Primo ascolto ieri sera: incipit ed episodi cruciali folgoranti, il sound di "Double Negative" ancor più polarizzato verso la distorsione / deflagrazione; non vedo l'ora di riascoltarlo, grazie Low.
Inviato 12 settembre 2021 - 08:02
Primo ascolto ieri sera: incipit ed episodi cruciali folgoranti, il sound di "Double Negative" ancor più polarizzato verso la distorsione / deflagrazione; non vedo l'ora di riascoltarlo, grazie Low.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 12 settembre 2021 - 20:12
Inviato 12 settembre 2021 - 20:23
Inviato 12 settembre 2021 - 20:24
su bandcamp c'è una bella retrospettiva/intervista .
https://daily.bandca...iscography-list
Sono ancora in trattativa per riprendersi i diritti dei loro primi dischi Speriamo ci riescano.
Inviato 13 settembre 2021 - 09:33
Ma che carriera hanno questi qui ? grandissimo disco anche questo, ma Double Negative mi sorprese ancora di più
Inviato 13 settembre 2021 - 10:32
Senza dubbio più a fuoco e infuocato rispetto a Double Negative, che era a tutti gli effetti la prima immersione in un territorio ostile e a loro quasi ignoto, ma era proprio quello il suo fascino, tale da renderlo una sorta di nuova opera prima. Non mi stupirei se col prossimo album chiudessero un'ideale trilogia dello sgretolamento sonoro, per poi tornare con nuova consapevolezza all'estetica "classica".
Laddove in DN c'era fragilità, senso di vuoto e di perdita, in HW li sento cavalcare l'onda della distruzione, come risorti da quel fuoco che li aveva quasi ridotti in cenere ("Tempest").
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
Inviato 13 settembre 2021 - 11:24
Inviato 13 settembre 2021 - 12:54
Senza dubbio più a fuoco e infuocato rispetto a Double Negative, che era a tutti gli effetti la prima immersione in un territorio ostile e a loro quasi ignoto, ma era proprio quello il suo fascino, tale da renderlo una sorta di nuova opera prima. Non mi stupirei se col prossimo album chiudessero un'ideale trilogia dello sgretolamento sonoro, per poi tornare con nuova consapevolezza all'estetica "classica".
Laddove in DN c'era fragilità, senso di vuoto e di perdita, in HW li sento cavalcare l'onda della distruzione, come risorti da quel fuoco che li aveva quasi ridotti in cenere ("Tempest").
Io sento quest'ultimo ancora più catartico, più liberatorio e (strano per loro) più speranzoso e "leggero" di Double Negative. Paradossalmente, visto i tempi che corrono, un disco meno cupo e violento.
Inviato 13 settembre 2021 - 14:22
Inviato 14 settembre 2021 - 14:23
Ha preso tantissimo anche me, sin da subito. Le più belle sono White Horses e All Night, quest'ultima con un bellissimo che di dream pop. DN e questo sono sicuramente due album molto legati, sia tematicamente che come suono.
Il sound è praticamente lo stesso, con questa ostentata e soverchiante ultradefinizione, trovo però tante differenze nelle parti cantate, che in DN sono praticamente inghiottite dal marasma digitale, mentre invece qui sono registrate ben in risalto e cantano con un afflato quasi gospel. Quasi come se Mimi e Alan si fossero adattati a questa apocalisse digitale e la cavalchino con forza e speranza, mentre nel disco precedente ne venivano ancora sopraffatti.
Un paragone campato in aria, ma non tanto, per la sussidiarietà dei due dischi e per la rivoluzione elettronica sarebbe quello con Kid A e Amnesiac.
Inviato 15 settembre 2021 - 07:29
Inviato 15 settembre 2021 - 08:27
Boh, sentiti alcuni pezzi, non esattamente la mia tazza da tè. Probabilmente riascoltandolo cambierò, in parte o del tutto, idea.
Le prime tracce non si distinguono particolarmente, mentre a partire da "Hey" forse c'è qualche spunto interessante.
Concordo che anche per me non è proprio il mio genere...
P.S.
di loro ho un cd originale, "The Great Destroyer" che dovrei risentire (spero sia meglio)... anche se quello più celebrato è "Trust".
