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Avant rock must die!(?)


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38 replies to this topic

#1 slothrop

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Inviato 19 settembre 2006 - 13:00

Riascoltando The Parable Of Arable Land dei Red Crayola in questi giorni, e in particolare le sezioni Free Form Freakout, facevo caso a come questo genere (in buona misura pionieristico) di improvvisazione rumorista non facesse capo (certamente all'epoca ma forse ancora oggi) a nessuna scuola precisamente identificabile di impro-music. Diciamo che il free jazz tanto di New York quanto di Chicago era decisamente un'altra cosa, così come le progressioni magmatiche totalmente libere di scuola AMM e anche i primi vagiti dell'impro europea dal marchio FMP, che era roba o più minimale o più aggressiva rispetto al delirio anarchico e in definitiva freakkettone architettato da Mayo Thompson, che pure quasi certamente conosceva le musiche di cui parlo e in qualche misura doveva essersene ispirato. Chi non conosceva le scuole musicali di cui parlavo sopra erano probabilmente una buona parte dei Familiar Ugly, collettivo di decine di persone che aiutarono i Red Crayola nella realizzazione del disco.

Perchè dico questo? Perchè ho l'impressione che oltre all'abbassamento dei costi di realizzazione dei CD anche la diffusione della musica d'avanguardia presso tanti musicisti e sempre più larghe fasce di pubblico rischi di condannare la potenziale originalità dell'avant rock (ovvero una musica che nasce in ambito incolto e popolare per ibridare forme musicali avanzate e ostiche per la maggior parte delle orecchie).

Quel disco dei Crayola suona fresco ancora oggi (come anche le robe di Beefheart, dei Velvet, e magari anche della LAFMS che pure fu operazione più consapevolmente destinata alla nicchia) forse proprio perchè non rimanda in maniera troppo netta ne al minimalismo, ne alla microtonalità di Harry Partch, all'alea di Cage, all'impro contemporanea degli AMM e così via.

L'attuale mare magnum di uscite che si potrebbero parimenti definire avant-rock e legate ora più al noise ora più al folk a mio avviso sembra soffrire di "eccesso di referenzialità" a forme musicali (classicamente considerate d'avanguardia) già definite, come se i musicisti coinvolti dessero per scontata la conoscenza, da parte dell'ascoltatore, delle suddette musiche (realmente carbonare fino a pochi anni fa, pensate alla popolarità odierna di musicisti realmente di confine, misconosciuti e quasi "condannati dalla storia" come Henry Flynt e Angus McLise).
Insomma, operare in maniera "avanzata e culturale" significa rifarsi in maniera abbastanza pedissequa ai lasciti ("culturali") del passato oppure la chiave per tornare a suonare rock in maniera inedita e originale sta in una sorta di oblio del passato per ritrovare l'ingenuità e la creatività di cui forse anche il pubblico iper-colto e quasi insensibile di oggi avrebbe bisogno?

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#2 wago

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Inviato 19 settembre 2006 - 13:09

A me sembra piuttosto che l'avant-rock contemporaneo, o buona parte di esso, non sia piu' tale, ovvero si rifaccia a un canone che vuole un determinato stile etichettato come "avant-rock". Quando l'avanguardia diventa canone, che razza di avanguardia e'?
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#3 Plozzer

    Haddaway

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Inviato 19 settembre 2006 - 13:16

Insomma, operare in maniera "avanzata e culturale" significa rifarsi in maniera abbastanza pedissequa ai lasciti ("culturali") del passato oppure la chiave per tornare a suonare rock in maniera inedita e originale sta in una sorta di oblio del passato per ritrovare l'ingenuità e la creatività di cui forse anche il pubblico iper-colto e quasi insensibile di oggi avrebbe bisogno?


Democristianamente, dico uno e l'altro, o entrambe le due cose contemporaneamente: perché non rifarsi ai cliché del passato con atteggiamento ingenuo e creativo?

Personalmente non riesco a pormi un quesito del genere, perché penso che ormai il "progresso" (se di progresso si può parlare) del rock e delle musiche popular non sia più lineare ma 'a macchia d'olio', e il suo stesso centro/origine sia sempre più difficile da individuare. Penso che più che "bello" o "brutto" sia sempre più il caso di chiedersi se il nuovo sia "efficace" o no, rispetto al contesto temporale, geografico, musicale da cui proviene.

Mi è rimasta la frittata sullo stomaco, pardon.
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#4 Guest_lassigue_bendthaus_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 13:47


L'attuale mare magnum di uscite che si potrebbero parimenti definire avant-rock e legate ora più al noise ora più al folk


slot, non per massacrarti le palle, mi faresti qualche esempio di avant-rock attuale in modo da poter fare riferimento a gruppi concreti (magari poi non ne conosco manco uno, vacci piano eh)
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#5 Guest_Mattia_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 13:50

Gli anni Sessanta erano carichi di significati, d'iniziative sociali e culturali, di contestazioni circa l'assopimento indotto dal benessere giunto successivamente alla Seconda Guerra Mondiale.

Gli anni Sessanta hanno fatto da testimone allo sviluppo di pesanti rivolte razziali, al Sessantotto, al femminismo.

Durante gli anni Sessanta si sono affermati il free, la musica dei "loft" di Manhattan, le rivoluzioni musicali di casa ESP-Disk', le introduzioni elettroniche di matrice tedesca, l'improvvisata europea e il rock non aveva ancora raggiunto l'attuale livello di saturazione.

Lo stimolo alla sperimentazione investiva quasi tutti gli ambienti culturali, dal cinema della nouvelle vague agli studi sull'immagine di Susan Sontag, dalla letteratura alle arti visive.

Insomma, i Red Crayola avevano sufficiente materiale su cui lavorare ed era materiale che gli apparteneva (benchè provenisse da ambienti a loro estranei) in quanto elemento costitutivo dell'epoca in cui riuscirono ad esprimersi.

