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James Blake - James Blake [Atlas/A&M 2011]


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282 replies to this topic

#1 Norman Bombardini

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Inviato 23 dicembre 2010 - 10:49

produttore e cantante londinese, poco più che ventenne, due EP usciti nel 2010 che mi sto giusto sentendo, ora arriva il primo album: una botta, per me sarà uno dei dischi top del 2011.

Fa parte del disco 'sta cover dei Feist (già uscita nel 2010) che è stupenda:
http://www.youtube.c...h?v=oOT2-OTebx0

Immagine inserita

praticamente un Antony Hegarty versione dubstep, si potrebbe dire emotional dubstep, bellissimo, brani essenzialissimi, piano/tastiere, qualche suonino e basi rallentatissime, vari pezzi cantati con il vocoder. Gran bella voce tra l'altro, souleggiante e addirittura quasi gospel in un paio di brani.

raffinatissimo e molto musicale/melodico nel suo minimalismo, un genere strano da inquadrare perché vari pezzi sono anche pop, un art-pop, non so si potrebbe pensare a Bjork per quanto il tutto è sofisticato. Ho letto anche di future-garage per definirlo.

Analog Dialog è riuscito ad infilare uno dei due EP di JB in classifica 2010, figo! Questo album d'esordio per me è ancora meglio e fa un bel salto in avanti.
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#2 floods

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Inviato 23 dicembre 2010 - 10:53

Ma quando dici Bjork... a quale Bjork ti riferisci?
Pensi potrebbe piacermi?
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#3 Norman Bombardini

    Enciclopedista

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Inviato 23 dicembre 2010 - 10:58

mah, non certo la Bjork principale, che poi lei è difficile descriverla, cambia sempre, era per completare la definizione e dare un'idea di massima.
Prova a sentire il video che ho linkato, più o meno nel disco siamo su quei registri.
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#4 floods

    l'utente main$tream

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:15

E' che quando si tira fuori un paragone con Bjork mi illudo sempre sia riferito a quella dei primi 3 album... quanto al video che hai postato (bello tra l'altro) mi piacciono atmosfere e strumentazioni ma lui come approccio mi sembra davvero vicino ad Hegarty e per me è una sorta di deterrente.
Se in più tutto l'album è su questi toni... mmmm comunque un ascolto non glielo negherò!
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#5 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:19

  paragone con Bjork 


Immagine inserita
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#6 floods

    l'utente main$tream

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:22

Azz questa è un po' ostica... non l'ho capita  ::)  ;D
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#7 nickn

    Groupie

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:23

Azz questa è un po' ostica... non l'ho capita  ::)  ;D


http://it.wikipedia.org/wiki/Damocle
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#8 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:25

ho sbagliato, il significato dato a quella spada di solito non esprime quel che volevo dire, comunque l'avete capito
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#9 chronochromie

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:27

Da qualche tempo a questa parte i post di Lassigue stanno prendendo una deriva intellettual-ermetica che mi preoccupa. asd
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Prima ch'io mi profilassi...

#10 cerezo

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Inviato 23 dicembre 2010 - 17:12

Fa parte del disco 'sta cover dei Feist (già uscita nel 2010) che è stupenda:
http://www.youtube.c...h?v=oOT2-OTebx0


è stupenda l'originale e tutto il disco che la contiene
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#11 Gozer

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Inviato 23 dicembre 2010 - 18:41

Sono combattuto.
Conosco solo due brani, uno è "I Only Know", e mi pare una dubsteppata indie-ina sciatta e soporifera, ma l'altro è "Limit to your love", che lo svela sorprendentemente a suo agio anche con le canzoni (benché non l'abbia scritta lui), e che voce! :o Non so che fare...



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#12 sfos

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Inviato 23 dicembre 2010 - 19:24

Sono combattuto.
Conosco solo due brani, uno è "I Only Know", e mi pare una dubsteppata indie-ina sciatta e soporifera, ma l'altro è "Limit to your love", che lo svela sorprendentemente a suo agio anche con le canzoni (benché non l'abbia scritta lui), e che voce! :o Non so che fare...




