Inviato 03 agosto 2007 - 17:32
"Man is born to believe. And if no church comes forward with its
title-deeds of truth, sustained by the tradition of sacred ages and by the conviction of countless generations to guide him, he will find altars and idols in his own heart and his own imagination."
Benjamin Disraeli, come citato nel racconto "The Wicker Man", di Anthony Shaffer e Robin Hardy, sul quale di basa il film.
La prossima uscita di "Cowboys For Christ", dopo oltre due decadi di inattività , rappresenta una nuova occasione per omaggiare il genio, ahimè poco prolifico ma assai intenso di Robin Hardy, condensato in quelli che forse rimangono, oggi nel 2007, i cento minuti più carichi di tensione della storia del cinema. Una tensione palpabile ed elettrica, che non scaturisce dalla scena sconvolgente o improvvisa, dalla ma dall'inquieto dipanarsi degli eventi, nel sottile gioco dei
confronti fra i personaggi, delle incomprensioni, delle inconsapevolezze e degli inganni: in definitiva, la tensione è data dallo scarto fra verità e credenza, ma anche fra percezione e interpretazione simbolica di essa. Ambientata verisimilmente negli anni 60/70, epoca in cui il film è stato concepito e girato, la trama di questo "The Wicker Man" è tuttavia calata nella stralunata quiete di una "primitiva"(più nel modo di pensare che a livello
tecnologico) comunità di Summerisle, nome fittizio che nasconde un riferimento geografico preciso ad un gruppo di isole(Summer Isles) comprese nell'Arcipelago delle Ebridi, lungo la costa scozzese. Va subito premesso che la pellicola in questione rappresenta uno dei rari casi di filmografia "totale", in quanto, nella sua profonda indagine delle radici culturali e cultuali dei popoli precristiani del Nord Europa, ne coinvolge un elemento essenziale, ossia la musica folk, la quale non soltanto viene sapientemente ricreata dalla colonna sonora di Paul Giovanni(coadiuvato nell'opera, fra gli altri, da Jacqui McShee e
Danny Thompson, membri della leggendaria progressive folk band albionica "Pentangle"), ma ha un'importanza centrale nello svolgimento della trama ed è eseguita il più delle volte dagli stessi personaggi, così da raggiungere un'intensità religiosa. La versione originale distribuita dalla British Lion si apre con un ringraziamento evidentemente fittizio rivolto a Lord Summerisle e agli abitanti della sua isola, per la cooperazione nella realizzazione del film e per l'eccezionale sguardo concesso all'interno delle loro pratiche religiose. Vittima di questa atmosfera magica cadrà progressivamente Neil Howie (Edward Woodward, nella sua prima e migliore interpretazione cinematografica-in seguito si dedicherà principalmente a cicli di serie televisive), un sergente di polizia "della terraferma" giovane e fervente cristiano, ritratto nella scena iniziale in cui recita il ventitreesimo salmo, quindi silenziosamente dileggiato dai suoi colleghi per il fatto di essere ancora vergine e per il suo conservatorismo bigotto: è un primo confronto del Cristianesimo con i demoni del passato(paganesimo) e del futuro(ateismo). La svolta si ha con l'arrivo di una lettera, che invoca l'aiuto del sergente per indagare sulla misteriosa scomparsa di una giovane ragazza , di nome Rowan Morrison: la traversata, compiuta dal sergente con un idrovolante, del braccio di mare che separa la Scozia dalle Summer Isles, è un momento altamente evocativo che simboleggia il progressivo distacco dalla civiltà (e il suo trinomio, proprio della cultura conservatrice dell'epoca, legge-terraferma-cristianesimo) e l'ingresso in un mondo avulso, fittamente intessuto di un'antica simbologia pagana: il fatto che l'isola sia conosciuta principalmente, per via della sua miracolosa fertilità , come "Isola delle mele", la assimila alla leggandaria terra di Avalon; l'insegna della locanda del villaggio è l'uomo dei boschi(The Green Man), che riveste il medesimo ruolo mitologico delle divinità celtiche Cernunnos o Sucellos o del trickster Puck; così Rowan, il nome della fanciulla scomparsa, risulta essere la pianta di sorbo, dal cui legname erano fabbricate le bacchette magiche e le verghe dei druìdi; "l'Uomo di Vimini" eponimo del film, è uno degli aspetti più affascinanti della cultura celtica antica: menzionato da Giulio Cesare nel suo "De Bello Gallico", è un'effige antropomorfa beneaugurante in cui venivano stipati e dati alle fiamme decine di animali e talora anche uomini, per propiziare la fertilità del raccolto, purificando la comunità tramite l'eliminazione di una sorta di "capro espiatorio"; l'intero svolgimento della vita quotidiana degli abitanti dell'isola appare improntato a una cerimonialità naturale, connessa con gli antichi riti della fertilità e i canti popolari (spesso licenziosi in quanto apotropaici, ossia volti a scacciare gli spiriti maligni e a propiziare il raccolto). Questa centralità del simbolo fallico(specialmente