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Situazione dei beni culturali in Italia


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89 replies to this topic

#51 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

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Inviato 15 marzo 2011 - 09:48

http://www.repubblic...18/?ref=HREC1-3
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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#52 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

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Inviato 08 aprile 2011 - 08:53

piangiamoci un po' addosso:

I TAGLI ALLA CULTURA - L'archeologo? ? sottoterra
di Roberta Carlini
26 MARZO 2011, L'ESPRESSO


Specializzati. Laureati. Stimati all'estero. Eppure precari, sottopagati e senza diritti. Mentre gli scavi sono fermi

In cantiere dalle sette alle 16, pagati a ore o a giornata. Licenziabili a discrezione del padrone. Non stiamo parlando della manovalanza immigrata, scelta dai caporali al mercato delle braccia. Ma di studiosi che hanno fatto quattro anni di università più tre di specializzazione o dottorato: le archeologhe e gli archeologi italiani. Nati e formati in un Paese nel quale qualsiasi buco si scavi butta fuori archeologia, ma che sul mercato privato non riconosce la loro professione e alle dipendenze pubbliche ha 350 archeologi in tutto. Un Paese nel quale un archeologo di fama mondiale, come Andrea Carandini, se ne va sbattendo la porta (vuota) del ministro dei Beni culturali, per protesta contro i drastici tagli al bilancio; come già aveva fatto, due anni fa, il suo predecessore Settis. I dati parlano chiaro: è lo stesso bilancio di previsione del ministero che certifica un crollo verticale, dai 2,1 miliardi l'anno del 2003 agli 1,4 di quest'anno. La spesa per la cultura è una percentuale infinitesima del bilancio pubblico: 0,18 per cento. Falcidiate le spese per teatro, cinema, monumenti, scavi, siti archeologici, sovrintendenze; e per il personale, ovviamente. Non si assume più nessuno, si riducono anche collaborazioni e contratti a progetto. Tagli che aggravano la condizione degli archeologi in Italia. All'ultimo concorso per lavorare nelle sovrintendenze, sono arrivate 5.551 domande per 30 posti. Uno su 185 ce l'ha fatta. Gli altri sono rimasti a presidiare il nostro patrimonio sotterraneo in un altro modo. Ecco come.
Partita Iva e piccone
Lì dove dovranno passare tubi dell'acqua, fognature e elettricità, è molto probabile che ci siano resti di età punica o romana. Come tutt'attorno, a Villasimius, vicino Cagliari. Per questo ogni giorno Emanuela Atzeni, archeologa, 34 anni, macina 80 chilometri per venire ad assistere lo scavo che il Comune sta facendo per portare servizi ai turisti sul mare. Anche se li chiamano "scavi di emergenza", sono la regola dell'archeologia italiana: nella quale si scava non con la missione di cercare reperti, ma in occasione di opere pubbliche o private, dalle ferrovie ai parcheggi. Cantieri in cui l'archeologia è un effetto collaterale. E l'archeologo è pagato dall'impresa edile, risponde per il suo lavoro alla sovrintendenza, ma non è assunto né dall'una né dall'altra. Come Emanuela: "Qui lavoro con partita Iva. Altre volte ho avuto un contratto a progetto". Da quando è uscita dall'università, a Emanuela il lavoro, sia pur con alti e bassi, non è mancato. Ma, come i suoi colleghi, ha dovuto rincorrerlo passando da un incarico all'altro, spesso con lunghe interruzioni. Sono pochissimi gli archeologi che lavorano alle dipendenze pubbliche: meno del 4 per cento, secondo un censimento dell'Associazione nazionale. Rari anche i dipendenti privati. La massa ha uno status che è da libero professionista nella forma, da precario nella sostanza: partite Iva, collaboratori occasionali, cocopro... Il tutto per un compenso tra i 30 ai 100 euro al giorno. Ne consegue un fatto crudo: per molti di loro - uno su tre - il lavoro di archeologo non è la fonte principale di reddito. Un 15 per cento fa anche la guida turistica, altrettanti si barcamenano tra supplenze e lezioni private; altri si improvvisano camerieri, commessi, operai. Oltretutto la paga sul cantiere la si prende solo per i giorni in cui si lavora. Se lo scavo si ferma per maltempo, spesso gli archeologi non incassano nulla, al contrario degli edili. Non hanno contratto, né ferie, né malattie. Spesso neanche l'assicurazione sugli infortuni. "Se resto incinta, la gravidanza non me la paga nessuno".
"Rimettiamo al mondo il passato, non possiamo mettere al mondo il futuro", ha urlato un'archeologa, Astrid D'Eredità, dal palco a Roma nel giorno della festa della donna. Secondo il censimento dell'Associazione, il 70 per cento degli archeologi sono donne, ma più della metà di loro abbandona la professione dopo i 40 anni. C'è chi resiste, nonostante tutto. Federica Chiocci, romana, due figli, ricorda la sua prima gravidanza quasi come un lusso, "avevo un assegno di ricerca dall'università"; per la seconda è rimasta per un anno senza lavoro e senza stipendio. "La mia situazione familiare me lo consentiva, non per tutte è così". Federica, 45 anni e tanta esperienza, riesce a barcamenarsi, a scegliere contratti non umilianti. "Ma il privato può fare di tutto, spesso si serve di cooperative che, soprattutto in estate, mandano in cantiere ragazzi molto giovani, che si accontentano di poco". Precarietà, concorrenza al ribasso nelle gare d'appalto, paghe al lumicino: non sono soli, in questo, gli archeologi. "Ma per noi c'è un problema in più: siamo pagati dal privato, ma dobbiamo fare gli interessi del pubblico. Loro ti pagano, e non vedono l'ora di mandarti via". Il conflitto è inevitabile.
Al massimo ribasso
Federica ci porta in un mondo, quello dell'archeologia romana, in teoria ricchissimo. Per il sottosuolo di Roma, e anche per le enormi opere pubbliche che lo stanno scavando, a partire dalla Metro C, che passerà sotto il centro storico e dai sondaggi archeologici ha fatto venir fuori resti di un edificio pubblico adrianeo. E poi: i piani per i parcheggi sotterranei, i lavori dell'Acea, dell'Italgas... Quasi sempre lavori pubblici, o di grandi imprese private. Eppure sotto la capitale c'è una giungla, nel lavoro degli archeologi, che si muovano in proprio oppure legati a società o cooperative. "A volte sono società serie, ma molto spesso funzionano con i sistemi del caporalato", denuncia Salvo Barrano, vicepresidente dell'Associazione nazionale: "Vincono le gare con il massimo ribasso, e si rifanno abbattendo i compensi agli archeologi. Se questo è possibile, è perché manca un sia pur minimo riconoscimento del nostro lavoro: non c'è alcuna regola. Le imprese possono fare quel che vogliono, in teoria anche mandare nello scavo uno che non è archeologo. O sostituirlo se rompe troppo le scatole. E questo succede anche nei lavori pubblici".
"Quando lavoriamo per le società non facciamo noi il prezzo, sono loro che decidono", racconta Margherita Malorgio, romana. Che denuncia anche un'altra pratica scorretta: "Mi hanno fatto firmare un contratto col quale rinunciavo a pubblicare ciò che trovavo". Quello delle pubblicazioni scientifiche è un altro punto critico. Sarebbero la ragione principale del lavoro degli studiosi, ma spesso è impossibile farle: anche quando non c'è una clausola-capestro di rinuncia, è il tempo che manca. "Io uso le notti, i weekend e i giorni di pioggia per studiare e pubblicare". Ma la possibilità di farlo, di avere accesso ai reperti e seguire il lavoro una volta chiuso lo scavo, dipende anche dalla presenza attiva della sovrintendenza: spesso impossibile perché negli uffici mancano, appunto, gli archeologi.
Concorso choc
L'ultimo concorso da archeologo pubblico è del 2008, quello precedente risaliva a dieci anni prima. Una prova dura. Per accedere, c'era bisogno di laurea più specializzazione (o dottorato). Lo hanno vinto in 30 su oltre 5 mila (nessun posto in Campania, forse Pompei sembrava protetta) in lista d'attesa sono rimasti 96 idonei, che in teoria dovrebbero essere assunti a seconda delle esigenze. Giovanna Pietra, di Olbia, è terza degli idonei in Sardegna. "Ci avevano detto che saremmo entrati, ma poi c'è stato l'ulteriore blocco delle assunzioni". Ora aspettano. "Dovranno pur decidere cosa fare di noi. In fondo ci hanno formati, siamo in grado di fare un lavoro, siamo anche noi un patrimonio dello Stato". n

