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"A Serious Man" di Joel e Ethan Coen


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#1 Tom

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Inviato 04 dicembre 2009 - 23:09

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A Serious Man (2009) di Joel e Ethan Coen. Con Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Fred Melamed, Sari Lennick, Adam Arkin

Ennesimo capolavoro dei Coen, che per quanto mi riguarda finisce nella zona più alta della loro filmografia, accanto al mio prediletto "L'uomo che non c'era" (con cui ha molti punti in comune). Ennesimo loro film sull'assoluto e ridicolo non senso della vita, qui arricchito da un esplicito discorso sull'irrimediabile e sconfortante silenzio di Dio. Ennesimo tassello nel loro affresco della Storia Americana. Stavolta vanno di scena gli anni 60 della Summer Of Love, ma visti dal punto vista di una comunità ebrea impermeabile ai cambiamenti, dove l'unica segnale di quel che sta accadendo "fuori" è la musica sovversiva dei Jefferson Airplane saparta da un walkman.

"A serious man" conferma le nuove coordinate del duo, già presenti negli ultimissimi film: quasi del tutto rimossi i vecchi virtuosismi, in favore di uno stile rigoroso e ambiguo. La missione dei Coen sembra essere diventata lo spiazzamento totale dello spettatore. Quasi tutte le sequenze hanno un che di incompleto e vengono troncate prima che l'effetto comico (o drammatico) giunga al suo culmine. Di più le sequenze chiave sono persino lasciate fuori campo. La vicenda brucia allegramente tutte le possibili aspettative dello spettatore, fino a giungere ad un finale geniale e sconcertante. Di sicuro un film che non durerà molto nelle sale natalizie.

Tra le tanti mirabili sequenze: il fantastico prologo, il Bar Mitzvàh più stoned della storia, le visite ai rabbini e la scena con la vicina stile Mrs. Robinson, interpretata dalla sconvolgente, supersexi e quarantenne Amy Landecker.

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#2 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 05 dicembre 2009 - 14:13

Onore a i Coen di aver rischiato a fare un film particolare e un po' ostico come A serious man..

La storia e' ambientata alla fine degli anni 60' in un paesino del midwest dentro la comunita' ebraica e vede come protagonia Larry Gopnik un professore gentile e fin troppo ingenuo che ad un tratto vede la sua vita scombussolata da una serie di eventi e verra' trascinato in balia di essi...

Il film e' una riflessione sul senso/non senso della vita e sul destino, poi la pellicola essendo pregna di cultura ebraica alcune cose sulla cabala o sulle tradizioni non le ho capite.Interessante anche il modo con cui viene rappresentato il cambiamento all'interno della comunita' ebraica attraverso il figlio del protagonista che alterna lo studio di una canzone della tradizione ebraica con i jefferson airplaine e il Bar Mitzvah con le canne.

Bellissimo finale pessimista e fortemente simbolico.

Il tono si alterna tra il serio e il faceto tra la risata grottesca e la disperazione,ogni scena si conclude quasi in maniera tronca lasciando spiazzati.

La regia e' semplice ma impeccabile che alterna momenti frenetici con altre di piu' grande respiro(molto belle le scene quando per un attimo il caos sembra fermarsi e il protagonista osserva le cose davanti a se),l'unico problema di rilievo e' che nella parte centale lo sviluppo e' troppo frammentato va avanti una scena dopo l'altra per accumulo il che dopo un po' stanca.

Ottimo il protagonista(c'e una certa somiglianza con tom hanks) e riuscitissimo il casting in generale dove per ogni ruolo c'e una faccia particolare che non rimane anonima.

PS: Il prologo e' meravigliosamente surreale,credevo quasi di aver sbagliato film. O_O
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#3 William Blake

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Inviato 08 dicembre 2009 - 01:18

Bellissimo. Ormai i Coen hanno trovato un nuovo formidabile rigore compositivo. E non sbagliano un colpo. Di nuovo alle prese col grande caos che determina la vita delle formiche-umane, i fratelli di Minneapolis realizzano un nuovo ritratto caustico e senza speranze sul mondo di ieri che sarà anche quello di domani. Come in "Burn after reading", una commedia umana priva di "humanitas". Finale altmaniano che disintegra qualsiasi possibilità di catarsi.
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#4 FabioBlu

    ordem e prosecco

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Inviato 09 dicembre 2009 - 14:02