Inviato 15 settembre 2021 - 08:31
Probabilmente il loro disco più celebrato resta l'esordio, mentre, per me, il loro migliore è Trust.
Per chi ama queste sonorità, i Low sono veramente una delle migliori esperienze sonore che un appassionato di musica possa affrontare.
Fa piacere comunque, che loro restano ancora sul pezzo dopo 30 anni di carriera
Inviato 15 settembre 2021 - 11:22
Inviato 16 settembre 2021 - 07:37
Non sono un fan. Eppure ogni volta che metto su un loro disco nuovo penso che quelli lì siano davvero toccati dalla grazia di Dio.
Sorprendono ogni volta pur nella loro assoluta coerenza.
Inviato 16 settembre 2021 - 14:56
Inviato 16 settembre 2021 - 22:33
Bella e condivisibile (da me) la recensione di Marmoro
Grazie, disco non facile da mettere a fuoco, credo che tra molti anni ne parleremo ancora
Inviato 17 settembre 2021 - 05:28
Inviato 17 settembre 2021 - 16:23
Coi Low ho un problema atavico. Li ho conosciuti ai tempi di "The Great Destroyer", che m'era piaciuto ma a quanto pare è stato come suono e come approccio un unicum nella loro traiettoria artistica. Visti live a un Primavera di molti anni fa, sono stati una delle peggiori esperienze concertistiche di cui abbia memoria (in termini di "segno" lasciato, la peggiore). Suonavano una roba inconcludente, sbrodolata, seriosissima e diradata che non mi diceva nulla e mi faceva pure incazzare. Mi ero sentito preso per il culo. Va detto che già allora non apprezzavo i loro "classici" come "I Could Live In Hope" e "Things We Lost In Fire", grossomodo per gli stessi motivi.
Di "Double Negative" mi aveva incuriosito sì il lavoro sul suono, ma l'impressione che questi una canzone decente non la sapessero o peggio ancora non la volessero scrivere era rimasta intatta. L'approccio sonoro poi era un po' minestra riscaldata, per quanto curato e spiazzante (per i fan storici non so, ma a me aveva sorpreso sentire gente che associavo a chitarra-e-tamburo suonare a quella maniera lì). Non so se sentirò per bene quest'ultimo disco, col ben di dio che c'è in giro. Ho ascoltato i singoli e mi paiono valere considerazioni analoghe a quelle sul disco precedente. Penso a un altro che in sti anni ha fatto del sound "sbagliato", capace di ribaltare un songwriting vecchio stampo un tratto essenziale: Bon Iver. Il modo in cui lui manda a carte e quarantotto l'ordinaria costruzione sonora di un pezzo indie-folk mi coinvolge e mi trasmette al volo sensazioni forti. Nel caso dei Low mi sembra tutto un famolo strano che poi tanto strano non è neanche.
Inviato 17 settembre 2021 - 17:35
già allora non apprezzavo i loro "classici" come "I Could Live In Hope"
hai aggiunto un altro tassello importante nella mia opinione di persona coi gusti musicali peggiori di sempre
Inviato 17 settembre 2021 - 17:42
E nella mia di stima assoluta invece. (Anche se purtroppo ha un po' rovinato con la lode ai Bon Iver ).
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 17 settembre 2021 - 17:54
già allora non apprezzavo i loro "classici" come "I Could Live In Hope"
hai aggiunto un altro tassello importante nella mia opinione di persona coi gusti musicali peggiori di sempre
Se vuoi ti presento un po' di miei studenti, vedrai che ti ricredi in quattro e quattr'otto
Inviato 17 settembre 2021 - 18:46
bel suono apocalittico ma al termine del primo ascolto mi sembra un po' monocorde rispetto a 2xnegative, forse un ep sarebbe stato meglio
(anche se non all' altezza di low/SHJ, probabilmente)
Inviato 17 settembre 2021 - 19:48
Inviato 17 settembre 2021 - 20:04
già allora non apprezzavo i loro "classici" come "I Could Live In Hope"
hai aggiunto un altro tassello importante nella mia opinione di persona coi gusti musicali peggiori di sempre
Io leggo sempre con interesse i suoi post alla ricerca di pattern.
Per me wago è il classico ascoltatore che non riesce a entrare in sintonia con la musica fatta di "pura estasi" ma priva di struttura, perché lui ama la complessità e gli incastri, almeno così lo vedo io.
