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Hereafter


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55 replies to this topic

#1 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 07 gennaio 2011 - 08:52



Film spiazzante, molto semplice e complesso alla stesso tempo che passa per essere un film sull??aldilà, dato il titolo, ma che è efficace solo nel raccontare la vita comune ed è molto più pieno di vita comune che di elucubrazioni sulla morte. Le tre storie infatti ci dicono di cosa è fatto il mondo, violenza famigliare, crisi economica, attentati, droga ed assistenti sociali, malattia, eventi naturali disastrosi, incomprensioni etc.il tutto con un tono piano e pacato, girando attorno ad un macgaffin che è giustamente inspiegato. La giornalista francese sembra scrivere un libro velatamente scientifico sulle esperienze di premorte, ma in tutto il film non si spiega mai cosa sia, non può essere fatto, c??è solo l??evidenza di una esperienza personale  e largamente condivisa che non si distacca minimamente dalla vulgata comune ( e che è anch??essa spiegata scientificamente (luci, calma, ombre) senza bisogno di appellarsi a una sorta di limbo).  Ma il tema principale è appunto la contemporaneità, gli intrecci fra le vicende di persone colpite da eventi estremi, ma non improbabili, anzi e così vengono raccontati, con la proverbiale asciuttezza del regista. Basti guardare al segmento del ragazzino, molto efficace per come rappresenta la disarticolazione del suo nucleo famigliare e l??affetto e l??unione che vi convive.
Detto questo non ho apprezzato molto i ??racconti? dei morti, mi domando anzi perchè i morti con cui entra in contatto il vero medium siano così saggi, perchè abbiano tanto equilibrio, soprattutto il padre violento della ragazza incontrata alle lezioni di cucina che chiede scusa: cosa succede una volta morti che si diventa tutti così ??perfetti?? Se Eastwood impone al film un approccio totalmente laico davvero questo migliorare pot morte non riesco a capirlo.
Una piccola menzione a Dickens che è personaggio vivo, l??unica panacea all??insonnia del protagonista, l??obiettivo della sua fuga in europa, la chiave per far incrociare tutti i personaggi, il mezzo di una vita che taglia con il passato e comincia a immaginarsi un futuro.

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#2 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 07 gennaio 2011 - 11:27



Film spiazzante, molto semplice e complesso alla stesso tempo che passa per essere un film sull??aldilà, dato il titolo, ma che è efficace solo nel raccontare la vita comune ed è molto più pieno di vita comune che di elucubrazioni sulla morte. Le tre storie infatti ci dicono di cosa è fatto il mondo, violenza famigliare, crisi economica, attentati, droga ed assistenti sociali, malattia, eventi naturali disastrosi, incomprensioni etc.il tutto con un tono piano e pacato, girando attorno ad un macgaffin che è giustamente inspiegato. La giornalista francese sembra scrivere un libro velatamente scientifico sulle esperienze di premorte, ma in tutto il film non si spiega mai cosa sia, non può essere fatto, c??è solo l??evidenza di una esperienza personale  e largamente condivisa che non si distacca minimamente dalla vulgata comune ( e che è anch??essa spiegata scientificamente (luci, calma, ombre) senza bisogno di appellarsi a una sorta di limbo).  Ma il tema principale è appunto la contemporaneità, gli intrecci fra le vicende di persone colpite da eventi estremi, ma non improbabili, anzi e così vengono raccontati, con la proverbiale asciuttezza del regista. Basti guardare al segmento del ragazzino, molto efficace per come rappresenta la disarticolazione del suo nucleo famigliare e l??affetto e l??unione che vi convive.
Detto questo non ho apprezzato molto i ??racconti? dei morti, mi domando anzi perchè i morti con cui entra in contatto il vero medium siano così saggi, perchè abbiano tanto equilibrio, soprattutto il padre violento della ragazza incontrata alle lezioni di cucina che chiede scusa: cosa succede una volta morti che si diventa tutti così ??perfetti?? Se Eastwood impone al film un approccio totalmente laico davvero questo migliorare pot morte non riesco a capirlo.
Una piccola menzione a Dickens che è personaggio vivo, l??unica panacea all??insonnia del protagonista, l??obiettivo della sua fuga in europa, la chiave per far incrociare tutti i personaggi, il mezzo di una vita che taglia con il passato e comincia a immaginarsi un futuro.

Visto ieri,e spiazzante lo è di sicuro, e concordo con te sul fatto che l'aldilà è solo un pretesto per raccontare non della morte, ma della vita, anzi della verità. Questo è un film sulla verità, e - fatta salva la straordinaria asciuttezza dell'impianto narrativo e l'abilità tecnica di Eastwood nel tradurlo in immagini, ormai solida, innegabile, straordinaria - il maggior pregio del film sta (sceneggiatura da Oscar) nel ricondurre un apparente intreccio episodico (disunità di luogo e di eventi) verso un destino narrativo comune; in questo consiste la grandezza del film, l'impianto visivo strepitoso, la fermezza della regia, la mancanza di pietismo o di qualsivoglia deriva metafisica che fa scorrere tutto questo fiume di emozioni fino a farlo sciogliere nel mare della grande, strepitosa tradizione cinematografica di emozione pura elargita senza risparmio.
Film enorme, maturo e assolutamente spettacolare nell'impianto visivo prosciugato e per questo ricchissimo, dai tempi perfetti (la scena della metro è arte purissima per palati fini); indimenticabile la scena iniziale, in apparenza superflua ma imprescindibile per battezzare il film con l'impronta incancellabile e devastante della ineluttabilità e della tragicità degli umani eventi.
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#3 vegeta851

    Enciclopedista

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Inviato 07 gennaio 2011 - 12:24

Per me dopo la (semi) delusione "Invictus" Eastwood torna a vette altissime. Ditemi chi al giorno d'oggi riesce a parlare senza retorica e con tono saggiamente laico di morte (il dialogo finale a "distanza" tra i due fratelli come eco della lettura del testamento di Walt rivolto a Thao in "Gran Torino"), vita, solitudine? E la chiave di lettura è nelle parole di Marie: "oggi parlare dell'aldilà è diventata una questione politica".

Una pellicola spiazzante, coraggiosa, struggente, assurdamente stroncata e snobbata dal pubblico in patria.
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#4 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 07 gennaio 2011 - 14:30

La passione del protagonista per Dickens non è casuale;è la chiave di lettura di perscorsi che si incrociano inconsapevolmente, come i personaggi del grande scrittore inglese che sembrano sempre dominati dal proprio destino. E l'impaginazione del film - così rigorosa, ed al contempo potente, fluviale - riflette, appunto, la poetica narrativa e lo stile di Dickens, pieno e ricco ma efficacemente descrittivo.
Se questo non è genio, e grande, grandissimo cinema, non so cos'altro possa essere.
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Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#5 verdoux

    mainstream Star

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Inviato 08 gennaio 2011 - 12:12