Visto ieri sera. Il film è bello, originale e particolare il contesto in cui si svolge il film, eccezionali i personaggi tutti ben caraterizzati e adeguati alla storia. Secondo me non si ride molto, prevale il sentimento del contrario di pirandelliana memoria, non si può non provare empatia per il professor Gopnik e anche il finale suggerisce che forse sarà ancora una volta il tragico a prevalere sul comico. Ecco il finale mi ha lasciato un po' a bocca asciutta, mi piacciono i finali aperti, ma al momento sono rimasto un po' perplesso. Meglio così comunque rispetto ad un banale happy ending che le scene finali lasciavano presagire. 
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#5 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 09 dicembre 2009 - 15:05

Visto ieri sera. Il film è bello, originale e particolare il contesto in cui si svolge il film, eccezionali i personaggi tutti ben caraterizzati e adeguati alla storia. Secondo me non si ride molto, prevale il sentimento del contrario di pirandelliana memoria, non si può non provare empatia per il professor Gopnik e anche il finale suggerisce che forse sarà ancora una volta il tragico a prevalere sul comico. Ecco il finale mi ha lasciato un po' a bocca asciutta, mi piacciono i finali aperti, ma al momento sono rimasto un po' perplesso. Meglio così comunque rispetto ad un banale happy ending che le scene finali lasciavano presagire. 


Mi interessa la frase evidenziata. In che senso? Pensavi di ridere tanto?
Pongo la questione perché sono rimasto molto sorpreso (ed altrettanto irritato) dalla gente che durante la visione in sala si sbellicava dalle risa in qualsiasi scena dove "succedeva qualcosa", o addirittura, grasse risate partivano in momenti a mio avviso assolutamente tragici! 
Allora delle due l'una: o il pubblico presente era per la grande maggioranza ebete (mi pare un po' strano considerato che il cinema in questione è una nota sala d'essai milanese), oppure chi si è occupato del lancio del film lo ha fatto puntando tutto sulla verve "comica" dei Coen? Fatto salvo che per qualche dialogo strepitoso (ad esempio, il padre dello studente coreano che va a trovarlo a casa per mettere a posto "l'equivoco" della busta...), io c'ho trovato pochissima ironia, ma tanto sarcasmo "nero" e una buona dose di cinismo.
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#6 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 09 dicembre 2009 - 15:12

Però se il pubblico si sente di ridere non puoi dargli dell'ebete. Ognuno vive il film come crede. Personalmente, l'ho trovato sicuramente uno dei meno spiritosi dei loro lavori.
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#7 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 09 dicembre 2009 - 15:25

Sì ok, il punto non era se il pubblico può essere definito male o bene se ride invece di riflettere (ovvio che il mio tono era ironico...direi, un ironico Coen  asd ), ma intendevo chiedere a fabio82 ma a chiunque altro se aveva delle aspettative di visione "comica" o se avesse percepito dal trailer/materiale promozionale un film con caratteristiche particolarmente spiritose. Semplice curiosità.
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#8 FabioBlu

    ordem e prosecco

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Inviato 09 dicembre 2009 - 17:46


Visto ieri sera. Il film è bello, originale e particolare il contesto in cui si svolge il film, eccezionali i personaggi tutti ben caraterizzati e adeguati alla storia. Secondo me non si ride molto, prevale il sentimento del contrario di pirandelliana memoria, non si può non provare empatia per il professor Gopnik e anche il finale suggerisce che forse sarà ancora una volta il tragico a prevalere sul comico. Ecco il finale mi ha lasciato un po' a bocca asciutta, mi piacciono i finali aperti, ma al momento sono rimasto un po' perplesso. Meglio così comunque rispetto ad un banale happy ending che le scene finali lasciavano presagire. 


Mi interessa la frase evidenziata. In che senso? Pensavi di ridere tanto?
Pongo la questione perché sono rimasto molto sorpreso (ed altrettanto irritato) dalla gente che durante la visione in sala si sbellicava dalle risa in qualsiasi scena dove "succedeva qualcosa", o addirittura, grasse risate partivano in momenti a mio avviso assolutamente tragici! 
Allora delle due l'una: o il pubblico presente era per la grande maggioranza ebete (mi pare un po' strano considerato che il cinema in questione è una nota sala d'essai milanese), oppure chi si è occupato del lancio del film lo ha fatto puntando tutto sulla verve "comica" dei Coen? Fatto salvo che per qualche dialogo strepitoso (ad esempio, il padre dello studente coreano che va a trovarlo a casa per mettere a posto "l'equivoco" della busta...), io c'ho trovato pochissima ironia, ma tanto sarcasmo "nero" e una buona dose di cinismo.


