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[Topic Ufficiale] Trip Hop & Downtempo


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78 replies to this topic

#1 Connacht

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Inviato 27 luglio 2020 - 15:56

Per parlare in libertà dei dischi preferiti, chiedere consigli, proporre canzoni che piacciono.

 

Comincio io con il progetto solista di Martha Schwendener dei Bowery Electric:

 


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You're an island of tranquillity in a sea of chaos. :.:: Last.fm

 

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The sun is far away
It goes in circles
Someone dies
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It is burning
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#2 Damy

    pophead

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Inviato 27 luglio 2020 - 18:20

Giusto un paio di giorni fa ho riascoltato Illegal Cargo del duo Slow Train Soul, e l'ho trovato ancor più bello di quanto me lo ricordassi:

 

 

Loro sono il danese Morten Varano ai piatti e la londinese Lady Z alla voce, hanno due soli album all'attivo e questo è il debutto del 2003. Un miscuglio di cupi battiti trip-hop, frattaglie noir-jazz e più solari escursioni nu-jazz e downtempo. Lei ha una voce favolosa, molto androgina e ricca di sfumature soul e jazz. Oltre alle atmosfere e la cura dei beat hanno spesso una scrittura dei pezzi davvero sopraffina; sono noti più che altro per la qui presente Naturally, che ai tempi si trovava in diverse compilation sul genere, ma l'intero disco è un continuo susseguirsi di piccole perle, al punto che non si sono ripetuti allo stesso livello. In mezzo al viavai di suoni e umori infilano pure questo pezzo qua, che è come se Sade e gli Everything But The Girl passassero le serate assieme a osservare un infuocato tramonto sul mare delle Baleari nel cuore dell'estate:

 

 

Troppo soulful forse per gli amanti del trip-hop più oscuro e depresso, ma come long playing è praticamente perfetto. 


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#3 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 28 luglio 2020 - 07:17

una band che ho scoperto in questo periodo :

 

Underwater [USA] : due dischi tra  il 1999 e il 2001 , svariati ep , un breve ritorno in pista nel 2010  e poi di nuovo silenzio,

 

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I Could Lose [1999] e This is Not a Film [2001]

 

La cosa che colpisce di più è la voce molto espressiva e teatrale di Melissa Mileski , che ben si amalgama con i beat elettronici.

Il mood in entrambi i dischi non è dei più allegri , ma ci sono almeno un paio di grandi pezzi come RED [da I Could Lose] e  A Selfish Girl [da This is Not A Film]

 

https://underwater.bandcamp.com/


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#4 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 28 luglio 2020 - 07:26

Gli Slow Train Soul devo recuperarli senza indugio, visto che eoni fa mi erano piaciuti.
Questi Underwater li approfondirò.
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L'amour physique
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#5 Connacht

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Inviato 28 luglio 2020 - 08:48

Segnalo anche i Crustation, dalla sempreverde Bristol. Già attivi alla fine degli anni '80, in cui collaborano con Adrian Utley e il Wild Bunch in sede live, riescono a incidere un singolo ufficiale solo nel 1996, Now 'Til Never, fumoso e orecchiabile ma un po' ripetitivo, è più da sottofondo in un club.

Dopo avere rotto il ghiaccio pubblicano il pregevole album Bloom l'anno successivo, con bassi liquidi dub, riempimenti ambientali di tastiera, ritmi morbidi, atmosfere malinconiche e fumose, qualche influenza dai primi Massive Attack nelle tonalità chillout ma più intinti di elettronica, qualche influenza dai Portishead negli accenni di scratching e nei beat. La voce è della cantante irlandese Bronagh Slevin:

 

Purtroppo, come molti altri gruppi trip hop, non hanno mai più pubblicato altri dischi.


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#6 amnesiac_kid

    Groupie

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Inviato 28 luglio 2020 - 09:39

Un disco che mi è sempre piaciuto molto e di cui ho letto poco in giro è Numero Deux dei nostrani Dining Rooms


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"I think I just feel how everyone feels, which is I have three or four really great folk albums in me."

"Small critically acclaimed movies about lesbians learning how to recycle"


#7 Señor Shemo

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Inviato 29 luglio 2020 - 01:21

Bisogna essere fan del trip-hop allo stato terminale per andarsi a trovare una cosa del genere, ma vorrei ricordare il dimenticatissimo progetto di Mark Clifford (Seefeel) con Sophie Hinkley alla voce: Sneakster.

