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poeti sudamericani


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21 replies to this topic

#1 popten

    Classic Rocker

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Inviato 28 novembre 2009 - 12:37

Dal cartaceo dell'edizione 2008 de Il vento del cinema - Procida, il regista Julio Bressane trascrive alcuni versi di poeti brasiliani (morti prima dei 25 anni)

Ne riporto alcuni(estratti da poesie) che mi son piaciuti, e allo stesso tempo sarei grato di leggere raccomandazioni o poesie brasiliane/sudamericane di vostra conoscenza!

Casemiro De Abreu
:

"Quero sentar-me à beira do riacho
Das tardes ao cair,
E sozinho cismando no crepúsculo
Os sonhos do porvir!"

"Voglio sedermi sulla riva di un ruscello
sul fare della sera,
e da solo pensare assorto nel crepuscolo
ai sogni che verranno!"
  • 0

#2 satyajit

    Enciclopedista

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Inviato 28 novembre 2009 - 15:37

sarei grato di leggere raccomandazioni o poesie brasiliane/sudamericane di vostra conoscenza!


Eccotente una, pobabilmente la più bella in assoluto.
  • 0

#3 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 28 novembre 2009 - 16:51

Non me ne intendo molto ma ricordo di avere apprezzato (molti anni fa) un'antologia poetica di Mario De Andrade (uno dei tanti illustri cugini De Andrade...  asd) pubblicata nella "bianca" di Einaudi, Io sono trecento.
Borges ovviamente non sto a citar(te)lo perché non è necessario, presumo...

Ma ho il sospetto che la poesia migliore dei sudamericani stia... nella prosa (oltre che nella musica, nelle canzoni, nel cinema... ).
  • 0

«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#4 popten

    Classic Rocker

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Inviato 28 novembre 2009 - 23:50


Borges ovviamente non sto a citar(te)lo perché non è necessario, presumo...


presumi male, nella mia ignoranza non ho mai letto nulla di suo e manco sapevo fosse un sudamericano!

Laurindo Rabello

"...eu morro,eu morro,
a matutina brisa
jà nao me arreca riso..."

"...muoio, muoio,
la brezza mattutina
non mi strappa più il riso..."
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#5 virginia wolf

    apota

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Inviato 29 novembre 2009 - 08:34

Il cileno Pablo Neruda



Ode al giorno felice

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all??ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando,dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
sono più sterminato dell??erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l??acqua sotto,gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l??aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto,
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia,il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché si,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l??erba
e la sabbia essere felice con l??aria e la terra,
essere felice con te,con la tua bocca,
essere felice.




Saprai che non t??amo e che t??amo

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.

  • 0
Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#6 virginia wolf

    apota

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Inviato 29 novembre 2009 - 08:39

LA BESTIA

Ieri ho visto una bestia:
tra le immondizie
del mio cortile
cercava cibo.
Quando trovava qualcosa
senza guardare nè odorare,
la inghiottiva con voracità.
Non era nè un cane, nè un gatto,
nè un topo.
La bestia, Dio mio!, era un uomo!

MANUEL BANDEIRA, Brasile 1886- 1968.



L'UOMO DI DOMANI

In quest'ora di sole puro,
di mani ferme,
di pietre lucenti,
di chiarori,
di fiamme e scintille,
ascolto la tua potente
canzone, o Brasile.
ma ciò che ascolto più di tutto,
è il canto delle tue culle, o Brasile;
di tutte quelle culle dove dorme,
bruno e fiducioso,
succhiando il latte,
l'uomo di domani.


Ronald De Carvalho (Rio de Janeiro, 1893- 1935).
  • 0
Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#7 virginia wolf

    apota

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Inviato 29 novembre 2009 - 08:42

Mario Quintana


SE EU FOSSE UM PADRE

Se eu fosse um padre, eu, nos meus sermões,
não falaria em Deus nem no Pecado
- muito menos no Anjo Rebelado
e os encantos das suas seduções,

não citaria santos e profetas:
nada das suas celestiais promessas
ou das suas terríveis maldições...
Se eu fosse um padre eu citaria os poetas,

Rezaria seus versos, os mais belos,
desses que desde a infância me embalaram
e quem me dera que alguns fossem meus!