No, non pensavo di ridere molto e così è stato, per quello ho fatto riferimento al sentimento del contrario. E anzi mi trovo d'accordo con quanto affermi nella conclusione del tuo intervento. La frase che hai sottolineato del mio post è dovuta:
1. al trailer che ho visto in cui ripetono spesso la scena del prof sbattuto da Sy sulla lavagna e mostravano per intero, se non ricordo male, la scena della richiesta di udienza al terzo rabbino che risulta oggettivamente divertente vista decontestualizzata. Insomma il trailer sembrava puntare sull'aspetto "comico" del film;
2. alla gente che, come riporti tu, ci dava dentro con le risate;
3. nel cinema in cui vado sono soliti preparare un A4 in cui oltre al cast e al riassunto del film allegano due o tre brevi recensioni (generalmente da quotidiani), una di queste affermava: "Satira di usi e costumi ebraici, della particolare ansietà cupa, della religione e solidarietà coatte, del pessimismo oppressivo: eppure, per la finezza e la bravura degli autori, si ride molto" (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23/10/2009).

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#9 Homer

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Inviato 09 dicembre 2009 - 22:17

Uno dei migliori Coen degli ultimi anni, forse -a caldo- superiore a No Country for old men.
Una sceneggiatura scritta bene, con ogni tassello al posto giusto ed ogni situazione funzionale allo sviluppo della storia. E devo dire che sono rimasto stupito da una storia dall'impianto decisamente diverso per quanto ci avevao abituato Joel ed Ethan, perchè qui il protagonista è travolto dagli eventi e dai dubbi, senza che sia lui per primo ad andare a cercarli ("Quel tappeto dava davvero un tono all'ambiente", Drugo docet), con un senso di impotenza molto forte, che non pare riuscire a risolversi nemmeno nel finale. Un protagonista che pensi esploderà ad un certo punto, ma non lo fa, forse non riesce, non ne ha la forza. Tra l'altro, poi, straordinaria la prova del protagonista, che non conoscevo (come penso i più) ma che impersona uno dei personaggi meglio tratteggiati dai talentuosi fratelli americani. 
Ed infine, più che ironia (anche nella sala dove c'ero io spesso partivano grasse risate), tanto sarcasmo nero, che lascia l'amaro in bocca.
Una regia quasi morbida, poco tecnica, poco costruita per un risultato finale inaspettatamente alto.

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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#10 William Blake

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Inviato 09 dicembre 2009 - 22:32

Sì ok, il punto non era se il pubblico può essere definito male o bene se ride invece di riflettere (ovvio che il mio tono era ironico...direi, un ironico Coen  asd ), ma intendevo chiedere a fabio82 ma a chiunque altro se aveva delle aspettative di visione "comica" o se avesse percepito dal trailer/materiale promozionale un film con caratteristiche particolarmente spiritose. Semplice curiosità.


mah, a me il trailer aveva persino inquietato. e il film non è da meno.
comunque delle risate me le sono fatte anche io, ma proprio perchè adoro l'umorismo e il sarcasmo dei Coen. non ci trovo nessuna contraddizione ::)
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#11 Homer

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Inviato 09 dicembre 2009 - 22:46

Ma in effetti quella stessa sbattuta a ripetizione contro la lavagna ed il rumore martellante per tutta la durata del trailer mi erano sembrati parecchio inquietanti.
Ad ogni modo si sorride è vero, ma c'è molto amaro dietro a tutto.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#12 Kraftwave

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Inviato 09 dicembre 2009 - 23:26

@fabio82: insomma, la pensiamo allo stesso modo.  ;)


Sì ok, il punto non era se il pubblico può essere definito male o bene se ride invece di riflettere (ovvio che il mio tono era ironico...direi, un ironico Coen  asd ), ma intendevo chiedere a fabio82 ma a chiunque altro se aveva delle aspettative di visione "comica" o se avesse percepito dal trailer/materiale promozionale un film con caratteristiche particolarmente spiritose. Semplice curiosità.


mah, a me il trailer aveva persino inquietato. e il film non è da meno.
comunque delle risate me le sono fatte anche io, ma proprio perchè adoro l'umorismo e il sarcasmo dei Coen. non ci trovo nessuna contraddizione ::)


Il trailer ( http://www.mymovies....ousman/trailer/ ) l'ho visto solo ora, e mi conferma tutte le sensazioni che avevo: un film venduto al grande pubblico come commedia divertente, quasi un cinepanettone se vogliamo (lo speaker recita "davvero divertente" e "il loro film più ironico...dopo Fargo")!  ???
Probabilmente la tua inquietudine si riferisce alla versione da 1'30", altrimenti non si spiega.
Però scusami ma non ho detto che c'è una contraddizione, ma solo che "A serious man" non è una commedia spiritosa; che poi ci si possa divertire, a sprazzi, be' sono il primo a ridere quando c'è da ridere. Sul discorso di Jules, dove ognuno vive il film a modo proprio: benissimo, ci mancherebbe altro, ma chi guarda questa pellicola lasciandosi andare una scena sì ed una no a fragorose risate (in modo misterioso!) coglie solo parzialmente l'essenza vera di questo lavoro.
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#13 William Blake