Archeo-star in fuga e giovani senza futuro
colloquio con Paolo Matthiae

"Siamo vittime di tagli gravi. Perché sono indiscriminati; e perché quando invece discriminano, lo fanno ai danni della cultura e della ricerca. Le dimissioni di Salvatore Settis, prima, e di Andrea Carandini, adesso, non sono un caso ma la logica conseguenza di questa situazione". Per Paolo Matthiae, archeologo italiano conosciuto nel mondo come lo scopritore di Ebla, c'è un nesso chiaro tra la condizione degli invisibili giovani archeologi e la generale dismissione del nostro patrimonio culturale.
Consiglierebbe a un suo studente, oggi, la carriera di archeologo in Italia?
"Siamo tuttora apprezzati e celebrati nel mondo, e non parlo solo della mia generazione, ma anche di quelle successive, abbiamo schiere di nomi eccellenti. Ma di fatto da anni il ministero non rinnova più i ruoli delle sovrintendenze: non si fanno concorsi, non si assume più. E la stessa cosa avviene per l'università, dove per un professore che esce entra un quarto di ricercatore. Questo porta a una situazione di precarietà gravissima".
Gli archeologi in gran parte lavorano per le imprese di costruzione, che sono tenute a tenerli ma sperano che si tolgano dai piedi al più presto. Non è un sistema che in sé porta i rischi di un conflitto di interessi?
"? un sistema malato perché nella logica del precariato, che adesso vale per quasi tutti i lavori, compreso quello dell'archeologo. Ma se non ci fossero società e cooperative che lavorano per le imprese, gli archeologi sparirebbero del tutto. La cosa essenziale è che sia forte il sistema di tutela e controllo a livello nazionale, è questo quel che manca adesso".
Ma anche negli scavi di ricerca, di solito universitari, i giovani spesso lavorano gratis.
"Questo succede da tempo, ma dovrebbe riguardare solo gli studenti. Ragazzi che sono sullo scavo per fare esperienza, per imparare, per formarsi. All'inizio è uno stage, alla lunga è sfruttamento. Dopo la laurea, durante e anche dopo il dottorato, abbiamo a che fare con giovani: la cosa diventa pesante per loro, e imbarazzante per noi "sfruttatori". Succede anche in altri Paesi, ma qui la mancanza di sbocchi la rende più grave".

