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Aleksandra, di A. Sokurov


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12 replies to this topic

#1 satyajit

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Inviato 02 giugno 2008 - 21:34

Uscito a Milano in una sola sala, che di solito fa film di seconda visione: così il distributore si è giocato la nota di merito che si era guadagnato facendo uscire il film in lingua originale coi sottotitoli.
Oggi pomeriggio, giorno festivo, a vederla c'erano una trentina di spettatori.

Personalmente mi ritengo deluso. Sokurov rende il suo cinema un po' meno estremo con l'obiettivo di guadagnare comunicativa, ma il risultato è un compromesso stilistico e politico, un'opera annacquata e ugualmente, se non maggiormente (per quanto mi riguarda: la seconda) tediosa rispetto ai suoi lavori precedenti.

Devo dire che il maestro comincia un po' a stufarmi (anche Il sole non mi aveva fatto impazzire).

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#2 bowman

    Groupie

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Inviato 07 giugno 2008 - 11:34

A me è piaciuto tantissimo.

Nel film ci sono Paisà e Germania anno zero di Rossellini, il candore e la purezza dei volti di Pasolini, ci sono immagini che ricordano Ejzenstein , vi è Tarkovski, c'è la poesia di Renoir, lo sguardo acuto di Kubrick, l'umanesimo di Monicelli. Ed ovviamente c'è tutta la spiritualità di Sokurov.
immagini bellissime e possenti, macchina da presa che si muove fluida, "tocchi" di dialogo dal peso fortissimo.

Trasuda di spiritualità. Lo definirei: poesia sociale.

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#3 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 19 giugno 2008 - 21:16

La fotografia è bellissima, gli esterni sono tutti monocromatici, prima l'arrivo è sui toni del verde, è un arrivo di notte, richiama i visori notturni dei militari, poi c'è il colore della sabbia per il giorno, accecante che via via vira nel seppia, infine c'è una sequenza notturna tutta sui toni del grigio, un grigio molto bello.
L'intreccio è molto semplice ed essenziale, i dialoghi molto stringati, gli avvenimenti pochi.
La nonna teme il cambiamento del nipote a causa dell'abitudine alla guerra, che per inciso non si vede mai, ma l'accampamento tracima di armi, di cingolati, di attese e partenze. Il nipote sente che si sta perdendo in quel nulla infinito pieno di morti e si rifiuta di sposarsi, rifiuta di progettare un futuro.
Un breve incontro con la comunità locale farà vedere l'educazione all'odio che intrappola tutti i maschi, la forte solidarietà trasversale fra le donne, estranee, diverse, ma uguali nei sentimenti verso ciò che le circonda: una pietas salda, una pazienza meno logora rispetto a quella dei giovani.
Molto essenziale molto bello, non schierato, ma chiarissimo nell'evidenziare l'inutilità della guerra e la contemporanea complessità della situazione in cui la Cecenia si trova da tutti questi anni, una complessità per cui non ci sono facili soluzioni.
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#4 verdoux

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Inviato 09 luglio 2008 - 09:33

