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Si parla troppo poco di quel che accade in Messico da anni


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21 replies to this topic

#1 Shinecd80

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Inviato 30 gennaio 2011 - 20:04

CIUDAD JUÁREZ. «A Juárez è arrivato l??iPhone». Lo urla un cartellone spectacular, quelli trenta metri per tre, dall??alto di un palazzone del centro storico, sullo sfondo del Duomo dove moltitudini di cattolici emozionati alle lacrime hanno celebrato la Vergine della Guadalupa. L??annunciazione tecnologica dovrebbe essere, in una città che da almeno tre anni fa parlare di sé solo per il record mondiale degli assassinii, la proverbiale buona notizia. La prova ontologica che la globalizzazione non si ferma davanti a niente. E, rendendo il «mondo piatto», come sostiene Thomas Friedman nel suo ottimistico libro, ne toglie anche i peccati. Se c??è il super-telefonino ?? come a New York, Parigi e Roma ?? allora la situazione non può essere così grave. Tanto più che a pochi chilometri di lì, dal campo di battaglia dei narcos, ha addirittura aperto una sede la Foxconn che assembla l??oggetto del desiderio Apple. A Santa Teresa, per l??esattezza, la zona industriale che lambisce il deserto da dove ogni giorno manipoli di disperati cercano di passare a piedi il confine con gli Stati Uniti. E qui l??apparente buona notizia si trasforma nel suo contrario. Perché se Juárez è diventata il teatro di guerra che ha chiuso l??anno con un bollettino di 3111 vittime, lo deve a due principali cause. La prima, nota, scenografica nel suo orrore, raccontata quindi da giornali e libri, è il trovarsi al centro di uno scontro tra cartelli della droga che ha raggiunto dimensioni epiche. La seconda, meno sexy e perciò sottaciuta, se non in polverose trattazioni sociologiche, è che l??invivibile situazione attuale è anche figlia di un radicale esperimento economico, sociale e urbanistico iniziato una quarantina di anni fa e culminato nel ??94 con la firma del Nafta, il trattato nordamericano del libero scambio. Per cui, semplificando, prima il Messico è diventato la Cina del Nordamerica. Poi Juárez la Baghdad delle Americhe. Anzi, quasi tre volte peggio, comparando i tassi di omicidi.

La Realpolitik economica si felicita della prima trasformazione e non si fa spaventare dalla seconda. Nell??aprile 2007 la rivista Foreign Direct Investment, specializzata nello scovare zone dove vale la pena investire, sceglie Juárez e la nomina «grande città nordamericana del futuro». La giuria stabilisce che, sebbene si trovi fisicamente sotto il Rio Grande, meriterebbe di correre nel girone statunitense dal momento che, con i suoi 250 mila operai, ha la forza lavoro di Detroit a una frazione del costo. Trentamila morti ammazzati dopo, con 125 mila operai e 400 mila residenti fuggiti altrove, l??entusiasmo imprenditoriale non si spegne comunque. Calcolano che nel 2009 siano transitate di qui merci per 42 miliardi di dollari, quasi un quinto del totale degli scambi Usa-Messico. Nel 2010 di più. E il traffico di container nel primo semestre scorso ha fatto segnare un più 22 per cento. Le inaudite cronache quotidiane, con esecuzioni mirate, auto-bomba indiscriminate e un carosello macabro di decapitazioni, non scoraggiano l??outsourcing. La Tecma di El Paso, che fornisce assistenza a chi vuole delocalizzare, non ha mai lavorato tanto. «Ho scoperto un versante sgradevole della natura umana» ha confessato al New York Times il suo vice-presidente Toby M. Spoon, «se c??è un modo di fare soldi, e non è veramente orribile, lo sceglie». Evidentemente dover cambiare ogni volta strada, in un??auto blindata, per andare a visitare le fabbriche senza avvisare i collaboratori per timore di imboscate e sequestri, è ancora al di sotto della soglia del dolore sua e degli altri che fanno affari da queste parti. Oppure il salario medio di 1,60-2 dollari all??ora praticato nelle 338 maquiladoras censite ad agosto è un anestetico più forte.

