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The Wicker Man (1973)


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43 replies to this topic

#1 Flight

    cosa rimane dentro noi

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Inviato 03 ottobre 2006 - 23:09

Prima che lâ??ennesimo remake di prossima uscita attenti alle nostre memorie cinefile, depauperi residue immaginazioni e ricchezze di spirito, invito a recuperare questâ??incredibile opera del 1973, inquietante, visionaria, iconoclasta e sensuale, col tempo divenuta un cult movie come Rocky Horror.
Inghilterra. Un sergente di polizia intraprendente e timorato parte per unâ??isola alla ricerca di una ragazza scomparsa, nell'indifferenza degli abitanti che non sembrano saperne niente. Si imbatterà in una collettività quantomeno eccentrica ed è solo lâ??inizio dellâ??incredibile avventura che lo aspetta.

Collocato nel genere horror-occulto, non privo di humour graffiante, The Wicker Man è considerato da alcuni, a ragione, uno dei migliori film del cinema britannico. La colonna sonora a cura di Paul Giovanni e Magnet, è altrettanto, e forse ancor più, celebre.
Oltre a profumare inconfondibilmente, intensamente inglese, tutto è fascinosamente datato, pagano, stregato e terrificante: incollocabile nel nostro emisfero. La presenza di Christopher Lee è la più classica ciliegina sulla torta.

Semi sconosciuto in Italia per via della solita censura politica, che in mezzo secolo ha rimosso o manipolato dozzine di film, di The Wicker Man girano almeno tre versioni di differente durata: la raccomandazione è cercare la Directorâ??s Cut, in lingua madre. Non sarà tutto comprensibile per chi non conosce perfettamente lâ??inglese, ma è anche lâ??unica completa e le immagini contano più di ogni altra cosa.

Immagine inserita

Grandissimo Flight per aver ricordato questo capolavoro assoluto, The Wicker Man inquieta fin dai primi minuti fino a esplodere nella parte finale, mette in scena una forma di società che sebbene celi una radicata tensione maligna (che si avverte in ogni particolare della vita del villaggio, a livello di sensazione), pericolosamente tenta e affascina scardinando le certezze, in particolare quelle religiose, ed infatti il protagonista è sempre in bilico tra l'abbandono e l'irreprensibilità e quando ho visto il film la prima volta sono stato parecchio turbato da questo aspetto perchè mi ci sono immedesimato, non so se è capitato anche a voi.


indubbio che il protagonista subisca, sia pur coercitivamente, un fascino psicologico dell'eresia e dell'abbandono pagano. Anche l'ambientazione su un isola appunto antropologicamente spiega quel rovesciamento eretico e candido della società, deviato verso la libertà e la lascivia più assolute. Io ammetto che in mezzo a quei festini (di indubbia appartenenza hippie folk dell'epoca) farei decisamente meno resistenza del poliziotto e mi consegnerei a questo patto sociale annullandomi nel miscuglio dei beati.
Ho provato a dire sia pur velocemente la mia ;)
Piacere di rileggerti.
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fabio

#2 Pierrot le fou

    Roadie

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Inviato 04 ottobre 2006 - 06:52

In effetti anche per chi comprende bene l'inglese non è facile capire ottimamente, in quanto si parla in una sorta di dialetto abbastanza ostico.
Il film è bellissimo e da vedere assolutamente.
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#3 Guest_LoriVarney_*

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Inviato 04 ottobre 2006 - 07:24

Vorrei fare anch'io un appunto sulla colonna sonora, che e' davvero fantastica. Willow's Song e' semplicemente uno dei pezzi piu' streganti e sensuali che abbia mai sentito, e' disarmante come ammalia, e' il canto/lamento di una sirena che non riusciamo a capire se sia benigna o maligna.
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#4 Guest_vegeta_*

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Inviato 04 ottobre 2006 - 09:21

ragazzi a me piacerebbe vederlo, ma come si fa?

Si trova solo in lingua originale, manco sottotitolato...e io pur cavandomela con l'inglese non credo di riuscire a seguire un intero film...

Comunque a novembre esce il remake di Neil LaBute, che comunque non è un cattivo regista.
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#5 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 04 ottobre 2006 - 11:12

ragazzi a me piacerebbe vederlo, ma come si fa?

Si trova solo in lingua originale, manco sottotitolato...e io pur cavandomela con l'inglese non credo di riuscire a seguire un intero film...

Comunque a novembre esce il remake di Neil LaBute, che comunque non è un cattivo regista.


Il film è stato trasmesso da Studio Universal con sottotitoli. Ed è molto bello.
Il remake mi ispira 0.
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#6 Guest_vegeta_*

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Inviato 04 ottobre 2006 - 11:29


ragazzi a me piacerebbe vederlo, ma come si fa?

Si trova solo in lingua originale, manco sottotitolato...e io pur cavandomela con l'inglese non credo di riuscire a seguire un intero film...

Comunque a novembre esce il remake di Neil LaBute, che comunque non è un cattivo regista.


Il film è stato trasmesso da Studio Universal con sottotitoli. Ed è molto bello.
Il remake mi ispira 0.


io non ho il satellite...ma magari qualcuno l'ha registrato e l'ha messo in release sul mulo...ora controllo.

ps: ne "Le Regole dell'attrazione" di Avary c'è una bella citazione del film in questione
  • 0

#7 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 04 ottobre 2006 - 11:40



ragazzi a me piacerebbe vederlo, ma come si fa?

Si trova solo in lingua originale, manco sottotitolato...e io pur cavandomela con l'inglese non credo di riuscire a seguire un intero film...

Comunque a novembre esce il remake di Neil LaBute, che comunque non è un cattivo regista.


Il film è stato trasmesso da Studio Universal con sottotitoli. Ed è molto bello.
Il remake mi ispira 0.


io non ho il satellite...ma magari qualcuno l'ha registrato e l'ha messo in release sul mulo...ora controllo.

ps: ne "Le Regole dell'attrazione" di Avary c'è una bella citazione del film in questione


Non so se facilmente o meno, ma credo proprio che dovresti trovarlo su E-MULE.
Non ricordo la citazione fatta da Avary! ???
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#8 Guest_vegeta_*

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Inviato 04 ottobre 2006 - 11:45




ragazzi a me piacerebbe vederlo, ma come si fa?

Si trova solo in lingua originale, manco sottotitolato...e io pur cavandomela con l'inglese non credo di riuscire a seguire un intero film...

Comunque a novembre esce il remake di Neil LaBute, che comunque non è un cattivo regista.


Il film è stato trasmesso da Studio Universal con sottotitoli. Ed è molto bello.
Il remake mi ispira 0.


io non ho il satellite...ma magari qualcuno l'ha registrato e l'ha messo in release sul mulo...ora controllo.

ps: ne "Le Regole dell'attrazione" di Avary c'è una bella citazione del film in questione


Non so se facilmente o meno, ma credo proprio che dovresti trovarlo su E-MULE.
Non ricordo la citazione fatta da Avary! ???


nel film di Avary c'è una festa studentesca in cui i ragazzi bruciano un covone di paglia con le forme di un uomo identico a quello di "The Wicker Man" ;)

ps: sul mulo c'è...english con sub in ita. Perfetto!
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#9 theydontsee

    Groupie

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Inviato 04 ottobre 2006 - 17:41

Proprio ieri mi e' arrivata una copia in DVD comprata su e-bay a 6$, ma non l'ho ancora visto. La prima volta che ne ho sentito parlare  e' stato in relazione ai gruppi "psych-folk" americani (Sunburned Hand Of A Man, Charalambides e simili) che sono tutti grandi fans del film.
  • 0

#10 hash easy tempo

    pivello

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Inviato 04 ottobre 2006 - 20:43

Proprio ieri mi e' arrivata una copia in DVD comprata su e-bay a 6$, ma non l'ho ancora visto. La prima volta che ne ho sentito parlare  e' stato in relazione ai gruppi "psych-folk" americani (Sunburned Hand Of A Man, Charalambides e simili) che sono tutti grandi fans del film.


Il fan numero uno di The Wicker Man è comunque Sir. David Tibet.
Per il resto: danze e maschere pagane di culto e Christopher Lee sugli scudi!
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#11 theydontsee

    Groupie

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Inviato 04 ottobre 2006 - 20:56


Proprio ieri mi e' arrivata una copia in DVD comprata su e-bay a 6$, ma non l'ho ancora visto. La prima volta che ne ho sentito parlare  e' stato in relazione ai gruppi "psych-folk" americani (Sunburned Hand Of A Man, Charalambides e simili) che sono tutti grandi fans del film.