Il titolo ci illude di farci sapere qualcosa che non sappiamo sul ??dolce domani?, ma Clint Eastwood ne sa quanto noi, cioè niente, potrebbe inventarsi qualcosa da darci da bere, ma intellettualmente onesto come è, non lo fa.
Non ci resta che l'oggi, un oggi non proprio bellissimo, ma che dobbiamo tenerci caro, poiché è l'unica cosa certa che abbiamo. Non ci resta che la domanda, inevitabile e ricorrente, soprattutto  in presenza di eventi che per diversi motivi ci toccano da vicino o da cui siamo direttamente coinvolti.
Non ci restano che fili di speranza cui aggrapparci, perché l'idea di un ??nulla eterno? non piace e non può piacere, si vorrebbe almeno un trapasso graduale, una dissolvenza in nero ed a volte abbiamo la sensazione che questo limbo esista davvero e pensiamo di averne le prove.
Il film diventa una sorta di mini inchiesta, la scrittrice francese che la conduce assomiglia anche un po' alla Gabanelli, ma in realtà ha preso solo una botta in testa, il sensitivo sembra persona onesta, anzi lo è se ad un certo punto rinuncia ad illudere gli altri; c'è una frase che lo tradisce e lo rivela, così almeno io ho colto il senso del passaggio, quando dice qui da noi ??non c'è gravità?; questa è proprio una nostra idea molto terrena ed in noi consolidata di aldilà; ed è anche un po' superata, poiché oggi sappiamo che tutto ha gravità, luce compresa, perché non dovrebbero averla lo spirito o anima, dir si voglia?
? un film che sta molto vicino allo spettatore, che lo porta con sé in un intreccio narrativo magistralmente sviluppato e concluso in maniera apparentemente banale, ma banale non lo è; direi che il finale è il massimo della semplicità possibile ed è molto cinematografico, perché è chiaro che il cinema per Eastwood, come per tutti noi, è la parte migliore della vita.
Un appunto su un personaggio che ad un certo punto sparisce; è un errore di sceneggiatura? No mi ha detto un amico è autoreferenziale; anche Clint comincia ad avere una certa età e se lo è dimenticato.
Sullo tsunami, sono immagini ad effetto, ma a me gli effetti speciali non piacciono; capisco che il passaggio del mar Rosso nel 1920 comportava una certa abilità ed inventiva nel rappresentarlo e poteva colpire il pubblico, ma da quando col digitale tutto è possibile e nulla più stupisce, tanto vale non fare niente ed attenersi ad un sano realismo. ? la mia personale idea di cinema naturalmente.

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#6 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 08 gennaio 2011 - 14:00

Pur apprezzando molto il cinema di Eastwood, ritengo "Hereafter" la sua prova meno riuscita da "Mystic River" in poi.


Sebbene abbia ancora un aspetto attraente e vigoroso, Eastwood ha superato gli ottanta anni e anagraficamente inizia a chiedersi "cosa succede dopo la morte?"; sarà per questo che quando ?? tramite Steven Spielberg, produttore della pellicola ?? gli hanno proposto di dirigere "Hereafter" ("aldilà", in italiano) ha accettato senza riserve.
Scritto da Peter Morgan ("The Queen", "Frost/Nixon"), il film racconta la storia di tre persone utilizzando altrettanti indipendenti binari narrativi riprendendo lo stile caro a Guillermo Arriaga (sceneggiatore della Trilogia Amores perros/21 grammi/Babel di Inarritu, ndr).
Marie Lelay (Cécile de France) a Parigi è una nota giornalista francese che si è salvata per miracolo durante un tragico maremoto alle Hawaii; George Lonegan (Matt Damon) a San Francisco è un medium renitente in possesso di poteri soprannaturali; Marcus a Londra perde il suo fratellino gemello in un drammatico incidente.
Vite e città distanti, condizioni socio-culturali profondamente differenti, stati d'animo contrastanti ma comunque uniti a doppio filo dalla ricerca di quel qualcosa che c'è oltre il mondo terreno: l'aldilà, vero o presunto che sia. Un tema profondo e serio, certamente difficile da maneggiare; anche se di nome fai Clint e conservi in bacheca due Oscar. Il regista americano indaga sui tormenti comuni ed esplora con tatto le credenze in materia, spingendo sull'acceleratore delle emozioni come ci ha abituati, ma in questa prova manca più di qualcosa. Innanzitutto la rappresentazione parallela, che poco si addice alla macchina da presa dell'ex Ispettore Callaghan: la coreografica sequenza iniziale dello tsunami, le lezioni culinarie di George sullo sfondo di un ristorante italiano, l'attentato nella metropolitana, sono effimeri e roboanti bagliori in una rappresentazione piuttosto incolore. E l'idea, senza dubbio apprezzabile, di inserire stralci di attualità (non solo le tragedie naturali o gli atti terroristici, ma anche il product-placement integrato o l'uso massiccio di Google) alla lunga sfiancano lo spettatore.
Ognuno dei protagonisti medita e patisce un trauma interiore, vive da inquieto e disadattato la propria condizione, desidera ritrovare la propria anima o "sente" quelle altrui, però dall'altra parte dello schermo arrivano briciole di energia e bisogna accontentarsi dei fantasmi dickensiani o delle visioni paranormali del medium George.
Curioso, inoltre, che Eastwood si mostri assai critico attaccando frontalmente la categoria di coloro che "parlano con i morti" catalogandoli come (giusto che sia) imbroglioni, e poi arrivi a santificare il suo protagonista sensitivo solo perché decide di smettere di lucrare con questa dote.
Va detto, però, che lo sguardo del regista sa essere anche pragmatico, infatti, in "Hereafter" non c'è una destinazione precisa o un prevedibile Paradiso su cui approdare, non c'è una comoda strada cattolica da seguire; anzi, il veloce e stereotipato funerale del ragazzino a Londra sembra quasi prendere le distanze con ironia dalla morale cristiana. Dell'ultimo Eastwood apprezziamo l'onesta e l'ambiziosa intenzione di riflettere con umiltà su un argomento tanto indefinibile quanto sacro e inviolabile. Progetto riuscito o tentativo mancato? Per chi scrive, come probabilmente si evince, la seconda. Ciò nonostante, alcuni potrebbero apprezzare questo viaggio contemplativo e gradire la vena malinconica del vecchio Clint; con il quale condividiamo il pensiero circa l'impossibilità di stabilire l'esistenza di un'oltretomba e per cui al di qua della terra ci auguriamo di gioire per lunghi anni ammirando le sue pellicole.

Voto: 6
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#7 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 08 gennaio 2011 - 15:04


Un appunto su un personaggio che ad un certo punto sparisce; è un errore di sceneggiatura? No mi ha detto un amico è autoreferenziale; anche Clint comincia ad avere una certa età e se lo è dimenticato.


Questa è bellissima!
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#8 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 08 gennaio 2011 - 15:15



Un appunto su un personaggio che ad un certo punto sparisce; è un errore di sceneggiatura? No mi ha detto un amico è autoreferenziale; anche Clint comincia ad avere una certa età e se lo è dimenticato.


Questa è bellissima!


Spero non abbia fatto riferimento al personaggio di Bryce Dallas Howard (tra l'altro bellissima).
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#9 marcio

    burning from the inside

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Inviato 09 gennaio 2011 - 12:06

A me è piaciuto molto, vengono narrate le storie di 3 personaggi con esperienze sull'aldilà, ma l'aldilà non viene quasi mai nominato, è un film sulla vita reale dei 3 personaggi, come scrivete voi.
Non riesco a capire come mai sia stato stroncato così nettamente dalla critica americana, forse perchè non dia nessuna spiegazione sull'aldilà (solo cose già sentite: luce, calma, assenza di gravità, ecc.) e perchè dista così tanto dalla visione cattolica del dopo-morte(nessun riferimento ad un paradiso)?Forse la sua visione di aldilà da fastidio nell'America conservatrice di oggi.
Una cosa non ho capito: ma il personaggio di Bryce Dallas Howard perchè non è stato sviluppato di più?