Il primo pezzo in assoluto dei Low, la mitica Words, è un po' l'apoteosi di questo discorso, capolavoro assoluto del genere "atmosfera depressivo/estatica", lagna insopportabile per chi non entra in quel tipo di frequenza emotiva.
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
Inviato 17 settembre 2021 - 20:27
Il primo pezzo in assoluto dei Low, la mitica Words, è un po' l'apoteosi di questo discorso, capolavoro assoluto del genere "atmosfera depressivo/estatica", lagna insopportabile per chi non entra in quel tipo di frequenza emotiva.
Per me la cosa è anche un filetto più estesa: il problema non è "Words", né i Low, ma l'intero slowcore, uno dei generi più monotoni, estenuanti e privi di fantasia che mi vengano in mente. Ma mi rendo conto che è un discorso off-topic, perché questo disco di slowcore non ha più niente (anche se ciò non basta a salvarlo ).
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 17 settembre 2021 - 20:38
quando sento parlare di assoluta mancanza di composizione nella musica dei Low, mi viene il dubbio che il concetto di scrittura di un brano è ancora materia ignota a molti, ben diverso se uno parla di monotonia o poca fantasia che per lo slowcore sono autentica fonte di ispirazione
Inviato 17 settembre 2021 - 22:16
già allora non apprezzavo i loro "classici" come "I Could Live In Hope"
hai aggiunto un altro tassello importante nella mia opinione di persona coi gusti musicali peggiori di sempre
Io leggo sempre con interesse i suoi post alla ricerca di pattern.
Per me wago è il classico ascoltatore che non riesce a entrare in sintonia con la musica fatta di "pura estasi" ma priva di struttura, perché lui ama la complessità e gli incastri, almeno così lo vedo io.
Il primo pezzo in assoluto dei Low, la mitica Words, è un po' l'apoteosi di questo discorso, capolavoro assoluto del genere "atmosfera depressivo/estatica", lagna insopportabile per chi non entra in quel tipo di frequenza emotiva.
Ma guarda, nella descrizione mi ci riconosco anche perché a me stesso piace diffondere questa versione. Non sono sicuro però che esistano cose come la "pura estasi" e l'assenza di struttura: credo invece che ci siano strutture che so/sappiamo leggere e altre che ci risultano prive di capacità comunicativa. Io per dire sono un amante del minimalismo classico e in particolare del suo filone "estatico", e tra i miei preferiti di sempre metto senz'altro cose di area folk psichedelico o post-rock che sull'estasi giocano tutto o quasi. Alle volte, come nel caso del minimalismo, si può dire che la struttura è in evidenza; altre invece è piuttosto sbrindellata — eppure le sensazioni sono espresse in un linguaggio che capisco e apprezzo, e dunque mi arrivano.
I Low dei primi dischi non solo usano linguaggi diversi dai miei consueti, ma adottano proprio una serie di "pose" stilistiche che ricorrono in cose che mi infastidiscono. Non è che non abbiano struttura; è che quella che hanno mi urta. Il discorso coi dischi nuovi è diverso, la versatilità nella cura del suono è un aspetto che effettivamente mi intriga (ancorché se non la trovo, in sé, sconvolgente). Gli è però che come songwriting continuano a non prendermi per nulla, quindi mi sa che c'è poco da fare. Quando dicevo "non sanno o non vogliono scrivere pezzi decenti" non ho specificato (ma pensavo fosse sottinteso) che propendo fortemente per la seconda ipotesi: perché il tutto sommato potabile "The Great Destroyer" non l'avranno scritto folgorati da un qualche raggio ultraterreno, semplicemente si saran detti "facciamo un disco di canzoni normali" e l'han fatto, mostrando di esserne in grado. Legittimamente negli altri dischi han scelto altre strade; rispetto e in fondo stimo anche la tenacia ma non mi sorprendo che mi piaccia quel disco lì e basta.
