in realtà è un problema enorme, anche per la tenuta democratica (moderna) del paese; infatti, le petit Chevalier ha talmente accentrato il potere di gestione della CdL nelle sue mani che sorge spontaneo il dubbio su chi debba prendere le redini quando il suddetto dovesse appendere il doppiopetto al muro.
Berlusconi non s'è mai preoccupato di tirar su un "delfino", una figura alla quale affidare il futuro importante dell'esperienza di centro-destra (che, in fondo, ha cambiato il modo di far politica in questo paese) e da imporre anche agli alleati.
Peccato, la scarsa lungimiranza, tipica dei despoti e monarchi, ha prevalso sulle considerzioni che ogni politico dovrebbe fare.
beh, certo che a guardare tra le fila del suo movimento, Forza Italia, non si scorgono figure "interessanti", in questo senso: si va dalla macchietta Tremonti, allo sfigato Bondi, alla zitella Brunetta, ecc. ecc. (tralascio, per decenza, Schifani e Vito).
ma la qustione non poteva rimanere insoluta e, dopo tanti appelli (sottovoce o meno), l'altrasera, durante una delle ormai celebri "cene del lunedì" (assurte a rito vero e proprio), Berlusconi e i suoi invitati (tra cui il sentùr Bossi) hanno affrontato il problema e, secondo le prime indiscrezioni, pare che abbiano partorito questo:
Nel preparare lo scontro sulla Finanziaria, lâ??opposizione definisce i suoi assetti interni
Berlusconi lascia, nel 2011 tocca a Fini. Sarà solo destra
Il Cavaliere e Bossi sciolgono i dubbi sulla successione. Casini è fatto fuori
Se si dovesse andare ad elezioni anticipate il candidato sarebbe ancora lui, Silvio Berlusconi. Ma se si andrà al voto alla scadenza naturale, nella primavera del 2011, allora per contendere palazzo Chigi al centrosinistra scenderà in pista Gianfranco Fini. Il tormentone sulla premiership del centrodestra è finito: Berlusconi molla e passa la palla al leader di Alleanza nazionale. Le indiscrezioni sono circolate ieri, allâ??indomani della cena di Arcore con Bossi, lunedì sera, nel corso della quale Berlusconi non avrebbe avuto difficoltà a convincere il Senatùr sulla sua strategia per il prossimo futuro. Gli uomini di Fini smentiscono: «Ã? una polpetta avvelenata». Il capo di An non vuole esacerbare i rapporti con Casini, già ai minimi storici, che viene così tagliato definitivamente fuori dalla corsa alla successione a Berlusconi.
Fini intanto accelera nella trasformazione di An. Non soltanto è deciso ad entrare nel Ppe, ma già alle elezioni europee del 2009 intende presentarsi con un cartello elettorale unico tra Forza Italia e An e un unico, nuovo simbolo.