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Somewhere


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70 replies to this topic

#51 apprezzatore

    pivello

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Inviato 15 settembre 2010 - 09:44

Johnny Marco è solo una faccia.
Nient'altro.
La Coppola ce lo spiattella addirittura davanti (per chi non l'aveva ancora capito) grazie alla scena della maschera.
Johnny non ha opinioni,anzi, a nessuno interessa ciò che lui pensa (si veda la conferenza stampa per la presentazione del film e la premiazione ai telegatti).
Ha tutto, soldi, donne, macchine, successo. Tuttavia non è un uomo. Se mi permettete il termine, vive una vita disumanizzata. Non ha relazioni interpersonali, il suo manager è semplicemente uanvoce dall'altra parte del telefono che scandisce i ritmi della sua vita, qualsiasi donna incontri viene presa masticata e sputata come un chewing gum.

Sigarette, birra e antidepressivo. Elementi che sono presenti in ogni momento della sua vita.
Le poche volte che rimane solo non ha la minima idea di cosa fare, ha tutto ma nella sua vita non succede niente.


Mi ha inquietato la scelta degli attori italiani, la Marini, Frassica, Jo Champa (!!!!) non sono stati scelti a caso. Non ho capito però la logica. Qaulcuno ha idee in merito? 
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#52 apprezzatore

    pivello

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Inviato 15 settembre 2010 - 09:53

Ultima cosa.

GRANDIOSA la scena con Benicio Del Toro.
I due non hanno niente da dirsi, sempre a testimonianza della totale assenza di relazioni interpersonali, di "compassione", neanche tra loro due che, essendo entrambi superstar, dovrebbero avere molte cose in comune. Eppure l'unica cosa che riescono a dirsi è "Ho conosciuo Bono nella stanza 59". Chapeau Sofia.
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#53 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 15 settembre 2010 - 09:59

S' ma chissenefraga della vita di Gionni Marco? E' questa la domanda che mi posi, al cinema: CHISSENEFREGA  O_O
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#54 vegeta851

    Enciclopedista

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Inviato 15 settembre 2010 - 11:30

S' ma chissenefraga della vita di Gionni Marco? E' questa la domanda che mi posi, al cinema: CHISSENEFREGA  O_O


ahahahah, assolutamente d'accordo. Probabilmente l'unica a cui importa è la Coppola, che continua a propinarci questi filmetti sulla vacuità di Hollywood e sui ricchi che si sentono tanto soli
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#55 Nijinsky

    Señorito en escasez

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Inviato 15 settembre 2010 - 11:32

.
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Siamo vittime di una trovata retorica.


#56 blackwater

    Scaruffiano

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Inviato 15 settembre 2010 - 11:38


S' ma chissenefraga della vita di Gionni Marco? E' questa la domanda che mi posi, al cinema: CHISSENEFREGA  O_O


ahahahah, assolutamente d'accordo. Probabilmente l'unica a cui importa è la Coppola, che continua a propinarci questi filmetti sulla vacuità di Hollywood e sui ricchi che si sentono tanto soli


Mah, i precedenti film della Coppola, oltre a essere dei piccoli gioiellini visivi avevano anche un fascino narrativo unico. Mi paiono ancora adesso riusciti. Questo no. Argomentazione portata anche dall'incazzatissimo Bellocchio.
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... sei solo chiacchiere e Baraghini 

 


#57 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 15 settembre 2010 - 12:12

Sono l'unico al mondo a cui è piaciuto più "Somewhere" rispetto a "Lost in translation"?
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#58 Guest_eustache_*

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Inviato 15 settembre 2010 - 12:47

Sono l'unico al mondo a cui è piaciuto più "Somewhere" rispetto a "Lost in translation"?

no, premettendo che a me Somewhere ha lasciato indifferente, l'ho cmq preferito di gran lunga a "Lost in translation"
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#59 bowman

    Groupie

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Inviato 15 settembre 2010 - 13:10

Sono l'unico al mondo a cui è piaciuto più "Somewhere" rispetto a "Lost in translation"?