Oggi cosa abbiamo? Ben poco, a confronto. La presente discussione potrebbe tranquillamente essere assimilata a quelle sull'eventuale morte del rock. Gli sperimentatori di oggi (se esistono. Ho i miei dubbi...) non sono altro che un manipolo di ciarlatani che mirano a passare alla storia con pochi sforzi, sfruttando quelli già affrontati dai (non sempre illustri) predecessori. La musica "avant" di oggi non passerà alla storia, perchè non rinfrange altro se non una grave mancanza d'idee. Non è lo specchio di una civiltà, nè - tantomeno - di chi la produce o la ascolta. La musica "avant" di oggi è pura merda e, anzi, ti sfido: tra cinquant'anni ti offrirò una cena se anche uno solo dei gruppi di cui ci riempiamo la bocca oggi sarà ricordato con lo stesso rispetto con cui ricordiamo un Mayo Thompson, un Beefheart o un Keith Rowe.

La risposta alla tua domanda, comunque, è la seguente: operare in maniera "avanzata e culturale" significa tornare a suonare rock in maniera inedita e originale. Purtroppo, ora come ora, non vedo come poterlo fare; tuttavia, il mio proverbiale ottimismo m'impone di continuare a sperare.

Il "pubblico iper-colto e quasi insensibile di oggi" cui ti riferisci non è altro che un'ulteriore, sordida estrinsecazione dell'atrofia creativa caratterizzante la nostra generazione.
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#6 dick laurent

    ...

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Inviato 19 settembre 2006 - 13:53

A me sembra piuttosto che l'avant-rock contemporaneo, o buona parte di esso, non sia piu' tale, ovvero si rifaccia a un canone che vuole un determinato stile etichettato come "avant-rock". Quando l'avanguardia diventa canone, che razza di avanguardia e'?


Il problema non credo sia tanto questo, dal momento che credo che l'avanguardista vero sia uno che semplicemente segue la propria sensibilità che lo porta nel nuovo.
E in quanto tale quella musica considerata avanguardia ha un valore, ma quel valore non risiede nell'innovazione in sè, quanto nel fatto che quell'innovazione è servita ad ottenere un determinato effetto musicale.
Quello che Slothrop intende (credo), è che oggi come oggi tanti gruppi vogliono suonare "d'avanguardia" perchè fa figo.
C'è da dire che appunto con la mole odierna di uscite, dove per giunta tutti possono (fortunatamente dico io) registrare al volo qualsiasi cosa, è difficile orientarsi, avere ascolti meditati e trovare le cose realmente valide, visto anche che è per definizione un tipo di musica che non si può liquidare con un unico ascolto.
Situazione per l'appunto, abbastanza frustrante.

Una cosa che mi chiedo, è sapere cosa sia oggi realmente avanguardia e quali gruppi/musicisti la pratichino. dove siamo arrivati insomma.

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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#7 Guest_osvo_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 14:03


Direi che Plozzer c'entra appieno la questione quando dice che "il "progresso" (se di progresso si può parlare) del rock e delle musiche popular non sia più lineare ma 'a macchia d'olio'".
Io anzi eliminerei proprio il concetto di "progresso", inteso come continuo superamento dei dati acquisiti in un'ottica, appunto, lineare. Ovviamente questo non è un fenomeno ascrivibile solo al rock e alle nuove musiche in generale, ma un processo assai più ampio, che coinvolge l'intero "sentire" occidentale.

Per quanto riguarda la questione principe però, cioè l'oggetto avant-rock, noi adesso stiamo a parlare di una serie di universi spesso minuscoli, nati per frammentazione, sulla scia di quell'allargamento di orizzonte che si è prodotto dagli anni '90 in poi. Quello che adesso, a mio modesto parere, diventa centrale, non è tanto la musica in sé, ma il contesto, il come, il dove questa viene prodotta. Tonnellate di cdr, gruppi che compaiono e scompaiono sette volte al giorno, scene che si creano virtualmente e virtualmente muoiono, per una quantità di dati, di informazioni, dalle dimensioni abnormi. Su quelle credo che bisogna riflettere.
Non posso paragonare Red Crayola a, per dire, gli Skaters, non tanto perché sono due gruppi che appartengono a ere diverse pur essendo entrambi ascrivibili a una precisa "sottocorrente" rock, quanto perché in Red Crayola il percorso musicale era - appunto - lineare e intillegibile, persino facilmente inquadrabile, mentre con Skaters (esempio straabusato, lo so) il discorso ha senso solo se relativizzato all'interno di un contesto più ampio, in cui una parte fondamentale viene giocata dall'immaginario di riferimento, dalle modalità di produzione, da una percezione storica praticamente nulla, e così via.
Insomma: i Red Crayola io li giudico per i dischi. Con gli Skaters, e altri come loro, questo non posso farlo (il che non vuol dire che non abbiano fatto anche dei dischi buoni): devo piuttosto affidarmi a una logica deduttiva, a indizi extramusicali, a riferimenti terzi. E' li che trovo il senso della loro presenza , della loro - come diceva ancora giustamente Plozzer - efficacia.

Trovo invece piuttosto irritante la posizione di Mattia, che parte da assunti storici francamente discutibili; così come penso sia inutile soffermarsi sul "cosa è e cosa non è avanguardia oggi", dal momento che queste categorie - per motivi molto più ampi che non il semplice "non si sa più cosa inventarsi" - sono defunte ormai da tempo.

Uhm, credo di aver scritto una cosa dalla cripticità estenuante... me ne scuso, al momento il mio cervello questo è in grado di partorire.
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#8 Guest_Mattia_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 14:13

Trovo invece piuttosto irritante la posizione di Mattia, che parte da assunti storici francamente discutibili...



Cosa intendi quando affermi che la mia posizione parta da "assunti storici discutibili"? Ho cercato di essere il più obiettivo possibile, dannazione...