 


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#8 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 31 luglio 2020 - 19:12

Amstrong  - Sprinkler [1999]

 

R-668547-1145541525.jpeg.jpg

 

 

Trip hop in odore di industrial, beat glaciali  e ossessivi.  Voce femminile suadente e a tratti ipnotica  specie in pezzi come Iced ,  quasi 

9 minuti di  trip industriale notturno e claustrofobico , Secondo me questo è il loro miglior disco. Già dal secondo album vireranno verso un indie pop/rock abbastanza banalotto , anche se ancora con qualche bel pezzo. Uno dei membri lascerà  per fondare gli Antenne , altro progetto trip-hop molto interessante

 

https://valosalo.ban...trong-sprinkler


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#9 Connacht

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Inviato 18 ottobre 2020 - 13:44

Dalla Svezia, lenti, minimali e soffusi:

 

 

21 Hertz - Watching You


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#10 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 18 ottobre 2020 - 14:05

Sarà che il momento è propizio per avere nostalgia di suoni di 15-20 anni fa, sarà che proprio per questo mi sono messo a cercarli [ma magari già c'erano negli anni scorsi], ma quest'anno sono usciti un pò di dischi parecchio fichi nel settore

 

 

 

 

anche Yppah - Sunset in the Deep End e l'ultimo degli Haircuts for Men [in verità vedo che ne sono usciti già altri due-tre ma non sono aggiornato e non so nemmeno se rientrano nel genere]


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The core principle of freedom
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#11 Connacht

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Inviato 03 gennaio 2021 - 15:34

Chroma Key - When You Drive

 

 

Segnalazione inconsueta in quanto si tratta del side-project elettronico dell'ex tastierista dei Dream Theater, che per l'occasione ha deciso di esplorare anche suoni vicini a trip hop e downtempo.


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#12 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 09 gennaio 2021 - 15:07


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#13 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 09 gennaio 2021 - 22:51

Grazie Pancakes per avermi fatto conoscere gli SPC ECO. Già messi in wishlist su Bandcamp.
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#14 kingsleadhat

    कगलु विपश्यना बाद वैश्व

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Inviato 10 gennaio 2021 - 15:31

Giusto un paio di giorni fa ho riascoltato Illegal Cargo del duo Slow Train Soul, e l'ho trovato ancor più bello di quanto me lo ricordassi:

 

...

 

Troppo soulful forse per gli amanti del trip-hop più oscuro e depresso, ma come long playing è praticamente perfetto. 

 

Mi sa che li abbiamo (ri)scoperti in synchro la scorsa estate : )

A differenza tua Damy, l'architettura l'ho sempre trovata molto "semplice" e diretta. A renderlo speciale, come dici te, e' soprattutto il contributo vocale, un po' Fontella Bass un po' Sade. Personalmente anche io avrei preferito che questa matrice piu' sporca e soul si fosse mantenuta all'interno del genere, invece di slavarsi e (stilisticamente) sbiancarsi.

 

Rilancio con questi sentori, a propo', piu' bass

 


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#15 Connacht

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Inviato 31 gennaio 2021 - 08:37

Blossom - Where Are You Hiding

 

 

Dalla Polonia, principalmente downtempo notturno e interamente strumentale, con sapiente uso di tastiere a riempire gli spazi lasciati dai beats. In alcuni momenti suona un pochino ripetitivo, ma le atmosfere suodenti rimangono affascinanti.


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#16 {`tmtd`}

    Enciclopedista

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Inviato 01 febbraio 2021 - 10:17

Atomica poi anche The Atomica Project

 

 

recensiti anche su ondarock https://www.ondarock...micaproject.htm

 

Vacabou

 

 

Anch'essi su Ondarock https://www.ondarock...006_vacabou.htm

 

Antenne

 

https://www.youtube.com/watch?v=Fw0D_Z_KN7k

 

https://www.ondarock...ica/antenne.htm

 

Flunk

 

https://www.youtube.com/watch?v=keqxKxnBFeM

 

https://www.ondarock.../2007_flunk.htm

 

Elsiane

 

https://www.youtube.com/watch?v=Occ6AdCyLy0


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#17 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 01 febbraio 2021 - 11:29

ottime segnalazioni , conosco tutti i gruppi citati , anche se dischi diversi, Degli Atomica Project mi piace molto Metropolitan del 2006. Dei Flunk conosco bene For Sleepyheads Only, che contiene anche una bella cover di Blue Monday . Elsiane molto bravi pure loro , lei ha una voce molto particolare,  Hybrid è davvero molto bello.


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#18 {`tmtd`}

    Enciclopedista

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Inviato 01 febbraio 2021 - 12:04

I gruppi che ho citato sono fra i miei preferiti in assoluto, gli Elsiane li ho visti dal vivo a Roma ormai 10 anni fa.. Davvero pazzeschi, Hybrid è un disco ispirato e ben fatto, poi purtroppo si sono un po' persi. La voce di lei o la ami o la odi.

