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Dischi Oscuri - Nurse With Wound List


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224 replies to this topic

#101 slothrop

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Inviato 23 giugno 2007 - 19:55

Nessuno ha citato:

7.  All 7-70
T'other Little Tune (Esp-Disk 1082)


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Questo perchè sulla lista manca l'autore che è Alan Sondheim e il gruppo si chiama Ritual All 770. Da Providence, fine anni '60 (per chi ci vuol credere precursori della scena di Fort Thunder) uscirono con una mezza manciata di album alla fine dei 60 (questo sta addirittura su Esp-Disk e forse pure un altro) con un'improvvisazione del tutto libera fatta di miriadi di strumenti per brani brevi e fulminanti, raramente davvero memorabili ma molto curiosi e freschi. Sondheim poi è diventato docente universitario (credo linguistica) e tra i creatori di Cybermind.
Qualche mese fa è uscito un suo album solista su Qbico.
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#102 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 23 giugno 2007 - 23:56

Flusso fantasmatico e affascinante, delirio a occhi aperti tra parvenze, voci (muliebri), suoni digitali, effetti sonori di esterni, l'album si compone di due inquiete, vibranti piece una per lato vinile, di concrete musique (meglio definita ??musica climatica?? in un??altra opera dell??80-81).

Stuolo di tappeti di tastiera trasognata alla Ashey e Luc Ferrari (Danses Organiques e Petite Symphonie Intuitive), e ancora, sonagli, strumenti a fiato diradati, persi lontano, nella nebbia, nell??inconscio, nella spazialità atmosferica.


Quanto mi attira, questa descrizione. Devo ascoltare anche questo!

Avanti con un altro ripescaggio, al quale tengo particolarmente:

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158.   Magical Power Mako
Magical Power (Polydor Mr 5044)


La partenza é weird forte (collage di parlato, pianti di bambino e quella che giurerei essere la voce di Donald Duck), il secondo pezzo è un freak-krauto magnifico (in caso non si riferisca al ballo, krautissimo il titolo, cinque anni prima di LA Dusseldorf: Cha Cha) e poi la voce di Mako si fa affascinante sui successivi pezzi più minimali. A metà disco Flying (registrata molto bene, come tutto il disco del resto, e questo stupisce, visto il lo-fi diffuso del box) con la batteria pulitissima che sovrasta sul finale la voce già altissima. Open The Morning Window è un'altra graziosa bizzarria: voce femminile e cori di bambini che incalzano.
Da ricordare anche le percussioni simil-tubi innocenti di Shukuyakushi Nenbutsu Kane-Hari.

Da non credere. Ogni tanto capita di ascoltare qualcosa che neanche si conosceva di nome e capita bastino pochi ascolti, o addirittura uno, per rendersi con che si tratta di un mezzo capolavoro. E' andata così con Hapmoniym, va così anche con questo Magical Power. Ascoltateli.


Ecco, fa sempre più spesso capolino dalle playlist del mio iPod. A qualche dozzina di ascolti di distanza, non posso che rincarare la dose: Magical Power è un cazzo di capolavoro, Mako un genio e Open The Morning Window uno dei pezzi della vita.

Quell??apertura di piano, l??inserimento della voce femminile in giapponese (che potrebbe anche leggere la lista della spesa per quanto mi è dato sapere, ma cristo quant??è perfetta!), il mix stereo delle due voci femminili, che si amplificano e si rincorrono nei due canali, quindi l??ingresso di quella del bimbo in inglese, con quella pronuncia buffissima (shunshine ?? mi chiedevo se il bambino fosse giapponese o meno, e un amico mi ha fatto notare che probabilmente non lo era, visto che pronuncia perfettamente la r in morning), subito prontamente doppiata in stereo. Poi l??arrivo degli archi e della voce maschile giapponese, il duetto donna-bimbo, con la voce maschile che nuovamente ritorna di tanto in tanto e l??assolo elettrico di Mako in chiusura: assolutamente perfetto.

Hapmoniym (che, ricordiamo, non era ancora stato pubblicato all??epoca del listone di Stapleton) nel suo corpus è ovviamente più vario e più valido come documento, eppure Magical Power resta la migliore introduzione a Mako e alle sue (col senno di poi) avanzatissime tecniche di registrazione.


finalmente ho trovato persone intelligenti che capiscono e amano la musica diversa.il primo disco di Mako e'stato paragonato alle cose dei Faust.forse.io sento fortissima l'influenza,per il montaggio,dell'Hymnen di Stockhausen(primi due dischi edizione Stockhausen-Verlag)nonche'la musica concreta non accademica di Luc Ferrari utilizzata per fini diciamo vagamente psichedelici.la raffinatezza timbrica ricorda da vicino Toru Takemitsu.questo disco e'stato imparato a memoria da uno dei miei gruppi preferiti:H.N.A.S.
Hapmoniym 1972-75(RIO israele)e'nelle mie liste ideali di sempre.se qualcuno cerca veramente qualche cosa di avant-psichedelico la risposta e'in questo quintuplo.
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#103 Guest_lassigue:bendthaus_*

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Inviato 24 giugno 2007 - 01:32

questo disco e'stato imparato a memoria da uno dei miei gruppi preferiti:H.N.A.S.


scusa Carmelo, io non ti capisco, forse perchè sei straniero o forse sono solo io stronzo

questo disco
=
158.  Magical Power Mako
Magical Power (Polydor Mr 5044)

??

e H.N.A.S. = Hirsche Nicht Aufs Sofa di Christoph Heemann ??
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#104 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 24 giugno 2007 - 01:41


questo disco e'stato imparato a memoria da uno dei miei gruppi preferiti:H.N.A.S.


scusa Carmelo, io non ti capisco, forse perchè sei straniero o forse sono solo io stronzo

questo disco
=
158.   Magical Power Mako
Magical Power (Polydor Mr 5044)

??

e H.N.A.S. = Hirsche Nicht Aufs Sofa di Christoph Heemann ??

tolti i primi due:abwasser musik e melchior, direi decisamente di si'.
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#105 Guest_lassigue:bendthaus_*

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Inviato 24 giugno 2007 - 01:49

tolti i primi due:abwasser musik e melchior, direi decisamente di si'.


grandi  Hirsche Nicht Aufs Sofa

perchè togli quei 2? (non penso siano i primi 2)
Melchior è proprio con Nurse With Wound

proseguiamo in  Pseudo dischi industriali o cosa (tanto i confini del topic sono  abbastanza labili) - http://www.ondarock....hp?topic=2466.0 oppure apriamo un topic specifico
è meglio

ciao
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#106 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 26 giugno 2007 - 16:50

154.  Limbus 3: New-Atlantis - Cosmic Music Experience (1969)

Improvvisata e avanguardia, in quest'opera prima del collettivo tedesco formato da Odysseus Artnern, Bernd Henninger e Gerd Kraus. Corde che scricchiolano, dissonanze arabescate, precipizi improvvisi: la musica è una massa informe, free-form erratico, alla ricerca di niente, mano nella mano con Xenakis, e con alle spalleala scuola chicagoana. Il brano cardine è la conclusiva New Atlantis, summa di quest'arte senza pregiudizi e senza limiti apparenti (con tracce di world music in mezzo alle rovine acustiche). Un ascolto "rinfrescante".


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#107 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 26 giugno 2007 - 16:55

purtroppo mai ristampato in cd.devo "accontentarmi" del 4.provero'su ebay.
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#108 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 22 luglio 2007 - 14:20

154.   Limbus 3: New-Atlantis - Cosmic Music Experience (1969)

Improvvisata e avanguardia, in quest'opera prima del collettivo tedesco formato da Odysseus Artnern, Bernd Henninger e Gerd Kraus. Corde che scricchiolano, dissonanze arabescate, precipizi improvvisi: la musica è una massa informe, free-form erratico, alla ricerca di niente, mano nella mano con Xenakis, e con alle spalleala scuola chicagoana. Il brano cardine è la conclusiva New Atlantis, summa di quest'arte senza pregiudizi e senza limiti apparenti (con tracce di world music in mezzo alle rovine acustiche). Un ascolto "rinfrescante".


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pagato quache minuto fa su ebay.ristampa in vinile del 2002.mi tiro giu'la tua recensione perche' e' magnifica.so che e'esattamente cosi'.sull'enciclopedia krauta per elezione ne parlano come i kluster virati world music...anche questa non e'male.
da avere oltre ogni limite
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#109 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 22 luglio 2007 - 14:28

JEAN GUERIN TACET

comprato su ebay qualche giorno fa da un utente belga simpatico e ultra affidabile

in poche parole sono i NEW PHONIC ART in acido.





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#110 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 22 luglio 2007 - 17:21

MICHEL WAISVISZ
CRACKLE (FMP SAJ-14)

fondamentale disco di live electronics vicinissimo alle cose migliori di hugh davies.