Il fan numero uno di The Wicker Man è comunque Sir. David Tibet.
Per il resto: danze e maschere pagane di culto e Christopher Lee sugli scudi!


Ovviamente Tibet, che a proposito di psych-folk, ultimamente se la fa con personaggi come Ben Chasney dei Six Organs Of Admittance.
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#12 theydontsee

    Groupie

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Inviato 06 ottobre 2006 - 22:28

Proprio ieri mi e' arrivata una copia in DVD comprata su e-bay a 6$, ma non l'ho ancora visto. La prima volta che ne ho sentito parlare  e' stato in relazione ai gruppi "psych-folk" americani (Sunburned Hand Of A Man, Charalambides e simili) che sono tutti grandi fans del film.


Finalmente visto ed ammirato. Straniante, ammaliante ma anche scherzoso, con la sola sequenza di Willow Song a farne già un qualcosa di specialissimo. Ma come cavolo si sono potuti permettere di ricavarne un, sicuramente squallido, remake?
  • 0

#13 Guest_Cooper_*

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Inviato 07 ottobre 2006 - 00:04

Ma come cavolo si sono potuti permettere di ricavarne un, sicuramente squallido, remake?


Pagando.
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#14 Guest_vegeta_*

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Inviato 21 ottobre 2006 - 20:29

l'ho finalmente recuperato.

Un "horror" non tradizionale e che sa inquietare senza mostrare nemmeno una goccia di sangue.
L'incontro-scontro tra il poliziotto cattolico e bigotto e la comunità della piccola isola scozzese di Summerisle, dedicata a culti pagani (che prevedono riti orgiastici e sacrifici umani) da l'avvio a un discorso non banale sulla religione e le credenze umane.
Il film sa essere ferocemente ironico nella prima parte, per poi diventare tesissimo nella seconda: gli ultimi trenta minuti (con sorpresa finale) sono da brividi.
Nonostante Neil LaBute alla regia, il remake potrebbe essere un sonoro tonfo.
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#15 Nekokuma

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Inviato 16 novembre 2006 - 16:28

Grandissimo Flight per aver ricordato questo capolavoro assoluto, The Wicker Man inquieta fin dai primi minuti fino a esplodere nella parte finale, mette in scena una forma di società che sebbene celi una radicata tensione maligna (che si avverte in ogni particolare della vita del villaggio, a livello di sensazione), pericolosamente tenta e affascina scardinando le certezze, in particolare quelle religiose, ed infatti il protagonista è sempre in bilico tra l'abbandono e l'irreprensibilità e quando ho visto il film la prima volta sono stato parecchio turbato da questo aspetto perchè mi ci sono immedesimato, non so se è capitato anche a voi.
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#16 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 03 agosto 2007 - 17:32

"Man is born to believe. And if no church comes forward with its
title-deeds of truth, sustained by the tradition of sacred ages and by the conviction of countless generations to guide him, he will find altars and idols in his own heart and his own imagination."

Benjamin Disraeli, come citato nel racconto "The Wicker Man", di Anthony Shaffer e Robin Hardy, sul quale di basa il film.

