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Jan Garbarek


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7 replies to this topic

#1 Merlo

    Classic Rocker

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Inviato 15 giugno 2006 - 10:11

Ciao a tutti, in questo periodo sto ascoltando con grande piacere il disco del Jan Garbarek Quartet 'Afric Pepperbird'.
Bellissimo. Qualcuno mi sa dire qualcosa di più su questo sassofonista e magari consigliare qualche altro suo lavoro?
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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#2 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 15 giugno 2006 - 10:40

Ora non ho il tempo per parlare diffusamente di Garbarek, ma mi permetto di consigliarti alcuni dei sui dischi che mi sono piaciuti di più.
Come vedrai alcuni sono un po' datati, perché mi pare che ultimamente (e con questo avverbio intendo almeno negli ultimi 10 anni) la musica del buon Jan abbia subito una involuzione dalla quale a mio avviso non sono emersi grandi capolavori.
Per quanto riguarda i dischi a suo nome, direi di non farti sfuggire:

Dansere 1975: un J.G. ancora acerbo ma che esprime già con padronanza quella che sarà la sua poetica. E poi c'è Bobo Stenson ???

I took up the runes 1990: direi un "classico" disco di J.G. caratterizzato dal suono particolarissimo del suo sax

Rites  1998: andrò controcorrente ma questo disco mi piace molto. E' doppio, e forse poteva essere un singolo prendendone solo il meglio, però ci sono un paio di brani davvero spettacolari. (non c'entra nulla con la musica, ma le foto del libretto sono magnifiche!)

Visible world 1996: forse uno dei suoi dischi più "commerciali" (per quanto possa essere "commerciale" J.G.), ma davvero piacevolissimo.

Ragas and Sagas 1992 con Ustad Fateh Ali Khan: oriente e occidente si toccano in un incontro magico e stupefacente.

Madar 1994 con Anouar Brahem e Ustad Shaukat Hussain: forse il disco suo che preferisco. Ancora un incontro tra est e ovest, tra l'agidità dei sax e il caldo coinvolgimento di tablas e oud. Una meraviglia

(non ho citato appositamente Officium con l'Hilliard Ensemble)

Oltre ai dischi a proprio nome, J.G. è piuttosto attivo anche come ospite in dischi altrui. Direi che vanno assolutamente conosciuti:

Zakir Hussain: Making music 1987

I dischi con il "quartetto europeo" di Jarrett, soprattutto
Belonging 1974 (strepitoso, uno dei miei dischi preferiti di sempre!) e My song 1978, ma anche Personal mountains 1989 si difende bene!

Tra le ultime uscite, molto interessante Universal syncopations 2003 a nome di Miroslav Vitous

Dimenticavo: tutti pubblicati da ECM
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#3 OffTopic

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Inviato 15 giugno 2006 - 11:00

Ragas and Sagas 1992 con Ustad Fateh Ali Khan: oriente e occidente si toccano in un incontro magico e stupefacente.

Madar 1994 con Anouar Brahem e Ustad Shaukat Hussain: forse il disco suo che preferisco. Ancora un incontro tra est e ovest, tra l'agidità dei sax e il caldo coinvolgimento di tablas e oud. Una meraviglia


Questi due sono di una bellezza indescrivibile, e non avresti potuto usare parole migliori. La mia idea (forse ingenua) è che i momenti migliori di questo musicista nascano proprio dall'incontro di un "nord" con un "sud", o di un "ovest" con un "est", in un dialogo in cui le differenze, invece di essere annullate o mitigate, sono talvolta accentuate di proposito. Il risultato è sempre una musica carica di mistero e di un fascino incredibile.

(non ho citato appositamente Officium con l'Hilliard Ensemble)


Non ti piace?
A me al tempo piacque molto, forse perché era il mio disco di incontro con Garbarek. La sensazione di quel suono "a volo d'uccello" sopra qualcosa di morto, come sopra una necropoli (perché di ufficio funebre in fondo si trattava) mi metteva i brividi. Il bello è che operazioni di questo tipo solitamente non mi convincono. Lo dovrò riascoltare.
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#4 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 15 giugno 2006 - 11:12


(non ho citato appositamente Officium con l'Hilliard Ensemble)


Non ti piace?
A me al tempo piacque molto, forse perché era il mio disco di incontro con Garbarek. La sensazione di quel suono "a volo d'uccello" sopra qualcosa di morto, come sopra una necropoli (perché di ufficio funebre infondo si trattava) mi metteva i brividi. Il bello è che operazioni di questo tipo solitamente non mi convincono. Lo dovrò riascoltare.