Inviato 18 settembre 2021 - 06:06
Ho opinioni simili a wago per quanto riguarda i Low recenti, diciamo che Double Negative non mi ha detto nulla e HEY WHAT non mi ha colpito anche se mi è sembrato interessante come scelte espressive e di suoni. Ma quelli classici hanno pubblicato alcuni lavori grandiosi. Anch'io tra i loro migliori dischi metto Trust accanto all'esordio: a differenza di quasi tutti gli altri dischi slowcore (concordo con Gozer che sia in gran parte ripetitivo) è ricco di variazioni stilistiche senza però distaccarsi dal timbro sonoro di partenza e dall'approccio compositivo catartico che ha caratterizzato il gruppo fino a quel momento.
You're an island of tranquillity in a sea of chaos. :.:: Last.fm
Inviato 18 settembre 2021 - 06:29
Ma i Low recenti sono un culto di OR?
Su RYM hanno tanti voti ma su YT e streaming vari pochissime visualizzazioni/ascolti e non li ho mai sentiti in radio o tv. Culto a macchia di leopardo forse?
Io personalmente mi sono fermato a Drums and Guns ma non li ascolto quasi più in generale. Due canzoni di questo disco mi hanno ricordato del perché
Inviato 18 settembre 2021 - 07:00
Per me la cosa è anche un filetto più estesa: il problema non è "Words", né i Low, ma l'intero slowcore, uno dei generi più monotoni, estenuanti e privi di fantasia che mi vengano in mente.
un po' come la vita (per qualcuno)
(inteso come "è espressione di uno stato d'animo", stato d'animo che forse non ti appartiene, il che non è necessariamente un male )
Inviato 18 settembre 2021 - 07:43
Ma i Low recenti sono un culto di OR?
Su RYM hanno tanti voti ma su YT e streaming vari pochissime visualizzazioni/ascolti e non li ho mai sentiti in radio o tv. Culto a macchia di leopardo forse?
Io personalmente mi sono fermato a Drums and Guns ma non li ascolto quasi più in generale. Due canzoni di questo disco mi hanno ricordato del perché
Inviato 18 settembre 2021 - 07:55
sul fatto che double negative sia stato il loro primo approdo in territorio sconosciuto, direi di no, questo ep è del 2000 (es. minuto 3 circa)
Inviato 18 settembre 2021 - 08:10
Inviato 18 settembre 2021 - 08:16
Ah, e nuovo look impresentabile.
Inviato 18 settembre 2021 - 08:41
I Low recenti sono il nuovo grande bluff della critica dopo i nuovi Swans. Una band che ormai si rifiuta di anche solo provare a imbastire uno straccio di canzone, ricoprendo tutto sotto coltri di rumore e volumi spropositati perché così è tutto più edgy. Spogliate della loro artificiosa veste avanguardistica, restano brandelli di canzoni vuote e poco ispirate.
Ah, e nuovo look impresentabile.
sì, poi sta roba tutta elettronica, la musica vera si suona con le mani e col sudore
(le canzoni e le melodie vocali mi sembrano grosso modo assimilabili a quelle dei primi dischi, sono la loro cifra e probabilmente il loro limite, potrebbero continuare a suonarle con strumentazione rock e sonorità novantiane ma sarebbe un po' stantio, hanno assimilato elettronica/glitch in un percorso che sicuramente segue la tendenza generale, ma il risultato imho è sempre personale e differente)
Inviato 18 settembre 2021 - 09:37
sì, poi sta roba tutta elettronica, la musica vera si suona con le mani e col sudore
Inviato 18 settembre 2021 - 10:19
Ricordiamo anche la nostra recensione, già che ci siamo: https://www.ondarock...low-heywhat.htm
"HEY WHAT" è il richiamo alla realtà dopo il caos organizzato del precedente, iconico album, ma a molti questo nuovo outing creativo sembrerà meno rivoluzionario. I Low non dissertano più di luci e ombre o di variazioni cromatiche, le sfumature di grigio sono abolite, c'è spazio per superfici vuote tinteggiate con sangue e ghiaccio, o per vapori color corvino e bianco fumo. Lo stridore dei synth, le voci stritolate da architetture sonore ridotte a brandelli, il nichilismo espressivo al limite della sopportazione, ovvero tutta la materia cosmica messa in campo dai Low negli ultimi anni, trova in "HEY WHAT" un naturale estuario, tra sedimentazioni liriche e maree improvvise che allargano il divario tra l'intrinseca quiete del canto a due voci e le manipolazioni tecnologiche che opprimono e graffiano le tremule ma intense esternazioni melodiche dell'album.