Io preferisco Somewhere. "Lost in translation" è più romanzato, si fonda su tecniche narrative più collaudate anche da un punto di vista emotivo. Somewhere è più pulito e sostanziale (prima ancora che essenziale). Rispondendo anche ad alcune critiche negative emerse in questo forum, direi che Somewhere proprio perché così pulito appartenga alla vita prima ancora che all'arte.


  • 0

#60 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 15 settembre 2010 - 16:01


Sono l'unico al mondo a cui è piaciuto più "Somewhere" rispetto a "Lost in translation"?


Io preferisco Somewhere. "Lost in translation" è più romanzato, si fonda su tecniche narrative più collaudate anche da un punto di vista emotivo. Somewhere è più pulito e sostanziale (prima ancora che essenziale). Rispondendo anche ad alcune critiche negative emerse in questo forum, direi che Somewhere proprio perché così pulito appartenga alla vita prima ancora che all'arte.



infatti è un bel problema quello della vita light: il nulla mischiato al niente ma tutto pulitino eh! non sia mai i germi  ;)

Tu Kraftwave te lo scordi adesso che scrivi per OC  asd
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#61 Guest_Maedhros_*

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Inviato 17 settembre 2010 - 09:59

nessuno come Sofia Coppola sa raccontare il vuoto di vite a cui all'apparenza, ma anche in sostanza, "non manca niente". nessuno come lei perchè lei lo fa con tale leggiadra naturalezza, senza intellettualismi, senza imporre allo spettatore profonde riflessioni esistenziali. nessuno come lei per come il suo occhio sensibile e discreto sa essere attento ai dettagli, alle variazioni minime, per la sua regia/scrittura funzionale allo stato d'animo trattenuto e fugace più che alla narrazione. Somewhere è il film che sin dal suo memorabile esordio Sofia Coppola si è allenata a realizzare. è il film non più "bello" ma più importante, quello dove il suo cinema si realizza senza più compromessi, nudo e spoglio, è il fim dove la sua visione diviene sempre più unica e personale. è un film tutto in sottrazione che pullula di scene che emozionano senza ricattare (su tutte, Elle Fanning che pattina, Stephen Dorff che la osserva), probabilmente troppo poco Artistico per piacere ai cinéfili e agli intellettuali wannabe che avranno pare per i loro denti per le loro critiche oziose, troppo poco accattivante per il pubblico indie che lo schiferà probabilmente in blocco. a modo suo è un film estremo. da vedere e rivedere.
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#62 William Blake

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Inviato 17 settembre 2010 - 19:15

nessuno come Sofia Coppola sa raccontare il vuoto di vite a cui all'apparenza, ma anche in sostanza, "non manca niente". nessuno come lei perchè lei lo fa con tale leggiadra naturalezza, senza intellettualismi, senza imporre allo spettatore profonde riflessioni esistenziali. nessuno come lei per come il suo occhio sensibile e discreto sa essere attento ai dettagli, alle variazioni minime, per la sua regia/scrittura funzionale allo stato d'animo trattenuto e fugace più che alla narrazione. Somewhere è il film che sin dal suo memorabile esordio Sofia Coppola si è allenata a realizzare. è il film non più "bello" ma più importante, quello dove il suo cinema si realizza senza più compromessi, nudo e spoglio, è il fim dove la sua visione diviene sempre più unica e personale. è un film tutto in sottrazione che pullula di scene che emozionano senza ricattare (su tutte, Elle Fanning che pattina, Stephen Dorff che la osserva), probabilmente troppo poco Artistico per piacere ai cinéfili e agli intellettuali wannabe che avranno pare per i loro denti per le loro critiche oziose, troppo poco accattivante per il pubblico indie che lo schiferà probabilmente in blocco. a modo suo è un film estremo. da vedere e rivedere.