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#111 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 24 luglio 2007 - 21:49

236. Seesselberg
Synthetik 1. (Seesselberg S1 1871-73, rist. 2001)

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Ovvero un duo voluto dall??allora trentenne Während Wolf Seesselberg, pioniere del synt casalingo, coadiuvato dall'assistente Bruder Eckart (?).
Si producono in sferzanti bordate di tastiera per un disco di elettonica sperimentale pulsante, stranita e inquieta, da grido primordiale.

Piuttosto difformi si mostrano i brani di questa compila del '75, tra ostili astrazioni nichiliste, spirali invalicabili, assorte ed estese contemplazioni astrali; alcune somiglianze potrebbero trovarsi in Silver Apples, Cluster, C. Schnitzler ma nella propria ossatura ??Synthetik 1? rimane un Frankenstein siderale personalissimo e distante, satellite alla deriva nello spazio, che trae vita e mimesi da rovine, relitti e carogne e reca in sé nelle proprie striature segni inequivoci di forma aliena..

ascoltato ieri notte.mi ritrovo solo in parte in questa tua annotazione.penso a henri pousseur di 8 etudes paraboliques.solo che questi due tizi anticipano lo "stupro" dei sintetizzatori alla chris carter(primi-ultimi TG)e hanno usato per le loro composizioni lo studio casalingo .
M.B.deve aver ascoltato questo vinile.qualche brano e'terrificante che trae vita e mimesi da rovine,relitti decisamente stupefacente ricorda anche suicide.
e'koenig in versione amatoriale.
voto:9
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#112 Flight

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Inviato 07 agosto 2007 - 10:59

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201. Tony Oxley
Tony Oxley (Incus 8)


Recorded over a four year period (71-75), these tracks illustrate the evolutionary development of Tony Oxley's music, and particularly his percussion vocabulary.

Questo omonimo del percussionista Tony Oxley per la inglese Incus raccoglie in sei tracce i contrappunti tra lui e musicisti dell??improvvisazione europea come Bailey (chitarre, con cui ha recentemente pubblicato un inedito per Tzadik, ??The Advocate?), Parker (sax), Holdsworth (trumpet), Barry Guy (basso), Howard Riley (piano) affiancati a sortite soliste più alienate.

Un??opera arlecchina, piuttosto irregolare e avvincente, che privilegia nelle proprie esplorazioni atmosfere cupe e qualche squarcio solare (comunicato da tromba e sassofono) procedendo per singulti: non sgargiante ed espansiva quanto il collettivo Company, per quanto appaiano i medesimi elementi.
??Tony Oxley? precipita nel finale, dirottando su perlustrazioni sorde e stranite, in particolare nella quinta ??South east of Sheffield?; scenario quantomai calzante per questa musica che, nei propri sordi effetti noise, anticipa i suoni ??concreti?? di Stapleton e soci e di migliaia che verranno.


131. Horde Cataltyque Pour La Fin
Gestation Sonore (Futura Son 03)


??la musique va bien au-delà des territoires que notre culture lui a assignés?.

Dal serbatoio dei ??70 peschiamo un misconosciuto quartetto francese di free jazz/improvvisata, Horde Cataltyque Pour la Fin. Questo ??Gestation sonore? si estrinseca sinuosamente in percorsi e intarsi esotici di sax, trombone e percussioni sullo sfondo, più vibrafono e flauto.
Senso di perdita di gravità in uno scenario ondeggiante pigramente racchiuso nel torpore, che allude a un??ampia camera con vista desertica attraversata da raggi solari e vento caldo. Fuori un paesaggio lunare e sospeso in un silenzio. Quattro tracce-frammenti di un mosaico enigmatico, che procede per blackout e rivelazioni repentine, singulti e riflussi.


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fabio

#113 slothrop

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Inviato 13 agosto 2007 - 16:23

193.  Nu Creative Methods
Nu Jungle Dances (D'avantage Dav 002)


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Pierre Bastien e Bernard Pruvost (il primo più noto per le sue creazioni di bizzarra e bambinesca musica meccanica) confermano la natura tutta stranita e fantasiosa del jazz creativo francese (vedi i Gong, e poi chi conosce Michel Puig?). Rispetto alle cose più note e recenti di Bastien il clima è decisamente più cupo e sotterraneo e l'ispirazione primigenia dei due è senz'altro Sun Ra, quello eliocentrico: etnico, rituale, "basso" ma comunque sempre musicale, del quale i due francesi forniscono una rilettura per l'appunto vagamente "meccanica" e minimale (con un pò di fantasia in alcuni passeggi può far pensare ad una versione particolarmnente visionaria e vagamente futuribile di Mu di Cherry/Blackwell).
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#114 Flight

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Inviato 24 settembre 2007 - 18:40

62. Collegium Musicum
Konvergencie (Opus 9113 0136/0137) 2lp


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Il debordante "Konvergencie" dei cecoslovacchi Collegium Musicum è uno dei dischi più titolati per capire cos'ha rappresentato il rock sinfonico a livello culturale.
Il gruppo, attivo dal '69 inoltrato, si originò infatti durante la 'Primavera di Praga' che significò assenza di democrazia e riduzione di libertà espressive e individuali, oscuramento artistico e restaurazione.
Instabile la formazione, terzetto poi quartetto, poi nuovamente trio (nel "Live" del '73).
Collegium Musicum ruota attorno alle volontà e alle bizze del leader Marián Varga, giovane, fantasioso esuberante tastierista con curriculum di studi artistici e classici alle spalle; un personaggio leggendario del rock slovacco, sorta di mitologico Orlando influenzato tanto dai Nice e da Emerson di ELP quanto dai musicisti classici come Bach e Korsakov, che si adattava al nuovo contesto reazionario.
Konvergencie è capo d'opera dei CM e indipendentemente da come si reputi questa forma è un lavoro da rispettare per ciò che comunica, trasuda umanità e passione e riflette attraverso il temperamento artistico, il tormento esistenziale e l'angoscia che vivevano le generazioni cresciute all'epoca del Patto di Varsavia.
I quattro lunghi brani 'suite', uno per facciata, che arrivano a venti minuti a testa e che attendono l'ascoltatore sono tratti da opere sinfoniche e vengono, romanticamente, riadattati secondo dettami progressive, mostrando una certa individualità tra celebrazione ed avanguardia, ossequio e sperimentazione, impulso autoproclamante, gesto iconoclasta ('Eufónia', da cui la menzione nella NWW List) e omaggio reverenziale.
Tempeste di suoni mancipio di Hammond, assoli di chitarra e batteria garantiscono varietà stilistica e timbrica pendendo variamente ora verso il barocco, ora il folk, l'hard o il jazz rock, Non mancano estratti live. I testi sono opera del narratore e drammaturgo Kamil Peteraj.

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2. Pekka Airaksinen
One Point Music (O Records Orlp-035)


What runs through the whole of Airaksinen's musical output is his idiosyncratic mode of expression; the disintegrating, out-of-sync rhythms, the intense dynamics, and the feverish visions. Unlike in most electronic music, his approach is unpolished, spontaneous, and improvisatory.
(http://daka.fi/airaksinen/)

??One Point Music? del ??72, opera strumentale domestica del finlandese Pekka Airaksinen, concepita tra tastierazze stridule ed effetti sordi, continui echi filamento, tonfi, sibili e gracchi di vinile che assumono involontaria quanto efficace parte integrante nel tutto.
Eternamente sospesa, fantasmatica, ma percepita corrente, non databile; questa è certo tra le opere che più preconizzano l??ambient noise più tetro; bufera entro cui si muove e vortica intorno una gelante oscura tundra isolazionista.
Sintetizza bene la descrizione riportata, è musica disintegrata, frammentata, che tuttavia coagula, mercuriale, agitata, tempestosa, infierente.

Già militante negli Sperm, grandissimo gruppo underground fine anni ??60 per cui la definizione seminale è appropriata oltre che doverosa, One Point Music si fa tra sussulti Stockhausen, gabbie-Cage, singhiozzi e sublimen da prima Concrete Musique ed è ??il?? disco che marca Airaksinen come autore maudit, lastricatore da incubo, che concepisce un Inferno all??opposto: bracieri di gelo, una crescente discesa in una tundra artica allegorica, baratro, prigione della mente.

Nello stesso 1972 per Airaksinen ci saranno anche gli ottimi Samsa-Trio (Helander, Koponen,  Airaksinen), il cui folgorante omonimo stempera i ghiacci e recupera in parte le atmosfere gruppo precedente; un impro-jazz con venature etno, ondose sembianze tribali e oscurità di piano, in un melange non dissimile dalla ??Petite Symphonie Intuitive?? di Luc Ferrari.



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31. Banten
Banten (Basf 16-25184-5)


Banten atipico progetto che ruota attorno a un trio di musicisti olandesi: Rob Van Der Broeck al piano, Ernst Reijseger virtuoso del violoncello (già con Han Bennink) e Jurre Haanstra alla batteria. La line-up è allargata a cinque con aggiunta di oboe e contrabbasso (?).

