Ma se non esitesse, se davvero
Comunque neanch'io ho capito una cosa: va bene che in Libia si vivesse mediamente meglio che nel resto del NordAfrica (lo dicono i dati ONU).
Ma questo basta a giustificare una dittatura di 40 anni? Anche se non fosse delle più spietate? Basta non essere Pol-Pot per essere accettati?
Ataturk salvò la Turchia dallo smembramento contro il volere dele potenze alleate anche con le armi in pugno, ma nel decennio successivo, anche se con risultati non proprio soddisfacenti si tennero due tornate elettorali.
Credo che Corrigan sbagli ad appoggiare così apertemente l'attacco, ma non tanto per questioni ideologiche, ma perchè mi sembra davvero condotto per solo scrupolo economico e senza alcun piano per il dopo (lasciare tranquillamente aperto il traffico e il possesso di armi??) ma anche che il miglior tenore di vita o l'idea (pur valida) che la democrazia di stampo occidentale non possa valere ovunque, non possono diventare paravento per ogni cosa.
Detto questo una riflessione sulla guerra: sarà forse una banalità, ma mi sembra che la guerra in Libia sancisca definitivamente il passaggio dalla guerra industriale a quella moderna. Se infatti ancora la guerra in Iraq, pur non smuovendo più l'intero apparato statale e coinvolgendo tutta la popolazione come le guerre industriali, ancora coinvolgeva l'opinione pubblica (si pensi alle grandi manifestazioni del Febbraio 2003 )di questo coinvolgimento in questi sette mesi non si è avuto sentore. Ad un certo punto (poi sarò capra io) non capivo nemmeno più se era una guerra in corso o meno.
La mancanza di controllo da parte dell'opinione pubblica sulle guerre dei governi (frutto anche dell'operato distorto dei media) può portare a conseguenze gravissime.
Secondo te esiste concretamente un "diritto internazionale" o si tratta solo di rapporti di forza militari? Dopo aver risposto alla prima domanda, secondo te è giusto interferire negli affari interni di uno stato sovrano? Prima ancora di stare a discutere se Gheddafi fosse un "buono" o un "cattivo", si dovrebbe rispondere a quelle domande e senza ipocrisia.
Secondo me esiste ed è anche bene che venga rispettato il più possibile. Però
a) inutile far finta che dall'altro lato non esistano interessi geopolitici di stati che spesso, a torto, lo considerano un intralcio, ed escluderli perciò dal conto
b) credo, ma qui mi avventuro in territori che non mi appartengono, che il diritto internazionale condanni anche i soprusi e i massacri compiuti da un dittatore verso il proprio popolo. La non interferenza può diventare un' arma a doppio taglio. Anche perchè si fa male a giustificare un non intervento dopo che la tua opinione pubblica è stata bombardata per mesi col pericolo di ondate di profughi dalla Libia.
Un altro esempio: un milione e mezzo di morti in Ruanda sono frutto del non intervento internazionale. Se qualcuno avesse a un certo punto mandato delle truppe laggiù con l'ordine di sparare sugli estremisti Hutu, sarebbe stato un male? Certo anche lì arrivare, risolvere la situazione e poi andarsene senza pensare al dopo non avrebbe risolto una mazza e avrebbe preparato solo futuri massacri, e torno a ripete, è questo che mi preoccupa dell'intervento in Libia.
in sostanza ha ragione Astro, non esistono risposte univoche.
Se esistesse un "diritto internazionale", la NATO sarebbe stata sciolta dopo il crollo dell'URSS o al massimo dopo l'attacco alla Jugoslavia, in quanto organizzazione palesemente criminale, organizzatrice ed esecutrice di massacri (presenti e futuri, vedi uranio impoverito). Se esistesse, Kissinger non avrebbe preso il nobel per la pace, ma sarebbe finito davanti ad un tribunale. Giusto per fare due esempi. Quindi io parto dal presupposto che non esiste un diritto internazionale, ma solo dei rapporti di forza militari e secondariamente economici. Detto questo, è vero, bisogna analizzare caso per caso, il Ruanda è un esempio (anche se più che di stato sovrano, per il Ruanda, si dovrebbe parlare di anarchia sovrana), ma è un esempio anche di come gli "interventi umanitari" siano mirati ed interessati. Si contano sulle dita di una mano le missioni ONU di una certa rilevanza fatte per dei reali problemi umanitari e di pace: Somalia, Libano? Ricordo del Congo nel '60, dove la spedizione ONU era parallela a quella colonialista belga che voleva mantenere la propria dominazione sullo stato congolese indipendente di Lumumba, appoggiando le forze secessioniste anti Lumumba. Lumumba fu ucciso, la spedizione ONU subì ingenti perdite e il Belgio si scusò nel 2002 con un messaggio di 3 righe scritto dal governo. ma di che stiamo a parlà?