Scavo privato, reperto occultato

Luigi Malnati
direttore generale alle Antichità
L'Alta velocità, i parcheggi interrati, le nuove metropolitane a Roma e Napoli, e una miriade di lavori "minori": ogni anno in Italia si aprono migliaia di scavi archeologici. Ma "del 90 per cento di questi non sappiamo niente, perché non vengono pubblicati. L'archeologo se ne va, si libera l'area, e nessuno ne sa più niente". Anche di eventuali ritrovamenti. La denuncia viene da fonte più che autorevole: Luigi Malnati, direttore generale alle Antichità al ministero dei Beni culturali. "La legge ha obbligato i privati a pagare gli scavi archeologici, ma il problema è: come si fanno? L'unico interesse del privato è fare presto, e risparmiare. La Sovrintendenza dovrebbe sorvegliare, però ha pochissimi funzionari. Morale: il povero archeologo si trova tra l'incudine e il martello. E nessuno lo tutela: in teoria, chiunque potrebbe andare lì sul cantiere al posto suo, chiamato a fare uno scavo archeologico". Come se ne esce? "Va fatto un regolamento che dica chi è l'archeologo, cosa deve fare, quali sono le regole dell'archeologia preventiva e degli scavi di emergenza, e anche quali sono le sua responsabilità". Perché queste regole non ci sono: anzi, sono ferme al 1913, e si occupano solo della proprietà dei tesori ritrovati. Cent'anni dopo, abbiamo nuovi testi unici e codici culturali ma ancora nessuna regola su chi scava e come. Malnati, arrivato da poco alla direzione delle Antichità, promette: "Farò un regolamento, chiamando tutti gli interessati a partecipare". E sulla lista d'attesa degli archeologi pubblici idonei all'ultimo concorso, confida in uno sblocco: "Ma dovranno essere disponibili a spostarsi da regione a regione".

Maria Rosaria Belgiorno
archeologa Cnr
"Un nome, ce lo abbiamo sempre. All'estero godiamo di grande prestigio. Ma di tutti i ragazzi italiani che sono passati nel nostro scavo di Pyrgos, ho notizie tragiche: pochissimi hanno continuato a fare gli archeologi, spesso hanno smesso proprio i più bravi". Maria Rosaria Belgiorno, archeologa del Cnr, ha legato il suo nome alla più antica fabbrica di profumi del mondo, ricostruita dalla missione italiana di Pyrgos/Mavroraki a Cipro. Un polo industriale nell'isola di Afrodite, risalente al II millennio avanti Cristo, riportato alla luce con le più sofisticate tecnologie dei materiali del nostro millennio. "L'archeologia non si fa solo con gli archeologi, è un intreccio di competenze: è lontana la vecchia immagine dell'archeologo solitario con pala e piccone. Serve un training che da noi spesso non si dà, per mettere in grado una persona di gestire un domani uno scavo da solo". A Pyrgos arrivano studenti da tutto il mondo. "Vengono per imparare, perché l'archeologia si impara solo sul campo. Ma gli italiani sono quelli che hanno prospettive più incerte. Resto in contatto con loro, ma nella maggior parte dei casi li vedo sparpagliati nel mondo a fare tutt'altro, anche i più bravi".

Emanuele Curti
docente di Archeologia classica
"Forse sono nell'ultima generazione degli archeologi fortunati", dice Emanuele Curti, che alla Scuola di specializzazione in Archeologia a Matera è arrivato grazie alla legge sul "rientro dei cervelli". ? rientrato da Londra, dov'era emigrato a 28 anni, subito dopo il dottorato di ricerca, facendo la brillante carriera che aspetta spesso non solo i nostri scienziati ma anche i nostri umanisti oltrefrontiera. Ed è tornato qui, a constatare che "i giovani non trovano lavoro, inseguono le imprese edili, che spesso li sfruttano, mentre le sovrintendenze che dovrebbero controllare e fare ricerca non ce la fanno perché non hanno i mezzi". Ma non c'è solo questo, non sono solo politica e fondi che mancano. "Anche noi archeologi dobbiamo rimetterci in discussione, pensare a tutto il territorio e non solo alla nostra fetta di lavoro, generare progetti, avendo anche in mente - perché no - come raccogliere i fondi". Un esempio: "I turisti che vengono a Matera fanno il giro dei Sassi e se ne vanno, non si può fare un progetto che connetta tutti i beni culturali ed archeologici?".
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#53 oblomov

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Inviato 08 giugno 2011 - 08:16





I Bronzi di Riace trasformati in bulli

Dal sito della Regione: «questa prima parte della campagna promozionale è costata 2,5 milioni di euro»


«Ritirate quello spot: ci danneggia!». I bronzi di Riace in versione «giovanottoni volgarissimi e abbronzati» che nella pubblicità della Calabria fanno «pari montagna, dispari mare» mostrando chiappe e pudenda come due bulli di un club nudista, hanno lasciato molti calabresi a bocca aperta: «Ma è questo il modo di trattare due capolavori?».
Tutto è cominciato con un corsivo su il Quotidiano della Calabria che consigliava al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti: «La Calabria è troppo bella per essere manipolata maldestramente al fine di farne uno spot. Poche immagini di questa terra straordinaria e delle sue opere valgono più di un brutto messaggio pubblicitario in cui si deturpano anche i Bronzi di Riace».
Lo spot Ma era solo l'inizio. Il giorno dopo, il calabrese Salvatore Settis, che da anni difende l'onore dei calabresi nel mondo non con le chiacchiere o le ire funeste dettate da campanilismo permaloso ma dirigendo prima il Getty Center di Los Angeles e la Scuola Normale di Pisa, poi insegnando al Prado o presiedendo oggi il Consiglio scientifico del Louvre, ha fatto a pezzi ancora sul giornale diretto da Matteo Cosenza la scelta di «calabresizzare» i Bronzi. Spingendosi perfino, udite udite, a chiedersi: e se avesse ragione Galan?
Al grande archeologo, la campagna ideata da qualche genio della pubblicità non è piaciuta affatto: «Lo spot che arrossendo di vergogna ci toccherà vedere in tv nelle prossime settimane esibisce i due venerandi Bronzi trasformati in giovanottoni volgarissimi e abbronzati, degni del seguito di Cetto La Qualunque, che fanno a pari e dispari esibendo chiappe e quant'altro».
Lo dicesse un settentrionale come Vittorio Sgarbi (durissimo nello stroncare le rivendicazioni d'inamovibilità e «calabresità» delle statue: «I Bronzi sono dello Stato!») o Giancarlo Galan, reo di avere messo in dubbio il modo in cui i Bronzi sono valorizzati (un terzo dei visitatori a pagamento rispetto agli ippopotami dello zoo di Pistoia) apriti cielo! Basti ricordare la reazione dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro alla denuncia dell'esame di abilitazione in cui 2.295 compiti su 2.301 (tutti meno sei) degli aspiranti avvocati erano stati copiati parola per parola: «La ferocia demolitrice con cui la stampa, la radio e la televisione hanno aggredito tutta la città di Catanzaro...». Guai, se un'obiezione arriva dal nord del Po. Fatta invece da un grande calabrese, chissà che la denuncia non faccia pensare...

