)
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#69 piersa

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Inviato 30 aprile 2011 - 22:34

Debole. Incompiuto. Irrisolto. E un uomo che si mette a far fregnacce a 80 anni, bah.
Per me è 5
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#70 Brucaliffa

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Inviato 04 maggio 2011 - 10:49

meglio leggere se si è già visto il film

Ho dovuto vedere due volte Habemus Papam per farmi un??idea più consistente. La prima visione mi ha spiazzato. Il film non mi sembrava equilibrato, trovavo ad esempio Moretti debordante (come nei suoi vecchi film che però erano costruiti su di lui). Esteticamente si presentava sciatto, ai limiti del televisivo. Inoltre non ne coglievo il senso generale, il che mi dava l??idea di una pellicola frammentata e poco compatta. Mi rimaneva il dubbio però che queste mie sensazioni derivassero più da un mio difetto di visione che dal film.

Quindi ho sentito l??esigenza di rivederlo.

Dopo la seconda visione ho trovato il film compiuto e, soprattutto, grande.
Ho realizzato che durante la prima visione, la pellicola mi era apparsa frammentaria perché cercavo una tensione esistenziale che soggiacesse alla crisi interiore e d??identità del protagonista, del neo-eletto Papa. Inoltre il mio sguardo vagava nel film alla ricerca di un registro stilistico ben definito, non capivo cioè se mi trovassi di fronte ad un film drammatico o ad una commedia, non capivo se i toni fossero surreali, grotteschi o esistenziali. Non capivo quale fosse il dramma interiore del protagonista. Non capivo se fossero necessarie per l??economia del film le scene marcatamente morettiane (quella dei farmaci, della partita a scopa, del torneo di pallavolo).

La seconda visione invece mi ha permesso di uscire dai parametri prestabiliti con cui il mio sguardo cercava di orientarsi, per cogliere gli elementi essenziali che il film voleva comunicarmi. Tutto mi è risultato semplice. Habemus Papam non è un film drammatico, non è una commedia, non è un film psicologico o esistenziale, né grottesco o surreale. Habemus Papam è un film profondamente filosofico. Il Papa rappresenta il senso consolatorio che ognuno di noi cerca fuori di sé. Il compito più importante di ogni persona è quello di dare un senso alla propria vita ma questo senso lo cerchiamo sempre all??esterno, appunto, in modo consolatorio. Il nuovo Papa si sente inadeguato a ricoprire un ruolo così importante perché non ha certezze per sé e non se la sente di rappresentare un punto di riferimento, di dare certezze, di porsi come portatore di un senso consolatorio per gli altri. In quest??ottica le scene del vagare del Papa per la città sono bellissime. Il Papa, in quanto portatore di senso, si cala nella realtà perché il senso, se c??è, è lì, perché il senso le persone devono ricercarlo nelle loro vite e non fuori di esse. L??applauso rivolto al Papa spettatore in teatro non è l??applauso consolatorio verso il ritrovato senso ma è un applauso verso il senso che si è calato nella realtà.

Lo dice lo psicanalista Moretti ad un cardinale mentre arbitrano una partita: ??nessun senso consolatorio?. Quel senso consolatorio che cercano i fedeli che aspettano in Piazza San Pietro (stupenda la scena in cui il Papa è lì con loro, ovviamente loro non lo sanno perché non conoscono ancora il volto del nuovo Papa), che cercano i cardinali che guardano sereni verso le finestre degli appartamenti del Papa (la metafora è spietata, noi spettatori sappiamo che il Papa non c??è ma per i fedeli, per i cardinali non è importante che ci sia veramente, è consolatorio per loro sapere che c??è). Ma non solo il Papa non può, non deve rappresentare un senso consolatorio, fuori dalle nostre vite, anche la psicanalisi non può diventare la portatrice laica di questo senso. Lo psicanalista Moretti è uomo che vive di umane soddisfazioni proprio come i cardinali. I cardinali hanno le loro paure, come quella di essere eletti Papa, prendono medicine per dormire e per stare bene in salute, si divertono a giocare a carte come tante persone anziane che sono in pensione. Lo psicanalista Moretti è umanamente eccitato per il fatto che ha per le mani un caso davvero interessante: il Papa. La psicanalista Buy è invece fissata con il ??deficit di accudimento?. Insomma, anche la psicanalisi non può darci certezze, non può essere portatrice di quel senso di cui abbiamo bisogno. Ma si pensi anche alla scena in cui in televisione c??è un esperto vaticanista che spiega cosa sta succedendo al nuovo Papa, perché ancora non si presenta ai fedeli. Ecco, anche la televisione è consolatrice, ci rimettiamo alla televisione perché lì ci sono gli esperti che sanno come funzionano le cose. Ad un certo punto, però, l??esperto vaticanista dice che sta improvvisando, che anche lui non sa. E?? una scena bellissima, in pochi secondi viene smascherato quello che la televisione rappresenta: l??assenza di qualunque vera possibilità critica e la presenza di un senso consolatorio dell??esistente.

