qualche annotazione: non si capisce perchè gli stati socialisti debbano andare sempre verso una transizione. transizione verso cosa? verso il modello europeo o anglosassone di democrazia rappresentativa? in questo caso io le riforme non le vedo in quell'ottica, le vedo semplicemente come un aggiornarsi in virtù della realtà esistente. d'altronde se il socialismo è progresso, non può restare immobile e immutabile ai dettami ottocenteschi come i suoi detrattori vorrebbero (per altro in quel caso ottenendo ragione)
sul modello cinese non concrodo con Kyashan per un semplice motivo: Cuba dal punto di vista geopolitico è l'opposto della Cina: uno stato piccolo, con un'economia (gravemente turbata dall'embargo) che non conta niente su scala mondiale, con pochissimi abitanti e neanche tante materie prime. questo, se nello scacchiere mondiale ti mette in posizione di svantaggio, a livello interno ha i suoi benefici: lo stato sociale con gli standard più elevati di tutta l'area e la possibilità di tenere sotto controllo la forbice tra ricchi e poveri, che in Cina rischia di andare fuori controllo. per questo secondo me, se deve esserci una transizione nel senso di elezioni all'occidentale con partiti che ribalterebbero il sistema costituzionale, il modello da seguire non può che essere quello sudamericano del venezuela. ma la vedo una prospettiva difficile, almeno nel breve-medio termine, la propaganda statunitense avrebbe un peso enorme e ben più determinante che altrove anche a causa della vicinanza geografica (e della presenza di una base americana in suolo cubano, non scordiamoci questo dettaglio), gli esuli anticomunisti rientrerebbero tutti in pompa magna e in poco tempo Cuba ritornerebbe ad essere il bordello degli usa. francamente non credo che la maggioranza dei cubani voglia questo, per cui credo che il sistema rimarrà rigidamente socialista almeno per i prossimi anni.
sulla cina mi preme far notare che l'economia è ancora pianificata e le aziende di importanza strategica sono pubbliche e questo è uno dei cardini di uno stato socialista, poi è ovvio che il paese essendosi aperto al mercato globale sia sceso a compromessi, però non esagererei col dire che di socialista non c'è più niente. il termine socialismo di mercato, coniato da analisti ben più esperti e capaci di me, credo che calzi a pennello. comunque è un inciso OT e tale spero che resti
sul venezuela, notizia fresca fresca
http://www.gennaroca...amministrative/
qualche annotazione: non si capisce perchè gli stati socialisti debbano andare sempre verso una transizione. transizione verso cosa? verso il modello europeo o anglosassone di democrazia rappresentativa? in questo caso io le riforme non le vedo in quell'ottica, le vedo semplicemente come un aggiornarsi in virtù della realtà esistente. d'altronde se il socialismo è progresso, non può restare immobile e immutabile ai dettami ottocenteschi come i suoi detrattori vorrebbero (per altro in quel caso ottenendo ragione)
sul modello cinese non concrodo con Kyashan per un semplice motivo: Cuba dal punto di vista geopolitico è l'opposto della Cina: uno stato piccolo, con un'economia (gravemente turbata dall'embargo) che non conta niente su scala mondiale, con pochissimi abitanti e neanche tante materie prime. questo, se nello scacchiere mondiale ti mette in posizione di svantaggio, a livello interno ha i suoi benefici: lo stato sociale con gli standard più elevati di tutta l'area e la possibilità di tenere sotto controllo la forbice tra ricchi e poveri, che in Cina rischia di andare fuori controllo. per questo secondo me, se deve esserci una transizione nel senso di elezioni all'occidentale con partiti che ribalterebbero il sistema costituzionale, il modello da seguire non può che essere quello sudamericano del venezuela. ma la vedo una prospettiva difficile, almeno nel breve-medio termine, la propaganda statunitense avrebbe un peso enorme e ben più determinante che altrove anche a causa della vicinanza geografica (e della presenza di una base americana in suolo cubano, non scordiamoci questo dettaglio), gli esuli anticomunisti rientrerebbero tutti in pompa magna e in poco tempo Cuba ritornerebbe ad essere il bordello degli usa. francamente non credo che la maggioranza dei cubani voglia questo, per cui credo che il sistema rimarrà rigidamente socialista almeno per i prossimi anni.
sulla cina mi preme far notare che l'economia è ancora pianificata e le aziende di importanza strategica sono pubbliche e questo è uno dei cardini di uno stato socialista, poi è ovvio che il paese essendosi aperto al mercato globale sia sceso a compromessi, però non esagererei col dire che di socialista non c'è più niente. il termine socialismo di mercato, coniato da analisti ben più esperti e capaci di me, credo che calzi a pennello. comunque è un inciso OT e tale spero che resti
sul venezuela, notizia fresca fresca
http://www.gennaroca...amministrative/
Hai ragione quando dici che è difficile per Cuba seguire il modello della Cina, per dimensione demografica, risorse e posizione geografica, e ci sarebbero anche dei fattori culturali secondo me. Ma è lo stesso governo cubano ad averlo prospettato.
Tu dici che per mantenere lo Stato sociale con gli standard più elevati di tutta l' area Cuba dovrebbe seguire il modello venezuelano, ma il problema è che questo modello è assolutamente precario. Chavez ha sicuramente limitato lo strapotere delle oligarchie di origine europea in uno degli Stati più ricchi di energia del mondo, ma in 12 anni di potere il miglioramento degli indici sociali, come mortalità infantile, speranza di vita e tasso di istruzione, è aumentato di poco e nulla rispetto a Paesi che hanno da parecchio tempo governi conservatori come la Colombia, che nonostante le ingiustizie sociali, cmq in piccola diminuzione, ha l' economia più dinamica della regione, insieme a Panama, pur continuando a concentrare il reddito nelle mani di pochi e mantenendo maggiori tassi di povertà. Chavez per il momento ha fallito nello stesso tentativo di seguire il modello cubano di sicurezza sociale, pur non dimenticando che l' opposizione avrebbe lasciato il Venezuela in una situazione socialmente peggiore. L' unico dato che distinugue il Venezuela in positivo nell' avvicinarsi ai risultati cubani è l' indice Gini, una più equa distribuzione del reddito, che però si regge esclusivamente sulla rendita del petrolio, senza riuscire a convertire queste risorsa in un economia più variegata: in Venezuela non si produce nulla e si importa ogni genere che non sia energia. Al contrario la Cina è riuscita convertire le sue risorse in un' economia dinamica. E siamo sicuri che in Venezuela ci sia più sicurezza sociale che in Cina ? Anzi, il fatto che abbia un tasso di omicidi 20 volte maggiore suggerirebbe che il conflitto sociale sia molto maggiore.
I fratelli Castro sono molto più intelligenti di Chavez, ora hanno bisogno di lui per reggere il loro Stato sociale di Cuba, ma sanno benissimo che il giorno in cui non dovessero più avere il petrolio a basso prezzo del Venezuela, nel lungo periodo non avrebbero altra scelta che seguire il modello cinese, per quanto difficilmente attuabile.