Tanto più che Settis affondava il coltello ricordando la quantità di potenziali turistiche sarebbero stati (sgradevolmente) raggiunti: «Secondo la dichiarazione del presidente Scopelliti sarebbe "un segnale di cambiamento, per fare del turismo una fonte di ricchezza". E infatti, risulta dal sito della Regione, "questa prima parte di campagna utilizza risorse per 2,5 milioni di euro". Complimenti a chi li ha intascati: ma questo uso irrispettoso e volgare dei Bronzi rischia di dar ragione a chi, come il ministro Galan, dice che la Calabria non li merita».
Tanto più che, spiega Settis al Corriere, «la nave che portava i Bronzi, molto probabilmente attici o peloponnesiaci e strappati dalle loro basi durante una razzia, affondò casualmente davanti a Riace ma avrebbe potuto affondare da qualsiasi altra parte. Esattamente come l'«Apollo di Piombino», una scultura greca di Rodi trovata nel mare di Populonia che se fosse recuperata oggi non sarebbe al Louvre ma a Piombino. O come l'«Atleta di Fano» attribuito a Lisippo e trovato davanti alla costa delle Marche: mica è marchigiano! Allo stesso modo, del resto, l'«Auriga di Delfi» forse fu fatto da uno scultore reggino...».

Non bastasse, il giorno dopo ecco intervenire la Confindustria calabrese
per bocca di Giuseppe Nucera. Letale: «L'anteprima dei Bronzi animati è stata presentata a febbraio alla Bit di Milano. Sono state più le critiche che gli apprezzamenti e ci aspettavamo che l'esperimento sarebbe stato archiviato, come tanti altri di scarso successo. Riproporre su vasta scala uno spot di pessimo gusto è alquanto discutibile». Titolo del pezzo: «Ritirate lo spot sui Bronzi. Ci danneggia». Appello sottoscritto dall'archeologo (lui pure calabrese) Battista Sangineto. Che dopo avere citato Antonio Albanese definendo lo spot «qualunquemente autodenigratorio» dice che in quel filmino i nobili bronzi sembrano dei «tamarri». Peggio: «Assomigliano molto, nel tratto grafico e nell'ispirazione vagamente omoerotica, ad alcuni fumetti pornografici che, negli anni 70, avevano come protagonisti proprio i due Bronzi, all'epoca più famosi della Gioconda del Louvre». Implorazione finale: «Presidente Scopelliti, ritiri questa grottesca pubblicità».Non fatichiamo a immaginare le reazioni: «Uffa!». Il guaio è che, come denuncia nel libro Statale 18 il calabrese Mauro Minervino, le ruspe se ne infischiano di quanto trovano scavando e chissenefrega se sotto c'è una necropoli. Però i nomi antichi ed evocativi delle elleniche Terina e Temesa piacciono assai come «claim di lusso» ai vandali del cemento «tutti in vena di citazioni classiche». Ed è tutto un fiorire di «Residence Magna Grecia», «Costa degli dei», «Appartamenti Olimpo», «Hotel Talao», «Ristorante Poseidon» che spuntano da ogni dove lungo una costa che, dice uno studio della stessa Regione, ha una casa abusiva ogni 150 metri. La sintesi è in un rapporto di Legambiente: la Calabria occupa un ventesimo del territorio nazionale e vi risiede un ventottesimo della popolazione ma ospita un settimo di tutte le illegalità nel ciclo del cemento.
Una situazione disperante, che tuttavia non ha insegnato molto a un pezzo della società calabrese. Basti ricordare che, a sostegno del demenziale «Europaradiso», lo spropositato mega villaggio più grande del Mediterraneo che un faccendiere estero appoggiato da ambienti ambigui vorrebbe costruire alle foci del fiume Neto, uno dei pochi «eden» ancora intatti della (ex) magnifica costa calabrese, è nato un comitato («Europaradiso o rivolta!») che si è spinto a fare una locandina surreale. Dove un signore barbuto punta il dito come lo zio Sam nei notissimi manifesti americani: «Voglio te!» E chi è quel signore in tunica? Pitagora! Pi-ta-go-ra!!! Ma è così che si attirano i turisti? O difendendo piuttosto le coste dagli Attila del calcestruzzo?


Gian Antonio Stella





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La situazione dei beni archeologici calabresi è qualcosa di non immaginabile dagli addetti ai lavori, tra il teatro dell'assurdo e l'ignoranza più bieca
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#54 aldous

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Inviato 08 giugno 2011 - 09:23

http://archiwatch.wo...si-boys-basiti/

e di questo scempio sgarbiano, ne vogliamo parlare?
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#55 Mr telefax

    dendrite

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Inviato 08 giugno 2011 - 09:29

Di Tomaso Montanari, Un libro che spiega molte cose.