L??inizio della fine sta anche in quest??inarrestabile crollo del potere d??acquisto, a cui il Nafta ha dato una spallata decisiva. Se c??è uno che l??ha capito è Charles Bowden, autore di Murder City, un libro perturbante che nel sottotitolo identifica Juárez come «nuovo campo di stermino dell??economia globale». Ne ha viste e sentite di tutti i colori, compresa la dettagliatissima confessione, diventata poi film, di come un sicario strangolava e torturava le sue vittime. Eppure si indigna ancora parlando di questo posto. «Le fabbriche si spostano da qui a lì» dice indicando il confine «e quello che da una parte ti danno per un??ora di lavoro, dall??altra non lo prendi neppure per un giorno». Sul progressivo smantellamento sociale della città come causa strutturale del caos odierno ha pochi dubbi. Questa è la sua consecutio: «Prima sono venuti dalle campagne per lavorare in fabbrica. Paghe basse, marito e moglie alla catena tutto il tempo. I figli sono venuti su da soli, e da soli è facile crescere storti. Metà degli adolescenti di qui, dice uno studio recente, non va a scuola né ha un lavoro. Cominciano a tirare colla e solventi, il passo alla cocaina low cost è breve. Un??altra ricerca spiega che il 40 per cento dei giovani maschi sogna di diventare killer. Un mestiere associato a belle auto e donne facili. Prima di biasimare loro, però, biasimiamo noi stessi che abbiamo creato questa economia neoschiavista». Il paradiso dell??export, un luogo tutto pensato per il «fuori», con costi del lavoro risibili e nessuna infrastruttura social-culturale, coincide spesso con l??inferno per chi ci sta «dentro».

Pensate a Scampia, però al cubo. E per capire come ci siamo arrivati facciamo un salto indietro. Al 1993, quando l??uccisione di Pablo Escobar dà la botta finale al cartello di Cali, già indebolito dall??offensiva poliziesca sulle rotte della Florida. ? in quel momento che i messicani scalzano i colombiani e Juárez diventa la porta d??accesso per il mercato yankee, cui presto forniranno il 90 per cento della cocaina. Il nuovo boss globalizzato è Amado Carrillo Fuentes. La sua prima intuizione è spostare le operazioni dal controllato Texas a quest??economica terra di nessuno, sul luminoso esempio delle aziende rispettabili. La seconda è rompere il tabù antichissimo che vietava lo spaccio locale, in nome di una pax narcotica. Esplodono le tienditas, i piccoli punti vendita di quartiere, da una cinquantina ai 1000 odierni. Precipitano i prezzi. E molti nuovi tossici (da 50 a 150 mila a seconda delle stime, su una popolazione di circa un milione e mezzo) diventano manovalanza dei narcos per pagarsi la dose. «Il risultato della war on drug? Che non abbiamo mai avuto un prodotto tanto abbondante ed economico» commenta Bowden. Come succede con l??elettronica, i giocattoli e l??abbigliamento cinese. Ma siccome il libero scambio funziona in entrambe le direzioni, quando i federales confiscano un variegato arsenale ai cartelli, scoprono che il 90 per cento proviene dalle armerie a nord del confine. Grazie alla sciagurata abolizione, cinque anni prima, del bando sulla vendita all??estero delle armi d??assalto.