...così come penso sia inutile soffermarsi sul "cosa è e cosa non è avanguardia oggi", dal momento che queste categorie - per motivi molto più ampi che non il semplice "non si sa più cosa inventarsi" - sono defunte ormai da tempo.


Se ti riferisci a quanto ho scritto, devo farti presente che più che una definizione ho a cuore il desiderio di ascoltare musica inedita, nella quale possa identificare me e la mia generazione. Ok, datemi pure del Marzullo (ho ancora legato al dito chi mi accusò di "marzulloneria", qualche mese fa)...
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#9 Guest_osvo_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 14:35

No, la frase su "cosa è avanguardia e cosa non lo è" si riferisce più che altro a un sentimento che ho percepito più volte in giro (dick laurent, poco prima di te, si chiedeva esattamente questo).

Riguardo agli "assunti storici", be', la discussione ci porterebbe veramente lontano, ben oltre il tema che qui interessa...
Però provo a metterla così: 1) trovo sia semplicemente falso che negli anni '60 si sperimentava dappertutto e poi più niente, fino ad arrivare a quella che chiami "atrofia creativa" di oggi. Diavolo, mi sembra una posizione semplicemente assurda. Ciascuno si scelga il decennio che più gli piace, figuriamoci, ma la tua mi sembra più che altro l'adesione a una retorica sulla golden age sixties che sta più nei sogni che nella realtà. Detto per inciso, trovo che gli anni che stiamo vivendo siano per forza di cose tra i più stimolanti in cui potessimo capitare. Non fosse altro che per il fatto che, citando Castells, stiamo vivendo una rivoluzione dalla portata tale da essere paragonata solo a quella industriale di fine '700. Ma questi sono altri discorsi.
2) L'opposizione oggi/anni 60, mi suona di nuovo stonata. Proprio perché gran parte delle tematiche che oggi sono all'ordine del giorno, derivano da una serie di sommovimenti sociali, economici, produttivi, di immaginario, che proprio allora cominciarono a profilarsi in maniera embrionale. Non voglio tirare fuori quella parolaccia che è "postmodernità", ma anche qui il discorso sarebbe assai vasto. A questo punto quello che mi interessa capire, anche in ambito musicale (che è sempre un ottimo indicatore dei segni del tempo, e in questo, credo, sta la grandezza dalla musica popular), è se oggi, nel 2006, dobbiamo considerarci arrivati a un superamento di quella fase o a una fase conclusiva della stessa. Ma veramente, vedi, ci stiamo spingendo troppo oltre... Anche se, appunto, il discorso su come considerare oggi l'avant rock, rientrerebbe in un approccio simile.

Infine permettimi di dissentire dai giudizi che dai sugli "sperimentatori di oggi": merde, gente che vuole passare alla storia con poco sforzo... accidenti, ma che ti hanno fatto? Non che io stesso non provi antipatia per le pose paraintellettuali di molta di questa gente, anche se mi pare che questi appartangano più ad altri ambiti (per dirne uno: quello elettroacustico ecc) che non al cosiddetto avant-rock di cui qui si parla.
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#10 Plozzer

    Haddaway

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Inviato 19 settembre 2006 - 15:11

ho a cuore il desiderio di ascoltare musica inedita, nella quale possa identificare me e la mia generazione.


Esigenza condivisibile (da me per primo), però personalmente trovo anche che nello sforzo di produrre - non nel senso industriale del termine - musica 'inedita', ormai si debba necessariamente fare i conti con i cliché, siano essi i riff dei Black Sabbath o l'approccio allo strumento di un qualsiasi Grande Improvvisatore del Passato. Non perché l'unica lingua del Rock sia ormai stata modificata, ma perché, al contrario, la si è codificata tantissime volte e in tantissimi modi diversi. Idem per l'idea di "musica" di cui parliamo quando diciamo "avant-rock".

Ho altro nella testa, ma non riesco a dirlo :-)
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#11 Guest_Mattia_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 15:30

(...)


Beh, direi che hai gettato carne sul fuoco di una serie di discussioni interessantissime. Al diavolo gli "off- topic", insomma!

Innanzitutto ti devo confessare che la tua risposta mi è piaciuta parecchio. Benchè ciò possa suonarti contraddittorio rispetto a quanto appena scritto, ho sempre trovato assurde le affermazioni volte ad esaltare la grandezza di certe decadi rispetto altre: possibile che, nell'arco di dieci anni, nessuno - e dico: "nessuno"!!! - produca qualcosa di veramente interessante? La risposta, ovviamente, vien da sè. La storia del rock, nel suo piccolo, ci ha offerto delizie di ogni sorta, dal 1952 ad oggi. Tuttavia amo la polemica e mi diverte parecchio lanciarmi in "sparate" (che, io per primo, riconosco come tali) come quelle da te giustamente contestate sulla "merderia" e sull'"indolenza" delle nuove generazioni di musicisti "avant" e per le quali, nel caso fossi un musicista rientrante in tale categoria, potrei offrirti le mie scuse. Eppure, tolta la patina grossolana di goliardia(cui spesso incappo per rifuggire alla monotonia dell'asettico botta-e-risposta da forum musicale), rimane il fatto che ritengo che durante gli anni Sessanta (Slothrop ha parlato di anni Sessanta, nel topic: ecco il perchè della mia "retorica sulla golden age Sixties", come tu la chiami. Avrei potuto argomentare diversamente ma con la stessa decisione anche disamine sulle decadi successive) il rock, per come lo intendiamo noi, ha avuto molto più da dire rispetto a oggi. E forse il punto riguarda proprio come intendiamo noi il rock. Sarei curioso di sapere se avresti il coraggio di assimilare la portata di formazioni musicali delle decadi passate a quelle in circolazione oggigiorno. Nota bene che la risposta "nemo profeta in patria" - ad intendere che possiamo giudicare la caratura di una band soltanto a distanza di anni - è quantomeno aberrante. La realtà è che la musica che abbiamo sempre definito "rock" è stata oggi travolta dall'oggettiva e palese decadenza di valori tipica della nostra epoca. Nuove proposte, nuovi stimoli si stanno indirizzando altrove, in quanto il "rock" (come lo abbiamo sempre inteso e, in fondo in fondo, come continuiamo ad intenderlo oggi) è lo specchio di una società che non esiste più. Per questo, battute a parte, sento di affermare con una certa coerenza la scarsa credibilità dei musicisti "avant" di oggi: si rifanno a clichè obsoleti che, perdona la ripetizione, non appartengono alla loro generazione. Concluderei il mio intervento, dunque, sentenziando che in discussione non sia la buona musica, ma la sua originalità nel riproporre schemi già esistenti. E quindi, ancora una volta, al diavolo la musica "avant"...
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#12 Claudio