 

Dei Flunk recupera almeno "Morning Star" [2004], un assaggio:

 

 

* Voi sapete perchè non riesco a linkare correttamente oltre due video youtube in un post? :o


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#19 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 05 febbraio 2021 - 19:16

 

Bel pezzo trip-hop da una bella ost comunque tutta di elettronica tardi 90's

 

[Qualcuno ha visto il film?]


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#20 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 18 febbraio 2021 - 14:52


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#21 Tom

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Inviato 21 febbraio 2021 - 09:40

Sneaker-Pimps-Becoming-X-album-cover.jpg

 

1996 Sneaker Pimps - Becoming X
Confesso che le uniche cose che ricordavo bene erano la tormentosa sovraespozione del video di ''6 Underground'' e la sexi-figurina da vampirella uscita da un manga della cantante Kelli Ali, quindi mi sono addentrato nel disco con sospetto, ma ne sono uscito col collo felicemente mordicchiato. Pur con modi meno azzimati dei gruppi piu' blasonati, e forse proprio per quello, mi sembrano quelli che avevano mesmerizzato con piu' precisione l'atmosfera notturna e onirica della scena. Se n'erano usciti infatti con un'ispiratissima colonna sonora per un misterioso e sonnambolico tour in un' Europa notturna e addormenta, con qualche incubo al neon a inquietare. Erano tra i piu' smaccatamente pop-rock, quasi gothic, con la vocina dispettosa della Ali che sembra voler fare la lingua alle voci femminili jazzate e serafine del genere. I colori acidi e iper-saturi dei loro video per una volta non erano solo tipico vezzo e vizio d'epoca, ma giusta tavolozza per illustrare i loro suoni.

 

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1996 Morcheeba - Who Can You Trust?
Il loro capolavoretto e' probabilmente quella coloratissima e quasi britpoppara macchina macina singoli di ''Big Calm'', musica per appartamenti accessoriati di divani vintage con languide modelle adagiatesi sopra, come da iconica copertina citazionista. Ma e' l'esordio (poi semi-rinnegato) che personalmente mi intriga di piu'. Perche' era piu' drogatello e introverso, pieno di barbiturici, canne e qualche goccia di LSD. Il singolone ''Trigger Hippie'', dove fin da subito si imponeva l'inconfondibile timbro narcoticamente sexi di Skye Edwards, e' stato uno degli inni slacker piu' slacker del decennio, ma tutto l'album era all'insegna del languore e della pigrizia, tanto che lo si puo' definire un disco quasi estremo in questo senso. Una musica liquida e nebulosa, tipidamente torrida se mi si passa l'ossimoro, fatta di ninnananne per doposbornia cattivi e colonne sonore per orgiette inquiete.

 

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1997 Smoke City - Flying Away
Se il Brasile degli anni 60 e 70 fosse stato una serie tv vintage, questo disco sarebbe stato il film che omaggiava la serie in chiave pulp. Nella grigia Europa di quegli anni, un gruppo di sicuramente assessuati e pallidi inglesi (avendo la fortuna di essere capitanati dalla risplendente sirena anglo-brasiliana Nina Miranda) rivisitavano il tropicalismo e l'esotismo con gusto da catalogo turistico ben illustrato e corredato da suoni usati come onomatopee da fumetto. Ma, saranno le scosse dei tocchi elettro, sara' per la carica elettrica della voce della Miranda (grazie alla quale se ''Underwater Love'' non e' la ''Je t'aime moi non plus'' del decennio per me ci va vicino), riescono a far emergere anche un lato vagamente demoniaco e inquieto della musica tropicale. Se Bill avesse avuto qualche sgherro anche in Brasile, la Sposa avrebbe messo su la musicasetta di questo disco, guidando sulla strada della vendetta.


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#22 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 21 febbraio 2021 - 11:17

fantastico Flying Away , Della Miranda solista consiglio il disco Freedom Of Movement  anche se si scosta (un po' , non del tutto) dal trip-hop per arrivare ad un electro-pop  danzereccio [ma sempre gradevole]

 


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#23 Tom

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Inviato 23 febbraio 2021 - 09:12