Si avvia come una miscela incalzante e agile di jazz-prog in risposta a gruppi quali Soft Machine (post Third), Cressida o Nucleus (esempi piuttosto copiosi nella NWW List con nomi come Dharma Quintet, Association PC, Roberto Colombo ecc..-) ma che poi rivela suggestioni inusitate e personali, angoli intimi da fosco cabaret berlinese modello 'Angelo Azzurro' o anche interludi ??solo??, novelties, schizofrenia, reminiscenze velate.
Insomma una varietà improbabile quanto attraente, la sensazione che il terreno prima o poi frani facendoci fluttuare in un vuoto di gravità.
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fabio

#115 Flight

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Inviato 14 ottobre 2007 - 13:58

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202.  Parker & Lytton
Collective Calls (Incus 5)


Evan Parker, soprano and tenor saxophones, home made instruments, cassette recorder; Paul Lytton, percussion, live electronics, sound effects and noise.

Primo frutto di un sodalizio destinato a durare anni e progetti lì innanzi, tra due musicisti come Evan Parker (ex MEV, poi in Company) ai sax e Paul Lytton alle percussioni.
??Collective calls? dell??aprile ??72 è il quinto disco della scuderia Incus, sulla carta questo duo sarebbe la risposta alle magmatiche elucubrazioni allora in corso, di Instant Composers Pool d??area olandese, di Iskra e Spontaneous Music Ensemble; a sodalizi-duo ricorrenti per musica primordiale, da subconscio, come tra il batterista Han Bennink con Misha Mengelberg o Peter Brotzmann.

Ma ??Collective Calls? ha intento radicale, insonorizza risvegli dell??atavico, vira sensibilmente verso territori spopolati, sospingendo le vele da soffi caustici, pulsanti sovracuti, mimetici striduli, afflato formicolare, onnipresenti battiti, verso una graduale, distesa quiete panica (??le ??chiamate?? di Parker e Lytton alludono a un disfacimento, a una corrosione, a una quotidiana apocalisse...?, F. Bolelli, 1979).

Qui entrano in giuoco strumenti home-made e attrezzistica tape (su cui agiscono entrambi i performer) a evocare appunto un eden sospeso, alla rovescia, spoglio e minimale, lacerante al cospetto. Un ambient screziato ancestrale, rado e frammentario, d??echi secolari, pulsazioni lontane, riflessi stagnanti.


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Komintern
Le bal du rat mort (Harvest / Pathé 1971)



Undici elementi per Komintern, combo francioso sessantottino dal nome che è tutto un programma (trad.??Internazionale Comunista?), in tale disco del ??71 (recentemente messo a disposizione su un blog) è capitanato da Francis Lemonnier a sax e voce, Serge Catalano percussioni (entrambi già nei Red Noise di Patrick Vian).

Due suite si fronteggiano una per lato, sul primo ??Bal pour un rat vivant??, sul restante, ??Le bal du rat mort??. Entrambe sono calderoni poco più di 15?? l??uno, che sprigionano variegati generi musicali ad alto tasso di creatività scanzonata, esuberanza, licenza (sull??uomo si discetta, tanto nei propri slanci lirici che negli scadimenti volgari).
Impasti jazz progressivo dalle marcate striature folk (i fan di Beirut porgano orecchio), un corpo fantasioso ed eccessivo, estro genialoide, anticonformista, momenti di squilibrio (??Hommage au Marie de Tours?).

In una fuga tipicamente jazz-prog di chitarra effettata e fiati, si immette il motivo di ??Bandiera rossa??, che apre le danze nel vero senso, dal momento che si tratterà di musica da banda paesana, che da palcoscenici accende balli, ravviva feste, costumi tipici e intrighi innanzi ai nostri occhi.
Fiati (sax, trombe, tre strumentisti) spesso in evidenza, ora armonici ora laceranti striduli, free; fisarmonica, violoncello, violino, accanto a strumenti più rock-connotativi. Komintern nella propria mesmerizzante vivacità sono abilissimi a spacciarli per consecutivi, complici, insiti.

Più in là (??Petit musique pour un blockhaus?) si anima una piece teatrale, si proietta una spettacolosa rock opera, epicentro del lato B (??Fou, Roi, Pantin?), mossa tra assoli chitarra elettrica, sfondo di percussioni, effetti risacca, flauto e oboe; atmosfere Red Noise, Barricade, Moving Gelatine e Samla Mammas Manna.
Si origina un prototipo sgargiante di ??rock in opposition??, un??esperienza sorprendente senza regole definite, naturalmente umana, beffarda, dinamica, smaliziata.


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284.  Woorden
Woorden (Omega 333.023)


L??omonimo del ??66 (altri segnalano 1968) di questi olandesi ??Woorden? è un cascame inconsulto di recitazioni sciamaniche, di profezie enfatiche e incalzanti, di sedimenti free-psyche e vagiti vichinghi. Su tutto un??aria di dannazione.
Lo sfondo, da principio è mutuato al jazz: contrabbasso e batteria, cui s??aggiunge un??armonica stradaiola e ??rings?? come un Bruce Palmer esausto in mezzo al suo deserto a ??ciclo completo?, ad apocalisse scoppiata.
Altrove, in ripiegamenti e risacche, si presentano detriti musicali meno identificabili, sparsi secondo il modo di una psichedelia tribale, smaniosa e tzigana a base di corde, percussioni, scampanellii e soprattutto voci ansiose, accese, in preda a esaltazione.

Un cambio repentino aggressivo/quieto è suscitato dall??avvento di una sorta di fata giunta ??dall??altra parte della montagna? su un docile tappeto di fingerpicking, sfuggente e spettrale, direttamente dall??isola stregata, teatro del Wicker Man. Questa sibilla ingannevole pervade e estenua, non a caso al volgere del termine, ogni musica, attanti, ascoltatore.
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fabio

#116 Shining

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Inviato 14 ottobre 2007 - 22:37

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1. Agitation Free: Malesch  (1972, Vertigo)


primo album di questo collettivo "progressivo" tedesco, fondato dal bassista/tastierista Michael Gunther e dal chitarrista/tastierista Lutz Ulbrich, entrambi studenti d'arte al Goethe Institute votati ad un art-rock con ovvi rimandi krauti ma suggestionato da una psichedelia orientale. Malesch viene concepito dopo un viaggio della band tra Egitto, Grecia e Cipro (sponsorizzato dall'istituto stesso) e in alcune tracce risonano echi antichi.
sin dal primo pezzo, You Play For Us Today, è come se a dirigere l'incedere marziale di un nascente motorik ci fosse Stapleton stesso con i restanti NWW al seguito, ma sonagli brast-burnizzati (perdonatemi) di oscura provenienza confondono il tutto. Ala Tul continua l'ipnosi con un strambo organetto che si arresta solo nel finale quando incombe un intreccio di percussioni di Reich-iana memoria. la title-track porta il tutto verso una "normalizzazione" psichedelica miscelata a suoni desertici.


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#117 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 14 ottobre 2007 - 22:44

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202.   Parker & Lytton
Collective Calls (Incus 5)


Evan Parker, soprano and tenor saxophones, home made instruments, cassette recorder; Paul Lytton, percussion, live electronics, sound effects and noise.

Primo frutto di un sodalizio destinato a durare anni e progetti lì innanzi, tra due musicisti come Evan Parker (ex MEV, poi in Company) ai sax e Paul Lytton alle percussioni.
??Collective calls? dell??aprile ??72 è il quinto disco della scuderia Incus, sulla carta questo duo sarebbe la risposta alle magmatiche elucubrazioni allora in corso, di Instant Composers Pool d??area olandese, di Iskra e Spontaneous Music Ensemble; a sodalizi-duo ricorrenti per musica primordiale, da subconscio, come tra il batterista Han Bennink con Misha Mengelberg o Peter Brotzmann.

Ma ??Collective Calls? ha intento radicale, insonorizza risvegli dell??atavico, vira sensibilmente verso territori spopolati, sospingendo le vele da soffi caustici, pulsanti sovracuti, mimetici striduli, afflato formicolare, onnipresenti battiti, verso una graduale, distesa quiete panica (??le ??chiamate?? di Parker e Lytton alludono a un disfacimento, a una corrosione, a una quotidiana apocalisse...?, F. Bolelli, 1979).

Qui entrano in giuoco strumenti home-made e attrezzistica tape (su cui agiscono entrambi i performer) a evocare appunto un eden sospeso, alla rovescia, spoglio e minimale, lacerante al cospetto. Un ambient screziato ancestrale, rado e frammentario, d??echi secolari, pulsazioni lontane, riflessi stagnanti.

forse e ripeto forse,i borbetomagus sono nati dopo aver ascoltato questo disco.sono sempre stato affascinato dall'interplay tra strumenti acustici e suoni elettronici.e'un delitto che non esista nessun tipo di documentazione (ampia) su un gruppo inglese di ascendenza stockhausen-iana,ovvero intermodulation che a mio avviso e' stato davvero fondamentale nel portare avanti un determinato tipo di live electronic music che si trova nella "zona di confine" tra musica accademica e free music (almeno sulla carta) avulsa anche politicamente alle accademie.