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#10 Jøl

    Groupie

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Inviato 09 gennaio 2011 - 12:16

ma il personaggio di Bryce Dallas Howard perchè non è stato sviluppato di più?

perchè avrebbe dovuto esserlo?  ::) La tipa sparisce dalla vita di George, lui non la reincontrerà più, per via del loro "incontro" finito male a causa dei suoi poteri. Anzi, a me il fatto che tutto rimanga 'spezzato' in quel modo ha colpito molto, quasi più delle altre "storie" (quelle principali, mentre il personaggio della Howard è 'secondario'). Per me non se lo è "perso" assolutamente, nè necessitava di approfondimenti: è quello che è, un personaggio che non viene scalfito perchè la conoscenza tra i due si interrompe subito, e per sempre, dimostrando la solitudine e l'isolamento di George.

Tra parentesi, le sequenze sulle labbra/sorrisi di lei al corso di cucina le ho trovate molto intriganti e sensuali. :-*
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#11 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 09 gennaio 2011 - 13:05

Ragazzi, vi raccomando di usare un altro colore per gli SPOILER.

Sul personaggio in questione concordo con Jøl.
E infatti l'ho scritto anche in recensione  :): http://www.ondacinem...sione/hereafter
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#12 nicholas_angel

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Inviato 09 gennaio 2011 - 13:40

A me era piaciuto anche il minore Invictus, ma con questo Hereafter Eastwood torna ad alti livelli.
Fotografie oscure come negli altri film, grande cast (c'è anche il fratello di "A Serious Man"!), tutto curato nei minimi dettagli.
Ma la cosa che più mi ha colpito è la varietà di stile: la storia dei gemelli è un dramma familiare che si ricollega in qualche modo a Mystic River (il grigio di Londra ricorda Boston); la solitudine di Matt Damon a San Francisco mi ha ricordato quella di Clint in "Gran Torino" e inoltre entrambi i personaggi hanno un rapporto conflittuale con la propria famiglia e qui il personaggio di Jay Mohr risulta opportunista e sanguisuga al punto giusto; la storia della francese è forse un po' meno coinvolgente rispetto alle altre a parte l'inizio folgorante, ma aggiunge un altro importante ritratto femminile al 'curriculum' di Eastwood (e chi si dimentica la Swank di Million Dollar Baby?).
In complesso un grande film che non manca neanche di omaggiare la grande letteratura. Finale edificante. Lì per lì mi ha un po' spiazzato: mi aspettavo un colpo allo stomaco, come era successo in altre pellicole del regista.
E vabbé che Spielberg produce, come per il dittico di Iwo Jima, ma questo è puro Eastwood, senza lo zampino del sognatore di ET.
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#13 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 10 gennaio 2011 - 11:05

A me è piaciuto molto, vengono narrate le storie di 3 personaggi con esperienze sull'aldilà, ma l'aldilà non viene quasi mai nominato, è un film sulla vita reale dei 3 personaggi, come scrivete voi.

Ma infatti è questa la chiave,l'isolamento nella REALTA' dei tre protagonisti, cui la ricerca dello Hereafter è solo un pretesto, una spinta, perchè è nella REALTA' che troveranno una risposta. E'la RICERCA che infine riprende le redini dele loro sorti e che le conduce verso un senso (comune).
In ogni caso,non è la "metafisica" del film che lo rende un capolavoro, ma la sua "fisica": l'immanenza di un plumbeo sentire condiviso, mirabilmnete reso da un gioco di luci ed ombre (le sedute:fate caso come non ci sia mai luce diretta sull'inquadratura), dalla omogeneità cromatica e prospettica di tre città tanto diverse; dal procedere sincopato degli eventi più significativi alternato a tempi dilatati di dialoghi e sequenza.
E' un lavoro di pesi, di presenza quasi muscolare, di colori solidi e freddi e quindi veri, quasi tattili; l'arte del cinema è l'immagine che veicola l'idea, non il contrario, e in questo, per me, è vincente Clint...sembra quasi di vedere un film di Mann, de-spettacolarizzato, sedato in un flusso ininterrotto di commozione.
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#14 placebo_effect

    Roadie

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Inviato 12 gennaio 2011 - 00:14

Pur apprezzando molto il cinema di Eastwood, ritengo "Hereafter" la sua prova meno riuscita da "Mystic River" in poi.
...
Voto: 6

mi sento vicino al pensiero generale di Kraftwave.
tuttavia io sarei molto più cattivo nei confronti di questo film.
a parte la scena iniziale che è davvero carica di angoscia di terrore e visivamente molto bella, ho trovato la sceneggiatura troppo banale,fastidiosamente dal sapore a stelleestrisce buoni sentimenti felici e contenti(la telefonata del bambino,verso la fine del film, a matt damon per indicargli il nome dell'hotel della scrittrice )
troppo ambizioso,si arriva alla fine del film trascinati (di peso) dal prevedibilissimo intreccio di vite.
il messaggio?boh! ma tanto altre risposte non ne conosciamo,quindi perchè? asd
Viviamo allora!ok ma tu mi hai tolto 6 euro e 50 centesimi per ricordarmelo  asd


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#15 Infinite dest

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Inviato 12 gennaio 2011 - 09:19


Pur apprezzando molto il cinema di Eastwood, ritengo "Hereafter" la sua prova meno riuscita da "Mystic River" in poi.
...
Voto: 6

mi sento vicino al pensiero generale di Kraftwave.
tuttavia io sarei molto più cattivo nei confronti di questo film.
a parte la scena iniziale che è davvero carica di angoscia di terrore e visivamente molto bella, ho trovato la sceneggiatura troppo banale,fastidiosamente dal sapore a stelleestrisce buoni sentimenti felici e contenti(la telefonata del bambino,verso la fine del film, a matt damon per indicargli il nome dell'hotel della scrittrice )
troppo ambizioso,si arriva alla fine del film trascinati (di peso) dal prevedibilissimo intreccio di vite.
il messaggio?boh! ma tanto altre risposte non ne conosciamo,quindi perchè? asd
Viviamo allora!ok ma tu mi hai tolto 6 euro e 50 centesimi per ricordarmelo  asd



Con tutto il rispetto, insisto a ricordare che un'opera cinematografica è un racconto per immagini, in cui il "messaggio" (ho fatto una fatica boia a scrivere questa odiosissima parola, accidenti) non è il punto centrale della narrazione, ma solo un complemento. Etica ed estetica del narrato non posso essere separate nè giudicate singolarmente. E' solo un suggerimento per un approccio più specifico alla materia, nient'altro; che poi un lavoro non piaccia comunque, amen, ma un giudizio (una critica) ha un pochettino più senso (e attendibilità) se maggiormente approfondito.
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#16 placebo_effect

    Roadie

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Inviato 12 gennaio 2011 - 16:08

Destouches sono d'accordo con te sul fatto che l'opera va intesa nel suo complesso.la fotografia,l'utilizzo della luce(come tu hai ricordato la fotografia delle sedute erano molto azzeccate) e la resa cromatica(non mi viene un termine migliore) sono perfette,ma stiamo parlando di Clint ovviamente.
La sceneggiatura secondo me (che è parte essenziale in un film del genere per non cadere nella banalità) ha delle pecche,cade nei clichè e si sbrodola in sentimentalismi facili(il berretto del fratello che gli cade proprio prima che...maddai!) Sono cose per cui non posso chiudere un'occhio e per me compromettono l'opera intera.
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#17 Infinite dest

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Inviato 12 gennaio 2011 - 16:28

Destouches sono d'accordo con te sul fatto che l'opera va intesa nel suo complesso.la fotografia,l'utilizzo della luce(come tu hai ricordato la fotografia delle sedute erano molto azzeccate) e la resa cromatica(non mi viene un termine migliore) sono perfette,ma stiamo parlando di Clint ovviamente.
La sceneggiatura secondo me (che è parte essenziale in un film del genere per non cadere nella banalità) ha delle pecche,cade nei clichè e si sbrodola in sentimentalismi facili(il berretto del fratello che gli cade proprio prima che...maddai!) Sono cose per cui non posso chiudere un'occhio e per me compromettono l'opera intera.