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1995 Tricky - Maxinquaye
C'ho faticato parecchio a rientrarci in sintonia. Non sono piu' il fosco ghepardo di una volta e un album come questo, definibile “black” in tutte le accezioni del termine, mi affatica. Poi, all'ennesimo tentativo, mi e' saltata in mente la chiave giusta per la mammoletta che sono diventato. Ora, Tricky non passera' mai per essere un buontempone, per i suoni che usa, per la sua voce di pece, per la sua faccia da Baron Samedi, e ''Maxinquaye'' non e' un disco da passeggiate tra i fiori, fin dal titolo dedicato alla madre suicida quando era un bambino, ma ad un certo punto mi e' saltato alle orecchie anche tutto un lato sardonico e marpione del disco. Diciamo che mi pare di aver colto nel disco un lato ''francese'', quello della tradizione degli chansonnier che cantavano le tenebre, ma che ci giocavano e scopavano pure con e in quelle tenebre. Ecco, Tricky come erede inglese e un po' voodoo di quella tradizione cinica e flaneur mi si e' subito rifatto vicino. Quando la sua voce da maniaco va a intrecciarsi e a molestare quella suadente della ventenne Martina Topley-Bird, c'ho visto persino una roba alla Gainsbourg e Birkin. E se ho scoperto l'acqua calda nel trovarci il lato pop o sono solo associazioni mie poco importa, funzionano cosi' bene che il disco mi si e' rivelato come forse neanche all'epoca. Tipo che i quasi sei minuti di loggorea di ''Black Steel'', che poco tempo fa bestemmiavo che su album durassero due minuti in piu' della versione da singolo, ora sono diventati quasi troppo brevi, vorrei non finisse piu' quel senso di vertigine quasi hendrixiano.
 
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1996 Hooverphonic - A New Stereophonic Sound Spectacular
Copertina e uso (e anche un po' abuso) insistito di voci amplificate da annunci di servizio in quasi tutte le canzoni mi danno l'idea di un trip hop (piu' pop che ''hop'') da non-luoghi come aeroporti e stazioni. O meglio, come suggerisce il titolo da catalogo, da fiera campionaria, magari visitata nella surreale atmosfera notturna quando non c'e' piu' nessuno e le luci restano accese. Questa impostazione calcolata da assortimento sonoro rende coerente e affascinante l'impersonalita' del gruppo belga, tanto concentrato a imitare Massive Attack e Portishead, da aver partorito quasi un manuale per istruzioni d'uso del trip hop. Insomma, il classico disco medio che diventa piu' emblematico dei capolavori riconosciuti nel far cogliere l'aria d'epoca. Anche gli incerti e scarni testi in inglese da limite diventano pregio, acquistando un sapore da filastrocche stranianti, declamate dalla voce eterea e distaccata di Liesje Sadonius, al suo unico disco con la band. Per quanto ''lontana" la voce femminile e' l'unica presenza umana in un disco fascinosamente vuoto. Ad un primo tempo impeccabile e geometrico (con l'hit livtyleriana ''2 Wicky''), segue un secondo piu' inquieto e deviante, in cui mi pare emergere chiaramente l'ombra degli Slowdive.

Cover-1.jpg

1996 Cibo Matto - Viva! La Woman
Del trip hop mi interessava riscoprire la sua natura fondamentalmente europea. Che c'azzecca dunque l'opera di due giapponesi di stanza nell'underground americano, che per altro piu' che nel trip hop pucciavano nell'indie-pop? Beh, in fondo e' l'esplorazione sonora di un occidente lontano e esotico agli occhi di due ''turiste'' orientali, un punto di vista diverso degli stessi panorami. C'e' anche un bel po' d'Italia tra campionamenti di Morricone e la loro visione di una Milano morbosa, dipinta nei dieci minuti di orgasmi e deliqui di "Theme". E appunto altra peculiarita' e' la forte presenza del sesso. Personalmente sono sempre stato indifferente all'associazione tra eros e cibo, pero' cavolo se e' stuzzicante questo album, che praticamente in ogni brano associa le due cose. Non e' solo questione di mugolii e sospiri, che non mancano, ma di una di tensione sensuale che non viene meno neanche nei momenti piu' punk e satirici. Neanche nei molti momenti in cui riprendono cose dal jazz piu' frivolo e da flapper girls, invece che da quello piu' bluesy e drammatico come molti gruppi trip hop. Diavolo di giapponesine!
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#24 Tom

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Inviato 25 febbraio 2021 - 14:07

Front.jpg

 

1991 Massive Attack - Blue Lines
C'ho ritrovato l'aria sospesa di quell'interregno in cui la roba anni 80 aveva esaurito le pile e nessuno aveva chiaro che cosa sarebbero stati gli anni 90. Per una volta una sensazione che ricordo provata ''in diretta", sia pur confusamente, non ricostruita col senno di poi (di piu', mi ricordo persino la prima volta che l'ho provata con chiarezza: sentendo ''Nothing Compares 2 U'' della O'Connor a capodanno del '91). Disco di assemblaggio di materiale vario dominato dagli ospiti, tra cui e' la meno blasonata vocalist Shara Nelson che si carica sulle spalle e porta a casa i due singoloni ''Safe from Harm'' e ''Unfinished Sympathy''. Soul, gospel, reggae, hip-hop, pattinano eleganti su un laghetto ghiacciato dalla coolness dell'ancora innominato trip-hop, che qui e' ancora timido e si limita ad asciugare e adornare, non ancora a smontare e deformare. E' tutto molto ovattato, notturno, bluesy, la futura claustrofobia del genere e' ancora lontana.
 