nell'educazione dei giovani) e naturalezza dell'atto sessuale sconvolgono Howie, ancorato com'è a una visione demonizzata della sessualità e del corpo umano propria del cristianesimo e del puritanesimo inglese in particolare, tanto da non accorgersi(o forse è proprio da questo che è sconcertato?) di come essa sia espletata con assoluta innocenza e naturalezza dagli abitanti di Summerisle, e considerarla sintomo di libertinismo sfrenato. La misura della sua intolleranza è data dal gesto, compiuto nella sua visita al cimitero(che non è più "churchyard", ma semplicemente "graveyard"), di apporre una croce su un sepolcro. L'opposizione degli abitanti dell'isola alle indagini si concretizza dapprima in una certa indifferenza, quindi, dopo che Howie ha scoperto che Rowan, di cui gli abitanti continuano a negare la stessa esistenza, è in realtà ancora viva, in apertà opposizione. A manovrarli è l'autentica eminenza grigia del film, Lord Summerisle, splendidamente interpretato da Christopher Lee, reduce dai celebri film horror della Hammer: costui è l'illuminato padrone dell'isola, discendente della stirpe dei Summerisle, che ha
trasformato la sterile e brulla isola in una terra edenica estirpando da essa il cristianesimo e reintroducendo i essa gli antichi culti pagani(riconducibili ad un originario panteismo piuttosto che ai politeismi celtico e norreno); sornione e al tempo stesso terribile, dionisiaco nel senso più autentico del termine, si fa portatore, contro l'intolleranza di Howie(la cui indignazione è provocata non solo dalla portata potenzialmente eversiva della nuova religione nei confronti dell'ordine costituito, ma soprattutto dal fatto che i sudditi di un moderno paese cristiano possano essere dediti a simili pratiche) e attraverso argomentazioni serrate, delle istanze originarie di una religione naturalistica. Particolarmente centrale è il confronto fra le due differenti visioni della morte, cristiana e pagana: da un lato la resurrezione e la trascendenza, dall'altro la reincarnazione e la metempsicosi. Ma nemmeno il carattere austero e irreprensibile del sergente è immune al fascino delle figure femminili(tutte rigorosamente ambigue ed avvenenti, con i capelli del colore delle spighe di grano): una di esse in particolare imbarazza e affascina la fantasia di Howie, ed è la giunonica Willow(Britt Ekland), figlia dell'oste(alla quale peraltro è dedicato il delizioso teatrino da musical di "The Landlord's Daughter") altro tassello della vita quotidiana e religiosa della comunità , in quanto, sotto le spoglie di una semplice licenziosità , si nasconde un antico rituale di prostituzione sacra legato all'iniziazione dei giovani: è lo stesso Lord Summerisle a connotare la fanciulla come una dea dell'amore e della fertilità .
E' il canto di sirena della situazione: memorabile la scena in cui Willow danza
senza vesti in una stanza e intona languidamente "The Willow's Song", mentre Howie, dall'altra parte del muro resiste non senza sforzo alla seduzione, il che conferma la risolutezza nel suo intento, ma decreta anche la sua fine in quanto, come nei migliori drammi euripidei, negando l'amore e consacrandosi alla verginità , ha rifiutato la stessa vita nel suo sensuale prorompere. Così la sua scelta cristiana si trasforma in una scelta tragica. Infine, documentatosi sulle usanze cultuali dei popoli precristiani legate alla festa del primo giorno di Maggio si rende conto di avere a che fare con delle forze più grandi di lui, che le sue abilità investigative e la sua logica rigorosa non possono modificare tradizioni avite da secoli, e tuttavia procede strenuamente alla ricerca di Rowan, il suo Sacro Graal personale. La celebrazione fissata per il giorno venturo prevede una processione guidata da figure mascherate, fra cui due in particolare sono fittamente simboliche e allusive: l'androgino rappresenta il passaggio dall'efebia all'età adulta e più in generale il carattere ambiguo dei riti della fertilità comuni alla cultura pre-cristiana di tutta Europa ed è impersonato dalla guida della comunità , sacerdote o re(Lord Summerisle in questo caso), mentre il buffone è una sorta di pariah(lo Zero dei Tarocchi, se si preferisce) a cui viene concesso l'onore di essere re per un giorno. Con l'inganno ma non casualmente, Howie partecipa alla processione sotto le vestigia di quest'ultimo, convinto che la celebrazione si concluda con il sacrificio della giovane vergine Rowan Morrison, tenuta nascosta nei mesi antecedenti proprio come il sole d'Inverno(fortissime le analogie con il mito greco di Proserpina, in cui la figlia vergine della dea dei campi Demetra, rimaneva imprigionata sotto terra, proprio come il grano, fino all'arrivo della Primavera), quando il crescendo di tensione infine trova scioglimento nel tragico esito: il suo sincero slancio di eroismo, il suo altruismo si sono rivelati miopi, in quanto subordinati ad un disegno superiore.