Ovviamente rispetto la tua opinione, ma da quello che ho letto in giro (che è peraltro anche la mia opinione) il maggior pregio del film è proprio il non cadere nel sentimentalismo nel trattare un tema così delicato. Per conto mio, e l'ho scritto, la scena della metro è esemplare:sia tecnicamente (inquadrature, tempi,montaggio) che come condensato emotivo. Tu lo chiami clichè, io lo chiamo classicità; l'arte del cinema, di fare spettacolo, di smuovere le acque del quotidiano con la potenza del sogno e della visione.
Curioso che tu veda sentimentalismo dove io vedo asciuttezza; in rapporto alla durata del film, i dialoghi sono condensatissimi. L'uso della musica (minacciosa,quasi cupa) è tutt'altro che sentimentale; i protagonisti sono tre persone disperate, ciascuna per un verso (la solitudine "emotiva" della giornalista e la sua non-comunicazione col compagno è qualcosa di più che un personaggio inventato a caso...è una riflessione,subliminale,silenziosa ma evidente - e dolorosa - sui rapporti di coppia, senza retorica, con la sola forza del narrato), ma tutte devastate dalla impossibilità di aggrapparsi a nulla che non sia, appunto, "qui e dopo", perchè la realtà non gli offre rifugio.
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#18 satyajit

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Inviato 13 gennaio 2011 - 00:10

Premessa: non ho ancora letto la recensione di Diego e i post del forum.
Seconda premessa: scrivo di getto, fresco di visione, all'una di notte. Chiudete un occhio su cantonate e strafalcioni del caso.

Un Clint da cineforum come non mai, che dice tantissimo, anche troppo.
In primis un'ulteriore tappa nel suo ormai decennale percorso, che tende a sfociare nell'aldilà, fa un altro passo in quella direzione, ma a un certo punto si ferma, non esagera. Della vita post-mortem abbiamo qualche flash, mai immagini definite o sequenze intere, poi lo stesso Damon ci dice che certe cose vanno oltre le sue facoltà.
? poi un film sull'emarginazione dei non allineati; non so quanti abbiano colto questo aspetto, spero molti.
Ma è soprattutto la presa di posizione a favore del sentimento irrazionale, del trascendente contro l'immanente. Il primo svarione la giornalista lo ha dopo un programma sullo sfruttamento delle multinazionali, appena dopo Damon ne ha uno a sua volta dopo l'annuncio di un piano massiccio di licenziamenti. Le religioni istituzionali non danno risposte ai grandi interrogativi, i servizi sociali sono insensibili, i guru improvvisati sono ridicoli. E Clint, reduce da un film due film contro il razzismo, di cui uno su un grande statista, per bocca della francese ci dice che anche ciò di cui si occupa questa volta è politico, l'aldilà vale Mitterand. Ed è una frase-chiave del film. La cosa bella è che l'irrazionalità trionfa soprattutto col ragionamento, in un film molto, molto scritto.

Dopo Gran Torino mi chiedevo se il segreto della bellezza dei film di Eastwood risiedesse nella sceneggiatura o nella regia. Questa volta il regista surclassa lo sceneggiatore, la tensione costante vince quasi sempre sulla fiacca (che ogni tanto si affaccia), i finali sono di gran classe, nonostante la chiusura scontata delle storie principali.

Alcuni aspetti però non mi convincono: l'inserimento di tali riflessioni in un mondo segnato dalle catastrofi naturali e artificiali, il coinvolgimento di quattro paesi e tre continenti, a fare forzatamente del film una summa dello scibile eastwoodiano e anche di più.
E anche il riferimento dickensiano, facile pretesto per l'incontro dei protagonisti, non sufficiente tuttavia ?? a mio modesto parere ?? per dare la leggerezza della fiaba a un'opera macchinosamente costruita.

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#19 William Blake

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Inviato 13 gennaio 2011 - 00:12

a me è piaciuto e neanche poco. Eastwood qua davvero non cede un millimetro di fronte a tutta le imperfette vite dell'umanità di oggi: un controllo che, visto il materiale che aveva in mano, poteva non essere così scontato. interpretazioni tutte ottime con un Damon che eccelle nell'essere uomo condannato alla solitudine: il sogno finale è una piccola fuga onirica nel futuro, per un uomo costretto e scavare dentro i segreti dei morti. momenti fortemente drammatici, fotografati con la pienezza dei contrasto luce/oscurità della macchina di Tom Stern, per quello che è un cammino (di speranza) verso la vita, presupponendo l'inevitabilità della morte.


sono d'accordo con Destouches: il vero espediente narrativo del film è proprio Dickens.
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#20 satyajit

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Inviato 13 gennaio 2011 - 00:22


Tra parentesi, le sequenze sulle labbra/sorrisi di lei al corso di cucina le ho trovate molto intriganti e sensuali. :-*


Vero!
In compenso la prima sequenza da Carlo è veramente brutta, indegna di Clint, di gran lunga il punto più basso del film.
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#21 vegeta851

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Inviato 13 gennaio 2011 - 00:24

a proposito, ma la figlia di Ron Howard quanto è diventata bella?
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#22 satyajit

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Inviato 13 gennaio 2011 - 00:28

a proposito, ma la figlia di Ron Howard quanto è diventata bella?


Sì, bellissima. E pensare che il padre è orrendo.
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#23 ucca

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Inviato 13 gennaio 2011 - 00:48


Sto film mi ha fatto apprezzare Tron. Li ho visti in sequenza, e devo dire che il secondo mi ha lasciato un retrogusto  molto migliore. Probabilmente erano le aspettative: grande capolavoro il primo e grande cazzata il secondo. Mi è bastata una frase di Jeff Brdiges che manca nel film di Eastwood "Bisogna levarsi dall'equazione". Questo concetto mi ha intrigato molto di piu' del sensitivo che ti tocca un attimo le mani e sa tutto di te, del finale col bacietto, del cappello che vola via e gli salva la vita, non lo so..film che scorre sui binari (come i peggior giochi di calcio per pc). Prima scena molto efficace, poi poco e niente. Ed ho troppa stima di Clint Eastwood per aspettarmi una sceneggiatura cosi banale e prevedibile. Mi tengo i suoi capolavori..Mystic River, Million Dollar Baby (dove è molto piu' profondo e toccante), Gran Torino..
mi cerco quelli che ancora non ho visto e questo lo metto insieme ad Invictus, tra i film riusciti male di un grande regista.

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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#24 Smog.

    .