Io dico tranquillamente che puoi già saltare dalla sedia, perchè il disco è interamente dalle parti di Limit To Your Love. Una voce bellissima, silenzi interminabili rotti da frante note di piano e lentissimi beat da brivido: questi gli elementi principali di un sound originalissimo, di fatto "nuovo". Finito di ascoltare poco fa, mi è piaciuto tantissimo. Inutile dire che è il primo disco dell'anno del 2011.
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#13 cerezo

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Inviato 23 dicembre 2010 - 21:53

Sono combattuto.
Conosco solo due brani, uno è "I Only Know", e mi pare una dubsteppata indie-ina sciatta e soporifera, ma l'altro è "Limit to your love", che lo svela sorprendentemente a suo agio anche con le canzoni (benché non l'abbia scritta lui), e che voce! :o Non so che fare...




telly, ti piace feist?
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#14 Norman Bombardini

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Inviato 23 dicembre 2010 - 22:31

la seconda traccia Wilhelms Scream è addirittura fennesziana
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#15 vuvu

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Inviato 25 dicembre 2010 - 12:02

Dire che Blake sia una sorta di Antony Hegarty versione dubstep rende con le dovute limitazioni e precisazioni l'idea della sua proposta. Anche se lo sfondo dubstep è solo una maschera. Mentre la sostanza pare suggerire un minimalismo elettrico delicato, caratterizzato da suoni insoliti e commistioni piano/beat decisamente ammalianti. E' tra le cose più intriganti di fine anno. 
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"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

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#16 sfos

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Inviato 25 dicembre 2010 - 12:12

E' tra le cose più intriganti di fine anno.   


Concordo sul fatto che sia decisamente intrigante; però non è di fine anno, è proprio del 2011! :P
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#17 vuvu

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Inviato 25 dicembre 2010 - 12:14

Vabbè, sì, il disco esce a Febbraio. Mi riferivo alla "scoperta". :D
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#18 Norman Bombardini

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Inviato 25 dicembre 2010 - 21:18

dai vuvu, disco del mese OR di febbraio, tuo!
Così abbiamo pure il tempo per controllare se un minimo stanca o rimane così, cioè un discone.

con questo si va sicuro, eh, c'è anche il rischio che qualche singolo spacchi commercialmente talmente è bravo e melodico
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#19 Paz

    Roadie

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Inviato 31 dicembre 2010 - 18:23

anche i suoi lavori meno emotivi nascondono delle perle niente male. I'll Stay ad esempio è un pezzo con un sound incredibile.
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« Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum » (F. Nietzsche, Götzen-Dämmerung, 1888, cap. I, af. 33).

#20 kebab

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Inviato 25 gennaio 2011 - 10:49

Questo è un disco soul, c'è poco da fare. Molto piacevole, tra l'altro, la voce mi ha sorpreso in positivo e mi ha spiazzato la capacità di riscaldare suoni così freddi e distaccati come quelli del dubstep. Le canzoni migliori sono quelle efficaci, che vanno dritto al nocciolo melodico ed emotivo della questione senza perdersi troppo in lungaggini electrp-dub-futili che allungano il brodo togliendo sapore e basta. Purtroppo mi pare che il buon (ottimo?) James Blake voglia cercare di tirare a sè una fetta di pubblico che farebbe meglio a lasciarsi dietro, quella più legata alla sua anima "true" elettronica, e alla fine mi ritrovo nelle orecchie un dischetto carino che poteva essere ottimo. Un vaffanculo all'occasione persa e un arrivederci alla prossima che spero vada meglio.
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#21 music won't save you

    reprobo

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Inviato 25 gennaio 2011 - 11:35

Questo è un disco soul, c'è poco da fare.


Altro che! Leggendo le prime opinioni in giro mi aspettavo qualcosa di ben diverso, mentre qui non ritrovo particolari impronte dubstep ma nemmeno elementi che possano farmi pensare che questo sia (debba essere?) "il futuro".
Paragoni e definizioni si stanno sprecando, ma in sostanza anche a me pare nient'altro che un disco soul tempestato da detriti elettronici. Tra le tante, è proprio l'immagine di un Antony "sporco" quella che in fondo può starci di più. Il disco, comunque, non è riuscito a colpirmi più di tanto, anche se si lascia ascoltare di buon grado.
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#22 bebo

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Inviato 25 gennaio 2011 - 12:47