Ma allora se il Papa ci volta le spalle, se il Papa abbandona il mondo, e se nessuno può darci il senso dall??esterno, non la psicanalisi, non la televisione, nemmeno un??estetica solenne (esteticamente il film non può che essere semplice), a chi possiamo fare domande? Chi può darci risposte? Nel suo piccolo il film abbozza delle ipotesi. Gli uomini amano l??arte (il teatro ad esempio), amano la musica, amano giocare, divertirsi, e, ecco il messaggio più bello e commovente del film, pensate alla scena bellissima in cui tutti esultano per il punto conseguito dalla più scarsa Oceania, amano stare con i più deboli: bisogna riscoprire questo amore.


Mi convince molto la tua interpretazione, nessun senso consolatorio, non dal papa, non dalla psicanalisi, non dalla tv. Anche io dopo aver visto il film ero molto colpita ma anche perplessa e non riuscivo a decidere se il film mi fosse piaciuto o no. Ora ho capito che mi e` piaciuto e anche tanto.
Un po` mi disturbava il tono leggero da commedia per un tema cosi`enorme, ma si tratta della scelta giusta, e` proprio attraverso la scelta del registro meno prevedibile che Moretti e` riuscito a confrontarsi egregiamente con argomenti ingombranti come quelli de Il Caimano e di Habemus Papam.
Moretti e` un grande pensatore indipendente, l??autore di maggiore spessore che abbiamo in Italia (tra i viventi).

Anche la scelta di non fare un film estetizzante la apprezzo molto, questo e` il linguaggio cinematrografico utilizzato consapevolemente, in questo film Moretti vuole che il Vaticano sia un luogo normale e che i cardinali e il Papa siano persone umane, una regia troppo ricercata avrebbe rischiato di sottolineare lo sfarzo, il potere, le solite cose che si criticano alla Chiesa... sarebbe sembrato Il Divo di Nanni Moretti, sarebbe sembrato Moretti che rincorre Sorrentino... con tutto il rispetto, neanche per sogno. Moretti ha abbastanza personalita` autoriale da potersi permettere di non seguire le mode e di farsi capire lo stesso dal suo pubblico. Per me, che ero una dei pochi nel forum ad avere apprezzato il Caimano, Moretti si riconferma un grande. Spero che ci regali ancora tanti film.

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#71 TheWalrus

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Inviato 24 agosto 2011 - 13:56

Mi aspettavo un kolossal e mi sono ritrovato con un film piacevole ma non capolavoro come credevo io. Mi aspettavo un analisi molto piu' profonda della persona del Papa, del suo passato, in generale una trama molto piu' complessa di quella che ho visto.

P.S. L'ho visto per la prima volta l'altro ieri...


Nota su altri film di Moretti: Il caimano, la prima volta che l'ho visto, sotto le elezioni del 2006, mi esalto'. Rivisto quest'anno quando l'hanno mandato in onda sulla Rai, mi e' parso un film davvero di serie B, a parte la scena finale.

Il film che mi sembra di maggior valore di Moretti e' "La stanza del figlio".
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RICHARD BENSON

#72 paloz

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Inviato 24 agosto 2011 - 14:12

Qualcuno sa quando esce in dvd / blu-ray?
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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#73 tiresia

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Inviato 25 agosto 2011 - 08:07

Mi aspettavo un kolossal e mi sono ritrovato con un film piacevole ma non capolavoro come credevo io. Mi aspettavo un analisi molto piu' profonda della persona del Papa, del suo passato, in generale una trama molto piu' complessa di quella che ho visto.

