Preciso che di Foundation ho visto 3 puntate (poi mi son rotto i maroni ) , ma a distanza di mesi almeno il comparto visivo mi è rimasto impresso.
Non capisco da dove venga la convinzione che Tolkien abbia delineato tutte queste differenze antropologiche tra le razze. La differenza principale è immortalità/mortalità, poi gli elfi sono filosofi e letterati, gli uomini sono corruttibili, i nani irascibili e amanti delle gemme, gli hobbit amanti del cibo, del fumo e delle comodità Estremizzo ma è così.
Comunque il terzo episodio toglie più di qualche dubbio sulla mediocrità della serie (ma perché è mediocre di suo, non perché non è Tolkien).
Edit: per esempio, gli Harfoot con la loro cultura nomadica, con le loro tradizioni e ritualità, e il loro registro colloquiale, mica mi vorrete dire che sono uguali agli elfi o agli uomini.
Pour parler, non mi ricordo se e quanto e come Tolkien differenziasse le varie razze, ma hai un budget mai visto e, comunque vada, già sai che scontenterai i fan: osa, proponi, esplora, indaga, punta anche sul world building di un universo che, ben che andrà, potrà tirarti la carretta per anni.
Poi, dimenticato il world building, a me pare che abbiano speso tempo a fare dei bei vestiti e poco a scrivere una bella storia, o meglio un bell'intreccio, meglio ancora dei bei personaggi. Per stare alla concorrenza e restando chiare le evidenti differenze di backgound e intenti, House Of The Dragon, nel giro di una puntata, con poche pennellate ha già ben modellato i personaggi principali e i loro intenti, obiettivi, motivazioni, specificità, contraddizioni. E non avrei dato alla serie due lire dato quanto mi avevano addolorato e schifato le ultime 3 stagioni di GoT.
Infine, sono più o meno a metà della puntata nuova e faccio due esempi sulla mediocrità imperante anche qui:
- presentazione di Isildur: sequenza ultra standard in cui abbiamo il giovane abile, coraggioso, dallo sguardo pensoso e penetrante che legge il mare e le situazioni come nessun altro e che salva, coincidenza proprio lui, dal pericolo il compagno, coincidenza nell'unico incidente che capita alla nave. Se questo è il prologo di una storia a cui stiamo per assistere, una premessa del genere mi ha già ammazzato l'attesa per un potenziale ciclo narrativo dedicato alla "caduta di Isildur".
Il tutto per dire che, al momento, ogni sequenza sembra scritta seguendo in maniera pedissequa un manuale di sceneggiatura da centro sperimentale di cinema e, come tale, il tutto risulta prevedibile e manierato.
- faccia a faccia tra i due Harfoot adulti: si ricollega al discorso ripreso anche più sopra: ma è possibile che questa razza si esprima come nei più classici drammi hollywoodiani? ma non ce l'hanno un modo di comunicare, un vocabolario, un'espressività, una gestualità per esprimere l'amore e i sentimenti propri che non siano quella di una soap opera pomeridiana? sì, è vero, a memoria anche gli Hobbit erano così, ma facendo il nerd potre dire che questi sarebbero arivati secoli dopo e sarebbero stati molto più integrati nella Terra di Mezzo; a questo punto non farmeli parlare con le pigne e i cespugli in testa, è un contrasto ridicolo.
- esempi di messa in scena superficiale: 1) Halbrand condotto a corte, sottolineo in presenza della Regina, che consegna un pugnale manco tanto piccolo a Galadriel, quindi né senza essere stato perquisito dalle guardie reali né senza essere stato notato né da una sala piena né dalle guardie attorno a loro in galleria; 2) Galadriel che minaccia Elendil con pugnale sfoderato a favore di telecamera: è vero, siamo in un'alcova in penombra, ma mano e pugnale sono sempre anche a favore di un porto affollato di gente.
Se ho ben capito gìli showrunner e sceneggiatori non avevano alcuna esperienza pregressa e sono stati "raccomandati" ad Amazon Studios da JJ Abrams: io non mi capacito di come sia stato approvato il loro pitch e di come qualcuno abbia pensato fosse una buona idea affidare la serie più costosa della storia a due dilettanti.