A me da l'impressione della luce in fondo al tunnel di roba come Nearly God. L'altra faccia della medaglia, pulitissima e lucida rispetto alla grana grossa di quel progetto, non è poi un caso che Blake stia affianco anche produttivamente a progetti come Mount Kimbie.
Mi piace un casino, è un disco chirurgico e soul al contempo, non capisco poi come faccia Mattia a lamentarsi di derive troppo break quando l'uso delle ritmiche è decisamente limitato rispetto agli standard e sono funzionali all'ambiente sonoro e non semplici tool tagliati. La seconda cosa incredibile oltre all'uso fichissimo del pianoforte è il lavoro sulla voce che, già di natura è una bella voce, ma qua sfonda ancora di più rispetto agli ep l'utilizzo delle frasi melodiche come strumento da editare e modulare.
Buh, futuro o non futuro, per me si tratta di grande cosa.
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#23 kingsleadhat

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Inviato 25 gennaio 2011 - 13:51

Mah, lasciatemi fare per una volta il bastian contrario del topic  :D
Vorrei ridimensionare la questione ad un disco carino, accettabile, qualche bella intuizione, soprattutto la trovata di unire soul e synth a-la Knife, ma i buchi ci sono, soprattutto nelle melodie.
Poi l'accostamento con Antony non l'ho colto... con Lidell semmai  ::)
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#24 Shinecd80

    mainstream Star

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Inviato 25 gennaio 2011 - 14:45

il mercury prize 2011 se lo gioca lui con anna calvi,è già scritto.
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#25 kebab

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Inviato 25 gennaio 2011 - 15:47

non capisco poi come faccia Mattia a lamentarsi di derive troppo break quando l'uso delle ritmiche è decisamente limitato rispetto agli standard e sono funzionali all'ambiente sonoro e non semplici tool tagliati.


Avevo scritto una bella risposta ma poi è andato tutto in down e si è persa. Il senso era questo: non mi convince l'indecisione che aleggia sul disco e purtroppo l'effetto è quello di due piedi in una scarpa. Alla fine nel tentativo di accontentare tutti semplicemente non convince nessuno, né il fan del lato elettronico da cui proviene JB né l'ascoltatore più "classico" che apprezza questo lato soul, caldo e pop che ha coraggiosamente tirato fuori. Rimane comunque un disco piacevole ma non quel capolavoro che poteva essere (7).
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#26 Thereisalight

    Anziano

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Inviato 25 gennaio 2011 - 16:19

Per me, da totale profano di beat e bit, il difetto maggiore di questo disco, interessante e piacevolissimo, è proprio la mancanza di melodie valide. C'è qualche promettente accenno, ma alla fine contano più le atmosfere che le canzoni vere e proprie. Il 7, comunque, non glielo leva nessuno (neanche dal versante "cantautoral-pop").
E Antony si sente eccome!

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#27 The Fall Of Saigon

    Esperanza.

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Inviato 25 gennaio 2011 - 17:08

Dire che Blake sia una sorta di Antony Hegarty versione dubstep rende con le dovute limitazioni e precisazioni l'idea della sua proposta. Anche se lo sfondo dubstep è solo una maschera. Mentre la sostanza pare suggerire un minimalismo elettrico delicato, caratterizzato da suoni insoliti e commistioni piano/beat decisamente ammalianti. E' tra le cose più intriganti di fine anno.   


al costo di risultare impopolare...alcune linee vocali sono puro jeff buckley, quello di Live at Sin-è.
anche il parallelo con Anthony funziona, ma allora tanto vale scomodare Arthur Russell (cosa che potremmo fare anche nel caso dello stesso Anthony, di Caribou etc etc).

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#28 Gozer

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Inviato 25 gennaio 2011 - 20:58

Nessuno ha fatto ancora notare una cosa a mio avviso importante: è un disco corto. Cortissimo: è molto intenso e non fa in tempo a stufare perché nonostante sia molto "compatto" come suono (in sostanza, è un'idea formidabile ma ripetuta ad oltranza), termina al momento giusto. Molti musicisti stanno accorciando la durata media dei dischi grazie al cielo. Back to the 35 minutes era? :-* E comunque sì, it's love.


telly, ti piace feist?

