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Spade De Foco: Il Cinema Fantasy


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74 replies to this topic

#1 Tom

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Inviato 20 marzo 2020 - 20:12

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POPOLARE

Spade de foco: il cinema fantasy

Visto che, si spera, moriremo tutti a breve e non resteranno testimoni, posso apire un topic il cui tasso di nerditudine avrebbe tormentato le mie notti. Discussione che rimuginavo di aprire dal... 2009, e per cui avevo accumulato cartelle di jpg. Molti dei film citati li ho visti, il problema (se e' un problema) e' che nel frattempo ho dimenticato quasi tutto di molti di quei molti. Quindi, commentero' come capita.

Ovviamente non parlo di fantastico generico, ma di fantasy con gli spadoni, che preveda almeno una "quest", un approccio coerente e non surreale al magico. E mi limito, per limiti miei, al fantasy occidentale, quello orientale e' tutta un'atra storia e fuori dalla mia portata.

Il fantasy prima del fantasy

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1924 Die Nibelungen: Siegfried (I Nibelunghi: Sigfrido) di Fritz Lang
1924 Die Nibelungen: Kriemhilds Rache (I Nibelunghi: la Vendetta di Crimilde) di Fritz Lang
L'amico Fritz che ha cinematograficamente codificato il noir, il thriller, lo spy-movie, il film di fantascienza e per l'appunto, con questo dittico capolavoroso oltre ogni dire, il fantasy. Qui mi esalto e ne straparlo un po'.

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Cinema fantastico sovietico
1946 The Stone Flower (Kamennyy tsvetok) di Alexander Ptushko
1950 The Magic Sword (Cudotvorni mac) di Vojislav Nanovic (SERBIA)
1953 Sadko (Le Tour du monde de Sadko) di Alexander Ptushko
1956 Ilya Muromets (The Sword and the Dragon) di Alexander Ptushko
1957 The Snow Queen (Snezhnaya koroleva) di Lev Atamanov
1959 The Day the Earth Froze (Sampo) di Aleksandr Ptushko e Risto Orko
1964 Jack Frost (Morozko) di Aleksandr Rou
1966 The Snow Queen (Snezhnaya koroleva) di Gennadi Kazansky
1966 Journey to the Beginning of Time (Cesta do Praveku) di Karel Zeman
1972 Il castello incantato (Ruslan Si Ludmila) di Aleksandr Ptushko

Ah, il cinema sovietico. Un festa per gli occhi, un immaginario da noi semi-sconosciuto. Roba fighissima da citare per far bella figura con gli amici, e una cornucopia di spunti per creare affascinanti jpg. Ma che palle quel narcisismo popolaresca da soviet, che palle tutte quelle narrazioni e quei personaggi violentemente semplificati per passare tra le maglie delle censura. Il piu' noto da noi e' probabilmente "La regina delle nevi" del '57, un classico per i bambini angosciati davanti alla tv degli anni 70 e 80.

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I film fiaba
1959 Sleeping Beauty (La bella addormentata nel bosco) di Clyde Geronimi, Eric Larson, Wolfgang Reitherman e Les Clark
1961 The Wonderful World of the Brothers Grimm (Avventura nella fantasia) di Henry Levin e George Pal
1962 Jack the Giant Killer (L'ammazzagiganti ) di Nathan H. Juran
1962 The Magic Sword (La spada magica) di Bert I. Gordon
1963 The Sword in the Stone (La spada nella roccia) di Wolfgang Reitherman
1969 Il gatto con gli stivali (Nagagutsu o haita neko) di Kimio Yabuki
1970 The Phantom Tollbooth (Il castello fantasma) di Chuck Jones
1971 Bedknobs & Broomsticks (Pomi d'ottone e manici di scopa) di Robert Stevenson
1971 Il cavaliere inesistente di Pino Zac

Non che per anni in occidente sia andata meglio. Per decenni fiaba e fantasia sono state servite apparecchiate in film puerili, con regie ottuse e attori a fare i guitti. Tocca ammettere che si distingueva in intelligenza e sense of wonder (anche se non sempre) l'odioso Moloch disneyano. E ovviamente i giappi, almeno con quel film del cuore che e' "Il gatto con gli stivali" del '69.

In realta' il vero fantasy cinematografico per decenni e' stato l'avventura esotica, tutto quel filone di Sindbad e Aladini vari mutuati dalle Mille e una notte. E poi ovviamente i nostri Ercoli, Macisti, Sansoni, Ursus e gladiatori vari, anche se spesso contavano piu' gli sganassoni che non le trovate fantastiche.

Fantasy, yes it’s fantasy, it’s only fantasy, always fantasy

Per quanto riguarda il fantasy nel cinema tutto cambia quando nel 1977 esce un film misconosciuto di cui dubito abbiate mai sentito parlare...

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1977 Star Wars (Guerre stellari) di George Lucas
Il manifesto di Frazetta parla da solo. Si lo so che tanti fan si incazzano se lo si mette sotto l'etichetta fantasy invece che fantascienza. D'altra parte: principesse rapite, cavalieri neri, basi spaziali come castelli antichi con tanto di segrete e mostri nelle fogne, maghi col cappuccio, robot gnomeschi, protagonisti identificabili nei miti di Parsifal e Lancilotto... come puo' anche solo venire in mente il fantasy? No via, il fantasy moderno cosi' come lo concepiamo oggi inizia da qui. Westernizzando e samuraizzando la materia Lucas toglie finalmente al genere quell'estetica dolciastra fatta di cavalieri in calzamaglia, maghi coi cappelli a punta e principesse con lo strascico.

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1977 Jabberwocky di Terry Gilliam
L'esordio solista di Gilliam e' un misconosciuto capolavoro del genere, stranamente poco cagato anche da molti fan del regista. E' un film ancora totalmente 70s, smitizzante e crepuscolare, parente stretto del nostro Brancaleone, una roba picaresca opposta al film di Lucas e infatti anche la fortuna del film e' stata contraria. Un inadeguato e imbranatissimo protagonista si muove in un medioevo fantastico, grottesco e senza speranza. Si ride verde, tra genialate visive e momenti splatter.

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1977 Wizards (I maghi della guerra) di Ralph Bakshi
Primo, dimenticatissimo, capitolo della trilogia fantasy di Bakshi. Sgangheratissimo, sbagliatissimo, ma alla fin fine affascinante, come un po' tutta la roba di questo regista un po' matto. Qui siamo immersi ancora in un'estetica da fumetto underground, coloratissima e molto hippie, con provocazioni visive e un tono cinico, satirico e strafottente. Sembra di vedere in scena un fumetto che potrebbe essere stato pubblicato da Lanciostory. Un reperto storico piu' che un film compiuto.

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1977 The Hobbit (Lo Hobbit) di Jules Bass e Arthur Rankin Jr
In attesa del Signore degli Anelli di Bakshi, che si pensava sarebbe stato un mega-successo, Jules Bass e Arthur Rankin Jr, due volponi dell'animazione a basso costo, mettevano in cantiere il prequel. Un film per bambini lezioso e pieno di canzoncine, ma con una sua grazia e un suo fascino vintage. Certo molto piu' fedele al tono del romanzo di Tolkien della triplice sborratona di Peter Jackson quasi quarant'anni dopo.

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1978 The Lord of the Rings (Il signore degli anelli) di Ralph Bakshi
Un'attesissima trasposizione, presa in considerazione da registi come Kubrick e Boorman, eppure fu un fiasco, anche perche' sostanzialmente dava l'idea (giustificata) piu' di un film incompleto che non di essere la prima parte di qualcosa. Ma se c'è un prima e un dopo nella storia del cinema riguardo la rappresentazione di un universo fantasy quello è rappresentato da questo film. Sotto l'ovvia influenza del primo SW di Lucas e ingentilendo l'estetica barbara dei fumetti di Conan della Marvel (il fumetto americano più venduto degli anni 70), questo film ha cristallizzato per sempre l'estetica "scout" del fantasy moderno, dando un'impronta definitivamente americana al genere.

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1978 Watership Down (La collina dei conigli) di Martin Rosen, John Hubley
Altra trasposizione animata di un classico letterario del genere, l'epopea leporide di Richard Adams. Bellino eh, ma uno dei cartoni animati piu' tristi mai fatti, almeno in occidente. Non e' neanche tanto il cosa, anche se non mancano particolari macabri e funerei, e' proprio l'opprimente senso di malinconia e fatalismo che avvinghia dall'inizio alla fine a lasciare il segno. Io l'ho visto da adulto e mi ha depresso parecchio, immagino vederlo da ragazzini. O magari a quell'eta' non si coglie la tristezza di fondo e si resta invece affascinati dal sotto-mondo conigliesco.

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1979 La spada di King Arthur (Entaku no Kishi Monogatari Moero Asa)
Mitologico anime di 52 episodi arrivato da noi nei primi anni 80. Dando ai cavalieri in armatura dell'epica arturiana agilita' da ninja e eleganza da samurai, i giapponesi dimostravano di aver capito piu' degli occidentali l'essenza innovativa dell'immaginario del primo SW, cosa del resto evidente anche nel profluvio di anime di fs che producevano in quegli anni. Mai rivisto da quando ero bambino e mi sembrava la cosa piu' figa mai esistita; mi tengo il ricordo senza verificare.

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1980 The Empire Strikes Back (L'impero colpisce ancora) di Irvin Kershner
Altra tappa fondamentale per la definizione del genere. Se il primo manteneva una certa aria algida e "grafica" da 70s (ritocchi digitali lucasiani permettendo), il secondo aggiunge colori e diventa piu' pittorico, incupendosi accentua il fascino segreto e da medioevo barbarico con le astronavi. Le luci, i colori e le scenografie vegetali del pianeta-palude di Yoda di fatto cristalizzano e settano per sempre i colori e le luci del fantasy al cinema.

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1980 Thundarr the Barbarian
In America gode di un discreto cult, ma non ho mai purtroppo visto niente di questa serie animata in 21 episodi che vide coinvolti anche mostri del fumetto come Jack Kirby, Alex Toth, John Buscema. Chiaramente figlia sia di Guerre stellari, col protagonista con la "spada de foco" e un compagno enorme e peloso, che di Mad Max, vista l'ambientazione post-apocalittica. Altrettanto chiaramente fu presa a modello per la futura e molto piu' famosa (ma anche molto meno interessante) serie di He-Man e i Masters.

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1980 Return of the King di Jules Bass e Arthur Rankin Jr
Un altro prodotto del duo inglese Bass e Rankin, due pionieri dell'animazione per l'home-video. Lo stile grafico e' lo stesso del loro Hobbit del 1977, ma il film si pone chiaramente come riempitivo dell'enorme buco narrativo lasciato dal film di Bakshi, che interrompeva la nota storia a meta'. Mai visto, quindi non saprei dire quanto degnamente lo faccia, anche se scenografie e caratterizzazione dei personaggi, per quanto bambinesche, non mi sembrano male.