Sono cose che mi racconta il fotoreporter Julián Cardona nello Starbucks, caffè quintessenzialmente globale, di Paseo del Triunfo de la Repubblica. Compreso l??aneddoto sul ministro del commercio Ernesto Cordero che, alla notizia dell??ennesima riduzione dei salari degli operai, avrebbe commentato: «Così siamo ancora più competitivi con i cinesi!». Senza questa globalizzazione selvaggia, dice Cardona, la droga passerebbe comunque ma senza questa scia di sangue. Perché solo quando senti che la tua vita non ha più alcun valore è tanto facile toglierla a un altro. Mi porta a fare un giro sul suo pickup amaranto. I grandi viali periferici sembrano tutti uguali con una prevalenza di concessionari d??auto e pompe funebri, inclusa una catena americana che, fiutata la carneficina, si è impiantata qui con un investimento da 5 milioni di dollari. Le uniche palazzine dipinte di fresco e difese da cancelli e telecamere sono quelle dei boss, alla «Sandokan» Schiavone. L??estate scorsa, quando ha fatto la sua tranquillizzante apparizione («stiamo mettendo le cose a posto»), il presidente Felipe Calderón ha ricordato «la posizione strategica della città, l??enorme vantaggio di produrre a prezzi molto competitivi e avere il più grande cliente del mondo alla propria porta». Ha anche citato la taiwanese Foxconn, discussa fornitrice di Steve Jobs, e le migliaia di assunzioni promesse. Un suo predecessore, Porfirio Díaz, la vedeva all??opposto: «Povero Messico, così lontano da Dio, così vicino agli Stati Uniti». Ma era molto prima della globalizzazione. E addirittura un??èra geologica rispetto allo smartphone, simbolo (presunto) delle democrazie avanzate.

(repubblica)
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#2 satyajit

    Enciclopedista

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Inviato 30 gennaio 2011 - 20:47

La prima considerazione è che succedesse a Cuba o in Venezuela ci frantumerebbero i marroni dalla mattina alla sera.
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#3 Shinecd80

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Inviato 30 gennaio 2011 - 20:59

La prima considerazione è che succedesse a Cuba o in Venezuela ci frantumerebbero i marroni dalla mattina alla sera.


La seconda è che non è un problema solo di Juàrez,ma di molte altre parti del messico, trovo vergognoso che se ne parli pochissimo in generale.

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#4 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 30 gennaio 2011 - 22:06

di ciudad juarez ha parlato magistralmente anche bolano nella prima parte del II tomo di 2666 e soprattutto sergio gonzález rodríguez in ossa nel deserto (riguardo soprattutto alla strage impunita di donne che continua da due decenni)

le maquiladoras messicane dove alle donne fanno il test di gravidanza ogni mese sono solo le radici del capitalismo americano

il messico continentale è in uno stadio talmente terminale che il traffico di droga sembra quasi il minore dei problemi


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#5 nino#

    Slackware addict

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Inviato 30 gennaio 2011 - 22:53

...uno che l??ha capito è Charles Bowden, autore di Murder City, un libro perturbante che nel sottotitolo identifica Juárez come «nuovo campo di stermino dell??economia globale». Ne ha viste e sentite di tutti i colori, compresa la dettagliatissima confessione, diventata poi film,


Il film di cui parli è Bordertown?
Ne avevo parlato qui: http://www.ondarock....59870#msg559870
E nonostante le denunce, continuano imperterriti...?! ???
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VINDICA TE TIBI

#6 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

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Inviato 31 gennaio 2011 - 08:53

Il messico è un narcostato, il controllo di esercito e forze di polizia in alcune zone è nullo; inoltre i narcos messicani non nascono come cosa nostra o la camorra, cioè come parastati, ma si creano e si configurano come antistato, formando milizie (los zetas) e conquistando stati; ciudad juarez, oltre a questi fatti, è teatro del più alto numero (numero, non tasso) di omicidi al mondo, si parla di 300 omicidi al mese, generalmente legati a regolamenti di conti tra i vari, potentissimi, cartelli: vista usuale sono i cadaveri decapitati e appesi a cavalcavia e pali della luce. In un quadro così drammatico la strage delle donne si confonde con gli altri orrori.
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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#7 Shinecd80

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Inviato 31 gennaio 2011 - 09:49