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#118 Flight

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Inviato 16 ottobre 2007 - 17:47

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Operation Rhino - Creation Collective Musique Improvisee(1976 Vamp Records)

Sostanzioso quanto occasionale raduno, in quel di Lione nel 1976, da parte di strumentisti fiore all??occhiello della scena free-impro francese del periodo, alcuni dei quali presenti nella NWW List anche individualmente (J. Berrocal e R. Boni).
Diciotto performers alle prese con ogni tipo di strumento, rock, cameristico, jazz, concrete musique, si cimentano senza giogo di struttura, in zone franche di caos e silenzio, tra ritmo, respiro, ricerca.
L??arsenale annovera 3 chitarre elettriche, percussioni, violoncello, clarinetto, piano, contrabbasso, trombe, ed altro ancora.

Operation Rhino è un disco di improvvisata fantasiosa, visionaria e pregnante, di sfuriate e ripiegamenti, spazi sospesi e ??polemoi?? tra strumenti, come terre ora arse dal sole ora scosse da fulmini, ora flagellate dalla tempesta.
Sintomaticamente anni ??70 per cui una classica atmosfera viene costantemente sospesa, resa frammentariamente in fieri, non consente un vero abbandono, una passività, costringe a un??allerta neurotonica, vincola febbrilmente.

Prossima ai raduni inglesi della Company (riproducendo l??ideale corrispettivo francofono a Bailey, Parker, Alteena e soci), in cui si evidenzia l??uso di strumenti di famiglia archi e cordofoni ad arco. Un tesoro interrato da cui imparare..




Good Missionaries
Fire From Heaven (Deptford Fun City Dlp 04)

Steve Beresford
Solo Piano (Piano Records)



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Due Lp diversi tra loro di cui parlo assieme per casualità d??ascolto.
Il primo, The Good Missionaries ??Fire From Heaven? del ??79 ("a live album, features a cover of The Pop Group's Thief of Fire, with Mark Stewart and Simon Underwood "Pop Grouping." (?) Good Missionaries were Alternative TV").
Appunto, trattasi di Alternative TV (Mark Perry & co.) sotto mentite spoglie, progetto estemporaneo di un anno. Questo è un resoconto di live scrausi meravigliosi, effettuati in quattro date tra maggio e giugno ??79 tra Manchester, Liverpool, Bristol e St.Andrews.

Dopo un??aperura dub ??sclerotizzata? si entra nel vivo, in uno strano, buio abitacolo in bassa fedeltà, caos strumentale (batteria, sax, basso, chitarra, voci); un avviluppato delirio-training di clangori, suoni deformati, presagi, grida sadiche inorridite o divertite, rumori da oltretomba secondo la cura TG, invocazioni: spesso e volentieri, una berciante risposta alla claustrofobia e all??ansia This Heat.
Ospite, la cantante (?) Gillian Hanna, la Cosey della situazione, c??e una cover (irriconoscibile) di Pop Group.
??The terror is in the radio..?, preavverte Perry ghignante in un simpatico accento cockney, entro un soffocante perimetro tra il marziale giro di basso, sax, rimbombi ed echi di tastiera: è ??radio story?, come l??agghiacciante ??release the natives? tratta dall??essenziale ??Vibing Up The Senile Man? (Deptford Fun City 1979) di Alternative TV. Chiude la trascinante ??buggey the cat?.
Nichilismo punk quintessenziale.


Steve Beresford, polistrumentista già nelle ??Company Weeks?, dove suonava il piano, ordisce un inaudito puzzle art-avantgarde, un??arlecchinata elettroacustica di suoni ed effetti (e difetti) quasi da pioniere di concreta (il suo Homme Seul?) o da piano-bar sbroccato.
Frutto di da una gestazione triennale, 1977-80, durante soggiorni londinesi, ??The Bath Of Surprise? (aka ??Solo Piano? secondo una denominazione erronea), esce per Piano, neolabel di David Cunningham (anch??esso presente, con ??Greyscale?, in questa prima e migliore 'Lista indie' mai concepita), Beresford vi suona da solo ogni strumento, narrabile e non (davvero impressionante l??elenco), in un suggestivo microcosmo, delirio di surrealtà assortite, uno dei più curiosi manifesti di creatività ??con licenza? di fine anni ??70.
http://www.efi.group...ic/amova03.html


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fabio

#119 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 17 ottobre 2007 - 17:35

DZYAN Electric Silence

immaginifico gioco tra jazz modale,free jazz free improvisation e psichedelia.Electric Silence riesce ad essere un disco di purificazione spirituale filtrata da un cubismo produttivo che e'figlio diretto della sinergia con il feedback studio di johannes fritsch (Stockhausen Ensamble, fabula rasa ).la costante ricerca timbrica,i "pop up" atonali,l'a-direzionalita'di certi moments rendono questo disco un'esperienza percettivamente instabile,un gioco di specchi,un'apologia della musica organica e della sua trasfigurazione para-concettuale,tra radici europee e orientali(Taj Mahal Travellers).


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#120 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 18 ottobre 2007 - 01:31

Opus Avantra Donella Del Monaco

uno dei dischi italiani piu'avant di sempre.certamente influenzato dal periodo dagmar kraus-iano di Henry Cow,riesce a coniugare musica (neo)classica,atmosfere spoglie e decadenti che anticipano un determinato tipo di new wave,Puccini e una incredibile dose di musica popolare che possiamo addirittura azzardare come musica leggera tout court.
Se certi frammenti sperimentali possono essere interpretati dall'ascoltatore piu'smaliziato come "ingenui",la passionalita'vocale o meglio il trasformismo vocale di Donella Del Monaco riesce ad esprimere un phatos autentico,avulso dalle complesse declamazioni dagmar kraus-iane di brechtiana memoria.
un disco che per certi versi puo'rientrare in ambito progressive per la sua innata capacita'di costruire melodie e passaggi strumentali assolutamente riconducibili a questo tipo di genere musicale,ma la sua originalita'nel ri-proporre temi e variazioni classiche addizionate a tessiture di stampo avantgarde rendono tale disco un caso unico nel panorama musicale italiano.
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#121 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 08 novembre 2007 - 18:46

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BIRGE GORGE SHIROC DEFENSE DE

Prendete in considerazione i Soft Machine di Third."estendeteli" alla Company e a Peter Eotvos al synth.
Manifesto del free jazz francese degli anni Settanta,la chitarra massacrata dai live electronics,tra Derek e Sonny,ideali rivoluzionari non solo estetici belluinamente anti-borghesi,con il subconscio destrutturato tra il primo Sostakovic e Mauricio Kagel.
Costante ricerca timbrica,spazialita "mutante",ed echi king crimsoniani.Quattro "canzoni" che sono (anche) un ibrido di Dzyan e para cabaret residents-iano;trovano degna collocazione in ensamble epocali di free music come New Phonic Art,Amm e Iksra 1903.
Fondamentale per carpire tutte le strategie operative dei primissimi Nww.
voto:9
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#122 Flight

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Inviato 09 novembre 2007 - 10:53

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New Phonic Art (1973, Deutsche Grammophon)



New Phonic Art 1973 was a quartet that assembled notable 20th century composers Michel Portal, Vinko Globokar, Carlos Roqué Alsina (from Argentina), and Jean-Pierre Drouet.

Guidata da Michel Portal sax e clarinetto jazz, esordiente a metà anni ??60 con Jef Gilson, già in lista ed autore solo di prove come ??Splendid Yzlment? ed ??Alors!? con lo stesso Drouet in scuderia, NPA va a comporre un terzetto (??triple-set released on Deutsche Grammophon in 1974? ) dal titolo ??Free Improvisation? con l??inglese Iskra 1903 e i teutonici Wired.
Ensemble in grado di spaziare dall??improvvisazione libera di origine jazz a forme di musica concreta o da camera con partiture orchestrali. Altro tassello insostituibile per la musica creativa francese anni ??70, New Phonic Art riesce allo stesso tempo a turbare ed eccitare l??audiofilo come ogni gruppo improv che si rispetti, per ogni suo accumulo e coagulo di elementi, tra immagini elettroni liberi di coagire, monologhi e polimorfismi, stasi e accelerazioni (fiati, percussioni, oboe, glockenspiel....).
In pratica un flusso inarrestabile che si fa largo in ambienti arcani, ristretti, di cui gli strumenti descrivono esattamente il senso d??oppressione,  illuminando e innalzandosi poi, con un potere d??amalgama espiatorio.