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Inviato 09 dicembre 2009 - 23:38


Probabilmente la tua inquietudine si riferisce alla versione da 1'30", altrimenti non si spiega.


sì. infatti quello da 30 secondi fa cagare di brutto asd
comunque, guarda il lato positivo: se ridevano significa che il film almeno lo seguivano. da me metà del pubblico (già di per sè poco numeroso...però c'ho trovato Giuseppe Pambieri in mezzo ???) il film non l'ha capito e quelli dietro a me sono usciti con un bel punto interrogativo sulla faccia asd
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#14 vegeta851

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Inviato 10 dicembre 2009 - 00:29

Il "solito" bel film dei fratelli Coen, che prosegue il discorso nichilista inaugurato con "No Country For Old Men" e proseguito nel sottovalutatissimo "Burn After Reading". Dio e la religione, il (non) senso della vita, la (non) morale degli uomini, affrontate questa volta in una prospettiva più personale, "interna" alla religione ebraica. Non discuto il rigore stilistico, la bravura, l'ironia del duo, ma intravedo i primi sintomi della "sindrome Woody Allen": ovvero ce li vedo, tra una ventina d'anni, a girare ancora lo stesso film...
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#15 Seattle Sound

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Inviato 10 dicembre 2009 - 01:45

Sì ok, il punto non era se il pubblico può essere definito male o bene se ride invece di riflettere (ovvio che il mio tono era ironico...direi, un ironico Coen  asd ), ma intendevo chiedere a fabio82 ma a chiunque altro se aveva delle aspettative di visione "comica" o se avesse percepito dal trailer/materiale promozionale un film con caratteristiche particolarmente spiritose. Semplice curiosità.


Io ho trovato piu' sarcasmo amaro e pessimismo che ironia,sono molto poche le risate pure(il tormentone del bagno sempre occupato,il padre asiatico e poco altro). Comunque dal trailer che avevo visto io traspariva piu' ansia che divertimento poi anche con le recenzioni che avevo letto era preparato a questo tipo di film. 
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#16 Homer

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Inviato 10 dicembre 2009 - 10:46

Il "solito" bel film dei fratelli Coen, che prosegue il discorso nichilista inaugurato con "No Country For Old Men" e proseguito nel sottovalutatissimo "Burn After Reading". Dio e la religione, il (non) senso della vita, la (non) morale degli uomini, affrontate questa volta in una prospettiva più personale, "interna" alla religione ebraica. Non discuto il rigore stilistico, la bravura, l'ironia del duo, ma intravedo i primi sintomi della "sindrome Woody Allen": ovvero ce li vedo, tra una ventina d'anni, a girare ancora lo stesso film...


Ma non sono così convinto del fatto che si tratti del solito film dei Coen.
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#17 Kraftwave

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Inviato 10 dicembre 2009 - 12:23


Il "solito" bel film dei fratelli Coen, che prosegue il discorso nichilista inaugurato con "No Country For Old Men" e proseguito nel sottovalutatissimo "Burn After Reading". Dio e la religione, il (non) senso della vita, la (non) morale degli uomini, affrontate questa volta in una prospettiva più personale, "interna" alla religione ebraica. Non discuto il rigore stilistico, la bravura, l'ironia del duo, ma intravedo i primi sintomi della "sindrome Woody Allen": ovvero ce li vedo, tra una ventina d'anni, a girare ancora lo stesso film...


Ma non sono così convinto del fatto che si tratti del solito film dei Coen.


Probabilmente la metafora universale è in qualche modo parente nei protagonisti di "Non è un paese per vecchi", "Burn after reading" e "A serious man"; la messa in scena di queste parabole coeniane, però, è secondo me profondamente diversa nei tre film. Tant'è che anche il gusto e il ricordo sono sensibilmente differenti, stile narrativo e finali compresi.
I Coen cominciano a perdere colpi? Be', per loro parlano i fatti: in meno di due anni hanno realizzato un mezzo capolavoro e due buonissimi film (molto meglio quest'ultimo di "Burn after reading", a dire il vero) a suggello di una creatività ancora fervida.
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#18 vegeta851

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Inviato 10 dicembre 2009 - 12:26


I Coen cominciano a perdere colpi? Be', per loro parlano i fatti: in meno di due anni hanno realizzato un mezzo capolavoro e due buonissimi film (molto meglio quest'ultimo di "Burn after reading", a dire il vero) a suggello di una creatività ancora fervida.


non metto in dubbio la loro creatività e il rigore ai temi affrontati nel corso di tutta la loro filmografia. Dico però che tutto ciò inizia ad interessarmi molto meno. Il prossimo progetto, forse un western, sulla carta mi esalta molto di più
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#19 Homer