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1980 Hawk the Slayer (La spada di Hok) di Terry Marcel
Cialtronata dal budget visibilmente ridicolo che pure becca qualcosina in certe scenografie smaccatamente finte. Curiosa l'ascendenza spaghetti western di molte scene, ma onestamente pallosissimo anche guardato in un'ottica trash. Jack Palance che sbraita a caso facendo un simil-Darth Vader con un costume arrabattato e' qualcosa tra il deprimente e il sublime.

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1981 Excalibur di John Boorman
Avendo inutilmente tentato di portare sullo schermo Tolkien, Boorman ripiego' tornando alle radici, mettendo in scena la piu' famosa cine-trasposizione della saga arturiana. Mantenendone molte delle scabrosita' e cupezze medievali gli usci' fuori un epico spettacolone, pieno di colori e bagliori, ma in netto contrasto rispetto al sentire dell'epoca: una pellicola adulta, funerea, priva di personaggi in cui identificarsi, in cui l'ironia e' piu' spesso affondo grottesco che non allegerimento. Capo, ovvio.

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1981 Heavy Metal di Gerald Potterton
Cultone dell'animazione per adulti. Non tutti gli episodi sono allo stesso livello, ma nella sua ostentata ignoranza di intenti il film mi sembra la piu' onesta trasposizione di uno spiritaccio "pulp" che raramente trova spazio nel cinema fantastico. Quindi tette, culi, machismo, cinismo, violenza dispensati con scellerata e adorabile gratuita', frullati in uno scenario di colori sparati e spericolate trovate visive di grande impatto, anche se non certo all'insegna del buon gusto. In tempi in cui “fumettistico” era un insulto questo film faceva di tutto per vedersi appioppato il termine.

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1981 Dragonslayer (Il drago del lago di fuoco) di Matthew Robbins
Film lento e tutto sbagliato, eppure cupo e "strano", certo molto di piu' di quello che si proponevano gli autori. Peter MacNicol gia' con la faccia da avvocato quarantenne che fa il Luke Skywalker della situazione dice gia' tutto dei problemi del film, che prevede cose destabilizzanti tipo la bella principessa di turno che viene uccisa dal drago e divorata dai cuccioli dello stesso. Ma il drago e' uno dei piu' belli della storia del cinema e il film era un cult di certi pomeriggi onirici degli 80s.

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1981 Meisaku Douwa (Il lago dei cigni) di Kimio Yabuki
Insieme a "Il gatto con gli stivali" del '69, un classicone delle rete locali dei pomeriggi del 25 dicembre. Piu' avventura che romanticismo. La caramellosita' di una certa estetica da balletto classico viene ampiamente riscattata dalla goticita' del castello dell'orco, dall'orco stesso e dal bel personaggino di sua figlia mutaforma. Rivisto anche da adulto mantiene una sua godibilita' e le musiche di Tchaikovsky spogliate da tutu' e calzemaglie guadagnano in epica.

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1981 Blackstar
Serie tv in 13 episodi di scarsa fortuna, che era una mezza taroccata di Thundarr the Barbarian. La Filmation riciclera' scenari e pose di questa serie per creare il cartone dei Masters, tanto che, leggo, per gli appassionati Blackstar e' una specie di parente sfigato di He-Man. Mai visto nulla, ma notando che non ci sono principi in calzamaglia violetta, orchetti petulanti e moraline finali (tipica trovata della Filmation), mi sa che il cugino ciula era piu' He-Man.

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1981 Clash of the Titans (Scontro tra titani) di Desmond Davis
Visto da ragazzino, non mi ricordo neanche se mi era piaciuto o meno. Mi ricordo solo che la mitologia mediterranea coi tizi in tunica e sandali mi sembrava infinitamente meno figa di quella nordica con le pellicce e gli stivali. Da adulto sono diventato meno esterofilo, anzi l'epica mediterranea mi affascina molto, ma dubito possa essere questo film a darmi soddisfazione.

continua...


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#2 Edgewalker

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Inviato 21 marzo 2020 - 11:18

Di Watership Down e il primo LOTR ricordo lo stile di animazione particolarmente atavico, embrionale e inquietante, certo nel caso del primo forse è anche un punto a favore [mentre il suo recente remake di Netflix penso valga una menzione nel topic sulla fighetteria moderna asd]


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#3 lazlotoz

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Inviato 21 marzo 2020 - 14:10

È un cinema che ha fatto presa tantissimo in me bambino. Ci son immagini che sono incredibilmente ficcate nella memoria. A prescindere che i film fossero buoni o meno (e per lo più non lo erano, sul cinema son stato precocemente un rompicazzo e ricordo già intorno ai 9 anni essere molto selettivo). Era proprio un gusto per il fantastico che mi catturava in maniera estasiante. 

E forse è lì la potenza di quel cinema e che penso abbia sempre meno spazio (ma aspetto la sezione sul cinema contemporaneo di Tom che magari mi smentisce clamorosamente) dopo Il signore degli anelli di Jackson.

 

Ripeto, non tanto i film, quanto quel sapore. Tanti già citati da Tom in più penso a Krull e Legend, che credo dessero una settimana sì e una no in televisione.


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#4 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 21 marzo 2020 - 14:21

bravo Tom che ci fornisci l'inserto culturale da leggere nel weekend


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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#5 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 21 marzo 2020 - 14:45

Bellissimo Tom. Andrebbe analizzato di pari passo col diffondersi di D&D fra gli adolescenti italiani in quegli anni, vera tavola della legge (nel bene e nel male, soprattutto nel post Jackson) del fantasy della nostra epoca.


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#6 Bandit

    Lorenzo Righetto

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Inviato 21 marzo 2020 - 17:38

Nel lotr di bakshi va ricordato anche l'uso delle riprese in carne e ossa "cartoonizzate". L'ho consumato quel film che per me rimane una buonissima trasposizione, piena di meraviglia ed epica, senso del tragico e del dramma della guerra.

Citerei anche dark Crystal e labyrinth che però ho visto solo di recente coi bimbi, da piccolo non li avevo visti.
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#7 Guest_Resp Into_*

    Maledettooo! Maledetooo! Maledettooo!

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Inviato 21 marzo 2020 - 23:03

Bellissima analisi, sono curioso per la prossima puntata di sentire qualcosa su Legend.

Comunque diciamo la verità, al di fuori dell'animazione c'è veramente poca roba di vero valore.
Il problema credo sia lo stesso della letteratura. Se padroneggi a fondo gli strumenti del racconto, cioè se sai scrivere una storia come si deve, sei in grado di trasportare lo spettatore in un altro mondo senza tirare in ballo spadoni e draghi.
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OBIETTIVO MEDIA DI ALMENO UN + A POST RAGGIUNTO ;)

 

 

raramente ho visto un'immagine più autenticamente devastante dell'inermis dell'uomo contemporaneo occidentale


#8 Edgewalker

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Inviato 22 marzo 2020 - 12:47

Nel lotr di bakshi va ricordato anche l'uso delle riprese in carne e ossa "cartoonizzate". L'ho consumato quel film che per me rimane una buonissima trasposizione, piena di meraviglia ed epica, senso del tragico e del dramma della guerra.

Citerei anche dark Crystal e labyrinth che però ho visto solo di recente coi bimbi, da piccolo non li avevo visti.

 

 

Bellissima analisi, sono curioso per la prossima puntata di sentire qualcosa su Legend.

Comunque diciamo la verità, al di fuori dell'animazione c'è veramente poca roba di vero valore.
Il problema credo sia lo stesso della letteratura. Se padroneggi a fondo gli strumenti del racconto, cioè se sai scrivere una storia come si deve, sei in grado di trasportare lo spettatore in un altro mondo senza tirare in ballo spadoni e draghi.

Beh Tom si è fermato per ora al 1982, al suo ritorno presumibilmente tirerà fuori quel catalogo ottantiano di cui fanno parte i due film di Bandit e che invalida per me la dichiarazione di Spiritomb: Conan, Legend, Highlander, Ladyhawke, Willow, The Black Cauldron, Neverending Story, Princess Bride...


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#9 Tom

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Inviato 22 marzo 2020 - 20:14

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POPOLARE

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1982 Conan the Barbarian (Conan il barbaro) di John Milius
La creatura di Howard (anche se il film e' piu' figlio dell'enorme successo della splendida trasposizione fumettistica curata da Roy Thomas) non poteva trovare regista piu' appropriato di Milius, anche lui ossessionato dall'inutile, e per questo epica, lotta dell'uomo contro il Tempo e la Storia. Milius soprattutto intuisce meglio di altri l'elemento fondamentale su cui lavorare per mettere in cinema un universo "altro": il ritmo. Rallentando costantemente i tempi e solenizzando ogni gesto crea un mondo ieratico, dove ogni dialogo diventa cerimonia, ogni morte violenta sembra un sacrificio, ogni scena di sesso e' orgia. Realizzando comunque un blockbuster spettacolare e di grande successo, non un arcigno film d'autore. Il Conan bovino di Schwarzenegger ha poco a che fare con il Conan ombroso e felino dei romanzi e dei fumetti, ma e' subito icona. 
 
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1982 The Dark Crystal (Dark Crystal) di Jim Henson
Una storiella stiracchiata e' il pretesto per mettere in scena un cine-diorama di pura meraviglia pupazzosa, una sarabanda di trovate e trovatine visive che riempiono gli occhi quasi ad ogni inquadratura. Il palesemente finto di un universo fatto solo di burattini diventa piu' concreto e coerentemente "reale" di ogni film con gli attori. Il creatore dei Muppets, Jim Henson, da sfogo alla sua vena piu' seria e malinconica, splendidamente assecondato da colonna sonora e fotografia. Il ritmo lentissimo, che e' forse il difetto che decreto' il flop commerciale del film, con gli anni e' diventato poetico. (Dieci, sprecatissime, ore di lussuoso girare a vuoto il recente prequel Netflix.)
 
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1982 The Secret of NIMH (Brisby e il segreto di NIMH) di Don Bluth
La terza perla magica di quell'evidentemente fecondo 1982. Transfuga dall'impero del Topo, Bluth dirige il suo miglior film (il suo alto artigianato purtroppo non ritrovera' piu' questo equilibrio poetico) mettendo in scena una specie di Dark Side dell'immaginario disneyano, iniettando elementi fantasy e persino horror nell'idea di un mondo animale parallelo e in miniatura rispetto a quello umano. Un film "per bambini" cupamente suggestivo e con parecchi momenti forti, ma anche meravigliosamente colorato e pieno di trovate visive. E' l'irresistibile atmosfera "segreta" che lo rende un film speciale e un gustificato cult.
 
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1982 The Sword and the Sorcerer (La spada a tre lame) di Albert Pyun
Un regista malfamato che dirige uno sword and sorcery incentrato su questa idiotissima idea di una spada a tre lame, di cui un paio lanciabili... che non si capisce cosa abbia di speciale rispetto a una banale balestra. Un disastro annunciato? E invece no, il film e' un divertentissimo B-movie dall'aria imprevidibilmente classica, ben fatto e ben recitato, quest'ultima cosa strana in questo tipo di prodotti. Un punto ulteriore che gli autori guardassero a Indiana Jones oltre che al solito SW.
 