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fabio

#123 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 09 novembre 2007 - 19:19

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New Phonic Art (1973, Deutsche Grammophon)



New Phonic Art 1973 was a quartet that assembled notable 20th century composers Michel Portal, Vinko Globokar, Carlos Roqué Alsina (from Argentina), and Jean-Pierre Drouet.

Guidata da Michel Portal sax e clarinetto jazz, esordiente a metà anni ??60 con Jef Gilson, già in lista ed autore solo di prove come ??Splendid Yzlment? ed ??Alors!? con lo stesso Drouet in scuderia, NPA va a comporre un terzetto (??triple-set released on Deutsche Grammophon in 1974? ) dal titolo ??Free Improvisation? con l??inglese Iskra 1903 e i teutonici Wired.
Ensemble in grado di spaziare dall??improvvisazione libera di origine jazz a forme di musica concreta o da camera con partiture orchestrali. Altro tassello insostituibile per la musica creativa francese anni ??70, New Phonic Art riesce allo stesso tempo a turbare ed eccitare l??audiofilo come ogni gruppo improv che si rispetti, per ogni suo accumulo e coagulo di elementi, tra immagini elettroni liberi di coagire, monologhi e polimorfismi, stasi e accelerazioni (fiati, percussioni, oboe, glockenspiel....).
In pratica un flusso inarrestabile che si fa largo in ambienti arcani, ristretti, di cui gli strumenti descrivono esattamente il senso d??oppressione,  illuminando e innalzandosi poi, con un potere d??amalgama espiatorio.

come prima cosa grazie per la recensione.come seconda cosa:non si riesce a capire perche'Stapleton depenni Iskra 1903 dalla sua lista e ovviamente da questo mitico box che mi onoro di avere in casa. :)...
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#124 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 09 novembre 2007 - 23:57

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GURU GURU UFO
Stratosferico power trio tedesco conteso tra una visione della psichedelia estremamente pesante tra Hendrix e Blue Cheer e velleita'avantgarde decisamente free jazz.Disco battezzato da Stapleton come il miglior lavoro stoner di sempre,trova nell'immortale Der LSD - Marsch il punto piu'alto e sublime.Ax Genrich e'un chitarrista immenso,ma il vero collante e'l'incredibile percussionista Mani Neumaier,tra l'altro ex Globe Unity Orchestra;una piovra,un "collante" inesauribile.un disco da avere assolutamente.Il successivo Hinten perdera'la carica istintiva di UFO e approdera'a una sorta di psichedelia piu'sperimentale e "dadaista".
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#125 bosforo

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Inviato 11 novembre 2007 - 20:24

GURU GURU UFO
Stratosferico power trio tedesco conteso tra una visione della psichedelia estremamente pesante tra Hendrix e Blue Cheer e velleita'avantgarde decisamente free jazz.Disco battezzato da Stapleton come il miglior lavoro stoner di sempre,trova nell'immortale Der LSD - Marsch il punto piu'alto e sublime.Ax Genrich e'un chitarrista immenso,ma il vero collante e'l'incredibile percussionista Mani Neumaier,tra l'altro ex Globe Unity Orchestra;una piovra,un "collante" inesauribile.un disco da avere assolutamente.Il successivo Hinten perdera'la carica istintiva di UFO e approdera'a una sorta di psichedelia piu'sperimentale e "dadaista".


è davvero un bel disco, uno stoner ante litteram per l'appunto. uno di quei dischi-magma con un tappeto di suoni bassi in cui perdersi
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#126 Flight

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Inviato 30 novembre 2007 - 14:16

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163. Malfatti-Wittwer
Thrumblin' (Fmp 0350)


In duetto per FMP assieme al successivo ??Und??, ??Thrumblin??? è realizzato a Berlino nel ??76 ed è opera di Radu Malfatti (al trombone) e Stephan Wittwer (a chitarra acustica e elettrica).
I due presentano musica decisamente spiazzante a tratti ostile per l??epoca, jazz impercettibile, rudimentale e dissonante, ovvero una piece art-avant fatta di fantasia, squilibrio, improvvisazione assoluta.

Caos e manipolazione segnica a base di duetti tromba-chitarre; tentativi di coabitazione coatta, a base di micro strutture agitate, convulse, rovesciate e dimenanti anche in spazi appena percettibili, tipo una manciata di secondi (quasi a torcere, stramazzare, far esalare l'ultimo respiro allo strumento).
E rispettivi, ovvi contraltari statici più cerebrali, la cosiddetta ??ricognizione??. Tutto nella dimostrativa suite ??Abendländische Kulturangst? di 18 minuti.

Note-elettroni, scagli(at)e secondo la maniera dadà di uno Steve Beresford (a differenza dei quali adoperava con meno pudore, ogni oggetto che in casa producesse un suono significante, simbolico). Microchirurgia pre-Matmos praticata con strumenti a fiato o a corda anziché nastri e tastiera.

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fabio

#127 Plozzer

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Inviato 30 novembre 2007 - 14:50

il vero collante e'l'incredibile percussionista Mani Neumaier,tra l'altro ex Globe Unity Orchestra;una piovra,un "collante" inesauribile.


[totalmente OT]
Pochi giorni fa ho ascoltato un live di "Acid Mothers Guru Guru", ovvero Neumaier, Kawabata e non so chi altro degli AMT (è stato un ascolto un po'distratto). Non mi è sembrato male, molto vicino a UFO come intenzioni e suoni, è del 2007, ma loro sono freak inguaribili (titolo: "Psichedelic Navigator"!") quindi ci può anche stare.
[/totalmente OT]
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Whatever you do, don't


#128 Guest_carmelo bene_*

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Inviato 30 novembre 2007 - 17:21

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163. Malfatti-Wittwer
Thrumblin' (Fmp 0350)


In duetto per FMP assieme al successivo ??Und??, ??Thrumblin??? è realizzato a Berlino nel ??76 ed è opera di Radu Malfatti (al trombone) e Stephan Wittwer (a chitarra acustica e elettrica).
I due presentano musica decisamente spiazzante a tratti ostile per l??epoca, jazz impercettibile, rudimentale e dissonante, ovvero una piece art-avant fatta di fantasia, squilibrio, improvvisazione assoluta.

Caos e manipolazione segnica a base di duetti tromba-chitarre; tentativi di coabitazione coatta, a base di micro strutture agitate, convulse, rovesciate e dimenanti anche in spazi appena percettibili, tipo una manciata di secondi (quasi a torcere, stramazzare, far esalare l'ultimo respiro allo strumento).
E rispettivi, ovvi contraltari statici più cerebrali, la cosiddetta ??ricognizione??. Tutto nella dimostrativa suite ??Abendländische Kulturangst? di 18 minuti.

Note-elettroni, scagli(at)e secondo la maniera dadà di uno Steve Beresford (a differenza dei quali adoperava con meno pudore, ogni oggetto che in casa producesse un suono significante, simbolico). Microchirurgia pre-Matmos praticata con strumenti a fiato o a corda anziché nastri e tastiera.

prendo spunto da questa fantastica recensione per evidenziare l'incredibile attualita'di questo disco che,assieme ai lavori di Borbetomagus,Parker, ha saputo anticipare l'incredibile lavoro di ensamble come nmperign e la scena elettro-acustica,"materica" microtonale, che abbiamo avuto la fortuna di seguire a cavallo tra la fine degli Anni Novanta e l'inizio di questo nostro decennio.
il lavoro di radu malfatti conserva una coerenza che nasce tra questi solchi e arriva fino ai nostri giorni grazie alla valanga di cd-r che il buon malfatti ci regala con puntualita'svizzera.importante sottolineare l'affinita'con sugimoto e la scena onkyo di cui non mi stanchero'mai di ricordare il bellissimo box di sette cd "AMPLIFY 2002" la chiave massima per accedere ai suoni rizoma,ai suoni near to silence di questi nostri (confusi) anni.
grazie FS
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#129 slothrop

    Enciclopedista

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Inviato 02 dicembre 2007 - 14:36

Bellissimo davvero questo disco di Malfatti-Wittwer, uno sgorgare intemperanza quasi osceno. Di Radu mi son procurato altre cosucce niente male dei '70 (con Irene Schweizer e Ian Brighton), meno personali perchè più corali, certamente uno dei massimi pionieri della microimprovvisata dei '90 (alla quale ha contribuito attivamente con Dachte Musik e le collaborazioni mortifere con Sugimoto.
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#130 Flight

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Inviato 08 gennaio 2008 - 23:17

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29.  Association Pc
Sun Rotation (Basf/Mps 21 21329-3)


Sun Rotation (1972) di Association P.C. è uno dei tanti esempi di progressive jazz rock acts di qualità dalla NWW List.
In ciascuno dei cinque lavori di questa band teutonica guidata dal chitarrista Toto Blanke, dal batterista Pierre Courbois (da cui l??acronimo nel nome del gruppo, ex Association Earwax) e dall??organista Jasper van't Hof e comprendente anche Karl-Heinz Wiberny a sax tenore e piccolo e Jeremy Steig flauto, non s??è mai scesi sotto il livello d??eccellenza.

