Era un po' una boutade e fatta senza ragionarci troppo e anche senza eccessivo affetto nei confronti di Eva (mi piace, ci son legato, ma non è una roba per cui combatterei, ecco). Legavo il concetto di "epica" anche al tono, al "crederci" ingenuamente. Dopo –a prescindere da Eva– mi pare che sia cambiato qualcosa in giappone, s'è abbandonata l'ingenuità colorata mondialista e avventurosa (da Nadia a Spriggan, da Ushio e Tora a tutti i robottoni) per preferenze per cose più dark, post-, ironiche o demenziali (Gurren), conscious (One Punch), da otaku per otaku (per questo Eva per me segna la svolta e dicevo "l'ultimo", perché lo palesa). Per intenderci la fine-di-tutto per me coincide con Death Note, ma anche roba teoricamente con quello spirito iniziata nel periodo segnava uno stacco stilistico netto col passato (One Piece). Questo discorso è molto evidente anche nei videogiochi, col coma in cui riversa l'industria giapponese negli ultimi 15 anni (a simboleggiarla in toto la vicenda Square).
Indicavo una tendenza ma possibile che qualcosa ci sia anche dopo e che qualcosa ci sia anche ora, per carità.
Di quelli che citi ne conosco la metà e non me ne piace uno, per i motivi più diversi. Unico appunto che ti faccio, nel sostenere la tua posizione per me esageri nel ritenere Eva di nicchia, almeno nell'ambiente. Non mi starai dicendo sul serio che (quella porcata di) Code Geass sia realmente più rilevante, ne hai anche sbagliato il nome su