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The Ward (John Carpenter, 2010)


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11 replies to this topic

#1 William Blake

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Inviato 03 aprile 2011 - 14:40

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http://www.ondacinem...il_reparto.html

l'articolo è stato abbastanza morbido nell'approccio con l'ultima fatica del vecchio John, io lo sarei stato molto meno :P


premessa che ho copiato dal blog di Roberto Recchioni:
"Esistono due categorie di persone quando si parla di John Carpenter.
Ci sono i fan, che sono completamente incapaci di qualsiasi giudizio anche solo vagamente equilibrato e oggettivo.
Per loro qualsiasi film di John Carpenter è bello, anche quelli che deve ancora girare.
E poi ci sono le persone normali, che invece mantengono un certo distacco per giudicare con equilibrio un film a prescindere da chi l'ha girato.
Per loro qualsiasi film di John Carpenter è bello, anche quelli che deve ancora girare.
In realtà, ci sarebbe anche una terza categoria, ma non è bello stare a dileggiare delle persone che hanno dei problemi.
"

il sottoscritto appartiene senza dubbio alla seconda categoria, pertanto il giorno dell'uscita telefonata con l'unico collega di università che lo segue come un giovane padowan, il cui risultato è: "insomma John Carpenter al cinema, bisogna onorarlo!" ultimo spettacolo, poca gente ovviamente visto che è venerdì. atmosfera giusta per quello che è un horror. e poi...e poi inizia il dramma.
Amber Heard è una bionda piromane che finisce nel reparto speciale di un manicomio, nel 1966 (la data è importante). solo la prima di un reparto che sembra un gineceo di belle ragazze (anche il fatto siano -quasi- tutte gran pezzi dell'Ubalda ha il suo perchè, non temete). naturalmente nel reparto si aggira una strana presenza di cui tutti sanno e di cui tutti fanno finta di niente, una sorta di mummia che sta facendo fuori tutte le ragazze. e mi fermo qua per evitare spoiler.
andiamo al dramma: la questione è che "The ward" era un film che doveva uscire nel 1966, perchè solo all'epoca poteva funzionare sia su un piano di scrittura che un piano estetico: non solo è uno dei lavori peggiori di Carpenter, sciatto e poco curato (che ha avuto sempre idee visive notevoli: ve lo ricordate "The Fog"?), ma anche l'uso delle tempistiche horror sono di un usurato totale, che a confronto è più all'avanguardia "Il signore del male" (1987). e poi vogliamo parlare degli attori? una gara di cagnaggine da antologia. sceneggiatura distratta che spera di salvare capre e cavoli col solito colpo di scena, ma non solo è troppo tardi ma è un colpo di scena talmente banale da poter davvero stupire solo 30-40 anni fa. e a riprova che "The ward" è un film fuori tempo massimo: se paragonato con "Shutter Island" uscito l'anno scorso, il film di Scorsese fa la parte del gigante.

prima cocente delusione dell'anno. e chi me lo doveva dire che sarebbe toccato a John Carpenter :(
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#2 Tom

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Inviato 03 aprile 2011 - 16:39

Io concordo anche con tutto il resto della recensione di Recchioni, che sottoscrivo interamente, post scriptum compreso:

Alla luce di questo, non posso fare altro che affermare che The Ward è un bel film di John Carpenter.
Anzi, i suoi primi dieci minuti e i suoi ultimi dieci minuti, sono un grande film di John Carpenter.
In mezzo c'è tanto mestiere ma, come se ci fosse ancora bisogno di sottolinearlo, è mestiere di John Carpenter e quindi meglio del meglio che sanno offrire tante fighette che oggi si definiscono registi.
Certo, lo script è un poco trito e negli ultimi anni sono usciti un paio di film praticamente identici (QUESTO e QUESTO, non cliccate se non volete spoiler), ma la storia è raccontata bene, con sobrietà ed efficenza, e gioca in maniera divertita con i cliché delle vicende di fantasmi con i capelli lunghi che appaiono alle spalle dei protagonisti, riuscendo a smarcarsi dal logoro immaginario di un certo tipo di horror giapponesi.
La colonna sonora è ottima come sempre, la fotografia è ispirata, il cast è valido e totalizza un ottimo punteggio sulla scala Sucker Punch (strafighe con costumi diversi, chiuse in un manicomio).

