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Il gesto artistico dell'ascoltatore (aka Rateyourmusic vs Myspace)


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17 replies to this topic

#1 slothrop

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Inviato 17 giugno 2006 - 14:40

L'iperprolificità discografica che caratterizza una parte crescente delle produzioni musicali indipendenti di oggi è un argomento già trattato da queste parti. Solo due cose da ribadire: non si tratta di cosa del tutto nuova (vedi certo industrial, in particolare legato all'etichetta world serpent, e così pure tanta elettroacustica degli anni '90), anche se più diffusa che in passato, e i motivi sono i soliti: abbassamento dei costi di produzione, acculturazione diffusa (grazie a internet), ricerca programmatica di stranezze e pubblicità sul web.


C'è però, secondo me, una frattura interessante tra quelle che sono le possibilità (dei musicisti) e quelle che sembrano essere le esigenze (degli ascoltatori).
Da una parte esiste oggi una fascia molto bulimica di ascoltatori smaniosa di dare un senso, una propria visione globale della storia del rock (parla chiaro, in tal senso, ad esempio il successo di Rate your music) e per questo, facendo i conti col tempo comunque limitato che si ha a disposizione, molti di loro cercano subito di andare al succo di un gruppo, di reperire l'album migliore, IL CAPOLAVORO, il disco chiacchierato e imprescindibile per inserirlo nella propria mappatura critica della storia del rock.
A ben guardare gruppi come wolf eyes, skaters, nnck e compagnia (e così pure certi loro oscuri precursori) sembrano quasi mettere i bastoni tra le ruote a questa esigenza producendo caterve di materiali alle quali, l'ascoltatore interessato, deve necessariamente dedicarsi con una dedizione d'altri tempi, se vuole entrarci davvero dentro e inquadrare un'evoluzione musicale.

Ne abbiamo già parlato: oggi esistono più facilmente "suoni" e "band" più che capolavori (e date queste premesse un disco come Classic Erasmus Fusion dei Volcano the Bear, ottimamente recensito su OR dal sempre valido Ciarletta, è un'anomala pietra miliare dei nostri tempi, per come ribalta, nel notevolissimo risultato, le premesse da cui nasce, che non vedrebbero "capolavori" all'orizzonte. Poi i VTB sono un gruppo particolarissimo che merita trattazione separata e non riconducibile al free-folk odierno).

Tempo fa, per scherzare ma fino a un certo punto, dicevo che il "gesto artistico" oggi lo fa l'ascoltatore, che, barcamenandosi tra questi gruppi iperprolifici, "sceglie" un suono in cui si ritrova e i gruppi di cui sopra, rendendo difficile la vita al "cercatore di capolavori" (figura legata ad una concezione tradizionalista della critica), appagano invece esigenze altrettanto pressanti di un altro tipo di ascoltatori, quelli che hanno cercato e trovato un loro suono, che possono ascoltare anche all'infinito e senza troppa ispirazione. Ascoltatori più affini al modello myspace.


Sicuramente parlo di un fenomeno ancora circoscritto e non così compiuto (io ad esempio non ascolto proprio tutti i dischi degli Skaters, che parrebbero identici, con lo stesso gusto, ho comunque fatto scale qualitative) ma la tendenza dell'ascoltatore chiuso nel suo guscio ad ascoltare cose che sa già che gli piaceranno sembra essere un possibile (e in parte preoccupante) scenario futuro.
Che ne pensate?
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#2 Guest_lassigue_bendthaus_*

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Inviato 17 giugno 2006 - 16:00

ti propongo un terzo modello, bello e impossibile, contro la naturale tendenza: l'ascolto casuale

non chiudersi nel guscio di un unico "suono" e neanche limitarsi al capolavoro di un gruppo

volare in edicola, comprare una rivista specializzata in musica gotica e poi scaricare uno dei dischi suggeriti; ultima cosa sentita i Joy Division, una rinfrescata

andare su un forum tipo elektroworld e cercare di  individuare qualche artista interessante

fidarsi di un primitivista online e provare gli skaters

non avere nessun tipo di sicurezza

ecc.ecc.