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1982 The Beastmaster (Kaan principe guerriero) di Don Coscarelli
Un piccolo classico della serie B in America, da noi mi sembra misconosciuto come tutto quello fatto dal grandissimo Coscarelli. Ha dato vita a due sequel e persino a una tardissima serie tv alla fine degli anni 90. In effetti simpatiche e gradevoli le avventure di questo simil-Conan un po' Tarzan, che combatte cattivi sadomaso alla Mad Max, andandosene in giro con due furetti, un falco, una tigre nera, e soprattutto una Tanya Roberts poco vestita. Marc Singer (due anni dopo il Donovan di "Visitors") e' praticamente He-Man sputato.
 
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1982 Sorceress (La spada e la magia) di Jack Hill
Scatenata stronzata del cultissimo Jack Hill, autentico piccolo "poeta" della serie Z americana (Spider Baby, Foxy Brown, Switchblade Sisters), che al suo ultimo film (ma e' ancora vivo) la buttava giu' nell'unico modo in cui poteva buttarla giu', cioe' nel ridicolo volontario con tante tette. Inguardabilmente simpatico. 
 
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1983 Return of the Jedi (Il ritorno dello Jedi) di Richard Marquand
E alla fine fu tutto cosi' definitivamente fantasy che si fini' quasi per fare atterrare le astronavi nel mondo delle fiabe, con un trionfo del pupazzame a un passo da film dei Muppets (per caderci dentro con i ritocchi digitali di Lucas: si', mi piace metttere il dito nella piaga). Ok, non vale gli altri due capitoli perche' Marquand non vale Lucas e Kershner, ma l'antro di Jabba The Hut, la battaglia nel deserto, la corsa nella foresta, il villaggio Ewok sugli alberi, il duello davanti all'imperatore sono grande cinema della meraviglia.
 
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1983 Fire and Ice di Ralph Bakshi
Uomo mezzo nudo e donna praticamente nuda scampano a mille pericoli, finche' un tizio mascherato risolve la situazione: la "trama" e' tutta qua, ma nonostante questo o proprio per questo se la gioca tranquillamente con il Conan di Milius come miglior trasposizione su pellicola di un mondo sword and sorcery. Quel matto di Bakshi colleziona l'ennesimo disastro produttivo e commerciale, ma conclude la sua trilogia fantasy col capitolo migliore e piu' compiuto. Collaborando con Frazetta (chi altri?) e dandoci giu' di rotoscopio in un tripudio di carne, corpi, erotismo plastico, scenografie selvagge. Un trionfo del gratuito da vedere solo nel piu' lussurioso e orizzontale cinemascope possibile.
 
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1983 Krull di Peter Yates
Yates, bel regista della prima generazione della new hollywood, non era decisamente il piu' indicato a dirigere questo tentativo di rifare Star Wars in versione puramente fantasy. Belli i momenti piu' visionari (tipo le scenografie surreali del castello volante, che anticipano molto le analoge sequenze di "Legend") e crudeli (il massacro iniziale, la mortifera resa dei conti), ma nelle scene normalmente avventurose tira un po' aria da vecchi film di Robin Hood. Simpatico e molto generazionale.
 
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1983 Wizards and Warriors (Storie di guerra e di magia)
Qui vado sul personale. Serie tv in 8 episodi trasmessi un paio di volte sotto natale su Italia Uno a meta' anni 80. La adoravo. L'evidente poverta' di mezzi veniva bilanciata da tonnellate di ironia. Un piccolo e adorabile microcosmo fantasy in versione commedia brillante con principesse scazzate, maghi sornioni, cavalieri sfortunati, cattivi in fondo simpatici, il tutto pero' senza diventare mai farsa o parodia, e caratterizzato visivamente dalla trovata delle spade che facevano scintille durante i duelli. In America ha un piccolo culto, da noi sembra che me la ricordo solo io. Anni fa ho rivisto un paio di episodi: uno reggeva da dio il bel ricordo, l'altro meno.
 
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1983 Dungeons & Dragons
Il celebre gioco messo in scena in una produzione Marvel/giapponese di 27 episodi dallo scarso valore visivo, ma piu' interessante e intelligente di quello che puo' sembrare a livello narrativo, anche perche' precedente a quell'ondata moralizzatrice che impose l'infantilizzazione dell'animazione americana (vedi giusto sotto). Ne ho qualche vago ricordo, roba piu' per ragazzini che per bambini, con persino qualche episodio dal sapore horror.
 
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1983 He-Man and the Masters of the Universe (He-Man e i dominatori dell'universo)
Quel che poteva essere e non e' mai stato. Il concept alla base dei giocattoli era figo e persino originale: fantasy "barbara" + tecnologia "magica" alla Guerre stellari + mostri horror, il tutto immerso in un'atmosfera tetra, quasi lovecraftiana. Purtroppo la serie usci' in un momento in cui in America facevano furore i comitati contro i contenuti inappropriati nei prodotti per bambini. La Filmation si cago' sotto e rese il tutto piu' innocuo possibile, trasformando una potenziala saga horror-fantasy in una commedia con personaggi farseschi, con tanto di ipocriti moraline finali. Da bambino non me ne perdevo una puntata, ma gia' allora ne percepivo la sostanziale stupidita'.
 
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1983 Deathstalker di James Sbardellati
Avventure di un biondo Conan di serie C, in un B-movie abbastanza divertente e tutto sommato anche ben fatto, anche se chiaramente potabile solo in un'ottica di puro cazzeggio, cosa che non si puo' certo dire dei suoi ben tre sequel, uno piu' miserabile e raffazzonato dell'altro. Siccome dietro tutto c'era sua maesta' del risparmio Roger Corman, il riciclaggio degli stessi costumi e scenografie servi' anche per un'altra serie "scult": Barbarian Queen, I e II, in cui si indulgeva un po' di piu' su culi e tette.
 
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1983 Conquest di Lucio Fulci
Il filone "barbarico" italiano uscito sulla scia del Conan di Milius lo evito, anche perche' la maggior parte dei titoli punto' piu' su fuffa simil-preistorica che non propriamente fantasy. Notevole eccezione questo perla del Fulcione nazionale, che con un budget praticamante nullo realizzo' un b-movie unico, dove piu' di chiunque dimostrava di aver colto la lezione di Milius, realizzando un film dall'atmosfera cerimoniosa e orgiastica, superando in tenebrosita' e senso del mistero lo stesso Milius, con in piu' un chiaro sottofondo gay.
 
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1984 The Neverending Story (La storia infinita) di Wolfgang Petersen
Hai voglia di notare tutte le svenevolezze e banalizzazioni che ammorbano questo dolciastro film tedesco che fece incazzare anche Ende. Hai voglia di notare come un film nato come risposta europea a Spielberg e ai film della Amblin poi le provasse tutte per fingersi americano. Hai voglia di notare come puntassero tutto su un tripudio di effetti speciali e trucchi oggi non invecchiati benissimo (solo la meravigliosa tartarugona tiene botta). Eppure, sara' per via di qualche atmosfera ben costruita, sara' per il suggestivo doppio livello narrativo, ma tutto l'insieme ha una sua quasi misteriosa capacita' di suggestionare e creare un sense of wonder ancora genuino. E in confronto ai sequel e ai remake sembra diretto da Herzog.
 
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1984 Conan the Destroyer (Conan il distruttore) di Richard Fleischer
Chissa' come ci arrivarono i De Laurentiis ad affidare il sequel del film di Milius a un lussuoso veterano di 70 anni, che abbordava la materia come ci si poteva aspettare da un regista che aveva iniziato a far cinema nel 1946: regia di servizio e totale menefreghismo. Dall'avventura epica si passava all'esibizione circense da film di Maciste, in un trionfo di cartapesta e goffaggine. Insomma, solita pacchianeria De Laurentiis style. Che poi il film non e' manco male se si evita l'impossibile paragone, a dirla tutta da ragazzino lo trovavo anche piu' divertente. La confezione e' del resto di lusso, con in particolare Basil Poledouris che supera se stesso e compone una colonna sonora indimenticabile.
 
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1984 The Company of Wolves (In compagnia dei lupi) di Neil Jordan
Lussuosa rivisitazione fantasy/horror della figura di Cappuccetto Rosso, ispirata alla splendide riletture delle fiabe classiche in chiave erotica e femminista di Angela Carter. Visivamente ci si lustrano gli occhi, i passaggi tra sogno e realta', gli anacronismi (il Male arriva nel villaggio da favola con un macchinone) sono risolti con spirito surrealista, ma forse il tutto e' un pelo troppo algido. Manca probabilmente la possibilita' di spingere il morboso ai livelli permessi dalla pagina scritta. Da vedere.
 
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1984 Sword of the Valiant: The Legend of Sir Gawain and the Green Knight di Stephen Weeks
Strano film praticamente dimenticato, nonostante la presenza di Sean Connery. Trasposizione della famosa leggenda dell'Uomo Verde in un b-movie visivamente ispirato alle luci smeraldine di Excalibur (senza lo stesso budget e il talento visivo di Boorman), ma crepuscolare, anti-epico, attraversato da una vena sarcastica e demolitrice. Non si capisce dove comincia la malavoglia degli autori e dove la demifisticazione ricercata. Non indispensabile riscoprirlo, ma male non fa.

 

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1984 The Warrior and the Sorceress di John C. Broderick
Uno straniero arriva in un paesino diviso tra due bande in guerra, facendo il doppio gioco con entrambe riuscira' ad eliminarle. Eh si', e' la variante fantasy e trash de "La sfida del samurai / Per un pugno di dollari". Un divertito e sornione David Carradine fa il cavaliere errante menefreghista, in un filmetto adorabilmente cinico, pieno di tette al vento, violenza gratuita e mostri di gomma. Serie B di quella a cui voler bene.


  • 20

#10 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 22 marzo 2020 - 22:20

Su He-Man hai visto spero la spassosa puntata della serie documentario di Netflix sui giocattoli? Molto consigliata asd
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#11 Tom

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Inviato 26 marzo 2020 - 17:48

*
POPOLARE

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1985 Legend di Ridley Scott
Ovvero quando un Ridley Scott ancora entusiasta del suo mestiere - come forse non lo sara' mai piu' - uso' ogni mezzo dell'arte cinematografica per dare tridimensionalita' e concretezza a un mondo fatto di luce, colori, riflessi e ombre. E' tutto filtrato e processato in un lavoro di manipolazione dell'immagine e del suono talmente stratificato da rischiare la saturazione. Ogni inquadratura e' composta come un'illustrazione, ogni suono rielaborato, ogni scena e' un esempio di virtuosismo del montaggio. La trovata piu' genialoide e' forse quella di riempire ogni scena di polvere, pollini, gocce, fumi, vapori, fiocchi neve, materiali rarefatti ma visibili che vanno a inspessire l'aria sullo schermo dando una sensazione di materialita' che manca al 99% dei film fantasy. Forse non un grande film (per quanto volutamente la storia e' davvero esile), ma sicuramente grande cinema.