Erano dieci anni che Carpenter non tornava dietro la macchina da presa.
Sedici da quando non si dedicava ad un horror puro, senza contaminazione di altri generi.
Lo ha fatto girando un film piccolo e semplice, molto efficace e divertente e assolutamente coerente con il resto della sua filmografia. Forse non una delle sue opere imprescindibili, ma di sicuro un buon film. Del resto, quando mai ha girato film brutti, giusto?
E la recensione si potrebbe chiudere qui. Ma non voglio fare la figura di quello che non vede i difetti del suo idolo e quindi parliamo anche di quegli aspetti che non mi hanno convinto fino in fondo:

l'audio in sala era troppo basso.

p.s.
e ora una nota personale.
Ho un rapporto particolare con Carpenter. In termini semplici, non credo che ci sia un regista che amo più di lui. Tornare a vedere un suo film in sala, dopo tanti anni, è stata una cosa sorprendentemente emozionante. [...]


In generale mi è sembrato un toccasana rivedere al cinema un semplice e classico film ??de paura? visibile anche da un comune mortale, senza derive cinefile da quattro soldi e tremendismi vari.

Sarà l??età che avanza, ma ormai da qualche anno mi sto disinteressando all??horror moderno e comincio ad essere infastidito da un certo tipo di cupezza gratuita. Non parlo neanche dei torture movie e di tutto il campionario del cinema estremo, che evito in tutta tranquillità di vedere, ma anche di horror ??normali? come ad esempio il classicissimo ??The Mist? del classicissimo Frank Darabont, visto l??altra sera: buon film, che però si conclude con un pugno nello stomaco dello spettatore semplicemente deprimente (naturalmente commentato in colonna sonora da una musica molto spirituale). E io mi sono chiesto: ma perché? Che senso ha? Il fine ultimo dell??horror è diventato quello di demoralizzare gli spettatori? Inquietare e spaventare non dovrebbe essere qualcosa di diverso dall??atterrire e avvilire? E in fin dei conti, prendere a pugni lo stomaco dello spettatore non è fin troppo facile?

E anche ammesso che il fiume di sangue, lacrime e pessimismo che ha sommerso ultimamente il mercato audiovisivo (non solo il cinema, non solo l??horror) avesse un profondo senso sociologico e politico, come sostengono molti appassionati entusiasti, mi chiedo che senso abbia che un film (di genere, ma anche d??autore) si faccia carico di tanto opprimente ??significato?.

Che poi per come la vedo io c??è poco da teorizzare e leggere tra le righe, a me sembra molto banalmente che il cadere di ormai quasi tutti i limiti censori, soprattutto per quanto riguarda la violenza, ha portato semplicemente ad un ??liberi tutti?, per cui con totale irresponsabilità o peggio con enorme presunzione, qualunque scalzacane può permettersi di spararla sempre più grossa, contando su una vasta platea di spettatori che a quanto pare ai film non chiede altro di essere presa a cazzotti nei denti, quanto di un?? altra ancora più vasta che da registi e sceneggiatori non chiede che di essere raggirata e frastornata con ogni mezzo e mezzuccio possibile.

Appartenendo alla razza di spettatori che vede film e telefilm non per sottomettersi ad una cura Ludovico, ma per essere affascinato e intrigato possibilmente con onestà, per me un film come ??The Ward? è quindi un mezzo miracolo: un piccolo horror serio e preciso, che fa ??abitare? lo spettatore nei suoi spazi, che si prende i suoi tempi, pur avanzando con sequenze rapide e secchissime, che centellina gli spaventi senza ridondanze e che non punta tutto sul colpo di scena finale. Insomma, ancora una volta Carpenter è riuscito ad essere ??western?, pur non avendo girato certo uno dei suoi film più memorabili.
Io, la mia compagna e dall??umore generale mi pare anche la trentina di persone in sala (una folla se penso ai quattro in tutta la sala che eravamo a vedere ??Fantasmi da Marte? esattamente dieci anni fa) siamo usciti dal cinema soddisfatti. Io un film così lo rivedrei anche stasera stessa (anzi se lo trovo in originale non è detto che non lo riguardi davvero)? chiedetemi quante volte rivedrei certi presunti capolavoroni di molti presunti genialoni odierni.


