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Bret Easton Ellis (ma anche del Brat Pack e del nuovo minimalismo americano)


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52 replies to this topic

#51 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 03 aprile 2020 - 11:54

 

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A me complessivamente piacque, nel suo porsi come una sorta di Yannoupoulos colto ho rilevato però che cade spesso in certi toni un pò paternalistici.
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Concordo, diventando anche molto pedante a tratti.

 

La prima metà del libro l'ho letta con curiosità e piacere, trovo che nella seconda metà cominci a fare il paraculo giustificandosi di avere un compagno millenial etc. Soprattutto trovo che esprima giudizi tranchants nei confronti di una generazione senza rendersi conto di non avere esperienze umane al di fuori della bolla alto-borghese artistica di NY e LA.

 

Il discorso politically correct l'ho trovato interessante: vivo in zona LA dall'anno scorso e ho avuto esperienza diretta di alcuni personaggi esasperanti e di persone che vivono nelle bolle dei campus universitari americani. La parte in cui descrive persone dell'ambiente che piangono e hanno crisi di nervi a causa dell'elezione di Donald Trump è purtroppo vera, il che mi fa spezzare una lancia in suo favore per quanto riguarda una "certa immaturità" di quella fascia di popolazione che descrive. Il suo errore (GRAVE secondo me) è che generalizza questi personaggi ad un'intera generazione.

Io l'ho interpretato come una caratterizzazione di quella generazione visto che è in essa dove è forse più comune, e se lo è, lo è perchè sono proprio quelle persone che hanno avuto una crescita tale da favorire quei tratti.

 

Ma d'altro canto, quel tipo di isteria secondo me è anche abbastanza trasversale in tutte le demografiche possibili statuinitensi, e in questo la definirei anche bipartisan: retoriche simili, arroganza simile, forme di discorso simili, caccia alle streghe e agli spaventapasseri simile. A volte mi viene da pensare se sia una conseguenza connaturata proprio alla lingua, tanto facile da imparare nelle sue costruzioni spesso semplici, quanto magari inadatta a cogliere e concepire sfumature di pensiero meno nette e dogmatiche.


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#52 B3LYP

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Inviato 04 aprile 2020 - 21:15

 

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Io l'ho interpretato come una caratterizzazione di quella generazione visto che è in essa dove è forse più comune, e se lo è, lo è perchè sono proprio quelle persone che hanno avuto una crescita tale da favorire quei tratti.

...

 

Non mi è molto chiaro questo punto

 


Ma d'altro canto, quel tipo di isteria secondo me è anche abbastanza trasversale in tutte le demografiche possibili statuinitensi, e in questo la definirei anche bipartisan: retoriche simili, arroganza simile, forme di discorso simili, caccia alle streghe e agli spaventapasseri simile. A volte mi viene da pensare se sia una conseguenza connaturata proprio alla lingua, tanto facile da imparare nelle sue costruzioni spesso semplici, quanto magari inadatta a cogliere e concepire sfumature di pensiero meno nette e dogmatiche.

 

 

Oddio, non saprei. Non credo molto nel fatto che diverse lingue abbiano differenti livelli di sofisticatezza tali da modificare la profondità di pensiero/comunicazione. Penso che la comunicazione digitale e i socials abbiano molto probabilmente spinto ad un livello di comunicazione elementare, e che di conseguenza ciò si rifletta su un certo livello di sofisticatezza del pensiero degli users. Non credo sia una cosa generazionale (come dice Ellis...), ma piuttosto che sia trasversale a tutte le fasce di popolazione che si affidano principalmente a questi media (Trump, anyone?). Motivo forse per cui Ellis in primis finisce per scrivere un libro come White che alla fine resta abb vacuo nei contenuti nel momento in cui cerca di partire dalle diatribine di Twitter. Forse, la vacuità/l'impoverimento della comunicazione digitale verbale fa spostare più l'attenzione sui dettagli linguistici che sullo spessore dell'argomento stesso su cui alla fine ci si gira attorno (?). In merito si può discuterne per anni. Penso sia lo stesso punto che hai sottolineato con il primo commento, no?
 


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#53 Edgewalker

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  • LocationWhere the Iron Crosses Grow

Inviato 05 aprile 2020 - 09:43

 

Io l'ho interpretato come una caratterizzazione di quella generazione visto che è in essa dove è forse più comune, e se lo è, lo è perchè sono proprio quelle persone che hanno avuto una crescita tale da favorire quei tratti.

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Non mi è molto chiaro questo punto

 


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Oddio, non saprei. Non credo molto nel fatto che diverse lingue abbiano differenti livelli di sofisticatezza tali da modificare la profondità di pensiero/comunicazione. Penso che la comunicazione digitale e i socials abbiano molto probabilmente spinto ad un livello di comunicazione elementare, e che di conseguenza ciò si rifletta su un certo livello di sofisticatezza del pensiero degli users. Non credo sia una cosa generazionale (come dice Ellis...), ma piuttosto che sia trasversale a tutte le fasce di popolazione che si affidano principalmente a questi media (Trump, anyone?). Motivo forse per cui Ellis in primis finisce per scrivere un libro come White che alla fine resta abb vacuo nei contenuti nel momento in cui cerca di partire dalle diatribine di Twitter. Forse, la vacuità/l'impoverimento della comunicazione digitale verbale fa spostare più l'attenzione sui dettagli linguistici che sullo spessore dell'argomento stesso su cui alla fine ci si gira attorno (?). In merito si può discuterne per anni. Penso sia lo stesso punto che hai sottolineato con il primo commento, no?

Eh si, può essere una consequenza sicuramente dello sviluppo mediale recente, ma a questo punto il passo successivo lecito sarebbe poter affermare con ragionevole certezza che se comunque ci cresci dentro hai più probabilità che certi semplicismi ci siano e siano più frequenti e forti, rispetto a chi magari arriva a queste cose in un età diversa, dopo essere cresciuto in un mondo diverso. Che è quello che cercavo di dire senza generalizzare.


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