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Inviato 19 settembre 2006 - 15:56

Nuove proposte, nuovi stimoli si stanno indirizzando altrove, in quanto il "rock" (come lo abbiamo sempre inteso e, in fondo in fondo, come continuiamo ad intenderlo oggi) è lo specchio di una società che non esiste più.


Pienamente d'accordo su questo.
In effetti comincio quasi a ritenere anacronistico lo stesso nome del sito, considerato il tipo di roba che stiamo recensendo negli ultimi anni  :D
Ho l'impressione che per molti di noi il rock sia come un feticcio che vogliamo tenere in vita a tutti i costi, ma che ciò che noi ci ostiniamo a chiamare "rock" sia ormai tutt'altro.
Credo che la decadenza e l'apatia del nostro tempo stia progressivamente inaridendo quell'entusiasmo genuino che aveva sempre caratterizzato il rock, non solo nelle sue forme più "primitive", ma persino in movimenti più apparentemente colti, dal progressive al kraut-rock.
Ecco, credo che sia ormai tutto troppo freddamente studiato e calcolato, e immagino che questo mal si concilii con il suffisso "avant".
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#13 Mr telefax

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Inviato 19 settembre 2006 - 16:10

Ho l'impressione che per molti di noi il rock sia come un feticcio che vogliamo tenere in vita a tutti i costi, ma che ciò che noi ci ostiniamo a chiamare "rock" sia ormai tutt'altro.

...Potremmo definire rock qualunque musica prodotta da gente che si è formata con il rock (e/o le sue ramificazioni). Questione di formazione, non tanto di risultati finali, che sono talmente variegati da rifiutare qualsivoglia calderone generalizzante.
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#14 wago

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Inviato 19 settembre 2006 - 16:11

Scusate, ma non mi pare che esistano solo elettronica (qualsiasi cosa voglia dire) e hip-hop. Di gruppi *rock* validi, interessanti e innovativi ce n'e' anche oggi, non capisco questo continuo agitare il fantasma della morte del rock quando mi sembra sia vivo e vegeto. A meno che davvero non si voglia sostenere che il post-rock non e' rock, il metal non e' rock, il post-hardcore (in quanto post-qualcosa, forse) non e' rock.
Che l'avanguardia in campo rock sia ormai difficilissima posso crederlo tranquillamente, anche se di mio non sono abbastanza competente per sostenerlo. L'avanguardia si e' sempre nutrita di commistione, decontestualizzazione (intesa anche come prendere un'idea da un genere artistico del tutto differente e portarla in musica), innovazione tecnologica. Puo' essere che le possibilita' commistione siano ormai a staurazione, ma quel che mi sembra di notare e' che da dieci anni a questa parte di grandi innovazioni tecnologiche in campo pertinente al rock non ce ne siano state, e che anche in campo elettronico/informatico si stia andando piu' di affinamento che di innovazione. Questo e' si' un fattore che puo' influire pesantemente sulle potenzialita' dell'avanguardia, ma non credo possa ritenersi questa una stasi definitiva: oggi non c'e' niente, domani chissa'...
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#15 slothrop

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Inviato 19 settembre 2006 - 17:10

Credo che forse rispondendo alla semplice domanda di Lassigue si chiarisca bene il senso della perplessità. Credo che la questione sia leggermente (non di più ma leggermente si) meno trita di quanto appare.

Gruppi come i già citati Skaters, ma pure i Davenport o i Wooden Wand and the Vanishing Voice o anche i Double Leopards o i Wolf Eyes secondo me fanno leva in maniera un pò spudorata sulla conoscenza (credo abbastanza acquisita) del loro pubblico di molti stili tipici della musica cosiddetta d'avanguardia (non mi dite che il non aver aggiunto la specificazione "cosiddetti" nel già abbastanza estenuante topic d'apertura ora mi condannerà all'ennesima diatriba su cosa possa dirsi avant oggi e cosa no. Discutiamo nell'ambito di un mondo possibile in cui per "avant" si intende il minimalismo classico, la microtonalità slegata dalla musica tradizionale orientale, l'improvvisazione radicali di matrice sia jazzistica che contemporanea, il glitch e tutto quello che ci può stare dietro).


Se io non avessi già una certa familiarità con l'industrial e una forma particolarmente degradata di Glitch apprezzerei comunque i Wolf Eyes? (occhio non sto discutendo l'originalità e la qualità della loro proposta che, anzi, secondo me ha assolutamente ragion d'essere, specie perchè di mezzo c'è anche il metal).
Se non conoscessi Angus McLise o magari anche i Dead C troverei un senso alla musica degli Skaters?
Se Phill Niblock e Lamonte Young, e così Henry Flynt, non m'avessero insegnato coi loro dischi strepitosi che un suono statico e ripetitivo ad oltranza può davvero essere affiscinante, troverei veramente belle e ammalianti certe sortite dei Davenport o di Wooden Wand? I Grateful Dead, che pure sono nel dna di questi gruppi, avevano uno stile più melodico e arzigogolato che oggi appare "muffoso" ma non era uno stile preso a prestito dalla musica contemporanea, semmai dal jazz ma con un'idea di trance secondo me piuttosto diversa alla base.