La prossima uscita di "Cowboys For Christ", dopo oltre due decadi di inattività, rappresenta una nuova occasione per omaggiare il genio, ahimè poco prolifico ma assai intenso di Robin Hardy, condensato in quelli che forse rimangono, oggi nel 2007, i cento minuti più carichi di tensione della storia del cinema. Una tensione palpabile ed elettrica, che non scaturisce dalla scena sconvolgente o improvvisa, dalla ma dall'inquieto dipanarsi degli eventi, nel sottile gioco dei
confronti fra i personaggi, delle incomprensioni, delle inconsapevolezze e degli inganni: in definitiva, la tensione è data dallo scarto fra verità e credenza, ma anche fra percezione e interpretazione simbolica di essa. Ambientata verisimilmente negli anni 60/70, epoca in cui il film è stato concepito e girato, la trama di questo "The Wicker Man" è tuttavia calata nella stralunata quiete di una "primitiva"(più nel modo di pensare che a livello
tecnologico) comunità di Summerisle, nome fittizio che nasconde un riferimento geografico preciso ad un gruppo di isole(Summer Isles) comprese nell'Arcipelago delle Ebridi, lungo la costa scozzese. Va subito premesso che la pellicola in questione rappresenta uno dei rari casi di filmografia "totale", in quanto, nella sua profonda indagine delle radici culturali e cultuali dei popoli precristiani del Nord Europa, ne coinvolge un elemento essenziale, ossia la musica folk, la quale non soltanto viene sapientemente ricreata dalla colonna sonora di Paul Giovanni(coadiuvato nell'opera, fra gli altri, da Jacqui McShee e
Danny Thompson, membri della leggendaria progressive folk band albionica "Pentangle"), ma ha un'importanza centrale nello svolgimento della trama ed è eseguita il più delle volte dagli stessi personaggi, così da raggiungere un'intensità religiosa. La versione originale distribuita dalla British Lion si apre con un ringraziamento evidentemente fittizio rivolto a Lord Summerisle e agli abitanti della sua isola, per la cooperazione nella realizzazione del film e per l'eccezionale sguardo concesso all'interno delle loro pratiche religiose. Vittima di questa atmosfera magica cadrà progressivamente Neil Howie (Edward Woodward, nella sua prima e migliore interpretazione cinematografica-in seguito si dedicherà principalmente a cicli di serie televisive), un sergente di polizia "della terraferma" giovane e fervente cristiano, ritratto nella scena iniziale in cui recita il ventitreesimo salmo, quindi silenziosamente dileggiato dai suoi colleghi per il fatto di essere ancora vergine e per il suo conservatorismo bigotto: è un primo confronto del Cristianesimo con i demoni del passato(paganesimo) e del futuro(ateismo). La svolta si ha con l'arrivo di una lettera, che invoca l'aiuto del sergente per indagare sulla misteriosa scomparsa di una giovane ragazza , di nome Rowan Morrison: la traversata, compiuta dal sergente con un idrovolante, del braccio di mare che separa la Scozia dalle Summer Isles, è un momento altamente evocativo che simboleggia il progressivo distacco dalla civiltà(e il suo trinomio, proprio della cultura conservatrice dell'epoca, legge-terraferma-cristianesimo) e l'ingresso in un mondo avulso, fittamente intessuto di un'antica simbologia pagana: il fatto che l'isola sia conosciuta principalmente, per via della sua miracolosa fertilità, come "Isola delle mele", la assimila alla leggandaria terra di Avalon; l'insegna della locanda del villaggio è l'uomo dei boschi(The Green Man), che riveste il medesimo ruolo mitologico delle divinità celtiche Cernunnos o Sucellos o del trickster Puck; così Rowan, il nome della fanciulla scomparsa, risulta essere la pianta di sorbo, dal cui legname erano fabbricate le bacchette magiche e le verghe dei druìdi; "l'Uomo di Vimini" eponimo del film, è uno degli aspetti più affascinanti della cultura celtica antica: menzionato da Giulio Cesare nel suo "De Bello Gallico", è un'effige antropomorfa beneaugurante in cui venivano stipati e dati alle fiamme decine di animali e talora anche uomini, per propiziare la fertilità del raccolto, purificando la comunità tramite l'eliminazione di una sorta di "capro espiatorio"; l'intero svolgimento della vita quotidiana degli abitanti dell'isola appare improntato a una cerimonialità naturale, connessa con gli antichi riti della fertilità e i canti popolari (spesso licenziosi in quanto apotropaici, ossia volti a scacciare gli spiriti maligni e a propiziare il raccolto). Questa centralità del simbolo fallico(specialmente nell'educazione dei giovani) e naturalezza dell'atto sessuale sconvolgono Howie, ancorato com'è a una visione demonizzata della sessualità e del corpo umano propria del cristianesimo e del puritanesimo inglese in particolare, tanto da non accorgersi(o forse è proprio da questo che è sconcertato?) di come essa sia espletata con assoluta innocenza e naturalezza dagli abitanti di Summerisle, e considerarla sintomo di libertinismo sfrenato. La misura della sua intolleranza è data dal gesto, compiuto nella sua visita al cimitero(che non è più "churchyard", ma semplicemente "graveyard"), di apporre una croce su un sepolcro. L'opposizione degli abitanti dell'isola alle indagini si concretizza dapprima in una certa indifferenza, quindi, dopo che Howie ha scoperto che Rowan, di cui gli abitanti continuano a negare la stessa esistenza, è in realtà ancora viva, in apertà opposizione. A manovrarli è l'autentica eminenza grigia del film, Lord Summerisle, splendidamente interpretato da Christopher Lee, reduce dai celebri film horror della Hammer: costui è l'illuminato padrone dell'isola, discendente della stirpe dei Summerisle, che ha
trasformato la sterile e brulla isola in una terra edenica estirpando da essa il cristianesimo e reintroducendo i essa gli antichi culti pagani(riconducibili ad un originario panteismo piuttosto che ai politeismi celtico e norreno); sornione e al tempo stesso terribile, dionisiaco nel senso più autentico del termine, si fa portatore, contro l'intolleranza di Howie(la cui indignazione è provocata non solo dalla portata potenzialmente eversiva della nuova religione nei confronti dell'ordine costituito, ma soprattutto dal fatto che i sudditi di un moderno paese cristiano possano essere dediti a simili pratiche) e attraverso argomentazioni serrate, delle istanze originarie di una religione naturalistica. Particolarmente centrale è il confronto fra le due differenti visioni della morte, cristiana e pagana: da un lato la resurrezione e la trascendenza, dall'altro la reincarnazione e la metempsicosi. Ma nemmeno il carattere austero e irreprensibile del sergente è immune al fascino delle figure femminili(tutte rigorosamente ambigue ed avvenenti, con i capelli del colore delle spighe di grano): una di esse in particolare imbarazza e affascina la fantasia di Howie, ed è la giunonica Willow(Britt Ekland), figlia dell'oste(alla quale peraltro è dedicato il delizioso teatrino da musical di "The Landlord's Daughter") altro tassello della vita quotidiana e religiosa della comunità, in quanto, sotto le spoglie di una semplice licenziosità, si nasconde un antico rituale di prostituzione sacra legato all'iniziazione dei giovani: è lo stesso Lord Summerisle a connotare la fanciulla come una dea dell'amore e della fertilità.
E' il canto di sirena della situazione: memorabile la scena in cui Willow danza
senza vesti in una stanza e intona languidamente "The Willow's Song", mentre Howie, dall'altra parte del muro resiste non senza sforzo alla seduzione, il che conferma la risolutezza nel suo intento, ma decreta anche la sua fine in quanto, come nei migliori drammi euripidei, negando l'amore e consacrandosi alla verginità, ha rifiutato la stessa vita nel suo sensuale prorompere. Così la sua scelta cristiana si trasforma in una scelta tragica. Infine, documentatosi sulle usanze cultuali dei popoli precristiani legate alla festa del primo giorno di Maggio si rende conto di avere a che fare con delle forze più grandi di lui, che le sue abilità investigative e la sua logica rigorosa non possono modificare tradizioni avite da secoli, e tuttavia procede strenuamente alla ricerca di Rowan, il suo Sacro Graal personale. La celebrazione fissata per il giorno venturo prevede una processione guidata da figure mascherate, fra cui due in particolare sono fittamente simboliche e allusive: l'androgino rappresenta il passaggio dall'efebia all'età adulta e più in generale il carattere ambiguo dei riti della fertilità comuni alla cultura pre-cristiana di tutta Europa ed è impersonato dalla guida della comunità, sacerdote o re(Lord Summerisle in questo caso), mentre il buffone è una sorta di pariah(lo Zero dei Tarocchi, se si preferisce) a cui viene concesso l'onore di essere re per un giorno. Con l'inganno ma non casualmente, Howie partecipa alla processione sotto le vestigia di quest'ultimo, convinto che la celebrazione si concluda con il sacrificio della giovane vergine Rowan Morrison, tenuta nascosta nei mesi antecedenti proprio come il sole d'Inverno(fortissime le analogie con il mito greco di Proserpina, in cui la figlia vergine della dea dei campi Demetra, rimaneva imprigionata sotto terra, proprio come il grano, fino all'arrivo della Primavera), quando il crescendo di tensione infine trova scioglimento nel tragico esito: il suo sincero slancio di eroismo, il suo altruismo si sono rivelati miopi, in quanto subordinati ad un disegno superiore.
Come in un Edipo Re capovolto, Howie ha testardamente proseguito nella ricerca della verità, procedendo per gradi, fino ad impossessarsene e tuttavia non poterla sostenere, soccombendo ad essa: nel lungo percorso fra lo stimolo alla curiosità e la punizione che ne consegue, scopriamo che per tutto il tempo la sua convinzione di avere il controllo della situazione è stata direttamente proporzionale alla sua inconsapevolezza della realtà; quando alfine trova la vittima, scopre di essere lui stesso.
Una macchinazione tutta umana(per cui la lettera e la fanciulla sarebbero stati degli espedienti per condurre all'isola la vera vittima sacrificale, il cristiano vergine), come apparirebbe a prima vista, o un'ironia terribile da parte del suo Dio ? Quando la mascherata è terminata, il buffone, che ha ambito alla temporanea condizione di re, paga le conseguenze del suo ardire e diviene "capro espiatorio" della comunità, in quanto già di per sè corpo estraneo forzatamente penetrato in essa. Indubbiamente un'occasione per riflettere sulle conseguenze dello scontro fra culture differenti, ma c'è qualcosa di molto più profondo, che palesa progressivamente il significato esistenziale della vicenda.
Howie, ormai stremato e conscio della sua prossima fine, dopo aver tentato invano di convincere gli isolani della futilità delle loro pratiche(in questo caso il sacrificio, volto a ristorare il raccolto donando ad esso la vita della vittima) facendo appello a dimostrazioni scientifiche, si vota, con evidente contrapposizione e ironia tragica, al suo destino di martire cristiano, non senza scagliare un terribile anatema contro Lord Summerisle, predicendogli che l'anno seguente sarà lui, in quanto sacerdote/re della comunità, ad essere sacrificato. L'effetto cromatico del tramonto si mescola, nell'agghiacciante scena finale(che, se definire horror è riduttivo, è uno dei punti più alti dell'orrore cinematografico: nelle sue invocazioni deliranti c'è tutto il terrore del Cristo nel momento in cui cede al timore dell'abbandono da parte di Dio) al fuoco della pira dove avrà luogo l'Ecatombe, nel ventre del "Wicker Man". Così l'estremo atto di coraggio di Howie, che termina la sua vicenda cristologica accettando il sacrificio e facendo estremo appello alla fede nella resurrezione, consiste nell'intonare lo stesso salmo ventitreesimo, questa volta non come il conformista della "terraferma" dell'inizio del film, ma da autentico eretico anticonformista, mentre i pagani in coro fanno risuonare l'antico inno "Sumer Is Icumen In".
Nella dialettica fra paganesimo e cristianesimo, fra la naturalità del primo e la fede incrollabile del secondo, si fa largo, assieme allo sdegno del regista, la sotterranea ipotesi dell'ateismo. Vorrei poter dire che il messaggio trasmesso da questo film consista definitivamente in una condanna dei fanatismi,
ma la verità è che la conclusione è assai più problematica che edificante, tale da non poter in alcun modo procurare al regista(un relativista impenitente senza alcun dubbio, questo sì), almeno da parte di persone di buon senso e gusto, accuse di essersi schierato dalla parte di un'istanza o di un'ideologia piuttosto che di un'altra. L'incastro degli elementi, degno dei migliori gialli,
la forza delle immagini, la densità di contenuti e l'urgenza delle problematiche in esso avanzate fanno di "The Wicker Man" uno dei più grandi sforzi di nutrire la mente, attraverso gli stimoli della rappresentazione cinematografica, mai realizzati.
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Tutto quel che è di moda sarà presto fuori moda. [...] Occupa meglio il tuo tempo.

Robert Schuhmann – Musikalische Haus- und Lebensregeln

 

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#17 Nekokuma

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Inviato 03 agosto 2007 - 17:58

complimenti Reine, un post stupendo.
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#18 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 03 agosto 2007 - 18:04

complimenti Reine, un post stupendo.

Grazie, ce l'ho messa tutta per tantare di riportare in auge questo capolavoro così spesso ignorato in Italia(nella speranza di ampliare l'esposizione e trasformarla in qualcosa di più che un semplice post): nonostante esista una splendida versione sottotitolata(che fa cogliere le sfumature e i suoni della lingua originale anche a chi non ne comprende i significati e traduce persino le canzoni), noi abbiamo permesso che venisse censurato - noi schiavi dei doppiatori ! Spero che ci sia abbastanz materiale per sviluppare molte discussioni e invogliare non pochi a procurarselo.
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#19 Nekokuma

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Inviato 03 agosto 2007 - 18:07


complimenti Reine, un post stupendo.