Non è un problema circoscritto solo a Juàrez,purtroppo.
Per farvi un'idea,guardate sto video,dove ci sono sicari per strada armati e (alcuni) col volto coperto che se ne stanno in giro indisturbati.
Hanno ammazzato 9 membri di una famiglia prima di andarsene:
http://www.youtube.c...h?v=i16Wk2N9Jpc

Ad inizio gennaio ad acapulco sono stati ritrovati 25 morti, 15 dei quali decapitati. Ed acapulco è stata sempre una zona tranquilla...
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#8 Shinecd80

    mainstream Star

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Inviato 01 maggio 2011 - 18:48

http://www.youtube.c...feature=related
http://www.youtube.c...feature=related
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#9 Dylan

    Ball don't lie

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Inviato 02 giugno 2011 - 11:57

tempo fa ho letto che in alcune zone non ci sono più forze dell'ordine, perchè sono stati uccisi uno ad uno i poliziotti locali e ora nessuno si fa avanti per subentrare.

l'ultima era stata una donna sceriffo, della quale non si sono avute più notizie
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#10 Dylan

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Inviato 16 agosto 2011 - 18:11

http://www.corriere....9a1d0c7.shtml#1


Le donne di Ciudad Juárez
Vittime, madri e sicarie


La guerra tra narcotrafficanti e gli omicidi sessuali
non hanno risparmiato nessuna famiglia

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#11 Dylan

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Inviato 02 settembre 2011 - 07:24

http://video.corrier...6a-5869f8404a57
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#12 grivs

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Inviato 02 settembre 2011 - 12:51

se può interessare alcune morti che qui non fecero notizia:

http://www.ipsnet.it...05/270905mf.htm

il manifesto - 27 settembre 2005
MESSICO
Dallo schianto di un elicottero emerge l'ombra dei narcos
Nel velivolo caduto la settimana scorsa viaggiavano i responsabili della lotta anti-criminalità del paese nord-americano - Carteles senza freni - Molti boss del narcotraffico continuano a imperversare, ordinando esecuzioni dall'interno delle carceri dove sono detenuti con tutti i privilegi
GIANNI PROIETTIS - CITTÀ DEL MESSICO