è praticabile??
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#3 slothrop

    Enciclopedista

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Inviato 17 giugno 2006 - 16:12

E' tutto praticabile Lassigue, ci mancherebbe. Se escludiamo la parte in cui parli dei forum informatici il "modello casuale" era il più diffuso fino a una decina di anni fa e io pure son venuto su con quello. Tu non eri sul forum ma tempo fa aprii, proprio su questo tema, un thread in cui discutere sui pregi e difetti di un approccio molto acculturato e "scientifico" figlio della bulimia di informazioni (gratuite) messe a disposizione dalla rete, oppure se fosse più gratificante il barcamenarsi semi-casuale tra le fonti (a pagamento) che caratterizzò anche i miei primi approcci alla musica. Personalmente credo ancora che questo secondo sistema sia più divertente e foriero di sorprese e, a meno di non farlo diventare una regola universale, anche più "sano", forse.

Non credo però che rappresenti bene lo zeitgeist, pur nella consapevolezza che la tendenza che ho descritto sopra investe ancora solo una parte minoritaria degli ascoltatori, ma nondimeno mi pare un movimento in atto.
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#4 gigirictus

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Inviato 17 giugno 2006 - 16:16

Secondo me la grande maggioranza degli utenti di Rateyourmusic appartiene al modello myspace, così come gran parte della critica (magari inconsapevolmente).

Io mi sento più un myspace (anche se tale luogo mi spaventa e inorridisce, non ci andrò mai), a patto che tu sostituisca "quelli che hanno cercato e trovato un loro suono" con "quelli che hanno cercato e trovato i loro suoni e continuano a cercarne". Mi piace avere tanti gusci, citando l'ultima frase.

Il famigerato cercatore di capolavori non può fare altro che trovarli all'interno dei suoni che predilige e non può fare altrimenti dato che, non potendo ascoltare tutto, deve per forza scegliere cosa ascoltare in base al giudizio di persone che in gran parte fanno parte del modello myspace.

[probabilmente OT] Anche il mondo dell'informazione musicale mi pare parecchio cambiato negli ultimi anni (ovviamente non lo dico per esperienza diretta, dato che dieci anni fa non la seguivo): magari è una causa ancora più importante dell'abbassamento dei costi di produzione.
[/OT]


D'altra parte credo che sia tecnicamente impossibile avere una visione globale della storia del rock, già è difficile stabilire cosa sia rock e cosa no (lo chiederemo a Celentano), quando sia iniziato e quando è finito (sempre che sia mai... cominciato).
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rym |


#5 slothrop

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Inviato 17 giugno 2006 - 16:30

Io mi sento più un myspace (anche se tale luogo mi spaventa e inorridisce, non ci andrò mai), a patto che tu sostituisca "quelli che hanno cercato e trovato un loro suono" con "quelli che hanno cercato e trovato i loro suoni e continuano a cercarne". Mi piace avere tanti gusci, citando l'ultima frase.


Si, si, ma ritengo la mutazione in corso e anche assolutamente reversibile perchè la chiusura totale è in effetti una prospettiva un pò apocalittica.


Il famigerato cercatore di capolavori non può fare altro che trovarli all'interno dei suoni che predilige


Beh, se io volessi fare una classifica scaruffiana con pretese oggettive dovrei inserire i Kraftwerk molto avanti, perchè li ritengo influentissimi, ma di mio non li ascolto mai e di solito preferisco tre quarti d'ora di lamenti disarticolati di un qualsiasi Jandek. Il cuore mi porta a chiudermi verso Jandek, insomma.
Quando parlo di modello myspace intendo il fatto che si tratta di spazi privati e molto autoreferenziali in cui le aperture, si, ci sono, ma solo verso amici e gente che, presumibilmente, ha gusti (e suoni) del tutto affini (il che non è sempre vero ma la tendenza, almeno nelle premesse, direi che è questa, comunque di rimanere all'interno di una scena). Lo preciso solo per spiegare il mio ricorso a myspace e non per aprirci una discussione (ad esempio il bell'articolo di Mattioli su BU sostiene che partendo da un gruppo si possa arrivare ovunque, quindi dice una cosa diversa dalla "scena" di cui parlo io ma, secondo me la premessa di myspace è quella legata alle scene).
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#6 starmelt