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Inviato 10 dicembre 2009 - 20:58

Beh, uscendo un pò dal discorso, si potrebbe dire la stessa cosa di Mann...
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#20 William Blake

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Inviato 10 dicembre 2009 - 21:05

Beh, uscendo un pò dal discorso, si potrebbe dire la stessa cosa di Mann...


beh, uscendo un po' dal discorso, si potrebbero citare tutti gli Autori. infatti non capisco il discorso asd
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#21 Homer

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Inviato 10 dicembre 2009 - 21:12

intravedo i primi sintomi della "sindrome Woody Allen": ovvero ce li vedo, tra una ventina d'anni, a girare ancora lo stesso film...


Scusate se lo dico, ma mi sembra che Mann ami girare storie molto simili tra di loro, certo è un grande sperimentatore, ma l'impianto di base comincia a tornarmi un pò ripetitivo...ma nessuno gli toglie qualcosa, sia chiaro.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#22 popten

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Inviato 10 dicembre 2009 - 23:19

son sicuro di non aver colto tutti i messaggi e le sfumature.
bel film,con dei momenti davvero importanti!
detto questo, forse non è propriamente il 'mio' cinema, difatti non mi ha in vero toccato particolarmente.
certo già il fatto che lascia parecchio su cui riflettere lo giudico bene.eppure mi son anche chiesto se il film invece non sta tutto lì,nelle piacevoli ore trascorse in sala,che comunque non sarebbe affatto poco.
il finale mi è piaciuto molto, per vari motivi, soprattutto la C


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#23 vegeta851

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Inviato 11 dicembre 2009 - 00:34

Beh, uscendo un pò dal discorso, si potrebbe dire la stessa cosa di Mann...


a me pare che Mann cerchi di rielaborare il suo cinema di film in film. Ma non vedo cosa centri con il film dei Coen
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#24 Jules

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Inviato 11 dicembre 2009 - 00:40

Penso lui dicesse che entrambi agiscono su una serie di certezze su cui riflettono a ogni film. Mann ha il doppio, la pesantezza del destino umano, il digitale. I Coen hanno il sarcasmo su costume e società, le scelte surreali nei criteri con cui scrivono i protagonisti e ovviamente i fatidici virtuosismi di macchina (che però ora hanno un po' perso).

Solo che mentre Mann usa lo stesso scheletro per metterci addosso qualcosa di sempre nuovo, i Coen mi sembra non usino solo il solito scheletro, ma anche qualcosa di più. Qualche volta, se rivedo in sequenza i loro ultimi film (eccetto "Non è un paese per vecchi"), mi sembra di confondere le parole dei personaggi.

E comunque il paragone con il regista di "Nemico pubblico" non regge, semplicemente perché costui è il più grande cineasta vivente

:-[
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#25 {`tmtd`}

    Enciclopedista

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Inviato 11 dicembre 2009 - 07:51

ho visto il film ieri e ne sono ampiamente entusiasta; dopo un capolavoro e un film discreto, un altro pieno centro.

Spoiler

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#26 bowman

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Inviato 11 dicembre 2009 - 07:55

Volendo, si può trasformare la "piatta" vita di un professore di fisica in un film classico con una narrazione di ampio respiro dai toni drammatici o da commedia, ma i fratelli Coen non hanno voluto. Con un impianto vicino ai telefilm, una narrazione e delle tematiche dal sapore bunueliano e un personaggio che ricorda la maschera del Lemmon wilderiano, i fratelli Coen costruiscono un film che ci rivela in modo sopraffine e superlativo l'angoscia e l'assurdità del quotidiano.
A mio avviso, se dopo i primi dieci minuti di visione il grande pubblico non si rassegna al fatto che sta vedendo un film fuori dai canoni tradizionali e gli appassionati dei coen non si capacitano di star vedendo un film puramente coeniano ma privo di qualsiasi tentativo di narrazione amalgamante, si rimane delusi. Chi invece esce dagli schemi non può che lasciarsi incantare da questa preziosa pellicola che il tempo e il numero di visioni collocheranno nei primi posti della cinematografia coeniana e in generale del cinema d'autore contemporaneo.
Alcune scene ed alcuni dialoghi, a mio avviso, sono già storia del cinema.
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#27 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 11 dicembre 2009 - 09:19

E comunque il paragone con il regista di "Nemico pubblico" non regge,


Infatti: due stili molto diversi secondo me.

semplicemente perché costui (Mann) è il più grande cineasta vivente.


Ma anche no!