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1994 Massive Attack - Protection
Timidezza sparita alla replica, in un album per altro concettualmente identico all'esordio. Un disco-antenna, fatto per ricevere, rielaborare e ritrasmettere, impiantato in un anno cruciale come il 1994. Un'opera totalmente autoconsapevole del suo ruolo e dei suoi mezzi, e visto che loro non sono mai stati dei campioni di simpatia, tanta sicurezza poteva indisporre, ma il disco era davvero la cannonata che pretendeva di essere. Sparata con precisione balistica la musica sale in quota fin dalle prime note e non torna piu' giu' (se non nella molesta cover di ''Light My Fire'', goliardata conclusiva che spezza l'atmosfera). La varieta' di stili processati attraverso l'ormai battezzato verbo trip hop e' ancora piu' eterogenea, ai riferimenti black music si aggiungono ambient, minimalismo, musica anni 50. A indorare tutto quanto e' una fantasia creativa che centra sempre il bersaglio, mettendo in riga brani tanto diversi a suon d'ispirazione. Dopo che il genere e' stato identificato in un'estetica ''noir" (effetto soprattutto di "Dummy"), mi sembra che molti ci abbiano voluto sentire cupezze e dramma in questo album, ma per me era ancora un'opera aperta e diurna, magari non solare, ma a suo modo luminosa.

 

Mezzanine-Front.jpg

 

1998 Massive Attack - Mezzanine
A recuperare e a superare tutti in tetraggine ci pensano con "Mezzanine". Davvero un concentrato di creep vibrations d'epoca, dove le fino ad allora fondamentali influenze black sono messe a far tappezzeria, mentre a ballare in mezzo alla stanza ora sono psichedelia e tribalismo, fin li' ottenuti per via traverse, con un approccio non solo vicino al rock ma addirittura al rock pentecostale piu' invasato. I suoni sintetici e le deformazioni elettro danno forma a echi cosmici, ma mai come in questo caso e' chiaro che si tratta di uno spazio tutto interiore, dove comunque "nessuno puo' sentirti urlare". A far epoca (e a rompere anche un po' i coglioni per l'ossessivita' con cui fu riproposto quel feto canterino - toh, altra possibile metafora leggibile sia come citazione fantascientifica che in chiave interiore) fu ''Teardrop'', ma tutti e cinque i pezzi affidati a voci femminili sono memorabili, con forse l'apice di apatia horror di “Black Milk”. Fanno la loro figura anche i brani di ascendenza hip hop, trasfigurati in litanie orientaleggianti. Persino il pezzo strumentale, che all'epoca mi urtava, ha acquistato sapori twinpeaksiani. Disco che rappresento' un vero evento nel mio giro di amici, con il versante femminile parecchio esaltato e conturbato, tanto che per reazione snobbina l'ho avuto in antipatia per anni. Poi mi aveva preso, poi di nuovo c'avevo litigato. Stavolta credo resteremo amici 4eva.


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#25 Tom

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Inviato 02 marzo 2021 - 15:21

Lamb-Front.jpg

 

1996 Lamb - Lamb
A riscoprirlo dopo tanti di quegli anni mi posso anche inventare quanto fosse fico essere infelice e frustrato, com'ero, se come colonna sonora c'era roba come questa. Musica da ritorno a casa sotto la pioggia dopo la noia dell'ufficio, a farti almeno immaginare che ci si potesse deprimere in panorami meno grigi. Non che fosse musica escapista e suadente. Cullante e' la voce della cantante, l'anima jazz e maliziosa del duo, ma la musica di lui su cui galeggiano le parole di lei e' spesso trafelata e freak. A volte le due anime si amalgamano, altre volte fanno scintille. Ne scaturisce qualche passaggio non facilissimo al primo ascolto (la free-form di ''Cotton Wool''), ma poi tutto si compone in un'opera intensa e sensibile, che fa della duplicita' la sua poetica. Anche i testi parlano quasi unicamente dello scontro tra sentimento e sensualita', con l'amore che puo' tingersi di minaccia e paranoia. Album puntigliosamente up-to-date e allo stesso tempo (ancora un doppio livello) con l'autorevolezza di un classico fuori dalle mode.

 

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1999 Lamb - Fear of Fours
Non l'avevo mai sentito ed e' un peccato, immagino che ai tempi mi sarebbe piaciuto piu' dell'esordio, vista la sua natura cinematica e il piglio piu' aggressivo, praticamente rock dadaista e psichedelico. L'atmosfera e' decisamente piu' cupa e da incubo, a tratti persino barocca, ma tutto e' reso agile da melodie immediate e dallo scatto jazzy. Ci si puo' immaginare ogni canzone come il trailer sonoro di un thriller vintage, meglio ancora all'italiana, con quel senso di paranoia e di morte che aleggia sulla qutodianita' piu' borghesemente ovattata e immersa nei decor piu' raffinati. Se i Portishead erano musica da dark lady in bianco e nero i Lamb erano l'ultimo disco sul piatto ascoltato dalle vittime dell'assassino.