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Inviato 18 giugno 2006 - 10:35

Premessa, ignoro quasi completamente MySpace e su Rateyourmusic mi sono iscritto qualche giorno fa in un momento di scazzo fortissimo.
E tra i due approcci non saprei proprio in quale identificarmi.

Sì, concordo, comincia a delinearsi una distinzione piuttosto netta tra i due approcci ed è sempre più difficile per il modello Rateyourmusic farsi un'idea enciclopedica della musica, soprattutto per la mancanza di uno o massimo due album da avere, la proposta di un gruppo viene diluita in una marea di uscite tra le quali è quasi impossibile scegliere qualitativamente, fatte spesso poi da cassette o cd-r in quantità minuscole.
Poi che io non abbia mai creduto all'enciclopedizzazione completa del rock è un altro discorso.

Per questi presupposti mi sembra anche tutta da verificare la durata nel tempo, insomma tra dieci anni suppongo che ci si ricorderà di questa roba, ma cosa si consiglierà? Alla fin fine soulseek è un database per questa roba qui.
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#7 gigirictus

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Inviato 18 giugno 2006 - 11:03

Beh, come ho già detto in passato, c'è da discutere su quell'influentissimi: bisogna vedere su chi, perché se si parla di gruppi che non ti piacciono allora non è un "salto di classifica" credibile, perché condizionato dall'esterno. Se invece si parla di gruppi a te graditi la cosa cambia, ma mi sembra strana. Per fare un esempio personale, guardando ai miei dischi recenti preferiti non posso non dare un ruolo fondamentale ai Godz. Nel caso non mi fossero piaciuti non avrei potuto parlarne male, ma il punto è che non avrebbero mai potuto non piacermi!



Quando parlo di modello myspace intendo il fatto che si tratta di spazi privati e molto autoreferenziali in cui le aperture, si, ci sono, ma solo verso amici e gente che, presumibilmente, ha gusti (e suoni) del tutto affini


Ma questo lo si fa abitualmente anche con la critica: non mi dire che non guardi il nome dell'autore di una recensione prima di leggerla o che metti tutti allo stesso livello e non hai dei "critici preferiti". Queste preferenze arriveranno pure da un confronto tra i giudizi, ma alla fine si arriva sempre all'affinità di gusti: è facile che io ascolti un disco consigliato da Keith Moliné, Brad Rose, Etero Genio o Gino Dal Soler, è molto difficile che mi fidi di un consiglio di Zingales o di Tom Ridge (beh il discorso non vale per gente tipo Olindo Fortino, che ha gusti simili ai miei ma scrive una marea di immondizia).

E comunque non necessariamente si arriva a chiudersi in una scena in modo drastico come sembra che tu dica (nonostante i critici che ho citato abbiano dei precisi ambiti di riferimento).
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rym |


#8 slothrop

    Enciclopedista

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Inviato 18 giugno 2006 - 13:20

é se si parla di gruppi che non ti piacciono allora non è un "salto di classifica" credibile, perché condizionato dall'esterno.

guardando ai miei dischi recenti preferiti non posso non dare un ruolo fondamentale ai Godz. Nel caso non mi fossero piaciuti non avrei potuto parlarne male, ma il punto è che non avrebbero mai potuto non piacermi!