Non discuto la validità delle band prese in esame o l'originalità delle fusioni che stanno alla base del loro sound, ma mi chiedo se una formula nuova, un modo di organizzare i suoni realmente nuovo potrà venire fuori in un momento in cui tutti conoscono troppo bene la musica che ha certamente dato una spinta propulsiva e innovativa al rock e non si limitino ad altro che a ricalcarne le idee coi mezzi a loro disposizione.


PS: non sopravvalutate la mia lucidità quando apro di queste discussioni...
La mia non è una tesi ma più una domanda se anche secondo voi un eccesso di cultura del musicista (e lo stesso dicasi per gli ascoltatori) non finisce per far "sedere" i musicisti.
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#16 wago

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Inviato 19 settembre 2006 - 17:25

Lo domando da perfetto ignorante nei confronti dei gruppi a cui ti riferisci: ma sei sicuro che loro La Monte Young l'abbiano sentito? Che partano da una radicata conoscenza di quella che e' stata la precedente avanguardia? C'e' davvero questo "eccesso di cultura"? Non e' piu' che altro nell'ascoltatore?
Te lo chiedo perche' io spesso, sentendo gruppi anche molto piu' "canonici", ho questa sensazione, che per loro suoni nuovo quello che per me non lo e'.
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#17 starmelt

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Inviato 19 settembre 2006 - 18:08

Se io non avessi già una certa familiarità con l'industrial e una forma particolarmente degradata di Glitch apprezzerei comunque i Wolf Eyes?.
Se non conoscessi Angus McLise o magari anche i Dead C troverei un senso alla musica degli Skaters?
Se Phill Niblock e Lamonte Young, e così Henry Flynt, non m'avessero insegnato coi loro dischi strepitosi che un suono statico e ripetitivo ad oltranza può davvero essere affiscinante, troverei veramente belle e ammalianti certe sortite dei Davenport o di Wooden Wand?

Non discuto la validità delle band prese in esame o l'originalità delle fusioni che stanno alla base del loro sound, ma mi chiedo se una formula nuova, un modo di organizzare i suoni realmente nuovo potrà venire fuori in un momento in cui tutti conoscono troppo bene la musica che ha certamente dato una spinta propulsiva e innovativa al rock e non si limitino ad altro che a ricalcarne le idee coi mezzi a loro disposizione.

PS: non sopravvalutate la mia lucidità quando apro di queste discussioni...


Guarda, candidamente ammetto che sono ignorante più o meno completo in materia di industrial (e quel poco non mi è piaciuto granchè), il glitch lo conosco poco poco di più, ma poco, Phil Niblock non lo conosco, MacLise sì ma non benissimo, Flynt l'ho sentito ieri per la prima volta in compenso mi piacciono i Wolf Eyes (oddio non tutto tutto quello che ho sentito), mi piacciono gli Skaters, mi piace Wooden Wand (i Davenport mi mancano), insomma se si basavano sulle mie competenze per avere la mia approvazione sono partiti male.

No tranquillo non sopravvaluto :D, poi riordino le idee sugli altri argomenti e vedo di tornarci.
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#18 Guest_lassigue_bendthaus_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 20:23


Guarda, candidamente ammetto che sono ignorante più o meno completo in materia di industrial (e quel poco non mi è piaciuto granchè), il glitch lo conosco poco poco di più... in compenso mi piacciono i Wolf Eyes (oddio non tutto tutto quello che ho sentito


è capitato ad una miriade di persone ed è anche abbastanza ovvio (data la diversità delle proposte)

i Wolf Eyes citano sicuramente Throbbing Gristle e Whitehouse (metal e cippalippa) ma lo spirito è ben differente da quello del primo industrial: Genesis P-Orridge e soci cercavano di comunicare un messaggio (valido???) con i loro lugubri spettacoli mentre il gruppo americano è più orientato al cazzeggio/divertimento, sembrano quasi dei ragazzini che giocano a far rumore (non sto esprimendo giudizi eh, è un'idea ricorrente quella del caos ludico, vedi i Fat Worm Of Error)

la diversa attitudine si riflette nelle emozioni suscitate e nello stile ed è figlia del  materiale su cui lavorare di cui parla Mattia; l'attuale contesto sociale/culturale  sarà forse costituito da una  grave mancanza d'idee (io non la vedo così) ma è pur sempre un contesto, anche l'apatia può creare qualcosa di fantastico

bisogna vedere i cambiamenti in queste sfumature, certo non si può aspettare  il Parable Of Arable Land del 2006

i Wolf Eyes sono partiti da dei  punti fermi e hanno cercato di aggiungere qualche strato seguendo l'istinto di un artista che ha 20/30 anni oggi; secondo me ci sono riusciti,  dubito che tra i loro fan abbiano molto successo i TG o il tetro industrial nordico della Cold Meat

insomma penso che non ci sarà più nulla di sconvolgente ma che si potrà  levigare la materia esistente; visto che il contesto sociale è pieno di merda gli stimoli non dovrebbero mancare

mi sono limitato a parlare dei gruppi che conosco abbastanza bene (seri dubbi sul fatto di definirli avant-rock ma questa è un'altra questione)

ciao


edit:  Psychic Secession degli Yellow Swans (lo sto ascoltando di continuo) ha qualcosa da spartire con l'industrial ed è uno dei dischi più belli sentiti negli ultimi mesi (spero che il piacerone duri nel tempo); dopo rileggo tutto e correggo, ora ho troppa fame
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#19 Guest_Julian_*

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Inviato 20 settembre 2006 - 09:14

Per questo, battute a parte, sento di affermare con una certa coerenza la scarsa credibilità dei musicisti "avant" di oggi: si rifanno a clichè obsoleti che, perdona la ripetizione, non appartengono alla loro generazione. Concluderei il mio intervento, dunque, sentenziando che in discussione non sia la buona musica, ma la sua originalità nel riproporre schemi già esistenti. E quindi, ancora una volta, al diavolo la musica "avant"...