P.S. L'ho visto per la prima volta l'altro ieri...


Nota su altri film di Moretti: Il caimano, la prima volta che l'ho visto, sotto le elezioni del 2006, mi esalto'. Rivisto quest'anno quando l'hanno mandato in onda sulla Rai, mi e' parso un film davvero di serie B, a parte la scena finale.

Il film che mi sembra di maggior valore di Moretti e' "La stanza del figlio".



A volte mi chiedo se la scelta di questo registro sciatto sia decisamente voluto. La scelta stilistica del caimano è perfettamente in linea con ciò che narra, il dilagare di una cultura dell'abbandono, del vivacchiare televisivo, miserevolmente mediocre e impossibile da difendere che ha pochi anticorpi. Mi sembra che Moretti dica molto della realtà che racconta anche per come la racconta
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#74 Karmasukia

    PATTY PRAVO, AMICIZIA LUNGA

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Inviato 05 dicembre 2011 - 20:18

Debole. Incompiuto. Irrisolto. E un uomo che si mette a far fregnacce a 80 anni, bah.
Per me è 5


Melville privo di spessore. Ci dice che non ce la fa ma non il perché.
Metà del film sono dialoghi da commediola tra i preti e tra i preti e Nanni, con questo che se ne va in giro con le mani allacciate come ai tempi di Apicella (che tristezza), tirando smorfie alla gente e dicendo cose inutili. Ne esce un ritratto smerdantissimo di 'sti cardinali, che sembrano bene o male tutti dei coglioni, gente che alla meglio può fare le ospitate a Controcampo o da Giletti. E parliamo del 50% del film.
Allo stesso tempo, un vecchio va in giro per la città, incontra personaggi senza scorza e non fa nulla.
Un filmetto.

Vuoi fare un film su un vecchio prete che si rende conto di dover essere condotto PIUTTOSTO CHE condurre? Bene, mettigli in bocca qualcosa di più, o mettigli negli occhi qualche silenzio un pelo più malickiano. Fai una storia, abbozza una sceneggiatura, simula una regia, fai qualcosa.
Vuoi fare una presa per il culo di 'sti cardinali? Tira via la storia del vecchio, perché stai facendo un miscuglio terribile. E fai battute un pelo più potenti, perché se uno si ricorda le battute e i teatrini di Apicella gli viene il latte a sentire 'ste zuccherate.
Non è una presa per il culo di 'sti cardinali? Evita di farci più metà del film, tra vecchi che si drogano, che bisticciano, che vogliono il cappuccino con poco zucchero, che sclerano, evita tu psicoterapeuta di trattarli come idioti, lascia perdere la partita a pallavolo e la partita a scopa.
Mamma mia che delusione.

C'ho messo una vita a vedermelo, lo sapevo che non m'avrebbe detto nulla.
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#75 Norman Bombardini

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Inviato 10 gennaio 2012 - 09:30

visto ieri, mi è sempre piaciuto Moretti: film imbarazzante e deludende, in alcuni punti sfiora il grottesco -i preti che giocano a pallavolo è quasi da Monty Python, solo che non era quello il senso voluto da Nanni- tranne Piccoli non c'è praticamente nulla che mi sia piaciuto.
E' tutto poco indagato e superficiale, non c'è alcuna tensione e tutto ciò che avviene è prevedibile (finale compreso in cui finalmente Piccoli riesce ad essere "attore con pubblico" una volta nella sua vita), è senza ritmo, Moretti che fa lo psicoanalista è più vicino a un de Sica figlio che non a un attore serio...sono rimasto malissimo non pensavo potesse essere così brutto.
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#76 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 02 giugno 2012 - 07:48

... in vespa

:unsure:
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#77 BillyBudapest

    Enciclopedista

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Inviato 02 giugno 2012 - 09:40

è un film abbastanza spassoso. perlomeno non è noioso come la stanza del figlio.
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