 

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2001 Lamb - What Sound
Nel poco poppetaro periodo dopo l'11 settembre pubblicavano un album che era tutto un omaggio alle sfumature piu' morbide del pop, anche se il generale tono crepuscolare alla fine ben si adattava a quei giorni. Come abili mastri orologiai il duo mette a punto una raccolta di canzoni di efficacia cronometrica, ma con l'accorgimento che ogni brano abbia almeno un momento in cui gli ingranaggi fanno impazzire le lancette e la melodia sembra perduta. Un'opera ancora una volta duplice, tanto partecipe della divulgazione elettro-arty dei Radiohead di Kid A/Amnesiac, quanto apripista della sonnolenza accudente di una Norah Jones. Canzoni per eventuali titoli di coda di momenti di vita.


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#26 kingsleadhat

    कगलु विपश्यना बाद वैश्व

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Inviato 02 marzo 2021 - 17:20

"Bonfire" tra i pezzi del <3


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#27 Tom

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Inviato 03 marzo 2021 - 17:39

Ultima puntata.
 
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1994 Laika - Silver Apples Of The Moon
E io che volevo riascoltare solo i suoni dei satelliti e l'ho ascoltato quasi solo per caso questo disco d'esordio di cui ignoravo l'esistenza fino a poco tempo fa. Non è adatto per "stare in sottofondo a un cocktail party" dicono nella mono. Beh, dipende dal party, in uno tipo quello pieno di freak e spostati che, giusto quell'anno, si vedeva in una memorabile sequenza di "Ed Wood" ci sarebbe stato benissimo. Anche perche' se c'e' della fantascienza in questa musica e' quella di un set arrabattato di un film di serie Z. La musica e' cosmica, ma di un cosmo sognato e suonato tra le miserie terrene. L'armamentario e i trucchi del trip hop ci sono tutti, ma e' assolutamente un album alt-rock, inebriante e febbrile, una adorabile, sgangherata e "lunare" sarabanda freakettona. A distanziarlo ancor piu' dal genere sono le dosi massiccie di ironia e l'attitudine di Margaret Fiedler come cantante: niente algidita' jazz o sottigliezze morbose, ma un carisma streghesco tipo Kim Gordon.
 
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1997 Laika - Sounds Of The Satellites
Tanto mi ha entusiasmato l'esordio che per dispetto quasi volevo mettere in discussione la “pietra”, visto il cambio di passo, e invece l'entusiasmo per quello si e' attaccato anche a questo, che alla fine mi e' piaciuto come all'epoca non mi era mai accaduto (del resto discorso applicabile a quasi tutti i dischi di cui ho scritto in questa mia mini-retrospettiva). Pur trasmettendo vibrazioni simili, il cambio di tono tra i due album e' notevole. E' tutto piu' colorato, ricco, ben disegnato, soprattutto sparisce quasi del tutto la tensione da baccanale lo-fi dell'esordio, per far posto a una felpata psichedelia in cinemascope. Se quello del '94 era "il cosmo agognato dal set di Plan 9 from Outer Space" questo e' piu' "vita degli anni 90 come fosse la scenografia di Forbidden Planet". Ingannandoti coi suoi modi piu' "borghesi", e' un disco che ti inivita a un cocktail in giardino e ti mette LSD nel drink. Prima ti ipnotizza con una micidiale infilata di perfette canzoni psichedeliche, poi ti fa accomodare nel razzo li' sul prato e prima che te ne accorgi sei in deliquio nella stratosfera, dove i suoni si fanno rarefatti e sottili.
 
bonus track...
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1999 Shivaree - I Oughtta Give You a Shot in the Head for Making Me Live in this Dump
Vabbuo', americanissimi e indie rock, ma nel downtempo direi che possono starci (certo piu' dei Laika). Li prendo quali buon esempio di come abitudini e attitudini del trip hop avessero attecchito in ogni dove. E' stato uno dei rari dischi non di classica portati nella vita di coppia da mia moglie. Per me sono sempre solo stati quelli di ''Goodnight Moon", che non e' roba da poco, uno dei pezzoni simbolo del passaggio di millennio, ma a risentirlo per bene tutto l'album merita. Un alt-country notturno e triphoppato, per lost girl che languono in case sperdute come quella della copertina (versione americana), la cui disperazione romantica e "cinematografica" anticipava parecchio certo cantautorato femminile 10s.