Porque a poesia purifica a alma
... a um belo poema - ainda que de Deus se aparte -
um belo poema sempre leva a Deus!




SE FOSSI UN PRETE

Se fossi un prete, io, nei miei sermoni,
non parlerei di Dio né del Peccato
- ancora meno dell??Angelo Caduto
e del fascino delle sue seduzioni,

non citerei santi né profeti:
nessuna delle loro celestiali promesse
o delle loro terribili maledizioni...
Se fossi un prete io citerei i poeti,

Reciterei i loro versi, i più belli,
quelli che da bambino mi hanno affascinato
e quelli che avrei voluto fossero stati miei!

Perché la poesia purifica l'anima
... una bella poesia - anche se lontana da Dio -
una bella poesia conduce sempre a Dio!

  • 0
Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#8 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 29 novembre 2009 - 19:23



Borges ovviamente non sto a citar(te)lo perché non è necessario, presumo...


presumi male, nella mia ignoranza non ho mai letto nulla di suo e manco sapevo fosse un sudamericano!


Scusami essendo Borges assai noto ritenevo lo conoscessi già...

Ecco un suo sonetto, allora.

Ya somos el olvido que seremos.   
El polvo elemental que nos ignora
y que fue el rojo Adán y que es ahora
todos los hombres y los que seremos.

Ya somos en la tumba las dos fechas
del principio y el fin, la caja,
la obscena corrupción y la mortaja,
los ritos de la muerte y las endechas.

No soy el insensato que se aferra
al mágico sonido de su nombre;
pienso con esperanza en aquel hombre

que no sabrá quien fui sobre la tierra.
Bajo el indiferente azul del cielo,
esta meditación es un consuelo.



Già siamo l'oblio che saremo.
La polvere elementare che ci ignora
e che fu il rosso Adamo e che è ora
tutti gli uomini e quelli che saremo.

Già siamo nella tomba le due date
dell'inizio e della fine, la cassa,
la corruzione oscena e la fossa
i riti della morte e le lamentazioni.

Non sono io quell??insensato che s'afferra
al magico suono del suo nome;
ma penso con speranza a quell'uomo

che non saprà chi fui su questa terra.
Sotto l??azzurro del cielo,
questa riflessione mi consola.

  • 0

«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#9 popten

    Classic Rocker

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Inviato 30 novembre 2009 - 23:35

grazie delle vostre!

Castro Alves :

Vem! Do mundo leremos o problema

Nas folhas da floresta, ou do poema,

Nas trevas ou na luz...

Não vês?... Do céu a cúpula azulada,

Como uma taça sobre nós voltada,

Lança a poesia a flux!...



Vedi!
Nelle foglie della foresta e nei fogli della poesia
del mondo leggeremo il problema
nelle tenebre o nella luce
non vedi?
del cielo la cupola azzurrata,
come una tazza rovesciata sopra di noi,
scaraventa la poesia a fiotti!
  • 0

#10 grivs

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Inviato 01 dicembre 2009 - 00:02

Jaime Sabines
http://www.youtube.c...feature=related

      LOS  AMOROSOS

    Los amorosos callan.

    El amor es el silencio más fino,
    el más tembloroso, el más insoportable.
    Los amorosos buscan,
    los amorosos son los que abandonan,
    son los que cambian, los que olvidan.
    Su corazón les dice que nunca han de encontrar,
    no encuentran, buscan.

    Los amorosos andan como locos
    porque están solos, solos, solos,
    entregándose, dándose a cada rato,
    llorando porque no salvan al amor.

    Les preocupa el amor.
    Los amorosos viven al día,
    no pueden hacer más,
    no saben.
    Siempre se están yendo,
    siempre, hacia alguna parte.

    Esperan,
    no esperan nada, pero esperan.
    Saben que nunca han de encontrar.
    El amor es la prórroga perpetua,
    siempre el paso siguiente, el otro, el otro.

    Los amorosos son los insaciables,
    los que siempre "¡qué bueno!"
    han de estar solos.

    Los amorosos son la hidra del cuento.
    Tienen serpientes en lugar de brazos.
    Las venas del cuello se les hinchan
    también como serpientes para asfixiarlos.
   