:-[


:-[
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#28 popten

    Classic Rocker

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Inviato 11 dicembre 2009 - 13:56

ho dimenticato di dire che il film l'ho visto in un multisala, non molti presenti ma ovviamente costante commento in sottofondo. una cosa che mi capita sempre più spesso,anche in cinema storici o addirittura rassegne. c'è questa esigenza di commentare,parlare sempre, magari sarà la apura della solitudine boh!

e poi,questo veramente clamoroso, finisce il film, 2 secondi di titoli di coda, taglio alla proiezione, luci accese. in questo multisala, l'happy cinema ad afragola, è la prima volta che mi capita. tra l'altro han fatto molta più pubblicità pre-film del solito, forse per questo c'era esigenza del taglio per liberare prima la sala.

nel periodo natalizio ho capito che proprio non è cosa andare a cinema.sia nei multisala ma come dicevo anche in generale al cinema, almeno a napoli.

TUTTI A CASA!


  • 0

#29 FabioBlu

    ordem e prosecco

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Inviato 11 dicembre 2009 - 14:00

ho dimenticato di dire che il film l'ho visto in un multisala, non molti presenti ma ovviamente costante commento in sottofondo. una cosa che mi capita sempre più spesso,anche in cinema storici o addirittura rassegne. c'è questa esigenza di commentare,parlare sempre, magari sarà la apura della solitudine boh!

e poi,questo veramente clamoroso, finisce il film, 2 secondi di titoli di coda, taglio alla proiezione, luci accese. in questo multisala, l'happy cinema ad afragola, è la prima volta che mi capita. tra l'altro han fatto molta più pubblicità pre-film del solito, forse per questo c'era esigenza del taglio per liberare prima la sala.

nel periodo natalizio ho capito che proprio non è cosa andare a cinema.sia nei multisala ma come dicevo anche in generale al cinema, almeno a napoli.

TUTTI A CASA!



oggi han detto al tg (di La7, se non ricordo male) che Avatar (sulla carta il film che dovrebbe cambiare l'idea di cinema) in Italia sarà distribuito in ritardo rispetto agli altri paesi. il motivo? non danneggiare i nostri amatissimi cinepanettoni (de sica, pieraccioni e compagnia brutta)!

:-X


  • 0

#30 William Blake

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Inviato 11 dicembre 2009 - 14:02

il motivo? non danneggiare i nostri amatissimi cinepanettoni (de sica, pieraccioni e compagnia brutta)!

:-X



vabè è stato posticipato anche per dare più possibilità ai cinema di attrezzarsi con sale 3D (di cui noi scarseggiavamo). e poi a essere danneggiato sarebbe stato il film di Cameron, mica i cinepanettoni asd
  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#31 FabioBlu

    ordem e prosecco

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Inviato 11 dicembre 2009 - 14:06


il motivo? non danneggiare i nostri amatissimi cinepanettoni (de sica, pieraccioni e compagnia brutta)!

:-X



vabè è stato posticipato anche per dare più possibilità ai cinema di attrezzarsi con sale 3D (di cui noi scarseggiavamo). e poi a essere danneggiato sarebbe stato il film di Cameron, mica i cinepanettoni asd


quella delle sale 3d non la sapevo, io ho riportato quello che han detto nel servizio. su chi danneggia chi, mi sa che hai ragione...  :D  ::)  :(
  • 0

#32 Homer

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Inviato 11 dicembre 2009 - 18:26

Penso lui dicesse che entrambi agiscono su una serie di certezze su cui riflettono a ogni film. Mann ha il doppio, la pesantezza del destino umano, il digitale. I Coen hanno il sarcasmo su costume e società, le scelte surreali nei criteri con cui scrivono i protagonisti e ovviamente i fatidici virtuosismi di macchina (che però ora hanno un po' perso).

Solo che mentre Mann usa lo stesso scheletro per metterci addosso qualcosa di sempre nuovo, i Coen mi sembra non usino solo il solito scheletro, ma anche qualcosa di più. Qualche volta, se rivedo in sequenza i loro ultimi film (eccetto "Non è un paese per vecchi"), mi sembra di confondere le parole dei personaggi.

E comunque il paragone con il regista di "Nemico pubblico" non regge, semplicemente perché costui è il più grande cineasta vivente

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Hai capito perfettamente cosa intendevo dire, perchè non mi direte che il duello tra gangster e poliziotto non è simile a quello di The Heat. A Mann dò atto di essere uno sperimentatore edun grande Maestro, ma tuttavia se la critica di ripetitività nella trama si può additare come difetto ai Coen oppure ad Allen, non vedo perchè non  possa essere applicato ad un regista, seppur grande (qualcuno dimentica Sir Alfred, che di certo non ha variato molto sul genere nella sua lunga carriera)...
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#33 sicknote

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Inviato 12 dicembre 2009 - 21:15

visto oggi, in sala eravamo in cinque, mi ha ricordato Fargo, nessuno rideva, ogni tanto scappava un sorriso isterico per le sventure del disgraziato protagonista.
"Il [solito] bel film dei fratelli Coen"? Sia ringraziato il cielo.

