Io ritengo che l'unica cosa oggettiva sia invece proprio la "riduzione". Il fatto che prima i suoni fossero di più è un dato di fatto (e con questo ti rispondo all'altro punto), perchè molti clavicembali avevano due tastiere. Altrimenti quale sarebbe stata la novità de "il clavicembalo ben temperato" di Bach? Prima del temperamento, anche se forse non erano stati sistematizzati, di fatto si usavano anche i microtoni. Con l'avvento del "sistema", l'intervallo più piccolo è diventato il semitono: anche quando non si segue il temperamento, il grande pubblico non riconosce la differenza tra due suoni quasi uguali ; questo induce a pensare che il nostro orecchio sia semmai meno affinato che in passato, e i motivi mi sembrano immaginabili: l'età industriale ha prodotto un inquinamento acustico che prima era assente...
no, proprio assolutamente no. Oggi si può usare tranquillamente l'intonazione giusta come il sistema equabile (che è a tutti gli effetti un'evoluzione, perchè senza Giant steps non esisterebbe, mentre oggi c'è quella e c'è il sistema equabile), e le triadi non sono certamente andate in pensione (mica sono uno "stile"), sono la base della musica tonale. Solo che a quelle si sono aggiunte le settime, le none, le undicesime, i cluster, l'atonalità, la bitonalità, il serialismo, di cui prima non erano studiate le possibilità. E' innegabilmente un ampliamento.
non è questione di inquinamento acustico. Che io sappia non esiste un temperamento perfetto (neppure quello equabile), e non conta solo il numero di base di note (altrimenti non esisterebbe neppure la suddivisione dell'ottava e verrebbero usate frequenze a caso) ma la loro possibilità di utilizzo. Il sistema equabile ha introdotto delle novità che prima non esistevano, come la possibilità di modulare in qualsiasi tonalità, con quello che ne segue. Gli accordi possono essere gli stessi ma non le loro funzioni. Come ho scritto, anche se ne so poco, brani con i Coltrane changes che io sappia non sono proprio suonabili su un sistema non equabile. Poi vabbè, non mi sento di spingermi molto oltre perchè per parlare di armonia decentemente e non per sentito dire ci vuole una preparazione che non ho proprio.
Allora si capisce ancora meno: quali requisiti deve avere un musicista per essere un "grande compositore" e un??opera per essere una ??grande composizione?? La complessità? Prima hai fatto capire di sì, poi hai negato, ora stai parzialmente cambiando idea. Secondo me, la questione è semplice: un ??grande compositore" è per te quello che produce musica che abbia certi requisiti. Ma questi ??requisiti ??sono relativi. Ad esempio, per te la "novità" è un requisito, per me invece è un requisito del tutto secondario.no, non ho tirato in ballo i gusti. Semplicemente che esistono (come abbiamo detto tutti e due) altri fattori oltre alla composizione che sono importanti.
Un Robert Pete Williams che in tutta la sua carriera avrà suonato due accordi ed è un compositore inesistente per me è un musicista straordinario per altri motivi, per come suona la chitarra, per la voce, per quello che canta, da un punto di vista della composizione è praticamente nullo, ma non è importante. Però non mi impedisce di notarlo.
la novità (la sorpresa forse) è una componenete che credo si valuti sempre nell'arte. Non parlo di fare incredibile avanguardia, ma di saper riuscire a fare qualcosa che riesca a catturare l'interesse. Il milionesimo giro do sol fa stufa e non credo che nessuno lo considerebbe geniale in sè. Poi di nuovo, si ci sono tutti gli altri elementi da considerare. Che io stia cambiando idea no, non mi sono fatto nuovi musicisti preferiti giusto per rispondere a questa discussione, con Robert Pete Williams anche qui sul forum avevo abbondantemente annoiato anche prima per esempio. Magari ho difficoltà nel farmi capire, anche perchè l'argomento è complesso.