L'elicottero Bell 412 precipitato la settimana scorsa una trentina di chilometri da Città del Messico, con un bilancio di 9 vittime, non è solo l'infortunio più recente in un annus terribilis per la navigazione aerea. Data l'importanza dei passeggeri - quattro di loro erano i massimi responsabili della lotta alla criminalità nel paese - e il contesto in cui avviene - quello di una guerra crescente fra lo stato e i narcos - il sinistro assume le dimensioni di una catastrofe per la sicurezza nazionale, la stabilità delle istituzioni e lo stesso governo di Vicente Fox. Anche perché sono in molti a diffidare della tesi dell'incidente dovuto alla nebbia, divulgata con troppa fretta dalle autorità. «In attesa che le perizie stabiliscano la verità ufficiale, quello che è sicuro è che il narcotraffico sta alzando sempre più la mira nella scala istituzionale», scrive Julio Hernández López su La Jornada, il più autorevole giornale messicano. Di fatto, da quando il governo ha deciso, nel gennaio scorso, di usare la mano dura per rimettere ordine nel sistema carcerario, la reazione dei principali cárteles della droga è stata violentissima e ha prodotto più di mille esecuzioni dall'inizio dell'anno.
La situazione all'interno delle 452 prigioni messicane è allucinante. La popolazione carceraria è raddoppiata negli ultimi 10 anni, passando da 92mila a quasi 200mila reclusi. La corruzione permette incredibili privilegi e i capi continuano a dirigere i propri imperi dall'interno dei penitenziari, usano cellulari, stipendiano guardie e direttori.
Un tentativo di «disciplinare» alcuni boss detenuti in un carcere di massima sicurezza provocò a gennaio l'esecuzione, dopo tortura, di sei funzionari del penitenziario di Matamoros, fermati all'uscita dal lavoro da uncommando di Beta, un corpo speciale passato al servizio dei narcos. L'esercito dovette circondare alcune carceri con blindati e militarizzare gli stati del nord. L'incauta offensiva del governo Fox ha mostrato con chiarezza qual è il primo potere in Messico.
Osiel Cárdenas, capo del cártel del Golfo, si era permesso di minacciare di morte, dal carcere di massima sicurezza di La Palma, vari funzionari governativi, fra cui un visitador della Commissione nazionale dei diritti umani, José Antonio Bernal Guerrero, che si trovava nell'elicottero precipitato. Ma le vittime di maggior rango istituzionale sono state Ramón Martín Huerta, segretario di pubblica sicurezza, e Tomás Valencia, capo della polizia federale. Il primo era anche amico fraterno e operatore politico del presidente Fox. Quando è caduto, l'elicottero si stava dirigendo proprio al carcere di La Palma, dove gli alti funzionari avrebbero dovuto inaugurare un nuovo corpo di sorveglianza e nuovi sistemi di sicurezza.
In un rapporto sulla situazione degli istituti di pena, il visitador Bernal Guerrero aveva denunciato l'anno scorso: «In quasi tutte le carceri si violano i diritti umani. Persistono la segregazione, i pestaggi, le violenze sessuali, la prostituzione e la vendita di ogni tipo di droga. Dall'interno delle carceri operano reti criminali organizzati, a cui partecipano ugualmente direttori e funzionari minori». Lo stesso giorno della disgrazia, definita «un golpe aereo», è stata diffusa la notizia della liberazione di Omar Romano, l'allenatore argentino della squadra di calcio Cruz Azul, rapito due mesi prima. Se l'intenzione delle autorità era quella di oscurare la caduta dell'elicottero esibendo un successo nella lotta al crimine, il giochetto non è riuscito: dalle prime indagini è emerso che il sequestro dell'allenatore era stato ideato dall'interno di un carcere, quello di Santa Marta Acatitla.
Mentre il portavoce presidenziale ha invitato a «non speculare» sull'ipotesi di attentato, la stampa nazionale non smette di evocare l'ombra del narcotraffico e la Commissione nazionale dei diritti umani preme per un'inchiesta a fondo condotta dai periti dell'aviazione civile. Per ora, è trapelata la versione di un incendio improvviso che si sarebbe prodotto all'interno della coda del velivolo, all'altezza del rotore.
Se si pensa che i narcos messicani, secondo l'Interpol, riciclano più di 60 miliardi di dollari l'anno nelle banche nordamericane, che dispongono di armi più moderne di quelle dell'esercito e che possono comprare generali, governatori e intere campagne presidenziali, si capisce in che ginepraio si è cacciato Fox.
Neanche a dire che in altri campi le cose vadano meglio. La perdita dell'autosufficienza alimentare, l'invasione delle multinazionali, la crescita di emigrazione, criminalità e disoccupazione, i maldestri tentativi di privatizzazione del petrolio e dell'energia elettrica, lo smantellamento di una tradizione dignitosa in politica estera, la crescente subordinazione a Washington hanno creato tutti i presupposti per una bruciante sconfitta elettorale nel 2006. IlPartido de Acción Nacional, espressione dell'estrema destra cattolica, ha giocato le sue carte, con il primo governo dell'alternanza dopo 72 anni di Pri, e ha perso.
Fox non è riuscito neanche a mantenere la promessa di far luce sui crimini di stato del passato. Pochi giorni fa, l'ultimo tentativo di processare l'ex-presidente Luis Echeverría per la strage di Tlatelolco (2 ottobre 1968) è fallito miseramente. Nel presentare l'accusa, il fiscal especial nominato da Fox ha scagionato completamente l'esercito, che fu l'esecutore materiale della strage di centinaia di studenti. «L'istituzione armata cadde in una trappola», ha affermato. Alla faccia della verità storica.
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[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così

oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale

webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite

gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna


#13 grivs

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Inviato 02 settembre 2011 - 12:56

aggiungerei:

http://alexgiaco.blo...-mourio-in.html


Dopo la morte di Juan Camilo Mouriño, in Messico continua il dubbio sulla natura dell'incidente aereo