 

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1985 Ladyhawke di Richard Donner
Un vero classico del genere, un'avventura medievale e romantica, girata e ambientata in un'Italia da fiaba dark. Anche se da noi, per rendere il tutto piu' esotico, nel doppiaggio francesizzarono i nomi. La confezione e' ottima, pur senza soprassalti d'ingegno. Se il film appassiona e si fa ricordare piu' di altri e' per la magnifica coppia di attori protagonista: un Rutger Hauer al massimo della sua potenza iconica che divora la scena ad ogni apparizione e una Michelle Pfeiffer di bellezza e intensita' aliene. Matthew Broderick, che stara' in scena il triplo del tempo di entrambi, sembra un personaggio secondario.

 

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1985 The Black Caulderon (Taron e la pentola magica) di Ted Berman e Richard Rich
Quasi un film maledetto per la Disney, a cui scappo' la mano sugli elementi gotici e spaventevoli (sembra pure sforbiciati in post-produzione), terrorizzando platee di bambini, cosa che posso testimoniare in prima persona avendolo visto al cinema, con mio fratello e dei cugini piu' piccoli di me che erano tutti atterriti. E' un po' un calderone (ah!) di spunti presi da altre parti, persino dai Puffi, ma col tempo la sua natura di minestrone troppo condito ne ha fatto un film affascinante, una specie di paradigma dei luoghi comuni del fantasy. 

 

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1985 Return to Oz (Nel fantastico mondo di Oz) di Walter Murch
Sbagliato come Taron, ma peggio. Quindi meglio. Primo e ultimo film da regista di uno dei piu' grandi tecnici del suono di sempre, che pero' non aveva la mimima idea su come raccontare una storia in modo coerente. Se ne usci' quindi con un sequel del Mago di Oz visivamente esplosivo, ma completamente svitato, che inizia con toni tetri e opprimenti (la piccola protagonista finisce in un manicomio a fare l'elettroshock!) e procede di follia in follia, con scarti di tono assurdi, dove si passa da scene da film per ragazzi ad altre che sembrano venire da un film di Lynch. Persino la piccola protagonista aveva lo sguardo glaciale e da gatta della gia' adorabile Fairuza Balk.

 

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1985 The Dungeonmaster (Il demone delle galassie infernali) di Charles Band e registi vari
Magari risultera' noioso per qualcuno questo mio indulgere anche su b-movie e trashate varie (e fidatevi che sto scremando), ma, ecco, questo mi fa morire: il re del no-budget Charles Band dirige e fa dirigere ad altri sei cialtroni suoi pari 'sta puttanta in cui un ingenere elettronico viene proiettato da un demone in piu' dimensioni per salvare la sua bella. Eppure nei suoi trashosi 71 minuti e' un tale catalogo di ossessioni, simboli ed effetti 80s di tale precisione sociologica da sembrare una parodia retrospettiva.

 

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1985 Red Sonja (Yado) di Richard Fleischer
De Laurentiis & co, sempre tirando in ballo il povero Fleischer, perseverano diabolicamente e dopo aver macistizzato Conan qui annientano il personaggio di Red Sonja, scatenata virago dell'universo di Conan nei fumetti Marvel. Dice tutto il passaggio dalla chioma di fuoco dei fumetti al tragico mullet del film. Un film legnoso quanto la sua attrice protagonista, l'esordiente Brigitte Nielsen, troppo imbranata e statuaria per interpretare un personaggio vendicativo e rabbioso come Red Sonja. In confronto Sandahl Bergman, che nel Conan di Milius sapeva a malapena recitare, qui nella parte della regina cattiva sembra la Magnani e insieme a qualche bella scenografia salva spesso il film. Velo pietoso sul titolo italiano "ignobile", che tentava di spacciare Schwary come protagonista.

 

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1986 Labyrinth di Jim Henson
Un piccolo grande capolavoro del cinema per ragazzi. Il mago dei pupazzi Henson fa tesoro del flop del pur bellissimo "Dark Crystal", contestualizzando la storia in una cornicie adolescenziale molto 80s, settando il tutto su un'ironia alla Carroll e procedendo ad un ritmo molto piu' spedito. Ma poi si scatena in un'altra sarabanda di magie muppetose da lustarsi gli occhi, con invenzioni visive e meraviglie scenografiche praticamente in ogni inquadratura, unendo teatrino per bambini e prospettive impossibili alla Escher. E pazienza per la Magic Dance di Bowie. Tra questo e "Phenomena" i primi piani della Connelly maciullarono i cuori di una generazione di adolescenti.

 

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1986 Highlander di Russell Mulcahy
Sean Connery che in un film pieno di scozzesi fa la parte dello spagnolo la dice tutta su questa pacchianata videoclippona dove ogni cosa e' al posto sbagliato, ma dove alla fine se tutto e' fuori luogo niente lo e'. A cominciare dall'idea di un fantasy in epoca moderna, con gente che fa a spadate e si decapita nei parcheggi. Ma alla fine ve lo dico io perche' il primo Highlander funziona e gli altri fanno cagare sangue: perche' c'e' il grande Clancy Brown, che col suo Kurgan crea un cattivo memorabile e davvero minaccioso, tensione e dramma nella storia ce li mette tutti e solo il suo personaggio. 

 

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1987 Neco z Alenky (Alice) di Jan Svankmajer
Mi ero detto niente fantastico generico o d'autore, ma faccio uno strappo per questo meraviglioso caleidoscopio di Svankmajer che rilegge in chiave inquietante / surreale l'Alice di Carroll. Una delle volte in cui mi e' uscito piu' potente la sensazione dello schermo come una finestra affacciata fisicamente su un mondo davvero "altro" rispetto alla nostra realta'. Non e' cinema fantasy, ma puro cinema fantasmagorico.

 

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1987 The Princess Bride (La storia fantastica) di Rob Reiner
Oggi amatissimo cult, anche perche' il suo approccio "low" al genere lo rende molto trasversale e piace anche a chi non frega niente del fantasy. All'epoca, devo dire, non avrei mai detto, neanche lo consideravo un vero film d'avventura. E infatti e' piuttosto una fiaba metanarrativa, piu' dalle parti di Calvino che di Tolkien. Poi era romantico, e neanche nel modo figo e cupo di "Ladyhawk". Solo da adulto ne ho colto l'intelligenza, l'ironia e tutto il discorso sui meccanismi del racconto e le leve del raccontare. Ma poi chi non avrebbe voluto Peter Falk come nonno? 

 

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1987 Lionheart di Franklin J. Schaffner
Chissa' perche' questo bella e lussuosa produzione di Coppola e' stato totalmente dimenticata. Forse perche' non c'era molta magia e l'argomento semi-vero della Crociata dei Fanciulli si portava dietro la tristezza della Storia (e anche qualche ambiguita'), ma il medioevo da racconto d'inverno e' un po' lo stesso di "Ladyhawke" e il film ha l'inconfondibile sapore del miglior cinema per ragazzi anni 80. Ai bravissimi giovani protagonisti si somma un Gabriel Byrne come inquietante Cavaliere Nero. Da riscoprire.

 

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1987 Masters of the Universe (I dominatori dell'universo) di Gary Goddard
Arrivato con addosso una sfiga tremenda, quando ormai la mania per i Masters era finita - in Italia usci' addirittura nel '90, col trailer che tentava di nascondere i riferimenti ai giocattoli. Per miserie di budget quasi tutto ambientato sulla Terra, con He-Man stile E.T. praticamente. E gli andava bene che invece dei ragazzini si beccava una gnochissima Courteney Cox pre-Friends. Eliminare le stronzate del cartoon andando a mettere in scena l'immaginario fantasy/horror dei gicattoli era probabilmente la scelta giusta, ma il film e' di una goffaggine e ridicolaggine da mettere tenerezza.

 

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1987 The Barbarians (I barbari) di Ruggero Deodato con, Richard Lynch
Confesso di non aver mai visto per intero questo (s)cult che con gli anni ha messo su un'imprevibile fama. La genesi e' nota: il nostro Deodato dove girare l'ennesimo simil-Conan pieno di sangue e tette, ma vistosi appioppare come protagonisti i due assurdi gemelli wrestler David e Peter Paul, incapaci di recitare, giro' tutto in parodia e farsa, anticipando il tono di Hercules e Xena degli anni 90. Per quel che ho visto mi e' sempre sembrato uno scherzone infantile tirato per le lunghe.

 

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1988 The Navigator: A Medieval Odyssey (Navigator - un'odissea nel tempo) di Vincent Ward
Per scampare alla Peste Nera una piccola compagnia di pellegrini medievali, guidati dalle visioni di un ragazzino, finisce misteriosamente nella Auckland degli anni 80. Film neozelandese, e figurarsi se da quelle parti non se ne uscivano con una roba tutta stramboide e visionaria, a cominciare dal cambio di prospettiva, visto che ovviamente per gente proveniente dal medioevo la realta' "fantasy" e' la nostra. Anche se non priva di belle intuizioni visive la parte moderna e colorata non vale la prima mezz'ora in bianco e nero che sembra roba del Bergman piu' severo e funereo, ma alla fine sicuramente un film unico per tono e risultati. 

 

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1988 The Storyteller di Jim Henson
Il testamento (involontario) del grande Jim Henson: una miniserie di 9 episodi da venti minuti l'uno, in tutto tre ore in cui si mettono in scena nove favole della tradizione europea - non le solite note o non le solite versioni: chiaro l'intento anti-disneyano. Davanti al focolare racconta e interagisce col racconto il narratore John Hurt col suo cagnone parlante. I mezzi non sono quelli di "Dark Crystal" e "Labyrinth", ma l'allegra inventiva, la poesia fiabesca e la magia pupazzosa sono le stesse. Previdibilmente Henson dirige i due episodi piu' belli, lo spassoso "Il soldato e la morte" e il malinconico "Il gigante senza cuore".  

 

Nel '91 la serie avra' una ripresa con altri quattro episodi basati sui miti greci, "The Storyteller: Greek Myth", presentati da Michael Gambon. Carini, ma si avvertono l'assenza di Henson (morto un anno prima dopo breve malattia) e la consueta difficolta' a mettere in scena l'immaginario antico greco-romano.

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1988 Willow di Ron Howard
Dichiarato tentativo di Lucas e Howard di creare un nuovo Guerre Stellari, il cui successo sotto le aspettive praticamente fece estinguere il genere al cinema fino al SdA di Jackson. Avevo 13 anni ed ero cosi' preso dal fantasy che tipo comprai e lessi la novelization uscita prima del film (per altro molto piu' cupa del film, cosa che un po' mi deluse quando poi lo vidi la prima volta), ma in qualche modo sentivo che era gia' qualcosa nato in ritardo. Il limite grosso del film e' quello di rispettare troppo gli schemi gia' noti, sia del primo Star Wars che del fantasy tolkeniano. Ma, preso per quello che e', e' un divertentissimo spettacolone pre-infantilizzazione di tutto il cinema per ragazzi ("Home Alone" due anni dopo sara' devastante), con anche roba oggi un po' freak, tipo il massacro delle puerpere e il fatto che e' il film con piu' nani mai visti sullo schermo.