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#28 kingsleadhat

    कगलु विपश्यना बाद वैश्व

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Inviato 10 marzo 2021 - 10:21

Ottimo lavoro di cantautorato introspective a languide tinte trip-hop. Per me è si.

 

 


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#29 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 08 aprile 2021 - 12:52

Jay-Jay Johanson - Rorschach Test

 

 

Non lo conoscevo e invece gira da 25 anni, in ogni caso molto bello l'ultimo suo 


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The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#30 Connacht

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Inviato 20 maggio 2021 - 20:54

In questo momento è in loop continuo nella mia testa questo pezzo downtempo/trip hop (Original) all'interno di un grandissimo disco progressive house degli anni '90 (Leftism dei Leftfield), inoltre lo sguardo di Toni Halliday (Curve) nell'anteprima per me è magnetico:

 


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#31 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 30 maggio 2021 - 10:44

 

gran pezzo  di una band durata giusto il tempo di un disco e un paio di EP.


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#32 Connacht

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Inviato 03 giugno 2021 - 15:34

Due progetti dalla Danimarca, entrambi di Copenaghen ed entrambi attivi nei primi anni 2000:

 

Blue Foundation - Witch of Trouble

 

Il disco, omonimo del gruppo, è oscuro e graffiante, relativamente vicino all'hip hop, con doppia voce maschile e femminile, scratching in evidenza, atmosfere metropolitane tenebrose, in alcuni momenti ricorda abbastanza un misto tra Dummy e Maxinquaye.

 

 

Antenne - Like Rain

 

Quest'altro disco, #1, invece è molto rarefatto, con brani dilatati e dalla connotazione sonora quasi ambientale, con tenue voce femminile ad accompagnare il mesto battito minimale che scandisce le atmosfere dolenti e che a volte mi ricorda gli Skylab.

 


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#33 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 04 giugno 2021 - 06:41

belli entrambi , degli antenne c'è anche la monografia.


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#34 Tom

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Inviato 12 giugno 2021 - 15:08

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1999 Dot Allison - Afterglow
Cantautorato di fine millennio, notturno e deviante. Inizia cavalcando l'onda trip hop piazzando li' persino due potenziali mini-classici del genere (Colour Me e Close Yor Eyes), continua con un paio di eccitati raga freakettoni in odor di Kula Shaker intermezzati da un trasognato bozzetto timbuckleyano, conclude con uno spiazzante poker di sviolinante baroque pop che avrebbe suonato bene al Double R Diner di Twin Peaks. Quando si dice essere "so90s".

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2011 Chrysta Bell - This Train
Non capisco perche' non sia diventato immediatamente uno dei "miei" album dei 10s quando l'avevo ascoltato qualche anno fa. Musica da nebbie di un'altra dimensione, ma se la forma e' "dream", la sostanza e' da lost girl di Mulholland Drive con la foto di Elvis nel portafoglio, con una tensione quasi buckleyana.

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2011 Princess Chelsea - Lil' Golden Book
Un disco che assomiglia alla sua copertina e incredibilmente e' bello proprio per quello. Nella sua fintissima innocenza e frivolezza una delle cose piu' autenticamente lynchiane del lotto.

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2012 Rachel Zeffira - The Deserters
Il bellissimo nome da fattucchiera zingara d'altri tempi con la sfera magica ci sta bene su un'opera che mescola atmosfere da sogno vintage con vibrazioni classicheggianti. Un disco dove il ricamo sonoro e' raffinata e solida cucitura non merletto vezzoso. Dove tantissimi e tantissime sono svenevoli lei e' ipnotica. Altro capo 10s ascoltato in ritardo, nonostante mi piacciano i Cat's Eye.

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2018 Nicole Dollanganger - Heart Shaped Bed
So niente di questa canadese e dei suoi ben cinque album precedenti. Quanto vicina alle ombrosita' di una Lisa Germano e quanto lontana dalle lagnosita' di una Amy Lee? Un sussurro infantile e gotico che si ripete brano per brano, eppure, nonostante l'atmosfera esangue, il sapore e il mistero paludosi evocati dalla copertina si avvertono.


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#35 Connacht

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Inviato 12 giugno 2021 - 15:23

Quanto vicina alle ombrosita' di una Lisa Germano e quanto lontana dalle lagnosita' di una Amy Lee? Un sussurro infantile e gotico che si ripete brano per brano, eppure, nonostante l'atmosfera esangue, il sapore e il mistero paludosi evocati dalla copertina si avvertono.

 

Prova gli statunitensi Daughter Darling e guarda se si avvicinano e possono interessarti, questa descrizione me li ha fatti venire in mente:

 

 

EDIT: non credo siano simili, i dischi che hai messo non li ho ascoltati ma dando un rapido sguardo su RYM sembrerebbero ambient pop/dream pop/art pop.