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#3 Guest_ale_*

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Inviato 03 aprile 2011 - 17:48

come ad esempio il classicissimo ??The Mist? del classicissimo Frank Darabont, visto l??altra sera: buon film, che però si conclude con un pugno nello stomaco dello spettatore semplicemente deprimente (naturalmente commentato in colonna sonora da una musica molto spirituale). E io mi sono chiesto: ma perché? Che senso ha? Il fine ultimo dell??horror è diventato quello di demoralizzare gli spettatori? Inquietare e spaventare non dovrebbe essere qualcosa di diverso dall??atterrire e avvilire?


per me, se non fosse per quel finale, il film sarebbe uno dei tanti film kinghiani sotto tono che si sono visti in questi anni (tra produzioni televisive e adattamenti per il cinema). paradossalmente quel finale agghiacciante rivaluta anche la confezione sgangherata da b-movie fuori tempo massimo della prima parte.
l'idea che hai tu del cinema horror è molto ingenua, però la rispetto ovviamente: tu vuoi un prodotto di intrattenimento, senza eccessi, che faccia il suo lavoro, ovvero provocare paura senza accanirsi sullo spettatore. in poche parole un film di Carpenter  asd
a quanto pare oggi non è più possibile concepire un horror così. siamo meno "buoni"? sicuramente. l'horror è anche uno specchio dei tempi: finata l'epoca dei babau Michael Myers e Freddy Krueger (ancora legati ad una concezione fantastica dell'orrore), si è aperta l'epoca dei Saw e degli Hostel, l'epoca dell'iperrealismo, di Abu Ghraib e Guantanamo.
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#4 William Blake

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Inviato 03 aprile 2011 - 18:02

in poche parole un film di Carpenter  asd


non fa molto ridere. in realtà il cinema carpenteriano ha sfruttato sempre il cinema di genere riflettendo sulla realtà con dense e acute metafore. quindi dire che deve semplicemente intrattenere (cosa che sono quasi sicuro che Tom non volesse affermare) è abbastanza limitato.
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#5 dick laurent

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Inviato 03 aprile 2011 - 18:04


come ad esempio il classicissimo ??The Mist? del classicissimo Frank Darabont, visto l??altra sera: buon film, che però si conclude con un pugno nello stomaco dello spettatore semplicemente deprimente (naturalmente commentato in colonna sonora da una musica molto spirituale). E io mi sono chiesto: ma perché? Che senso ha? Il fine ultimo dell??horror è diventato quello di demoralizzare gli spettatori? Inquietare e spaventare non dovrebbe essere qualcosa di diverso dall??atterrire e avvilire?


per me, se non fosse per quel finale, il film sarebbe uno dei tanti film kinghiani sotto tono che si sono visti in questi anni (tra produzioni televisive e adattamenti per il cinema). paradossalmente quel finale agghiacciante rivaluta anche la confezione sgangherata da b-movie fuori tempo massimo della prima parte.
l'idea che hai tu del cinema horror è molto ingenua, però la rispetto ovviamente: tu vuoi un prodotto di intrattenimento, senza eccessi, che faccia il suo lavoro, ovvero provocare paura senza accanirsi sullo spettatore. in poche parole un film di Carpenter  asd
a quanto pare oggi non è più possibile concepire un horror così. siamo meno "buoni"? sicuramente. l'horror è anche uno specchio dei tempi: finata l'epoca dei babau Michael Myers e Freddy Krueger (ancora legati ad una concezione fantastica dell'orrore), si è aperta l'epoca dei Saw e degli Hostel, l'epoca dell'iperrealismo, di Abu Ghraib e Guantanamo.