Ok Gigi, però non credo tu possa negare che sulla rete esistono parecchi personaggi che cercano di dare inquadramenti presunti oggettivi alle proprie, alla fine personali, storie del rock inserendo in classifica anche roba che magari non ascoltano volentieri.
In una vecchissima discussione, qualcuno, credo cush, parlò di "ragazzini geneticamente modificati dal p2p" per riferirsi a quello che ho chiamato modetto rateyourmusic.
Il fatto che forse nell'ultimo biennio cominci a prevalere una tendenza più marcatamente (e dichiaratamente) soggettivistica nella compilazione di classifiche che sono sempre più personali (anche su rateyourmusic, non intendo certo negarlo) non è semmai una dimostrazione che la tendenza che sto descrivendo (dalle pretese di storicizzazioni inappuntabili al semplice diffondere i propri gusti) è in atto?


Poi le conclusioni sono volutamente provocatorie e non vorrei che il mio riferimento a rateyourmusic fosse stato letto un pò troppo strictu sensu da chi là si è iscritto (e magari afferisce ad una visione musicale e a un'esigenza divulgativa dei propri gusti molto più vicina a quello che definisco, sempre grossolanamente, "modello myspace").


non mi dire che non guardi il nome dell'autore di una recensione prima di leggerla o che metti tutti allo stesso livello e non hai dei "critici preferiti".


Talvolta già alla prima lettura antepongo il nome del critico a quello della band, per cui assolutamente si, ma è fin troppo ovvio.

Quello che qui si cerca di discutere è se:

1 - sia corretta l'impressione che dalle pretese di storicizzazioni a tutto tondo che sembravano caratterizzare l'interenettaro musicofilo medio qualche anno fa, si stia passando a visioni sempre più personalistiche e dichiaratamente private.

2 - se questa tendenza sia almeno in parte dovuta al proliferare di gruppi difficili da monitorare col sistema del "mi ascolto IL loro capolavoro e poi ti so dire".


Possibili off-topic

1 - i gruppi iperprolifici di oggi qualche anno fa li avremmo definiti "avant-rock", ovvero genere ibrido e contaminato per eccellenza, composto da relativamente pochi, di solito grandi, gruppi. Dico questo perchè buona parte degli iperprolifici del passato (ho citato l'industrial, potrei aggiungere forse anche punk e garage) appaiono comunque legati a sottoculture precise, con una solida base di cultori del genere da inondare con produzioni a gettito continuo.
Dunque, andiamo verso la definizione di una nuova sottocultura oppure c'è una vera novità in atto col proliferare di questi gruppi?
[ovviamente non si tratta di un vero aut-aut]

2 - E' da ridefinire in maniera sostanziale il concetto di "capolavoro"?



PS: interessante il discorso di Starmelt sulla riconsiderazione futura dei gruppi di cui parliamo, sarebbe interessante sviluppare lo spunto.
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#9 fanculo rambo

    Roadie

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Inviato 18 giugno 2006 - 13:35

il Capolavoro dei wolf eyes è slicer
il Capolavoro dei no neck è intonomancy


eheh dai scherzo =D
secondo me è sempre stato l'ascoltatore a compiere il gesto artistico, anche inconsciamente, magari oggi questa convinzione è più diffusa (forse non in Italia dove ancora sopravvive un atteggiamento un po' provinciale da questo punto di vista, c'è un thread qui accanto che ne è la dimostrazione palese), ma in generale anche il più dogmatico della Storia del Rock o il critico che nasconde la propria aridità con frasi tipo "cerco di essere il più obiettivo possibile" hanno sempre fatto (involontariamente) arte (scadente, ok)
comunque sono più o meno d'accordo con te
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#10 Guest_Polemos_*

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Inviato 18 giugno 2006 - 14:30

Ne abbiamo già parlato: oggi esistono più facilmente "suoni" e "band" più che capolavori.

Sono due modi di vedere la musica che coesistono da sempre. Puoi guardare la musica come un'espressione dell'idea o come un susseguirsi di stili, senza che le due cose si elidano a vicenda.