  • 22

#12 Mr telefax

    dendrite

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Inviato 26 marzo 2020 - 18:12

Post come questi che scrivi sono una gioia per gli occhi, caro Tom. Grazie per il tempo e la conoscenza e l'entusiasmo che ci metti.

Detto questo, del Conan di Milius ho un ricordo sbiadito e generico, con un difetto che sta nella sceneggiatura non lucidissima e poco aderente ai libri di Howard, al pregio tra gli altri di forgiare -come forse solo Milius può permettersi*- un'epica che ricordi quella vera, da Iliade e Odissea, di carne sangue ed eroi che si stagliano sulla massa informe in forza del loro coraggio.

Poi collego a un ricordo di tarda adolescenza il Black Cauldron, di cui avevo giocato la versione avventura su pc (anzi, Apple II mi sembra), impazzendo per la difficoltà ma restando stregato dalla storia assai poco infantile, anzi.

 

* il Milius conservatore e individualista mette molto di sé nelle sue opere, ovviamente.


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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#13 Reynard

    No OGM

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Inviato 26 marzo 2020 - 18:13


 

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1985 Return to Oz (Nel fantastico mondo di Oz) di Walter Murch
Sbagliato come Taron, ma peggio. Quindi meglio. Primo e ultimo film da regista di uno dei piu' grandi tecnici del suono di sempre, che pero' non aveva la mimima idea su come raccontare una storia in modo coerente. Se ne usci' quindi con un sequel del Mago di Oz visivamente esplosivo, ma completamente svitato, che inizia con toni tetri e opprimenti (la piccola protagonista finisce in un manicomio a fare l'elettroshock!) e procede di follia in follia, con scarti di tono assurdi, dove si passa da scene da film per ragazzi ad altre che sembrano venire da un film di Lynch. Persino la piccola protagonista aveva lo sguardo glaciale e da gatta della gia' adorabile Fairuza Balk.

Questo l'ho visto da bambino, e addirittura prima del "Mago di Oz" (i tempi pre-internet quando i genitori tiravano su VHS a caso...).

Ricordo che all'epoca mi era piaciuto, e non mi aveva particolarmente spaventato. Strano, perché ero un bambino cagasotto e perché, a rivederlo anni dopo, ho notato quanto fosse inquietante.

A suo modo, lo trovo affascinante. Ma la qualità delle scene sembra scemare con l'avvicinarsi all'epilogo, e il re degli gnomi (o quel che è) è davvero loffio.


  • 1
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#14 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 26 marzo 2020 - 18:19

Splendido e perfetto, concordo praticamente su tutto.
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#15 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 26 marzo 2020 - 20:01

un'unica integrazione all'ottimo post di Tom

 

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  • 8

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#16 Tom

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Inviato 27 marzo 2020 - 18:44

Coi 90 si fa in fretta.
Decennio infausto per il fantastico in generale. Se fantascienza e horror, pur andando in grossa crisi, in qualche modo la sfangarono adattandosi al clima "pulp", il fantasy non poteva proprio reggere in un'epoca dove il disincanto (anche nel senso piu' letterale del termine) era la regola. Per cui almeno su grande schermo spari' quasi totalmente dalla scena.  

 

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1992 Army of Darkness (L'armata delle tenebre) di Sam Raimi 
Parentesi fantasy della saga demenzial-splatter di Raimi, che quando anni piu' tardi riprendera' la storia ritornera' all'horror dei due Evil Dead e dimentichera' questo episodio (anche per questioni di diritti, mi sembra). Raimi, che come produttore televisivo sara' praticamente l'unico a spacciare fantasy per tutto il decennio, qui anticipa la svolta camp che imporra' al genere, ma allo stesso tempo celebra un divertentessimmo e colorato omaggio all'immaginario fantastico dei decenni passati, frullando di tutto con un ritmo da cartone animato matto degli anni 50. Un po' festa e un po' funerale.

 

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1995 Hercules: The Legendary Journeys (111 episodi + 5 film tv)
1995 Xena: Warrior Princess (134 episodi)
Praticamente l'80% dell'immaginario audiovisivo fantasy del decennio lo forniscono Hercules e il suo spin-off Xena. Come produttore Sam Raimi mette a punto un'idea di trash a basso voltaggio che fara' la fortuna di queste due sgangherate e simpatiche serie, ma produrra' una catena di imitazioni molto meno consapevoli che infesteranno tutto il decennio. La formula era semplice: sbandierare la mancanza di budget invece di provare a nasconderla, esibire l'idiozia delle sceneggiature, sottolineare la poverta' visiva, e soprattutto far recitare gli attori come fossero dei cosplayer che se la ridono sotto i baffi, ricordando allo spettatore che e' tutta una farsa. Un camp consapevole stile il Batman di Adam West, ma senza quell'entusiasmo pop art, con piuttosto una mestizia tutta 90s di chi pur divertendosi non ci credeva proprio piu'. 

 

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1996 Dragonheart di Rob Cohen
Praticamente l'unico fantasy classico uscito in sala in tutto il decennio, l'unico che ci credeva e ci provava a creare il buon vecchio sense of wonder. Non a caso di novantino c'ha praticamente solo quella fotografia stinta e un po' sovraesposta che tirava all'epoca, ma per il resto sembrava in tutto un film di dieci anni prima, anche se l'animazione del drago mostrava gli enormi passi avanti fatti dalla CGI. Molto carino e baciato da un buon successo, e' diventato un piccolo cult di molti che all'epoca erano ragazzini, stava li' a dimostrare che si poteva ancora fare un cinema per ragazzi o bambini intelligente e non per forza buffonesco. 

 

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1997 Kull the Conqueror (Kull il conquistatore) di John Nicolella
Doveva essere il terzo film di Conan, in teoria sarebbe un film su Kull (un altro personaggio di Howard), in pratica e' un puntatone di Hercules girato con un po' piu' di soldi. Ma neanche tanti in piu' e comunque non certo spesi per la tremenda CGI. Il tono innocuo, l'ironia svaccata, l'atmosfera da cosplayer sono quelli delle serie tv prodotte da Raimi. Non bastasse Kevin Sorbo ci pensava Tia Carrere come strega cattiva a completare l'atmosfera da film-tv tappabuchi per le mattinate di Italia Uno. Talmente menefreghista da essere simpatico.

 

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1998 Quest for Camelot (La spada magica) di Frederik Du Chau
Peggio della pastellosa Disney degli anni 90 c'era solo chi la imitava senza manco averne la furbizia. Come questo film d'animazione di avventure pseudo-arturiane anche di una certa ricchezza, che sprecava delle belle scenografie e dei bei effetti speciali per una storia puerile, popolata da personaggi insulsi, piena di canzoncine di merda che riuscivano ad essere peggio dei gia' infimi modelli disneyani dell'epoca. Quando i film li fanno gli uffici di marketing.

 

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1999 The 13th Warrior (Il 13° guerriero) di John McTiernan
Grossa produzione con animo da b-movie, nel senso nobile, carpenteriano e romeriano, del termine: quindi durata contenuta, ritmo speditissimo (anche per via dei tagli della produzione), trama ridotta all'osso, ironia quel che serve quando serve, personaggi ben delinati con un paio d'inquadrature e tre linee di dialogo. Divertente e figo. A livello mainstream e' un po' l'ultimo esemplare di un tipo "asciutto" di cinema d'avventura e fantasy, che gia' scarseggiava all'epoca, ma su cui due anni dopo Peter Jackson mettera' una definitiva pietra tombale.

 

Sul fantasy post-2000 non avevo raccolto materiale e non ho molta voglia di farlo, anche perche' i film che mi piacciono davvero sono pochi. Magari parlero' di quei pochi.


  • 9

#17 Edgewalker

    The storm is upon us

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Inviato 27 marzo 2020 - 19:11

 

Sul fantasy post-2000 non avevo raccolto materiale e non ho molta voglia di farlo, anche perche' i film che mi piacciono davvero sono pochi. Magari parlero' di quei pochi.

 

Domandone: quanto pensi possa aver influito il tuo coming of age in questo?


  • 0

The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#18 Tom

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Inviato 28 marzo 2020 - 09:12

Non direi. Anzi, piu' invecchio e piu' di bocca buona divento.

Vero che il fantasy e' un genere che lego soprattutto alla mia pre-adolescenza, e che in seguito altri generi mi hanno davvero appassionato, ma una buona storia di spadate e robe magiche mi piace comunque sempre vederla. Solo che sono davvero rare. Quelle buone.

 

Mi e' piaciuta la saga del Signore degli Anelli, certo mi sarebbe piaciuta di piu' se dopo 9 ore di film Jackson non avesse cannato totalmente l'ultima mezz'ora rivelando di non aver capito un tubo di tutta la dannata storia. Pur con i suoi alti e bassi mi e' piaciuta la saga di Harry Potter che ha riportato intelligenza e fascino nel cinema per ragazzi, peccando se mai in eccessi di seriosita'. Nella loro buffonaggine mi divertono un mondo i Pirati dei Caraibi che alla fine sono fantasy appena appena travestiti.

 

In generale sono d'accordo con Resp, il genere non e' mai diventato davvero adulto. E' mancato il corrispettivo di un 2001 Odissea nello spazio o di un Rosemary's Baby che facesse fare il salto decisivo, e' mancata una serie di registi che indicassero una via alternativa (alla fine gli unici che si sono dedicati regolarmente al genere sono stati gli sfortunati Henson e Bakshi). Visivamente ci si e' andati spesso vicino, ma hanno sempre difettato le storie (anche Excalibur di Boorman, trasposizione troppo letterale dei miti arturiani).

 

Lo so che molti non saranno d'accordo (non lo ero neanch'io fino a non molto tempo fa), ma con tutti i suoi giganteschi difetti la volta che il genere e' andato davvero vicino a diventare adulto e' stato con Game of Thrones. Con le stagioni tratte da Martin, ma pure con le ultime villipese puntate: piaccia o meno come ci si e' arrivati il puntatone con la battagliona contro gli zomboni e' di una radicalita' visiva che non si era mai vista nel genere, un'ora di schermo nero squarciato da immagini di fiamme e morte. Certo, GoT e' un fantasy con un tasso di fantasy davvero minimo.


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#19 PinkFreud

    Jung Last

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Inviato 28 marzo 2020 - 09:31

a pensarci bene  forse in questa tua splendida analisi avrebbero potuto rientrare anche film come  Il Barone di Munchausen o Time Bandits  anche se siamo al limite come genere strettamente fantasy [citerei pure Paperhouse]


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superstereo!

