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Jean Cocteau


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2 replies to this topic

#1 Guest_Mattia_*

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Inviato 15 ottobre 2006 - 14:37

Mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni sul Cocteau regista, a mio giudizio nobile esempio di cineasta visionario ma diretto, privo di quell'aura superba ed elitaria purtroppo presente nella cinematografia dei surrelaisti (ai quali può risultare spontaneo accostarlo, ma dai quali prese sempre le distanze).

Ho appena finito di vedere Le Testament D'Orphée (1959-60), ultimo episodio di una trilogia (composta da Le Sang D'Un Poète, del 1930, e da Orphée, del 1950) dedicata alla poesia, alla sua funzione come rappresentazione reale del vivere temporale e alla sua rassegnazione terrena.

Benchè non conosca per nulla approfonditamente i molteplici settori investiti dal talento dell'artista francese (e non possegga dunque gli strumenti per affrontare una disamina oculata e consapevole della pellicola appena vista), sono rimasto incredibilmente scosso dalla delicatezza e dalla profondità del linguaggio di Cocteau.

"L'importanza di Jean Cocteau cineasta ha ancora bisogno di essere dimostrata? Vorrei innanzitutto ricordare il suo atteggiamento di fronte al lavoro altrui e di fronte al pubblico.
La sua disponibilità a firmare qualsiasi appello, manifesto, a scrivere prefazioni, programmi e persino slogan per qualsiasi opera o spettacolo era stupefacente e spesso ha colpito. Vedo in questo soprattutto umiltà. Il superbo tende a rendersi prezioso: esce poco, si mostra poco, si espone poco e si pone come fine l'esigenza.
Cocteau, invece, era dappertutto, si interessava a tutto, aiutava tutto e tutti. Si ritiene che ciò togliesse ogni valore ai suoi giudizi? Non credo perchè, scritti o parlati, i suoi slogan erano di tale precisione poetica che costituivano più che una descrizione una vera e propria scheda antropometrica dell'opera e dell'artista che aveva deciso di sostenere
". Queste parole di Truffaut corrispondono esattamente alla mia teoria sull'onestà intellettuale dell'artista e, conseguentemente, sulla portata universale del suo messaggio. Sono convinto che Cocteau appartenesse a tale categoria ed è per questo che sono qui a chiedere a chiunque ami questo grande "poeta, romanziere, musicista, pittore, disegnatore, attore, sceneggiatore, paroliere, commediografo e regista cinematografico" dei consigli sulle sue opere.

Forse non sarà la sezione adatta (o forse sì), ma qualunque contributo sentirete di donare alla presente discussione non rimarrà a fluttuare invano nell'etere...
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#2 Pierrot le fou

    Roadie

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Inviato 16 ottobre 2006 - 12:58

Mi spiace non poter contribuire in maniera preziosa a questa, spero presto ricca, discussione.
Purtroppo conosco pochissimo Cocteau ed il poco che conosco è solo in ambito cinematografico: ho visto solo Il Testamento di Orfeo ed Orfeo.
Al contrario ho letto molto di lui, specialmente dalle penne dei registi francesi degli anni sessanta. La sua "promiscuità" è testimoniata un pò da tutti, basti pensare, per esempio, a Modigliani.
Il testamento di Orfeo è stato illuminante per il mio occhio vergine dell'epoca ..la forza della sua dialettica prescindeva il concetto e quell'ironia e quella semplicità per mezzo delle quali egli dialogava, lo resero per me un eroe, quasi un mito.
Sono d'accordo sulla distinzione con i surrealisti e rincarerei affermando che a nessuna categoria egli potrebbe appartenere in quanto sono le categorie ad appartenergli.
Un'ultima osservazione mi porta a cercare un parallelo con Jean Vigo che, per quanto distante, sembra risiedere in una sottile poetica generata proprio dalla tecnica. 
Porca miseria, è tempo di rivederlo.
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#3 scirocco

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Inviato 16 ottobre 2006 - 13:37

Purtroppo, ho visto solo due opere di Cocteau:Il sangue di un poeta e I parenti terribili (tratta dal suo stesso dramma teatrale). La prima mi ha deluso parecchio, forse perchè coltivavo troppe aspettative su un cortometraggio così blasonato nella storia del cinema. L'ho trovato noioso, stucchevole ed eccessivamente "cerebrale". Tecnicamente ottimo e assai raffinato, ma troppo autoreferenziale e distante (niente a che vedere, ad esempio, con Meshes of the afternoon, capolavoro di Maya Deren e per me di tutto il surrealismo).
La seconda, invece, mi è piaciuta molto. Un grandissimo fiim, dotato di una potenza narrativo/visiva straordinaria (la sequenza finale dimostra tutto il valore del Cocteau cineasta) e di un cast sopraffino (soprattutto dal lato femminile).

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