Speravo che nessuno me lo chiedesse... il disco è bello, interessante, un'operazione molto accurata. Anch'io ho avuto la stessa sensazione che hai così bene descritto, ma alla lunga mi stanca. Non perché sia pesante all'ascolto, semplicemente perché mi annoia. Cosa che non succede con altre cose incise dall'Hilliard (vedi lo splendido Tenebrae con i responsori di Gesualdo da Venosa o l'altrettanto ottimo Morimur con le corali di J.S.Bach intervallate dalla partita n.2 per violino suonata da Poppen). Diciamo un disco che seppur ottimo, devo prendere a piccole dosi.
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#5 Lorenzovic

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Inviato 15 giugno 2006 - 11:44

Approfitto del thread per "tornare vivo" col mio primo messaggio.
Quando tornerà disponibile il vecchio forum, c'era forse più di un topic su Garbarek.

Le segnalazioni fatte vanno benissimo; del primo periodo aggiungerei Witchi-Tai-To del 1973 (in quartetto con Stenson-Christensen-Danielsson, c'è pure una versione di "Hasta siempre Comandante"...), e l'atmosfericissimo e non facile Dis del 1976 (con Towner). Di quest'ultimo avevo realizzato una scheda per "Ondajazz"; mi chiedo che fine abbia fatto il progetto...

Più recentemente, il facile ma piacevolmente folk Legend of the seven dreams (1988); infine ho apprezzato molto l'effimero trio di Star (con Vitous ed Erskine;visti anche dal vivo molti anni fa...).

Tra le collaborazioni segnalo Solstice di Towner (1974) e l'ottimo Deer Wan (1977) di Kenny Wheeler: "3/4 in the afternoon" è per me uno tra i brani più belli del catalogo ECM.
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#6 Gabri

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Inviato 16 giugno 2006 - 00:48

Non mi pare sia stato citato Twelve Moons (1992).
Ingredienti: sax sopraffino come al solito, tradizione popolare norvegese, jazz tout-court, atmosfere prevalentemente rilassate, corroborate dalla batteria effervescente di Manu Katché; musica certo ammiccante, ma di altissima fattura.
(Tra l'altro: chi ascolta Radio Tre riconoscerà qualche jingle familiare estratto da questo disco).
C'è anche il momento plumbeo, piangente: The Tall Tear Trees, il brano che forse amo di più, col basso nasale di Eberhard Weber in primo piano.

A proposito di Weber: Solstice, citato da Lorenzovic, è un disco che personalmente ho consumato. Grande formazione, in cui ognuno trova il giusto spazio, con Towner, Weber appunto, Garberek e Jon Christensen alla batteria. Se si cerca Garbarek qui lo si trova in grande spolvero, già col suo riconoscibilissimo sound melodico e personale, preciso ed efficace. Ma con l'occasione c'è anche dell'altro, vedi un Christensen a tratti stepitoso, almeno per me.
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#7 madadayo

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Inviato 16 giugno 2006 - 09:37

A me piace il Garbarek anni '70, quindi ai già citati Witchi-Tai-To (73) e Belonging (74) aggiungerei Triptykon del 1972 composto in trio con Jon Christensen alla batteria e Edward Vesala alle percussioni. Da sentire....... :D
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#8 Sperelli A.

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Inviato 19 giugno 2006 - 20:27

non so se avete mai visto il film kippur di amos gitai, la colonna sonora, costituita principalmente da un solo motivo, è composta da Garbareck ed è qualcosa di sublime...la scena di sesso iniziale ,estremamente mistica ed anche molto bella dal punto di vista estetico per l'originalità, è stata tra le più folgoranti in assoluto, merito,anche,del sottofondo musicale oltre che della bravura del regista
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