Sono emozionato come una cagna che non vede il suo padroncino.. erano anni e forse decenni che non aprivo una Playlist.
GENTLE FIRE EXPLORATIONS (1970-1973) Circa quindici anni fa cercavo disperatamene il loro unico disco.. ho setacciato tutti gli anfratti telematici mondiali, persino l'Andalusia maculata in cui giaceva un riccioluto e sardonico venditore di origini greche: niente da fare. Qua siamo davanti al possibile dell'impossibile, il sogno bagnato per l'archeologo che mai smette di ricercarsi, un magma sapientino di suoni che non avevo mai lasciato e che ritrovo come ricettacolo universale, salmi e orifizi che coincidono nella loro non-brutalità isomorfica. *****
AKI TAKAHASHI PIANO SPACE (1973) Copertina asfaltata da lisergico muschio che cangia forma grazie a una agrafia crepuscolare e una geometria proiettiva da stazione base militare fordiana, il cofanetto riluce di riletture calligrafiche und espressioniste (vedo il cristallo cangiare) dei grandi contestatori della pulizia tecnica dei Sessanta-Settanta.. Cage su tutti. *****
VA ELECTRICAL LANGUAGE INDEPENDENT BRITISH SYNTH POP 78-84
La storia della musica inglese dal 1978 al 1984 (e ben oltre) non è destinata a una sola istantanea sul fenomeno, ma una vera e propria anatomia dei generi musicali e la loro relazione con le istanze sociali e culturali che hanno generato questi suoni dolcissimi e leggermente pretestuosi. La giustificazione del DIY non mi basta, vorrei capire squisitamente sul piano fenomenologico-intenzionale il perché di questa scelta: rinchiudersi in salotto, trafficare-alea con i sintetizzatori meno fortunati del bis-decennio filtrare voci e scatoline ritmiche e liquefarsi sapientemente in una ovattata, quasi delay a priori squisita forma di pop de-incarnatosi. Pura goduria sensoriale. ****
BERND ALOIS ZIMMERMANN DIE SOLDATEN (BR) 2012
B.A.Z. è uno dei massimi geni della musica secondo-novecentesca e una delle sue operazioni più inesauribili sul piano tecnico è l'Opera DIE SOLDATEN composta a partire da un libriccino scritto da un amico del sommo LESSING.
Si favoleggiava di una quasi-impossibilità d'essere montata e rimontata nel suo splendore formativo, visto che è un saggio sulla poiesi del Ventesimo Secolo e sulla suppurazione dell'Amore inteso come Coscienza Irriflessa. Vige il classico cottage-collage con arcate dissonanti post seriali, cinema (esattamente, cinema erotico vintage come stolida pedissequa brechtiana contrapposizione tra i due visibili: quello eclettico dell'ascolto e quello pneuma della visione mai rigeneratasi) e peripezie melismatiche che affondano dentini velenosissimi sul corpo politico ispirandosi al classicismo del pensato del grande marxismo occidentale. Regia abbastanza ottusa, non riesce a capire perfettamente che l'UNO-DUE schellinghiano dovrebbe essere in imperfetta comunanza percettiva e dunque (dunque?) sensoriale. Grammatica e Sintassi di primo livello, ma non bastano per costruire un mondo-linguaggio sapienziale che traduca in visione pura, la metamorfosi gestaltica e poietica dell'autorialità di B.A.Z. ***