Sono abbastanza d'accordo con clò che dici, tranne che su questo punto: in fondo la necessità di rifarsi ai clichè del passato è proprio la caratteristica della nostra generazione. Il rock è uno dei prodotti (secondo me più significativi) della cultura della seconda metà del 900'. Oggi ovviamente ha ancora una sua importanza ed influisce ancora sulla musica pop oggi prodotta; però oggi, rispetto agli anni 60' o agli anni 80', si fa maggior fatica ad individuare una "linea guida", uno spirito comune, un sentire comune nei musicisti pop.
Non che allora fosse tutto facilmente catalogabile, però era forse più facile ricondurre certi movimenti a determinate istanze culturali che per l'appunto coinvolgevano tout court la cultura e la società. Ciò è stato evidentissimo nel decennio di rottura, gli anni 60', ma anche negli anni 80' ad esempio si può parlare di generazione hardcore, di generazione dark, del metal. Si tratta di movimenti artistici in qualche modo riconducibili ad un sentire comune.
Oggi come ho detto secondo me questo è molto più difficile, e non perchè manchi la musica di qualità, ma perchè - per mille motivi anche e soprattutto tecnologici -  manca una linea guida, manca un'ideologia forte anche in senso politico (credo che le uniche ideologie che si presentano come "forti", come rassicuranti, come in grado di rappresentare sempre un punto di riferimento per la massa nel mondo occidentale e non solo siano quelle religiose). Ecco quindi che diventa necessario rifarsi a qualche modello del passato.
In sostanza: una delle caratteristiche fondamentali dell'epoca contemporanea è la mancanza di una o più forme di "sentire comune" che caratterizzino le giovani generazioni, e così si rielabora all'infinito spunti del passato magari anche con originalità e bravura, ma senza che si diano svolte importanti e definitive.

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#20 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 20 settembre 2006 - 09:46

In effetti comincio quasi a ritenere anacronistico lo stesso nome del sito, considerato il tipo di roba che stiamo recensendo negli ultimi anni 
Ho l'impressione che per molti di noi il rock sia come un feticcio che vogliamo tenere in vita a tutti i costi, ma che ciò che noi ci ostiniamo a chiamare "rock" sia ormai tutt'altro.


Forse è così.
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#21 mongodrone

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Inviato 20 settembre 2006 - 09:54

se i red crayola si rifacevano alle istanze avanguardistiche del loro tempo, i gruppi avantrock di oggi dovrebbero coniugare i vari approcci rock alle nuove istanze della musica contemporanea attuale. perciò la domanda è: come sta la musica contemporanea attuale?
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#22 Guest_osvo_*

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Inviato 20 settembre 2006 - 10:01


Slothrop, intanto posso dirti che conosco molta gente che in vita sua non ha mai ascoltato né Throrbbing Gristle né Angus MacLise e che invece adora Wolf Eyes e simili. Quindi questo già è un segno, che in qualche misura risponde alla questione da te sollevata, e che dovrebbe far riflettere anche Mattia quando parla di gente che "usa suoni che non appartengono alla sua generazione": se fosse così non si capirebbe l'impatto che questi suoni hanno sui ventenni di oggi (a proposito Mattia, io non sono un musicista, giusto per chiarire).

Forse c'entra poco, ma questa storia mi ha ricordato quello che diceva Lydia Lunch a proposito del punk rock, che lei odiava: "Sono gruppi che fanno la stessa musica che faceva Chuck Barry vent'anni fa", il che, se ci pensate, in fondo è vero: semplice rock'n'roll. Ma ovviamente le cose non stavano così, al punto che tuttora riconduciamo il punk rock a uno dei suoni chiave di quell'epoca, la fine dei '70.

Io al contrario di Mattia, penso che la musica di cui si sta parlando qui, e che per comodità chiamiamo "avant rock", sia, in alcune delle sue manifestazioni, tra la più efficacie e indicativa dei tempi che viviamo. Capisco che possa anche disorientare. Ma se è vero che la logica del "nemo profeta in patria" non regge, non regge nemmeno quella del "è la stessa roba di vent'anni fa".
Si può ragionare casomai sull'assenza di dischi, di nuovo, ma appunto, anche quello è un segno dei tempi che viviamo. E se è vero che il rock (io direi l'epos del rock - e sul fatto che il termine sia anacronistico, concordo al 100%) ha perso da parecchio tempo il ruolo guida che aveva all'interno della cultura pop occidentale, è altrettanto vero che è stato sostituito da altre cose che in buona misura sono sue figliastre.

Insomma, basta co' sta retorica cei "tempi che viviamo", così "aridi e vuoti di idee". Non amo quelli che si esaltano per ogni nuova scoreggia di trend che esce su Blow Up o altrove, ma pure rifiutare a prescindere il ruolo e il significato che la musica dei 2000 ha sul tempo dei 2000, mi pare quantomeno miope (e pure un po' deprimente).
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#23 slothrop

    Enciclopedista

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Inviato 20 settembre 2006 - 10:43

Viste le risposte di Starmelt e Osvo (aka Ella Mai?) direi che il mio trip rientra alla base, e inoltre su quelle che possono essere peculiarità "al di fuori del disco" di molti gruppi odierni credo di pensarla più o meno come Osvo ed è forse il lato veramente interessante della faccenda attuale.