Scritto da Alex Giaco il mercoledì 12 novembre 2008 | 21:13


Il quattro novembre è morto in un incidente aereo il Ministro de Gobernación Juan Camilo Mouriño Terrazo; è l'equivalente italiano del titolare del dicastero degli Interni. Considerato uomo forte del governo di FelipeCalderon, aveva 37 anni e origini spagnole, in quanto nato nel 1971 a Madrid da padre spagnolo e madre messicana. Suo padre è il presidente del club spagnolo di calcio Celta de Vigo.
Il LearJet 45, matricola XC-VMC, appartente al governo, decollato da San Luis Potosì, su cui volava si è schiantato al suolo a Città del Messico alle diciotto e quarantacinque ora locale, sette ore in più in Italia. Il luogo dell’impatto è stato identificato nella Calle de Ferrocarril de Cuernavaca, colonia Lomas deChapultepec, vicino El Paseo della Reforma. Avrebbe dovuto atterrare sulla pista cinque dell’ AeropuertoInternacional di Città del Messico. La colonna di fumo generatasi dal Paseo de la Reforma era visibile da molti luoghi del Districto Federal.

Assieme a lui viaggiava un simbolo della lotta al narcotraffico messicano, José LuisSantiago Vasconcelos, oltre a MiguelMonterrubio, direttore generale dellaComunicación Social de la Secretaría deGobernación. Vasconcelos, ex capo dellaSubprocuraduría de InvestigaciónEspecializada en Delincuencia Organizada(SIEDO), era da vent’anni impegnato nella lotta al narcotraffico e aveva estradato molti di capi negli U.S.A. . Questo ha fatto si che sidiffondessero i sospetti di un attentato o di unamanomissione dell’aereo da parte di gruppi legati ai narcotrafficanti. Si è parlato poi della presenza in zona di un'altro aereo più grande, la cui scia avrebbe fatto schiantare il velivolo. Ipotesi smentita smentita dalla torre di controllo che sosteneva che l’area in questione era libera. Il presidente messicano Felipe Calderon ha appreso la notizia durante una visita ufficiale a Guadalajara .
Nell’incidente sono morte quattordici persone: tre membri dell’equipaggio, tra cui i piloti Julio César Ramíreze Álvaro Sánchez Jiménez, tre politici e due collaboratori: Arcadio Echeverría Lanz, coordinatore di Eventos yAdministración dell’ufficio del Segretario Presidenziale; Norma Angélica Díaz, membro della Dirección deComunicación Social. Molti i danni alle auto parcheggiate, alcune delle quali sono esplose in seguito alle fiamme sprigionatesi, e agli edifici vicini, i cui occupanti sono stati fatti evacuare. Oltre quaranta passanti eautomobilisti sono rimasti uccisi o feriti gravemente dall’esplosione e altri sarebbero dispersi. I più gravi sono stati ricoverati all’ospedale Rubén Leñero.
Il presidente Calderon ha promesso investigazioni approfondite per stabilire le cause dell’incidente, senza scartare alcuna ipotesi. Il giorno successivo il Ministro delle Comunicazioni e Trasporti, Luis Tellez, ha informato la stampa che le indagini potranno durare settimane o mesi e ha citato come esempio l’incidente dell’aereo della Spanair avvenuto recentemente all’aereoporto madrileno di Barajas. Anche il presidente del Governo spagnolo Josè Luis Zapatero ha espresso le condoglianze per l’accaduto definendo Juan CamiloMouriño "un colaborador y un amigo de España". La sua morte è stata definita un duro colpo e ha espresso la volontà di offrire di persona le sue condoglianze al presidente messicano. Sebbene le opinioni ufficiali dicono che l'aereo fosse praticamente nuovo, di quattro anni, e non avesse mai avuto problemi alcuni, giornalisti deLa Jornada hanno ricordato che una volta si dovette rinviare un viaggio proprio per un problema meccanico.