mi limito a quotare, perchè non ho il tempo per scrivere qualcosa di compiuto. aggiungo che se il film è banale (e lo è, giustamente), anche le critiche lette finora si mantengono sullo stesso piano.
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#63 William Blake

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Inviato 19 settembre 2010 - 19:10

I film di Sofia Coppola sono ambientati da ??qualche parte? in non-luoghi: nell??ultima fatica della regista figlia d??arte quest??aspetto è evidente sin dal titolo, quando, nelle opere precedenti, dovevamo prima entrare nella casa arida di sentimenti della famiglia Lisbon, perderci nella linguisticamente straniante Tokyo, aggirarci tra la vacua sfarzosità di Versailles.
La dolce vita di Johnny Marco scorre lenta girando a vuoto (il film ha come cerniere due scene-concept: i giri con la Ferrari all??inizio e, prima della fine, Johnny in piscina che galleggiando sul materassino va fuori dall??inquadratura) e l??attore occupa il tempo tra sbronze, psicofarmaci e qualche scopata casuale, tutto nel leggendario Chateau Marmont. Accidentalmente si ritrova in camera la figlia Cleo che successivamente la madre spedirà dall??ex-marito, per risolvere qualche problema. In questa parentesi progressiva, che si ritaglia uno spazio nel vuoto, la Coppola è bravissima a non adagiarsi sul cliché del padre ritrovato e costruisce un rapporto reale, non ruffiano, che rimane sempre e comunque superficiale: Johnny è sempre inadeguato e funziona meglio come compagno di giochi che come padre vero e proprio; fino alla presa di coscienza, triste ma non enfatizzata, di non essere nemmeno una persona (??fai del volontariato? gli risponde secca l??ex-moglie). Il problema principale di Johnny è quello di non riuscire/sapere comunicare: parla a monosillabi con gli amici, non reagisce ai messaggi da stalker di qualche sua fiamma, si limita a dire ??Salve, sono Johnny? per rimorchiare qualche modella: in sottofondo c??è sempre musica ad alto volume, rombo di motore o rumori circostanziali: in una scena, che sembra citare direttamente Fellini, il protagonista non riesce a scusarsi con la figlia poiché la voce è coperta dal rumore dell??elicottero. E?? nel silenzio di una strada deserta dove Johnny decide di perdersi nella realtà.

Valore aggiunto è la presenza fresca e naturale di Elle Fanning, che interagisce perfettamente con Dorff, giustamente sottotono. Bellissima fotografia di Harris Savides che compone quadri con colori chiari e luminosi: sarebbe tanto bella la sequenza della piscina senza quel celeste così trasparente?
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#64 piersa

    Megalo-Man

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  • Location14-16 Fabrizi Nicola e Aldo

Inviato 20 settembre 2010 - 08:16


nessuno come Sofia Coppola sa raccontare il vuoto di vite a cui all'apparenza, ma anche in sostanza, "non manca niente". nessuno come lei perchè lei lo fa con tale leggiadra naturalezza, senza intellettualismi, senza imporre allo spettatore profonde riflessioni esistenziali. nessuno come lei per come il suo occhio sensibile e discreto sa essere attento ai dettagli, alle variazioni minime, per la sua regia/scrittura funzionale allo stato d'animo trattenuto e fugace più che alla narrazione. Somewhere è il film che sin dal suo memorabile esordio Sofia Coppola si è allenata a realizzare. è il film non più "bello" ma più importante, quello dove il suo cinema si realizza senza più compromessi, nudo e spoglio, è il fim dove la sua visione diviene sempre più unica e personale. è un film tutto in sottrazione che pullula di scene che emozionano senza ricattare (su tutte, Elle Fanning che pattina, Stephen Dorff che la osserva), probabilmente troppo poco Artistico per piacere ai cinéfili e agli intellettuali wannabe che avranno pare per i loro denti per le loro critiche oziose, troppo poco accattivante per il pubblico indie che lo schiferà probabilmente in blocco. a modo suo è un film estremo. da vedere e rivedere.


mi limito a quotare, perchè non ho il tempo per scrivere qualcosa di compiuto. aggiungo che se il film è banale (e lo è, giustamente), anche le critiche lette finora si mantengono sullo stesso piano.