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Inviato 13 gennaio 2011 - 01:30

regia sopraffina, notevole intensità di numerose scene, ottime scelte e soprattutto grande, grandissimo garbo.
bene, ma trattare temi di questa importante è questione di equilibrio. fragile se non instabile equilibrio a mio parere in pochi, ma ugualmente fallaci "errori": la precisione da cecchino del medium, il dare connotazioni fisiche al mondo del metafisico per eccellenza, il cappello, la telefonata, il cuoco italiano, alcune musiche, il finale.
resta un amaro in bocca per un film che forse non mi ha soddisfatto o che forse non ho compreso come avrei voluto.
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Nicola.

#25 Notker

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Inviato 13 gennaio 2011 - 09:37

Eastwood è un regista che ho sempre faticato a "inquadrare"; anzi, fino a Gli Spietati lo ritenevo addirittura improbabile come regista.
Poi, un numero di film di grande spessore, da vero cineasta consumato (ha anche avuto "maestri" incredibili), non da ultimi i film "gemelli" Flags of Our Fathers/Letters from Iwo Jima (il secondo un vero capolavoro) e Gran Torino, mi hanno fatto ricrede di brutto.
Per cui mi sono recato a vedere questo Hereafter con una buona dose di aspettative; alcune delle quali sono andate, inevitabilmente, deluse.
La regia è raffinata, qualche sbavatura nel montaggio e qualche incoerenza nella fotografia; gli attori sembrano un po' repressi, a volte addirittura remissivi (soprattutto Damon).
Ma il tema trattato è di quelli pericolosi; non tanto per il tema in sè (se ne discute dall'alba dei tempi) ma per le facili derive e deragliamenti che ne potevano scaturire.
Con una produzione "targata" Spielberg, con un tema come quello della vita oltre la morte qualunque regista, anche di grido, si sarebbe abbandonato a boiate hollywoodiane... Eastwood, invece, dall'alto della sua "vecchiaia", è riuscito a mettere a frutto la sua esperienza e la sua autorevolezza, consegnando una regia caratterizzata da una cifra stilistica asciutta, mai retorica e in qualche momento pure impietosa.
Ok, poteva andare molto meglio, ma Hereafter è un film che ti fa pensare pur analizzando un tema trito e ritrito (e già questo...), che non ti stressa pur rimanendo a suo modo potente.
io un 6,5/10 glielo do volentieri.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#26 Giubbo

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Inviato 13 gennaio 2011 - 11:56

per me film telefonatissimo, ogni sequenza si sa dove va a parare (una su tutte il "licenziamento" della giornalista), secondo i canoni triti e ritriti della storia del cinema.

credevo indagasse di più su "cosa ci aspetta dopo la morte"? o sulla condizione del personaggio di Damon (che tra l'altro si definisce condannato, ma perchè? capisco il fattore sentimentale, es. la sua compagna del corso di cucina, ma in ambito professionale perchè condannato?)

siparietti un po troppo buonisti (appena alla fine ho letto Spielberg co-produttore tutto è tornato), ma comunque sostenibili.

i siparietti comici dei medium scemi invece sono intollerabili. sembra una sequenza presa da una delle 1000 commedie sceme americane.

un punto a favore: la scena di George (Matt Damon) che "legge" la sua compagna, viste le insistenze di lei, speranzoso che questa volta vada diversamente dalle altre volte. e la scena dopo con lui al corso di cucina da solo. veramente toccante nel mostrare la condizione senza speranza di George..
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#27 William Blake

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Inviato 13 gennaio 2011 - 14:25

a proposito, ma la figlia di Ron Howard quanto è diventata bella?


ma non è sempre stata bella? io poi la preferisco coi capelli al naturale: http://www.cinezappi...las-howard.jpg  :-*
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#28 Giubbo

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Inviato 13 gennaio 2011 - 14:32

ma veramente vi piacciono queste modelle che sembrano nate con la puzza sotto il naso?

viva le pornostar!!!
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#29 strangelove

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Inviato 13 gennaio 2011 - 14:37

ma veramente vi piacciono queste modelle che sembrano nate con la puzza sotto il naso?

viva le pornostar!!!


A me molte di quelle che posta paloz in culoni mi lasciano indifferente (molto relativamente, eh). Bryce è bellissima.

A me piace soprattutto come appare in "Hereafter". Io me la prendo cosi' e Giuseppe con l'altro taglio, cosi' non bisogna nemeno litigare  :)
  • 0

#30 xone89

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Inviato 13 gennaio 2011 - 14:51

Dopo Invictus, la conferma(?) che il vecchio Clint perde colpi (IMHO ovviamente).
Il film è di sicuro atipico ma al tempo stesso coerente con lo stile e il percorso intrapreso del regista, e certamente sulla carta potente e interessante, e potente lo è davvero, perlomeno nella iniziale sequenza dello tsunami che senza debordare ci restituisce in immagine tutta l'impotenza dell'uomo dinnanzi a quegli eventi (naturali e/o non) imprevisti in grado di sconvolgere per sempre un intera esistenza.
Ottime le premesse dunque, ma non altrettanto lo sviluppo, che si dipana attraverso una sceneggiatura che ritengo essere la vera responabile della sostanziale non riuscita del film; anzitutto la tripartizione dell'opera l'ho trovata fin da subito fastidiosa e assolutamente fuori dalle corde di uno come Eastwood, regista che negli anni ha fatto della forza e della compattezza narrativa il proprio cavallo di battaglia, ed è proprio tale energia qui a venir meno a causa appunto della scissione netta operata in sede di scrittura, che castra il lavoro di regia e ha reso il film narrativamente scentrato e dall'andamento ondivago e farraginoso, cosa decisamente insolita per il nostro.
Come se non bastasse, i tre personaggi che animano la scena non risultano mai, neanche per un attimo realmente interessanti, non si viene a creare insomma quell'alchimia che animava le precedenti pellicole(anche a volte quelle non perfettamente riuscite), non c'è vera empatia con le vicende umane che ci vengono descritte a schermo, tutto sa un pò di programmatico e qui forse la colpa è anche un pò di Eastwood stesso che non riesce mai davvero ad entrare con la Mdp dentro ai suoi personaggi, a scavagli dentro, a sondare il loro dolore e i loro pensieri, tutto rimane sospeso, in superficie, si sfiorano tanti temi e tanti spunti di riflessione, ma mai nessuno viene davvero indgagato con vigore e convinzione, mi sembra come se a furia di sottrare, stavolta il consueto rigore e asciuttezza stilistica del regista vada a sbattere contro un muro (quello della sceneggiatura per l'appunto), vanificando l'attesa di chi magari si aspettava maggior pathos e un climax che non arriva mai, e nondimeno tradendo parzialmente nella parte finale l'impalcatura minimal e intimsita della pellicola con una buona dose di banalità e retorica assortita (si veda soprattuto il finale con le tre linee narrative che si incastrano fra di loro per me in maniera molto forzata e vagamente posticcia), e chissà che in questo mr.Dreamworks non abbia detto ancora una volta la sua, stessa sensazione che mi sucitò "Amabili resti" di Jackson.
Certo, tutto questo è assai soggettivo, ma gli attori stessi nonstante una  discreta prova generale mi hanno dato l'impressione di non crederci mai neanche loro, Damon in primis (attore che non amo affatto, ma che sa lavorare per sottrazione) è si bravo, ma l'ho trovato troppo corpulento per essere davvero credibile in quel ruolo, non ci ho visto l'adesione necessaria al personaggio, in quella che forse è la parte che riserva i momenti migliori del lotto, come il confronto fra George e Melanie, uno dei pochi momenti in cui il mondo interiore del personaggio viene fuori efficacemente, ma probabilmente anche i peggiori, come le prime sequenze al corso di cucina e la seduta finale fra George e il bambino, fra il ridicolo e l'irritante involontario.
Certo, il film gode anche di alcuni pregi, dovuti più che altro all'esperienza accumulata e alla cifra stilistica che ormai contraddistingue Eastwood come autore a tutto tondo, apprezabile è infatti il lungo percorso che lo ha condotto a un film così complesso e sfaccettato come questo (nonchè per lui abbastanza nuovo), così come è apprezzabile il tono pacato (forse fin troppo) e mai supponente della pellicola, che non ti urla mai addosso e non ci prova neanche a farti un "Inception", proprio perchè come già detto lui ne sa quanto noi, e che infine non scade in misticismi di grana grossa (ma questo era talmente scontato...) e gode ovviamente di un ottima confezione, troppo poco però per definire questo Hereafter, non di certo una della vette del regista, ma almeno una pellicola riuscita o perlomeno pienamente compiuta, dunque così com'è stato per il recente Invictus (ma per motivi completamente diversi) passi pure un 6, ma probabilmente più per stima pregressa che per reali meriti in questione.
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#31 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 13 gennaio 2011 - 15:20