Questo incidente ricorda da vicino per le modalità, quello avvenuto sotto la presidenza di Vicente Fox al Segretario di Pubblica Sicurezza Ramón Martín Huerta, morto in un incidente tuttavia non chiarito nelle cause. In quel caso la responsabile fu la spessa coltre di nebbia che albergava sul luogo dell’impatto. Anche Huerta era impegnato contro ilnarcotraffico. Durante le esequie dei corpi, le bare avvolte nel tricolore messicano sono state poste in fila nel Campo Militar Marte della capitale. Calderon ha dichiarato "loslamentables acontecimientos del 4 denoviembre se esclarecerán a fondo" in quanto "soy el primer interesado en que suja laverdad y que se esclarezcan las causas deestos hechos". Non ci sono prove che l’elicottero sia stato manomesso ma il dubbio in questi giorni sta strisciando nel paese e le parole di Caderon assomigliavano molto a quelle spese per le vittime dei narcosche non di un incidente. "Saldremos adelante", ha detto: "por muy larga que sea la noche de nuestraadversidad, un día veremos la luz". Sono tornate alla mente a molti le terribili immagini del recente attentato diMorelia nel Dia de la Independencia messicana. Inoltre il Centro de Investigación y Seguridad Nacional(Cisen) ha reso note almeno quattro recenti minacce di morte a Mouriño e Vasconcelos.
Le indagini, a cui partecipano anche esperti statunitensi e britannici, sono condotte dalla Subprocuraduría deControl Regional, Procesos Penales y Amparo de la Procuraduría General de la República (PGR), diretta da Emilio Corzo Cabañas. Recuperate le due scatole nere, le registrazioni sono state fornite alla stampa in meno di ventiquattro ore. In una sono registrati i dati dell’elicottero, nell’altra le conversazioni dei piloti. Da esse si evince come il pilota avesse tenuto la rotta, la velocità e l’altezza corrette fino ad un minuto e mezzo prima dell’impatto e come i due motori girassero alla medesima velocità. Sono state analizzate anche dalla Agenzia nazionale per la Sicurezza nei Trasporti degli Stati Uniti. In questi giorni, inoltre, i due motori sono sotto analisi nei laboratori del fabbricante, a Tucson, in Arizona. Mentre il paese si divide tra i fatalisti, convinti della casualità, e chi aspetta i risultati definitivi delle indagini per accantonare l’ipotesi attentato, c’è qualcuno a cui tutto questo sarà difficile da spiegare. È la figlia di Juan Camilo Mouriño, María, che il giorno della cerimonia funebre vestita di bianco sul prato del Campo Militar Marte, si allontanava, accompagnata dai familiari, con in mano il suo orsetto marrone e nell’altra la foto del papà. I resti mortali di Mouriño riposano ora in una cripta della Catedral de Campeche, città meridionale del Messico.
Il figlio di Vasconcelos, José Ramón SantiagoSánchez, ha dichiarato che pochi giorni fa il padre si sentiva triste e tradito nello scoprire che alcuni suoi collaboratori e politici del governo hanno rapporti con la delinquenza organizzata. Infatti l'agenzia Siedo per cui lavorava era finita nella bufera dopo la scoperta di infiltrazioni da parte delnarcotraffico.
Un paio di mesi fa la polizia del DistrictoFederal arrestò nel sud della città alcuni ragazzi con dei lanciamissili; in seguitoconfesarono che li avrebbero usati per assassinare Santiago Vasconcelos e per favorire un cartello di nartotrafficanti. In quella occasione Vasconcelos disse che si era salvato solo perché quel giorno non era andato a lavorare. Intanto il presidente Calderon ha nominato a sorpresa Fernando Francisco Gómez Mont, nuovo Secretario deGobernaciòn. Fondatore e ideologo del Partido de Acciòn Nacional (PAN), Mont è stato nel 1991 deputato federale e membro della Commissione Giustizia; ha collaborato con Ernesto Zedillo dal 1994 al 2000 ed è stato rappresentante del PAN nel Instituto Federal Electoral (IFE).
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[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così