"La storia dell’arte non ha più grande importanza nel dibattito pubblico e ormai nelle università la si studia come complemento alla Scienza del turismo. La curiosità si riaccende solo con le grandi mostre-evento, o con eccezionali scoperte attributive. E proprio da una di queste «scoperte» parte Montanari per smontare pezzo per pezzo il diabolico meccanismo che sta distruggendo una parte così importante della cultura e dell’identità italiana. Nel clamoroso caso del crocifisso falsamente attribuito a Michelangelo scorrono come in una commedia grottesca critici, antiquari, politici, finanziatori, giornalisti e studiosi, tutti incapaci di contrastare la logica superficiale del marketing, del prestigio, dell’interesse privato. E si cerca invano l’essenza di impegno civile che si dovrebbe restituire alla storia dell’arte e alla cultura. "

E ancora, dal sito Einaudi:
"La vicenda del crocifisso cosiddetto «di Michelangelo» acquistato dallo Stato italiano è una metafora perfetta del destino dell'arte del passato nella società italiana contemporanea.
Strumentalizzata dal potere politico e religioso, banalizzata dai media e sfruttata dall'università, la storia dell'arte è ormai una escort di lusso della vita pubblica."
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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#56 oblomov

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Inviato 08 giugno 2011 - 09:31

http://archiwatch.wo...si-boys-basiti/

e di questo scempio sgarbiano, ne vogliamo parlare?


questo sistema folle (sostanzialmente si bucano le murature antiche per piazzare pilastri in metallo che sostengono coperture pesantissime e semidefinitive) è adoperato da una decina di anni in tutto il sud-italia, perchè qualche coglione al ministero ha deciso che quello è il sistema per proteggere mosaici e pitture sottostanti. Ad esempio alla villa romana di Casignana (RC) -ps, reggini andateci che merita-, pur di fronte alla perplessità (e anche qualcosa di più, io ricordo un intervento di fuoco al Convegno di Taranto di 2-3 anni fa) della comunità scientifica, si è usato lo stesso sistema, sfregiando un sito già martoriato dalla 106 ionica, che lo taglia a metà.
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#57 gigirictus

    ï͂͑̉͆ͧͮͩ̓ͧ̒͒̉̎̂̊͆͑͐̊̓̊̅ͭ͗̐̄̏̾̄͊

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Inviato 08 giugno 2011 - 09:32

http://www.youtube.c...h?v=_vu_6QZgdXs

dai non è 'sta tragedia

almeno così la gente sa che i bronzi di riace sono in calabria asd
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rym |


#58 oblomov

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Inviato 08 giugno 2011 - 09:37

non volevo drammatizzarla troppo: è che conosco bene l'ambiente e so benissimo qual'è il ragionamento dietro, ed è quello che mi fa incazzare, cioè del bene non visto in quanto vettore di turismo e quindi da valorizzare, ma solo come simbolo di una passata grandeur per la quale si deve portare rispetto alla Calabria e non scassare troppo la minchia, che lo sanno loro come si gestisce il proprio passato. Io quando scendo ricevo ogni giorno interrogatori tra il serio e il faceto su tutte le seguenti questioni:
ma non è che bloccate i lavori del raddoppio della 106 che poi non vado più a lavorare, mica come voi che state lì a gingillarvi?
ma se, ipoteticamente, trovassi qualcosa nel mio campo questo è mio giusto? posso farci pagare il biglietto, no?
ma l'oro lo trovate? a noi dei muri non frega nulla

ecc....

Ciò detto la calabria mi piace molto, e anche molti calabresi, e riuscissero a valorizzarla credo sarebbe una meta turistica importante.
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#59 oblomov

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Inviato 09 giugno 2011 - 16:21

http://milano.repubb...29/?ref=HREC2-4

http://napoli.repubb...66/?ref=HREC2-4


che sia la volta buona?
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#60 aldous

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Inviato 10 giugno 2011 - 11:17


http://archiwatch.wo...si-boys-basiti/

e di questo scempio sgarbiano, ne vogliamo parlare?


questo sistema folle (sostanzialmente si bucano le murature antiche per piazzare pilastri in metallo che sostengono coperture pesantissime e semidefinitive) è adoperato da una decina di anni in tutto il sud-italia, perchè qualche coglione al ministero ha deciso che quello è il sistema per proteggere mosaici e pitture sottostanti. Ad esempio alla villa romana di Casignana (RC) -ps, reggini andateci che merita-, pur di fronte alla perplessità (e anche qualcosa di più, io ricordo un intervento di fuoco al Convegno di Taranto di 2-3 anni fa) della comunità scientifica, si è usato lo stesso sistema, sfregiando un sito già martoriato dalla 106 ionica, che lo taglia a metà.


Il problema è più complesso del solo ancoraggio delle strutture nuove a murature antiche. Alla villa romana del Casale ci sono stato qualche anno fa in piena estate, e c'era la vecchia copertura con anche le pareti verticali in perspex. Ora l'intento, oltre allaprotezione dei mosaici era anche quello di dare un'idea dei volumi dei vari ambienti costituenti la villa (che ha un impianto planimetrico di una modernità unica), l'unico problema che caldo e umidità trasformavano
quell'esperienza in un incubo (si usciva zuppi di sudore e al limite del colpo di calore).
Sgarbi e i tecnici del branco, hanno pensato di risolvere il problema con quell'orrenda e pesante copertura in finto noce, che risolverà il problema del microclima interno, ma altera completamente la visione e la suggestione di stare in una domus romana, a me dà l'idea di una baita di montagna. Non contenti hanno pensato di tamponare gli spazi con pannelli verticali su cui si aprono delle finestre ad arco che definire orrende è il minimo.
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#61 oblomov

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Inviato 10 giugno 2011 - 11:24

