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L'arresto di Julian Assange


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66 replies to this topic

#51 virginia wolf

    apota

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Inviato 09 dicembre 2010 - 16:12

Sempre che non sia tutto finto; finchè è in galera, è al sicuro. E' fuori che è in pericolo...



non ne sarei così sicura...
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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#52 Tom

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Inviato 10 dicembre 2010 - 08:46

Wikileaks, Visa, nonne sodomizzate e ragazze vietnamite che si fanno vomitare in bocca dai cani :(

Dai, almeno finalmente smetteremo di credere nella favola che viviamo nella democrazia... è ora di diventare grandi.
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#53 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 10 dicembre 2010 - 16:30

Che buffonata.
Non mi viene altro.
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#54 Mr Repetto

    Enciclopedista

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Inviato 11 dicembre 2010 - 02:00

Le ritorsioni verso Wikileaks e verso la persona di Assange mi sembrano un inutile colpo di coda degli Stati, messi alle strette da un destino inesorabile. Ritorsioni legali, o peggio da servizi segreti in stile guerra fredda, ingigantiranno solo il mito dell'australiano dai capelli di ghiaccio, già di per sè alimentato da quel minimo di spirito anarchico presente in ognuno di noi.
Inoltre la retorica della  "nuova forma di terrorismo", manco fossimo di fronte alla prima fuga di notizie della Storia,  non fermarà la libertà di stampa. Per impossibilità sia tecnica, sia legale.  Lo stesso sistema giudiziario americano, sono convinto, farà la cosa giusta: punirà in modo esemplare chi ha fatto trapelare notizie secretate, ma non chi le ha pubblicate.

La questione è talmente importante da fare passare in secondo piano alcuni legittimi dubbi  deontologici relativi all'Assange giornalista, e perfino all'Assange "hacker etico". E' indubbio il fondamentale ruolo di soggetti come Wikileaks nello smascherare misfatti oppure incoerenze tra dichiarazioni pubbliche e intenzioni reali delle diplomazie.
A renderne controverso il mito, però, è l'utopia della "trasparenza totale" su cui è fondato.  
Senza alcun filtro giornalistico si rischia non solo una totale e ingiustificata irresponsabilità rispetto alle conseguenze delle proprie pubblicazioni, ma anche di coprire dietro un trambusto di "gossip diplomatico" gli scandali veri (pedinamenti Onu e diplomatici-spie, ad esempio).

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#55 Brucaliffa

    mainstream Star

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Inviato 11 febbraio 2011 - 00:32

Ho visto un documentario su WikiLeaks, WikiLeaks: War, Lies And Videotape. Interessante, sono partita un po' prevenuta perché penso che la trasparenza totale sia un mito pericoloso, ma sentendo la storia dei video dalle guerre in Iraq e Afghanistan non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia imbarazzante l'ipocrisia che circonda queste due guerre così scandalosamente e prevedibilmente fallimentari. Assagne comunque non mi convince troppo, nel documentario viene intervistato anche Daniel Domscheit-Berg, l'altro "padre" di WikiLeaks, che racconta la rottura interna: per il tedesco, Assange è un "piacione" che si è fatto troppa pubblicità, danneggiando lo spirito originale del progetto. 
A parte le storie e le motivazioni delle persone che stanno dietro a WikiLeaks, è comunque spaventoso pensare che in questo momento svelare quanto sia debole e ridicola la diplomazia internazionale rischia solo di far precipitare la situazione. Non so quanto sia utile "illuminare" la massa su quanto siamo messi male.
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Better Call Saul!

#56 Marguati

    opinion maker

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Inviato 11 febbraio 2011 - 00:37

Diciamo piuttosto la diplomazia americana, in particolare
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#57 Guest_Hex_*

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Inviato 19 agosto 2012 - 11:56

ASCESA E CADUTA DI UN RANGER DELLA NUOVA ERA INFORMATICA
Andrea Scanzi per Il Fatto Quotidiano