Alexandra
Un nipote è quanto mai di più caro al mondo possa avere una nonna, ancora più caro dei suoi stessi figli, perché assicura la sua sopravvivenza genetica nel futuro; quale quindi può essere maggior ansia se non quella di perdere un nipote, in qualunque modo lo si perda, a maggior ragione se per una guerra misconosciuta?
La nonna che visita il nipote al fronte è un fatto quanto mai improbabile, al più lo  può rivedere in licenza o in visita parenti in una caserma, ma in tempo di pace.
Ma Sokurov misconosce la guerra , quella guerra, la nega perché ne nega le ragioni e i presupposti, perché le donne ed il popolo non la vogliono, perché, come in tutte le guerre, sono i ricchi, sia di una fazione che dell??altra, a mandare i poveri a combattersi per falsi ideali borghesi, artificiosamente costruiti, onore, patria, diversità etnica, culturale, religiosa, irredentismo, pretesti al servizio dei kulak che vogliono farsi il loro granducato col sangue altrui; c??è il petrolio, ma è una sciocchezza, le guerre c??erano anche prima che fosse inventato.
Sokurov non fa il pacifista generico di maniera, a buon mercato; è anche lui un nipote, nipote dei grandi registi russi (intendo di area ex sovietica) degli anni 20 e 30, tali Kulesov, Barnet, Kozincev e tanti altri che hanno mandato un chiaro messaggio contro la guerra, ??non sparate sui vostri fratelli?, girate i fucili e rivoltateli contro chi vi ordina di sparare; solo la rivoluzione, l??unione interetnica di tutti i proletari, è efficace contro la guerra; la ribellione ed il ribellismo sono di destra al servizio dei padroni.
Sokurov è un grande, sommo regista; a volte sa essere estremamente complesso e altre volte, come in madre e figlio, sa essere di una semplicità disarmante; Alexandra appartiene al filone della semplicità, una nonna va a trovare il suo nipote in guerra ??e nulla più?. Ma è tantissimo, un film semplice e profondo, una efficace rappresentazione della realtà che partendo da una visione microscopica da dentro le cose, ne ricostruisce il contesto macroscopico esterno; un film un po?? liturgico, può anche non piacere, ma è un film eccellente, credo un capolavoro..
Non voglio attribuire a Sokurov pensieri che non ha espresso, che sono pensieri miei, sia pure suggeriti dal film, ma Cecenia, Ossezia, sono questioni  che mi hanno provocato  grande fastidio e nausea, guerre gratuite e opportuniste; neppure il tempo per tirare un sospiro di sollievo per lo scioglimento pacifico del URSS, c??erano armi nucleari in giro ed il rischio corso è stato veramente grosso e subito sono sorti nuovi pretesti di guerra e sono stati fomentati.
Alexandra Nicolaevna, ospite del nipote, capitano dei carristi, si aggira spaesata e imbranata in un presidio militare, avamposto da cui partono azioni di guerra; la situazione è paradossale, che ci fa lei là in mezzo a blindati e soldati, un intruso ed un intrigo per chi la deve accudire, una donna sbagliata nel posto sbagliato, oppure, forse è proprio lei l??unica cosa giusta in un mondo tutto sbagliato; ma non viene azionata la leva dell??umorismo grottesco, tutto rimane in un ambito terribilmente serio e drammatico, minuziosamente osservato e vivisezionato, con rapporti dialettici che a volte diventano duri, da cui emergono tensioni pregresse e represse che tendono a deflagrare, prima di stemperarsi in un femminile abbraccio liberatorio finale.
Il film mi ha trasmesso un grande senso di stanchezza, la stessa stanchezza fisica e mentale che Alexandra, nonna 80enne, si sente addosso mentre si aggira dietro le quinte di una guerra di cui non ne comprende le ragioni e di cui ne osserva gli effetti.
Sono tutti stanchi uomini e donne, russi e ceceni, sguardi fissi nel vuoto, disillusi e sfiduciati; ridateci la libertà dice il ragazzo ceceno ad Alexandra; la libertà da chi e per chi, viene da chiedersi, se stai facendo la guerra per instaurare una dittatura.

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#5 Guest_Maedhros_*

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Inviato 09 luglio 2008 - 10:00

nipote dei grandi registi russi (intendo di area ex sovietica) degli anni 20 e 30, tali Kulesov, Barnet, Kozincev e tanti altri che hanno mandato un chiaro messaggio contro la guerra, ??non sparate sui vostri fratelli?, girate i fucili e rivoltateli contro chi vi ordina di sparare; solo la rivoluzione, l??unione interetnica di tutti i proletari, è efficace contro la guerra; la ribellione ed il ribellismo sono di destra al servizio dei padroni.


non ho purtroppo ancora avuto modo di vedere Alexandra, ma questa tua interpretazione mi lascia un attimo perplesso perchè non credo proprio che Sokurov abbia particolarmente a cuore gli ideali dell'unione sovietica, e non ho mai nemmeno pensato a un legame particolarmente significativo tra lui e il cinema sovietico di quegli anni..
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#6 verdoux

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Inviato 09 luglio 2008 - 11:58

 

non ho purtroppo ancora avuto modo di vedere Alexandra, ma questa tua interpretazione mi lascia un attimo perplesso perchè non credo proprio che Sokurov abbia particolarmente a cuore gli ideali dell'unione sovietica, e non ho mai nemmeno pensato a un legame particolarmente significativo tra lui e il cinema sovietico di quegli anni..


non ha a cuore l'unione sovietica ma la russia ed è considerato l'erede di Tarkovskij; stilisticamente lo è, ma più di Tarkovskij è innovatore di cinema, sia nel campo della finzione che del documentario;

per questo ho citato appunto Kulesov, Barnet e altri grandi innovatori di cinema; mi sono dimenticato di Romm (io credo) nel campo del documentario;