Dopo Invictus, la conferma(?) che il vecchio Clint perde colpi (IMHO ovviamente).


Concordo anche io che Damon non è esattamente la scelta migliore,anche se fa un ottimo lavoro (forse è stato sceltoproprio per la la fisionomia non proprio unica, ma molto "popolare"); però sull'evoluzione posticcia delle tre vicende mi sento di ribadire che è una scelta...dickensiana, e questo la emenda dall'essere, appunto, posticcia, perchè il gioco di rimando è ampiamente dichiarato e quindi non un sotterfugio per facili emozioni.
A mio modo di vedere, s'intende.

  • 0

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#32 Guest_ale_*

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Inviato 13 gennaio 2011 - 15:31

ma veramente vi piacciono queste modelle che sembrano nate con la puzza sotto il naso?

viva le pornostar!!!


sei reclutato nel 3D onda-cock: però non vale toccarsi e basta, devi postare anche qualche troione
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#33 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 13 gennaio 2011 - 15:56

Film che parte col botto piazzando una prima mezz'ora(la scena dello tsunami e l'incipit della storia dei due gemelli) perfetta per emozione,ritmo e senso cinematografico poi qualcosa si inceppa e il film va a strappi,punte di altissimo cinema e voragini non dico profonde ma che da Eastwood non ti aspetti. Tra le cose migliori sicuramente il solito rigore morale e pietas nel raccontare il dramma,la solitudine e il dolore dei personaggi (per dire un  Iñárritu dovrebbe essere costretto a vedere i film di Clint forzatamente come fantozzi con la corazzata potemkin magari impara ad essere meno ricattatorio) che in questo caso sono uniti dalla ricerca disperata di una pace interiore e dalla incomunicabilità con il resto del mondo. Apprezzabile anche il non dare risposte al tema del dopo-morte anzi criticando l'ideologia cattolica con la amaramente divertente scena del funerale celebrato in 5 minuti col prete che farfuglia banalità sul paradiso con gli angeli.

Tra le cose meno riuscite come dicevo c'è lo svilacciamento narrativo che avviene dopo la prima mezz'ora che fanno arranchiare il film dandogli un ritmo "zoppicante" poi orrenda come già avete ricordato la prima scena dove c'è lo "chef tony" che parla gesticolando che nemmeno lo chef luigi dei simpson.


Esprimendo il giudizio in un voto sarebbe 7
  • 0

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#34 strangelove

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Inviato 13 gennaio 2011 - 16:03

Solo chi non conosceva già il mito Baccalà può dire certe cose.

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Mito! :'(
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#35 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 13 gennaio 2011 - 16:07

Solo chi non conosceva già il mito Baccalà può dire certe cose.

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Mito! :'(


L'aver fatto i Soprano non lo salva dal modo in cui muove le mani nel film. :P
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

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#36 Infinite dest

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Inviato 13 gennaio 2011 - 16:09

orrenda come già avete ricordato la prima scena dove c'è lo "chef tony" che parla gesticolando che nemmeno lo chef luigi dei simpson.


Ecco, questo per esempio non lo capisco
Le scuole di cucina (italiana, nello specifico) e i relativi docenti sono così in USA, per quanto grottesco sia (e allora che dire dei Coen?), non è che ci siano il Vissani o il Picchi ai corsi di cucina nel midwest; mi sembra una messinscena del tutto realistica, ripeto grottesca perchè quella è la realtà di un corso di cucina che può permettersi un operaio...va bene i gusti personali, ma certo Clint non poteva dipingere una realtà che non esiste.
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

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Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#37 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 13 gennaio 2011 - 16:11

L'aver fatto i Soprano non lo salva dal modo in cui muove le mani nel film. :P


Ma anche si, cuore di pietra!  :(

Comunque scherzi a parte, al suo personaggio (e a personaggi del genere) ho fatto un accenno premeditato nella recensione scritta.
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#38 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 13 gennaio 2011 - 16:35


Solo chi non conosceva già il mito Baccalà può dire certe cose.

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Mito! :'(


L'aver fatto i Soprano non lo salva dal modo in cui muove le mani nel film. :P


qualcuno mi dice come si fa la "famosa" salsa di pomodoro alla toscana? ::)
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molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#39 tiresia

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Inviato 14 gennaio 2011 - 07:25



Solo chi non conosceva già il mito Baccalà può dire certe cose.

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Mito! :'(


L'aver fatto i Soprano non lo salva dal modo in cui muove le mani nel film. :P


qualcuno mi dice come si fa la "famosa" salsa di pomodoro alla toscana? ::)


la pumarola alla toscana NON è famosa, è una cosa in cui fai un cospicuo battuto, carota, cipolla, anche sedano, poi ci metti il pomodoro. Qui a firenze appena ha detto "Famosa salsa di pomodoro" ci siamo guardati come fanno i bolognesi ogni volta che spacciano i "Famosi spaghetti alla bolognese". Ovviamente stereotipi.
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#40 selva

    mainstream Star

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Inviato 14 gennaio 2011 - 10:24

Eastwood dice - riporto testualmente- "il mio cinema non da risposte ma pone domande".

Hereafter, infatti, né pone una moltitudine ma lascia lo spettatore a bocca asciutta. Sembra quasi che il texano dagli occhi di ghiaccio giochi a fare il furbetto proponendo un tema scottante ma allo stesso tempo riducendolo a mero esercizio di stile cinematografico. Se la destrezza e la perspicacia della messa in scena mette d'accordo tutti, l'intreccio, il punto focale del film al contrario rimane sposeso tra potenzialità e fallimento. Per tutta la durata del film ho aspettato una scintilla, un cambio di rotta anche di pochi secondi che lasciasse la porta aperta su una determinata presa di posizione.
Ma non è quest'ultima che mi interessa, quanto l'ammorbante sensazione di trovarmi di fronte un prodotto che poteva essere ma che non è (:-X),che(in my personal opinion)si riduce a tratti in banalità a dir poco demagogiche, a mellifluità degne di un muccino, a situazioni scatenanti che non sembrano guidate dal fato ma dalle necessità della sceneggiatura. 