Il camaleonte che voleva cambiare il mondo è inciampato nel soprannome della giovinezza. "Mendax", da Orazio. "Magnificamente mendace". Adesso che l'orizzonte è un asilo politico, di magnifico non c'è molto e la bugia non riecheggia nobile. Julian Assange, 41 anni. Ascesa e caduta di un ranger della nuova era informatica.
Nato a Townsville, Queensland, nord est dell'Australia. Fino al dicembre 2010 era uno degli uomini più potenti del mondo, in odore di Nobel per la pace. Ora è accusato di stupro e molestie. Ripete, cambiando pettinatura come uno Zelig alieno, che i rapporti con Anna Ardin e Sofia Wilèn erano consensuali. Che il preservativo si è rotto. Che è vittima di vendette personali (delle donne) e congiure (degli Stati Uniti).
Ieri citava Aleksandr Isaevič Solženicyn, martire dei Gulag: "Al momento giusto una parola di verità peserà più del mondo intero". Oggi grida al complotto. A differenza di altri, qualche motivo ce l'ha. L'accusa è "sex by surprise", rapporto consensuale ma senza protezione, aggravato da essersi rifiutato di sottoporsi ai test per le malattie sessuali trasmissibili.
La Ardin, nota femminista, sarebbe stata sobillata da una poliziotta molto amica, e forse sua amante, così super partes da scrivere in quei giorni sulla bacheca Facebook: «È ora di sgonfiare quel pallone gonfiato ed esageratamente osannato di Julian Assange». La tempistica è sospetta: 20 novembre 2010 il mandato d'arresto, 28 novembre il Cablegate, 7 dicembre l'arresto a Scotland Yard dopo essersi presentato spontaneamente, 14 dicembre la scarcerazione.
Non occorre avere visto Homeland o 24, serie - peraltro - che dopo Wikileaks sono immediatamente sembrate dei maestosi esempi di post-realismo verghiano, per ipotizzare che una tale accusa infamante sia l'escamotage per portare all'estradizione in Svezia e quindi negli Stati Uniti. Dove, dagli editorialisti del Washington Post alla destra più conservatrice, si esige per Assange e soci l'accusa di spionaggio. Punibile con la pena di morte.
La vicenda, per il ranger Assange, non è più solo giuridica. E' piuttosto morale e mediatica. Non è un'anomalia che il giudizio su di lui sia schizofrenico, santo o stupratore. Il ribelle, così come l'intellettuale, suscita reazioni veementi: se Assange piacesse a tutti, non sarebbe Assange. E non avrebbe vissuto come ha sempre fatto. Genitori idealisti e attori, 37 scuole cambiate da bambino. Via di casa a 17 anni, sposo e padre a 18, subito divorziato. Hacker negli Ottanta, oraziano e mendace. A 20 anni si infiltrava nel Dipartimento della Difesa Americano mentre i coetanei credevano che i computer fossero la casa di Pacman.

Accusato e condannato (24 capi di imputazione) nel 1992, rilasciato per buona condotta, studioso di fisica e matematica - ma pure filosofia e neuroscienze - guardandosi bene dal laurearsi. Anarchico, visionario, egotico. Assange credeva con Wikileaks, nato sei anni fa e di cui si definisce "editore in capo", di cortocircuitare il mondo. Tempestando i potenti di rivelazioni secretatissime e portando le democrazie presunte al default informatico (più che economico).
Alla formattazione liberatoria. Al resettaggio catartico. Il lessico era da profeta: "Noi diamo degli esempi", "Questa rivelazione riguarda la verità", "Ho capito l'importanza della divulgazione". Giugno, novembre, dicembre 2010. Guerra in Afghanistan, in Iraq, Cablegate. Torture, storture, segreti. Titoli e prime pagine, ovunque. Qualcuno, dentro Wikileaks, avrebbe preferito una tattica più dilatata nel tempo. Come Daniel Domscheit-Berg, che si è staccato da Assange fondando Openleaks.