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#24 Guest_lassigue_bendthaus_*

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Inviato 20 settembre 2006 - 10:45


In sostanza: una delle caratteristiche fondamentali dell'epoca contemporanea è la mancanza di una o più forme di "sentire comune" che caratterizzino le giovani generazioni, e così si rielabora all'infinito spunti del passato magari anche con originalità e bravura, ma senza che si diano svolte importanti e definitive.


secondo me non c'è un nesso tra le 2 cose

la  mancanza di cui parli è pur sempre un contesto da cui potrebbe emergere della musica

la rielaborazione degli spunti del passato deriva piuttosto dalla diffusione e dall'assimilazione di questi spunti da parte dei musicisti; e neanche questo è totalmente vero (mi contraddico da solo), i Wolf Eyes potrebbero avere avuto delle intuizioni simili a quelle dei TG per caso (difficile crederci ma boh)

le idee primitive sono limitate e probabilmente sono già esaurite
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#25 D.VAN VLIET-parte seconda

    Groupie

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Inviato 20 settembre 2006 - 10:56


le idee primitive sono limitate e probabilmente sono già esaurite


L'idea primitiva e' una sola...
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#26 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 20 settembre 2006 - 11:03

Ma siamo sicuri che tutti i musicisti che fanno avant-rock conoscano la musica d'avanguardia, o piuttosto si ispirano a gruppi rock del passato, che con le loro ardite sperimentazioni hanno sdoganato un certo tipo di musica radicale? Voglio dire, è possibilissimo che un gruppo di oggi conosca Xenakis o Stockhausen, ma sono sicuro che quando trova il coraggio di proporre qualcosa di sperimentale, lo faccia più che altro perchè ormai un certo tipo di ricerca è entrata, anche senza accorgersene, nel bagaglio di molti musicisti. Consentitemi di pensare che è molto più semplice oggi, per qualsiasi gruppo, produrre un cd-r anche solo di rumore, piuttosto che farlo ai tempi dei Velvet Underground, dei Red Crayola e dei Faust. C'è poi un'altra questione: esiste oggi una scena avanguardistica alla quale ispirarsi, che faccia "tendenza"? Vi ricordo, a titolo d'esempio, che i Velvet Underground avevano John Cale che suonava con La Monte Young, e tantissimi musicisti Kraut avevano frequentato le lezioni di musica di Stockhausen. Oggi non mi sembra che ci siano figure così influenti e mitiche, e tra l'altro sarei curioso di conoscere i grandi nomi dell'attuale avanguardia che dovrebbero influenzare l'avant-rock.  
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#27 gigirictus

    ï͂͑̉͆ͧͮͩ̓ͧ̒͒̉̎̂̊͆͑͐̊̓̊̅ͭ͗̐̄̏̾̄͊

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Inviato 21 settembre 2006 - 11:46


Se io non avessi già una certa familiarità con l'industrial e una forma particolarmente degradata di Glitch apprezzerei comunque i Wolf Eyes?


La mia non è una tesi ma più una domanda se anche secondo voi un eccesso di cultura del musicista (e lo stesso dicasi per gli ascoltatori) non finisce per far "sedere" i musicisti.


Neanch'io ho familiarità con l'industrial e considero il glitch una delle cose più brutte che esistano al mondo. Eppure mi piacciono i Wolf Eyes.

Mi chiedo poi se ci sia più differenza tra la musica dei Wolf Eyes e l'Industrial o tra l'Industrial e la Musique Concrete.

Genesis P-Orridge e soci cercavano di comunicare un messaggio (valido???) con i loro lugubri spettacoli mentre il gruppo americano è più orientato al cazzeggio/divertimento, sembrano quasi dei ragazzini che giocano a far rumore


Non è una differenza da poco. A me questo divertimento lo comunicano, come la maggioranza dei gruppi "avant" odierni che preferisco, anche se molto diversi (due esempi opposti: le SPUNK, che vengono dalle accademie, e gli Avarus, che sono dei cazzeggiatori). Si divertono e mi divertono, questa è la principale differenza con i gruppi del passato, che non mi danno questa sensazione (a parte i Godz, che infatti erano degli estranei del loro tempo).
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rym |


#28 Guest_lassigue_bendthaus_*

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Inviato 21 settembre 2006 - 11:58


Non è una differenza da poco.


non è una differenza da poco, è vero, ma io ho parlato di sfumature perchè slot ha fatto riferimento a dischi (probabilmente) rivoluzionari; dico probabilmente perchè della scena musicale di oggi tutti sanno tutto (su internet girano mp3 di gruppi che non hanno mai inciso una mazza) mentre del periodo dei Red Krayola si sono perse le tracce (allora la comunicazione era molto più limitata)

insomma  magari tante avant-band valide sono finite nel dimenticatoio e nessuno saprà mai una cippa


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#29 beppecozza

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Inviato 21 settembre 2006 - 13:12

Ho l'impressione che per molti di noi il rock sia come un feticcio che vogliamo tenere in vita a tutti i costi, ma che ciò che noi ci ostiniamo a chiamare "rock" sia ormai tutt'altro.


Ottima considerazione Claudio: oggi nel calderone "rock" ci finisce di tutto, dai Rolling Stones a Madonna...e siccome sono uno che va controcorrente per natura, io sostengo da sempre (e fortunatamente per me non sono il solo) dell'anacronismo del "rock italiano", che a mio avviso non è mai esistito, in quanto non rientra nel nostro dna culturale fare rock. La nostra è una imitazione, a volte ben fatta, ma pur sempre una imitazione. 
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#30 Guest_DiamondSeaII_*

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Inviato 21 settembre 2006 - 13:26

Sarò retrogrado,ignorante,qualunquista e quello che vi pare ma per me il rock deve avare determinata caratteristiche per essere definito tale.
Non sono e non sarò mai d'accordo con chi fà di tutta l'erba un fascio,inserendo nel'univeso rock tutta la musica popolare e non dagli anni 50 in poi.Un atteggiamento diffuso fra chi preferisce la musica elettronica e i suoi derivati,arrivando addirittuara a negare l'importanza delle chitarra elettrica nella musica rock.Per quello che mi riguarda è,e restera sempre lo strumento fondamentale e irrinunciabile di questa musica,pur con tutti i sottogeneri che ne derivano.
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#31 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 21 settembre 2006 - 13:45

Sarò retrogrado,ignorante,qualunquista e quello che vi pare ma per me il rock deve avare determinata caratteristiche per essere definito tale.