Tempo fa, per scherzare ma fino a un certo punto, dicevo che il "gesto artistico" oggi lo fa l'ascoltatore, che, barcamenandosi tra questi gruppi iperprolifici, "sceglie" un suono in cui si ritrova e i gruppi di cui sopra, rendendo difficile la vita al "cercatore di capolavori" (figura legata ad una concezione tradizionalista della critica)

La figura del tizio che ascolta la musica solo per cercare una nuova band da sponsorizzare è puro arrivismo, è solo un cercare modo di mettersi in mostra, e non ha niente a che fare con il creare una cultura critica. Se un vero critico elenca quelli che sono da lui ritenuti i veri capolavori lo fa rivolgendosi chiaramente a chi può capirlo e condividere la sua visione: per gli altri non starà scrivendo niente di sensato.
Ci si rivolge ai critici non perché cercano i capolavori, bensì perché li si ritiene persone sagge che sanno consigliarti la musica che ti potrebbe piacere. E a loro volta, coloro che hanno ricevuto i consigli possono diventare dei saggi a sé stanti, e si rivolgeranno a persone ancora diverse da quelle a cui si sono rivolti i loro "maestri".
Nessuno nasce già imparato, tutti hanno bisogno di qualcuno che gli "indichi la via" per dare a ciascuno di noi la direzione dove cercare nel mare di musica che viene eseguita; ed è per questo che esistono i critici. Solo frequentando i buoni maestri e superandoli si potrà poi riuscire a creare la propria critica musicale.
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#11 gigirictus

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Inviato 18 giugno 2006 - 17:24

Forse adesso inizio a capire cosa intendevi dire nel primo post.

Ok Gigi, però non credo tu possa negare che sulla rete esistono parecchi personaggi che cercano di dare inquadramenti presunti oggettivi alle proprie, alla fine personali, storie del rock inserendo in classifica anche roba che magari non ascoltano volentieri.

Il fatto che forse nell'ultimo biennio cominci a prevalere una tendenza più marcatamente (e dichiaratamente) soggettivistica nella compilazione di classifiche che sono sempre più personali (anche su rateyourmusic, non intendo certo negarlo) non è semmai una dimostrazione che la tendenza che sto descrivendo (dalle pretese di storicizzazioni inappuntabili al semplice diffondere i propri gusti) è in atto?


Poi le conclusioni sono volutamente provocatorie e non vorrei che il mio riferimento a rateyourmusic fosse stato letto un pò troppo strictu sensu da chi là si è iscritto (e magari afferisce ad una visione musicale e a un'esigenza divulgativa dei propri gusti molto più vicina a quello che definisco, sempre grossolanamente, "modello myspace").

[...]

1 - sia corretta l'impressione che dalle pretese di storicizzazioni a tutto tondo che sembravano caratterizzare l'interenettaro musicofilo medio qualche anno fa, si stia passando a visioni sempre più personalistiche e dichiaratamente private.

2 - se questa tendenza sia almeno in parte dovuta al proliferare di gruppi difficili da monitorare col sistema del "mi ascolto IL loro capolavoro e poi ti so dire".


1 (anche in relazione a quanto scritto sopra) - direi che tendenzialmente le visioni erano personalistiche anche prima (a parte qualche caso di gente che traeva conclusioni troppo presto e con una visione frammentaria e inevitabilmente condizionata - ma non si rimane scaruffiani a vita), ora c'è solo una maggiore consapevolezza di ciò, oltre al fatto che si può tranquillamente ammetterlo senza passare per ignoranti. Poi se al giorno d'oggi si tende a "rifiutare" il modello precedente, cercando di inondare i giudizi di "secondo me" e sostituendo il migliore con il mio preferito (di fatto, in musica, sono sinonimi), è solo una questione di riequilibrio: in questo senso rateyourmusic è un passo avanti.