Altra storia già vista: il paladino della democrazia liquida, nonché totale, accusato di individualismo. Affinità e divergenze dei nuovi ribelli.
Assange si era trasferito nell'estate 2010 in Svezia. "Ha le leggi più estese in materia di libertà di stampa". Poco dopo, per mano della giustizia svedese, l'accusa di stupro. Errore di sottovalutazione. Non l'unico. Desiderava dimostrare che pochi attivisti potevano più di milioni di giornalisti. Il mito della "stampa senza stampa", però, è ancora una chimera.
Assange ha sempre saputo che i cablo, per quanto deflagranti, non avrebbero comportato esplosioni rimarchevoli senza l'appoggio di testate rivali. Indesiderate. Superate. Epperò funzionali. Da una parte le ha usate e spremute abilmente (New York Times, The Guardian, El Pais, Le Monde, Der Spiegel). Dall'altra ha ammesso che di loro aveva bisogno. Il nuovo gulag di Assange è l'ambasciata ecuadoregna a Londra, da cui dovrà uscire come una valigia diplomatica.
Poco eroica, come exit strategy. Poco immaginifica, come stazione del calvario 2.0 di Don Chisciotte. Probabilmente il Magnificamente Mendace è vittima di un complotto. Sicuramente ha sopravvalutato se stesso. E sottovalutato l'assuefazione di chi, con o senza cabli, non prova poi così attrazione nell'essere informato. L'opinione pubblica dimentica Guantanamo, ma un preservativo rotto no.
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#58 nickn

    Groupie

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Inviato 27 agosto 2012 - 20:20

mi sa che questa foto chiude la questione stupro
difficile che una sia stuprata e sconvolta e due giorni dopo faccia una foto di gruppo bella sorridente (è censurata ma si capisce) con il suo stupratore lì a mezzo metro da lei asd

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#59 piersa

    Megalo-Man

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  • Location14-16 Fabrizi Nicola e Aldo

Inviato 27 agosto 2012 - 20:49

Questa è una storia da operetta ma in realtà c'è solo da piangere, a vedere cosa è diventata la grande Europa, una sentina di goldoni, Moliere, Beckett e Kafka messi insieme e messi insieme non fanno niente di buono, tipo mettere insieme cioccolato e maionese.
Intanto il "giornalismo" si preoccupa delle Pussy Riot e non dimentica mai che in Siria le pallottole dei lealisti uccidono anche i bambini, mentre quelle dei ribelli sono telecomandate e ammazzano solo i cattivi.
Che schifo, ziocane.
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#60 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 27 agosto 2012 - 23:15

Forse la faccenda di Assange racconta veramente la storia di un mitomane esaltato. C'è però che a pelle non mi fido di chi ha una o più basi militari in ogni regione del risiko, piazza a capo di governi funzionari delle proprie banche d'affari, specula con le proprie agenzie di rating sulla pelle dei consumatori di mezzo mondo ed è altrettanto esaltato....
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#61 Number 6

    Scaruffiano

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Inviato 28 agosto 2012 - 10:26

Riassumiamo: Pinochet aiutato e finanziato in nome dell'anticomunismo e della guerra fredda; Assange accusato delle peggiori nefandezze, tradimento, spionaggio, stupri, con richieste di estradizione lunghe che neanche la lista della spesa di Giuliano Ferrara.
La Gran Bretagna riufiuta (pochi anni fa eh, mica trenta) l'estradizione di Pinochet verso la Spagna per accuse di omicidi, torture, sequestri di persona, sparizioni, violazioni a random dei diritti umani e adesso per arrestare Assange fa il diavolo a quattro minacciando addirittura di entrare inforza in una sede diplomatica straniera facendo strame del diritto internaizonale.
C'è qualcosa che non mi torna.

Che Assange sia un montato e anche un po' esaltato, come dice Il Fatto Quotidiano, è fuor di dubbio ma fino a prova contraria ancora questa non è una violazione dei diritti umani. Del resto anche Travaglio non è precisamente un fan dell'understatement, mi sembra.
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#62 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 28 agosto 2012 - 11:01

beh, come si sono parati il culo a vicenda nell'ultima Olimpiade, Inghilterra e USA, è qualcosa che nemmeno l'URSS di Breznev e il Patto di Varsavia hanno mai fatto... cazzo, a Mosca 80 l'Italia portò a casa un fottio di medaglie (5° nel medagliere), mica qualche giudice russo la strappò per darla a qualche bulgaro!
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#63 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 28 agosto 2012 - 16:01

mi sa che questa foto chiude la questione stupro
difficile che una sia stuprata e sconvolta e due giorni dopo faccia una foto di gruppo bella sorridente (è censurata ma si capisce) con il suo stupratore lì a mezzo metro da lei asd

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in questa foto si è chiaramente travestito da Justin bieber per sfuggire ai servizi segreti
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#64 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 30 agosto 2021 - 06:14

