ora, la mia teoria originale prevedeva proprio cicli di tre film
postmoderno
iene pulp fiction Jackie brown
epico
kill bill 1 e 2 death proof
storico
bastardi django hateful
però in effetti in hateful non c'è
il cinema che corregge la storia mentre in Once PARE di sì (Stefano non ci ha detto proprio nulla) quindi la tua è uma super interpretazione
Proviamo a uscire da questa enfasi che si è creata intorno alla teoria/ipotesi del film che corregge la Storia.
La lettera di Tarantino, a rileggerla, nemmeno parla del finale.
Dice così:
Il cast e la troupe hanno lavorato davvero sodo per creare qualcosa di originale e io vi chiedo solo di non rivelare qualsiasi cosa che possa impedire al pubblico futuro di fare la vostra stessa esperienza. Grazie, Quentin
Ecco, Tarantino chiede di non rivelare "qualsiasi cosa" che possa impedirvi di "fare la mia stessa esperienza".
Non si riferisce solo al finale: a volerlo rispettare alla lettera, praticamente non avrei dovuto scrivere nulla. Nessuna recensione. Foglio in bianco.
Ovviamente non è possibile, ma lui tutti i torti non li ha.
Però, non si riferisce al finale.
L'esperienza che ho fatto vedendo "C'era una volta...a Hollywood" comprende le prime due ore piene del film, ed è soprattutto a quelle che si riferisce, Tarantino, quando usa i termini "qualcosa di originale": il film, sin dal primo minuto, è inaspettato e nuovo (questo quindi non lo dovrei scrivere, ma si è capito da tutte le recensioni, credo, non solo dalla mia).
Al di là della suddivisione un po' troppo rigida di Alberto in gruppi di trilogie, Tarantino sinora ha sempre lavorato in modo postmoderno e metalinguistico sul cinema. La materia di cui si compongono i suoi film è sempre il cinema, sempre i generi. Ad esempio non ha mai affrontato la Storia vera e propria: "Bastardi senza gloria" è un film sul Cinema (in molti sensi) che rimane sui generi: mescola al genere bellico un tocco di western e altra roba. I primi film erano gangster, in Pulp Fiction c'è tanto noir, poi ha guardato all'estremo oriente, al cinema di serie b, al western.
Non è mai uscito dal cinema e dai generi, ora sì. Difatti, nella scheda per Ondacinema, alla voce "genere", chi l'ha fatta (mi pare Diego Testa) molto correttamente ha indicato "commedia, dramma". Nessun "genere" si adatta al film, mentre per tutti i film passati di Tarantino c'erano dei generi precisi di riferimento.
Un forte cambiamento caratterizza quest'ultimo film, perché è la prima volta che Tarantino fa un film che è sempre sul Cinema, ma non attraverso i generi. E questo si sposa al cambio di tono, al prevalere della descrizione sulla narrazione. Il bello è che gli riesce benissimo. E non è un film che affronta la Storia, perché non c'è Storia in "C'era una volta....a Hollywood": ci sono certo dei personaggi realmente esistiti, ma a margine; tutto inventato, immaginato. E' ambientato nel 1969 REALE, ed è anzitutto REALISTICO, come qualsiasi narrazione di fiction ambientata in un contesto reale (e realistico).
E' il primo film di Tarantino veramente nuovo dai tempi di "Pulp Fiction". Sono le due ore prima del finale a sostenere il mio giudizio e il mio entuasiasmo.
Il film scivola in modo naturale nel finale, mi è piaciuto molto come si innesta sul resto, è una scommessa (vinta). Ma quando vedrete il film sarete concentratissimi sul finale ...e quando avrete visto anche quello, il rischio è di giudicare tutto il film per quello (che, preso da solo, potrebbe piacere o deludere).
Ma il bello del film viene prima. Non sono 2 ore abbondanti passate in attesa che succeda qualcosa, sono 2 ore e passa di sostanza. Il finale lo mette in prospettiva, gli dà un significato. Ma la sostanza viene prima. Va gustata il più possibile senza la curiosità di sapere "come andrà a finire". Lo so, con tutta questa curiosità sul finale è più difficile. Ma il mio consiglio è di provarci.