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#14 corrigan

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Inviato 04 settembre 2011 - 02:00

Mi domando fino a che punto gli USA tollereranno la disgregazione messicana in failed state. probabilmente, nel loro classico pragmatismo, fino a quando sarà funzionale alla loro economia, ma dal punto di vista strategico e di sicurezza nazionale (e demografico nel lungo periodo) il Messico solleva problemi che l'America non può ignorare per sempre...
al momento, e forse nei prossimi due decenni, Washington non ha né la forza né la voglia né i soldi per intervenire, ma il Messico non è una Somalia o una Sierra Leone. è troppo vicino, troppo grande e troppo complesso per essere semplicemente ignorato.
non mi stupirei se nei prossimi decenni la geografia politica messicana-nordamericane cambiasse...
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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#15 satyajit

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Inviato 08 ottobre 2011 - 18:30

Il cinema messicano è meglio di quello arabo.
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#16 Dylan

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Inviato 08 ottobre 2011 - 20:04

Il cinema messicano è meglio di quello arabo.


sono stato anche abbastanza idiota da guardare il video

ma i liberatori del mondo e mr. president non dicono nulla di ste robe?
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#17 Dylan

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Inviato 10 novembre 2011 - 10:52

http://www.corriere....d3db24384.shtml


I blogger denunciano i trafficanti
e i narcos -killer li fanno a pezzi


L’ultima vittima è stata fatta trovare alla base di una colonna e senza testa. Salgono a 4 le vittime
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#18 geeno

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Inviato 22 dicembre 2011 - 08:11

Occhio che sono foto abbastanza crude:

http://blogs.denverp...ars-later/5151/
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#19 joseph K.

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Inviato 23 dicembre 2011 - 07:20

Per chi fosse interessato su Ilpost.it spesso la situazione è monitorata e si trovano buoni articoli di approfondimento,
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Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.


#20 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 06 gennaio 2012 - 09:04

Storia della narcoguerra in Messico 2005-2011
di Eder Gallegos
  • 0
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#21 TheWalrus

    mainstream Star

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Inviato 05 febbraio 2012 - 18:06

http://www.corriere....18b1299bc.shtml
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"MA DOVE SIETE FINITI ROCKETTARI? tutti coi capelli tagliati corti, tutti con le giacche e la cravatta! Un giorno uno mi disse che la CRAVATTA è il passaporto degli STRONZI."

RICHARD BENSON

#22 Dylan

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Inviato 11 settembre 2012 - 08:26

minchia...


Messico, accusato di stupro crocifisso in strada

Rapito da uomini armati mentre era prigioniero della polizia
Viene ritrovato il giorno dopo all'incrocio di due strade provinciali



ed anche:

Sedici cadaveri - in parte mutilati - sono stati abbandonati su un camioncino. Alcuni avevano un messaggio sul petto: «Sono un Cavaliere Templare». E una scritta sulla fiancata del veicolo: «Familia Michoacana». Questo farebbe pensare ad un’azione di quest’ultima - banda dedita al traffico di droga - contro i rivali. I Templari sono nati da una scissione creatisi all’interno della Familia e sono stati protagonisti in questi ultimi mesi di duri scontri a fuoco sotto la guida di un ex maestro, nome di battaglia La Tuta.

http://www.corriere....f88952ff6.shtml
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