    Los amorosos no pueden dormir
    porque si se duermen se los comen
    los gusanos. En la obscuridad
    abren los ojos
    y les cae en ellos el espanto.
    Encuentran alacranes bajo la sábana
    y su cama flota como sobre un lago.

    Los amorosos son locos, sólo locos,
    sin Dios y sin diablo.
    Los amorosos salen de sus cuevas
    temblorosos, hambrientos,
    a cazar fantasmas.
    Se ríen de las gentes que lo saben todo,
    de las que aman a perpetuidad, verídicamente,
    de las que creen en el amor
    como en una lámpara de inagotable aceite.

    Los amorosos juegan a coger el agua,
    a tatuar el humo, a no irse.
    Juegan el largo, el triste juego del amor.
    Nadie ha de resignarse.
    Dicen que nadie ha de resignarse.

    Los amorosos se avergüenzan
    de toda conformación.
    Vacíos, pero vacíos de una a otra costilla,
    la muerte les fermenta detrás de los ojos,
    y ellos caminan, lloran hasta la madrugada
    en que trenes y gallos se despiden dolorosamente.
    Les llega a veces un olor
    a tierra recién nacida,
    a mujeres que duermen
    con la mano en el sexo, complacidas,
    a arroyos de agua tierna y a cocinas.

    Los amorosos se ponen a cantar entre labios
    una canción no aprendida
    Y se van llorando, llorando
    la hermosa vida.


    Quelli che amano tacciono.

    L'amore è il silenzio più fine,
    il più tremante, il più insopportabile.

    Quelli che amano cercano,
    sono quelli che lasciano perdere
    sono quelli che cambiano,
    quelli che dimenticano.

    Il cuore dice loro che mai troveranno,
    non trovano, cercano.

    Quelli che amano vanno come pazzi
    perché stanno soli, soli, soli,
    consegnandosi, offrendosi ogni momento,
    piangendo perché non salvano l??amore.

    L'amore li preoccupa.

    Quelli che amano vivono alla giornata,
    non possono fare di più, non sanno.

    Sempre stanno andando,
    sempre, da qualche parte.
    Aspettano, non aspettano nulla,
    ma aspettano.

    Sanno che non troveranno mai.
    L'amore è  una continua proroga,
    sempre il passo seguente,  l'altro,  l'altro.

    Quelli che amano sono gli insaziabili
    quelli che sempre - che bello!- resteranno soli.

    Quelli che amano sono l'idra del racconto.
    Al posto delle braccia hanno serpenti.
    Le vene del collo gli si gonfiano
    anche come serpenti per asfissiarli.

    Quelli che amano non possono dormire
    perchè se si addormentano
    se li mangiano i vermi.

    Nell'oscurità aprono gli occhi
    e dentro precipita lo spavento.
    Trovano scorpioni sotto le lenzuola
    e il letto galleggia come su di un lago.

    Quelli che amano sono pazzi,  soltanto pazzi,
    senza Dio e senza diavolo.

    Quelli che amano escono dalle tane
    tremanti, affamati, a cacciare fantasmi.
    Se ne ridono di quelli che sanno tutto,
    di quelli che amano all'infinito, veracemente,
    di quelli che credono nell'amore
    come una lampada d'olio senza fine.


    Quelli che amano giocano ad afferrare l'acqua,
    a tatuare il fumo,  a non andarsene.


    Giocano al lungo, al triste gioco dell'amore.


    Nessuno si può rassegnare.
    Dicono che nessuno si può rassegnare.



    Quelli che amano si vergognano
    di qualsiasi conformismo.


    Vuoti, ma vuoti da una costola all'altra,
    la morte li corrode dietro gli occhi,
    e loro camminano, piangono fino all'alba
    dove treni e galli si salutano dolorosamente.


    A volte gli arriva un odore
    a terra appena nata, a donne che dormono
    con la mano nel sesso, compiaciute,
    a ruscelli d'acqua tenera e a cucine.


    Quelli che amano cantano tra le labbra
    una canzone mai appresa,
    e se ne vanno piangendo,
    piangendo,
                    la bellissima vita.


PS
Ho postato la prima traduzione che ho trovato...