Grazie, ce l'ho messa tutta per tantare di riportare in auge questo capolavoro così spesso ignorato in Italia(nella speranza di ampliare l'esposizione e trasformarla in qualcosa di più che un semplice post): nonostante esista una splendida versione sottotitolata(che fa cogliere le sfumature e i suoni della lingua originale anche a chi non ne comprende i significati e traduce persino le canzoni), noi abbiamo permesso che venisse censurato - noi schiavi dei doppiatori ! Spero che ci sia abbastanz materiale per sviluppare molte discussioni e invogliare non pochi a procurarselo.



La versione che è passata sul satellite su Studio Universal fra l'altro è  purtroppo quella più breve, mancante di tutta la parte iniziale, comincia direttamente con l'idrovolante. Tu hai quella intera sottotitolata in italiano? Si trova?
  • 0

#20 dick laurent

    ...

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Inviato 03 agosto 2007 - 18:41

cazzo, sembra una figatona! e non ne avevo mai sentito parlare...me lo procuro al volo

Ma quindi in italiano non c'è?
  • 0

dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#21 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 03 agosto 2007 - 18:44

Esatto, quella versione che hai tu è della WB, mentre quella originale devi solo chiedere e te la portano a dorso di mulo. La parte iniziale è sufficientemente imperdibile(scena della chiesa, arrivo della lettera, si menziona il fatto che Howie è ancora vergine) da costituire un motivo in più per procurarselo. Pensa che io l'ho visto per la prima volta in Inghilterra e ad oggi non esiste nemmeno un dvd italiano(forse però su Amazon trovi quello inglese con i sottotitoli italiani). Mi pare superfluo rimarcare l'influenza che questa pellicola ha avuto negli anni a venire sulla controcultura anglosassone(non si contano le band, gli scrittori, gli artisti che l'hanno citata), e tuttavia, a causa dell'ottusità della gente, è rimasta l'emblema del film "di culto", come molti film mediocri degli anni '70, destinata all'oblio specie qui in Italia.

cazzo, sembra una figatona! e non ne avevo mai sentito parlare...me lo procuro al volo

Ma quindi in italiano non c'è?

No, ma come ho detto la versione sottotitolata permette di godere appieno del pathos della lingua originale(gli attori sono di livello assurdamente alto) rispetto ad una anonima doppiatura. E' molto più di una bellezza: se entri nell'ottica questo film può modificare radicalmente la tua visione dell'arte cinematografica e del messaggio che veicola.
  • 0

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#22 Embryo

    Enciclopedista

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Inviato 04 agosto 2007 - 09:39



complimenti Reine, un post stupendo.

Grazie, ce l'ho messa tutta per tantare di riportare in auge questo capolavoro così spesso ignorato in Italia(nella speranza di ampliare l'esposizione e trasformarla in qualcosa di più che un semplice post): nonostante esista una splendida versione sottotitolata(che fa cogliere le sfumature e i suoni della lingua originale anche a chi non ne comprende i significati e traduce persino le canzoni), noi abbiamo permesso che venisse censurato - noi schiavi dei doppiatori ! Spero che ci sia abbastanz materiale per sviluppare molte discussioni e invogliare non pochi a procurarselo.



La versione che è passata sul satellite su Studio Universal fra l'altro è  purtroppo quella più breve, mancante di tutta la parte iniziale, comincia direttamente con l'idrovolante. Tu hai quella intera sottotitolata in italiano? Si trova?

Sono riuscito a trovarla per vie traverse e l'ho riversata su DVD "costruendo" anche un abbozzo di menu iniziale, vista la difficile reperibilità del supporto originale. I sottotitoli in italiano sono impressi nel flusso video, quindi te li devi sorbire per forza.
Fammi sapere se ti interessa.
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nobody knows if it really happened

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La birra è un perfetto scenario da sovrappopolazione: metti una manciata di organismi in uno spazio chiuso con più carboidrati di quanti ne abbiano mai visti e guardali sterminarsi con gli scarti che producono - nel caso specifico, anidride carbonica e alcol. E poi, alla salute!

#23 ReineMetal

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Inviato 04 agosto 2007 - 11:52

Vedo che abbiamo accorpato i due thread: bene così non facciamo confusione.
Avanzo un'ipotesi di confronto piuttosto peregrina ma affascinante: senza bisogno di ragionamenti astrusi -così a pelle- mi è sempre balenata in mente una certa affinità della trama(e di alcuni personaggi e dialoghi-così solenni, da tragedia greca)di questo film con quella de "La Fontana della Vergine" di Bergman. Ora, vi chiedo, è possibile che Hardy sia stato influenzato dal suddetto capolavoro ? Io penso di si: insomma, nel quadro di un confronto tra religione cristiana e antichi culti pagani, il personaggio principale che attraverso il viaggio si allontana dalla civiltà immergendosi nelle profondità della Natura, a cui viene martirizzato come vergine cristiano/a, e a chiudere un finale problematico in cui traspare tutta l'assurdità della lucida follia chiamata "fede".
Chiaro che un confronto simile è possibile sulla base di linee interpretative molto generali, ma gli elementi in comuni non sono pochi e di poco conto davvero.
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#24 dick laurent

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Inviato 12 agosto 2007 - 10:38

No, ma come ho detto la versione sottotitolata permette di godere appieno del pathos della lingua originale(gli attori sono di livello assurdamente alto) rispetto ad una anonima doppiatura. E' molto più di una bellezza: se entri nell'ottica questo film può modificare radicalmente la tua visione dell'arte cinematografica e del messaggio che veicola.


Finalmente l'ho visto, davvero un gran bel film. Magari è difficile ascriverlo semplicemente al genere horror, come invece mi aspettavo a vedere molte classifiche di genere nelle quali compare, anche se è difficile che un'amante dell'orrore non lo apprezzi. Sta più in quella "terra di mezzo" di film con momenti di tensione ed elementi soprannaturali come che so, picnic a hanging rock o l'ultima onda di weir. Molto...lovecraftiano.

Oh, "modificare radicalmente la visione dell'arte cinematografica" mi sembra francamente una discreta iperbole eh  :D, però ne vale davvero la pena.
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#25 ReineMetal

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Inviato 12 agosto 2007 - 19:13

Talvolta è anche bene lasciarsi andare a qualche iperbole per una buona causa.
Detto questo, sono come te saldo nella convinzione che chiunque definisca questo film "horror", allora probabilmente l'ha visto con scarsa attenzione o non l'ha per nulla visto. Ci sono momenti di tensione e di mistero che lo avvicinano al thriller e all'horror, ma altri elementi più consistenti permetterebbero di iscriverlo al filone giallo oppure al documentario. L'accostamento con il regista Weir(di cui apprezzo specialmente il primo citato, meno il secondo, che però ha in comune con Wicker Man proprio l'indagine, durante la quale il protagonista viene trascinato come in un vortice di antiche tradizioni e misteri), è uno dei più azzeccati possibili senza dubbio, mentre mi piacerebbe sapere come mai il film ti induce all'accostamento del regista con il grand incantatore di Providence(non è una provocazione, è che anch'io ne sono un appassionato e vorrei conoscere il motivo di certe tue sensazioni).
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#26 dick laurent

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Inviato 13 agosto 2007 - 13:52

Talvolta è anche bene lasciarsi andare a qualche iperbole per una buona causa.
Detto questo, sono come te saldo nella convinzione che chiunque definisca questo film "horror", allora probabilmente l'ha visto con scarsa attenzione o non l'ha per nulla visto. Ci sono momenti di tensione e di mistero che lo avvicinano al thriller e all'horror, ma altri elementi più consistenti permetterebbero di iscriverlo al filone giallo oppure al documentario. L'accostamento con il regista Weir(di cui apprezzo specialmente il primo citato, meno il secondo, che però ha in comune con Wicker Man proprio l'indagine, durante la quale il protagonista viene trascinato come in un vortice di antiche tradizioni e misteri), è uno dei più azzeccati possibili senza dubbio, mentre mi piacerebbe sapere come mai il film ti induce all'accostamento del regista con il grand incantatore di Providence(non è una provocazione, è che anch'io ne sono un appassionato e vorrei conoscere il motivo di certe tue sensazioni).