Un diritto internazionale presuppone che ci sia un'autorità quanto più neutrale che sappia giudicare con imparzialità sia Gheddafi che Bush. Al contrario, si avrà una santa inquisizione liberale.
E tutto questo in un contesto il cui il diritto internazionale comunque, almeno sulla carta, esiste.
Se davvero non esistesse allora giustificheremmo tutto in quanto espressione dei rapporti di forza?
Io non dico che ci sia un diritto internazionale forte e applicato, dico che la mancanza di tale applicazione è un grave problema. Ma la soluzione non può essere tornare ai semplici "rapporti di forza",in cui personaggi come Gheddafi hanno il diritto di sottoporre a vessazioni il loro popolo se questo gli consente di mettere in scacco gli attori dominanti dei rapporti di forza vigenti. Ignorando che così non si fa altro che alimentare un circolo vizioso, poichè si nega a questi popoli maggiore partecipazione politica (soprattutto delle donne), un maggiore accesso al benessere (o condizioni di vita accettabili) , maggiore accesso a fonti di informazioni libere e imparziali. E, negandogli queste cose, garantite dal diritto internazionale, gli si sottrae la possibilità di migliorare la propria condizone, imponendogli ulteriore vessazione e alimentando un contesto in cui la loro forza è perdente nei rapporti con chiunque. Gheddafi, Bush, Sarkozy, etc, etc...
Insomma intendendo tutto come un rapporto di forza fra stati si ignora completamente quello che è l'attore principale: la popolazione che quello stato lo abita.
Inoltre la tua posizione si espone anche al rischio di anacronismo: calcando la mano sul concetto di stato si ignora la tendenza alla creazione di entità sovranazionali che in alcune aree (Europa, ma anche Africa se è vero quello che tu stesso hai detto sui tentativi di Gheddafi di introdurre addirittura una moneta unica) sono necessarie per rimanere competitivi con entità quali India, Cina, Brasile (anch'essi stati federati).
In questo senso mi risulta incomprensibile anche l'accenno allo scioglimento della NATO: se davvero stiamo parlando solo di rapporti di forza che senso avrebbe per coloro che vi partecipano scioglierla per presentarsi disuniti e piùdeboli di fronte all' eventuale necessità di un intervento militare?
Non riesco a capire se scrivo male io oppure se i miei interlocutori non leggono i miei post o peggio se li rigirano a proprio piacere. Vado per gradi:
1) Il fatto che esista un "diritto internazionale" sulla carta non vuol dire che esista nella realtà (infatti non esiste).
2) Quando dico che i rapporti internazionali sono solamente di forza militare faccio una constatazione. Anche io auspico che ci siano delle leggi internazionali che siano concretamente applicate in maniera imparziale. Per fare questo, però, ci vogliono degli organismi preposti, neutrali e dotati di una propria autonomia. Al momento non ce ne sono. Quindi non si tratta di "tornare ai semplici rapporti di forza", già ora è così. Se ci fossero stati la NATO non avrebbe attaccato la Libia, piuttosto che la Jugoslavia.