PPS
forse visto l'atroce banalità che si sta consumando in S& A avrei dovuto postarlo là  asd




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[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così

oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale

webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite

gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna


#11 grivs

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Inviato 01 dicembre 2009 - 00:06

Jaime Sabines

No es que muera de amor...

No es que muera de amor, muero de ti.
Muero de ti, amor, de amor de ti,
de urgencia mía de mi piel de ti,
de mi alma, de ti y de mi boca
y del insoportable que yo soy sin ti.

Muero de ti y de mi, muero de ambos,
de nosotros, de ese,
desgarrado, partido,
me muero, te muero, lo morimos.

Morimos en mi cuarto en que estoy solo,
en mi cama en que faltas,
en la calle donde mi brazo va vacío,
en el cine y los parques, los tranvías,
los lugares donde mi hombro
acostumbra tu cabeza
y mi mano tu mano
y todo yo te sé como yo mismo.

Morimos en el sitio que le he prestado al aire
para que estés fuera de mí,
y en el lugar en que el aire se acaba
cuando te echo mi piel encima
y nos conocemos en nosotros,
separados del mundo, dichosa, penetrada,
y cierto , interminable.

Morimos, lo sabemos, lo ignoran, nos morimos
entre los dos, ahora, separados,
del uno al otro, diariamente,
cayéndonos en múltiples estatuas,
en gestos que no vemos,
en nuestras manos que nos necesitan.

Nos morimos, amor, muero en tu vientre
que no muerdo ni beso,
en tus muslos dulcísimos y vivos,
en tu carne sin fin, muero de máscaras,
de triángulos oscuros e incesantes.
Muero de mi cuerpo y de tu cuerpo,
de nuestra muerte ,amor, muero, morimos.
En el pozo de amor a todas horas,
inconsolable, a gritos,
dentro de mi, quiero decir, te llamo,
te llaman los que nacen, los que vienen
de atrás, de ti, los que a ti llegan.
Nos morimos, amor, y nada hacemos
sino morirnos más, hora tras hora,
y escribirnos y hablarnos y morirnos.


Non è che muoia d'amor, muoio di te.
Muoio di te, amore, d'amor di te,
d'urgenza mia della mia pelle di te,
della mia anima, di te e della mia bocca
e dell'insopportabile che sono senza te.
Muoio di te e di me, muoio d'ambedue,
di noialtri, di questo,
straziato,  diviso,
mi muoio, ti muoio, lo moriamo.
Moriamo nella mia stanza dove sono solo,
nel mio letto dove manchi,
nella strada dove il mio braccio va vuoto,
nel cinema e nei parchi, i tram
i posti dove la mia spalla
abitua la tua  testa
e la mia mano la tua
e tutto so di te come me stesso.
Moriamo nel luogo che ho prestato all'aria
perchè tu stessi fuori di me,
e nel  posto dove finisce l'aria
quando ti butto la mia pelle addosso
e ci conosciamo in noialtri,
separati dal mondo, felice,  penetrata,
e certamente, interminabile

Moriamo, lo sappiamo, lo ignorano, ci moriamo
tra noi due,  ora, separati,
l'un dall'altro, giornalmente,
cadendo in molteplici statue,
in gesti che non vediamo
nelle nostre mani che ci  cercano
Moriamo, amore, muoio nel tuo ventre
che non mordo ne bacio,
nei tuoi muscoli dolcissimi e vivi,
nella tua carne senza fine, muoio di maschere,
di triangoli oscuri e incessanti.

Muoio del mio corpo e del tuo corpo,
della nostra morte, amore, muoio, muoriamo.
Nel pozzo d'amore a tutte le ore,
inconsolabile, a grida ,
dentro di me, voglio dire, ti chiamo,
ti chiamano quelli che nascono, quelli che vengono
dietro, di te, quelli che arrivano a te.
Moriamo, amore, e non facciamo nulla
se non morire di più, ora dopo ora,
e scriverci, e parlarci e morire.

Il cileno Pablo Neruda


Me gustas cuando callas

Me gustas cuando callas porque estás como ausente,
y me oyes desde lejos, y mi voz no te toca.
Parece que los ojos se te hubieran volado
y parece que un beso te cerrara la boca.