Il disco lo ascoltai e cestinai di fretta (difatti ho sempre evitato giudizi a riguardo, semplicemente constatai che in quel momento non faceva per me). Riascoltando il pezzo coverizzato da Blake devo però dire che anche l'originale è molto bello.
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#29 Guest_Konur_*

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Inviato 25 gennaio 2011 - 21:26

Dire che Blake sia una sorta di Antony Hegarty versione dubstep rende con le dovute limitazioni e precisazioni l'idea della sua proposta. Anche se lo sfondo dubstep è solo una maschera. Mentre la sostanza pare suggerire un minimalismo elettrico delicato, caratterizzato da suoni insoliti e commistioni piano/beat decisamente ammalianti. E' tra le cose più intriganti di fine anno.  


Son d'accordo con la descrizione ma non col giudizio. Per me suona pretenzioso e forzato e la sintesi invocata tra dubstep e il pop-soul funziona a singhiozzi. Insomma un lavoro incerto che però con tutti i suoi limiti fa ben sperare per il sophomore. Intanto l'operazione Antony meets Flying Lotus funziona ad un quarto della metà.   

E cmq da sto dubstep mi aspettavo di più, se il suo fulcro sono i "broken beat", "heavy bass" e "spaciuos sound" beh si piazza come secondo.  :)
Bjork ci ammorba (amorevolmente s'intende) da Homogenic con i "broken beat" e gli "heavy bass". Tutta sta novità io non la percepisco. Bah
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#30 vuvu

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Inviato 26 gennaio 2011 - 00:24


Dire che Blake sia una sorta di Antony Hegarty versione dubstep rende con le dovute limitazioni e precisazioni l'idea della sua proposta. Anche se lo sfondo dubstep è solo una maschera. Mentre la sostanza pare suggerire un minimalismo elettrico delicato, caratterizzato da suoni insoliti e commistioni piano/beat decisamente ammalianti. E' tra le cose più intriganti di fine anno.  


Son d'accordo con la descrizione ma non col giudizio. Per me suona pretenzioso e forzato e la sintesi invocata tra dubstep e il pop-soul funziona a singhiozzi. Insomma un lavoro incerto che però con tutti i suoi limiti fa ben sperare per il sophomore. Intanto l'operazione Antony meets Flying Lotus funziona ad un quarto della metà.   

E cmq da sto dubstep mi aspettavo di più, se il suo fulcro sono i "broken beat", "heavy bass" e "spaciuos sound" beh si piazza come secondo.  :)
Bjork ci ammorba (amorevolmente s'intende) da Homogenic con i "broken beat" e gli "heavy bass". Tutta sta novità io non la percepisco. Bah


Non tanto per le derive drum'n'bass da cui traggono solitamente linfa per smorzare il ritmo, né tanto meno per la carcassa two-step da cui nascono questi andazzi, resi successivamente pachidermici dai bassi cavernosi, ma è per la commistione elettro-soul, per questa sterzata introdotta un pò dal Burial (vedi "Archangel") che la faccenda mi intriga. Per me non si tratta neanche di provare a coglierne la novità (più di tanto, non mi interessa tale aspetto). Percepisco in positivo questo suo evolversi. Stop. Ovviamente, è una mera questione di gusti, attitudini percettive/soggettive (vedi "Antony meets Flying Lotus").
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#31 Gozer

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Inviato 26 gennaio 2011 - 00:33

Percepisco in positivo questo suo evolversi. Stop. Ovviamente, è una mera questione di gusti, attitudini percettive/soggettive (vedi "Antony meets Flying Lotus").

Quoto. Per me è più un generico cantautore con inflessioni soul che "meets" il dubstep (con cui Flying Lotus c'entra pochino a mio avviso, ma magari sbaglio). Il dubstep per me è forse la vera grande novità degli ultimi anni, e se i suoi sperimentatori "duri e puri" mi lasciavano spesso con l'amaro in bocca (grandissimi suoni ma produzioni prolisse come ebbi modo di dire), ora invece... insomma non voglio esagerare, ma se tant'è riuscisse a penetrare il linguaggio pop, e la strada sembra nettamente quella, secondo me ne vedremo delle belle. E il disco di James Blake, essendo praticamente la prima prova di stampo cantautoriale in questo campo, ha i crismi dell'uscita epocale (poi è ovvio, ognuno ha il diritto di schifarlo: è un suono che nella sua lentezza esasperata si presta facilmente alle critiche).
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#32 wago

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Inviato 26 gennaio 2011 - 07:34