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#7 satyajit

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Inviato 10 luglio 2008 - 21:32

Ma Sokurov misconosce la guerra , quella guerra, la nega perché ne nega le ragioni e i presupposti, perché le donne ed il popolo non la vogliono, perché, come in tutte le guerre, sono i ricchi, sia di una fazione che dell??altra, a mandare i poveri a combattersi per falsi ideali borghesi, artificiosamente costruiti, onore, patria, diversità etnica, culturale, religiosa, irredentismo, pretesti al servizio dei kulak che vogliono farsi il loro granducato col sangue altrui; c??è il petrolio, ma è una sciocchezza, le guerre c??erano anche prima che fosse inventato.


Mi sa che tu hai visto un altro film. Dove emerge tutto ciò in Alexandra?


Non voglio attribuire a Sokurov pensieri che non ha espresso, che sono pensieri miei,


Appunto.



ridateci la libertà dice il ragazzo ceceno ad Alexandra; la libertà da chi e per chi, viene da chiedersi, se stai facendo la guerra per instaurare una dittatura.


Tipo dai russi?
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#8 verdoux

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Inviato 12 luglio 2008 - 11:37


Ma Sokurov misconosce la guerra , quella guerra, la nega perché ne nega le ragioni e i presupposti, perché le donne ed il popolo non la vogliono, perché, come in tutte le guerre, sono i ricchi, sia di una fazione che dell??altra, a mandare i poveri a combattersi per falsi ideali borghesi, artificiosamente costruiti, onore, patria, diversità etnica, culturale, religiosa, irredentismo, pretesti al servizio dei kulak che vogliono farsi il loro granducato col sangue altrui; c??è il petrolio, ma è una sciocchezza, le guerre c??erano anche prima che fosse inventato.


Mi sa che tu hai visto un altro film. Dove emerge tutto ciò in Alexandra?



E chissà quante altre cose si sono e non ho colto alla prima visione, perché Sokurov è un grande, il suo cinema è poliedrico e mutevole, spesso ellittico, un cinema che ogni volta si ripropone sotto parvenze diverse; certo se, come ho capito, il film non ti è piaciuto, è più difficile essere stimolati a riflessioni cinematografiche ed intellettuali; il mio consiglio è di rivederlo e riconsiderarlo.

La risposta di Alexandra al ragazzo ceceno: davvero pensi che Sokurov non sarebbe stato capace di metterle in bocca qualcosa di intelligente? Ha scelto di non farlo, nello spirito del film, che nega la ragione.

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#9 satyajit

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Inviato 12 luglio 2008 - 15:12

Nega anche l'occupazione, la guerra, la repressione. Come ha scritto giustamente Crespi, Sokurov in Cecenia ha visto dei boy-scout.
Lascia perdere quello che non hai ancora colto e spiegami dove si parla di differenze di classe (tema assolutamente assente nel suo cinema), di kulaki e di petrolio.
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#10 verdoux

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Inviato 12 luglio 2008 - 11:37


Ma Sokurov misconosce la guerra , quella guerra, la nega perché ne nega le ragioni e i presupposti, perché le donne ed il popolo non la vogliono, perché, come in tutte le guerre, sono i ricchi, sia di una fazione che dell??altra, a mandare i poveri a combattersi per falsi ideali borghesi, artificiosamente costruiti, onore, patria, diversità etnica, culturale, religiosa, irredentismo, pretesti al servizio dei kulak che vogliono farsi il loro granducato col sangue altrui; c??è il petrolio, ma è una sciocchezza, le guerre c??erano anche prima che fosse inventato.


Mi sa che tu hai visto un altro film. Dove emerge tutto ciò in Alexandra?



E chissà quante altre cose si sono e non ho colto alla prima visione, perché Sokurov è un grande, il suo cinema è poliedrico e mutevole, spesso ellittico, un cinema che ogni volta si ripropone sotto parvenze diverse; certo se, come ho capito, il film non ti è piaciuto, è più difficile essere stimolati a riflessioni cinematografiche ed intellettuali; il mio consiglio è di rivederlo e riconsiderarlo.

La risposta di Alexandra al ragazzo ceceno: davvero pensi che Sokurov non sarebbe stato capace di metterle in bocca qualcosa di intelligente? Ha scelto di non farlo, nello spirito del film, che nega la ragione.