Como todas las cosas están llenas de mi alma
emerges de las cosas, llena del alma mía.
Mariposa de sueño, te pareces a mi alma,
y te pareces a la palabra melancolía.

Me gustas cuando callas y estás como distante.
Y estás como quejándote, mariposa en arrullo.
Y me oyes desde lejos, y mi voz no te alcanza:
déjame que me calle con el silencio tuyo.

Déjame que te hable también con tu silencio
claro como una lámpara, simple como un anillo.
Eres como la noche, callada y constelada.
Tu silencio es de estrella, tan lejano y sencillo.

Me gustas cuando callas porque estás como ausente.
Distante y dolorosa como si hubieras muerto.
Una palabra entonces, una sonrisa bastan.
Y estoy alegre, alegre de que no sea cierto.

traduzione:

Mi piace quando sei silenziosa, perché sei come assente
e mi ascolti da lontano e la mia voce non ti tocca.

Come se gli occhi fossero volati via
e un bacio ti serrasse la bocca.

Poiché tutte le cose sono piene della mia anima,
dalle cose emergi, piena dell??anima mia.
Farfalla di sogno, somigli alla mia anima
e assomigli alla parola malinconia.

Mi piace quando taci, e sei come distante
e sembra che ti lamenti, farfalla tubante.
E mi odi da lontano, e la mia voce non ti giunge:
lascia che il tuo silenzio sia anche il mio.

Lascia anche che ti parli con il tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello
sei come la notte, così stellata e taciturna
di stella è il tuo silenzio, così lontano e semplice.

Mi piaci silenziosa, perché sei come assente
distante e dolorosa come se fossi morta
Basta allora un sorriso, una parola basta
e sono felice, felice che non sia così

prevedo già commenti su soffoconi


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[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

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oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale

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Inviato 01 dicembre 2009 - 00:36

Non mi piace la poesia ma mi è sempre stato raccomandato Octavio Paz
(che conosco solo come saggista)
un frammento di Piedra del Sol

Vita e morte
Saldano in te, signora della notte,
torre di luce, regina dell??alba,
vergine luna, madre d??acqua madre,
corpo del mondo
cado in me stesso e non tocco il mio fondo,
coglimi dai tuoi occhi, unisci polvere
dispersa e riconcilia le mie ceneri.


Mario Benedetti
femminismo femminismo  asd

¿Y si Dios fuera una mujer?
-Juan Gelman

¿Y si Dios fuera mujer?
pregunta Juan sin inmutarse,
vaya, vaya si Dios fuera mujer
es posible que agnósticos y ateos
no dijéramos no con la cabeza
y dijéramos sí con las entrañas.

Tal vez nos acercáramos a su divina desnudez
para besar sus pies no de bronce,
su pubis no de piedra,
sus pechos no de mármol,
sus labios no de yeso.

Si Dios fuera mujer la abrazaríamos
para arrancarla de su lontananza
y no habría que jurar
hasta que la muerte nos separe
ya que sería inmortal por antonomasia
y en vez de transmitirnos SIDA o pánico
nos contagiaría su inmortalidad.

Si Dios fuera mujer no se instalaría
lejana en el reino de los cielos,
sino que nos aguardaría en el zaguán del infierno,
con sus brazos no cerrados,
su rosa no de plástico
y su amor no de ángeles.

Ay Dios mío, Dios mío
si hasta siempre y desde siempre
fueras una mujer
qué lindo escándalo sería,
qué venturosa, espléndida, imposible,
prodigiosa blasfemia.


SE DIO FOSSE UNA DONNA (Mario Benedetti)

¿E se Dio fosse una donna?
- Juan Gelman -

¿E se Dio fosse una donna?
chiede Juan senza fare una piega,
oh, oh, se Dio fosse donna
è possibile che agnostici ed atei
non diciamo dire no con la testa
e diciamo sì col nostro animo.

Forse ci avvicineremmo alla sua divina nudità
per baciare i suoi piedi non di bronzo,
il suo inguine non di pietra,
i suoi seni non di marmo,
le sue labbra non di gesso.