E' un disco che, sulla carta, non dovrebbe proprio essere nelle mie corde. Avevo letto di Blake l'anno scorso, con l'ep Klavierwerke: si parlava di dubstep e invece era una sbobba col pianoforte tutta diradata. Anche da questo debutto lp non mi aspettavo granche', pensavo a un suono poco definito e un po' di fastidiosi vocalizi arty. Invece la sorpresa e' stata grossa quando mi sono imbattuto in canzoni cosi' limpide. Chiamarle dubstep e' fortemente limitativo, e rischia perfino di portare sulla strada sbagliata: si', c'e' chiaramente l'influsso delle sonorita' dubstep e future garage, ma musica cosi' e' un deciso passo oltre lungo quella continuita'. E poi e' un disco cantautorale e zuppo di soul, gia' questo dovrebbe chiarire come tutto sia diverso rispetto a quanto gia' visto in questi anni.
Non tutti i brani funzionano altrettanto, per i miei poco-cantautorali gusti. Ma questo disco e' una delle uscite piu' significative degli ultimi tempi, da una parte rappresentante emblematico del corso verso la canzone intrapreso da una parte rilevante della "diaspora" post-dubstep, dall'altra originalissimo come formula e ispirazione. Ce ne ricorderemo.
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#33 sfos

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Inviato 26 gennaio 2011 - 14:19

Questo disco a mio avviso costituisce un ponte importante tra varie tendenze indie degli ultimi anni, da Burial a Bon Iver, passando per Kanye West.
Nel mio caso è proprio la sua essenzialità a farmelo adorare: è un disco così conciso, compatto; entra pian piano in testa, con quei suoni così minimali, alternati però ad una voce calorosa, bellissima. Riconfermo la convinzione che si tratti di un'uscita decisamente importante.

Ah, e poi una cosa che mi piace tantissimo: l'uso dei silenzi, spesso prolungati fino all'inverosimile. Creano un'atmosfera straniante, quasi angosciosa, cosa che stride abbastanza con un disco così empatico.
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#34 Gozer

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Inviato 26 gennaio 2011 - 14:23

Io però Kanye non ce lo sento proprio, e Bon Iver... boh!
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Inviato 26 gennaio 2011 - 14:28

Io però Kanye non ce lo sento proprio, e Bon Iver... boh!


Kanye West - era 808s & Heartbreak, intendo, per quel suono così minimale e le ritmiche così essenziali (oltre che, vabbè, per l'utilizzo del vocoder). Anche con il Bon Iver di stampo più r'n'b/soul trovo punti di contatto, soprattutto per quell'interpretazione vocale così intensa e sensuale. Ah, poi Lindesfarne II è proprio il primo Bon Iver!
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#36 Gozer

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Inviato 26 gennaio 2011 - 14:37

Non saprei, a me a parte la componente soul, ampiamente destrutturata comunque, sembra un disco del tutto avulso dai suoni del pop americano, e quelli che indichi ne sono proprio due dei fari. Per me la sintesi apportata da Blake è molto più minimale di quella che ipotizzi: se fosse dubstep+Kanye+Iver, tre cose fra loro distantissime, avrebbe una marea di sfumature e a mio avviso suonerebbe come un minestrone, non sarebbe così compatto. Per me è la somma di due sole componenti già di per loro abbastanza assimilabili, benché non come suono di certo come attitudine: il minimalismo dubstep e quello cantautoriale (la dose soul la considero inclusa nel retaggio dubstep, i sample vocali di Burial sono chiari a riguardo).
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#37 sfos

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Inviato 26 gennaio 2011 - 14:42

Però la vocalità presente in Burial è sempre piuttosto black, se ci pensi. Kanye West invece con quel disco approcciò il soul con uno stile decisamente "bianco" (oltretutto sostanzialmente ripetitivo e minimale): e anche questo lavoro di Blake, mi sembra molto più vicino a quelle sonorità..
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#38 Gozer

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Inviato 26 gennaio 2011 - 14:57

Però la vocalità presente in Burial è sempre piuttosto black

(la dose soul la considero inclusa nel retaggio dubstep, i sample vocali di Burial sono chiari a riguardo).

