dopo la visione di interstellar mi ero promesso di rivedermi inception, che ho visto una volta sola e alla sua uscita, e degli ultimi film di nolan è quello che non rivedevo da più tempo. infatti penso che il cinema di nolan da il cavaliere oscuro in poi, abbia iniziato una nuova fase, in cui le tematiche dei primi film vengono portate ad ulteriore estremizzazione/approfondimento, e allo stesso tempo emerge una forte e centrale vena melodrammatica del tutto assente nei suoi primi film, nonché un gigantismo visivo e produttivo dovuto alle esigenze da kolossal che ormai i suoi film necessitano. e inception non fa che confermare la mia tesi
quando lo vidi la prima volta non mi convinse al 100%. oggi mi domando se all'epoca fossi cieco. ma c'è da dire che a posteriori i film si rivelano meglio quasi come in una epifania. forse nel 2010 non ero ancora pronto per inception. rischia di essere il film più rappresentativo del cinema nolaniano. dal punto di vista della costruzione narrativa è spregiudicato, persino più di memento, del quale in fondo porta a compimento certe intuizioni. le tematiche che lo ossessionano ci sono tutte: realtà/illusione, tempo, scienza/fantascienza, amore/morte. le sequenze evocative che hanno reso famoso il suo cinema sono presenti in grandi quantità, ed è incredibile come una volta viste rimangano indelebili nella mente anche se si è dimenticato tutto del film (è il mio caso dopo anni che non lo rivedevo): dicaprio che cade al rallentatore nella vasca; il bar parigino che esplode e si smaterializza nella stasi temporale del tutto; joseph gordon-levitt che combatte nel corridoio di un albergo incurante della legge di gravità muovendosi tra soffitto e pavimento; il "regno mentale" di dicaprio, una specie di isola di grattacieli nell'oceano; e così via
è un film dal procedimento narrativo vertiginoso, che ti risucchia in profondità man mano che i livelli mentali si inglobano come matrioske. è incredibile come nolan riesca a tenere, come si suol dire, la barra dritta. la sua messinscena granitica, ferrea tanto quanto il suo script, all'insegna dell'essenzialità (non si permette mai una ripresa di troppo o che possa compromettere l'equlibrio della narrazione), è davvero l'unica possibile per mantenere coerente il tutto. ci sono delle chiare affinità, ovviamente a posteriori, con interstellar: ad incominciare dalla figura del protagonista, cobb, che vuole semplicemente tornare a casa, riconquistare la propria tranquillità familiare (magari farsi una birra come cooper). ma se in interstellar vi è una tensione, una dicotomia, tra individuale ed universale - alla fine a beneficio del primo polo - in inception l'interesse di nolan è tutto ripiegato sul privato, l'individuale. cosa c'è del resto di più personale dei propri ricordi? della propria mente? del proprio inconscio? quindi se sia bruce wayne che cooper sono dilaniati e letteralmente combattuti tra una missione "superiore" (salvare una città/salvare l'umanità) e le proprie aspirazioni individuali (poter vivere "normalmente" con la donna amata/riunirsi con la propria famiglia), cobb ha deciso fin dall'inizio che i suoi bisogni personali vengono prima di tutto, e proprio per questo è disposto a fare il ladro (decisamente più "nobili" sono gli intenti degli altri personaggi nolaniani citati). se quindi partiamo dal presupposto che inception sia il film nolaniano più rappresentativo, dobbiamo allora pensare che per forza di cose la tensione presente in personaggi come wayne e cooper non può che risolversi nel ripiegamento nel privato di cobb. quindi quando si dice che la fantascienza di nolan è essenzialmente una fantascienza familista, individualista e casalinga, bè si dice qualcosa di vero. la casa è il rifugio al quale tutti facciamo ritorno quando ne abbiamo bisogno, l'amore familiare è un'ancora di salvezza nell'indeterminatezza ed incommensurabilità del tutto. non importa se la trottola gira, se la realtà che vivo è "la" vera realtà, finché sono con chi amo
e qui l'anima melodrammatica, e qui il collegamento con le sue ultime opere, in particolare interstellar. cobb è un personaggio decisamente tragico, persino più di cooper disperso nell'universo e fuori dal tempo. è un uomo che ha perso il contatto con la realtà, che ha vissuto mille vite tranne quella reale, che cerca di rimediare agli errori contemplando dei ricordi, sperando che possano cambiare. ha avvelenato la mente della propria moglie e causato indirettamente la sua morte. e non riesce a perdonarselo. chi potrebbe? ma anche per lui c'è spazio per la redenzione, perché alla fine per l'ottimista nolan tutti i conti devono tornare, tanto nella sceneggiatura quanto nella vita. e quindi alla fine racconta una grande storia di amore e morte vissuta nell'inconscio - l'amore è anche la leva su cui agiscono cobb e il suo gruppo per "l'innesto" nella mente di fischer - in cui però alla fine a vincere è la vita. è il solito happy ending hollywoodiano? può essere, ma sta di fatto che è coerente con tutta l'architettura nolaniana