Il problema è più complesso del solo ancoraggio delle strutture nuove a murature antiche. Alla villa romana del Casale ci sono stato qualche anno fa in piena estate, e c'era la vecchia copertura con anche le pareti verticali in perspex. Ora l'intento, oltre allaprotezione dei mosaici era anche quello di dare un'idea dei volumi dei vari ambienti costituenti la villa (che ha un impianto planimetrico di una modernità unica), l'unico problema che caldo e umidità trasformavano
quell'esperienza in un incubo (si usciva zuppi di sudore e al limite del colpo di calore).
Sgarbi e i tecnici del branco, hanno pensato di risolvere il problema con quell'orrenda e pesante copertura in finto noce, che risolverà il problema del microclima interno, ma altera completamente la visione e la suggestione di stare in una domus romana, a me dà l'idea di una baita di montagna. Non contenti hanno pensato di tamponare gli spazi con pannelli verticali su cui si aprono delle finestre ad arco che definire orrende è il minimo.


L'ancoraggio fatto bucando un muro romano è uno sfregio, al di là di tutti gli altri problemi che segnali.

L'unico modo che ho visto che mi piacicchia, per rendere i volumi originali, è una sistemazione che ho visto con delle sorta di scheletri dei muri fatti con tubi di plastica (so che è una descrizione atroce, ora cerco un'immagine...). In generale comunque l'idea ricostruttiva, in un paese pieno di siti conservati in maniera eccezionale, mi sembra un bel modo di buttare i soldi e deturpare i siti.
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#62 astrodomini

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Inviato 10 giugno 2011 - 11:38

Io ho scavato recentemente presso il Tempietto Longobardo di Cividale, uno dei monumenti altomedievali italiani più importanti e in procinto di diventare patrimonio UNESCO. Abbiamo lavorato (in realtà stanno ancora scavando) esternamente al perimetrale Nord e cosa ci troviamo? Canalette di scolo costruite negli anni ottanta che sconvolgono completamente la stratigrafia, ovviamente senza alcun tipo di intervento di archeologia preventiva o d'emergenza. A un passo da un monumento del genere! :facepalm:
Altro flagello sono le coperture in vetro o in plexiglass con condensa annessa che rendono spesso invisibile quello che c'è sotto.
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#63 aldous

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Inviato 10 giugno 2011 - 13:00

Io ho scavato recentemente presso il Tempietto Longobardo di Cividale, uno dei monumenti altomedievali italiani più importanti e in procinto di diventare patrimonio UNESCO. Abbiamo lavorato (in realtà stanno ancora scavando) esternamente al perimetrale Nord e cosa ci troviamo? Canalette di scolo costruite negli anni ottanta che sconvolgono completamente la stratigrafia, ovviamente senza alcun tipo di intervento di archeologia preventiva o d'emergenza. A un passo da un monumento del genere! :facepalm:
Altro flagello sono le coperture in vetro o in plexiglass con condensa annessa che rendono spesso invisibile quello che c'è sotto.


lo sbalzo termico estivo e quello invernale (temperature al disotto dello zero) pare procurino dei danni gravi alle tessere musive, anche se non ho capito il motivo. Altra cosa è il continuo deposito e asciugarsi della condensa sui mosaici, cha anche questa credo sia dannosa, anche se molto meno (non è il caso di Piazza Armerina dove si cammina su passerelle alte rispetto al calpestio originario) delle migliaia di visitatori che ci camminano sopra. Nella cappella Palatina a Palermo, ricordo di aver raccolto delle tessere che si erano staccato, a causa di qualche pedata e averle date al custode (molti se le fregano e se le intascano come ricordo).
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#64 aldous

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Inviato 10 giugno 2011 - 13:47

A proposito di situazione dei beni culturali, per fine mese sono a Roma di passaggio, finalmente mi vado a vedere il MAXXI, macchè, tutti i musei di lunedì sono chiusi. 'TACCI LORO, ma si può...
mi limiterò a vederlo dall'esterno e così per il Macro e l'Ara Pacis, che avevo visto nella vecchia sede, ma non nella tanto discussa teca di R. Meier (Sgarbi in primis che poi fa delle cagate pazzesche).
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#65 astrodomini

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Inviato 10 giugno 2011 - 13:55

Purtroppo quel tipo di copertura viene usato ovunque e spesso serve a poco, ci sono sistemi ovviamente più costosi ma che permettono una conservazione perfetta e una grande fruibilità (ad esempio in un sito qui in Friuli avevano fatto una copertura in vetro con sistema di ventilazione che lascia vedere tutto senza condensa e in condizione di temperatura ottimale).
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#66 oblomov

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Inviato 10 giugno 2011 - 14:03

la copertura con vetro/plexiglass è atroce, oltre a rovinare tutto a meno di spendere deliri di euri in ventilazione e condizionamento.
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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#67 aldous

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Inviato 11 giugno 2011 - 07:39


A proposito di situazione dei beni culturali, per fine mese sono a Roma di passaggio, finalmente mi vado a vedere il MAXXI, macchè, tutti i musei di lunedì sono chiusi. 'TACCI LORO, ma si può...
mi limiterò a vederlo dall'esterno e così per il Macro e l'Ara Pacis, che avevo visto nella vecchia sede, ma non nella tanto discussa teca di R. Meier (Sgarbi in primis che poi fa delle cagate pazzesche).



Non è che ci sia granché da vedere all'esterno per quanto riguarda MAXXI e Macro. La teca dell'Ara Pacis mi è indifferente in sé, ma nel contesto in cui si trova non c'entra veramente nulla.