I tuoi colleghi ringraziano sentitamente  ;D
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#65 Ian Smith

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Inviato 20 settembre 2010 - 11:51

visto ieri.
commento: mah.
per il momento mi limito a rileggere i vostri interventi e la rece per completare un quadro d'insieme che, ammetto, alla prima visione non sono riuscito a decifrare appieno.
Troppo facile andare sul commento "Lost in Translation 2", troppo facile denunciare il film di essere vacuo, noioso, scarno. La verità a mio avviso è in altro: è in quelle inquadrature così fisse, così lunghe, così piene di nulla. Un estremo al quale la Coppola mai si era spinta finora: aveva solitamente cercato di "riempire" il tutto con qualcosa, qualche gesto, qualche battuta, una musica extra-diegetica che qua è quasi totalmente assente (e alcuni pezzi sono quasi mandati per intero, vedi la lap-dance o il pattinaggio: come a voler denunciare un intento nichilistico, un "piuttosto che far succedere qualcosa faccio finire la canzone"), un momento rivelatore nel quale il piattume della quotidinianità riuscisse comunque a sprigionare attimi intensi, emotivamente forti.
Qua invece un personaggio fin troppo "vuoto" sembra adagiato in questa sua orribile situazione senza cercare praticamente di far nulla per uscirne: la scontata presa di coscienza finale alla fine dura solo il tempo di una brevissima telefonata e di un breve pianto, l'inquadratura successiva ce lo mostra di nuovo in piscina, di nuovo a galleggiare come fa sempre.
Buttata lì, e per questo dipinta un po' malamente, anche la situazione di amore/gelosia della figlia nei suoi confronti: è lapalissiano che tutte le donne delle quali Marco si circonda siano alla fine un surrogato di quella componente familiare femminile che non ha, un po' strano però che anche Cleo alla fine rimanga ai margini, in secondo piano rispetto a lui.
La parentesi sulla tv italiana è probabilmente la peggiore, infarcita di un'aura grottesca che stona con quella "nichilista" precedente (ah, una cosa: Laura Chiatti SEMPRE E COMUNQUE CAGNA. deve morire).
E poi peccato constatare che Dorff come attore sia praticamente inaccettabile: troppo "piacione" per rendere credibile il suo (inesistente?) dramma, troppo giovane per risultare un attore già strafamoso e già sulla via del declino, troppo iconicamente calato nel mondo che lo disgusta per sembrare realmente inadeguato (quei tatuaggi che fanno tanto star maledetta).
Risultato: un film che anche solo per l'atmosfera di tremenda, totale, orrorifica annientazione meriterebbe un 8 (gran coraggio propinare un film così dopo i fasti spumeggianti e colorati di "Marie Antoniette").
Purtroppo bisogna anche metterla in scena, quest'atmosfera: ed allora qualcosa vediamo non funziona perfettamente, è imprecisa, il messaggio non arriva come avrebbe voluto (e dovuto).
Non da stroncare, non da incensare: da rivedere.

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#66 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 20 settembre 2010 - 18:03



nessuno come Sofia Coppola sa raccontare il vuoto di vite a cui all'apparenza, ma anche in sostanza, "non manca niente". nessuno come lei perchè lei lo fa con tale leggiadra naturalezza, senza intellettualismi, senza imporre allo spettatore profonde riflessioni esistenziali. nessuno come lei per come il suo occhio sensibile e discreto sa essere attento ai dettagli, alle variazioni minime, per la sua regia/scrittura funzionale allo stato d'animo trattenuto e fugace più che alla narrazione. Somewhere è il film che sin dal suo memorabile esordio Sofia Coppola si è allenata a realizzare. è il film non più "bello" ma più importante, quello dove il suo cinema si realizza senza più compromessi, nudo e spoglio, è il fim dove la sua visione diviene sempre più unica e personale. è un film tutto in sottrazione che pullula di scene che emozionano senza ricattare (su tutte, Elle Fanning che pattina, Stephen Dorff che la osserva), probabilmente troppo poco Artistico per piacere ai cinéfili e agli intellettuali wannabe che avranno pare per i loro denti per le loro critiche oziose, troppo poco accattivante per il pubblico indie che lo schiferà probabilmente in blocco. a modo suo è un film estremo. da vedere e rivedere.