  • 0

#34 Abe

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Inviato 13 dicembre 2009 - 12:20

visto ieri sera, una splendida dark-comedy, trailer appositamente realizzato per invogliare chi non conosce il loro stile ad andare a vedere un film ''da ridere'', concetto totalmente errato, film drammatico e carico di tensione in quasi ogni parte.
Nel complesso riesco a dire che il film mi è piaciuto, niente di eccelso, non si grida al capolavoro ma è sicuramente molto più che sufficiente.
L'unica ''pecca'' è forse quella deriva stile woody-ebrei-sfigati e grotteschi che non era nulla di nuovo, la fredda periferia ecc ecc erano tutte cose già viste, ma è stato piacevole. 7.
  • 0

#35 Abe

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Inviato 13 dicembre 2009 - 14:12

an, aggiungo il commento sui loschi figuri, al solito maleducati e senza rispetto che in sala parlano e si permettono di lamentarsi ad alta voce su quanto il film sia ''noioso'' ''lento'' ecc ecc ''stupido''.
Ho sentito di quei commenti allucinanti, cioè ma lo sanno quello che vanno a vedere oppure no? bhoo.

Il top, la coppia di fianco a me che è uscita già sul prologo e quelli davanti all'altezza del terzo rabbino  asd
  • 0

#36 Homer

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Inviato 13 dicembre 2009 - 14:44

Che stiano tranquilli: stanno arrivando i cine-panettoni...
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#37 Abe

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Inviato 13 dicembre 2009 - 15:16

Che stiano tranquilli: stanno arrivando i cine-panettoni...


esatto  asd

purtroppo mi è capitato di vedere il trailer di natale a beverly hills credo prima del film, mio dio, livellis mepre più infimi.
  • 0

#38 demon

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Inviato 13 dicembre 2009 - 15:21

non sapevo che i coen avessero un nuovo film nelle sale! a saperlo evitavo quella cagata di dorian gray e guardavo questo :'(
  • 0

#39 Seattle Sound

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Inviato 13 dicembre 2009 - 15:29

an, aggiungo il commento sui loschi figuri, al solito maleducati e senza rispetto che in sala parlano e si permettono di lamentarsi ad alta voce su quanto il film sia ''noioso'' ''lento'' ecc ecc ''stupido''.
Ho sentito di quei commenti allucinanti, cioè ma lo sanno quello che vanno a vedere oppure no? bhoo.

Il top, la coppia di fianco a me che è uscita già sul prologo e quelli davanti all'altezza del terzo rabbino  asd


Per fortuna mi e' successo una volta sola con "Babel",fastidio,grande fastidio.

Per gente cosi' ci vorrebbe un bel cartello davanti al cinema:"Io non posso entrare". asd
  • 0

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#40 sicknote

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Inviato 13 dicembre 2009 - 19:01

Per fortuna mi e' successo una volta sola con "Babel",fastidio,grande fastidio.

Per gente cosi' ci vorrebbe un bel cartello davanti al cinema:"Io non posso entrare". asd


molte persone vanno a vedere film in base al trailer, per agli attori in cartellone,non hanno la piu' pallida idea di cosa stanno andando a vedere con la conclusione di rovinare la visione a se stessi ed al prossimo.
OT Ricordo la volta di "The Signs", molti sbuffavano perche' si aspettavano di veder sbucare da un momento all'altro Danny Glover a dare man forte a Gibson...
  • 0

#41 popten

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Inviato 13 dicembre 2009 - 22:58

personalmente, avverto quasi sempre i commenti al film come una sorta di ronzio da radiolina. in sostanza non mi infastidiscono che nelle fasi iniziali, nel constatare appunto la stupidità maleducazione, poi non ci faccio caso.
è una cosa che mi porto dietro da quando studiavo tranquillamente in ambienti frequentati da altre persone che chiacchieravano.
in alcuni casi però infastidiscono anche me e se posso cambio posto.

devo dire che certi film visti in multisala li ricordo,col tempo, principalmente per alcuni commenti geniali degli spettatori, anche bei film, come a history of violence di cronenberg, superato però da geniali esternazioni, va dato atto ai cuozzi di ciò!
  • 0

#42 dirac

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Inviato 14 dicembre 2009 - 15:02

L'unica ''pecca'' è forse quella deriva stile woody-ebrei-sfigati e grotteschi che non era nulla di nuovo


ah, ma da Mordecai Richler a Roth, tutti così si dipingono: un motivo ci sarà!
::)


la fredda periferia ecc ecc erano tutte cose già viste


sì, i quartieri americani "squallide villette nel nulla tutte uguali con giardino e auto familiare parcheggiata davanti" hanno ampiamente rotto il cazzo. visto poi che i film li fanno quelli che c'hanno la villazza a Beverly hills, o l'atticazzo a Central park, mi risulta un po' classista.