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#11 satyajit

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Inviato 12 luglio 2008 - 15:12

Nega anche l'occupazione, la guerra, la repressione. Come ha scritto giustamente Crespi, Sokurov in Cecenia ha visto dei boy-scout.
Lascia perdere quello che non hai ancora colto e spiegami dove si parla di differenze di classe (tema assolutamente assente nel suo cinema), di kulaki e di petrolio.
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#12 verdoux

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Inviato 17 luglio 2008 - 14:40

Nega anche l'occupazione, la guerra, la repressione. Come ha scritto giustamente Crespi, Sokurov in Cecenia ha visto dei boy-scout.


Che aiutano la nonna ad attraversare la strada! Spiritoso ma un po?? fazioso perché non è vero e si capisce tutto benissimo, occupazione, repressione, guerra; che poi Sokurov abbia deluso chi si aspettava il compitino anti Putin, pazienza, è una scelta sua, condivisibile o no, ma rispettabile; occupazione di cosa? Siamo in Russia; quale guerra? ? stata una rivolta fomentata, per balcanizzare la Russia, una guerra che il popolo ceceno non voleva, una guerra foriera di una destabilizzazione pericolosissima di quell??area e con conseguenze e contraccolpi imprevedibili; certo Sokurov non mostra la repressione in termini truculenti, ma non mostra nemmeno la rivolta ed il terrorismo, avrebbe dovuto fare un altro film; un film per fomentare anziché un film per riflettere; difficilmente sarebbe stato un film politicamente corretto, sarebbe stato di parte, probabilmente soggetto a censura preventiva; quindi meglio così, anche perché il tema del film non è la guerra ma la pace e l??unità dei popoli russi (e non); Sokurov non crede nel nazionalismo delle piccole patrie, mi dispiace ma non è leghista; che poi non tutto sia evidente è una scelta di stile, perché Sokurov non rappresenta le cose con l??enfasi di Eisenstein o con l??umorismo di Barnet, lascia molto non detto, spazi aperti alla riflessione dello spettatore;


Lascia perdere quello che non hai ancora colto e spiegami dove si parla di differenze di classe (tema assolutamente assente nel suo cinema), di kulaki e di petrolio.


dice la voce narrante di Sokurov:  nel 1917 il mondo era spaccato in due, non c??erano più i russi, i tedeschi, gli americani o gli inglesi ma solo gli alleati di classe e i nemici di classe, chi non è con noi è contro di noi. Tertium Non Datur (e nulla più)
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#13 satyajit

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Inviato 18 luglio 2008 - 16:57

Se ci tieni a saperlo, io da antiamericano sono pro-Putin, il principale oppositore dell'imperialismo Usa (altro che Cina).
Tuttavia sulla Cecenia ti sbagli, poichè Putin appoggiò la guerra in Iraq pur di avere mano libera in Cecenia. All'epoca cercai qualche indizio sulla connivenza tra Stati Uniti e terrorismo ceceno e non ne trovai di credibili. Ben diverso ciò che successe in seguito in Ucraina o in Georgia.
Tuttavia il film di Sokurov è vergognosamente negazionista. Stiamo parlando di un conflitto che ha contato episodi come il massacro di Grozny, il peggiore del dopoguerra, peggio di Falluja. Nessuno comunque si aspettava un pamphlet anti-Putin, ma l'esatto opposto, visto che è stato girato sotto la protezione dell'esercito russo. Io onestamente quell'opposto l'avrei preferito, rispetto all'ignavia che ho trovato in Alexandra. In questi casi, l'approccio umanista (accettabile se si narrano episodi del passato) è inevitabilmte inadeguato, buonista, retorico, superficiale. E parlare di unità dei popoli stando dalla parte del più forte (nonché dell'occupante) è assolutamente deprecabile. E' parlare di pacificazione, non di pace.

Altro discorso è il tuo commento al film. Tu (mi sembra) ci hai visto quello che ci volevi vedere. Sokurov ha una concezione di origne romantica dello spirito di popolo, della nazione e della storia. Nulla a che vedere con materialismo, economicismo, dialettica. Nel suo cinema non c'è contrapposizione, c'è un hegeliano Aufhebung, in cui però l'antitesi si intravvede appena appena.

Ora ti saluto che sto per partire, guarda caso, per la Russia.
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