"Parable Of Arable Land" lo consideri rock? Cerchiamo comunque di rimanere in discussione, non si parla nè della validità del rock italiano, nè delle caratteristiche che deve avere il rock per essere definito tale.
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#32 Guest_DiamondSeaII_*

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Inviato 21 settembre 2006 - 14:03

Sarò retrogrado,ignorante,qualunquista e quello che vi pare ma per me il rock deve avare determinata caratteristiche per essere definito tale.


"Parable Of Arable Land" lo consideri rock?


Decisamente si,così come i Residents,Can,Half Japanese restando in ambito più o meno avant.Non considero rock ad esempio i Tangerine Dream e i Kraftwerk,ho detto una bestemmia!?
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#33 Guest_Julian_*

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Inviato 21 settembre 2006 - 14:14

Mi sembra si tenda un pò a ragionare per compartimenti stagni. La musica non segue queste vie nella propria evoluzione. Intendiamoci, conoscere ciò di cui si sta parlando è importante, è fondamentale sapere quali sono le caratteristiche generali di un genere che valgono a distinguerlo da un altro...però non è tutto così matematico.
Non penso che i Can abbiano inziziato il proprio percorso dicendo "Ehi, noi dobbiamo fare solo rock" o che i Tangerine Dream abbiano concordato "Noi non facciamo rock".
Più volte io stesso ho criticato la tendenza, molto radicata nel forum, ad inserire nel calderone rock di tutto e di più, dimenticando che se si parla di rock a partire da metà anni 50' lo si fa per ragioni ben precise, e che quindi il folk ed il blues, pur essendo fondamentali nella genesi dello stesso, non possono venir considerati rock in toto; sarebbe un errore, esattamene come considerare tutto blues o tutto jazz perchè la musica che si ascolta ha una qualche assonanza o similarità con blues o jazz.
Però, ripeto, trovo sbagliato e fuorviante ragionare per settori e compartimenti stagni.
E' evidente che i Can non erano "solo" un gruppo rock ma che si ispiravano tanto al rock'n'roll quanto alla psichedelia, al free-jazz, alla musica d'avanguardia.
Lo stesso vale per i Red Crayola.
Quindi cosa dovrei dire? Che si tratta di gruppi rock o no? In fondo lo sono in parte....se non rispettamo i dettami del purismo come devo classificarli? Mi sembra una discussione un pò sterile, posta in questi termini...
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#34 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 21 settembre 2006 - 14:24

Citazione
Sarò retrogrado,ignorante,qualunquista e quello che vi pare ma per me il rock deve avare determinata caratteristiche per essere definito tale.


"Parable Of Arable Land" lo consideri rock?

Decisamente si,così come i Residents,Can,Half Japanese restando in ambito più o meno avant.Non considero rock ad esempio i Tangerine Dream e i Kraftwerk,ho detto una bestemmia!?


No, era solo una mia curiosità.  ;)
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#35 xtal

    mainstream Star

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Inviato 21 settembre 2006 - 15:02

Sarò retrogrado,ignorante,qualunquista e quello che vi pare ma per me il rock deve avare determinata caratteristiche per essere definito tale.
Non sono e non sarò mai d'accordo con chi fà di tutta l'erba un fascio,inserendo nel'univeso rock tutta la musica popolare e non dagli anni 50 in poi.Un atteggiamento diffuso fra chi preferisce la musica elettronica e i suoi derivati,arrivando addirittuara a negare l'importanza delle chitarra elettrica nella musica rock.Per quello che mi riguarda è,e restera sempre lo strumento fondamentale e irrinunciabile di questa musica,pur con tutti i sottogeneri che ne derivano.


Guarda, io sono un amante di elettronica e derivati, ma non mi sono mai sognato di negare l'importanza fondamentale della chitarra elettrica nel rock, né di inserire nel calderone qualunque cosa non sia jazz e classica. Per i Kraftwerk secondo periodo sono d'accordo, sui Tangerine un po' meno in quanto nella loro musica compare anche l'elettrica, con sonorità tipicamente rock.
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#36 mongodrone

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Inviato 21 settembre 2006 - 16:42

ma alla fine chi se ne frega di questi confini... gottsching ha suonato rock psichedelico con gli ash ra tempel, ha usato la chitarra per suonare musica minimale con inventions for electric guitar, e poi si è messo a usare vari marchingegni per comporre il primo disco house della storia, e2-e4, con all'interno un assolo lunghissimo di chitarra. dove lo dovrei incasellare?  ::)
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#37 Guest_lassigue_bendthaus_*

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Inviato 21 settembre 2006 - 16:49

vari marchingegni per comporre il primo disco house della storia, e2-e4,


le leggende dicono techno eh, ma sempe di leggende si tratta
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#38 mongodrone

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Inviato 21 settembre 2006 - 16:51

sinceramente faccio sempre confusione tra questi due termini... ma perchè leggenda? mi sembra che lo stile sia più o meno quello
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#39 xtal

    mainstream Star

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Inviato 22 settembre 2006 - 17:57

Se volete il mio parere, quel disco non è né house, né techno, piuttosto è vicino alla musica minimale e anche un po' all'ambient. Non è che solo perché c'è qualche (piccolissimo) battito di cassa dev'essere per forza house, considerando soprattutto che è musica d'ascolto. E poi house e techno nacquero dall'altra parte del mondo...
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