_________

nel complesso un po' barboso :|
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#43 Homer

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Inviato 20 dicembre 2009 - 11:27

Ma non credo qualcuno dica che è rivoluzionario come film, che affronti temi e situazioni nuovi. Secondo me però l'insieme è riuscito e soprattutto i Coen fanno qualcosa di leggermente diverso rispetto al loro solito, sembrano quasi solo concentrarsi sul destno di un personaggio che pare segnato, travolto dagli eventi senza che lui voglia davvero farne parte, un uomo passivo che vorrebbe rimanere tale.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#44 satyajit

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Inviato 22 dicembre 2009 - 11:12

Per chi come me odia il modo di raccontare, i personaggi, i dialoghi dei Coen, seguire il film è stato al solito irritante. Però 'sta volta l'esito mi è parso geniale.  ??? :D :-X
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#45 Guest_ale_*

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Inviato 04 gennaio 2010 - 00:51

Ostico perché complesso e profondo come un trattato di filosofia, trasparente perché utilizza il linguaggio pacato e universale dei classici.
Un film che può respingere anche per il suo fondarsi totalmente nell'universo ebraico (ai più sconosciuto) senza compromessi e intermediari.
Soprattutto nella prima parte tocca vertici di genialità: la comicità d'osservazione (più che di azione) dei Coen (qualunque film essi facciano) è diventata lo specchio della contemporaneità. Certo, si ride a denti stretti.
Il parallelismo tra la figura del protagonista e quella di Giobbe, il giusto che soffre, è lampante, ma i fratelli sembrano non volersi fermare qua: il film è tutto un gioco di rimandi, allusioni, dialoghi e sequenze lasciati a vagare senza un'apparente logica (l'inizio, l'aneddoto del dentista raccontato dal rabbino, gli inserti onirici) come a voler frammentare la narrazione oltre i limiti stabiliti dal loro stesso cinema, sino ad arrivare allo sberleffo finale (che metterà di malo umore la maggior parte degli spettatori).
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#46 sud afternoon

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Inviato 04 gennaio 2010 - 13:08

Mi è piaciuto molto. Mi ha toccato.
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#47 ucca

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Inviato 04 gennaio 2010 - 13:30



Secondo me è un film intelligente e sentito, purtroppo non molto viscerale..cioè manca qualcosa nella resa. Sembra piu' una tesi che un film.

SPOILER

In sostanza il cerchio si apre su una riflessione sul male. C'è un analisi amara su come il denaro, ma piu' che altro la complessità della vita moderna ha svuotato il modo "ebraico" di vivere la fede. Sono diventati riti fasulli, che perdono quindi la loro forza rispetto al male, che è rimasto tale e quale.
Il finale è rivelatore, arriva l'uragano, arriva il tumore, arriva la parcella dell'avvocato, e i protagonisti persi nei loro mezzucci rimangono li come fessi. La scena finale quindi fa da contraltare a quella iniziale quando la massaia affronta e scaccia il male con molta piu' semplicità.
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#48 sud afternoon

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Inviato 04 gennaio 2010 - 19:54

SPOILER

Uh ucca, io non l'ho letto così! Il film mi suona piuttosto come una denuncia dell'ebraismo tout court, passato e presente (non è questo il tema centrale del film, ma relativamente alla religione ebraica il senso mi è sembrato questo). Infatti l'episodio iniziale io l'ho interpretato molto diversamente da te. La massaia non scaccia nessun male. Ammazza una povero cristo vivo e vegeto solo perché indotta da dicerie e superstizioni.
Poi non saprei, a ripensarci anche la tua lettura ha un suo senso.
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#49 ucca

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Inviato 04 gennaio 2010 - 20:41



Ammazza una povero cristo vivo e vegeto solo perché indotta da dicerie e superstizioni.
Poi non saprei, a ripensarci anche la tua lettura ha un suo senso.


uno che muore si alza dal tavolo e se ne va tranquillamente con un coltello infilato nel petto?

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#50 sud afternoon

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Inviato 04 gennaio 2010 - 20:46

Non lo so, a me non è mai successo.  O_O
Sei sicuro che uno con una lama infilata nel petto non riesca ad alzarsi e farsi un cento metri prima di stramazzare al suolo?  ::)
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