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#36 Tom

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Inviato 12 giugno 2021 - 15:40

Si', e' dream pop parecchio spettrale.

Comunque gia' il disco li' e' al limite dei miei gusti, ne ho scritto perche' mi ha preso bene durante una passeggiata notturna, ma non credo proprio andro' cercare lo stesso mood in altri dischi.


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#37 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 12 giugno 2021 - 16:18

tra il resto quello di Chrysta Bell è prodotto da David Lynch , che l'ha voluta anche nel cast di Twin Peaks III


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#38 Tom

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Inviato 12 giugno 2021 - 16:32

Lievissimi e criptici indizi della presenza di Lynch anche in copertina.

Sono curioso di sentire i suoi due album successivi.


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#39 Connacht

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Inviato 21 giugno 2021 - 13:43

Perfume Tree - Dreaming

 

 

Canadesi, autori di un disco ibrido, in parte trip hop/downtempo ma influenzato anche da sonorità eteree ed esotiche, soprattutto nelle linee vocali ma anche nelle basi strumentali con muri sonori shoegaze.

Il disco è una piccola perla perduta del 1992.


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#40 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 22 giugno 2021 - 06:18

ho il diisco in wishlist da un bel po'. La mia preferità è questa

 


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#41 Connacht

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Inviato 10 luglio 2021 - 11:57

Elements of Life - The Thrill Is Gone

 

downtempo/chillout per area relax di un club notturno o per la hall di un albergo

 


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#42 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 12 luglio 2021 - 12:36

 

trip-hop atmosferico e onirico.


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#43 Connacht

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Inviato 06 agosto 2021 - 20:23

Vi piace il downtempo/ambient pop/dub in stile Breakdown degli One Dove, compreso il remix? Un anno dopo uscì Communication Breakdown di Poison Girl Friend che è praticamente la stessa canzone, ma dal Giappone:

 


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#44 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 23 agosto 2021 - 17:56

 

b-side del singolo Inertia Creep , ricorda un po' Machine Gun dei Portishead


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#45 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 17 ottobre 2021 - 10:15

 

Gothic Trip Hop, praticamente un Mezzanine al femminile, molto bello , ho avuto fortuna di trovarne una copia ad un prezzo  decente, c'è anche un seguito del 2001 anche questo ahimè fuori stampa.


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#46 Womanizer

    Groupie

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Inviato 20 ottobre 2021 - 13:48

Chi ha ancora la pazienza di fare un po' di sano crate digging (online e nei negozi, quelli che esistono ancora) può trovare ancora cose interessanti in ambito trip hop anche al giorno d'oggi, certo le uscite non sono frequenti come nella golden era, ma la qualità non manca.

Dal paese in cui è nato questo genere non esce praticamente più niente, mentre sembra andare abbastanza negli Stati Uniti e in certe zone improbabili d'Europa.

Ad esempio, chi si sarebbe mai aspettato un album trip hop dalla Grecia?

Midnight Madness di Moderator unisce sonorità latin, western a suoni che ricordano certe colonne sonore di vecchi film noir, riuscendo come il migliore dei sceneggiatori a creare un lavoro coerente e credibile. 

 

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Il resto dell'album vi invito a scoprirlo da soli qui:

https://www.meltingr...ss-by-moderator


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#47 Connacht

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Inviato 21 ottobre 2021 - 01:33

Mi pare più sull'hip hop strumentale, comunque figo!


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#48 simon

    Scaruffiano

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Inviato 21 ottobre 2021 - 12:24

Sono state le sonorità più morbide cui cullarsi nei momenti in cui non potevi più della mazza quattro quarti post industrial mode.

 

Simon REYNOLDS scrisse un meraviglioso articolo su TRICKY forse il padre spirituale di questo oscillamento virtuale e irredento.

 

Per quanto mi compete opto per questo immenso saggio di luminescenza, rapsodie fortunatamente mancate per tuffarsi senza velleità acrobatiche nel godere del sound

 

 

trip hop ha significato appunto anche mangiarsi il cuore della musica, ovvero il funk, il desiderio del basso fino ad assaporarlo come tanti vampiri in 4D.


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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#49 Womanizer

    Groupie

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Inviato 26 ottobre 2021 - 10:36

Si ma la sfida vera è trovare qualcosa di trip hop prodotto oggi


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#50 Connacht

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Inviato 19 marzo 2022 - 16:31

C'è anche una playlist ispirata in senso lato dalla scheda sul trip hop del sito, sono 40 brani che spaziano in un intorno variegato comprendente varie contaminazioni tra downtempo, dub, pop elettronico, acid jazz, instrumental hip hop, ambient techno e similia: https://open.spotify...c5a2bfe8b604a1d


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