L'accostamento con Lovecraft mi è venuto in mente perchè una caratteristica di molte sue opere è che il protagonista si ritrovi ad avere a che fare non con un unico nemico, ma al contrario con una comunità che, al di là di un'apparente e irreale normalità gli è completamente ostile. Altro tratto comune è la celebrazione di riti strani e un'atmosfera onirica e minacciosa. Adesso per esempio mi viene in mente un racconto breve di cui non ricordo il titolo, in cui il protagonista si ritrova ad andare ad assistere a un rituale/evocazione di qualche tipo, mi pare nottetempo, a cui partecipa un intero paese...(e se da queste due cazzate forse pure sballate riesci a ricostruire il titolo mi fai anche un grosso favore)

In effetti non sarebbe male aprire un intero topic dedicato a film ispirati ai racconti di lovecraft o con atmosfere simili....
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#27 ReineMetal

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Inviato 13 agosto 2007 - 14:17

Non avevo riflettuto su questo aspetto e devo ammettere che la tua osservazione è assolutamente plausibile. Probabilmente ti riferisci a "Rats In The Walls" oppure "The Horror Of Dunwich", che vertono entrambi su un tema accostabile a quello sviluppato da The Wicker Man, anche se non so quanto Hardy possa essere stato influenzato dallo scrittore americano(che -ahimè- non frequento da tempo immemore, a differenza di Poe).
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#28 dick laurent

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Inviato 13 agosto 2007 - 14:28

Non avevo riflettuto su questo aspetto e devo ammettere che la tua osservazione è assolutamente plausibile. Probabilmente ti riferisci a "Rats In The Walls" oppure "The Horror Of Dunwich", che vertono entrambi su un tema accostabile a quello sviluppato da The Wicker Man, anche se non so quanto Hardy possa essere stato influenzato dallo scrittore americano(che -ahimè- non frequento da tempo immemore, a differenza di Poe).


non era Dunwich (e neppure Innsmuth o Colui che sussurrava nelle tenebre), era un racconto mi pare abbastanza breve, e tra l'altro, ma qui davvero non so se ricordo bene o faccio un grosso minestrone, mi pare fosse ambientato proprio in un isola del nord (o comunque sicuramente in qualche posto freddo). Tipo che il tizio esce di notte e si unisce a una processione che finisce in una chiesa o qualcosa del genere...
Ricordi davvero vaghi, anche io è da tanto che ho letto i suoi racconti...rats in the walls come titolo di per sè non mi dice nulla, adesso provo a controllare, grazie!
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#29 dick laurent

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Inviato 30 agosto 2007 - 18:30


Non avevo riflettuto su questo aspetto e devo ammettere che la tua osservazione è assolutamente plausibile. Probabilmente ti riferisci a "Rats In The Walls" oppure "The Horror Of Dunwich", che vertono entrambi su un tema accostabile a quello sviluppato da The Wicker Man, anche se non so quanto Hardy possa essere stato influenzato dallo scrittore americano(che -ahimè- non frequento da tempo immemore, a differenza di Poe).


non era Dunwich (e neppure Innsmuth o Colui che sussurrava nelle tenebre), era un racconto mi pare abbastanza breve, e tra l'altro, ma qui davvero non so se ricordo bene o faccio un grosso minestrone, mi pare fosse ambientato proprio in un isola del nord (o comunque sicuramente in qualche posto freddo). Tipo che il tizio esce di notte e si unisce a una processione che finisce in una chiesa o qualcosa del genere...
Ricordi davvero vaghi


ricordavo meglio di quanto pensassi: l'ho ribeccato in un volume di Alberto Breccia in cui fa un riadattamento di Lovecraft. Titolo: "la ricorrenza". Mi ha colpito parecchio perchè ricordavo suggestioni simili a quelle di Wicker man, ma a rileggerlo davvero non escluderei che Hardy abbia preso ispirazione...
sono davvero curioso di sapere che ne pensi. Provo a vedere se riesco a postartelo qui sotto
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#30 dick laurent

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Inviato 30 agosto 2007 - 18:44

"Ã? un pezzo totalmente onirico, come Nyarlathotep e al-tre storie in questa vena: leggendolo, si ha l'impressione di guardare una tela di Munch o uno scherzo di Max Ernst."