C'è un equivoco nel pensare che un "tabulato" equivalga ad una partitura. Nel tabulato non trovi le note della linea vocale, nè altri strumenti che non siano la chitarra (tipo violino, armonica, etc). Questo significa che il tabulato è una "riduzione", e non corrisponde alla musica che senti: nè alla melodia, nè all'armonia. Inoltre, è evidente che le forme delle canzoni di Dylan non sono nè sinfonie, nè concerti, nè quartetti per archi. Quindi non è la stessa cosa della ??purissima armonia occidentale... così come non lo è nemmeno la musica minimalista, che sulle prime potrebbe sembrare classico-romantica.Senti, so che suoni. Quando prendi un tabulato di Dylan e ci trovi: Do maggiore, Sol maggiore settima, Fa, credi che quegli accordi vengano da qualche tradizione particolarmente esoterica? No, sono purissima armonia occidentale, la stessa dei Mozart e degli Schubert. Esattamente identica.
Dimmi di no.
il fatto che ci siano un bel po' di tabulati raffazzonati non vuol dire granchè, io ho anche tabulati dove viene indicata anche la linea melodica, e ci sono per chitarra, per basso, pianoforte (altri non lo so, ma suppongo che esistano anche per altri strumenti). La differenza sostanziale con lo spartito (di armonia so poco ma almeno quello lo so leggere) è che la mancanza delle durate, anche se ci sono tabulati che provano a dare indicazioni, molto grossolane comunque
Ma una volta fatta questa "operazione", cosa si ottiene? In che modo puoi argomentare che la bellezza di quel pezzo dipende dal giro di basso e/o da qualche altra cosa? Non c'è un collegamento "automatico" tra la tecnica musicale e l'esperienza estetica. Altrimenti, per fare grandi opere basterebbe applicare meccanicamente delle "formule", e per capirne il segreto basterebbe "decodificarle". Mi sembra evidente che non è così...Il discorso è esattamente lo stesso anche per le composizioni strumentali, ogni parte è valida e va valutata all'interno della composizione. Ma la cosa è perfettamente fattibile
hai ragione, ma per me ha comunque senso per il fatto che la "vivisezione" come la chiami permette di indagare certi aspetti, ed è quello che è sempre stato fatto, per cui si dice che Monk era un grande compositore (o songwriter o in qualsiasi altro modo lo si voglia chiamare), James Jamerson un grande bassista, Dylan un grande autore di testi. Se a uno interessa investigare un determinato aspetto guarda quel determinato aspetto e prova a capire cosa funziona e perchè funziona bene (o male).
Magari mi sbaglio, ma se ascolto "Blue Train" di Coltrane (che è del 1957) non ho l'impressione di ascoltare musica che gravita su un centro tonale. Poi non saprei dire nemmeno io se il "modale" del Jazz corrisponde o meno agli antichi "modi? medievali (o quelli greci). Non credo, ma non credo nemmeno che si possa considerare musica puramente "tonale".
dovrei riascoltare, comunque due anni non mi sembrano un intervallo di tempo così lungo. Da quel che so Coltrane ha cominciato a interessarsi al modale (e di conseguenza anche alla musica indiana e africana) dopo aver suonato sul disco di Miles Davis, che a sua volta stava elaborando su quello che aveva fatto Russell (che aveva scritto dei pezzi che sono proprio sui dischi di Davis). Detto questo, niente vieta che i musicisti anche prima facessero cose in qualche modo riconducibili ai modi inconsciamente anche se non in modo sistematico (tipo quel pezzo di chitarra, a proposito fregasse qualcosa è Danzon di Carl Kress e Dick McDonough ed è del 1934, poi anche io vado molto a sentimento, non so se è davvero modale) o studiandone di proposito le possibilità, io ho riportato quelle due cose che so
A proposito di uso della tonalità (e non solo del "sistema" di 12 suoni), è indubbio che dal minimalismo in poi, la tonalità ha conosciuto un altro momento di gloria, mentre l??atonalità è diventata piuttosto marginale. Questa è un'ulteriore prova di come in musica non ci sia alcun progresso, a meno che non si vogliano considerare le composizioni per piano di Philip Glass come una ??regressione?.
ma non credo che la tonalità sia mai andata in disgrazia, a parte forse gli irriducibili dell'avanguardia. Per fortuna avere strumenti ulteriori come la dodecafonia (sulla cui validità non ci provo neppure ad arrischiarmi, a lungo ho avuto molti dubbi ma da poco mi è capitato di sentire anche cose che ho trovato molto espressive) per me non è un buon motivo per accantonare il resto.
Per quanto riguarda la fortuna dei minimalisti probabilmente contano anche altri fattori, uno come Riley per esempio è stato adottato sia dal rock che dal jazz.