Sciorinando un??esplorazione musicale dinamica e concatenante tesa ad allacciare assieme elementi, colori e sfumature difformi, si ordiscono jam erosive e protese, atmosfere intriganti e intricate, d??ampio respiro, come una sorta di Nucleus kraut-psichedelici. Battaglie di strumenti, batteria mai doma, chitarre asfissiate e basso magmatico, e poi stasi in cui il Rhodes ??fusion?? fa da padrone rilanciando tutto in orbita.

Un'esperienza di inesauribile fulminea vitalità, dal pulsante, ubriacante live ??Erna Morena? dello stesso anno sino a ??Rock around the cock? (1973), passando per la sperimentazione convulsa e caustica e i bagliori che ??Sun Rotation? riserva.

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fabio

#131 dick laurent

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Inviato 09 gennaio 2008 - 00:02

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Ghedalia Tazartés 4 cd set

outsider e perdenti della scena underground internazionale alla magical power mako e tori kudo trovano in questa opera omnia del primo Tazartés un nuovo amico...
diasporas/Tazartés il teatro musicale kageliano collide aspramente con la musica concreta meno accademica, una lo-fi attitudine che avvolge il trasformismo vocale di questo trans-avanguardista con un desiderio malcelato di nomadismo(non solo intellettuale).
Etica ed estetica della musica concreta, del collage depensato: un action painting vocale che "spezza" lo scheletro portante di ogni avant cabaret che si rispetti. para-esoterismo elettronico e concreto per fuggire dalla logica, da qualsiasi parvenza di "formalismo musicale": una Incredible String Band proiettata in un altrove.
fluxus avant vocalità e ricordi di un beefheart terminale(rien n'est assez fort pour dire)alle prese con un raga degli inferi.l'esposizione del femminile nell'omaggio a Mallarmé; visioni africane che hanno anche il sapore di protesta (post)ideologica oltre a portare le stimmate del minimalismo di jon hassell;"il salto nel vuoto" di Stratos e vecchi vinili d'opera per una ambizione totale che lascia stupefatti.giustapposizioni concrete da stato dell'arte, musica terapeutica.musica barbara.musica antropologica.
tazartés transports ...Residents e sovratoni che confondono la "scena", korg in preda a delirio, gong e field recordings, cut-up alla Luc Ferrari e la voce salmodiante e lasciva, psycho dub che lega Klopfzeichen di Kluster direttamente a Zoviet France, hare krishna cibernetici e noise alla Airway, Battiato circa sequenze e frequenze e... un flusso di coscienza joyceiano che è allo stesso tempo una seduta spiritica e una psicoanalitica( e un overload semiotico).
une èclipse totale de soleil : il disco è l'abisso terminale della irrazionalità umana, un cut-up d'avanguardia post cageana che comunque ridesta nell'ascoltatore quella ipotetica nostalgia per tutto ciò che non abbiamo potuto nemmeno sfiorare nella nostra vita; un delirio glaciale che riesce a trasformare le rigidità del cut-up concreto in ambigue dissolvenze da cinema noir ma ad emergere è un primitivismo sospeso e conteso tra estremo oriente e la metropoli post industrial, post capitalistica occidentale; agit-prop che sembra hardcore-punk registrato in un mercatino delle pulci di Rabat, synth dissonanti e metronomie di un Kling Klang dislocato in Marocco, sincopi cadaveriche e delay figli bastardi di un incrocio tra Goblin e una versione iper-dissonante di una hit avant-disco di fine Settanta e la continua mutazione del timbro vocale di Tazartés che lascia l'ascoltatore turbato e stupefatto.


non trovi delle reminiscenze pure di musica madrigale?
http://www.youtube.c...h?v=D47LAqfHGkE
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#132 Flight

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Inviato 09 gennaio 2008 - 00:42

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David Cunningham - Grey Scale (1976, Piano)

Primo vinile per la neonata Piano, etichetta curata dallo stesso autore David Cunningham (poi in Flying Lizards), che missa, produce e firma in proprio, assieme ad alcuni collaboratori un interessantissimo incostante, minimale, inquieto collage di miniature soniche.

L??alone perturbante e spettrale è veicolato anzitutto dalla copertina monocrome che riproduce un anonimo opaco fotogramma, forse un interno, bagnato da raggi di luce, su cornice bianca (l??opera è "Snow Scale", del ??75, Steve Partridge).
Quanto ai suoni: il lato A è mancipio di una suite a episodi, dal nome ??Error System?. Dopo un breve interludio, fa ingresso la sinistra ??(C Pulse Solo Recording)? di chiara matrice minimalista (di cui riporto breve esemplificazione: ??The players play a repeated phrase. As soon as one player makes a mistake that mistake is made the basis of his repetition unless it is modified by a further mistake. Thus each player proceeds at his own rate to change the sound in an uncontrollable manner. On no account should "mistakes" be made deliberately to introduce a change into a performance.?).
Affreschi gelidi, microtoni umorali orditi ciclicamente da suoni cupi ad aggrovigliarsi, da violino a vibrare e scampanellii ??glockenspiel??, piano, basso, tastiere; dipanandosi spargono inquietudine vacuità, senso di avanzante offuscamento e perdita gravitazionale. L??ambiente è sinistro quanto più si mostra anonimo e non decifrabile.

Sul secondo lato pare avere la meglio il chiarore sul buio. Apre inopinatamente una piccola compiuta sinfonia iterativa proto-glitch di splendido intuito avvenirista (Ecuador), poi abdica fatalmente in favore di suoni ambient tersi o acuti eco (Water Systemised, Venezuela 1, Guitar Systemised), confusioni e fragori secondo tasselli ??residenziali?, brandelli di suoni da orchestra da camera come prosciugata. Conclude questo strano viaggio una frase di piano con un contorno atmosferico di effetti simil giocattolo (Bolivia).

La pagina dedita al disco, http://www.markallen...cgreyscale.html, estremamente dettagliata (per fortuna) ne rivendica persino e a ragione una certa naturale fruibilità, nonostante più ispirazioni accademiche e moderne.

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fabio

#133 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 09 gennaio 2008 - 01:04



David Cunningham - Grey Scale (1976, Piano)



e 2, gli piace tanto
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#134 HERMANN NITSCH

    Roadie

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Inviato 09 gennaio 2008 - 01:10

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FOOD BRAIN: "BANSAN-SOCIAL GATHERING"

Opera d'assoluto rilievo dell'underground giapponese d'inizio Anni Settanta, "Bansan" e l'unico disco di questo quartetto avant progressive dalle tinte "acide" e free jazz.
Un'operazione ludica, che trova nella liquidità e irrazionalità dell'organo hammond di Yanagida Hiro e nel groove del basso suonato da Kabe Masayoshi un affascinante veicolo espressivo per la chitarra acida proto stoner di Shinki Chen, chitarrista visionario attivo in molti progetti psichedelici dell'underground giapponese.
Il disco trova il suo apice estetico nella lunga improvvisazione free jazz "surrealista" di ben quindici minuti, guidata dal clarinetto di Kimura Michihiro: "The Hole In A Sausage ".

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#135 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 10 gennaio 2008 - 23:08

245.  Sperm
Shh! Heinasirkat (O-Records Orlp

"Helsinki underground supergroup Sperm (Pekka Airaksinen, Mattijuhani Koponen, P.Y. Hiltunen, Antero Helander, J.O. Mallander, Markus Heikkero) released Shh! (1970, O; r: 1997, ORFB), a powerful ambient album of guitar and tape effects".

Nella prima parte, sorta di M.B. ante litteram per le perturbanti bordate di noise/ambient (effetti tastiera) prevalentemente strumentali e le immagini di claustrofobia e paranoia che è in grado di evocare (senza però terrorizzare come farà l??italiano); le uniche voci addotte sono cut-up, e ancora inserti concreti. Più in là, ormai addentrati in questa tundra inospitale, folate di sax schiariscono via via gli orizzonti e giochi free-jazz.