io invece come sai sono perfettamente d'accordo con tom e mi viene da citare una frase che ho letto da poco: What could be more ingratiating than what is "uningra-tiating," these days?
Il pugno nello stomaco a casaccio è ormai il trucco più abusato dell'horror di questi anni e a parte il disgusto immediato non aggiunge suspense nè niente, soprattutto perchè sono sempre di più e messi senza una logica (fossero pochi e ben piazzati...) solo con la regola "meglio abbondare" e quindi non scioccano neppure. Infastidiscono perchè sono un trucchetto facile e sempre più alla moda.
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#6 Tom

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Inviato 03 aprile 2011 - 23:16

l'idea che hai tu del cinema horror è molto ingenua, però la rispetto ovviamente: tu vuoi un prodotto di intrattenimento, senza eccessi, che faccia il suo lavoro, ovvero provocare paura senza accanirsi sullo spettatore.


Non direi. Quello che mi da fastidio non è il sangue, ma la banalizzazione del sangue. Per quanto mi riguarda come spettatore può interessarmi essere preso a badilate in faccia da chi ha talento e una poetica. Ma per ogni Miike in possesso di questi requisiti (e ogni tanto anche lui...) ci sono cinquanta furboni che, non avendo uno straccio di idea, non trovano di meglio che buttarsi sul Grand Guignol a buon mercato, tenendo sempre a portata di mano il facile alibi sociologico e baloccandosi come niente fosse con concetti come il male, la sofferenza, l'umanità, la morte, la vita. Li trovo noiosi prima ancora che maldestramente furbastri.

Potrei fare lo stesso discorso con i film sui campi di concentramento, diventati dalla seconda metà degli anni '90 in poi un vero e proprio genere cinematografico, dove una delle più immense tragedie umane è stato trasformato in uno scenario per melodrammi strappalacrime. Anche quelli pallosi oltre che infami.

Ho citato altre volte e ricito anche stavolta il (geniale) regista e sceneggiatore Michael Tolkin che in un' intervista di fine anni '90 disse: "Sono favorevole alla censura. Spero che torni potente e cattiva. Allora sì che vedremo chi ha davvero il coraggio di trasgredire!"

a quanto pare oggi non è più possibile concepire un horror così. siamo meno "buoni"? sicuramente.


A me invece sembra che tra la nicchia degli invasati del cinema estremo e il cinema da nerds e bimbominkia, ci sarebbe tutto un pubblico ben disposto verso prodotti adulti, realizzati con un minimo di criterio. Perché questo pubblico, per l'horror come per quasi tutti gli altri generi, non sia più considerato un target appetibile è questione di vecchia data. A me sembra comunque solo una ragione di mercato, visto che la tendenza a crederci "meno buoni" delle generazioni precedenti è una costante di tutta la storia umana. L'unica differenza è che questo luogo comune da vecchie zie inacidite oggi ce lo strombazzano in tutte le salse, persino appunto nel cinema di genere, tanto per nobilitare con una patina sociologica quelle che sarebbero storielle da due soldi.   

l'horror è anche uno specchio dei tempi: finata l'epoca dei babau Michael Myers e Freddy Krueger (ancora legati ad una concezione fantastica dell'orrore), si è aperta l'epoca dei Saw e degli Hostel, l'epoca dell'iperrealismo, di Abu Ghraib e Guantanamo.


Esattamente quello che intendevo: da tragedie entrate nell'immaginario come Abu Ghraib e Guantanamo non escono di meglio che robetta da adolescenti come "Saw" e filmacci di serie C come "Hostel". Una montagna di dolore che partorisce topolini scemi. Bella roba.

Proprio Carpenter secondo me ha diretto con "Cigarette Burns" un' opera esemplare su questa deriva sanguinolenta dell'immaginario collettivo, realizzando un film su un??umanità malata perché si nutre di immagini malate, ma dove le immagini sono malate perché l??umanità è malata. Un cortocircuito destinato evidentemente ad un' accelerazione esponenziale della malattia. E il titolo del film nel film è ??La Fin Absolue du Monde?...