Ritengo la contestualizzazione del progetto una delle basi fondamentali da cui partire (sempre se per contesto, come spesso accade, non si intenda la mera utilizzazione della pietra locale o di qualche artificio del luogo), ma se si chiama un'archistar si può stare certi che l'aspettative verrà disattesa. A Meier o alla Hadid, interessa marchiare il territorio con la loro firma inconfondibile (ma lo si è sempre fatto, anche Borromini o Bernini lo facevano), i loro oggetti architettonici sono spesso introversi e non cercano il dialogo con l'intorno (la vetrata o altana del MAXXI si apre su cosa? Sul nulla) e potrebbero tranquillamente stare in un posto piuttisto che in un altro. Io però sono tra quelli che non per questo si priverebbe di una firma eccellente del nostro contemporaneo, l'attrattiva di certe firme è d'altronde certa, basti vedere cos'è stato il museo di Gehry per Bilbao.
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#68 aldous

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Inviato 11 giugno 2011 - 07:59

A me interessa poco, ma vista la discussione:
Coperture archeologiche. Allestimenti protettivi sui siti archeologici
di Ranellucci Sandro
Prezzo: € 49.00

che poi è anche l'autore del post su archiwatch
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#69 aldous

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Inviato 11 giugno 2011 - 09:11

Ritengo la contestualizzazione del progetto una delle basi fondamentali da cui partire (sempre se per contesto, come spesso accade, non si intenda la mera utilizzazione della pietra locale o di qualche artificio del luogo), ma se si chiama un'archistar si può stare certi che l'aspettative verrà disattesa. A Meier o alla Hadid, interessa marchiare il territorio con la loro firma inconfondibile (ma lo si è sempre fatto, anche Borromini o Bernini lo facevano), i loro oggetti architettonici sono spesso introversi e non cercano il dialogo con l'intorno (la vetrata o altana del MAXXI si apre su cosa? Sul nulla) e potrebbero tranquillamente stare in un posto piuttisto che in un altro. Io però sono tra quelli che non per questo si priverebbe di una firma eccellente del nostro contemporaneo, l'attrattiva di certe firme è d'altronde certa, basti vedere cos'è stato il museo di Gehry per Bilbao.<br />


Per quanto riguarda le firme prestigiose, le ho sempre viste con sospetto, ma il mio punto di vista è viziato dalla conoscenza dei problemi di gestione che affliggono la Capitale: tempi di costruzione che si allungano, i costi che lievitano ecc.; queste star dell'architettura mi sembrano nient'altro che un'altra spesa poco oculata da parte delle amministrazioni. D'altronde un mio amico architetto mi ha detto che usando una delle tante caserme in disuso di Roma e senza archistar si sarebbe ottenuto un edificio funzionale ad un terzo del costo. Certo, non sarebbe stato un museo altrettanto bello, ma mi pare che qui vengano spesi fin troppi soldi con progetti da "fumo negli occhi", mentre ci sono necessità impellenti da risolvere (lo stato malmesso delle strade, i trasporti pubblici ecc.).


come darti torto? la famosa nuvola di Fuksas è passata da 120 milioni di euro a 250 milioni di euro, e poi tanto leggera non mi pare proprio.
http://archiwatch.wo...uvola/#comments

http://tv.repubblica...deo=&pagefrom=1

http://roma.repubbli...ere-17195852/1/
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#70 aldous

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Inviato 22 luglio 2011 - 07:50

http://www.unita.it/...-aurea-1.316106

e altra perla, della serie 'chi è il più pazzo':
http://archiwatch.wo...agohafattolovo/
http://archiwatch.wo...iascunolovosuo/
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#71 oblomov

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Inviato 15 ottobre 2011 - 09:28

il parco archeologico di Segesta, italia 2011:

http://palermo.repub...13/?ref=HRERO-1
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#72 astrodomini

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Inviato 01 dicembre 2011 - 13:39

A Carinola (CE) sono riusciti a rubare un intero portale medievale di una chiesa strappandolo dalla facciata, sono senza parole.
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#73 oblomov

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Inviato 01 dicembre 2011 - 14:27

Ma come han fatto? l'hanno agganciato con una ruspa?

Comunque succede di tutto in sto paese. Su uno dei templi locresi scavati da Orsi (C.da Marafioti) ora sorge una spianata di cemento che costituisce il parcheggio della villa abusiva di un ndranghetaro
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#74 astrodomini

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Inviato 01 dicembre 2011 - 15:01

Non è ho la più pallida idea, il muro sembra sventrato quindi è probabile abbiano usato qualche mezzo meccanico. Mi piacerebbe sapere dove lo hanno messo, se è stato venduto o è finito in qualche villa di un camorrista. Sono rimasto allibito :facepalm:
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#75 Kaleir

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Inviato 04 dicembre 2011 - 21:38

report.
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Ciao, io sono una firma.


#76 oblomov

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Inviato 05 dicembre 2011 - 09:28

Cose che in questo topic noi, quattro studenti in croce, andiamo dicendo dalla prima pagina. Io sono sconfortato, lo giuro, non riesco a capire come sia possibile questa cecità assurda e autodistruttiva.
Davvero: abbiamo tutto, paesaggio, siti, musei, città d'arte, castelli, ville, enogastronomia e lo buttiamo nel cesso. Ma vendiamoci ai tedeschi, diobono.
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#77 astrodomini

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Inviato 05 dicembre 2011 - 09:46

Perché, bisogna dirlo, spesso amministratori e cittadini sono dei cretini. Non ci arrivano proprio a capire che con la cultura arrivano soldi, preferiscono lamentarsi perché con lo scavo si creano mucchi di terra che imbruttiscono momentaneamente il paesaggio!
Lo scavo, lo studio e la valorizzazione è spesso affidata a qualche matto che si sbatte all'inverosimile per trovare i soldi, promuovere il sito, affrontare la burocrazia, seguire i lavori di restauro, quelli di fruibilità etc. Se fosse per le amministrazioni lascerebbero marcire sotto i propri piedi tesori di inestimabile valore.
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#78 oblomov

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Inviato 05 dicembre 2011 - 10:14

La coda con interviste ai vari politicucoli è devastante
"dal sito del ministero del Turismo non si può prenotare perchè non vogliamo fare intermediazione"
"non c'è piano strategico nazionale, perchè tanto il turista va dove vuole lui"
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#79 Fonzie

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Inviato 05 dicembre 2011 - 13:30

E' stata dura guardare report ieri sera. Davvero.