mi limito a quotare, perchè non ho il tempo per scrivere qualcosa di compiuto. aggiungo che se il film è banale (e lo è, giustamente), anche le critiche lette finora si mantengono sullo stesso piano.


I tuoi colleghi ringraziano sentitamente  ;D


tivibi asd



Buttata lì, e per questo dipinta un po' malamente, anche la situazione di amore/gelosia della figlia nei suoi confronti: è lapalissiano che tutte le donne delle quali Marco si circonda siano alla fine un surrogato di quella componente familiare femminile che non ha


io invece c'ho visto un modo come un altro per passare il tempo, tant'è vero che delle ragazze scambia o non si ricorda i nomi. Cleo non scalfisce la sua routine, anzi è Cleo che ne viene risucchiata: però alla fine la sua presenza lo sfiora. 

(ah, una cosa: Laura Chiatti SEMPRE E COMUNQUE CAGNA. deve morire).


e anche zoccola. qualcuno glielo facesse notare, grazie asd


troppo giovane per risultare un attore già strafamoso e già sulla via del declino


Dorff dei suoi 37 anni ne dimostra almeno 35, e direi che è l'età giusta per un attore strafomoso (basta che si pensi a Depp o a DiCaprio); poi non è affatto sulla via del declino, anzi è ancora in piena attività (ok, che se gli han dato il telegatto qualche peccato mortale deve averlo già commesso asd)
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#67 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 20 settembre 2010 - 19:37

(ah, una cosa: Laura Chiatti SEMPRE E COMUNQUE CAGNA. deve morire).


e anche zoccola. qualcuno glielo facesse notare, grazie asd


C'ha pensato fabbrofibra. asd
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#68 vegeta851

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Inviato 23 dicembre 2010 - 11:04

i cinque film preferiti di Sofia:

Rusty il Selvaggio (F.F. Coppola)
Fino all'ultimo respiro (Godard)
Sixteen Candles (Hughes)
Lolita (Kubrick)
L'ultimo spettacolo (Bogdanovich)
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#69 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 23 dicembre 2010 - 12:09

Lolita (Kubrick)


Fin troppo evidente in "Somewhere". La prima cosa che ho pensato della Fanning jr. è stata "Lolita 2.0".
  • 0

esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#70 sicknote

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Inviato 27 dicembre 2010 - 21:52

visto ieri sera in dvd, "raccontare niente" e non annoiare non e' da tutti, la Sofia mi piace da sempre, da New York Stories in poi. Per me bello ed anche di piu',ma di cinema capisco zero, mi limito a guardare.

Fin troppo evidente in "Somewhere". La prima cosa che ho pensato della Fanning jr. è stata "Lolita 2.0".


sara' anche uno dei film preferiti dalla Coppola, ma che cosa vi ha fatto pensare a Lolita la Fanning? personalmente questo lato mi e' sfuggito?
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#71 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 20 marzo 2011 - 14:38

sarò malato ma non ridevo così tanto vedendo un film dai tempi di american psycho, un'ironia devastante (il climax direi il cunnilingus catatonico)

la coppola mi piace quando parla di ciò che conosce (infatti ho trovato maria antonietta orribile)

Sono l'unico al mondo a cui è piaciuto più "Somewhere" rispetto a "Lost in translation"?


presente
più sobrio quest'ultimo, inoltre una colonna sonora meno invasiva

8 secco


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