Ecco, per me con un thriller senza pretese come "The Ward" Carpenter si è tirato fuori da quel circolo vizioso, realizzando un onesto filmaccio che vuole esistere soltanto come film, dove non ci ha neanche ficcato dentro la sua consueta metafora politica. Tanto a reggere lo specchio dei tempi sono già una folla.
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#7 dick laurent

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Inviato 04 aprile 2011 - 13:14

Tom posso incorniciare questo tuo post?
Che poi sul fatto che la nostra sia l'epoca più cattiva ci sarebbe molto da discutere, la nostra generazione non ha conosciuto nè la bomba atomica nè le crociate o l'inquisizione, abbiamo la nostra bella dose di orrori ma più o meno come sempre. E' vero pure che il cinema ha perso qualche ingenuità e per fortuna certi toni affettati dei film di un tempo non si trovano, da lì a dire che gli effettacci da bassa macelleria siano quello che rendono il cinema più cattivo o nuovo ce ne passa, non è che è difficile reggerli perchè oh-mio-dio-signora-contessa-che-orrore-non-posso-sopportarlo, ma perchè è brutto cinema. Io di questi horror nuovi soprattutto di quelli francesi che sono quelli che ci stanno sguazzando di più devo ancora trovare il grande film

In tutto questo The Ward ancora non l'ho visto  :P
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#8 Guest_ale_*

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Inviato 04 aprile 2011 - 17:40

neppure io ho visto The Ward quindi lascio volentieri lo spazio della discussione a chi l'ha visto chiudendo l'OT.
non potevo però congedarmi senza perlomeno far riferimento al post di Tom che con compostezza analitica ha esposto il suo pensiero e risposto alle mie obiezioni.
in soldoni: continuo a non condividere le sue idee, ma non posso non elogiarne l'onestà intellettuale.
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#9 vegeta851

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Inviato 05 aprile 2011 - 23:05

visto.

Dopo dieci anni mi aspettavo qualcosina in più per il ritorno al cinema di Carpenter, ma forse l'errore che abbiamo commesso tutti è stato andare in sala con aspettative troppo grandi.

Il finale, e la risoluzione dei vari misteri più che a "Shutter Island" è preso pari pari dal sottovaluato "Identità", ma lo spettatore mangia la foglia dopo mezz'ora. Però insomma, anche così resta un "horror" vecchio stile ben confezionato e controcorrente a cui non si può volere male.
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#10 Guest_ale_*

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Inviato 06 aprile 2011 - 19:08

"Identità"


allora non sono l'unico a cui era piaciuto (a suo tempo) questo film misconosciuto.
c'è però da dire che di film sulla schizofrenia e sullo sdoppiamento della personalità non se ne può proprio più  :-X
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#11 vegeta851

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Inviato 06 aprile 2011 - 23:15


"Identità"


allora non sono l'unico a cui era piaciuto (a suo tempo) questo film misconosciuto.
c'è però da dire che di film sulla schizofrenia e sullo sdoppiamento della personalità non se ne può proprio più  :-X


sì ma gli sceneggiatori del film di Carpenter ne hanno proprio scopiazzato l'idea di fondo, non si tratta solo dell'idea della doppia personalità vedrai.


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#12 nicholas_angel

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Inviato 13 aprile 2011 - 21:09

Come film di genere ci poteva stare per i primi 70 minuti. Ingenuotto e fuori tempo massimo, ma vedibile, nonostante una struttura simil - So cosa hai fatto.
Poi però nel finale tira fuori il classico colpo di scena. E allora lì non puoi che sbraitare contro lo schermo come un povero scemo.
Tra l'altro pure l'imminente "Housemaid" ha un colpo di scena finale che con quello che si è visto prima non centra quasi nulla: insomma in tutti e due casi un cambio repentino di genere che lascia perplessi a dir poco.
Comunque tornando a "The Ward", si tratta di un film ben girato e con un buon cast -doppiato male-, in particolare il futuro Moriarty di Sherlock Holmes 2 Jared Harris e la veramente bbona Amber Heard: in alcuni momenti i brividi sono assicurati.

Un mio amico all'uscita dal cinema ha detto "Qualcuno morì sul nido del cuculo" riferendosi al regista. Ma semmai sono i due sceneggiatori ad aver fatto un mezzo scempio e a meritarsi la morte nel reparto, perché Carpenter come regista è ancora vivo e vegeto. Lunga vita al maestro :)
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