All'estero vendono "la merda" agli idioti e qua che abbiamo cose molto più profumate le sotterriamo o le lasciamo morire.

Penso che ciascuna delle nostre città mostri qualche spreco/follia: da me il più GROSSO è il seguente. Un teatro romano con sopra una strada e una rimessa per i mezzi della finanza. I lavori di RECUPERO sono stati fatti dai muratori e in città c'è la facoltà di beni culturali (a 100 metri di distanza dal teatro e quindi dal centro).

Immagine inserita

Immagine inserita

(e poi: Porta Gemina buttata giù per far passare i pullman, le ville romane cementificate sotto al tribunale, il teatro filarmonici restaurato ogni 10 anni e mai aperto... a 2 metri sotto terra c'è TUTTO il sistema viario Romano: QUANTO TURISMO BUTTATO!!!)

Aggiungiamo poi la valorizzazione del territorio e dell'aspetto della cittadina con realizzazioni "moderne" fatte da GEOMETRI ovvero la categoria da cui fuggire a gambe levate in questi casi (ma si sa, amici di amici e così via...)

http://www.flickr.co...157623590205705
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#80 aldous

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Inviato 02 febbraio 2012 - 19:48

video vecchio, ma la situazione attuale è anche peggiore
http://www.youtube.c...h?v=N5vCTZdA1mE
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#81 astrodomini

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Inviato 27 febbraio 2012 - 19:56

7 MILIONI DI EURO.
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#82 arvic

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Inviato 27 febbraio 2012 - 21:48

asd :facepalm:

Ciliegina sulla torta, l'account su Twitter di questo sito non è, come sarebbe facile pensare, "culturaitalia" ma "culturaitalia1" (tutto vero) perché il primo era già stato preso da un'associazione svizzera: nonostante al progetto ci lavorino dal 2005, e Twitter l'abbiano inventato l'anno seguente. Ma l'effetto Italia1 rende perfettamente l'idea.
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#83 Fonzie

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Inviato 22 aprile 2012 - 13:49

La puntata di oggi de Il Capitale di Daverio è stata fenomenale e depressiva.

Il massacro della zona Aniene nel Lazio selvaggio e storico.

Che schifo ragassi.
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#84 Notker

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Inviato 29 aprile 2012 - 12:37

Venezia, la maledizione del ponte di Calatrava
su chi l'ha fatto nascere

L'opera di Calatrava e i fallimenti. «Ha distrutto i sacrifici di una vita».
All'architetto la Corte dei Conti ha chiesto 3,4 milioni di danni

architettonicamente io questo ponte lo trovo bellissimo; la sua forma (tipica di Calatrava) è un compendio di secoli di architettura e struttura di ponti.
certo, alcuni particolari potevano essere pensati meglio (ad es. il pavimento in lastre di vetro, sul quale si sono azzoppati in molti, soprattutto quando pioveva)... ma è un ponte che è nato sfigato.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#85 Gozer

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Inviato 22 agosto 2012 - 12:40

Si era già parlato di questo? Che ne pensate?
http://www.ilmediano...rt.aspx?id=2002
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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#86 Reynard

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Inviato 22 agosto 2012 - 12:46

Si era già parlato di questo? Che ne pensate?
http://www.ilmediano...rt.aspx?id=2002

Sarebbe da sapere chi ha preso la decisione, che potere discrezionale aveva, e con che limiti di budget la regione (che mi pare di capire fosse responsabile per la gestione del sito) avesse a che fare.
Comunque, mi piacerebbe sapere (se c'e' qualcuno del ramo) se esiste una qualche procedura d'emergenza per risolvere casi urgenti di pericolo per siti di interesse culturale, nel caso in cui l'autorita' normalmente responsabile non voglia o non possa intervenire. Se non esiste bisognerebbe seriamente pensarci.
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#87 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 23 agosto 2012 - 11:00

intanto, sulla questione "crollo del muro al Pincio" ecco il parere del Sovrintendente ai BBCC di Roma Capitale, Umberto Broccoli (sì, proprio quello della Zingara tv e della radio, quello che scrisse famosi saggi letterari e storici come Luna Park. La Zingara. oppure Telesogni dalla A alla Z piuttosto che La poesia dell'amore/L'amore fa rima... poi ci chiediamo perchè sto paese va a puttane)

Roma: Broccoli, crollo Pincio? Tutta colpa del mix di neve e caldo
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#88 astrodomini

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Inviato 19 settembre 2012 - 16:45

Impiegati pubblici assenteisti, 40 indagati a Trieste

I soldi per scavare non ci sono mai, ma per magare queste merde nullafacenti ci sono sempre. Raderle al suolo loro e chi ci sta dentro!
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#89 oblomov

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Inviato 19 settembre 2012 - 16:49

Il peggio è che le soprintendenze sono piene di questi amministrativi/servizio al pubblico che in larga misura non fanno un cazzo dalla mattina alla sera mentre i funzionari archeologi sono sempre in misura estremamente minore a quanto necessario. Il solito paesucolo.
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#90 astrodomini

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Inviato 19 settembre 2012 - 16:53

Per non parlare delle pubblicazioni, spesso semplicemente inaccettabili e senza i dati più elementari. Fanno schifo e sanno solo piangere sui soldi.
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