Se Dio fosse donna l??abbracceremmo
per strapparla dalla sua distanza
e non ci sarebbe da giurare
finché la morte non ci separi
poiché sarebbe immortale per antonomasia
e invece di trasmetterci AIDS o panico
ci contagerebbe la sua immortalità.

Se Dio fosse donna non si stabilirebbe
lontano nel regno dei cieli,
ma ci attenderebbe nell??androne dell??inferno,
con le braccia non conserte,
con la sua rosa non di plastica
e il suo amore non di angeli.

O Dio mio, Dio mio
se per sempre e da sempre
fossi una donna
che bello scandalo sarebbe,
e che avventurosa, splendida, impossibile,
prodigiosa blasfemia.

(Libera traduzione di P. Adorni)

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[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così

oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale

webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite

gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna


#13 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 01 dicembre 2009 - 01:04



Borges ovviamente non sto a citar(te)lo perché non è necessario, presumo...


presumi male, nella mia ignoranza non ho mai letto nulla di suo e manco sapevo fosse un sudamericano!



Urca, sei sicuro di tutto ciò? ::)
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#14 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 01 dicembre 2009 - 01:08

Non mi piace la poesia ma mi è sempre stato raccomandato Octavio Paz
(che conosco solo come saggista)
un frammento di Piedra del Sol

Vita e morte
Saldano in te, signora della notte,
torre di luce, regina dell’alba,
vergine luna, madre d’acqua madre,
corpo del mondo
cado in me stesso e non tocco il mio fondo,
coglimi dai tuoi occhi, unisci polvere
dispersa e riconcilia le mie ceneri.


Anch'io avevo subito pensato ad Octavio Paz, uno dei miei poeti preferiti, se non fosse che è messicano, quindi a voler esser geograficamente pignoli non proprio sud-americano. Ma va bene lo stesso, chissenefrega, bravo Grieves che l'hai citato! Io consiglio la raccolta "VENTO CARDINALE e altre poesie" (Mondadori), un esauriente excursus attraverso la sua opera poetica; misticismo e carnalità fuse in versi densissimi e in una continua ma mai gratuita sperimentazione linguistica e "spaziale". Inoltre alla fine del volume c'è una piccola antologia di aforismi spesso fulminanti... Six Organs of Admittance gli ha dedicato un album, e ciò non stupisce...


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A chemistry of commotion and style

#15 grivs

    ---o<-<

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Inviato 01 dicembre 2009 - 06:06

Anch'io avevo subito pensato ad Octavio Paz, uno dei miei poeti preferiti, se non fosse che è messicano, quindi a voler esser geograficamente pignoli non proprio sud-americano.


Mea culpa.
Non ho mai imparato a leggere la consegna prima di eseguire l'esercizio.
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[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari

[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così

oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale

webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite

gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna


#16 virginia wolf

    apota

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Inviato 01 dicembre 2009 - 08:32

Cecilia Meireles

Quero una solidão, quero um silêncio,
uma noite de abismo e a alma inconsútil,
para esquecer que vivo, libertar-me

das paredes, de tudo que aprisiona ;
atravessar demoras, vencer tempos
pululantes de enredos e tropeços,

quebrar limites, extinguir murmúrios,
deixar cair as frívolas colunas
de alegorias vagamente erguidas.

Ser tua sombra, tua sombra, apenas,
e estar vendo e sonhando à tua sombra
a existência do amor ressuscitada.

Falar contigo pelo deserto.


*

Voglio una solitudine, voglio un silenzio,
una notte di abisso e l??anima inconsutile,
per dimenticarmi che vivo, liberarmi

dalle pareti, da tutto ciò che imprigiona;
attraversare gli indugi, vincere i tempi
pullulanti di intrecci e ostacoli,

infrangere limiti, estinguere mormorii,
lasciar cadere le frivole colonne
di allegorie vagamente erette.

Essere la tua ombra, la tua ombra, soltanto,
e star vedendo e sognando alla tua ombra
l??esistenza dell??amore risuscitata.

Parlare con te attraverso il deserto.



Cecília Meireles - Sei poesie e una prosa

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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#17 popten

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Inviato 01 dicembre 2009 - 09:23




Borges ovviamente non sto a citar(te)lo perché non è necessario, presumo...


presumi male, nella mia ignoranza non ho mai letto nulla di suo e manco sapevo fosse un sudamericano!