L'ho riascoltato un paio di volte negli ultimi giorni, ed il mio giudizio è abbondantemente positivo. E' un disco che istintivamente associo a "AMMMusic" per la sua capacità di travalicare il concetto di genere musicale, proponendo una miscela assolutamente radicale e fuori da ogni schema.
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#136 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 10 gennaio 2008 - 23:17





David Cunningham - Grey Scale (1976, Piano)



e 2, gli piace tanto



in effetti, anche se trovo Cunningham solo e i suoi metodi di registrazione, più affine a Stapleton che non i Flying Lizards anch'essi citati in lista
su cui però devo tornare, li ricordo poco.


dai, quelli che Scaruffi, in una vecchia classi, aveva definito synth-pop  asd


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#137 HERMANN NITSCH

    Roadie

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Inviato 12 gennaio 2008 - 18:45

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WIRED FREE IMPROVISATION

Wired rimane una entità poco conosciuta dell'avant-krautrock, completamente avulsa da Faust e Can per inenderci: vi è quasi un filo (il)logico che lega questo ensamble a progetti come Zweistein e Sesselberg,ovvero il massimo dell'irrazionalità e creatività della Germania dei primi Settanta che osservava estasiata le grandi scoperte sonore di Karlheinz Stockhausen e Mauricio Kagel.
Wired è un omaggio originale alla live electronic music che riesce ad ammantarsi di una patina psichedelica e una deriva sonora di re-interpretazione dei "segni" della musica minimalista americana: citare La Monte Young non è un "danno" d'immagine per il bizzoso genio dell'Idaho.
La manipolazione discreta delle fonti sonore in tessiture vicine al contemplativo, vicino al "lisergico" operate dal diavolo in musica Connie Plank sull'ensamble organico Wired, composto da Ranta,un percussionista d'avanguardia di cui ricordiamo le collaborazioni con Ichiyanagi e Kosugi nonchè Josef Anton Riedl, Karl Heinz Böttner alla chitarra elettrica, ocarinas, flexatone e basso elettrico,Mike Lewis all'organo Hammond usato molto spesso in modo iper-psichedelico.
Proprio la collisione tra la visione avant psichedelica di Connie Plank e Mike Lewis con la (presunta) seriosità degli altri partecipanti del progetto riesce a far deflagrare in termini di originalità una proposta sonora che si impone di far disperdere la riconoscibilità del timbro dei propri strumenti in nuvole sonore elettriche ed elettroniche che (ri)cercano una spazialità discreta del suono in proiezioni drone-minimaliste di assoluto fascino.Connie Plank anche in questo progetto riesce ad essere un geniale manipolatore riuscendo a trasformare Wired in una scultura sonora che continua ad essere "osservata" con interesse dagli ascoltatori meno propensi alla musica di consumo.
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#138 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 13 gennaio 2008 - 13:22

8. Alternative Tv
Vibing Up The Senile Man (Deptford Fun City Dlp03)

.


stupendo, secondo me se la gioca tranquillamente con i migliori album post-punk (?) di quel meraviglioso periodo
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#139 HERMANN NITSCH

    Roadie

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Inviato 13 gennaio 2008 - 13:49

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Fernando Grillo "Fluvine"

Fernando Grillo è un contabbassista dedito alle esecuzioni di musica d'avanguardia di stampo classico-contemporaneo: ricordiamo l'esecuzione di composizioni dello spettralista Iancu Dumitrescu e soprattutto la diffusione del verbo scelsiano.
Questo disco uscito per la serie "Diverso" della mitica Cramps vede il solista foggiano alle prese con il suo strumento in quattro improvvisazioni virtuosistiche che devono molto all'anima irruenta di Iannis Xenakis e alle tecniche di amplificazione della libera improvvisazione di stampo non accademico.
Quattro improvvisazioni che fanno disperdere la riconoscibilità dello strumento attraverso un uso magistrale e geniale dei microfoni a contatto che rendono questi quattro "movimenti" prossimi alla musica elettronica più astratta e allo stesso tempo un campionario di gesti virtuosistici eseguiti nel modo più traumatico possibile, affini alle prove più sperimentali del Gruppo Di Improvvisazione Nuova Consonanza.
Un disco uscito per la collana crampsiana dei DIVerso assieme a opere importantissime di Derek Bailey, Demetrio Stratos, Mario Schiano e molti altri.
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#140 HERMANN NITSCH

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Inviato 14 gennaio 2008 - 19:01

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Limbus 3

limbus 3 è un disco fragoroso che riesce ad innestare nel tessuto della "classica" improvvisazione di matrice contemporanea un approccio spontaneo al valiha e alla musica raga che riesce a spiazzare gli orizzonti percettivi dell'ascoltatore,anche attraverso il parossismo degli overtones del cello e delle percussioni amplificate;la chiara derivazione cosmica del Sun Ra della metà degli anni Sessanta di "Heliocentric World", ed "isole" di matrice psichedelica comunque riconducibili al "Bb Dorian Blues 28th/63" di Lamonte Young:il risultato è una complessiva magmatica "proiezione" di ardue estensioni xenakis-iane che rendono il disco come un possibile ideale(consuetudini operative traslate alla musica elettronica,mood esistenziale)della musica cosmica tedesca a venire.
Il gioco di overdub che tendono all'overload informativo della prima side si stemperano in una visione cosmica che si nutre delle suddette "chiavi di lettura" e riesce persino ad anticipare lo splendore positivamente trascendentale di Dzyan, non a caso un altro disco presente nella lista NWW.



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#141 HERMANN NITSCH

    Roadie

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Inviato 15 gennaio 2008 - 18:05

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XHOL "Motherfuckers"

Xhol rimane una delle band più originali dell'intera storia del krautrock avendo proposto un ottimo assemblaggio di musica soul,free jazz,ricerca d'avanguardia e musica psichedelica che in questo disco si ammanta di un velo cosmico in "Orgel Solo" con chiari rimandi alle tessiture ligetiane e alla ripetizione di scuola minimalista.
Lo "scherzo" concreto di "Grille" si trasforma lentamente attraverso delle magistrali manipolazioni elettroniche del flauto in un delicato quadretto ambientale.Tra momenti acidi e contemplazioni cosmiche il disco trova il suo climax jazz e bluesy nella strepitosa "Love Potion 25" di oltre tredici minuti, guidata magistralmente dai sassofoni ispirati dalla lezione di Sanders e Coltrane, ma è il divertimento collettivo a dominare il finale del disco.






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#142 Flight

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Inviato 16 gennaio 2008 - 10:01


156.  Bernard Lubat
Live In Montreux '72 (Pierre Cardin Stec 132)



Ennesimo sorprendente act marchiato a fuoco dalla NWW List che vede un quartetto occasionale di musicisti d??area francofona.
Il batterista e tastierista Bernard Lubat (già nella serie Vibrations e poi con Mad Ducks e con Michael Portal), cui è erroneamente attribuito l??album come ??solo?? nell??elenco di Stapleton e soci, è affiancato in questo concerto in quel di Montreux Jazz festival, giugno ??72, da personalità scafate come Eddy Louiss al piano elettrico Fender (e già con Getz, Luc Ponty poi con Petrucciani ecc..), il bassista Marc Bertaux e Claude Engel alla chitarra elettrica  (tra i fondatori di Magma, Omega Plus e attivo in album di culto spesso dimenticati come ??L'Enfant Assassin Des Mouches? di Jean-Claude Vannier).

Particolari alchimie e magnetismo pervadono sotterranei questi quattro lunghi brani di jazz-rock contaminato, di stampo primo ??70 d??irresistibile, contagiante aroma vintage. Spiccano timbri Fender, soli di chitarra come istanti di fissità soprannaturale; talora percussioni tribali che infondono climi freak-psyche alla Don Bradshaw-Leather.
Improvvisazione certo, ma anche coesione indubbia tra i quattro ??incantatori??.

Ma è certamente decisiva la suite finale, ??Mickey Schr?der??s dream? a staccare un biglietto per il posto in lista: qui succede esattamente ciò che non ti aspetteresti da un prodotto del genere.
Dapprima, Lubat al Fender tratteggia morbide panoramiche d??ampio respiro, poi capovolge quell??ambiente ben definito, solare e pallido, in notturne, livide sterzate di synt, piatti, echi ambientali, voci ombra e percussioni effettate. Trasmettendo una sottile, percepibile inquietudine
Come prendessero vita i residui inquieti (se non ostili) delle orge strumentali che anticipavano.

Checkpoint Charlie - Grü? Gott mit hellem Klang (CPM, 1970, 1995 Bootleg CD)

??Checkpoint Charlie was formed in 1967 and named after the infamous checkpoint between the Eastern and Western zones of Berlin.?

Sestetto che comprende W.Walten e M.Bremner a chitarra, Joachim Krebs all??organo Harald Linder a basso e voce e Uwe von Trotha voce recitante (così sapete con chi prendervela), Checkpoint Charlie è una formazione weird-(pseudo)kraut e rockpolitik/anarcoide dedita a un'avanguardia rock radicale e non allineabile (meno sperimentale e meglio sull??esito strumentale, il seguente ??Frühling der Krüppel? del ??78).

Si evocano, Cro-Magnon e Godz che galoppano su ??Sister Ray?, si anticipa il discorso di Ton Steine Scherben e Bruhwarm Theatre.
Questo disco è per gran parte, un berciante sberleffo, la performance ipocrita da vizioso alcolizzato di von Trotha (con relativa eco del ??coro??) impera su ogni cosa.
Sulla torrenziale ??Jesus? ad esempio, come sul resto, Checkpoint Charlie indemoniati e teutonici declamano e deplorano invasati ingaggiando agoni strumentali o al rumore, groviglio di basso, organo, chitarra elettrica e percussioni.
La galoppante ??Das arme Waisenkind? è un approdo a sonorità krautrock più plausibili, è una jam acid-psyche ossessa e rutilante, isterica e plateale, a cui suggello, emanano olezzose memorie: ??don??t you remember I was in..I was inside? yor bloody cunt baby!?. Culto per pazzoidi.

