stavo riflettendo sul fatto che once upon a time… potrebbe essere visto come la chiusura di una ipotetica trilogia con basterds e django se venissero confermate - come sembrano - le speculazioni sulla nuova riscrittura storica della realtà ad opera della realtà tarantiniana. ricordo ancora un'intervista ai tempi di basterds , in cui l'intervistatore diceva a quentin: "ma c'è un errore ortografico nel titolo" e lui ribatteva "nel tuo mondo è un errore, nel mio no!"
in basterds ha riscritto la seconda guerra mondiale immaginandosi la morte di hitler e dello stato maggiore nazista in un cinema
in django ha immaginato la rivalsa/vendetta degli schiavi neri sui razzisti americani bianchi (ricordo anche qui l'illuminante commento di neuro dell'epoca, in cui faceva notare come il finale fosse a tutti gli effetti speculare alla morte di hitler in basterds, con tarantino in persona che entra nel film, libera il protagonista e li dice "vai, fai un massacro": nella realtà django si sarebbe ritrovato schiavo con due palle in meno in qualche piantagione sudista o appeso ad un albero poco distante; nella realtà tarantiniana, django torna a candyland, ammazza tutti e salva la sua bella)
in once upon… c'è solo da speculare, ma se i protagonisti ammazzano manson o comunque riscrivono la storia, siamo di fronte al medesimo procedimento. come se tarantino volesse aggiustare quel periodo, da lui così idealizzato, ma in realtà pieno di luci ed ombre, come tutto del resto. ho letto infatti di recensioni che dicono di soffermarsi sui puntini di sospensione nel titolo, un chiaro richiamo a un che di favolistico, tanto da dire che non sembra neanche il solito film di tarantino, con pure molti detrattori che - ovviamente lo criticano anche questo - ammettono di averlo apprezzato più del solito
che tarantino si stia configurando sempre di più come il nerd cinematografico per eccellenza? che si stia chiudendo ormai in un proprio mondo solipsistico? unica eccezione della sua ultima fase the hateful eight, brutale e crudo come i suoi primi film, che per quanto totalmente "astratto" nel suo formato da piece tetrale - avrebbe potuto essere un western, un noir, un film di fantascienza - è il suo film più realistico tra i suoi ultimi film, il più pessimista, cattivo, cinico
poi esce il tarantino idealista, sognatore, che si tocca guardando contemporaneamente spaghetti-western, kung fu e ozploitation, non ne vuole sapere niente del mondo reale, non vuole svegliarsi come noodles nella fumeria d'oppio. il fatto che non abbia più ambientato un suo film in un setting contemporaneo dice molto. sono film semmai ambientati sul set di altri mille film. film nel film nel film. come diceva sempre neuro (ormai lo cito come le sacre scritture)? kill bill è il tipo di film che i protagonisti di pulp fiction guarderebbero: postmoderno al quadrato
e la trilogia "(a)storica"? postmoderno al cubo. siamo noi davanti ai nostri devices intrappolati nel matrix
Pulp Fiction riscrive la storia dei gangster, perché non esistono sicari della malavita che puntano la pistola alla testa di un rapinatore ma invece di sparargli, gli decantano Ezechiele 25:17. Riscrive pure la storia dei party a Los Angeles, perché non si é mai vista una festa in villa con tutti in smoking alle 8 del mattino (poi forse sono io che non partecipo alle feste giuste, quelle dove ti devi alzare e incravattare alle sei del mattino).
Le Iene riscrive la storia delle rapine organizzate, perché da che mondo é mondo non si é mai saputo di una banda di ladri sconosciuti l'un l'altro, capeggiati da un vecchio maniaco dei particolari che assolda nel suo team un tizio che non conosce e che fatalitá é uno sbirro in incognito. Forse ci aveva provato pure Neri Parenti in Scuola Di Ladri, ma chi lo sa. Viene anche difficile pensare che un uomo fucilato in pancia riesca a sopravvivere per un pomeriggio intero; l'impressione é che Quentin voglia riscrivere la Storia Della Medicina, ma forse sono io che vado a pensar male.
Kill Bill riscrive la storia delle donne sicario, perché che io sappia abbiamo poche notizie di donne sicario nel mondo della malavita, men che meno abbiamo notizie di donne sicario impregnate, sparate nella testa, ma comunque partorite. Non abbiamo nemmeno notizie di donne in coma da anni e anni, che si risvegliano improvvisamente e in cinque minuti ammazzano la gente e guidano SUV. Non abbiamo nemmeno notizie di donne sole che con una spada riescono ad ammazzare cento stronzi armati fino ai denti. Poi boh.
In 8f8 riscrive la storia dei nigga del West, perché é davvero difficile pensare che un afro-americano soldato semplice di metá ottocento riesca a farsi a piedi tutti gli stati centrali senza venire sparato da...da chiunque. Anche difficile pensare, again, che a metá ottocento una donna alta un metro e cinquanta sia a capo di una banda criminale composta da energumeni sudisti.
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Il mondo di Tarantino é sempre stato pura fiction, non esiste un'oncia di reale nei suoi film. "Riscrivere la storia" e far uccidere Hitler non lo vedo diverso dal "riscrivere la storia" e far diventare una donna la piú grande killer mai esistita sulla terra.
Sto manzo al cento per cento che Tarantino con questa tua considerazione sui presunti "tre film trilogia" ci si laverebbe i tarzanelli.
Il suo cinema é giá al 100% ri-assemblamento del reale, fiction, absurd. Lo é sempre stato in ogni film, e mai smetterá.