2 - Secondo me è più il diffondersi delle visioni personalistiche e il loro aumento di credibilità  a generarne ulteriori. Non so quanto possa contare la prolificità: anche i jazzisti dagli anni 50 in poi facevano diversi album l'anno, eppure il capolavoro di Coltrane è A Love Supreme e il capolavoro di Miles Davis è Kind Of Blue. Poi più si ascoltano altri loro dischi e più ci si accorge che non era così scontato che lo fossero.


OT #2 - E' da ridefinire in maniera sostanziale il concetto di "capolavoro"?


Sinceramente mi sfugge cosa significhi capolavoro ed è una parola che cerco di non usare. Capolavoro inteso in senso assoluto, ovviamente: il capolavoro di un particolare artista è il suo disco migliore, qui c'è poco da ridefinire.


OT #1 - i gruppi iperprolifici di oggi qualche anno fa li avremmo definiti "avant-rock", ovvero genere ibrido e contaminato per eccellenza, composto da relativamente pochi, di solito grandi, gruppi. Dico questo perchè buona parte degli iperprolifici del passato (ho citato l'industrial, potrei aggiungere forse anche punk e garage) appaiono comunque legati a sottoculture precise, con una solida base di cultori del genere da inondare con produzioni a gettito continuo.
Dunque, andiamo verso la definizione di una nuova sottocultura oppure c'è una vera novità in atto col proliferare di questi gruppi?
[ovviamente non si tratta di un vero aut-aut]


Secondo me c'è una novità nel modo di concepire la musica dimostrata anche dalla volontà di riscoprire e riabilitare i gruppi "minori" del passato. Questo tra l'altro è indice dell'inutilità dei critici musicali. (forse invece che rispondere al quesito ho aperto un OT di secondo livello).
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rym |


#12 buglis

    pivello

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Inviato 20 giugno 2006 - 13:16

su myspace ci son le gnoccolone!!! ???

rateyourmusic non so cosa sia, ora me lo guardo
ciao ;D
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#13 wago

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Inviato 20 giugno 2006 - 13:32

sulla rete esistono parecchi personaggi che cercano di dare inquadramenti presunti oggettivi alle proprie, alla fine personali, storie del rock inserendo in classifica anche roba che magari non ascoltano volentieri.


Questo e' verissimo. Io rifiuto un approccio del genere da parte mia, perche' credo che, a sto punto, farei prima a copincollare un qualsiasi "listone" fatto da qualcuno di piu' competente di me. Preferisco piuttosto valutare semplicemente in base alle mie preferenze.
E' anche vero pero' che, pur non amandoli particolarmente, comprendo assolutamente l'importanza dei Kraftwerk, o dei Residents o dei Velvet Underground o dei My Bloody Valentine. Applicando un approccio differente, sarebbe legittimo li inserissi in una mia lista se questa avesse pretese di oggettivita'.
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#14 Guest_DiamondSeaII_*

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Inviato 20 giugno 2006 - 13:42

Tempo fa, per scherzare ma fino a un certo punto, dicevo che il "gesto artistico" oggi lo fa l'ascoltatore, che, barcamenandosi tra questi gruppi iperprolifici, "sceglie" un suono in cui si ritrova e i gruppi di cui sopra, rendendo difficile la vita al "cercatore di capolavori" (figura legata ad una concezione tradizionalista della critica), appagano invece esigenze altrettanto pressanti di un altro tipo di ascoltatori, quelli che hanno cercato e trovato un loro suono, che possono ascoltare anche all'infinito e senza troppa ispirazione. Ascoltatori più affini al modello myspace.