:P

Però non riesco a concordare riguardo a Kanye: ripetitivo e minimale nelle basi, ma ci sono cose di Timbaland risalenti a anni fa che pure erano accartocciatissime, e uno dei più grandi successi dei nostri tempi, "Boom Boom Pow", se gli togli le voci è pure minimale. Non trovo che un approccio minimale alla materia elettronica porti per forza al dubstep: quella è una questione di suono. Kanye è minimale mantenendosi però in sonorità che io trovo (anche per merito suo) specchio del pop mainstream americano. Blake è minimale ma guarda alla scena dei club londinesi, che trovo essere tutt'altra faccenda. Inoltre mentre questo di Blake mi sembra un disco dalla smaccata impronta di cantautore, lo stesso non riesco a dire di 808 di Kanye.
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#39 floods

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Inviato 27 gennaio 2011 - 16:33

Non riesco a capire se mi piaccia moltissimo o mi annoi terribilmente (Lindesfarne I dura tipo un minuto e mezzo di troppo, estenuante), spero di arrivare con gli ascolti ad un punto intermedio di valutazione perchè i beats e il basso sono davvero affacinanti: ipnotici, vibranti, vischiosi... lo definirei un sound molto sensuale.
Poi però ci sono aspetti che non mi fanno impazzire: le melodie solo abbozzate che a volte si riducono ad una sorta di mantra ripetuto ad libitum e la sua voce che, seppur indispensabile per nobilitare tali melodie, spesso tende ad essere usata in modo un po' troppo piagnucoloso (bel timbro comunque, meno spacca-fegato di quello di Anthony... e anzi mi ha pure sopreso l'uso del vocoder).
Nonostante tutto ciò trovo Wilhelms Scream un pezzo davvero emozionante... e la breve durata dall'album è un punto a vantaggio (più lungo sarebbe stato una mattonata).

P.S.: ci scapperà il duetto con Bjork?  :D
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#40 The Fall Of Saigon

    Esperanza.

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Inviato 27 gennaio 2011 - 19:11

sentire Flying Lotus dentro le cose di James Blake mi pare un po', come dire...passatemi il termine e per piacere non prendetelo come polemico...qualunquistico.
non è che se un beat è storto subito bisogna chiamare in causa Flying Lotus che, oltretutto, è uno bravissimo ma assolutamente discontinuo e non ancora al massimo delle sue possibilità.
Allora, per lo stesso ragionamento, dovremmo tirare in ballo il J Dilla di Donuts, quello sì vero e proprio manifesto di un non-genere che fa del sample e del beat caracollante una questione di cuore. Ma non si può perchè siamo da un'altra parte, in un altro periodo storico, con un altro panorama musicale etc.

James Blake è un cantautore che nel suo debutto mostra buone potenzialità come songwriter e notevolissime potenzialità come produttore.
Perchè se non tutte le canzoni filano, ed è vero, non si può assolutamente dire nulla sul suono: potente senza troppi sforzi. Ci aveva provato anche Kanye West con 808 etc etc...Ma, permettetemi, il divario tra i due dischi non è poco.
A favore di Blake.

La cosa interessante di "James Blake" è il suo suonare nuovissimo e allo stesso tempo familiare.
Quasi perturbante.
Un disco che fotografa molto bene la scena britannica al suo meglio ora, che poi piaccia o non piaccia quello non è argomento di discussione, altrimenti superiamo il topic su Berlusconi in quanto a post e pagine.

Altra questione interessante: a mio avviso, questo Blake non esce fuori a caso.
Il mercato delle cose made in uk funziona in un modo molto preciso ed efficace, seguendo regole e strategie che piano piano risultano un po' più chiare.
Insomma, questo ragazzo fa uscire degli EP di roba off-beat con samples vocali simil-burial, samples di piani rarefatti, beat digitali storti...con palesi richiami al mostro sacro Burial, ma senza mai risultare influenzato più di tanto dal produttore fantasma che tanto piace (a me, personalmente, sembra la cosa migliore uscita dall'inghilterra da tanto tempo a questa parte).
Poi, toh, esce una cover di Feist...molto bella, diciamolo. E, boom, il gioco è fatto. Preludio perfetto per un disco di canzoni, un disco che va da tutt'altra parte rispetto agli EP, un disco che era già pronto da chissà quanto...
Anche questo iter ha contribuito, e non poco, alla costruzione di questo alone mistico che sta attorno a questo ragazzo.
Questo James Blake: giovane, timido, talentuoso, che vive nella sua cameretta e fa tutto con un computer e un micro-korg...Non importa che sia tutto vero o no e non lo potremo mai sapere, importa che un sacco di giovani produttori grazie a James Blake verranno fuori ed è sempre la solita questione: molti saranno dei cloni, qualcuno sarà interessante e via così.
Come è sempre stato.