La ricorrenza

Ero lontano da casa, sotto l'incantesimo dell'oceano orientale: al cre-puscolo lo sentivo frangersi sulle rocce e sapevo che si trovava appena al di là della collina dove i salici curvi fremevano contro il cielo limpido e le prime stelle della sera. Poiché i miei padri mi avevano convocato nell'anti-ca città costiera, mi inoltrai nella neve appena caduta e imboccai la strada che dirigeva, solitaria, verso il puntolino di Aldebaran lassù tra gli alberi e il vecchio borgo che non avevo mai visto ma spesso sognato.
Era Yuletide, la ricorrenza che gli uomini chiamano Natale pur sapendo
in cuor loro che è più antica di Betlemme e Babilonia, più di Menfi e della stessa umanità. Era Yuletide e finalmente giungevo all'antica città di mare dove la mia gente aveva vissuto e celebrato il rito anche nei tempi andati, quando era proibito farlo. I padri avevano raccomandato ai figli di osserva-re la ricorrenza almeno una volta ogni secolo, in modo da non dimenticare gli antichi segreti, perché il mio era un popolo già antico quando questa terra era stata colonizzata trecento anni prima. Era gente strana, arrivata di soppiatto come uno scuro popolo del meridione da terre di sogno ricche di giardini e di frutteti, e prima di imparare la lingua dei pescatori dagli occhi azzurri ne parlava un'altra. Ora, sparsi per la terra, i miei concittadini con-dividevano soltanto i rituali e i misteri che nessun vivo può comprendere. Quella sera fui l'unico ad arrivare nella vecchia città di pescatori, come prescrive la tradizione, perché solo i poveri e i solitari ricordano.
Kingsport mi apparve oltre la cima della collina, distesa nel gelo del-l'imbrunire; la nevosa Kingsport dagli antichi campanili e banderuole, travi e vecchi comignoli, moli e piccoli ponti, salici e cimiteri; e infiniti labirinti di stradine ripide e tortuose, al centro delle quali si ergeva la chiesa come una corona che nemmeno il tempo può toccare, e mucchi di case coloniali che guardavano in tutte le direzioni, in più strati e livelli come le costru-zioni disordinate di un bambino. L'antichità volteggiava con ali grigie sugli abbaini sbiancati dall'inverno e sui tetti a spiovente; una a una le finestre dai piccoli vetri e altre luci si accendevano nel gelido crepuscolo per spec-chiare Orione e le antiche stelle. Il mare sferzava moli consunti: il mare segreto, immemore, dal quale la mia gente era venuta un tempo.
Verso la sommità della strada, un poco a lato, sorgeva una seconda vetta che era il cimitero. Nuda e spazzata dal vento, era costellata di lapidi nere che affondavano nella neve come unghie decomposte di un gigantesco ca-davere. La strada era perfettamente solitaria, senza impronte, e a volte mi pareva di udire il terribile cigolìo di una forca scossa dal vento. Nel 1692 quattro miei antenati erano stati impiccati per stregoneria, ma non sapevo dove.
Percorrendo la strada che girava intorno alla collina e di qui scendeva verso il mare, cercai di cogliere gli allegri rumori di un villaggio di sera, ma non sentii nulla. Pensai al periodo particolare e mi dissi che probabil-mente quei vecchi puritani avevano tradizioni natalizie diverse dalle mie, che magari tutto si riduceva a una serie di preghiere davanti al focolare. Da quel momento smisi di cercare tracce di divertimenti o di altri pellegrini, ma continuai per la mia strada davanti alle case fiocamente illuminate e al-
le mura di pietra dove le insegne dei vecchi negozi e le taverne sul mare cigolavano nella brezza salata, mentre i grotteschi batacchi delle porte, in mezzo ai colonnati, scintillavano ai fianchi di stradine deserte e non pavi-mentate, riflettendo la scarsa luce che pioveva dalle finestre coperte da tende.
Avevo visto qualche pianta della città e sapevo dove trovare la casa della mia famiglia. Mi era stato detto che sarei stato riconosciuto e accolto vo-lentieri, perché le tradizioni dei villaggi vivono a lungo; così mi affrettai lungo Back Street e Circle Court, attraverso la neve fresca che copriva l'u-nica arteria veramente pavimentata della città, e di qui verso Green Lane, nel punto in cui sbocca dietro la Market House. Le vecchie carte erano an-cora efficaci e non ebbi problemi, ma ad Arkham dovevano avermi menti-to quando avevano detto che qui c'era il tram, perché sulla mia testa non vidi fili di sorta. E comunque, la neve avrebbe nascosto i binari. Ero con-tento di esserci arrivato a piedi, perché la vista del villaggio bianco dalla collina era stata bellissima, e adesso ero impaziente di bussare alla porta dei miei. Era la settima casa sulla sinistra in Green Lane, con un vecchio tetto a spiovente e il piano superiore che sporgeva visibilmente, il tutto co-struito prima del 1650.
Quando mi avvicinai vidi che l'interno era illuminato, e le finestre dai vetri a losanga dimostravano che la casa era conservata nel rispetto della sua antichità. La parte superiore sporgeva sulla strada coperta d'erba e qua-si toccava l'abbaino dell'edificio di fronte; mi trovavo in una specie di gal-leria formata dalle due abitazioni, con la bassa soglia di pietra completa-mente priva di neve. Non c'era marciapiede, ma le porte delle case erano in genere piuttosto alte e si raggiungevano da una doppia rampa di scale con la ringhiera di ferro. Era una scena piuttosto insolita, e siccome ero nuovo del New England non avevo mai visto niente di simile. La apprezzavo, ma mi sarei sentito meglio se avessi visto qualche impronta nella neve e gente nelle strade, e qualche finestra senza le tende chiuse.
Quando usai l'antico batacchio ero quasi spaventato. Una sorta di tremo-re si era impossessato di me: la stranezza della mia gente, la solitudine del-la sera, il profondo silenzio dell'antica città dai bizzarri costumi, tutto con-tribuiva. Quando mi aprirono trasalii addirittura, perché prima che la porta di casa cigolasse non avevo sentito rumore di passi. Ma la paura non durò a lungo: il vecchio in vestaglia e pantofole che stava sulla soglia aveva una faccia del tutto banale e rassicurante, e anche se a gesti mi fece capire di esser sordo, con uno stilo e una tavoletta di cera scrisse un'antica formula
di benvenuto.
Mi introdusse in una stanza bassa, illuminata dalle candele, con travi massicce ben visibili e mobili neri e frugali del XVII secolo: in un ambien-te del genere il passato era vivo, perché non c'era un solo particolare fuori posto. Vidi un immenso camino e un filatoio al quale, nonostante il giorno festivo, si adoperava una donna curva, rivolta dalla mia parte; costei indos-sava uno scialle abbondante e una cuffia, e filava in silenzio. L'ambiente era oppresso da un vago sentore di umidità e mi meravigliai che il fuoco non fosse acceso. La panca scurita che si trovava alla mia sinistra, di fronte a una serie di finestre con le tende chiuse, sembrava occupata, ma non po-tevo esserne sicuro. Non tutto quello che vedevo mi piaceva e provai di nuovo un senso di paura. La mia inquietudine fu rafforzata da ciò che pri-ma mi aveva calmato, perché più guardavo la faccia banale del vecchio, più mi sentivo allarmato da quella stessa banalità. Gli occhi non si muove-vano affatto e la pelle somigliava a cera, finché fui sicuro che non si trat-tasse affatto di una faccia ma di una diabolica mascheratura. Tuttavia le mani flaccide e curiosamente guantate scrissero parole rassicuranti sulla tavoletta, dicendomi che dovevo aspettare un po' prima di essere condotto al luogo della celebrazione.
Il vecchio mi indicò una sedia, un tavolo e un mucchio di libri, poi uscì dalla stanza. Io sedetti, vidi che i libri erano vecchi e ammuffiti dall'umidi-tà e che i titoli comprendevano l'assurdo Marvells of Science del vecchio Morryster, il terribile Saducismus Triumphatus di Joseph Glanvill pubbli-cato nel 1681, la Demonolatreia di Remigio, stampata nel 1595 a Lione, e peggio di tutti l'irriferibile Necronomicon dell'arabo pazzo Abdul Alha-zred, nella versione latina di Olaus Wormius a suo tempo messa all'indice. Non avevo mai visto quest'ultimo volume, ma ne avevo sentito cose mo-struose. Nessuno mi rivolgeva la parola, ma sentivo il cigolìo delle insegne al vento e il debole fruscio del filatoio che la donna con la cuffia continua-va, instancabile, ad azionare. L'ambiente, la gente e i libri erano inquietanti o addirittura morbosi, ma siccome l'antica tradizione dei miei padri mi ave-va chiamato a una strana celebrazione, decisi che dovevo aspettarmi cose bizzarre. Cercai di leggere e presto fui assorbito da qualcosa che trovai nel maledetto Necronomicon, un concetto o una leggenda troppo orribile per essere sopportata dalla mente senza perder la ragione. Tanto meno mi piacque ciò che leggevo quando mi sembrò di sentire chiudersi una delle finestre di fronte alla panca, come se qualcuno l'avesse aperta di soppiatto. E prima del rumore alla finestra c'era stato un fruscio che non mi era sem-
brato quello del filatoio. Ma non voleva dire molto: la vecchia lavorava a più non posso e a questo c'era da aggiungere il suono dell'orologio, che a-veva battuto le ore proprio in quel momento. Dopo l'episodio della finestra non ebbi più l'impressione che la panca fosse occupata, ed ero immerso nella lettura quando il vecchio tornò con un antico costume che gli stava largo e un paio di stivali ai piedi. Sedette sulla panca e io non riuscii a ve-derlo bene. Quella che seguì fu un'attesa snervante, e il libro blasfemo che leggevo la rese peggiore. Quando suonarono le undici il vecchio si alzò, scivolò verso un gran baule scolpito nell'angolo e prese due mantelli con il cappuccio: uno lo indossò e l'altro lo avvolse intorno alla figura della don-na, che aveva smesso il suo monotono filare. Poi si diressero verso la por-ta, la vecchia con un passo strisciante da zoppa, il suo compagno con un cenno verso di me: aveva abbassato il cappuccio sulla faccia immobile, o maschera che fosse, e si era impossessato del libro che stavo leggendo.

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#31 dick laurent

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Inviato 30 agosto 2007 - 18:45