E' facile giocare come ha fatto Clint, ma se lo avesse fatto un altro regista che non gode della stessa fama, sarebbe stato un coro unanime di stroncature.
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#41 Greed

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Inviato 16 gennaio 2011 - 17:52

Film che parte col botto piazzando una prima mezz'ora(la scena dello tsunami e l'incipit della storia dei due gemelli) perfetta per emozione,ritmo e senso cinematografico poi qualcosa si inceppa e il film va a strappi,punte di altissimo cinema e voragini non dico profonde ma che da Eastwood non ti aspetti. Tra le cose migliori sicuramente il solito rigore morale e pietas nel raccontare il dramma,la solitudine e il dolore dei personaggi (per dire un  Iñárritu dovrebbe essere costretto a vedere i film di Clint forzatamente come fantozzi con la corazzata potemkin magari impara ad essere meno ricattatorio) che in questo caso sono uniti dalla ricerca disperata di una pace interiore e dalla incomunicabilità con il resto del mondo. Apprezzabile anche il non dare risposte al tema del dopo-morte anzi criticando l'ideologia cattolica con la amaramente divertente scena del funerale celebrato in 5 minuti col prete che farfuglia banalità sul paradiso con gli angeli.


D'accordo con Seattle.
A livello di regia, di immagini, niente da dire. Mi è piaciuto molto il "colpo d'occhio" nel ritrarre le diverse città in cui il film è ambientato, subito riconoscibili; il clima e l'atmosfera te le senti subito addosso.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, l'impianto del racconto (ps: il film mi ha subito ricordato Babel), invece ho dei dubbi molto forti.
Non ho trovato approfondimento ai temi introdotti. La crisi di George dura tutto il film e si risolve magicamente alla fine; la battaglia di Maria mi è sembrata poco incisiva.
Meglio la storia di Marcus. Mi è piaciuta la simbiosi tra i due fratelli, costretti a crescere e a capire il mondo prima ancora di diventare adolescenti. E poi la scena amarissima del funerale, la religione distante dalle persone, Marcus che ingenuo e scaltro nello stesso tempo, non può fare altro che provare a rivolgersi a dei ciarlatani.

Tutte queste sono riflessioni che cercano di essere razionali, e sono un po' pedanti: ma nascono dal fatto che il film non mi ha toccato. Tra quelli di Eastwood che ho visto (Million Dollar Baby, Mystic River, Changeling, Gran Torino) e che mediamente mi sono piaciuti abbastanza (sempre dal 7 in su, diciamo), è quello che mi è piaciuto meno, purtroppo.


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oh god  :-*
diecimila volte meglio così, mi è aumentato il ritmo cardiaco
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#42 debaser

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Inviato 16 gennaio 2011 - 19:28

Visto ieri sera, concordo sostanzialmente con Seattle e Dark. Non mi ha toccato come altri di Eastwood, e ho fatto fatica a non farmi disturbare da qualche banalità/stereotipo di troppo.
Globalmente più che sufficiente ma mi aspettavo di meglio.

Ah, io ho apprezzato il fatto che la stupidina sparisse del tutto di scena.


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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#43 Grulletta

    Utente non ancora abituata al nuovo forum

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Inviato 16 gennaio 2011 - 19:42

Piaciuto sì, mi ha emozionata, ma a dire il vero non sono rimasta eccessivamente entusiasta.
Certi passaggi-stereotipi, come a debaser e Smog., non mi sono andati giù bene.
C'è un po' di amaro in bocca, ecco.

6.5 
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#44 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 16 gennaio 2011 - 22:29

e ho fatto fatica a non farmi disturbare da qualche banalità/stereotipo di troppo.


c'è da dire che appartengono al modo di fare cinema di Eastwood. se devo pensare a film totalmente scevri da cose del genere (e che siano pure  "importanti") forse mi vengono in mente soltanto Gli Spietati, Mystic river e Lettere da Iwo Jima...
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#45 popten

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Inviato 20 gennaio 2011 - 10:05

purtroppo non sono riuscito ancora allegere tutti i vostri commenti.
tra quelli letti sono parecchio in linea con Kraftwave.
Il film che mi è piaciuto meno tra gli ultimi di zio Clint (non ho viso invictus).
La sequenza iniziale è stata per me spiazzante, in negativo, esteticamente non gradita (sono vecchio,in linea con verdoux).
Il film prosegue poi su una linea drammatica dove a mio avviso zio Clint spinge veramente troppo su tasti tali da stimolare l'emotivita' dello spettatore. in praticolare a mio avviso c'è veramente troppo di 'mostrato'(edit-finiti di leggere tutti i vostri commenti, noto con curiosità come in un bel po' di essi si faccia al contrario riferimento alle cose lasciate in sospeso, non approfondite) . inoltre la camera indugia troppo a lungo, in vari momenti.
La conclusione del film (da qui in poi chi non lo ha visto magari può considerare se evitare di leggere), per così dire un happy ending, una chiave positiva, un messaggio di apertura alla vita, liberarsi dal peso del passato. un qualcosa che generalmente 'non ci piace'(dico mediamente), poichè in linea di massima colpisce più un finale drammatico. devo dire che curiosamente (?) ho apprezzato lo stile di questa svolta, a mio avviso molto più sobrio del resto del film(mi riferisco in particolare alle sequenze di avvicinamenti finali).
a zio Clint attribuisco comunque le 3 stelle politiche. erano mesi che non andavo al cinema e ci son tornato spinto da un suo film. non mi aspettavo molto di diverso, se non altro il suo è buon cinema, nel bene e (ultimamente un po',a mio avviso)nel male. ho pensato anche che stiamo inguaiti per il futuro!
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#46 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 20 gennaio 2011 - 22:02

A me è piaciuto, e anche in modo deciso. E' un film completamente fuori controllo, Clint Eastwood ormai ha un'autonomia tale che gira per proprio divertimento e basta. Questo è tutto, fuorché un lavoro "commercialmente" spendibile o facilmente digeribile.

Senza contare che per 3/4 della durata la domanda costante che aleggia nello spettatore è: troppa carne al fuoco? dove andrà a parare? riuscirà a chiudere il cerchio? In effetti la chiusura arriva con un triplo salto mortale carpiato non propriamente in linea con lo stile narrativo solitamente soffuso cui ci ha abituato Eastwood. Ma è un film che sprizza generosità e compassione. Una riflessione su come si vive il rapporto con la morte sentita e profonda, magari un po' troppo didascalica (gli stacchi di città in città, con campi larghi sui luoghi simboli di Parigi, Londra e San Francisco sono effettivamente imperdonabili).

Ma il finale, da molti criticato, per me è bellissimo. E strappalacrime il giusto, melodrammatico il giusto. Tutto affidato ai sorrisi riconciliatori dei tre protagonisti e a quell'allucinazione su un futuro di ipotetica serenità che è tutta negli occhi di Matt Damon (che merita un premio finalmente alla sua bravura attoriale).

Forse Clint dovrebbe cominciare ad essere meno bulimico, ultimamente gira troppo in fretta. Qualche volta il colpo riesce, qualche altra volta, forse con un po' di cura e di attesa in più, le cose potrebbero essere migliorate.

Per me una sufficienza piena, in ogni caso.
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#47 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 22 gennaio 2011 - 13:32

In effetti la chiusura arriva con un triplo salto mortale carpiato non propriamente in linea con lo stile narrativo solitamente soffuso cui ci ha abituato Eastwood
...
Ma il finale, da molti criticato, per me è bellissimo. E strappalacrime il giusto, melodrammatico il giusto. Tutto affidato ai sorrisi riconciliatori dei tre protagonisti e a quell'allucinazione su un futuro di ipotetica serenità che è tutta negli occhi di Matt Damon (che merita un premio finalmente alla sua bravura attoriale)


Non l'hai invece trovato un pò troppo frettoloso, il finale?
Da quando le strade dei tre si incrociano, tutto corre troppo veloce.