3) Nello specifico libico, si continua a partire dal presupposto che la popolazione sia stata "vessata" per 40 anni da Gheddafi. Ora, come ho già precedentemente detto, la società libica è tribale e diverse tribù non hanno mai sopportato Gheddafi. Sicuramente quindi una parte della popolazione libica era ostile al colonnello, ma da qui a dire che l'intero paese fosse contro di lui ce ne passa, altrimenti spiegami come una persona possa stare alla testa di un paese per 40 anni. Inoltre la stessa guerra civile ha dimostrato come Gheddafi avesse ancora un buon consenso da parte della popolazione libica, se non altro nella Tripolitania e nel Fezzan: in caso contrario non sarebbe durato quasi 8 mesi. Ci sono poi da considerare altri fattori, l'interferenza straniera agli inizi dello scoppio della rivolta, la storia della Cirenaica e moltre altre cose che sono state ripetute all'infinito in questo topic. Dobbiamo poi considerare il dopo Gheddafi: ci sono tutte le premesse perchè sia peggiore, ci sono già state le prime e concrete avvisaglie. Ricordo poi che fu Gheddafi a chiedere, poco dopo lo scoppio delle rivolte, degli ispettori ONU per verificare lo stato reale del conflitto. Fu Chavez a chiedere, da subito, un tavolo internazionale di pace, dove si sarebbero dovuti sedere Gheddafi, i ribelli e l'Unione Africana in primis. Ma la Frencia ha pigiato sull'acceleratore per bombardare. In tutto questo, dove stanno i "diritti" del popolo libico? Sotto le bombe della NATO o sul tavolo di pace di Chavez?
4) Senza la sovranità di una nazione, i diritti dei popoli sono schiacciati in partenza, siano essi europei o africani. Lo dimostra l'Italia di adesso, l'Iraq del dopo Saddam (dove per ora l'unico diritto garantito è quello a morire) e a breve lo sarà la Libia. E' la storia che ci dice questo,
in assenza di un reale "arbitro mondiale", la lesione della sovranità di una nazione (e delle sue istituzioni) da parte di mano straniera porta alla negazione dei diritti dei popoli aggrediti (o aiutati, secondo alcuni). E' stato così ovunque, tranne dove era praticamente assente una qualsiasi forma di organizzazione statale (es. Somalia e la missione ONU).
5) Possiamo togliere la parola stato e metterci un altro concetto, ma la solfa non cambia. Anche se non sono d'accordo nel dire che vada superato il concetto di stato, in quanto esso è ancora un attore importante a livello economico e sociale (anzi, deve tornare ad esserlo ed in maniera molto più convinta). Certamente non è sufficiente a spiegare gli equilibri mondiali, deve essere integrato con le nuove "entità sovranazionali" (economiche, politiche e militari) . Però vorrei far notare, anche qui, quanto queste "entità sovranazionali" siano funzionali ai rapporti di forza militari, il caso libico è nuovamente emblematico: la NATO per caso ha tenuto conto delle indicazioni dell'Unione Africana? Non mi pare proprio, anzi è stata completamente bypassata. Non parliamo poi dell'ONU, sarebbe come sparare sulla crocerossa.
6) Credo tu conosca il motivo della nascita della NATO. Una volta crollata l'URSS si sarebbe dovuta sciogliere, ma è stata tenuta in vita come "ariete d'assedio" per tutelare gli interessi degli USA in primis e poi delle altre potenze occidentali. Fatta questa premessa, non capisco il tuo messaggio. Non sei mica favorevole al fatto che questo "diritto internazionale" sia rispettato ed i suoi organismi siano imparziali? Secondo te quanto giova la presenza di una organizzazione militare come la NATO ai fini degli equlibri mondiali? Se si vuole davvero mettere in pratica le belle parole, la prima cosa da fare è smantellare quelle organizzazioni che sono di intralcio a questi obiettivi. L'esistenza della NATO è la principale causa del fatto che, oggi, esistono solo rapporti di forza militari e le operazioni diplomatiche sono relegate in 3a o 4a fascia. Inoltre la NATO si è macchiata di terribili crimini e solo per questo andrebbe sciolta ed i suoi dirigenti processati.
7) Il "diritto internazionale" di certo non deve imporre quali istituzioni una nazione si deve dare o quali devono essere le leggi principali di un paese. Deve garantire la pace e l'quilibrio nel mondo e difendere i principali diritti individuali di un uomo. Quali siano questi diritti individuali primari è in conseguenza ai rapporti internazionali (la Dichiarazione universale dei diritti umani, nonchè la sua effettiva applicazione, è proprio questo).