Ci avventurammo nel labirinto di stradine della città, senza il conforto della luna e nel momento in cui le luci delle case si spegnevano a una a una. La stella del Cane guidava orribilmente la folla di incappucciati che si riversava da ogni porta, formando una mostruosa processione che si sno-dava fra le insegne cigolanti e gli abbaini antidiluviani, i tetti coperti di pa-glia e le finestre con i vetri a losanga; poi la folla si arrampicò sulle erte dove le case più antiche stavano ammucchiate una sull'altra e andavano in rovina insieme. Di qui il corteo proseguiva nei cortili e tra i piccoli campo-santi dove i lanternoni che oscillavano al vento formavano inedite costella-zioni ubriache.
Seguii le mie guide nella folla silenziosa, spinto da gomiti molli e com-presso fra petti e stomaci che davano l'impressione di esser fatti di gelati-na. Non riuscivo a distinguere una sola faccia, non sentivo una parola. La fantastica colonna scivolava su per il colle e mi resi conto che i pellegrini di tutte le vie convergevano verso un nodo di vicoli inestricabili in cima a un'altura al centro della città. Lì stava appollaiata una gran chiesa bianca, la stessa che avevo visto dal punto più alto della strada quando avevo am-mirato Kingsport al crepuscolo: ricordo che avevo tremato, perché per un attimo mi era parso che Aldebaran stesse in equilibrio sul campanile diafa-no.
Intorno alla chiesa c'era uno spiazzo piuttosto ampio, in parte camposan-to e in parte piazza pavimentata a metà, dove il vento aveva spazzato quasi completamente la neve e case dai tetti a punta, con gli abbaini sporgenti e l'aspetto spiacevolmente arcaico, sorgevano tutto intorno. Sulle tombe
danzavano fuochi fatui che rivelavano scorci grotteschi senza gettare om-bra, il che era indubbiamente strano. Oltre il camposanto, dove ormai non c'erano più case, si poteva vedere il porto al di là del colle e le stelle che si riflettevano nell'acqua, mentre la città, al buio, era invisibile. Di tanto in tanto un lanternone oscillava diabolico su per un vicolo a serpentina, pron-to a congiungersi alla folla che senza parlare aveva cominciato a riversarsi nella chiesa. Aspettai finché la gente fu tutta filtrata nell'edificio e anche gli ultimi ritardatari si furono accodati. Il vecchio mi tirava per la manica, ma ero deciso a entrare per ultimo. Finalmente mi incamminai, preceduto dall'uomo sinistro e dalla vecchia che filava. Nell'attraversare la soglia del tempio stracolmo e avvolto nell'oscurità, mi girai a guardare il mondo e-sterno illuminato dalla fosforescenza del camposanto, che si rifletteva sulla sommità della collina. Nel far questo rabbrividii, perché sebbene il vento non avesse lasciato molta neve, alcune chiazze vicino alla porta restavano. Fu un attimo fuggente, ma i miei occhi stanchi ebbero l'impressione che sulla neve non ci fosse una sola orma, nemmeno le mie.
La chiesa era poco illuminata, perché la maggior parte dei pellegrini con le lanterne erano spariti. Si erano incamminati lungo la navata, tra i banchi alti e candidi, fino a raggiungere le botole che immettevano alle cripte spa-lancate sinistramente sotto il pulpito, e ora si calavano dabbasso. Li seguii passivamente sui gradini che immettevano nei sotterranei umidi e soffo-canti; la coda di quella colonna sinuosa di marciatori nella notte mi sembrò orribile, e ora che si calava nella cripta più orribile ancora. Notai che nel pavimento della tomba si apriva un'apertura ulteriore dove la processione si stava inabissando. In un attimo ci trovammo tutti a scendere una scala sinistra e rozzamente lavorata, una stretta scala a chiocciola che odorava di umidità e di qualcosa di strano, e che scendeva interminabilmente nelle vi-scere della terra, fra monotone pareti di pietra e calcestruzzo in frantumi. Fu una discesa silenziosa, paurosa, e dopo un terribile intervallo osservai che gradini e pareti cambiavano aspetto: adesso mi sembravano ricavati di-rettamente dalla roccia. Quello che più mi turbava era il silenzio e la man-canza di eco in cui procedeva la miriade di pellegrini, e dopo altre intermi-nabili discese mi accorsi che nella roccia si aprivano corridoi laterali simili a tane: da ignoti recessi di tenebra portavano fino al pozzo in cui ci trova-vamo noi, avvolto nel buio e nel mistero. Ben presto i corridoi diventarono fin troppo numerosi, come empie catacombe che nascondessero una mi-naccia indefinibile.
L'odore pungente di decomposizione si era fatto insopportabile; sapevo
che dovevamo esserci calati, attraverso la montagna, in un ignoto recesso della regione di Kingsport, e rabbrividii al pensiero che una città potesse essere così antica e sottesa da una vera e propria ragnatela di malefizi. Poi vidi una debole chiazza di luce e sentii lo sciabordio insidioso di onde sen-za sole. Rabbrividì di nuovo perché non mi piacevano affatto le cose che la notte ci aveva rivelato e avrei preferito che i padri non mi avessero invitato a partecipare a quel rito immemore. Man mano che i gradini e il corridoio si facevano più larghi, sentii un altro suono; era il debole e beffardo lamen-to di un piccolo flauto, e contemporaneamente si spalancò ai miei occhi la sconfinata visione del mondo sotterraneo: una vasta spiaggia biancastra il-luminata da un'imponente colonna di fuoco malato, verdognolo, e lambite da un gran fiume oleoso che proveniva da chissà quali abissi, per sfociare nei recessi più bui dell'antichissimo oceano.
Con il fiato che mi mancava, guardai la scena mitica e sacrilega insieme: giganteschi funghi velenosi, fuoco livido, la folla degli incappucciati che formava un semicerchio intorno alla colonna sfavillante. Era il rito di Yu-le, più antico dell'uomo e destinato a sopravvivergli, l'antichissimo rito del solstizio e della promessa di una nuova primavera dopo la neve; il rito del fuoco e del rinverdimento, della luce e della musica. Nella caverna d'Erebo vidi gli incappucciati compiere le funzioni, adorare la colonna di fuoco, gettare nell'acqua manciate di vegetazione vischiosa che rifletteva l'alone verdastro. Vidi tutto questo e qualcosa di amorfo che stava acquattato a di-stanza di sicurezza dalla fonte di luce, soffiando instancabilmente nel flau-to. E mentre la creatura suonava mi sembrò di udire rumori più odiosi, co-me un frullar d'ali nelle tenebre maleodoranti dove non riuscivo a vedere. Ma ciò che mi spaventava di più era la colonna fiammeggiante, che spriz-zava come l'eruzione di un vulcano da profondità inimmaginabili e non proiettava ombre, ma copriva il fondo umido della caverna di un'orribile patina verdastra. Era un fuoco che non dava calore, ma anzi trasmetteva il gelo della morte e della corruzione.
L'uomo che mi aveva fatto da guida strisciò verso un punto che si trova-va alle spalle della fiamma e si rivolse all'assemblea con una serie di rigidi gesti rituali. A tratti la folla faceva atto d'umiltà prostrandosi, specialmente quando il vecchio alzava sulla testa l'aborrito Necronomicon che aveva preso con sé. Anch'io mi prostrai con gli altri, perché gli scritti lasciati dai miei padri mi avevano indotto a partecipare al rituale. Poi il vecchio fece un segnale al flautista nel buio e questi cambiò immediatamente registro, provocando qualcosa di tanto orribile quanto inatteso. Io stavo per cadere a
terra, travolto da un terrore che non era di questo né dell'altro mondo ma dei folli gorghi interstellari.
Dalla tenebra che si stendeva oltre l'alone mefitico della fiamma verde, dal Tartaro che il fiume solcava non visto e innaturale, avanzò al ritmo del flauto un'orda di ibridi alati, docili, addestrati, che l'occhio di un uomo sa-no non poteva del tutto recepire né la mente del tutto trattenere. Non erano corvi, talpe, poiane, formiche; non erano pipistrelli vampiro o esseri umani decomposti: non del tutto, almeno. Erano qualcosa che non posso e non devo ricordare. Avanzavano zoppicando, aiutandosi in parte coi piedi pal-mati e in parte con le ali membranose; e quando raggiunsero la folla dei celebranti le figure incappucciate li afferrarono per cavalcarli, allontanan-dosi a uno a uno verso le sponde del fiume buio, dentro pozzi e gallerie del panico, dove sorgenti velenose alimentano spaventevoli e nascoste cascate.
La vecchia che filava si era allontanata con la folla e l'uomo era rimasto solo perché mi ero rifiutato di prendere un animale e cavalcarlo come gli altri. Barcollando vidi che l'amorfo suonatore di flauto non si vedeva più, ma che due bestie stavano aspettando pazientemente. Poiché esitavo, il vecchio prese lo stilo e la tavoletta e scrisse di essere l'unico rappresentan-te dei miei padri, i quali avevano stabilito che il rito di Yule si celebrasse in questo antico luogo; quanto a me, era scritto che sarei tornato. I misteri fondamentali non erano stati ancora celebrati. Scriveva con una grafia ar-caica, e vedendo che ancora esitavo estrasse dalla tunica un anello col si-gillo e un orologio, tutti e due con l'insegna della mia famiglia, per dimo-strare che ciò che aveva detto era vero. Era tuttavia una prova orribile, per-ché sapevo dai vecchi documenti che quell'orologio era stato sepolto con un mio trisavolo nel 1698.
Finalmente il vecchio tirò indietro il cappuccio e si indicò il volto per sottolineare una qualche rassomiglianza dovuta alla parentela: io rabbrivi-dii, perché ero certo che la faccia non fosse altro che una maschera di cera. Gli animali alati grattavano i licheni con le zampe, inquieti, e mi accorsi che ormai anche il vecchio lo era. Quando una delle creature fece per al-lontanarsi la mia guida cercò di fermarla, e il brusco movimento spostò la maschera di cera da quella che avrebbe dovuto essere la sua testa. Poi, sic-come la bestia d'incubo si frapponeva fra me e la scala da cui eravamo ve-nuti, mi tuffai senza più esitare nel fiume sotterraneo che mi avrebbe con-dotto alle grotte marine della baia; preferii buttarmi in quel fiotto di liqua-mi della terra, sì, piuttosto che rischiare di attirarmi addosso, con un urlo di terrore, le legioni spaventose che si nascondevano nel labirinto.
All'ospedale mi dissero che ero stato trovato nel porto di Kingsport, al-l'alba, semicongelato e aggrappato al palo che il destino aveva mandato a salvarmi. Dissero che la sera prima avevo preso la strada sbagliata e mi ero diretto all'altro versante della collina, quello che dà su Orange Point. Erano le mie impronte nella neve a rivelarlo. Non dissi niente perché niente corri-spondeva alla mia esperienza, e l'ampia finestra davanti a me mostrava un mare di tetti in cui solo uno su cinque era antico, e dalla strada saliva il rumore dei tram e delle auto. Insisterono che questa era Kingsport, e certo non potevo negarlo. Quando mi dissero che l'ospedale sorgeva vicino alla vecchia chiesa su Central Hill mi abbandonai al delirio e mi mandarono al St.Mary's Hospital di Arkham, dove mi avrebbero curato meglio. L'am-biente mi piacque perché i medici erano di mente aperta e per loro inter-cessione riuscii a ottenere una copia del discutibile Necronomicon di Ab-dul Alhazred, custodita gelosamente nella biblioteca della Miskatonic University. I medici parlavano di "psicosi" e convennero che la cosa mi-gliore era che mi sbarazzassi di qualunque ossessione.
Lessi una volta ancora quell'odioso capitolo e tremai da capo a piedi, perché in qualche modo io lo conoscevo già. Lo avevo visto in un'altra oc-casione, le impronte dicano quel che vogliono; quanto al luogo in cui era successo, meglio dimenticarlo. Nessuno, nelle ore diurne, avrebbe potuto aiutarmi a ricostruire dov'ero stato, ma i miei sogni sono pieni di terrore e ci sono brani del libro che non oso citare nemmeno qui. Posso riferire un sol paragrafo, tradotto alla meglio dal basso latino:
«Le profondità ultime della terra» scriveva l'arabo pazzo «non sono per l'occhio che vede: poiché abbondano di straordinarie e terribili meraviglie. Maledetto il terreno dove morti pensieri riprendono a fluire in corpi estra-nei, maledetta la mente che non è racchiusa in una testa d'uomo. Disse sag-giamente Ibn Schacabao che è felice la tomba dove nessuno stregone ha giaciuto, felice di notte la città i cui negromanti si sono ridotti in cenere. � antica la tradizione secondo cui l'anima dei corrotti dal demonio non vuole distaccarsi dalla creta del corpo, ma ingrassa e istruisce i vermi stessi che glielo divorano; finché dalla corruzione nasce orrida vita e le bestie abo-minevoli che si nutrono di carogne si moltiplicano per vessare la terra e per diffondervi piaghe mostruose. Grandi caverne vengono scavate dove dovrebbero bastare i pori della terra, e cose che dovrebbero strisciare han-no imparato a reggersi in piedi.»