Commento finale di quelli seduti dietro di me: "Sì, ma alla fine non spiega cosa c'è al di là, dopo..." ???

Comunque, merito grandissimo a Clint per essere riuscito a parlare di morte senza mai scivolare del tutto in rischiosi percorsi new age (e le prime visioni un pò me lo facevano temere) o prendere la (pessima) strada scelta da Jackson nell'ultima fatica...Un film concreto, terreno, direi.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#48 Boces

    Groupie

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Inviato 22 gennaio 2011 - 21:06

A me è piaciuto, e anche in modo deciso. E' un film completamente fuori controllo, Clint Eastwood ormai ha un'autonomia tale che gira per proprio divertimento e basta. Questo è tutto, fuorché un lavoro "commercialmente" spendibile o facilmente digeribile.

Senza contare che per 3/4 della durata la domanda costante che aleggia nello spettatore è: troppa carne al fuoco? dove andrà a parare? riuscirà a chiudere il cerchio? In effetti la chiusura arriva con un triplo salto mortale carpiato non propriamente in linea con lo stile narrativo solitamente soffuso cui ci ha abituato Eastwood. Ma è un film che sprizza generosità e compassione. Una riflessione su come si vive il rapporto con la morte sentita e profonda, magari un po' troppo didascalica (gli stacchi di città in città, con campi larghi sui luoghi simboli di Parigi, Londra e San Francisco sono effettivamente imperdonabili).

Ma il finale, da molti criticato, per me è bellissimo. E strappalacrime il giusto, melodrammatico il giusto. Tutto affidato ai sorrisi riconciliatori dei tre protagonisti e a quell'allucinazione su un futuro di ipotetica serenità che è tutta negli occhi di Matt Damon (che merita un premio finalmente alla sua bravura attoriale).

Forse Clint dovrebbe cominciare ad essere meno bulimico, ultimamente gira troppo in fretta. Qualche volta il colpo riesce, qualche altra volta, forse con un po' di cura e di attesa in più, le cose potrebbero essere migliorate.

Per me una sufficienza piena, in ogni caso.

perfettamente d'accordo

sono abbastanza incazzato perchè avete svelato nella recensione il finale di gran torino non vedevo l'ora di vederlo recentemente. editate.
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#49 Twin アメ

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Inviato 23 gennaio 2011 - 01:44

La cosa interessante di questo film, e di molti altri, sono le recensioni contrastanti.
Sì perché è il giudizio nettamente contrastante su una specifica cosa che chiarisce molto quale sia l'idea di cinema di questa o di quella persona, e Hereafter è un film dai commenti profondamente divergenti.
Parto col dire che sono atipico, generalmente il melodramma mi disgusta e sono ipersensibile alla retorica. Inoltre mi accorgo di essere bastian contrario su Eastwood in particolare, cioè tendo ad apprezzare i suoi film più criticati e viceversa. Per esempio sono uno dei pochi, o forse l'unico, che trova pessimo Gran Torino e sono in minoranza nel trovare ottimo Changeling e, infine, anche questo Hereafter.

Ebbene sì perché Clint è forse l'unico che riesce a farmi digerire i drammi profondi, le lacrime, i piagnistei, i sentimenti così esposti. Perché riesce ad insinuarli con un miracoloso equilibrio fra realismo e retorica, tale da farmi perdonare le ovvietà della sceneggiatura che nel suo caso sembrano sempre essere parte necessaria del racconto. Eastwood in questi film riesce a stringere un patto credibile con lo spettatore, gli eventi sono un flusso continuo in cui la casualità unidirezionale è parte integrante del racconto stesso, non sono dei fatti "appiccicati" alla sceneggiatura per poter tirare avanti, sono già nella premessa.

Il pregio del film quindi sta nella cifra stilistica con cui viene messo in scena il dramma, inteso come puro sentimento, al di là dei tre casi specifici dei quali mi sento di apprezzare maggiormente la storia del bambino, che per altro ha una faccia drammaticamente stupenda.

Altre note sparse. Ho letto di un Eastwood poco a suo agio in Europa, io ho trovato ottimo il cosmopolitismo del film che dà ampio respiro alla pellicola. Una delle magie del cinema è il viaggio, è come vivere col teletrasporto, perdono anche le cartoline di Londra e Parigi  :)
Fra l'altro, apro piccola parentesi, è il motivo di critica principale per Gran Torino che è esattamente l'opposto, un film fermo e statico con scenografie piatte e ripetitive. Che cosa sono la casa del protagonista, dei vicini, il garage, la via, il negozio dove si trovano le solite persone? Esattamente le tipiche ambientazioni da sit-com americana con le risate finte. E' questa la sensazione che mi lasciò quel film, di essere una lunga e retorica puntata di telefilm.
Ma va beh, torniamo in topic, ci sono altre due piccole stonature, una è la parte del corso di cucina, ho trovato semplicemente imbarazzante ed irritante il personaggio della morettina e la sua recitazione tutta gne-gne e sussurri voluttuosi, quello sì m'è sembrato il momento zuccheroso "incollato" peggio nella sceneggiatura. Ok, dovevamo avere una prova tangibile di quanto potesse risultare drammatica la situazione del protagonista, però almeno si poteva risparmiare la scena degli assaggi.

Da qua mini-spoiler...

Ultimo punto, la questione "after". Vedo che ovunque si premia la neutralità della posizione di Clint, ma a me non sembra affatto, ci sono due elementi, le prove scientifiche della dottoressa svizzera e il contrasto fra i ciarlatani e l'infallibilità di Damon nel riportare le voci dei defunti, che fanno decisamente propendere da una parte. Grezza, come ha notato qualcuno, la descrizione di assenza di gravità dell'aldilà. E' vero che non si parteggia per una religione in particolare (oltre alla scena del funerale, c'è anche la scena in cui il bambino scuote la testa davanti al video del prete su youtube) ma Clint sembra dire: sì qualcosa c'è, c'è l'affetto dei nostri cari, forse c'è un vero e proprio aldilà, non è quello delle religioni istituzionali, ma vi dico che c'è! Ad ogni modo alla fine è solo un pretesto, non è il focus del film.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#50 Çorkan

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Inviato 24 gennaio 2011 - 00:02

Oggi sono tornato al cinema dopo un anno per vedere questo film.
Che dire secondo me a sto giro Clint ha steccato.
A me pare un fallito tentativo di coniugare la commedia romantica (rabbrividiamo di fronte alle scene al corso di cucina) con un tema alto, elevato.
Sinceramente mi viene anche da chiedermi il perchè di sta' cosa. Nel senso che oltre che brutto (diciamo 5,5 và) non mi sembra nemmeno un film da Eastwood. Manca la crudezza di un Gran Torino o di un Million Dollar Baby. Vero che anche in quei film Clint rivelava un animo romantico e sentimentale (Mo Cushan..) ma qui si esagera, si arriva alle immagini patinate, agli stereotipi dei film sentimentali, e soprattutto a un finale orrendo, che abbsa il voto di almeno mezzo punto.
Sembra quasi che Clint manifesti proprio quella paura della morte che forse il film vuole stigmatizzare (soprattutto nella storia di Marie). fa un film sulla morte, ma poi lo edulcora con quelle sequenze da commedia.


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