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fabio

#143 HERMANN NITSCH

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Inviato 16 gennaio 2008 - 18:51

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opera di meditazione trascendentale Aus Den Sieben Tagen(1968) vede il connubio tra l'estetica della libera improvvisazione dell'ensamble New Phonic Art,e il gruppo di Karlheinz Stockhausen che in pochi anni era riuscito a trasformare la musica elettronica dal vivo in un possibile esempio di perfezione musicale,oltre qualsiasi formalismo, attraverso opere come Mikrophonie I Prozession e Kurzwellen.
La musica a tratti puo'persino ricordare una versione "razionalmente mistica" del sindacato del sogno di La Monte Young. 15 PARTITURE VERBALI  dalla durata variabile dai 4' ai 60' che portano le scelte degli improvvisatori-"interpreti" a stretto contatto dapprima con la propria anima,e le sue profondità piu'insondate e poi alle "scelte" musicali.

una delle quindici partiture verbali: ES

Non pensare NIENTE
Aspetta fino a che tutto sia calmo in te
Quando avrai raggiunto ciò
Comincia a suonare
Appena Cominci a pensare, fermati
E cerca di ritrovare
Lo stato del NON-PENSARE
Poi,continua a suonare


è incredibile ascoltare l'idillio musicale tra la viola con microfoni a contatto di Johannes Fritsch e i fiati "laceranti" di Michel Portal, o entrare nell'ombra proiettata dal trombone di Vinko Globokar o ascoltare estasiati la voce di Karlheinz Stockhausen.Bisogna abbandonarsi in questi sette cd, chiudere gli occhi e lasciar divenire questa musica sublime per coglierne ogni minima sfumatura.
E'l'incontro piu'alto nella storia della musica del Novecento tra misticismo orientale e "razionalità" occidentale, opera di meditazione e di palingenesi spirituale che riesce a sconfinare nei labirinti inconsci della possibile significazione musicale teorizzata da musicisti altrettanto radicali come Dieter Schnebel o il sofferto messaggio religioso dell'opera omnia di Bernd Alois Zimmermann: non a caso entrambi molto vicini al pensiero musicale stockhausen-iano.




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#144 Guest_Zlatan_*

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Inviato 18 gennaio 2008 - 20:57

scusate,ma per recuperarli 'sti dischi ? sul mulo non si trova niente e sull'uccellino blu poco..siete riusciti ad acquistarne qualcuno ?

se qualcuno vuole suggerirmi un contatto sull'uccellino,mandi pure un PM  ;)

grazie mille.
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#145 Peel Slowly And See

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Inviato 18 gennaio 2008 - 23:34

Whitehouse - Birthdeath Experience (1980 - Come Organisation)

dovrebbe essere il primo mostro messo al mondo da William Bennett, l'autore dei dischi più violentemente repulsivi mai concepiti, padre del power electronics, idolo di Steve Albini (diventò anche suo produttore); dico dovrebbe perchè in quegli anni i Whitehouse sfornarono una miriade di dischi

la formula è allo stato embrionale ma contiene già i trucchi migliori del campionario dell'artista inglese: synth, distorsioni, elettronica da 4 soldi e, insabbiate nel marasma, violente frasi riguardanti omicidi e nazi-sesso (questa l'ho inventata) per la gioia di tutte le Miss Violetta Beauregarde dell'epoca

peccato che si tratti di trucchi, è l'impressione che ho sempre avuto; comunque un gruppo con delle buone intuizioni

voto: 6.5/7 (rimedierò a queste semistroncature recensendo Geri Reig dei Der Plan e altri lavori che adoro)

i Whitehouse collaborarono con Nurse With Wound in The 150 Murderous Passions (e se 1+1=2...)


Si tratta di un'esperienza musicale scioccante ed estrema, ma lo spessore artistico dell'operazione non mi convince molto.
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#146 HERMANN NITSCH

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Inviato 19 gennaio 2008 - 04:56

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ANNEXUS QUAM "Osmose"

"Osmose" è un disco di avant krautrock che puo'essere definito come uno dei primi riusciti tentativi di approccio alla musica cosmica.(Anno del Signore 1970).

La "base" di questo vinile non è poi così dissimile dai tanti dischi fino ad ora "segnalati" in questo splendido topic:quattro improvvisazioni altamente lisergiche che si "distendono" attraverso i ritmi etnici, il suono dell'organo molto vicino alla musica d'avanguardia, l'uso efferato e lisergico della chitarra elettrica e qualche "struttura" prossima al free-jazz.

Una sorta di inquietudine e allo stesso tempo di palingenesi spirituale "tematizzano" questo vinile che rammenta molto da vicino il primo disco di Ash Ra Tempel, con le sue visioni lisergiche e spesso trascendentali, e non puo'essere considerata una eresia paragonare il suono di "Osmose" alle prove piu'psichedeliche e sperimentali dei Pink Floyd: specialmente quelli di "A Saurceful Of Secrets" e "Ummagumma".





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#147 delta#

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Inviato 16 febbraio 2008 - 08:59


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lavoro a 2 volti dei primi Cabaret Voltaire (in formazione c'è ancora Chris Watson); Western Mantra esibisce banali trovate richiamando ingenuamente la musica orientale mentre Eastern Mantra, anticipando quella ficata spaziale di Red Mecca, si lancia in una danza robotica di circa 20 minuti: macchine che, suonando, descrivono se stesse, voci spaventate che si sovrappongono a spezzoni televisivi mentre synth laseranti e rumori metallici generano un flusso di stimoli che varia di intensità in maniera periodica

il film mandato in onda da Kirk e soci è meno cupo rispetto alla Fabbrica della morte dei cugini Throbbing Gristle ma altrettanto scioccante, con spiazzanti cambi di inquadratura e immagini disturbate da un effetto neve che le rende difficilmente percepibili

peccato per il primo Mantra, davvero poco riuscito; un album ottimo solo per il 50%, inferiore a Mix-up e a Red Mecca, a mio parere i gioielli della discografia della band


Three Mantras è un disco "asimmetrico", non saprei come definirlo altrimenti.
Lo amo da anni in modo quasi ossessivo.
Non riesco ad ascoltare solo uno dei due mantra: a mio parere sono due lavori del tutto differenti e appunto asimmetrici, ma allo stesso tempo non potrebbero esistere se non insieme.
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#148 esmusssein

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Inviato 16 febbraio 2008 - 10:57

che thread stupendo!
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#149 Flight

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Inviato 26 marzo 2008 - 16:34

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206. Pierrot Lunaire - Gudrun

Gudrun (It 1976, Rist. Akarma 2000) è il secondo atto di Pierrot Lunaire, ensemble avant-prog romano.
Dopo l’omonimo del ’74 più improntato su suoni rock e folk su cui lavorava il dimissionario Vincenzo Caporaletti, i rimanenti strumentisti Arturo Stalteri e Gaio Chiocchio ne mantengono l’egida.
Entrambi tastieristi, il primo è anche alle percussioni il secondo chitarrista arrangiatore; concepiscono un lavoro ancora più sperimentale e affascinante sul piano musicale; un complesso e visionario collage dadà, arcano e inquieto, tra anamnesi prog-rock e investigazioni a latere, lastricato da abrasive tastiere, richiami di sirena ebbra, percussioni, echi ed effetti ambientali.

"imperniato sul contrasto  tra la calda luce dell'amore e l'oscuro delirio della guerra. " (Gianni61)

La title-track in apertura attinge in particolare dal lavoro d’avanguardia della compositrice-soprano Donella Del Monaco coi suoi Opus Avantra (“Introspezione”); la collega gallese Jacqueline Darby è abile a misurarsi su quelle latitudini reiterando il fascino.
Tra allucinazioni alzate da organo e celesta e visioni indistinguibili in penombra, si fa strada una nuova aurora tra confluenze di corde e tastiera -“sonde in profonodita” (sic)- e “morella”, nuovamente con la Darby a canto e performance, divisa tra astratti scenari crimsoniani (percussioni alla Giles) e sospensioni classicheggianti pianistiche. Il piccolo cataclisma sonoro della conclusiva “mein armer italiener", restituisce frammenti e immagini accese e vibranti senza cadere in eccedenze o nel prolisso.

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fabio

#150 esmusssein

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Inviato 01 aprile 2008 - 22:45

Don Bradshaw-Leather -> Distance Between Us (Distance Records, 1972)

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scusate, esiste un modo per acquistarlo? chi può aiutarmi?
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