James Blake mi piace, ma non mi strappo i capelli: in questo panorama musicale dove la qualità media, vuoi perchè tutti si sono messi a produrre così a cazzo e quindi escono una MAREA di dischi, si livella sempre di più e sempre più verso il basso, in maniera lentissima ma inesorabile un disco come il suo spicca per forza di cose.

Ma misurarsi con i migliori è la legge per chi produce e scrive musica, non salire sul carrozzone di un suono.
Il ragazzo ha, passatemi ancora un termine!, inventato un suo suono che vive di richiami ma rimane suo.
Ora staremo a vedere se riuscirà a fare il passo determinante: far crescere scrittura e suono allo stesso modo creando un'unione più salda e "bilanciata".

Detto questo, le prime tre canzoni di questo album, che mi accingo ora a riascoltare, sono favolose.



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#41 sfos

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Inviato 27 gennaio 2011 - 19:21

C'è qualcosa che non condivido (è normale  ;)), ma devo dire che certi punti della tua analisi sono interessantissimi, soprattutto quando parli di come è stato fatto crescere quell'"alone mistico" che circonda Blake (immeritato per quanto fatto negli EP, in tutta onestà). C'è da dire comunque che il ragazzo ha ottime capacità compositive, non è il primo teenager invidioso di Four Tet..
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#42 Paz

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:13

...


quoto tutto
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#43 kebab

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:35


La parte finale del tuo messaggio andrebbe messa in home, sul sito.
Andando semi-ot, voglio calcare la mano sul fatto che 'sto disco è un esordio di un ragazzo giovanissimo (20? 21?). Gli EP contano fino a un certo punto, soprattutto per l'analisi di cui sopra. E, porca miseria, è un debuto coi fiocchi; e non stiamo qui a rispiegare perché. La cosa che dà fastidio è che troppo spesso c'è la rincorsa al "botto", al "colpaccio" da primo disco. JB qua magari tra due dischi partorisce il disco che farà mettere 8 a frankie, per dire, che le carte in regola ce le ha tutte per sfondare.
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#44 Gozer

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:39

Andando semi-ot, voglio calcare la mano sul fatto che 'sto disco è un esordio di un ragazzo giovanissimo (20? 21?). Gli EP contano fino a un certo punto, soprattutto per l'analisi di cui sopra. E, porca miseria, è un debuto coi fiocchi; e non stiamo qui a rispiegare perché. La cosa che dà fastidio è che troppo spesso c'è la rincorsa al "botto", al "colpaccio" da primo disco. JB qua magari tra due dischi partorisce il disco che farà mettere 8 a frankie, per dire, che le carte in regola ce le ha tutte per sfondare.

Io fatico a immaginare come possa ulteriormente migliorare. Al limite evolversi, ma per farlo dovrà cambiare terreno perché in questo campo con un disco simile ha già dato tutto quello che poteva dare, più lo ascolto e più mi sembra perfetto. :o Comunque che orrenda evocazione che hai usato, consentimi. :D
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#45 sfos

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:46


Andando semi-ot, voglio calcare la mano sul fatto che 'sto disco è un esordio di un ragazzo giovanissimo (20? 21?). Gli EP contano fino a un certo punto, soprattutto per l'analisi di cui sopra. E, porca miseria, è un debuto coi fiocchi; e non stiamo qui a rispiegare perché. La cosa che dà fastidio è che troppo spesso c'è la rincorsa al "botto", al "colpaccio" da primo disco. JB qua magari tra due dischi partorisce il disco che farà mettere 8 a frankie, per dire, che le carte in regola ce le ha tutte per sfondare.