*lastfm*

 

 


#20 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 marzo 2020 - 10:00

La saga fantasy migliore vista al cinema rimane probabilmente la prima trilogia di Star Wars, altri tentativi "alti" sono riusciti a metà secondo me, Excalibur troppo mortifero e pesante, LOTR di Jackson estenuante e ripetitivo mentre il pur riuscitissimo Conan di Milius è un film d'autore tout court, nessuno di loro trasmette comunque il senso di meraviglia e lo spirito avventuroso che Lucas è riuscito infondere alla sua saga né a mantenere il suo perfetto equilibrio tra alto e basso e la sua capacità affabulatoria e perturbativa dovuta alla totale libertà di mischiare e rielaborare i materiali più disparati.
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#21 Bandit

    Lorenzo Righetto

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Inviato 28 marzo 2020 - 10:47

Quella di GoT è la manifestazione televisiva di un nuovo fantasy (non mi invento una catalogazione né mi riferisco ad alcun critico più saputo di me, metto solo insieme qualche saga recente che ho letto). Chiamarlo "adulto" secondo me è un po' pericoloso perché mi fa venire in mente i film sui supereroi "adulti" che improvvisamente scoprono di essere umani e di provare emozioni (cit. "Look! He's tryi g to think!"). Però l'effetto è simile indubbiamente. Quelli di Martin sono degli ottimi polpettoni storici da cui sono seguiti altri tentativi per me di scarso interesse dove c'è tanto sesso o sangue e un senso risaputo della vita anche molto adolescenziale (che non ha niente a che vedere coi romanzi di Martin comunque). Penso ad esempio ai romanzi di Joe Abercrombie per chi è appassionato.

Sogno da sempre invece che venga fatta una serie sul malazan book of the fallen del quale sono fan incallito e che ha sia lo stile "Vietnam fantasy", spesso narrato dal punto di vista dei soldati (più o meno) semplici (preso dalla precedente saga di Glen Cook sulla Black Company che è una sorta di embrione della mastodontica Malazan), che un respiro epico che sfida anche il cultore più appassionato per la quantità di sottotrame, la grandezza del pantheon di dei ed eroi, la grandezza nello spazio e nel tempo della storia (forse più di quella della terra di mezzo) oltre a quella degli eventi raccontati e della loro portata.

Consiglio qualsiasi cosa di esslemont o Eriksson (è di due autori credo archeologi di professione o qualcosa del genere ma è nata da sessioni di GDR) di quel mondo.
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#22 eugenio_barba

    Groupie

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Inviato 28 marzo 2020 - 11:35

 

Mi e' piaciuta la saga del Signore degli Anelli, certo mi sarebbe piaciuta di piu' se dopo 9 ore di film Jackson non avesse cannato totalmente l'ultima mezz'ora rivelando di non aver capito un tubo di tutta la dannata storia. 

 

Hai voglia di approfondire meglio questo punto? Sono curioso!


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#23 Tom

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Inviato 28 marzo 2020 - 12:20

a pensarci bene  forse in questa tua splendida analisi avrebbero potuto rientrare anche film come Il Barone di Munchausen o Time Bandits  anche se siamo al limite come genere strettamente fantasy [citerei pure Paperhouse]

 
Beh, certamente poteva starci un po' tutto di Terry Gilliam, ma lui e' piu' sul fantastico surreale che non sul fantasy.
"Paperhouse" non l'ho mai visto e mi incuriosisce parecchio.
 

il pur riuscitissimo Conan di Milius è un film d'autore tout court,

 

Se dovessi dire qual'e' il mio preferito tra tutti i film che ho citato indicherei probabilmente il Conan di Milus. Ma qualche sbavatura ad amalgamare le aspirazioni autoriali con una spettacolarita' commerciale secondo me si avverte.
 

Quella di GoT è la manifestazione televisiva di un nuovo fantasy (non mi invento una catalogazione né mi riferisco ad alcun critico più saputo di me, metto solo insieme qualche saga recente che ho letto). Chiamarlo "adulto" secondo me è un po' pericoloso perché mi fa venire in mente i film sui supereroi "adulti" che improvvisamente scoprono di essere umani e di provare emozioni (cit. "Look! He's tryi g to think!"). Però l'effetto è simile indubbiamente. Quelli di Martin sono degli ottimi polpettoni storici da cui sono seguiti altri tentativi per me di scarso interesse dove c'è tanto sesso o sangue e un senso risaputo della vita anche molto adolescenziale (che non ha niente a che vedere coi romanzi di Martin comunque).

 

Diciamo che GoT e altri esempi di fantasy maturo si portano addosso il paradosso che, per darsi un'aria piu' "adulta", riducono al minimo proprio il lato fantasy (per un buon 95% GoT poteva essere appunto una serie storica). Mi piacerebbe vedere un film o una serie tv coi draghi e le magie in primo piano che riuscisse a colpirimi in modo totale quanto, chesso', un "Apocalypse Now". 

A meno di non ammettere che, almeno su uno schermo, i limiti siano intrinsechi al genere e in quel tipo di immaginario, come appunto si dice (e credo sia vero) dei film coi supereroi e tizi mascherati.

 

 

 

Mi e' piaciuta la saga del Signore degli Anelli, certo mi sarebbe piaciuta di piu' se dopo 9 ore di film Jackson non avesse cannato totalmente l'ultima mezz'ora rivelando di non aver capito un tubo di tutta la dannata storia. 

 

Hai voglia di approfondire meglio questo punto? Sono curioso!

 

Per quel che ricordo di un libro letto 35 anni fa (ma il finale mi colpi' molto anche da ragazzino) nel libro gli hobbit tornano a casa e la trovano contaminata dallo stesso Male che hanno combattuto. Tutto e' diverso e nulla puo' essere come prima, perche' anche loro non sono piu' gli stessi di prima, sono pur sempre reduci da una guerra e hanno visto cose terribili. In un'amosfera da funerale Frodo va a morire insieme a tutto un mondo.

 

Nel film tornano e trovano tutto come prima. Sembrano reduci da una splendida e divertente avventura, si piangono addosso ripensando a quanto ne hanno passate insieme. Quando parte Frodo sembra vada a passare la pensione degli Eroi nella Florida degli elfi.

 

Non ne faccio una questione di aderenza al libro, potevano fare anche una cosa completamente diversa, ma dovevano dare un qualche senso alle nove ore precedenti. Invece e' tutta un'autocelebrazione, coi personaggi che piangono e si commuovono perche' lo spettatore deve piangere e commuoversi con loro perche' la bella storia sta finendo. 

 

E' un tipo di finale con gli auto-applausi che da allora e' dilagato. La Marvel con "Endgame" c'ha fatto quasi tutto un film cosi', recentemente l'ho visto pure nel secondo film di "It".


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#24 Bandit

    Lorenzo Righetto

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Inviato 28 marzo 2020 - 12:35

Purtroppo anche a livello letterario mancano un po' i punti di riferimento credo (mi piacerebbe essere smentito). A parte gli esempi che conosco e ho citato.

Vedremo con la serie lotr di Amazon in preparazione, immagino seguirà lo stile "adulto" pur nell'ambientazione High fantasy (spero più di got).
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#25 100000

    Enciclopedista

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Inviato 28 marzo 2020 - 13:35

Bravo Tom: il finale del SdA è devastante, oltre che abbastanza meta.
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#26 Reynard

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Inviato 28 marzo 2020 - 14:09

*
POPOLARE

Non direi. Anzi, piu' invecchio e piu' di bocca buona divento.

Vero che il fantasy e' un genere che lego soprattutto alla mia pre-adolescenza, e che in seguito altri generi mi hanno davvero appassionato, ma una buona storia di spadate e robe magiche mi piace comunque sempre vederla. Solo che sono davvero rare. Quelle buone.

 

Mi e' piaciuta la saga del Signore degli Anelli, certo mi sarebbe piaciuta di piu' se dopo 9 ore di film Jackson non avesse cannato totalmente l'ultima mezz'ora rivelando di non aver capito un tubo di tutta la dannata storia. Pur con i suoi alti e bassi mi e' piaciuta la saga di Harry Potter che ha riportato intelligenza e fascino nel cinema per ragazzi, peccando se mai in eccessi di seriosita'. Nella loro buffonaggine mi divertono un mondo i Pirati dei Caraibi che alla fine sono fantasy appena appena travestiti.

 

In generale sono d'accordo con Resp, il genere non e' mai diventato davvero adulto. E' mancato il corrispettivo di un 2001 Odissea nello spazio o di un Rosemary's Baby che facesse fare il salto decisivo, e' mancata una serie di registi che indicassero una via alternativa (alla fine gli unici che si sono dedicati regolarmente al genere sono stati gli sfortunati Henson e Bakshi). Visivamente ci si e' andati spesso vicino, ma hanno sempre difettato le storie (anche Excalibur di Boorman, trasposizione troppo letterale dei miti arturiani).

 

Lo so che molti non saranno d'accordo (non lo ero neanch'io fino a non molto tempo fa), ma con tutti i suoi giganteschi difetti la volta che il genere e' andato davvero vicino a diventare adulto e' stato con Game of Thrones. Con le stagioni tratte da Martin, ma pure con le ultime villipese puntate: piaccia o meno come ci si e' arrivati il puntatone con la battagliona contro gli zomboni e' di una radicalita' visiva che non si era mai vista nel genere, un'ora di schermo nero squarciato da immagini di fiamme e morte. Certo, GoT e' un fantasy con un tasso di fantasy davvero minimo.

Sono abbastanza d'accordo sul fatto che le robe "quelle buone" sono piuttosto rare... però su una produzione che dopo il 2000 è diventata imponente. I film fantasy 'veri e propri' forse sono ancora pochi, ma se nel calderone ci buttiamo dentro

- tutto il fiabesco disney (ora anche live-action);

- tutta la fantascienza che in realtà è fantasy appena mascherato;

- quei film superomistici che idem;

- una buona fetta del fantastico (e qui espando dopo*);

quantitativamente è molto.

Per dire, quelle poche cose che hai citato come buone (Signore degli anelli, Harry Potter, Pirati dei Caraibi, mi par di capire anche GoT tra alti e bassi) già da soli come minutaggio parificano la produzione di interi decenni del passato. Ed è appunto la 'poca' crema.

Ora, è chiaro che vale la legge di Sturgeon e che il 90% di questa produzione è cacca. Probabilmente sui pochi progetti del passato si è concentrata più cura artigianale e attenzione (non certo più budget). Ma probabilmente vale anche che, nell'insieme delle poche proposte, era più facile accorgersi dei loro meriti e glissare sui loro limiti.

 

Per dire, "Labyrinth" è un film delizioso che non mi stancherei mai di guardare, ma nel cinema dei suoi anni è un piccolo gioiellino di seconda o terza categoria che manco può aspirare a competere con la serie A. "Il signore degli anelli", almeno dal punto di vista della spettacolarità e delle ambizioni invece sì.

Questo per dire che, almeno per gli esempi maggiori del genere, l'obiettivo ricercato si è alzato tantissimo ed anche per questo vanno assai meno giù difetti e ingenuità. Ma ho l'impressione che ora il fantasy giochi tutta un'altra partita

O meglio: che giochi più partite, perché al fianco dei pochi progetti faraonici rimane sempre tutta una serie di pellicole andanti, o fatte col culo, o artigianali, o bizzarrie più o meno autoriali ecc.