Come in un Edipo Re capovolto, Howie ha testardamente proseguito nella ricerca della verità , procedendo per gradi, fino ad impossessarsene e tuttavia non poterla sostenere, soccombendo ad essa: nel lungo percorso fra lo stimolo alla curiosità e la punizione che ne consegue, scopriamo che per tutto il tempo la sua convinzione di avere il controllo della situazione è stata direttamente proporzionale alla sua inconsapevolezza della realtà ; quando alfine trova la vittima, scopre di essere lui stesso.
Una macchinazione tutta umana(per cui la lettera e la fanciulla sarebbero stati degli espedienti per condurre all'isola la vera vittima sacrificale, il cristiano vergine), come apparirebbe a prima vista, o un'ironia terribile da parte del suo Dio ? Quando la mascherata è terminata, il buffone, che ha ambito alla temporanea condizione di re, paga le conseguenze del suo ardire e diviene "capro espiatorio" della comunità , in quanto già di per sè corpo estraneo forzatamente penetrato in essa. Indubbiamente un'occasione per riflettere sulle conseguenze dello scontro fra culture differenti, ma c'è qualcosa di molto più profondo, che palesa progressivamente il significato esistenziale della vicenda.
Howie, ormai stremato e conscio della sua prossima fine, dopo aver tentato invano di convincere gli isolani della futilità delle loro pratiche(in questo caso il sacrificio, volto a ristorare il raccolto donando ad esso la vita della vittima) facendo appello a dimostrazioni scientifiche, si vota, con evidente contrapposizione e ironia tragica, al suo destino di martire cristiano, non senza scagliare un terribile anatema contro Lord Summerisle, predicendogli che l'anno seguente sarà lui, in quanto sacerdote/re della comunità , ad essere sacrificato. L'effetto cromatico del tramonto si mescola, nell'agghiacciante scena finale(che, se definire horror è riduttivo, è uno dei punti più alti dell'orrore cinematografico: nelle sue invocazioni deliranti c'è tutto il terrore del Cristo nel momento in cui cede al timore dell'abbandono da parte di Dio) al fuoco della pira dove avrà luogo l'Ecatombe, nel ventre del "Wicker Man". Così l'estremo atto di coraggio di Howie, che termina la sua vicenda cristologica accettando il sacrificio e facendo estremo appello alla fede nella resurrezione, consiste nell'intonare lo stesso salmo ventitreesimo, questa volta non come il conformista della "terraferma" dell'inizio del film, ma da autentico eretico anticonformista, mentre i pagani in coro fanno risuonare l'antico inno "Sumer Is Icumen In".
Nella dialettica fra paganesimo e cristianesimo, fra la naturalità del primo e la fede incrollabile del secondo, si fa largo, assieme allo sdegno del regista, la sotterranea ipotesi dell'ateismo. Vorrei poter dire che il messaggio trasmesso da questo film consista definitivamente in una condanna dei fanatismi,
ma la verità è che la conclusione è assai più problematica che edificante, tale da non poter in alcun modo procurare al regista(un relativista impenitente senza alcun dubbio, questo sì), almeno da parte di persone di buon senso e gusto, accuse di essersi schierato dalla parte di un'istanza o di un'ideologia piuttosto che di un'altra. L'incastro degli elementi, degno dei migliori gialli,
la forza delle immagini, la densità di contenuti e l'urgenza delle problematiche in esso avanzate fanno di "The Wicker Man" uno dei più grandi sforzi di nutrire la mente, attraverso gli stimoli della rappresentazione cinematografica, mai realizzati.
Tutto quel che è di moda sarà presto fuori moda. [...] Occupa meglio il tuo tempo.
Robert Schuhmann – Musikalische Haus- und Lebensregeln
Youtube : musica = pornografia in rete : amore
(quindi gentilmente niente musica su YouTube o attraverso FB: li ho bloccati. Contatto personale e scambio di dati non massificato)
In culo al commerciale, in culo ai fighetti. State fuori, state contro.
Lemmy è morto, Dio è morto, e nemmeno io mi sento troppo bene...