Io fatico a immaginare come possa ulteriormente migliorare. Al limite evolversi, ma per farlo dovrà cambiare terreno perché in questo campo con un disco simile ha già dato tutto quello che poteva dare, più lo ascolto e più mi sembra perfetto. :o Comunque che orrenda evocazione che hai usato, consentimi. :D


Io pure; boh, mi sembra un esordio programmatico. Non saprei nemmeno cosa chiedergli per compiere quest'evoluzione.
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#46 kebab

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:47

Io fatico a immaginare come possa ulteriormente migliorare. Al limite evolversi, ma per farlo dovrà cambiare terreno perché in questo campo con un disco simile ha già dato tutto quello che poteva dare, più lo ascolto e più mi sembra perfetto. :o Comunque che orrenda evocazione che hai usato, consentimi. :D


Io invece lo trovo tutt'altro che perfetto e molto perfezionabile. Lo sto ancora ascoltando per bene, eppure a ogni ascolto trovo dei tratti in cui secondo me poteva tirare fuori qualcosa di meglio. Ovviamente io l'ho inquadrato in un modo e probabilmente l'insoddisfazione personale viene dal fatto che non lo trovo coerente con la mia idea, però ammetto che c'è ben poco da fare (si cade nel gusto personale e non se ne esce più). Per dire, "Limit to Your Love" è il prototipo di come avrei voluto tutto il disco: un equilibrio perfetto tra la voce calda soul, le melodie pop/appiccicose e le rarefazioni dub. Nel resto del disco l'equilibrio perfetto non lo trovo e ogni tanto sbadiglio.

Io pure; boh, mi sembra un esordio "rogrammatico. Non saprei nemmeno cosa chiedergli per compiere quest'evoluzione.


Cioè secondo te dovrebbe fare sempre dischi così?
Tra l'altro, che pezzone non è il gospel minimale finale?
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#47 sfos

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:51



Io pure; boh, mi sembra un esordio programmatico. Non saprei nemmeno cosa chiedergli per compiere quest'evoluzione.


Cioè secondo te dovrebbe fare sempre dischi così?
Tra l'altro, che pezzone non è il gospel minimale finale?


Ma per me può avventurarsi in tutti i territori che desidera approfondire, se lo fa con questa classe; solo che ad oggi non saprei assolutamente dire quale sia l'evoluzione "naturale" di questo sound.
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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:52

"Limit to Your Love" è il prototipo di come avrei voluto tutto il disco: un equilibrio perfetto tra la voce calda soul, le melodie pop/appiccicose e le rarefazioni dub


E' quello che penso anche io, non a caso si tratta di una cover... per me può (e dovrebbe) migliorare sul piano compositivo, molte di quelle melodie private delle sua (bella) voce e di quelle (bellissime) atmosfere sarebbero proprio fragilissime.
Oh è anche vero con atmosfere del genere poi vanno comunque bene a braccetto, quindi bisognerebbe vedere anche quanto ciò magari sia stato voluto... però insomma ottimo songwriter proprio no.
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#49 kebab

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Inviato 27 gennaio 2011 - 20:54

E' quello che penso anche io, non a caso si tratta di una cover...


Chiaro, ho dimenticato un pezzo. Quella è la dimostrazione che quello che gli manca è un po' di fiuto compositivo pop-oriented, tutto qua. Direi che è anche giusto che sia così, considerando da dove proviene.
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#50 Gozer

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Inviato 27 gennaio 2011 - 21:06

Io invece lo trovo tutt'altro che perfetto e molto perfezionabile. Lo sto ancora ascoltando per bene, eppure a ogni ascolto trovo dei tratti in cui secondo me poteva tirare fuori qualcosa di meglio. Ovviamente io l'ho inquadrato in un modo e probabilmente l'insoddisfazione personale viene dal fatto che non lo trovo coerente con la mia idea, però ammetto che c'è ben poco da fare (si cade nel gusto personale e non se ne esce più). Per dire, "Limit to Your Love" è il prototipo di come avrei voluto tutto il disco: un equilibrio perfetto tra la voce calda soul, le melodie pop/appiccicose e le rarefazioni dub. Nel resto del disco l'equilibrio perfetto non lo trovo e ogni tanto sbadiglio.

Ma il perfezionarsi implicherebbe in sostanza un disco sulla falsariga di questo, e a me questa prospettiva non è che faccia saltare sulla sedia (magari ciò è condizionato dal fatto che per me non può dare più di così in questo campo specifico). Preferirei che si evolvesse e tracciasse un percorso, le ipotesi possono essere tante: un disco in cui prova a destrutturare sample orchestrali, oppure un disco in cui tenti una velocizzazione della proposta, o ancora un altro piano/voce con arrangiamenti vocali a più linee. So che sembra fantacalcio, ma questo album ha forse sfondato una porta e fantasticare su cosa possa accadere ora è più che lecito.
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