Scusa ma con tutto il rispetto non riesco ad afferrare il concetto di "gesto artistico dell'ascoltatore".Se vuoi dire che con i mezzi a disposizione la cultura e la conoscenza dell'ascoltatore può divenire sterminata sono pienamente d'accordo.Ma da qui a considerare il semplice ascolto di musica un "gesto artistico" ne corre.Voglio dire,uno può anche farsi uno spazio su Rateyourmusic(pure io ce l'ho)pieno zeppo di classificoni e recensioni coi controcazzi,ma stai pur sempre catalogando e giudicando cose fatte da altri.
Scusate il mio semplicismo e la mia pedante ignoranza,probabilmente non ho afferrato il senso del thread.
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#15 wago

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Inviato 20 giugno 2006 - 13:45

No, credo che intenda come "gesto artistico" la scelta di cosa ascoltare e approfondire, ovvero a quale "arte" permettere di prender vita (o piu' passivamente di raggiungerlo).
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#16 slothrop

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Inviato 20 giugno 2006 - 13:57

No, credo che intenda come "gesto artistico" la scelta di cosa ascoltare e approfondire, ovvero a quale "arte" permettere di prender vita (o piu' passivamente di raggiungerlo).


Beh, si, direi più qualcosa del genere e certi toni usati nel topic erano volutamente un pò apocalittici ma andando avanti di questo passo (in termini di espansione dell'offerta e possibilità infinite di ascolto che appagano la curiosità subitanea con, di solito, scarsa metabolizzazione) a rigor di logica si finirà ad aver a mala pena il tempo di leggere le recensioni e le menzioni in playlist, senza manco sentirli i dischi.
E' ovvio che spingo sul pedale del grottesco ma se la realtà non ponesse freni staremmo andando esattamente in questa direzione e in un mercato sempre più gigantesco e labirintico la figura del "recensore" acquista (e non è che mi faccia troppo piacere) un'importanza inedita.
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#17 wago

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Inviato 20 giugno 2006 - 14:03


No, credo che intenda come "gesto artistico" la scelta di cosa ascoltare e approfondire, ovvero a quale "arte" permettere di prender vita (o piu' passivamente di raggiungerlo).


Beh, si, direi più qualcosa del genere e certi toni usati nel topic erano volutamente un pò apocalittici ma andando avanti di questo passo (in termini di espansione dell'offerta e possibilità infinite di ascolto che appagano la curiosità subitanea con, di solito, scarsa metabolizzazione) a rigor di logica si finirà ad aver a mala pena il tempo di leggere le recensioni e le menzioni in playlist, senza manco sentirli i dischi.
E' ovvio che spingo sul pedale del grottesco ma se la realtà non ponesse freni staremmo andando esattamente in questa direzione e in un mercato sempre più gigantesco e labirintico la figura del "recensore" acquista (e non è che mi faccia troppo piacere) un'importanza inedita.


Beh, per dare supporto a questi presagi diro' che io stesso compro mensilmente Rockerilla e gli do' giusto un'occhiata la maggior parte delle volte: quando va proprio male mi soffermo solo sulle recensioni in cui sono citati nomi che mi attirano, in generale tendo a leggere solo quelle con voti alti o di uno specifico recensore, e quando proprio il viaggio in treno non finisce piu' me lo leggo un po' meglio, ma in ogni caso i dischi che scarico sono quelli di cui piu' mi ha colpito la recensione, e non e' detto che significhi che saranno i dischi che si riveleranno piu' interessanti per me. In buona parte e' lo stile e la capacita' del recensore di andare a toccare le corde giuste che influenzano la mia scelta, piu' che l'effettiva qualita' o tipologia del disco.
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#18 Paz

    Roadie

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Inviato 21 giugno 2006 - 23:06

se la realtà non ponesse freni staremmo andando esattamente in questa direzione e in un mercato sempre più gigantesco e labirintico la figura del "recensore" acquista (e non è che mi faccia troppo piacere) un'importanza inedita.


ai miei occhi il recensore è sempre più inutile... il punto è che anche le fonti critiche si stanno moltiplicando: io sinceramente preferisco il forum, che ti permette di conoscere sul campo -per così dire- tutta una serie di ascoltatori e critici e di valutare con molta precisione quanto i propri gusti sono simili a quelli dell'utente x, quanto ci si può fidare della critica di y e via dicendo...
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« Ohne Musik wäre das Leben ein Irrtum » (F. Nietzsche, Götzen-Dämmerung, 1888, cap. I, af. 33).




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