(The Festival, 1923)
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#32 ReineMetal

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Inviato 02 settembre 2007 - 10:59

Mi era del tutto passato di mente: hai fatto bene a riportarlo e, non c'è che dire, le somiglianze con il film in qiestione sono evidenti.
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Tutto quel che è di moda sarà presto fuori moda. [...] Occupa meglio il tuo tempo.

Robert Schuhmann – Musikalische Haus- und Lebensregeln

 

Youtube : musica = pornografia in rete : amore

 

(quindi gentilmente niente musica su YouTube o attraverso FB: li ho bloccati. Contatto personale e scambio di dati non massificato)

 

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#33 ReineMetal

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Inviato 28 ottobre 2007 - 16:40

Dopo una attesa febbrile, sono entrato in possesso del magnifico e recente cofanetto "The Wicker Man: Collector's Edition", composto di ben tre succulenti dischi:
- Original Versione Cinematografica (84 min)
- Director's Cut (99 min) e contenuti speciali
- Colonna Sonora

Se riesco nei prossimi giorni la condivido su datafilehost a pezzi, oppure vi do il codice del Mulo.
Per i filologi, le ultime battute di Howie sono contenute in forma di sample in due album di altissimo livello, che vi consiglio di procurarvi:
Blood Axis . The Waltzer Of Inhumanity
Marduk - Nightwing
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#34 Guest_Oyuki_*

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Inviato 28 ottobre 2007 - 16:58

Intendi questo?

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#35 ReineMetal

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Inviato 28 ottobre 2007 - 17:07

Intendi questo?

Proprio lui.
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#36 Guest_Oyuki_*

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Inviato 28 ottobre 2007 - 17:09


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Proprio lui.


Lo consigli quindi?
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#37 ReineMetal

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Inviato 28 ottobre 2007 - 17:19



Intendi questo?

Proprio lui.


Lo consigli quindi?

Ma naturalmente, a qualunque appassionato. A chi non è un feticista della confezione, consiglio comunque di rivolgersi a me per la condivisione(cerco di aggiungere i sottotitoli in ita, che non ci sono in nessun dvd) prima di acquistarlo.
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#38 Guest_Oyuki_*

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Inviato 28 ottobre 2007 - 17:25




Intendi questo?

Proprio lui.


Lo consigli quindi?

Ma naturalmente, a qualunque appassionato. A chi non è un feticista della confezione, consiglio comunque di rivolgersi a me per la condivisione(cerco di aggiungere i sottotitoli in ita, che non ci sono in nessun dvd) prima di acquistarlo.


Ok, grazie. Ci farò più di un pensierino.  ;)

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#39 Guest_Cannibal Ox_*

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Inviato 28 ottobre 2007 - 18:35


Scusate, forse è già stato chiesto, da dove si potrebbero scaricare i sottotitoli in italiano?
Mi sono "procurato" il film (la versione da 1h 24min), purtroppo l'inglese che parlano mi risulta davvero incomprensibile...
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#40 ReineMetal

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Inviato 28 ottobre 2007 - 18:44


Scusate, forse è già stato chiesto, da dove si potrebbero scaricare i sottotitoli in italiano?
Mi sono "procurato" il film (la versione da 1h 24min), purtroppo l'inglese che parlano mi risulta davvero incomprensibile...

Buona parte dei protagonisti ha un'inflessione scozzese evidentissima. Per la situazione di diglossia che permane tuttora nelle Ebridi, sei già fortunato che non parlino in Gaelico !  :D Scherzi a parte, la versione più diffusa sui P2P è quella sottotitolata da un'ora e quaranta, cerca bene.
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#41 Guest_Cannibal Ox_*

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Inviato 28 ottobre 2007 - 20:08



Scusate, forse è già stato chiesto, da dove si potrebbero scaricare i sottotitoli in italiano?
Mi sono "procurato" il film (la versione da 1h 24min), purtroppo l'inglese che parlano mi risulta davvero incomprensibile...

Buona parte dei protagonisti ha un'inflessione scozzese evidentissima. Per la situazione di diglossia che permane tuttora nelle Ebridi, sei già fortunato che non parlino in Gaelico !  :D Scherzi a parte, la versione più diffusa sui P2P è quella sottotitolata da un'ora e quaranta, cerca bene.


;) lo immaginavo. sono davvero sfigato visto che l'ho scaricato da un file torrent e non ci sono;
ma in commercio non si trova una bella versione, tipo la tua, con sottotitoli inclusi?
dalle schede di amazon sui dvd non riesco a capire se ci sono o meno, i sottotitoli in inglese sarebbero perfetti

tra l'altro, è a colori?!? non so perchè ma ero convinto fosse in bianco e nero
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#42 ReineMetal

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Inviato 28 ottobre 2007 - 20:19




Scusate, forse è già stato chiesto, da dove si potrebbero scaricare i sottotitoli in italiano?
Mi sono "procurato" il film (la versione da 1h 24min), purtroppo l'inglese che parlano mi risulta davvero incomprensibile...

Buona parte dei protagonisti ha un'inflessione scozzese evidentissima. Per la situazione di diglossia che permane tuttora nelle Ebridi, sei già fortunato che non parlino in Gaelico !  :D Scherzi a parte, la versione più diffusa sui P2P è quella sottotitolata da un'ora e quaranta, cerca bene.


;) lo immaginavo. sono davvero sfigato visto che l'ho scaricato da un file torrent e non ci sono;
ma in commercio non si trova una bella versione, tipo la tua, con sottotitoli inclusi?
dalle schede di amazon sui dvd non riesco a capire se ci sono o meno, i sottotitoli in inglese sarebbero perfetti

tra l'altro, è a colori?!? non so perchè ma ero convinto fosse in bianco e nero

E' uno splendido film a colori(fortunatamente l'era del b/n era finita e anche il technicolor), ma purtroppo i sottotitoli si trovano solo sulle version non ufficiali.
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#43 Guest_Oyuki_*

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Inviato 05 novembre 2007 - 23:32

Dopo una attesa febbrile, sono entrato in possesso del magnifico e recente cofanetto "The Wicker Man: Collector's Edition", composto di ben tre succulenti dischi:
- Original Versione Cinematografica (84 min)
- Director's Cut (99 min) e contenuti speciali
- Colonna Sonora


Mi è arrivato proprio oggi. Che bell'oggettino. Ero emozionata già solo ad aprire il pacchetto! Grazie mille per la segnalazione.
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#44 ReineMetal

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Inviato 06 novembre 2007 - 17:22


Dopo una attesa febbrile, sono entrato in possesso del magnifico e recente cofanetto "The Wicker Man: Collector's Edition", composto di ben tre succulenti dischi:
- Original Versione Cinematografica (84 min)
- Director's Cut (99 min) e contenuti speciali
- Colonna Sonora


Mi è arrivato proprio oggi. Che bell'oggettino. Ero emozionata già solo ad aprire il pacchetto! Grazie mille per la segnalazione.

Prego. Se sei una fan dei Pentangle, la colonna sonora ti delizierà, altrimenti ti farà scoprire una delle migliori bands inglesi dell'epoca.
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