Urca, sei sicuro di tutto ciò? ::)


presume male : si
nalla mia ignoranza : si
non ho mai letto nulla di Borges : si (anche se con l'età la memoria potrebbe ingannarmi)
manco sapevo fosse un poeta sudamericano : si

è un poeta sudamericano : wiki dice sì, di Natale
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#18 virginia wolf

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Inviato 01 dicembre 2009 - 22:49


Il cileno Pablo Neruda


Me gustas cuando callas




Adriana Varela

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#19 popten

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Inviato 01 dicembre 2009 - 23:05

grazie

Casemiro de Abreu

"...Da camisa aberta o peito,?? Pés descalços, braços nus?? Correndo pelas campinasA roda das cachoeiras,Atrás das asas ligeirasDas borboletas azuis!..."

...dalla camicia aperta sul petto, -piedi scalzi,braccia nude- corre sulla campagna la ruota delle cascate, dietro le ali leggere delle farfalle azzurre!"
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#20 virginia wolf

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Inviato 02 gennaio 2010 - 08:23

Ode al primo giorno dell'anno
Pablo Neruda

Lo distinguiamo dagli altri
come
se fosse
un cavallino
diverso da tutti
i cavalli.
Gli adorniamo
la fronte
con un nastro,
gli posiamo
sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
andiamo a riceverlo
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli:
i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l'ultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l'uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all'infinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh macchinista di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine
d'anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?
Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano
gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell'alba,
senza sapere
che si tratta
della porta dell'anno,
di un giorno
scosso
da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra
non lo
sa:
accoglierà
questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con
frecce
di
trasparente
pioggia,
e poi
lo avvolgerà
nel suo tubo,
lo conserverà nell'ombra.

Eppure
piccola
porta della speranza,
nuovo giorno dell'anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come
se fossi un topazio.

Giorno
dell'anno
nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte
le foglie escono verdi
dal
tronco del tuo tempo.

Incoronaci
con
acqua,
con gelsomini
aperti,
con tutti gli aromi
spiegati,
sì,
benché
tu solo
sia
un giorno,
un povero
giorno umano,
la tua aureola
palpita
su tanti
cuori
stanchi,
e sei,
oh giorno
nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre
permanente!

  • 0
Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#21 falconemaltese

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Inviato 20 gennaio 2010 - 09:57

Derek Walcott, poeta antillano (Saint Lucia) che ha vinto il Nobel nel 1992. Scrive in inglese ma mi sembra incarnare perfettamente lo spirito di quelle isole...

L'aspro sapore del mare
Quella vela piegata dalla luce,
stanca d'isole,
una goletta che batte il Mar dei Caraibi

per ritornare, potrebbe essere Odisseo
diretto a casa attraverso l'Egeo:
quel desiderio di padre e di marito,

sotto l'aspro livore della vecchiezza,
è come l'adultero che sente il nome di Nausicaa
in ogni grido di gabbiano.

E questo non assicura la pace. L'antica guerra
tra ossessione e responsabilità
non può finire ed è la stessa

per il naufrago e per chi sul lido
ora infila i piedi nei sandali per rientrare
da quando Troia ha spirato l'ultima fiamma

e il macigno del cieco ciclope ha alzato le acque
dalle cui ondate i grandiosi esametri giungono
alle conclusioni dell'esausta risacca.

I classici possono consolare. Ma non abbastanza.

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#22 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 17 marzo 2017 - 15:29

Il succitato (7 anni fa) Derek Walcott è morto questa mattina a 87 anni.

 

 

LOVE AFTER LOVE

The time will come
when, with elation,
you will greet yourself arriving
at your own door, in your own mirror,
and each will smile at the other’s welcome,
and say, sit here. Eat.
You will love again the stranger who was your self.
Give wine. Give bread. Give back your heart
to itself, to the stranger who has loved you

all your life, whom you ignored
for another, who knows you by heart.
Take down the love letters from the bookshelf,

the photographs, the desperate notes,
peel your own image from the mirror.
Sit. Feast on your life.


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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)





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