Ho trovato solo questo 3d.
Sinceramente vorrei capire meglio la questione su di lui: trovo parecchio imbarazzante come sia stato trattato da tutti i paesi democratici occidentali, anche se del resto la sicurezza delle nazioni democratiche si basa su tenere riservate molte questioni.
Il silenzio intorno a lui da parte dei media mi incuriosisce.
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Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#65 bosforo

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Inviato 30 agosto 2021 - 09:25

Il thread è vecchio e vedo che si parla principalmente dello scandalo sessuale. Allora era fresco l'hacking del video dell'elicottero in Iraq (un crimine di guerra eh) per cui molti avevano ancora un'opinione positiva di Assange ma da allora si sa come opera Wikileaks, per il quale le vite di chiunque sono danno collaterale accettabile, vite rovinate grazie al loro approccio di sharing totale senza redazione alcuna: passaporti, indirizzi, codici fiscali o equivalenti, record medici, Wikileaks ha fatto outing di omosessuali in Arabia Saudita e condiviso cavi diplomatici senza curarsi dell'incolumità degli interessati.
Praticamente zero rispetto di ogni principio di privacy e un approccio da "terra bruciata".

Il mondo ha cambiato decisamente idea quando Wikileaks si è concentrato sulle email di Hillary Clinton, favorendo Trump. Ho scritto più volte che i complotti di Trump pilotato dalla Russia sono appunto complotti, ma la selettività con cui opera Assange non aiuta certo chi pensa che sia un agente neutrale. Non male per un paladino della trasparenza.
I suoi più accaniti sostenitori in Occidente, tolte le celebrità scoppiate come Pamela Anderson e Vivienne Westwood, sono la solita cricca di quinte colonne "anti-imperialiste", da RT a Glenn Greenwald a Corbyn e altri cheerleader di Iran, Siria, Gaddafi, Putin, ecc. Non penso che ci sia una simpatia da parte di Assange (o forse sì), che mi è sempre sembrato un ultra libertario, ma piuttosto post-esilio nell'ambascista dell'Ecuador si è dovuto ritagliare un certo sostegno di qualche tipo.

A me secca molto quando viene paragonato a Snowden che, a quanto so, ha preso ogni possibile precauzione per tutelare gli individui coinvolti
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#66 Mr Repetto

    Enciclopedista

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Inviato 30 agosto 2021 - 12:28

Il mondo ha cambiato decisamente idea quando Wikileaks si è concentrato sulle email di Hillary Clinton, favorendo Trump. Ho scritto più volte che i complotti di Trump pilotato dalla Russia sono appunto complotti
 

 

Intendi "complotti" (veri) o "teorie del complotto" (da confermare, e probabilmente false)?

 

- Mi sembra di ricordare che tu intenda la seconda. Anche perchè Trump pilotato dalla Russia è ovviamente alquanto improbabile. Russia che ha cercato di favorire Trump invece credo che sia assodato, o sbaglio?


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#67 bosforo

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Inviato 30 agosto 2021 - 13:05

Il mondo ha cambiato decisamente idea quando Wikileaks si è concentrato sulle email di Hillary Clinton, favorendo Trump. Ho scritto più volte che i complotti di Trump pilotato dalla Russia sono appunto complotti

Intendi "complotti" (veri) o "teorie del complotto" (da confermare, e probabilmente false)?
 
- Mi sembra di ricordare che tu intenda la seconda. Anche perchè Trump pilotato dalla Russia è ovviamente alquanto improbabile. Russia che ha cercato di favorire Trump invece credo che sia assodato, o sbaglio?

Teorie, sì. Scusa, ho scritto in modo frettoloso.

A un certo punto sembrava che la classe di pundit americana (e i loro boccaloni a est dell'Atlantico) fosse veramente convinta che Trump fosse un asset russo e parte di uno schema putiniano che include la Brexit, "dark money" e macchinazioni tra ambasciate russe e ristoranti di lusso - tipo il mega castello di carte della storia di Cambridge Analytica.

Sicuramente c'era lo zampino di certe parti oscure dello Stato russo nella sua elezione, favorendo Gill Stein come terzo candidato ma 1) lo fanno ovunque nel mondo, spesso favorendo forze opposte e creando caos e 2) erano briciole in confronto alla campagna multimilionaria di HRC - da qui tutto il cope secondo me
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