 

Soprattutto, una cosa che mi pare notare è che, a parte gli esempi duri e puri del genere (spadoni e draghi, in breve), su cui però mi riservo un altro discorso più avanti**, c'è una proliferazione di elementi fantasy che trasuda da altre parti.

Qui riprendo il primo discorso lasciato in sospeso*: dato che il cinema vive non solo di topoi letterari/narrativi ma anche di topoi visivi, quel che noto è che il mettere in scena il "fantastico" spesso si avvale di estetiche prese dal "fantasy" anche quando la storia appartiene ad altro universo. Mi viene in mente Del Toro, con "Hellboy" ovviamente (a parte che per me il secondo è fantasy a tutti gli effetti, ma questa è solo un'opinione mia) ma pure in altri film. (Avevo altri esempi in mente ma ora che ho iniziato a scrivere li ho dimenticati :facepalm: ... va bé, mi verranno in mente). Insomma, a volte si 'vede' con sguardo fantasy anche quando non si 'racconta' con tono fantasy.

 

L'altro discorso che ho lasciato in sospeso**, riguardava la domanda interessante sul perché il fantasy non sia 'diventato adulto', non abbia prodotto un "Odissea nello spazio" o un "Rosemary's baby". Citiamo subito la risposta più ovvia: perché non ci si è mai messo un Kubrick o un Polanski. Chiaro ma non ci basta.

Ora, in campo letterario esempi di opere che, pur all'interno del genere, hanno ambizioni e mezzi di ampia portata ce ne sono: lo stesso "Signore degli anelli" e "Gormenghast" per dirne due. Ecco, questi due sono caratterizzati entrambi da una alta dose di ricerca sul corpo della letteratura: ricerca linguistica e folklorica quella di Tolkien, stilistica quella di Peake. Per dire insomma che la differenza di livello da altre opere del genere e il suo appeal più 'maturo' sta nel tono del racconto più che nei temi, ed ecco: quel che nel cinema spesso manca è l'uso dell'immagine per far altro rispetto al semplice 'rappresentare' il mondo altro. Insomma, un Tolkien cinematografico, per essere Tolkien, non può essere solo uno che racconta una storia su scala epica ma dev'essere qualcuno che fa nell'immagine cinematografica lo stesso lavoro che Tolkien ha fatto sulla lingua. Che ci fa 'vedere da elfi' più che 'vedere gli elfi'. Altrimenti hai 'solo' cinema d'avventura in forma sontuosa (e costosa).

E l'altro motivo sta nel fatto che, secondo me, ci si aspetta troppa aderenza alla formula nel campo del fantasy. I famosi 'spadoni e draghi'. Il fantasy non semplicemente sinonimo di fantastico e ok: ha una specificazione in più, la costruzione di un mondo alternativo (pure quando si tratta di 'urban fantasy'!), e ok. A che punto della storia è diventato sempre lo stesso mondo che gira, ora più follettesco e ora più orchesco, ma sempre pseudo-medievale? (E questo riguarda il cinema più che la letteratura, dove invece le opzioni ci sono).

Ed ecco, se proprio devo formulare una ipotesi, il perché i tentativi di fare un fantasy più 'adulto' vanno tutti nella direzione di una diminuzione degli aspetti fantastici. è che opere come "Odissea nello spazio" o "Rosemary's baby" partono da una intuizione sulla natura umana e la sviscerano proiettandola su uno scenario tecnologicamente avanzato o inquietante: l'elemento 'umano' viene messo in risalto per contrasto con una alterità perturbante.

Nel fantasy, invece, si parte da un mondo 'altro' già preconfezionato e sostanzialmente già conosciuto dal pubblico, e (se non si vuole fare 'solo' fiaba') inserisci 'ex post' l'elemento preso dalla natura umana. Ed ecco che GoT (si parva licet componere magnis) invece di essere una storia di esseri umani alle prese con l'altro (mostruoso o sublime) è la storia della Terra di Mezzo alle prese con la politica e i conflitti del nostro mondo. Cioè la storia del nostro mondo in setting e costumi esotici.


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#27 cinemaniaco

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Inviato 28 marzo 2020 - 14:29

diciamo che con le premesse che ha fatto tom, lasciare fuori gli anni 2000 la vedo una scelta coerente. ha circoscritto il suo interesse e il focus del topic al fantasy "tradizionale", quello appunto di ambientazione medioevale con tutti i topoi del caso. insomma l'high fantasy

negli anni 2000 cinematografici è vero, il fantasy è esploso. ma quanti sono i casi di vera e propria high fantasy? di film di spadoni, ecc? ha vinto il low fantasy semmai, il fantasy generico, l'ibridazione del fantasy con altri generi (horror, azione, supereroismo, ecc)

personalmente preferisco il low fantasy, il fantasy postmoderno. con alcune eccezioni, perché il signore degli anelli e il trono di spade li ho adorati

per dare un mio esile contributo - non sono per nulla un esperto - degli anni 2000 consiglio SOLOMON KANE, cugino di conan e kull. davvero un bel film, un fantasy "serio" con gli spadoni, molto terra-terra (brutta CGI solo nel finale), senza concessioni alle bambinate di molto fantasy contemporaneo
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#28 Tom

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Inviato 28 marzo 2020 - 15:01

per dare un mio esile contributo - non sono per nulla un esperto - degli anni 2000 consiglio SOLOMON KANE, cugino di conan e kull. davvero un bel film, un fantasy "serio" con gli spadoni, molto terra-terra (brutta CGI solo nel finale), senza concessioni alle bambinate di molto fantasy contemporaneo

 

Devo dire che l'ho rivalutato un po' al ribasso dopo aver letto i racconti Howard dedicati al personaggio, dove ho scoperto che Solomon Kane e' un personaggio profondo, affascinante e ancora molto originale, a cui il film non rende assolutamente giustizia, anzi mette in scena un personaggio che non c'entra proprio niente con quello letterario. Comunque film che piace anche a me, e che metto in un'ideale trilogia semi-fantasy/horror/avventurosa insieme a due titoli affini (ma superiori) di quegli anni come "Centurion" di Neil Marshall e "Black Death" di Christopher Smith. Tra l'altro tre flopponi che rovinarono le rispettive carriere dei tre registi inglesi che fin li' si erano imposti nell'horror.

 

Reynard, hai detto un mucchio di cose che avrei voluto dire anch'io.

E' vero, il SdA di Jackson e' stato quasi il canto del cigno della fantasy "medievale" (GoT gioca davvero in un altro campionato, quello del dramma storico, e ha piu' a che fare con Shakespeare e il Grand Guignol che con Tolkien), e' stato il fantastico alla Harry Potter a imporsi sul serio, da li' il fantastico "low" e' dilagato e schegge se ne trovano in tutti i generi.

Addirittura il successo arriva smorzando. Basta confrontare il Thor dei fumetti con quello portato sulo schermo, da avventure cosmiche e fantasmagoriche si e' passati a una serie di commedie su un biondo dio a cui succedono un sacco di sfighe.


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#29 William Blake

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Inviato 28 marzo 2020 - 15:29

 

 

1995-fantasy-1.jpg

 

1995 Hercules: The Legendary Journeys (111 episodi + 5 film tv)
1995 Xena: Warrior Princess (134 episodi)
Praticamente l'80% dell'immaginario audiovisivo fantasy del decennio lo forniscono Hercules e il suo spin-off Xena. Come produttore Sam Raimi mette a punto un'idea di trash a basso voltaggio che fara' la fortuna di queste due sgangherate e simpatiche serie, ma produrra' una catena di imitazioni molto meno consapevoli che infesteranno tutto il decennio. La formula era semplice: sbandierare la mancanza di budget invece di provare a nasconderla, esibire l'idiozia delle sceneggiature, sottolineare la poverta' visiva, e soprattutto far recitare gli attori come fossero dei cosplayer che se la ridono sotto i baffi, ricordando allo spettatore che e' tutta una farsa. Un camp consapevole stile il Batman di Adam West, ma senza quell'entusiasmo pop art, con piuttosto una mestizia tutta 90s di chi pur divertendosi non ci credeva proprio piu'. 

 

 

 

 

 

wow! hai dato una spiegazione colta e razionale al perché mi piacessero così tanto e credo di averle visto integralmente da bambino/ragazzino (ma quando facevano le repliche un'occhiata continuavo a dargliela)... in verità da nerd di epica/mitologia mi divertiva molto trovare le differenze coi veri miti asd


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#30 cinemaniaco

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Inviato 28 marzo 2020 - 15:29

ci sono anche delle saghe negli anni 2000 dove il fantasy era latente, o comunque ibridato con altri generi, che poi esplode nel capitolo esplicitamente fantasy (che però si rivela o un flop o una delusione per i fan, o tutte le due cose). penso alla saga di pitch black: the chronicles of riddick è un fantasy a tutti gli effetti, che sposa anche il tipico rating del genere (PG-13 rispetto ad un primo capitolo fanta-horror R-rated). e alla saga di underworld: il prequel rise of the lycans, che però sembra il classico episodio tappabuchi nelle saghe in attesa di avere di nuovo a disposizione gli attori principali

gli ultimi che hanno provato a proporre una space opera high fantasy sono quei pazzoidi dei wachowskis con jupiter ascending che gli ha definitivamente ammazzato la carriera. si, direi che l'high fantasy porta sfiga nel nuovo millennio ashd a parte gli scherzi, funziona solo se c'è alla base un culto letterario già consolidato (tolkien, martin, mettiamoci anche la rowling)
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#31 Reynard

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Inviato 28 marzo 2020 - 15:43

Ecco, Cine ha citato un paio degli esempi che non mi venivano in mente asd

 

E anche le saghe YA alla "Hunger Games", appena il setting iniziale distopico si frantuma e inizia la lotta aperta ribelli vs impero, qualcosa di 'high fantasy sotto mentite spoglie' si sente.

 

Incidentalmente: avete visto la nuova serie di "His Dark Materials"? A me la prima stagione è piaciuta, speriamo tenga botta.

("His dark materials", ad esempio, è un tipo di fantasy parecchio high nel concetto - posta altissima, addirittura la rivolta contro la divinità - senza passare dal modello medievale - e difatti dal punto di vista estetico/stilistico può essere considerata low).


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#32 cinemaniaco

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Inviato 28 marzo 2020 - 15:49

comunque se parliamo di low fantasy, fantasy postmoderno, la grande influenza sul cinema fantastico degli anni 2000 per me l'ha avuta il fumetto. nel fumetto britannico ed americano sono almeno 30 anni che è stato codificato questo stile che poi è diventato uno stile perfetto per il cinema perché riesce a coniugare una parte "realistica" (soprattutto di setting e personaggi) con una parte fantastica che diventa di conseguenza più facile prima di tutto da visualizzare e poi da digerire per il pubblico

neil gaiman da questo punto di vista è l'autore più influente su questo approccio al fantasy, se vogliamo è questo che oggi viene considerato il fantasy "adulto". sandman e american gods sono due ottimi esempi

poi penso anche ad hellblazer: tutto il filone dell'action/horror ibridato con il fantasy gli deve qualcosa, almeno a livello ideale, poi i risultati possiamo discuterne
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#33 Edgewalker

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Inviato 28 marzo 2020 - 16:26

la-locandina-di-shrek-7261_jpg_400x0_cro

 

Cè la principessa, il mostro, il drago, le spadate e il sovrano cattivo, i seguiti sono via via più brutti ma questo è una bomba a mano.


