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Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni


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4 replies to this topic

#1 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 13 dicembre 2010 - 18:39

E' largamente insipido. Sembra un film a la Allen, non un film di Allen, in cui luoghi comuni e piccoli stereotipi si affastellano continuamente. Quello che manca prima di tutto sono i dialoghi, quella proverbiale brillantezza e incisività che è stato il tratto tipico dei film di Allen.
Se l'incipit è bello, ma certo è il Bardo, e la fine l'ho pure apprezzata per come strappa ogni previsione interrompendo tutte le storie in maniera brusca, ma coerentemente facendo diventare tutte le vicende schegge senza senso del molto dimenarsi dei protagonisti, in mezzo non c'è davvero molto. Nè il vecchio in lotta con l'età, nè l'uomo alla ricerca di una via intelletuale, nè la donna alla rincorsa del proprio orologio biologico raccontano qualcosa oltre lo stereotipo, ma soprattutto nelle loro vicende mai si accende il fuoco della battuata o il quadro che ne approfondisca la psicologia. E anche la signora presa da spiritismo e ciarlatane non è gran che ispirata.
Il pessimismo di Allen è terribile, sono tutti personaggi sgradevoli, incapaci di vivere, di decidere, di guardare oltre se stessi, di essere equilibrati, ma il film è largamente senza ritmo e sa, molto, di già visto e raccontato.
Film svogliato e senza sapore
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#2 vegeta851

    Enciclopedista

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  • LocationFerrara

Inviato 14 dicembre 2010 - 00:37

Il pessimismo di Allen è terribile, sono tutti personaggi sgradevoli, incapaci di vivere, di decidere, di guardare oltre se stessi, di essere equilibrati, ma il film è largamente senza ritmo e sa, molto, di già visto e raccontato.


concordo, forse è uno dei suoi film più pessimisti e neri, e certi bozzetti fanno sorridere (i problemi di Hopkins con la giovane moglie) ma per il resto è parso anche a me un Allen un po' svogliato e fiacco. Risaputo no, perchè i suoi temi son sempre quelli (sugli stessi argomenti ho preferito "Melinda & Melinda"), ma non necessario, senza dubbio.
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#3 selva

    mainstream Star

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Inviato 14 dicembre 2010 - 07:39

Concordo anche io, però il personaggio di Hopkins mi è piaciuto.
Vuoto di dialoghi e di trovate geniali. Basta che funzioni al contrario si reggeva su dei dialoghi spettacolari, tanto che mi sono ritrovato a premere il tasto rewind diverse volte. Qui invece l'ombra della senilità (quella più nera ed esistenzialista) del regista emerge e non lascia scampo. La scena finale è azzeccata e altri interludi sono abbastanza buoni. Hopkins dà linfa vitale al film senza strafare. Brolin lo piazzo in quella categoria d'attori fisiognomicamente pessimi. (complimenti a chi scritto la recensione).
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#4 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 14 dicembre 2010 - 13:29


Il pessimismo di Allen è terribile, sono tutti personaggi sgradevoli, incapaci di vivere, di decidere, di guardare oltre se stessi, di essere equilibrati, ma il film è largamente senza ritmo e sa, molto, di già visto e raccontato.


concordo, forse è uno dei suoi film più pessimisti e neri, e certi bozzetti fanno sorridere (i problemi di Hopkins con la giovane moglie) ma per il resto è parso anche a me un Allen un po' svogliato e fiacco. Risaputo no, perchè i suoi temi son sempre quelli (sugli stessi argomenti ho preferito "Melinda & Melinda"), ma non necessario, senza dubbio.


Allen è uomo di pochi temi e io amo i suoi pochi temi. La differenza fra un film e un altro allora la fa il modo di raccontare sempre le stesse cose, qui il modo non c'è. E' come se in questo film avesse messo meno cura del solito.
Il tema principale mi sembra essere la vanità in tutti i sensi, ossia nel significato di vano, vuoto e di compiacimento di sè accompagnato dalla presunzione di avere delle qualità. Da Alfie che pretende di essere ciò che non è (e come è caustico Allen nel fargli ribadire che è un fatto di geni, stilettata allo scientismo contemporaneo che ignora l'invecchiamento, o almeno pretende di farlo), al personaggio di Brolin che pretende di essere uno scrittore, di vivere come tale, pretende pure sempre l'altra donna, chiunque essa sia anche la moglie appena mollata, alla Watts che pretende di essere una gallerista senza averne i quattrini e quasi quasi pure di avere un uomo che neppure la vede.
Cattivissimo Allen, impietoso con tutti, anche con la signora svampitella che sarà pure tenera, ma è scandalosamente stupida. E poi la veggente, insomma lei è proprio 50 e 50, come tutti noi, a volte ci azzecca per puro dato statistico, ma poi fallisce come è normale che sia.
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#5 Eleanor Rigby

    Utente che paga sempre i suoi debiti.

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Inviato 16 dicembre 2010 - 08:40

Visto ieri, per me raggiunge la sufficienza piena anche se non arriva al 7.

La storia è un po' quella di sempre ma in effetti con un pessimismo e un'amarezza di fondo che in altri film non ho mai sentito, oserei dire definitivo.
I personaggi solo abbozzati nel loro essere dei "wannabe" l'hanno reso sicuramente più leggero e piacevole rispetto a come sarebbe stato lo stesso film girato dal Woody Allen di 20 anni fa: niente pipponi esisteziali à la "Mariti e mogli", ma purtroppo anche niente dialoghi da ricordare, nessuna battuta geniale di quelle che ascolti e pensi "perchè non ci ho mai pensato io?"
Però bella fotografia, belle le riprese di Londra, al quanto sciapa la presenza di Banderas.
Alcune scene tra Hopkins e la giovane moglie mi sembravano clonare situazioni della Dea dell' amore, magari anche a causa del doppiaggio di lei.
Alla fine: 6+.
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Zingonia di una certa età

 


Syd ili 4.5 te l0'ho deto perché il dosco è effettivamente un capovlavoro no perché ti conosco (che poi non ci siamo ancora visti per ora

On dovresti però osservare l'andamtnto dei voti del disco, non è queleo che un artista farebbe. Viaeto che ildisco ha cendo all'estero puoi pensare finalmnetn di espatriare e portare la tua museca ove ha più+ brobabilità di avere cuccesso





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