Inviato 18 settembre 2021 - 14:22
I Low recenti sono il nuovo grande bluff della critica dopo i nuovi Swans. Una band che ormai si rifiuta di anche solo provare a imbastire uno straccio di canzone
Fate cadere le braccia. Ormai basta un suono non consono per mandarvi in crisi e dire bestialità.
"Dovete vedere noi, perché la televisione non vi fo' far crescere quando fa le sue trasmissioni, ve vo' tene boni; la televisione non ve vo' fa capire, ve vo' addormentà. Questa trasmissione discute e vi fa discutere dei vostri problemi, perché vedete - guardate che bell'abito che c'ho, ho una casa al mare - HO mi guardate o io me ne vado, ma me dovete guardà in tanti e vi dovete sentire il dovere IL DOVERE, perchè io a causa VOSTRA c'ho rimesso MILIARDI per divve aaverità."
Inviato 18 settembre 2021 - 14:29
I Low recenti sono il nuovo grande bluff della critica dopo i nuovi Swans. Una band che ormai si rifiuta di anche solo provare a imbastire uno straccio di canzone
Fate cadere le braccia. Ormai basta un suono non consono per mandarvi in crisi e dire bestialità.
Sta ormai succedendo l'opposto di quanto accadeva in questo forum all'inizio, quando per conquistare tutti bisognava per forza fare a pezzi il formato canzone (o con almeno metterci dentro un po' di noise, feedback e droni vari), altrimenti eri solo derivativo. I tempi dei Liars, dei Microphones, degli ONEIDA. I tempi in cui i Franz Ferdinand erano solo dei banali scopiazzatori, una band futile e così via. The Times They Are A-Changin' (e ovviamente entrambi gli estremismi sono folli).
Inviato 18 settembre 2021 - 15:23
Inviato 18 settembre 2021 - 15:43
Non sono un grandissimo fan, il problema che ho con i loro è che album e discografia mi sono sempre sembrati impenetrabili e più passa il tempo peggio è, ricordo che lo pensavo già ai tempi di Drums & Guns.
Double Negative l'ho saltato (volevo ascoltarlo ma è ancora lì in attesa) ma questo almeno nei primi ascolti mi sta prendendo abbastanza bene, sound promosso, White Horses, Days Like These e The Price You Pay mi sembrano tre pezzoni, per il resto o la monotematicità copre perle nascoste oppure qualcosa potevano rivedere in termini di scaletta, ad esempio More scuote il torpore ma arriva troppo tardi.
Non capisco molto la critica sul fatto che non facciano più canzoni (o almeno che non ci siano in Hey What), cambia il suono ma mi sembrano in linea col resto che conosco.
Inviato 18 settembre 2021 - 16:07
Beh nessuno ha cambiato idea sui Microphones di Mount Eerie (gli ultimi invece - atroci - ricadono perfettamente nella stessa categoria di questi Low), né sui Radiohead di Kid A, ecc.
Quella lagna postata prima a esempio di canzone ben fatta, peraltro dal disco precedente, cosa dovrebbe indicare esattamente?
L'ultimo Microphones è atroce anche per me, se penso a un pezzo come Always Trying To Work It Out direi che non rientra assolutamente nella stessa categoria.
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
Inviato 18 settembre 2021 - 16:17
Mi trovo abbastanza nel mezzo. A me le cose recenti dei Low non piacciono perche' e' tutto lavoro di texture mentre come songwriting non si sono mai spostati da quel minimalismo totale che li ha sempre contraddistinti ma che ad esempio fino a The Great Destroyer sfruttavano per pezzi molto efficaci, quando venivano loro. Percorso legittimo e immagino molti preferiscano questo corso, ma per me la critica di sfos sul rifiutarsi di comporre canzoni e' a fuoco.
Ho sentito questa Fly (anche versione su disco perche' trovo che le voci e i field recording del video distraggano - oltre ad aggiungere al minutaggio) e difatti la definirei piu' una jam ambient-pop ritoccata. Il primo minuto o giu' di li' e' ambient, sembra musica composta per un film o documentario. La parte cantata e' al solito basata su un giro semplicissimo con l'arrangiamento che si riempie, aggiungendo ora una chitarra, un basso, ecc. finche' la voce si sfila sfumando e restano gli strumenti. Tirando fuori un cliche' del forum direi che e' musica circolare, immagino che piaccia se quel tipo di immaginario o testo colpisca certe corde, ma e' per l'appunto una "traccia" che gioca sulla produzione e l'arrangiamento che non una canzone con un lavoro compositivo.