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The core principle of freedom
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#34 Spiritchaser

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Inviato 28 marzo 2020 - 16:30

 

Per quel che ricordo di un libro letto 35 anni fa (ma il finale mi colpi' molto anche da ragazzino) nel libro gli hobbit tornano a casa e la trovano contaminata dallo stesso Male che hanno combattuto. Tutto e' diverso e nulla puo' essere come prima, perche' anche loro non sono piu' gli stessi di prima, sono pur sempre reduci da una guerra e hanno visto cose terribili. In un'amosfera da funerale Frodo va a morire insieme a tutto un mondo.

 

 

Secondo me questo elemento c'è anche nel finale della trilogia cinematografica, certo incorporato in un epilogo melenso e annacquato e senza la "repubblica di Salò" sarumaniana nella Contea, ma il concetto del "nulla può essere come prima" è esplicitato in vari momenti; anche se nel film ritrovano tutto come l'avevano lasciato per loro è cambiato tutto (c'è una bella scena tra le meno esplicite nella taverna in cui Sam chiede alla hobbitessa di sposarlo, poco prima c'è un gioco di sguardi molto amaro infilato nella baldororia degli avventori che rende in maniera molto elegante il loro essere reduci feriti nel spirito e nel corpo e il fatto che per loro la Contea non è più davvero casa).


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#35 William Blake

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Inviato 28 marzo 2020 - 16:41

però non è la prima volta che leggo sul finale della trilogia letteraria lo stesso commento di Tom, mentre non riesco a ricordare un elemento funereo nel finale del "Ritorno del re" cinematografico. malinconico, certamente, ma più per "l'avventura finita" che per altro. anche la fotografia smarmellatissima già all'epoca la ricordo come un elemento di disturbo, una patina che aggiungeva melassa alla melassa del commiato (prolungatissimo).


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#36 Earl Bassett

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Inviato 28 marzo 2020 - 16:48

Il finale (per modo di dire, è un terzo di film) del Ritorno del Re farebbe cascare i coglioni a chiunque dai, è proprio indifendibile.
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#37 Spiritchaser

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Inviato 28 marzo 2020 - 16:50

però non è la prima volta che leggo sul finale della trilogia letteraria lo stesso commento di Tom, mentre non riesco a ricordare un elemento funereo nel finale del "Ritorno del re" cinematografico. malinconico, certamente, ma più per "l'avventura finita" che per altro. anche la fotografia smarmellatissima già all'epoca la ricordo come un elemento di disturbo, una patina che aggiungeva melassa alla melassa del commiato (prolungatissimo).

 

Forse perché appunto la melassa è talmente pesante che sommerge tutto.

 

La scena a cui mi riferisco è dopo il minuto, non è funerea ma è sicuramente molto amara, non da "avventura finita" ma da "nulla è più come prima"

 


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#38 William Blake

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Inviato 28 marzo 2020 - 17:05

l'amarezza continuo a non vederla. la malinconia, certo, il discorso che "nulla è come prima", ma non mi sembrano dinamiche pregne di amarezza. il découpage in tal senso è chiaro: loro ritornano e sono loro a essere cambiati. i reaction shot riguardano i villani che fondamentalmente hanno continuato a essere sorpresi dalle dimensioni delle zucche mentre gli hobbit si scambiano questi sguardi che urlano "stress post-traumatico" e pensano "noi abbiamo rischiato la pelle e questi non sanno nemmeno il pericolo che hanno corso". tant'è vero che Sam per reintegrarsi nella comunità si sposa.


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#39 Spiritchaser

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Inviato 28 marzo 2020 - 17:11

il découpage in tal senso è chiaro: loro ritornano e sono loro a essere cambiati. i reaction shot riguardano i villani che fondamentalmente hanno continuato a essere sorpresi dalle dimensioni delle zucche mentre gli hobbit si scambiano questi sguardi che urlano "stress post-traumatico" e pensano "noi abbiamo rischiato la pelle e questi non sanno nemmeno il pericolo che hanno corso". tant'è vero che Sam per reintegrarsi nella comunità si sposa.

 

Appunto, è una scena da stress post-traumatico che è precisamente l'elemento dei reduci che volevo sottolineare come presente; poi si può leggerlo come momento più malinconico o più amaro, a me il gioco di sguardi sembra dire "questa non è più casa nostra, siamo feriti e non torneremo mai alla normalità" più che "non sanno il rischio che hanno corso", in questo senso per me è una scena amara.


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#40 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 28 marzo 2020 - 17:27

ci sono anche delle saghe negli anni 2000 dove il fantasy era latente, o comunque ibridato con altri generi, che poi esplode nel capitolo esplicitamente fantasy (che però si rivela o un flop o una delusione per i fan, o tutte le due cose). penso alla saga di pitch black: the chronicles of riddick è un fantasy a tutti gli effetti, che sposa anche il tipico rating del genere (PG-13 rispetto ad un primo capitolo fanta-horror R-rated). e alla saga di underworld: il prequel rise of the lycans, che però sembra il classico episodio tappabuchi nelle saghe in attesa di avere di nuovo a disposizione gli attori principali

gli ultimi che hanno provato a proporre una space opera high fantasy sono quei pazzoidi dei wachowskis con jupiter ascending che gli ha definitivamente ammazzato la carriera. si, direi che l'high fantasy porta sfiga nel nuovo millennio ashd a parte gli scherzi, funziona solo se c'è alla base un culto letterario già consolidato (tolkien, martin, mettiamoci anche la rowling)

 

pure sucker punch del tuo amico zackone me lo ricordo come una specie di fantasy dove c'era frullato un po' di tutto 


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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

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#41 Earl Bassett

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Inviato 28 marzo 2020 - 17:39

Il problema del finale di LOR non è quello che dice ma come lo dice, una prolissità soffocante, una sottolineatura e ripetizione continua, dopo 10 minuti di faccia malinconica e contrita e occhi sognanti del bel Viggo il pathos si trasforma in tedio e poi in ridicolo.
Peter Jackson non è capace di tagliare, problema grosso che rischia di affondare spesso la sua trilogia.
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#42 Spiritchaser

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Inviato 28 marzo 2020 - 17:44

La scena forse più cringe è quella del risveglio di Frodo

 

maxresdefault.jpg


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#43 dick laurent

    ...

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Inviato 28 marzo 2020 - 20:29

La scena forse più cringe è quella del risveglio di Frodo

 

 

 

ma no dai, quel momento in quel punto lì ci sta. 


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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#44 dick laurent

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Inviato 28 marzo 2020 - 20:38

Peter Jackson non è capace di tagliare, problema grosso che rischia di affondare spesso la sua trilogia.

 

pensa che per me il problema è praticamente l'opposto. Quando lo vidi la prima volta mi diede una sensazione di bignamino dove Jackson per restare fedele e mettere un po' tutto (Bombadil a parte credo ci siano davvero quasi tutti gli episodi del romanzo) aveva tolto molto del respiro del libro trasformandolo in una corsa affrettata dove psicologia dei personaggi, dettagli e scene lente venivano un po' sacrificati al grido di "ritmo ritmo!" stile maestro Canello. Insomma per me più che nove ore (o qualche ora in più della versione integrale) sarebbe dovuto durare il doppio o giù di lì asd


  • 1

dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#45 Cliff

    allievo del peggior Guzzanti heavy metal

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Inviato 28 marzo 2020 - 22:17

La scena forse più cringe è quella del risveglio di Frodo

 

maxresdefault.jpg

 


  • 2
Ha detto bene il presidente del coni, che il mondo dei dilettanti...chapeau. On duà parler français monsieur, mettenan nous parlon français, tout suit, ma la question n’est parer, n’est pas, comme ça [Carlo Tavecchio]


Caro Sig.'Cliff' di Roma le confesso che non capito..


non vorrei sembrare pedante


#46 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 marzo 2020 - 22:25

Peter Jackson non è capace di tagliare, problema grosso che rischia di affondare spesso la sua trilogia.

 
pensa che per me il problema è praticamente l'opposto. Quando lo vidi la prima volta mi diede una sensazione di bignamino dove Jackson per restare fedele e mettere un po' tutto (Bombadil a parte credo ci siano davvero quasi tutti gli episodi del romanzo) aveva tolto molto del respiro del libro trasformandolo in una corsa affrettata dove psicologia dei personaggi, dettagli e scene lente venivano un po' sacrificati al grido di "ritmo ritmo!" stile maestro Canello. Insomma per me più che nove ore (o qualche ora in più della versione integrale) sarebbe dovuto durare il doppio o giù di lì asd

La durata perfetta di un fantasy dovrebbe essere due ore, poco meno, poco più (altra cosa che aveva brillantemente capito Lucas) 4 ore di elfi, nani e orchi io personalmente li reggo poco, è materiale troppo frivolo se capisci cosa intendo.
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#47 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 28 marzo 2020 - 22:31

Per me a parte il finale è la durata giusta per il materiale di partenza e per ciò che ne è venuto fuori, semmai il discorso vale per la trilogia dello Hobbit visto che la fonte letteraria è un libretto e visto il risultato infimo.
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#48 debaser

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Inviato 28 marzo 2020 - 22:33

Ma infatti, va bene tutto ma non arriviamo all'opposto tanto per fare i contrari. Avercene di "signore degli anelli" - non sarà perfetto ma è un lavoro memorabile che trasuda passione (in effetti penso di essermi visto più volte i backstage che i film, a sto punto ashd)


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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#49 lazlotoz

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Inviato 28 marzo 2020 - 22:44

Vabbè, non citiamo Lo Hobbit che qui comunque c'è gente debole di cuore asd

 

 

Su LotR avevo quasi rimosso tutto il finale. Diciamo che di tutta la trilogia il primo è l'unico che funziona al 100%. Anche perché per tanti era proprio il realizzarsi di un sogno.

Il resto con alti e bassi. 


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#50 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 marzo 2020 - 23:14

Per me a parte il finale è la durata giusta per il materiale di partenza e per ciò che ne è venuto fuori, semmai il discorso vale per la trilogia dello Hobbit visto che la fonte letteraria è un libretto e visto il risultato infimo.


A me sembra che Jackson sia spesso molto prolisso e ripetitivo, un finale interminabile e battaglie lunghe come la quaresima che si potevano tranquillamente sforbiciare, e anche per me l'unico che funziona veramente è il primo.
Poi per carità farà molto di peggio con King Kong e lo Hobbit ma questa tendenza al ridondante e al pleonastico ammorba anche la trilogia di LOTR secondo me impedendogli di essere il capolavoro a cui ambisce ed è un peccato perché molte parti sono decisamente azzeccate.
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