Beh nessuno ha cambiato idea sui Microphones di Mount Eerie
ehm...
Inviato 18 settembre 2021 - 17:43
Beh nessuno ha cambiato idea sui Microphones di Mount Eerie
ehm...
Certifico che anche io non l'ho cambiata
Inviato 20 settembre 2021 - 14:53
sono sempre stato un fan dei Low.
quello che mi è sempre piaciuto di loro, e che non mi ha mai stancato, album dopo album, è la loro grande spritiualità unita al loro grande cuore. credo che le loro armonie vocali intarsiate verranno ricordate per sempre, sono gioielli che fanno sgorgare lacrime anche quando non credevi di aver bisogno di piangere.
Double Negative non mi ha mai convinto del tutto: troppo focalizzato sul suono e meno sul cuore. e quando parlo di suono intendo proprio suono, non sperimentazione. perchè per me a parte le texture in Double Negative non mi pare abbiano fatto qualcosa di incredibilmente nuovo.
Claudio ad esempio tirava fuori i Liars, ed ecco per me i loro album "They Were Wrong..." prima e "Drum's Not Dead" dopo erano veramente passi in avanti, che infatti inizialmente risultavano inafferrabili, non si sapeva da che parte guardarli. al terzo ascolto il genio esplodeva.
con Double Negative (Hey What l'ho ascoltato troppo poco, ma mi pare vada in quella direzione) anche il decimo ascolto era freddino.
stando nel territorio dei Low, per me un grandissimo pezzo che veramente creava qualcosa di nuovo, non solo nel suono, ma anche nelle intenzioni (si passava dalla malinconia alla trascendenza), era questo:
https://www.youtube....h?v=PGjnCB3o4TY
Inviato 20 settembre 2021 - 16:34
Inviato 21 settembre 2021 - 07:47
Immenso Giubbo. Quel pezzo per me è l'apoteosi dei Low.
Bravo anche ad aver messo l'accento sul canto. C'è differenza tra canto e canzone (che pure ne hanno fatte). I Low afferiscono più alla prima che alla seconda forma. Da questo punto di vista pensavo giorni fa, prima di leggere post che lamentavano l'assenza di canzoni sotto alle textures / arrangiamenti, che se togli tutto agli ultimi due dischi e lasci solo le voci sarebbero più o meno gli stessi Low di sempre, perché alla base di tutto ci sono le voci di Alan e Mimi. Come se le loro radici non stessero tanto nello slowcore che hanno contribuito a coniare, non nel rock (indie o meno) o nel folk o nel country da cui pure hanno attinto praticamente da sempre, ma più ancora nel canto puro. Di base insomma sono un duo a cappella, io li sento così, poi gli arrangiamenti fanno il resto e decidono degli spostamenti stilistici che nel corso della loro carriera sono occorsi e che ne hanno dectetato una longevità sulla carta sorprendente visti i presupposti iniziali che li legavano ad uno stile ben definito e a facile rischio di inaridimento.
Sugli ultimi due dischi mi esprimerò più avanti: basti dire che DN all'inizio lo avevo snobbato ed è come se lo stessi scoprendo adesso per la prima volta (c'è da dire che i pezzi che preferisco restano quelli dove le voci sono meno pesantemente trattate, tolta Always Trying to Work It Out che vedrei bene affidata alle mani di un Burial).
Quindi mi farò un'idea su HEY WHAT approssimativamente fra 3 anni
immenso anche tu Not, dai facciamoci le seghe a vicenda
immenso perchè di Double Negative hai tirato fuori il pezzo per me più grande di tutti, proprio perchè è il più Low, il più epico, il più sofferto senza marchingegni.
ed è vero, non ci avevo mai pensato, i Low sono in fondo un gruppo a cappella, ed infatti DN secondo me prende meno perchè gli intarsi vocali sono volutamente più offuscati.
Inviato 21 settembre 2021 - 19:40
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